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Visualizza Versione Completa : Papa Luciani



Gaudenzio
30-08-02, 21:56
24 anni dopo l'elezione, il brevissimo pontificato e la morte inaspettata e prematura di Giovanni Paolo I inizia l'iter della causa di beatificazione che potrebbe portare all'onore degli altari il <<Papa del sorriso>>. Un papa che ha regnato appena 33 giorni ma che ha lasciato, con il suo stile semplice e la sua umiltà, un ricordo indelebile nei fedeli di tutto il mondo, come dimostrano le decine di grazie segnalate, le 300 mila firme racolte in favore della beatificazione, e la richiesta in questo senso sottoscritta da ben 226 vescovi del Brasile e inviata a Giovanni Paolo II nell'aprile 1990.
L'annuncio dell'istituzione di una commissione incaricata di raccogliere atti e testimonianze è stato dato nel pomeriggio di 26 Agosto dal vescovo di Belluno Vincenzo Savio, alla fine della Messa celebrata a Canale d'Agordo per ricordare l'elezione di Albino Luciani, avvenuta sabato 26 agosto 1978, dopo un conclave-lampo durato meno di un giorno. La notizia è stata accolta con grande commozione dai compaesani di papa Luciani. Nel comunicato, letto al termine della cerimonia dal vicario generale Giuseppe Andrich, si spiega che il vescovo, di fronte alle tante richieste dei fedeli, ha preso contatto con il Vicariato di Roma, la Congregazione per le cause dei Santi e la Segreteria di Stato vaticana e ha quindi consultato i "colleghi" della Conferenza episcopale triveneta e i sacerdoti bellunesi. Non si tratta della formale apertura del processo, ma di porre i preliminari per l'avvio.

franco damiani (POL)
04-09-02, 16:39
Mancava solo Luciani per completare la triade dei beati conciliari (chissà a che punto è la causa-Montini?). Pio XII, naturalmente, può aspettare. Si tratta, è evidente, di un tentativo di canonizzare il Vaticano II. Personalmente ricordo ancora i commenti tra i cattolici veneziani quando Luciani fu, tra la sorpresa generale, eletto "Papa": il più benevolo era che lo Spirito Santo doveva essersi distratto. Sicuramente come "papa" non fece in tempo a dimostrare, anche ammesso che le avesse, "virtù eroiche". E forse qualche utile elemento lo potrebbero fornire i cattolici tradizionalisti veneziani che da lui nel '78, poco prima che diventasse "papa", si videro negare la Messa di sempre, col falso pretesto che essa fosse vietata (cfr. Carlo Belli: "Altare deserto", Volpe, 1979) e che trovarono a tal fine sbarrate le porte della chiesa di S. Simon Piccolo. Speriamo abbia un peso anche la sua ventilata apertura alla contraccezione. A suo favore, certo, come per Roncalli e Montini, il favore o la non-opposizione del B'nai B'rith.

franco damiani (POL)
04-09-02, 16:39
Mancava solo Luciani per completare la triade dei beati conciliari (chissà a che punto è la causa-Montini?). Pio XII, naturalmente, può aspettare. Si tratta, è evidente, di un tentativo di canonizzare il Vaticano II. Personalmente ricordo ancora i commenti tra i cattolici veneziani quando Luciani fu, tra la sorpresa generale, eletto "Papa": il più benevolo era che lo Spirito Santo doveva essersi distratto. Sicuramente come "papa" non fece in tempo a dimostrare, anche ammesso che le avesse, "virtù eroiche". E forse qualche utile elemento lo potrebbero fornire i cattolici tradizionalisti veneziani che da lui nel '78, poco prima che diventasse "papa", si videro negare la Messa di sempre, col falso pretesto che essa fosse vietata (cfr. Carlo Belli: "Altare deserto", Volpe, 1979) e che trovarono a tal fine sbarrate le porte della chiesa di S. Simon Piccolo. Speriamo abbia un peso anche la sua ventilata apertura alla contraccezione. A suo favore, certo, come per Roncalli e Montini, il favore o la non-opposizione del B'nai B'rith.

