AIACE TELAMONIO
06-09-02, 15:12
(Del 6/9/2002 Sezione: Torino cronaca Pag. 47)
NOVITÀ E CONFERME NELLE SCELTE MUSICALI
Disco dance addio, è l´ora dell´house
Nell´agosto in città, tra pioggia e vento, è passata anche molta musica. Per tutti i gusti. Nell´ambito degli show dal vivo, il mese dell´esodo si è aperto con l´omaggio allo scomparso musicista Piero Maccarino, ai Murazzi, che ha raccolto la crema della musica cittadina, un mucchio di gente e un discreto gruzzolo in beneficenza. Da culto la presenza dei Woptime, gruppo di area skinhead che ha eseguito lo storico inno del gruppo di Piero, i Rough, «Torino è la mia città». Città che ha visto prolungarsi con successo le iniziative dello Spazio 211 di via Cigna, autentica novità alternativa dell´estate sonora urbana: tra i concerti più affollati, quello dei Lou Dalfin. Le radio, dal canto loro, vedono d´estate la musica trionfare su dibattiti e notizie: Veronica One annovera in cima alle preferenze «Asereje» di Las Ketchup, «L´aiuola» di Grignani e «By The Way» dei Red Hot Chili Peppers, mentre a Radio Flash hanno perso la testa per «Welcome To Hell» degli spagnoli Ska-P, «Canapa» dei Punkreas e «Fire» di Mousse-T con Emma Lanford; i Tribà hanno spopolato a Radio Torino Popolare con «Io sono il Re», seguiti sulle stesse frequenze dal «The Berry Williams Show» di Peter Gabriel e dalle rinate «Impressioni di settembre» versione Battiato. Per i fan di MTV, agosto è trascorso all´insegna di Tiziano Ferro, Avril Lavigne, Paola e Chiara, Francesco Renga e del Ligabue di «Eri bellissima». Sul pianeta disco si è accentuata la tendenza già in atto nella stagione invernale, come spiega Dario Martinetti, reduce dall´estate all'Hennessy e pronto ad immergersi nelle sale di Vertigo e La Gare: «Il commerciale classico continua a perdere colpi a favore della house, un tempo musica d´élite e adesso maggioritaria, per cui la battuta conta più dei ritornelli: in altre parole, spesso nessuno sa il titolo di ciò che sta ballando, anche se hanno tenuto i pezzi festaioli, come "Asereje", "Dove (I´ll Be Loving You)" di Moony e il remix di "A Little Less Conversation" di Elvis Presley, che si ballano ma non sono letteralmente dance». Su altre piste, quelle del R&B tanto amato dai giovani di origine africana, hanno spopolato le stelle Jah Rule, Brandy, Ashanti, Destiny´s Child e Nelly. Sul fronte clubbing, la notte di Ferragosto al Beach ci si poteva imbattere in Johnson Righeira, il cui mixer si è surriscaldato per le solite Las Ketchup, per i Batidos di Ron Trent & Jay Rodriguez e per la gloriosa «Prisencolinensinainciusol» di Celentano. Lo stesso locale e l´8 Gallery hanno confermato inoltre lo stato di grazie del tango. Appunti di viaggio, infine: ai Blue Beaters ed a Madaski, gruppi guidati in tournée dal factotum torinese Claudio Accomasso, è rimbombato in testa per tutta l´estate l´ultimo album degli Oasis. In furgone, chi guida sceglie inevitabilmente la musica, è la legge del rock. Altra legge indiscutibile: ovunque in Italia siano passati i Subsonica si è registrato (clima permettendo) il tutto esaurito.
