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Guelfo Nero
08-09-02, 00:26
DA LE "MASSIME ETERNE DI SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI" VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA

"CONSIDERA COME NELL'INFERNO NON VI è FINE; SI PATISCONO TUTTE LE PENE, E TUTTE ETERNE.
SICCHè PASSERANNO CENT'ANNI DI QUELLE PENE, NE PASSERANNO MILLE E L'INFERNO ALLORA COMINCERà; PASSERANNO CENTOMILA E CENTO MILIONI, MILLE MILIONI DI ANNI E DI SECOLI E L'INFERNO SARà DA CAPO.
SE UN ANGELO A QUEST'ORA PORTASSE LA NOTIZIA AD UN DANNATO CHE DIO LO VUOL CAVARE DALL'INFERNO, MA QUANDO? QUANDO SARANNO PASSATI TANTI MILIONI DI SECOLI, QUANTE SONO LE GOCCE D'ACQUA, LE FRONDE DEGLI ALBERI, LE ARENE DEL MARE E DELLA TERRA, VOI VI SPAVENTERESTE MA è PUR VERO CHE QUEL DANNATO FAREBBE FESTA A QUESTA NOTIZIA, CHE NON FARESTE VOI SE AVESTE LA NOTIZIA DI ESSER FATTO RE DI UN GRAN REGNO.
SI, PERCHè DIREBBE IL DANNATO: è VERO CHE PASSERANNO TANTI SECOLI, MA VERRà UN GIORNO IN CUI FINIRANNO.
MA PASSERRANNO TUTTI QUESTI SECOLI...E L'INFERNO SARà DA CAPO.
OGNI DANNATO FAREBBE QUESTO PATTO CON DIO: SIGNORE, ACCRESCETE QUANTO VI PIACE LA MIA PENA, ALLUNGATELA PER TUTTO IL TEMPO CHE VI PIACE, BASTA CHE VI PONIATE TERMINE, E IO SONO CONTENTO.

MA NO, QUESTO TERMINE NON SARà MAI.

ALMENO IL POVERO DANNATO POTESSE INGANNARE Sè STESSO, E LUSINGARSI COL DIRE: CHI SA, FORSE UN GIORNO DIO AVRà PIETà DI ME, E MI LIBERERà DALL'INFERNO.
NO, IL DANNATO SI VEDRà SEMPRE SCRITTA IN FACCIA LA SENTENZA DELLA SUA DANNAZIONE ETERNA E DIRà: DUNQUE TUTTE QUESTE PENE CHE PATISCO, QUESTO FUOCO, QUESTA MALINCONIA, QUESTE GRIDA, NON HANNO DA FINIRE PER ME?

NO, GLI SARà RISPOSTO: MAI MAI MAI.

E QUANTO DURERANNO? SEMPRE SEMPRE SEMPRE.

