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Visualizza Versione Completa : Il fascio littorio



cornelio
15-08-02, 18:23
Complimenti prima cosa per l'eccellente livello del forum,avete mai pensato di fondare una rivista?

Veniamo alla domanda: ho letto su un sito che il fascio littorio ha un significato esoterico alquanto complesso,qualcuno saprebbe illuminarmi?

Un saluto

Ichthys
16-08-02, 00:06
Una rivista? He he he, ci sei arrivato vicino. Per ora siamo una minuscola associazione culturale che ogni tanto stampa in proprio e in copie limitatissime degli opuscoli e ama intervenire di persona in dibattiti.
Il marchio qual'è?
Questo, no?

http://umbriel.supereva.it/runar2.gif http://www.politicaonline.net/forum/images/sfondi/logoeso.gif
"Le rune"

Ichthys
16-08-02, 00:31
Molto probabilmente d'origine etrusca, in origine bipenne, molti lo considerano come simbolo di unità (le verghe legate insieme) o come simbolo di autorità, ma in origine doveva essere quel cosiddetto "emblema fulgurale della potenza".

Dati molto interessanti in proposito che confermano le nostre teorie sono tratti dall'archivio di www.reazionario.org

Il più antico fascio littorio fu rinvenuto presso Vetulonia e risale, molto probabilmente, al sec. VIII-VII a. C. ; si tratta quindi di un ritrovamento di epoca preromana. La sua struttura (scure bipenne inserita tra dodici verghe) e la sua composizione (ferro) rivelano stretti legami esistenti fra le tradizioni nordiche e chi fu l’artefice di tale sacro oggetto. La scure bipenne, in stretta connessione col significato del culto di Janus (Giano),dio romano delle origini, è uno dei simboli più antichi della sovranità regale. La dualità simmetrica dei due tagli rappresenta l’integrazione creatrice delle polarità opposte. Tale incontro avviene in un punto dell’asse che è il centro immobile, il punto di passaggio tra futuro e passato, il terzo volto di Janus, il sacro che genera. I tagli dell’ascia rappresentano esattamente “il simbolismo del fulmine”, espresso dalle tradizioni nordiche con le rune e la cui composizione forniva lo schema rappresentativo con cui si indicava il sacro Mjölnir, il martello del dio Thor. La folgore ha significato simbolico doppio: da una parte illumina, squarcia le tenebre, dall’altro distrugge, incendia. Poiché spesso, nell’antichità, l’uso della folgore era prerogativa del dio supremo, questa è considerabile come verità che può essere intuita in forma istantanea solo da chi è capace di resistere alla prova del fuoco incenerendo tutto quello che di sé è mortale, raggiungendo, così, una condizione di supervita.

Il tracciato stesso della saetta spiega questo processo: una prima fase rappresenta la discesa del fuoco divino sulla terra, la seconda fase è la trasmutazione che fa dell’uomo che ha saputo intuire l’insegnamento un essere simile ad un dio, la terza fase è ancora una discesa, un ritorno di colui che, libero dai vincoli corporei, torna alla terra per riaprire il ciclo. Secondo alcune tradizioni la destra è l’attributo divino della misericordia, la sinistra è la giustizia. Presso gli arabi tali attributi sono la maestà (volto maschile) e la bellezza (volto femminile). Ma presso gli indù la misericordia è prerogativa dei sacerdoti (Brahamana) che possiedono la chiave dei misteri, mentre la giustizia è un guerriero (Kshatrya) che ha diritto di vita e di morte sui sudditi: diritto che egli esercita per mezzo della verga ( lo scettro del potere). Ecco allora che via contemplativa (sacerdotale) e via attiva (guerriera) si fondono nel centro dal quale traggono la ragione stessa della loro esistenza (l’asse tradizionale, la corona regale segno del potere unico e totale). Le dodici verghe che “incoronano” la scure bipenne sono il ciclo zodiacale con la sua metà ascendente e discendente, aventi origine e fine nei solstizi d’inverno e d’estate, sono rappresentazione dell’universalità totale ed infinita dell’azione radiante della tradizione. I segni zodiacali sono ad un tempo i gradi della potenza e della conoscenza che va dall’inqualificazione originaria, dalla notte che precede il giorno (solstizio d’inverno, colore nero), attraverso il soffio creatore della luce (equinozio di primavera, colore bianco), fino all’acme espansivo del mezzogiorno in cui la luce tutto pervade ed infuoca (solstizio d’estate, colore rosso).

Nella sua forma originale (ne ho visto un esemplare in bronzo) è come l'ho rappresentato nello schizzo:
http://umbriel.supereva.it/flittorio.jpg
corpo tozzo e asce strette e lunghe.

cornelio
16-08-02, 16:54
Originally posted by Ichthys
Una rivista? He he he, ci sei arrivato vicino. Per ora siamo una minuscola associazione culturale che ogni tanto stampa in proprio e in copie limitatissime degli opuscoli e ama intervenire di persona in dibattiti.
Il marchio qual'è?
Questo, no?

http://umbriel.supereva.it/runar2.gif http://www.politicaonline.net/forum/images/sfondi/logoeso.gif
"Le rune"

Si può ricevere la vostra rivista?

Un saluto

Ichthys
23-08-02, 21:23
Scusa se ti rispondo ora, ma sono appena rientrato.

Beh, non si tratta di una rivista, ma di opuscoli monografici stampati in proprio in copie limitate. Comunque pubblicherò su questo sito tutti gli argomenti che abbiamo stampato fin'ora così mi dirai cosa ti interessa, eventualmente ristampiamo a richiesta.

Saluti