Forse quest'estate umida e tempestosa sarà ricordata, dai chi se l'è goduta in città, come l'agosto del Crodoska, più in onore del clima siberiano che del gusto. Ma se crodino e vodka sono stati uno dei deliri alcolici del pubblico della notte, non sono di certo l'unico aspetto che ha frastornato e minato alla sanità mentale di quelli che sono rimasti a Torino. Concerti annullati, punti verdi con un tasso di umidità amazzonica, Murazzi vera ultima spiaggia con onde incluse nel prezzo. Che fare? Si sono chiesti i gozzovigliatori di professione ed è finita che hanno comprato parecchi libri, hanno ascoltato buona musica e si sono dati all'aperitivo serale anticipandolo rispetto al consueto, per evitare gli acquazzoni che inevitabilmente verso le otto di sera spazzavano i dehors del centro. Hanno fatto, insomma, vita più sana. Susanna Maruffi, responsabile del reparto libri della Fnac, non ha dubbi. Nel bilancio delle vendite risulta chiaro che in agosto sono stati numerosi i torinesi che hanno deciso di passare i pomeriggi nello spazio di via Roma, protetti dai portici e dalla possibilità di poter sfogliare tranquillamente i libri senza doverli comprare. «Pomeriggi davvero pieni di persone curiose - ricorda Susanna - e di qualche straniero». Ma quali sono i libri che sono andati per la maggiore? «Sicuramente Una voce nella notte di Amistead Maupin - storia di Gabriel conduttore di un programma radiofonico di spicco. Un thriller sentimentale al quale si è affiancato, "merito del premio Strega", il libro della Mazzantini Non ti muovere. Si è venduto benissimo Ermanno Rea con La dismissione. La storia di Vincenzo Buonocore e della sua nevrosi ha conquistato parecchi torinesi. Poi, tra i tascabili in assoluto la vendita maggiore è stata per Richard Mason con Anime alla deriva». «E' vero - prosegue - che il maltempo ha fatto il nostro gioco, ma in generale, è il primo anno che vedo tanti torinesi in città». Eccolo allora il torinese: è uscito di casa, ha fatto un salto in libreria, ha comprato «Anime alla deriva», fuori piove pure e che fa? I portici vengono in aiuto «L'aperitivo da noi ha visto ad agosto la gente di sempre. Unico rammarico, viste le piogge, non aver tenuto aperto anche il ristorante: pensavamo che senza dehors, non avrebbe tirato!». A parlare Ivan Milani, uno dei soci del Caffè Elena di Piazza Vittorio. Niente Crodoska? «Sarà perché, come dicono, da noi ci sono i fighetti o perché con i nuovi locali intorno ci siamo assestati sui trentenni, ma niente Crodoska, niente Calimocio, vino rosso e coca cola, uno di quegli intrugli fatti per stroncare i ragazzini, niente crodino con il porto. Qui Traminer e Chardonnay sono andati per la maggiore come i Mojito e gli Avana Cola. In più quest'anno, per la prima volta, abbiamo servito anche molte cioccolate calde e Irish Coffee. Federico Gandin responsabile del settore musicale per la Fnac torinese, concorda con l'elevata presenza in città e nella hit delle vendite annovera Bruce Springsteen con «The Rising», i Red Hot Chili Peppers e «Asereje» firmato Las Ketchups. «Come away with me» di Nora Jones si è anche piazzato tra i preferiti. Stranieri in città ce n'erano? Moltissimi clienti erano turisti che riconoscevano il marchio internazionale: tedeschi e francesi soprattutto. I torinesi? Se parliamo di rock alternativo, direi bene i Subsonica con la riedizione dei loro successi e benissimo il cd di Federico Sirianni «Onde Clandestine». Ed è con Sirianni che facciamo il bilancio dell'estate vista dalla parte del musicista: «Sono rimasto in città proprio per godermela in un'altra dimensione anche se non pensavo sott'acqua, e neppure con le onde clandestine sotto casa. Ma, anche se molte serate - come la mia - sono saltate, c'era poco da scegliere: alla sera si va ai Murazzi dove c'è la Torino d'agosto, un popolo numeroso e variegato. C'erano tutti: dai signori anziani che cercano di sedurre le cameriere - io li chiamo i cocoon - ai ragazzini finto alternativi scesi dalla collina con il loro piercing in bella mostra. E di giorno? «Mi ha colpito l'atmosfera che si respirava fuori dal centro: prendendo il 18 avrei potuto essere ovunque, unico italiano circondato da altri popoli. Bellissimo, come se il mondo fosse venuto da noi». Altri musicisti in città? «Molti, da Mario Congiu a Carlo Pestelli e Matteo Negrin, ma li ho incontrati più sui campi di calcetto che in scena» Cinzia Trenchi, ufficio stampa dell'Associazione Sviluppo Murazzi, conferma il successo estivo. «Abbiamo avuto sempre gente, persone diverse dal solito, gente comune che puoi trovare in qualunque posto delle città, venuta ai Murazzi di pomeriggio o di sera semplicemente per farsi una passeggiata con i bambini. Nessun problema di sicurezza e clima rilassato con le persone che cercavano di conoscere questa parte della città di cui hanno sentito parlare, ma che rimaneva un po' "zona out", e di riappropriarsene, anche se spesso l'acqua è salita e l'emergenza acquazzoni ha giocato un brutto scherzo». E i locali? «Sempre pieni. Il Jammin in primo luogo perché tra aperitivi e cocktail attirava moltissima gente, poi l'Alcatraz con le fotografie esposte dell'iniziativa Opere al muro e con i suoi concerti di musica dal vivo, e poi il Pier che ha fatto il resto». Insomma, non fosse per quei turisti che, intervistati in Rai sull'apertura serale dei musei a Torino, hanno allegramente risposto: «Una idea diversa dal solito gelato», gettandoci nello sconforto, potremmo davvero credere che Torino e Movida siano un binomio da esportazione.
