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Visualizza Versione Completa : Rino Formica per l'unità dei riformisti



psisicilia
25-08-02, 00:18
Cari amici,
dopo qualche occasionale richiamo alla proposta politica che in questi mesi sta elaborando l'ex - ministro Formica, vi propongo una serie di considerazioni dello stesso, sulla cui base verrà ricalcato un manifesto entro Settembre. Il progetto di Formica è volto a creare le condizioni per l'unità tra i riformismi di sinistra e di matrice laica, incarnati dalle culture socialista liberale e repubblicana. Potete trovare altre informazioni anche nei thread sottoindicati:

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=17242&perpage=20&pagenumber=1

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=19189

Allegandovi le anzidette riflessioni, si saluto calorosamente. W Mazzini e Garibaldi!

ANTONIO MATASSO
Movimento "Repubblicani Europei" - Sicilia
Coordinatore Regionale del Comitato
per il Partito Socialista Riformista - PSE
www.psi2000.it
matasso@psi2000.it

Sul "sindacato riformista"

1 - Il fondamentalismo sindacale e la provocazione governativa che hanno esasperato la polemica intorno alla marginale questione dell'art.18, non potevano non trovare che uno sbocco nel compromesso.

2 - Chi ha vinto?
Il sindacato CISL e UIL che ha saputo sfruttare la provocazione governativa e che ha ottenuto consistenti sgravi fiscali e vantaggiosi ammortizzatori sociali in cambio di una pallida modifica della rigidità dell'art.18.

3 - Chi ha perso?
Il sindacato CGIL prigioniero di formulette semplificate e dannosamente elevate al rango di dogma o di "giudizio di Dio".-
Il sindacato massimalista sarà costretto ad iniziare forme di lotta sempre più aspre e destinate alla sconfitta ed a proseguire senza gloria nella corsa al "tanto peggio, tanto meglio".

4 - Il compromesso raggiunto apre una prospettiva riformista?
Oggi è radicalmente mutato il ruolo del sindacato quale strumento ponte tra opposizione politica senza futuro di governo e maggioranze politiche stabilmente di governo.
L'accordo raggiunto è in diretta discendenza con i protocolli governo-sindacati dal patto Scotti del 22 gennaio 1983 ai giorni nostri.
Questi accordi sono interni alle logiche consociative pudicamente tradotte nella formula "concertazione sociale".
La democrazia dell'alternativa esclude la concertazione organica e programmatica, deve solo prevedere accordi limitati e circoscritti su definite materie e singole questioni.

5 - Altra questione è quella relativa al rapporto sindacati-partiti.
Il sindacato non può essere cinghia di trasmissione di un partito né può essere partito.
Può e deve avere una sponda politica se vuole evitare di cadere nel pantano del corporativismo e del localismo.

6 - Qual è il panorama attuale?
La CGIL ha assunto il ruolo innaturale di leader di una coalizione politica.
La CISL si sta trasformando in una organizzazione sociale delle corporazioni, delle opere e degli interessi minori e diffusi con una forte connotazione democratica e cattolica.
La UIL è in altalena tra radicalità come identità e compromesso come vita, perché è priva di sponda politica per effetto della scomparsa dell'area riformista socialista e laica.

7 - Conclusione
L'accordo ha la testa nel vecchio ciclo ed i piedi nel nuovo.
La parte programmatica-manifesto è fuori dai compiti del sindacato in un sistema politico dell'alternativa.
Quindi non è né buono né cattivo: è senza interesse.
La parte relativa alla flessibilità del mercato del lavoro, del fisco e degli ammortizzatori sociali è buona e va difesa e va oltre ogni ragionevole previsione.

8 luglio 2002
RINO FORMICA

* * * *

Appunti per una riflessione

Verso un "Movimento per la Democrazia repubblicana e per il riformismo socialista"


Premessa

1 - In questi dieci anni non è nata una forza unitaria del riformismo politico italiano.
Non è prevedibile che ciò avvenga in un periodo temporale medio.

2 - A sinistra, al centro e, perfino a destra vi sono forze e personalità che si richiamano ad esperienze e tradizioni riformiste. Spesso si tratta di abuso semantico.

3 - Necessità di far rivivere un luogo di elaborazione politica e culturale del riformismo.
Urgenza di mettere fine alla dispersione delle energie riformiste socialiste e laiche.
Costituire un coordinamento delle iniziative politiche e sociali riformiste esistenti.

Indirizzo Generale

4 - a) Una Carta Costituzionale liberale ed anticonsociativa. Programmi di governo alternativi;
b) nuovo rapporto tra democrazia rappresentativa e democrazia diretta;
c) sistema istituzionale ed elettorale sul modello tedesco;
d) nuovo modello di vita democratica nelle istituzioni, nei corpi sociali inrtermedi (partiti, sindacati, associazionismo), e nei poteri non rappresentativi;
e) in politica estera: Europa federata, potenza regionale e mediterranea, in un quadro di alleanza stabile e duratura con gli Usa.

