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Visualizza Versione Completa : Intervista a Charles Pasqua (presidente UEN): "vicina la rivincita delle nazioni"



Studentelibero
03-09-02, 12:10
Intervista al presidente del Gruppo Uen al Parlamento europeo


Charles Pasqua è euforico : la maggioranza presidenziale del suo " amie " Jacques Chirac ha stravinto le elezioni legislative in Francia e la gauche francese esce sconfitta e disorientata da un confronto elettorale che, nel panorama europeo, ha fatto aumentare a nove i Paesi dell'Unione europea governati da schieramenti di centro destra.Inizia quindi proprio dai risultati elettorali la nostra intervista all'ex ministro degli interni francese, ora Presidente dell'Rpf (Rassemblement pour la France) e Presidente dell'Uen (Unione per l'Europa delle Nazioni), il gruppo che al Parlamento europeo comprende, oltre i gollisti dell'Rpf, Alleanza nazionale per l'Italia, gli irlandesi del Fianna Feil, i portoghesi del Centro Democratico Sociale, e i danesi del Partito del popolo, tutti partiti al governo, da soli o in coalizione, nei loro rispettivi Paesi.
" Dai risultati si riscontra da una parte la netta sconfitta degli alleati del Partito socialista (infatti il Partito comunista ha perso la metà dei suoi voti passando dal 10 al 5% , ed anche i Verdi ne escono fortemente ridimensionati), e dall'altra l'incapacità dell'estrema sinistra e dell'estrema destra di inserirsi nel confronto politico-elettorale francese ".
Che strategie ha attuato il suo movimento, l'Rpf, in tale tornata elettorale ?
" Ci siamo posti come obiettivo di presentare dei nostri candidati solo in alcune circoscrizioni, mentre in taluni collegi siamo stati presenti sotto le insegne della Maggioranza presidenziale. Nella nuova Assemblea nazionale sono sei i deputati riconducibili al nostro movimento ".
Quali sono i punti di divergenza del suo movimento rispetto al programma della maggioranza presidenziale ?
" Non ho alcuna difficoltà ad affermare che i miei rapporti con Chirac non sono particolarmente conflittuali ; daltronde non è un segreto che nutriamo, l'uno per l'altro, una grande ed antica amicizia, e molte cose ci legano.
E' invece sul piano della politica europea che abbiamo avuto delle forti divergenze, che mi hanno spinto a prendere una strada diversa, soprattutto in occasione della ratifica del Trattato di Amsterdam, poichè questo prevedeva di trasferire alla Commissione di Bruxelles talune competenze per me essenziali, quali il controllo delle frontiere e delle politiche dell'immigrazione, e talune responsabilità in materia di sicurezza e di giustizia.
Sono d'accordo a che ci sia una delega di talune competenze, ma assolutamente contrario ad un trasferimento di sovranità, poichè l'abbandono di questa è un atto definitivo e irreversibile, e da questa dipende l'indipendenza di uno Stato.
Ma il vero punto di disaccondo con Chirac è stata la mia richiesta - considerato che tale Trattato incideva sulla sovranità del popolo francese - di sottoporlo a referendum popolare confermativo, mentre la maggioranza dei dirigenti dell'Rpr ha accettato che venisse ratificato dal solo Parlamento, senza un reale confronto e un dibattito approfondito nella società francese.
Nel momento stesso in cui chiedevo il referendum mettevo in guardia che, in caso contrario, mi sarei presentato in forma autonoma alle successive elezioni europee, cosa che è poi avventuta ".
Pensa che tali divergenze sulla politica europea si acuiranno, considerate le nuove tappe e gli ambiziosi obiettivi che si stando l'Europa, soprattutto in vista dell'allargamento ai Paesi dell'Europa dell'Est ?
" Spero di no, soprattutto se l'adesione all'Unione europea di Paesi che escono da una lunga dipendenza politica ed economica all'ex Urss, porterà, come ci auguriamo, ad una costruzione europea basata sulle Nazioni, sulle loro realtà ed identità culturali, sulle loro tradizioni e sui loro valori ".
E proprio la " riscoperta " dei valori di identità nazionale sembrano alla base delle vittorie elettorali dei movimenti e dei partiti di centrodestra in diversi Paesi europei. Quale è il suo giudizio su questa generale e quasi improvvisa inversione di tendenza ?