MARINA LEONARDINI
NOVITÀ E CONFERME NELLE SCELTE MUSICALI
Disco dance addio, è l´ora dell´house
Nell´agosto in città, tra pioggia e vento, è passata anche molta musica. Per tutti i gusti. Nell´ambito degli show dal vivo, il mese dell´esodo si è aperto con l´omaggio allo scomparso musicista Piero Maccarino, ai Murazzi, che ha raccolto la crema della musica cittadina, un mucchio di gente e un discreto gruzzolo in beneficenza. Da culto la presenza dei Woptime, gruppo di area skinhead che ha eseguito lo storico inno del gruppo di Piero, i Rough, «Torino è la mia città». Città che ha visto prolungarsi con successo le iniziative dello Spazio 211 di via Cigna, autentica novità alternativa dell´estate sonora urbana: tra i concerti più affollati, quello dei Lou Dalfin. Le radio, dal canto loro, vedono d´estate la musica trionfare su dibattiti e notizie: Veronica One annovera in cima alle preferenze «Asereje» di Las Ketchup, «L´aiuola» di Grignani e «By The Way» dei Red Hot Chili Peppers, mentre a Radio Flash hanno perso la testa per «Welcome To Hell» degli spagnoli Ska-P, «Canapa» dei Punkreas e «Fire» di Mousse-T con Emma Lanford; i Tribà hanno spopolato a Radio Torino Popolare con «Io sono il Re», seguiti sulle stesse frequenze dal «The Berry Williams Show» di Peter Gabriel e dalle rinate «Impressioni di settembre» versione Battiato. Per i fan di MTV, agosto è trascorso all´insegna di Tiziano Ferro, Avril Lavigne, Paola e Chiara, Francesco Renga e del Ligabue di «Eri bellissima». Sul pianeta disco si è accentuata la tendenza già in atto nella stagione invernale, come spiega Dario Martinetti, reduce dall´estate all'Hennessy e pronto ad immergersi nelle sale di Vertigo e La Gare: «Il commerciale classico continua a perdere colpi a favore della house, un tempo musica d´élite e adesso maggioritaria, per cui la battuta conta più dei ritornelli: in altre parole, spesso nessuno sa il titolo di ciò che sta ballando, anche se hanno tenuto i pezzi festaioli, come "Asereje", "Dove (I´ll Be Loving You)" di Moony e il remix di "A Little Less Conversation" di Elvis Presley, che si ballano ma non sono letteralmente dance». Su altre piste, quelle del R&B tanto amato dai giovani di origine africana, hanno spopolato le stelle Jah Rule, Brandy, Ashanti, Destiny´s Child e Nelly. Sul fronte clubbing, la notte di Ferragosto al Beach ci si poteva imbattere in Johnson Righeira, il cui mixer si è surriscaldato per le solite Las Ketchup, per i Batidos di Ron Trent & Jay Rodriguez e per la gloriosa «Prisencolinensinainciusol» di Celentano. Lo stesso locale e l´8 Gallery hanno confermato inoltre lo stato di grazie del tango. Appunti di viaggio, infine: ai Blue Beaters ed a Madaski, gruppi guidati in tournée dal factotum torinese Claudio Accomasso, è rimbombato in testa per tutta l´estate l´ultimo album degli Oasis. In furgone, chi guida sceglie inevitabilmente la musica, è la legge del rock. Altra legge indiscutibile: ovunque in Italia siano passati i Subsonica si è registrato (clima permettendo) il tutto esaurito.