Azione Immediata

5 - I socialisti ed i laici che accettano una linea politica antigovernativa devono coordinarsi con una Uil unitaria e riformista per predisporre un piano di presenze diffusa sul territorio.

Caratteri distintivi del Movimento.

6 - a) Accettazione del principio di riduzione dei poteri dello stato-nazione in alto ed in basso. Tutela e conservazione del bene culturale e storico della Nazione. Legge e ordine repubblicano.Coesione sociale riformista;
b) visibile appartenenza alla tradizione del revisionismo socialista;
c) elaborazione di una nuova laicità compatibile con una società multireligiosa e multietnica;
d) difesa del generale diritto alla salute;
e) accesso alla ricchezza dei saperi;
f) tutela delle pari opportunità degli individui durante il corso della loro vita;
g) redistribuzione del patrimonio delle conoscenze;
h) gestione mondiale dei brevetti e finanziamento della redistribuzione della ricchezza con un prelievo fiscale su tutte le transazioni di beni, servizi e capitali.

15 giugno 2002
RINO FORMICA

* * * *

APPUNTI PER UN MANIFESTO-TESI

1 - Si deve prendere atto che la sofferta esperienza del riformismo socialista non ha trovato lo spazio ed il rispetto dovuto né nei Ds, sopravvissuti all'ondata ostile alla politica e ai partiti del 92-94, né nelle composite e variopinte alleanze elettorali dei due poli.

2 - L'avversione al riformismo socialista è una costante nel sistema politico italiano. Le tentazioni reazionarie e le cadute massimalistiche, costituiscono le due polarità minoritarie che nelle grandi crisi di sistema assumono un ruolo decisivo e trainante. Il periodo di tregua tra una crisi e l'altra è gestito nel segno dell'emergenza, dell'unità e del trasformismo.

3 - Tre eventi qualificano in negativo la grande crisi degli anni novanta:

a) la liquidazione violenta del riformismo socialista organizzato;
b) la fine dell'unità politica dei cattolici;
c) il dissolversi dell'egemonia culturale e politica dei comunisti nella sinistra italiana.

4 - La gestione della crisi è stata rovinosa.
Lo scenario di un quadro esasperato di catastrofismo economico e sociale, di degenerazione morale e di ingovernabilità dei fenomeni criminali, ha prodotto una diffusione di sgomento e di paure.
Alla estrema irritazione non si rispondeva con una più alta qualità della politica e della sua offerta organizzata.
Le grandi suggestioni unitarie (antifascista, anticomunista, solidarietà nazionale) persero il loro carattere originario (sedativi in un sistema politico bloccato) ed assunsero un nuovo stile scadente e corrosivo ( inciuci, ribaltoni, trasmigrazione di anime morte in parlamento, moltiplicazione di micropartiti personali).

5 - Per spezzare la spirale della paura e per affrontare i problemi che la crisi irrisolta ha fatto crescere, occorre saper distinguere tra paure artificiali e strumentali e paure causate da una fuga dalla realtà o da chiusure fondamentaliste e religiose.
Alle paure false si risponde con l'iniziativa politica, alle paure reali con la forza della razionalità politica.

6 - La paura fa male alla sinistra perché impedisce il cambiamento.
La paura fa bene alla destra perché favorisce la conservazione.
La sinistra fondamentalista e religiosa alimenta le paure.
La sinistra riformista e di governo riduce la paura, perché le affronta e cerca di governarle.

7 - La sinistra unita e plurale è una espressione falsa ed ingannevole, è molto simile al bizantinismo moroteo delle "convergenze parallele".
Il mito dell'unità e delle emergenze va infranto.
Unità ed emergenze sono le uscite di sicurezza delle società intolleranti e fanatiche.
Affermare che i riformisti devono essere con i riformisti ed i massimalisti devono unirsi ai fondamentalisti non vuol dire dividere per lottarsi ma vuol dire separare per lottare.
Mantenere distinte e separate le storie e le identità, è ragione morale più che interesse politico.

8 - Perché non ci sia assemblaggio confuso tra "riformismi" diversi e, spesso, inconciliabili occorre capire perché nel sistema politico italiano la scomparsa della Dc non ha rappresentato la fine della domanda di centro.
Un centro largo di matrice cattolico e di moderatismo laico è un dato ancora strutturale della società italiana.
La ricerca dei caratteri distintivi di una sinistra riformista da un centro moderato non esclude convergenze parlamentari e anche di governo, ma esclude ogni e qualsiasi alleanza strategica di medio periodo.
Qui si pone un tema ricorrente nella polemica politica: quale sinistra può collaborare con il centro, posto che la sinistra fondamentalista lo spaventa e la sinistra moderata con esso si identifica?

9 - Per definire il carattere di una sinistra riformista non moderata e non fondamentalista bisogna individuare le fratture riformiste oggi possibili nelle istituzioni, nella cultura, nell'assetto economico e sociale e nei rapporti sovranazionali.