" Credo che buona parte dei governanti di sinistra non abbiano tenuto in debito conto il fatto che i loro popoli non vogliano rinunciare alle loro identità, ed il grande torto della Commissione europea è stato quello di proporre delle politiche comunitarie che non tenevano conto di tali differenze, pretendendo al contrario di annullarle in un grande calderone uniforme, trattando i francesi alla stregua degli svedesi o gli italiani come i tedeschi.
Si aggiunga che le nostre opinioni pubbliche sono state informate in modo errato o incompleto su tali politiche europee, cosi da far considerare la sovrastruttura comunitaria come un organismo burocratico utile solo a complicare la vita di tutti i giorni. E poichè le sinistre avevano responsabilità governative è normale che le insufficienze dell'Europa, unite alla loro incapacità ideologica a gestire il fenomeno della criminalità e dell'immigrazione illegale, abbiano portato alla loro sconfitta politica ed elettorale ".
L'unione e la solidarietà europea sono tuttavia un punto di riferimento irrinunciabile per le nazioni del Vecchio continente, le quali da sole non hanno nè la forza nè la capacità di confrontarsi alla pari con superpotenze quali gli Usa, la Russia e la stessa Cina ; e proprio la crisi dei dazi commerciali con gli Usa e la possibilità che questa possa sfociare in una vera e propria guerra commerciale, e la tragedia israelo-palestinese stanno a dimostrare che solo uniti gli europei potranno difendere efficacemente i loro interessi ed incidere significativamente nei rapporti politici e sulle aree di crisi internazionali.
" Sono convinto che nessuno europeo possa accettare che i rapporti internazionali siano condizionati dagli interessi e dalla visione strategica di una sola potenza mondiale - una nazione, sia ben chiaro, per la quale nutriamo sentimenti di amicizia, ma che ha la tendenza a considerare che i propri interessi e la propria
concezione geopolitica siano gli stessi che per le altre Nazioni.
L'Unione europea, condiderate la sua entità demografica, la sua capacità industriale, tecnologica ed economica, possiede già le potenzialità per divenire una potenza mondiale equiparabile agli Stati Uniti, ma per realizzare tale progetto è necessario che lo si spieghi e lo si faccia accettare ai nostri popoli, i quali dovranno convincersi della sua giustezza ed accettarne tutte le implicazioni sia quelle positive sia quelle che comportano maggiori impegni e rischi politici e militari.
E' altresi importante non cedere alla tentazione - incoraggiata dagli Usa - di trasformare l'Unione europea in una specie di fotocopia della Nato, e le pressioni internazionali in favore dell'adesione della Tuchia vanno invece proprio in tale senso. Ma la Turchia è un Paese musulmano, in gran parte estraneo alla cultura europea, e che porrà dei seri problemi alla stessa coesione dell'Europa. Problemi che, a mio avviso, non vi sarebbero nel caso di un futura adesione della Russia ".
Monsieur le President, sono ormai tre anni che presiede il gruppo Uen al Parlamento europeo e che collabora con i deputati italiani di Alleanza nazionale. Puo' tracciare un bilancio di tale esperienza e prospettarne gli obiettivi futuri ?
" Su Monsieur Fini in Francia, in passato, sono state dette molte inesattezze e falsità, come ho potuto constatare personalmente e dopo tre anni di lavoro comune nelle sedi europee ed al Parlamento europeo. Ed oggi sono ancora più convinto di questa alleanza e dei rapporti di rispetto ed amicizia che si sono instaurati con i deputati di Alleanza nazionale, magnificamente guidati da Cristiana Muscardini ; e soprattutto sono orgoglioso di avere assieme ad essi concorso alla creazione della Alleanza per l'Europa delle Nazioni, un raggruppamento che intende dare una casa comune ai quei partiti e movimenti dell'Europa occidentale ed orientale che combattono per la salvaguardia delle rispettive identità nazionali e dei valori della tradizione europea ".


Antonio Arena