jeronimus2002 (POL)
14-08-02, 23:38
che notoriamente è un moderato....
ROMA - E poi dicono che i professori hanno la testa fra le nuvole. La parola d´ordine di Giuliano Urbani, in questa pausa ferragostana che si affaccia su un autunno da brividi per il governo e la maggioranza, è: concretezza. Basta con l´illusione che l´osservanza delle regole del Patto di stabilità garantisca da sola la prosperità economica del continente. Basta con il sogno di un´Europa imperniata su istituzioni sovrannazionali come la Commissione, perché è suonata l´ora dei governi. Basta con il pio desiderio di fare le riforme insieme all´opposizione. Basta con la tentazione, velleitaria e perniciosa, di trasformare Forza Italia in un partito tradizionale.
…………………omissis.
…………………
D. - La litigiosità interna al centrodestra, per esempio tra la Lega e gli ex dc, non è favorita anche dal fatto che il partito più grande, Forza Italia, ha strutture estremamente deboli e non fa sentire abbastanza la sua voce?
R. -«Io su questo vado controcorrente: di Forza Italia non sento affatto la mancanza. Forza Italia è nata come comitato elettorale di un leader, Silvio Berlusconi, e come comitato elettorale ha avuto successo: ha costruito una coalizione e un nuovo sistema bipolare di competizione politica. Che cosa si può chiederle di più?».
Tuttavia sono sempre più numerosi coloro che, dentro Forza Italia, puntano a trasformare quel comitato elettorale, come lo chiama lei, in un partito vecchio stile.
«L´idea che la democrazia parlamentare debba basarsi su partiti forti è una sciocchezza. E´ vero proprio il contrario: la democrazia è più forte dove gli elettori scelgono il governo che vogliono e poi lo giudicano per quello che ha fatto dopo cinque anni, dove i partiti sono deboli e non possono interferire sulle scelte dell´esecutivo. Partiti intermittenti, ecco quello di cui abbiamo bisogno».
E allora perché c´è tutta questa voglia di «organizzazione»?
«Vuole la verità? Perché in giro ci sono troppi nostalgici, gente che si è formata nei grandi partiti della prima repubblica, nella Dc e nel Psi, e adesso vorrebbe resuscitarli. E troppa gente interessata solo al sottogoverno. Che ci vuole fare? Ce n´è dappertutto e un po´ ce ne sono pure da noi. Anche se, per ora, non sono riusciti a fare molti danni».
…………………….
…………………….
(Del 14/8/2002 Sezione: Interni Pag. 6)
ROMA - E poi dicono che i professori hanno la testa fra le nuvole. La parola d´ordine di Giuliano Urbani, in questa pausa ferragostana che si affaccia su un autunno da brividi per il governo e la maggioranza, è: concretezza. Basta con l´illusione che l´osservanza delle regole del Patto di stabilità garantisca da sola la prosperità economica del continente. Basta con il sogno di un´Europa imperniata su istituzioni sovrannazionali come la Commissione, perché è suonata l´ora dei governi. Basta con il pio desiderio di fare le riforme insieme all´opposizione. Basta con la tentazione, velleitaria e perniciosa, di trasformare Forza Italia in un partito tradizionale.
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D. - La litigiosità interna al centrodestra, per esempio tra la Lega e gli ex dc, non è favorita anche dal fatto che il partito più grande, Forza Italia, ha strutture estremamente deboli e non fa sentire abbastanza la sua voce?
R. -«Io su questo vado controcorrente: di Forza Italia non sento affatto la mancanza. Forza Italia è nata come comitato elettorale di un leader, Silvio Berlusconi, e come comitato elettorale ha avuto successo: ha costruito una coalizione e un nuovo sistema bipolare di competizione politica. Che cosa si può chiederle di più?».
Tuttavia sono sempre più numerosi coloro che, dentro Forza Italia, puntano a trasformare quel comitato elettorale, come lo chiama lei, in un partito vecchio stile.
«L´idea che la democrazia parlamentare debba basarsi su partiti forti è una sciocchezza. E´ vero proprio il contrario: la democrazia è più forte dove gli elettori scelgono il governo che vogliono e poi lo giudicano per quello che ha fatto dopo cinque anni, dove i partiti sono deboli e non possono interferire sulle scelte dell´esecutivo. Partiti intermittenti, ecco quello di cui abbiamo bisogno».
E allora perché c´è tutta questa voglia di «organizzazione»?
«Vuole la verità? Perché in giro ci sono troppi nostalgici, gente che si è formata nei grandi partiti della prima repubblica, nella Dc e nel Psi, e adesso vorrebbe resuscitarli. E troppa gente interessata solo al sottogoverno. Che ci vuole fare? Ce n´è dappertutto e un po´ ce ne sono pure da noi. Anche se, per ora, non sono riusciti a fare molti danni».
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(Del 14/8/2002 Sezione: Interni Pag. 6)