RINO FORMICA

umberto (POL)
27-04-03, 19:02
Voi siciliani di psi2000 venite annoverati tra le componentip politiche dei Ds nel loro sito!

E' vero che siete parte dei Ds? se no di che partito nazionale?

Perchè mi pare che Formica nn abbia troppa simpatia, per qule poco che ne so, per i Ds.....

agaragar
27-04-03, 19:10
ecco! ci mancava Rino Formica!

i nani...le ballerine...e i gobbi

psisicilia
27-04-03, 19:29
Rispondendo alla domanda di umberto, preciso che i Socialisti Riformisti Siciliani sono un'associazione transpartitica, di cui fanno parte numerosi iscritti ai DS-PSE (partito in cui io ho stesso ho militato fino a poco tempo fa). Per questo motivo il sito DS ci annovera tra le proprie componenti per la cospicua presenza di miltanti diessini. Ciò non toglie che tra di noi sono altrettanto numerosi i militanti dell'area Martelli, dei partiti socialisti siciliani e dello SDI. Quanto a Formica, basti dire che nel direttivo nazionale di "Socialismo è Libertà", di cui faccio parte, siede anche Mario Artali, componente della direzione nazionale dei DS.

umberto (POL)
27-04-03, 19:41
Ho appena lette un pò di documenti di socialismo è libertà ( www.domanisocialista.it ) e non mi pare che abbiano buone parole per l'ulivo.


Martelli se non sbaglio ha lasciato il nuovo psi... e ora che fa?

E tanti altri partito socialsiti siciliani mi pare che tradizionalemnte appoggino la casa della libertà...

psisicilia
27-04-03, 22:00
"Socialismo è Libertà", come si evince nello statuto, lavora tra i partiti della Sinistra e nell'ambito del centro - sinistra. Rimarco che si parla di centro - sinistra e non di "Ulivo", in quanto detta esperienza, insieme alla relativa idea del partito unico, è ormai giunta alla canna del gas e nulla di buono può far sperare per il futuro. Il denominatore su cui vuole lavorare "Socialismo è Libertà" per riaccendere la discussione tra i socialisti e i liberaldemocratici è proprio quello dell'alternativa alla cosiddetta "Casa delle Libertà". Non per niente abbiamo voluto riappropriarci di una parola, "Libertà", che ha segnato la storia del socialismo unitario, liberale e riformista. Circa i partiti siciliani da me citati, voglio precisare che mi riferivo al partito dei "Socialisti Iblei" di Natalino Amodeo, stabilmente collocato nel centro - sinistra, e al gruppo di socialisti legati a Turi Lombardo (che sponsorizza l'elezione alla presidenza della Provincia di Palermo dell'On. Luigi Cocilovo, candidato del centro - sinistra). Ultimamente anche i Liberalsocialisti di Salvo Andò sono in marcia di avvicinamento alle nostre posizioni, soprattutto da quando hanno deciso di mettere in discussione l'alleanza con la destra dando vita in alcune province a raggruppamenti "terzopolisti" insieme alla rinata D.C. di Angelo Sandri e Sandro Musco. A proposito di Martelli, ti informo che Claudio ha lasciato il Nuovo PSI demichelisiano da almeno un anno, schierandosi con il centro - sinistra; attualmente fa parte del direttivo nazionale di "Socialismo è Libertà" ed è al contempo impegnato nella costruzione di una lista dell'ELDR per le prossime elezioni europee.

ANTONIO MATASSO
Movimento "Repubblicani Europei" - Sicilia
Presidente Ass. "Socialisti Riformisti"
www.psi2000.it
matasso@psi2000.it

umberto (POL)
27-04-03, 23:05
Il centro - sinistra si può scrivere più semplicemente centrosinistra senza tanti spazi.

L'alternativa al centro-destra è il centrosinistra cioè l'Ulivo. (o come chiamarlo si voglia)

Che partito unico non lo è mai stato e mai lo sarà; semmai una coalizione che abbia però un suo potere ed una sia organizzazione interna.

Non cioè un semplice certello elettorale. Non un partito, ma l'idea prodiana più moderata di un soggetto composto di partiti e non solo. Quello che fu chiamato il movimentoi per l'ulivo, motro presto per l'addio di Prodi alla politica interna italiana.
Un aggancio alla società civile e non un Partito Demcoratico come scritto da Michele Salvati recentemente.


E perchè l'ulivo è giunto alla fine della sua esperienza? Che sia in crisi nessun dubbio ma perchè lo vuoi dare per morto?
In sostanza vorrei capire per te qual'è la differenza tra il centro- sinistra (per te e per me positivo) e l'Ulivo (per te via di falliemnto).


E' interessante che Martelli che per quanto liberale resta un socialista si candidi per l'ELDR non per il PSE...

Livio
17-10-03, 18:40
Adesso Formica vuole fare la lista unica socialista per le europee.