Guelfo Nero
06-09-02, 00:13
CONCORDO ANCH'IO CON IL PROFESSOR DAMIANI.
MONSIGNOR LUCIANI ERA CERTAMENTE UN MODERNISTA NON TANTO PER FORMAZIONE SCOLASTICA QUANTO PER "CONVERSIONE ESISTENZIALE" AI TEMPI DEL VATICANO II.
L'OSCURITà DELLA SUA MORTE HA CERTAMENTE ALIMENTATO MITI E LEGGENDE, COMUNQUE DA VERIFICARE NELLA LORO INTEREZZA.
LO SO CHE ALCUNI AMICI DI QUESTO FORUM AMANO CREDERE AD UN LUCIANI TOTALMENTE DIVERSO DA PAOLO VI, VITTIMA DI UNA CONGIURA DI "CARDINALI" E MONSIGNORI MASSONI (IL CHE NON è ESCLUSO APRIORISTICAMENTE DA ME).
LA SUA CATECHESI, IL SUO "EPISCOPATO" DOPO IL CONCILIO, IL SUO "PATRIARCATO", IL SUO "MAGISTERO", LA SUA "CERIMONIA" D'INSEDIAMENTO CI PARLANO DI UN TEOLOGO FORTEMENTE INTRISO DI "PASTORALISMO VATICANOSECONDISTA".

GUELFO NERO;)

Guelfo Nero
06-09-02, 00:13
CONCORDO ANCH'IO CON IL PROFESSOR DAMIANI.
MONSIGNOR LUCIANI ERA CERTAMENTE UN MODERNISTA NON TANTO PER FORMAZIONE SCOLASTICA QUANTO PER "CONVERSIONE ESISTENZIALE" AI TEMPI DEL VATICANO II.
L'OSCURITà DELLA SUA MORTE HA CERTAMENTE ALIMENTATO MITI E LEGGENDE, COMUNQUE DA VERIFICARE NELLA LORO INTEREZZA.
LO SO CHE ALCUNI AMICI DI QUESTO FORUM AMANO CREDERE AD UN LUCIANI TOTALMENTE DIVERSO DA PAOLO VI, VITTIMA DI UNA CONGIURA DI "CARDINALI" E MONSIGNORI MASSONI (IL CHE NON è ESCLUSO APRIORISTICAMENTE DA ME).
LA SUA CATECHESI, IL SUO "EPISCOPATO" DOPO IL CONCILIO, IL SUO "PATRIARCATO", IL SUO "MAGISTERO", LA SUA "CERIMONIA" D'INSEDIAMENTO CI PARLANO DI UN TEOLOGO FORTEMENTE INTRISO DI "PASTORALISMO VATICANOSECONDISTA".

GUELFO NERO;)

franco damiani (POL)
06-09-02, 16:33
Già la scelta del nome da "Papa" dimostra quali fossero i riferimenti ideali di Luciani, che nel discorso d'investitura disse di non avere nè la sapienza del cuore di Giovanni XXIII né la levatura intellettuale di Paolo VI ma di dovere loro ciò che era.
Vorrei fornire poi un altro piccolo contributo alla sua causa di beatificazione: nel volumetto"Illustrissimi" (Ed. del Messaggero, Padova, 1978 - III) - una serie di lettere che l'allora "Patriarca" di Venezia aveva indirizzato fra il 1971 e il 1975 a una serie di personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi - egli si rivolge anche a Mons. Dupanloup, il famoso vescovo catto-liberale di Orléans, scrivendogli tra l'altro: "Uscì il Sillabo di Pio IX, suscitando reazioni penose e vaste; e Voi ne faceste un commento così moderato e giudizioso da placare in parte le tempesta, riscuotendo il plauso di ben seicento vescovi e l'approvazione dello stesso Pio IX".
E' una versione che circola da tempo a Venezia e con cui chiudono la bocca ai "tradizionalisti" ogni volta che si viene a parlare del Sillabo: "guarda che Dupanloup ne diede un'interpretazione liberale che fu approvata da Pio IX". Leggiamo invece che cosa ne scrive Rino Cammilleri in "Elogio del Sillabo" (Leonardo, 1994, pp. 47-48): (questo opuscolo) "era un capolavoro di slalom tra le righe del documento papale...il papa, secondo D., aveva voluto condannare solo gli eccessi, le deviazioni delle dottrine rivoluzionarie, nelle quali nessuno poteva negare che qualcosa di buono vi fosse... il papa inviò un breve di ringraziamento. Ma non sfuggì a nessuno che il libretto era "un piccolo capolavoro di eloquente gioco di bussolotti", come lo stesso Montalembert ebbe a osservare". Louis Veuillot rispose al pamphlet con il suo "L'illusion libérale" ( tra l'altro uscito a puntate su "sì sì no no" una decina d'anni fa) e Pio IX fece sapere all'autore, in privato, che quelle erano "assolutamente" le sue idee. Montalembert, uno di quei catto-liberali contro cui era stata scritta la "Quanta cura", diede a Veuillot del "più temibile nemico della religione che il secolo diciannovesimo abbia prodotto".
Alla luce di quanto sopra, mi pare difficile sostenere che Luciani sarebbe stato un "Papa" restauratore, anzi un vero "Papa" (ricordo che fu nominato vescovo da Roncalli e cardinale da Montini).
Infine mi piacerebbe sapere che pensino della ventilata beatificazione quei "sacerdoti", giovani rampanti assistenti della FUCI veneziana (e oggi assurti a posti di potere), quando (1974) Luciani sciolse d'autorità quel gruppo in seguito a un opuscolo a favore del "no"all'abrogazione del divorzio. Non mi consta che, pur in piena epoca di "mea culpa" nessuno di loro abbia mai fatto ammenda di quella presa di posizione.