Forse quest'estate umida e tempestosa sarà ricordata, dai chi se l'è goduta in città, come l'agosto del Crodoska, più in onore del clima siberiano che del gusto. Ma se crodino e vodka sono stati uno dei deliri alcolici del pubblico della notte, non sono di certo l'unico aspetto che ha frastornato e minato alla sanità mentale di quelli che sono rimasti a Torino. Concerti annullati, punti verdi con un tasso di umidità amazzonica, Murazzi vera ultima spiaggia con onde incluse nel prezzo. Che fare? Si sono chiesti i gozzovigliatori di professione ed è finita che hanno comprato parecchi libri, hanno ascoltato buona musica e si sono dati all'aperitivo serale anticipandolo rispetto al consueto, per evitare gli acquazzoni che inevitabilmente verso le otto di sera spazzavano i dehors del centro. Hanno fatto, insomma, vita più sana. Susanna Maruffi, responsabile del reparto libri della Fnac, non ha dubbi. Nel bilancio delle vendite risulta chiaro che in agosto sono stati numerosi i torinesi che hanno deciso di passare i pomeriggi nello spazio di via Roma, protetti dai portici e dalla possibilità di poter sfogliare tranquillamente i libri senza doverli comprare. «Pomeriggi davvero pieni di persone curiose - ricorda Susanna - e di qualche straniero». Ma quali sono i libri che sono andati per la maggiore? «Sicuramente Una voce nella notte di Amistead Maupin - storia di Gabriel conduttore di un programma radiofonico di spicco. Un thriller sentimentale al quale si è affiancato, "merito del premio Strega", il libro della Mazzantini Non ti muovere. Si è venduto benissimo Ermanno Rea con La dismissione. La storia di Vincenzo Buonocore e della sua nevrosi ha conquistato parecchi torinesi. Poi, tra i tascabili in assoluto la vendita maggiore è stata per Richard Mason con Anime alla deriva». «E' vero - prosegue - che il maltempo ha fatto il nostro gioco, ma in generale, è il primo anno che vedo tanti torinesi in città». Eccolo allora il torinese: è uscito di casa, ha fatto un salto in libreria, ha comprato «Anime alla deriva», fuori piove pure e che fa? I portici vengono in aiuto «L'aperitivo da noi ha visto ad agosto la gente di sempre. Unico rammarico, viste le piogge, non aver tenuto aperto anche il ristorante: pensavamo che senza dehors, non avrebbe tirato!». A parlare Ivan Milani, uno dei soci del Caffè Elena di Piazza Vittorio. Niente Crodoska? «Sarà perché, come dicono, da noi ci sono i fighetti o perché con i nuovi locali intorno ci siamo assestati sui trentenni, ma niente Crodoska, niente Calimocio, vino rosso e coca cola, uno di quegli intrugli fatti per stroncare i ragazzini, niente crodino con il porto. Qui Traminer e Chardonnay sono andati per la maggiore come i Mojito e gli Avana Cola. In più quest'anno, per la prima volta, abbiamo servito anche molte cioccolate calde e Irish Coffee. Federico Gandin responsabile del settore musicale per la Fnac torinese, concorda con l'elevata presenza in città e nella hit delle vendite annovera Bruce Springsteen con «The Rising», i Red Hot Chili Peppers e «Asereje» firmato Las Ketchups. «Come away with me» di Nora Jones si è anche piazzato tra i preferiti. Stranieri in città ce n'erano? Moltissimi clienti erano turisti che riconoscevano il marchio internazionale: tedeschi e francesi soprattutto. I torinesi? Se parliamo di rock alternativo, direi bene i Subsonica con la riedizione dei loro successi e benissimo il cd di Federico Sirianni «Onde Clandestine». Ed è con Sirianni che facciamo il bilancio dell'estate vista dalla parte del musicista: «Sono rimasto in città proprio per godermela in un'altra dimensione anche se non pensavo sott'acqua, e neppure con le onde clandestine sotto casa. Ma, anche se molte serate - come la mia - sono saltate, c'era poco da scegliere: alla sera si va ai Murazzi dove c'è la Torino d'agosto, un popolo numeroso e variegato. C'erano tutti: dai signori anziani che cercano di sedurre le cameriere - io li chiamo i cocoon - ai ragazzini finto alternativi scesi dalla collina con il loro piercing in bella mostra. E di giorno? «Mi ha colpito l'atmosfera che si respirava fuori dal centro: prendendo il 18 avrei potuto essere ovunque, unico italiano circondato da altri popoli. Bellissimo, come se il mondo fosse venuto da noi». Altri musicisti in città? «Molti, da Mario Congiu a Carlo Pestelli e Matteo Negrin, ma li ho incontrati più sui campi di calcetto che in scena» Cinzia Trenchi, ufficio stampa dell'Associazione Sviluppo Murazzi, conferma il successo estivo. «Abbiamo avuto sempre gente, persone diverse dal solito, gente comune che puoi trovare in qualunque posto delle città, venuta ai Murazzi di pomeriggio o di sera semplicemente per farsi una passeggiata con i bambini. Nessun problema di sicurezza e clima rilassato con le persone che cercavano di conoscere questa parte della città di cui hanno sentito parlare, ma che rimaneva un po' "zona out", e di riappropriarsene, anche se spesso l'acqua è salita e l'emergenza acquazzoni ha giocato un brutto scherzo». E i locali? «Sempre pieni. Il Jammin in primo luogo perché tra aperitivi e cocktail attirava moltissima gente, poi l'Alcatraz con le fotografie esposte dell'iniziativa Opere al muro e con i suoi concerti di musica dal vivo, e poi il Pier che ha fatto il resto». Insomma, non fosse per quei turisti che, intervistati in Rai sull'apertura serale dei musei a Torino, hanno allegramente risposto: «Una idea diversa dal solito gelato», gettandoci nello sconforto, potremmo davvero credere che Torino e Movida siano un binomio da esportazione.
MARINA LEONARDINI