franco damiani (POL)
06-09-02, 16:33
Già la scelta del nome da "Papa" dimostra quali fossero i riferimenti ideali di Luciani, che nel discorso d'investitura disse di non avere nè la sapienza del cuore di Giovanni XXIII né la levatura intellettuale di Paolo VI ma di dovere loro ciò che era.
Vorrei fornire poi un altro piccolo contributo alla sua causa di beatificazione: nel volumetto"Illustrissimi" (Ed. del Messaggero, Padova, 1978 - III) - una serie di lettere che l'allora "Patriarca" di Venezia aveva indirizzato fra il 1971 e il 1975 a una serie di personaggi storici e mitici di tutti i tempi e luoghi - egli si rivolge anche a Mons. Dupanloup, il famoso vescovo catto-liberale di Orléans, scrivendogli tra l'altro: "Uscì il Sillabo di Pio IX, suscitando reazioni penose e vaste; e Voi ne faceste un commento così moderato e giudizioso da placare in parte le tempesta, riscuotendo il plauso di ben seicento vescovi e l'approvazione dello stesso Pio IX".
E' una versione che circola da tempo a Venezia e con cui chiudono la bocca ai "tradizionalisti" ogni volta che si viene a parlare del Sillabo: "guarda che Dupanloup ne diede un'interpretazione liberale che fu approvata da Pio IX". Leggiamo invece che cosa ne scrive Rino Cammilleri in "Elogio del Sillabo" (Leonardo, 1994, pp. 47-48): (questo opuscolo) "era un capolavoro di slalom tra le righe del documento papale...il papa, secondo D., aveva voluto condannare solo gli eccessi, le deviazioni delle dottrine rivoluzionarie, nelle quali nessuno poteva negare che qualcosa di buono vi fosse... il papa inviò un breve di ringraziamento. Ma non sfuggì a nessuno che il libretto era "un piccolo capolavoro di eloquente gioco di bussolotti", come lo stesso Montalembert ebbe a osservare". Louis Veuillot rispose al pamphlet con il suo "L'illusion libérale" ( tra l'altro uscito a puntate su "sì sì no no" una decina d'anni fa) e Pio IX fece sapere all'autore, in privato, che quelle erano "assolutamente" le sue idee. Montalembert, uno di quei catto-liberali contro cui era stata scritta la "Quanta cura", diede a Veuillot del "più temibile nemico della religione che il secolo diciannovesimo abbia prodotto".
Alla luce di quanto sopra, mi pare difficile sostenere che Luciani sarebbe stato un "Papa" restauratore, anzi un vero "Papa" (ricordo che fu nominato vescovo da Roncalli e cardinale da Montini).
Infine mi piacerebbe sapere che pensino della ventilata beatificazione quei "sacerdoti", giovani rampanti assistenti della FUCI veneziana (e oggi assurti a posti di potere), quando (1974) Luciani sciolse d'autorità quel gruppo in seguito a un opuscolo a favore del "no"all'abrogazione del divorzio. Non mi consta che, pur in piena epoca di "mea culpa" nessuno di loro abbia mai fatto ammenda di quella presa di posizione.