OH MAI! OH SEMPRE! OH ETERNITà! OH INFERNO! COME MAI GLI UOMINI TI CREDONO E PECCANO, E SEGUITANO A VIVERE IN PECCATO!
FRATELLO MIO, STA ATTENTO, PENSA CHE ANCHE PER TE è PREPARATO L'INFERNO, SE PECCHI.
GIà ARDE SOTTO I TUOI PIEDI QUESTA ORRENDA FORNACE, E A QUEST'ORA CHE LEGGI, QUANTE ANIME VI STANNO CADENDO!
PENSA, CHE SE CADRAI UNA VOLTA, NON POTRAI USCIRNE MAI PIù.
E SE QUALCHE VOLTA HAI GIà MERITATO L'INFERNO, RINGRAZIA DIO CHE NON VI TI HA MANDATO E PRESTO TOGLITI DAL PERICOLO: PIANGI I TUOI PECCATI E PIGLIA I MEZZI PIù ADATTI CHE PUOI PER SALVARTI.
CONFESSATI SPESSO; LEGGI QUESTO O ALTRO LIBRETTO SPIRITUALE OGNI GIORNO, PRENDI LA DEVOZIONE A MARIA COL ROSARIO OGNI GIORNO, OSSERVA IL DIGIUNO IL SABATO.
NELLE TENTAZIONI RESISTI, CHIAMANDO GESù E MARIA, FUGGI LE OCCASIONI DI PECCARE, E SE DIO TI CHIAMA A LASCIARE IL MONDO, FALLO...FALLO!
OGNI COSA CHE SI FA PER SCAMPARE AD UN'ETERNITà DI PENA è POCO, è NIENTE!
"NULLA NIMIA SECURITAS UBI PERICLITATUR AETERNITAS" (SAN BERNARDO)
PER ASSICURARCI DELL'ETERNITà NON VI è CAUTELA CHE BASTI.
VEDI QUANTI ANACORETI PER SFUGGIRE ALL'INFENO SONO ANDATI A VIVERE NELLE GROTTE E NEI DESERTI? E TU CHE FAI, DOPO CHE TANTE VOLTE HAI MERITATO L'INFERNO? CHE FAI? CHE FAI? VEDI CHE TI DANNI!
DATTI TUTTO A DIO, E DIGLI: SIGNORE, ECCOMI, VOGLIO FARE TUTTO QUELLO CHE VOLETE DA ME. MARIA AIUTATEMI."

NON DOVREI AGGIUNGERE NULLA ALLA MAGISTRALE MEDITAZIONE DI SANT'ALFONSO MA PERMETTEMI DI AGGIUNGERE SOLO UNA PAROLA.
ANCH'IO, MENTRE SCRIVO QUESTO POST, PENSO A COLORO CHE SICURAMENTE SONO MORTI NEI VARI PUNTI DEL GLOBO IN QUESTE ULTIME ORE.
è PROBABILISSIMO CHE TRA COSTORO ALMENO ALCUNI (TEMO MOLTI) SIANO FINITI ALL'INFERNO.
PER MOLTI DI COSTORO, FINO A POCHE ORE FA, L'INFERNO ERA UNA COSA REMOTISSIMA, IMPROBABILE, INVENTATA "DAI PRETI" CUI NESSUN UOMO, DOTATO DI RAGIONE, AVREBBE MAI DOVUTO CREDERE.
ROBA DA MITOLOGIA, ROBA DA CATECHISMO!
ORA, NON SO SE CON PIù ORRORE, DOLORE O STUPORE, PER LORO L'INFERNO è LA REALTà, L'UNICA REALTà: LA VITA è UN SOGNO LONTANISSIMO E VAGHISSIMO, GLI AFFETTI LASCIATI NON DANNO CONSOLAZIONE E SVANISCONO.
L'UNICA REALTà PER LORO è UN OCEANO DI FUOCO MILIARDI DI VOLTE PIù POTENTE DI QUELLO NATURALE, DI URLA ASSORDANTI, DI BESTEMMIE, DI TORMENTO, DI ANGOSCIA, DI MALE SENZA POSSIBILITà DI RITORNO.
"OH, DIO MIO, DACCI UN'ORA SOLA! UN MINUTO SOLO! UN ISTANTE SOLO!
PER POTERTI CHIEDERE PERDONO OPPURE PER CONFESSARCI..."
LA RISPOSTA DI DIO è IL NO DELL'ETERNITà.
ALLORA COME SEMBRANO PICCOLI, ORRIBILMENTE PICCOLI I PECCATI CHE CI "ALLIETAVANO" IN VITA.
INOLTRE ALL'INFERNO SI è SEMPRE SOLI PERCHè LA PRESENZA DI MILIONI DI ANIME NON TOGLIE NULLA ALLA SOLITUDINE DI UN'ANIMA CHE HA SCELTO CON I SUOI PECCATI DI DANNARSI.
"HO PERSO TUTTO PER NULLA!" L'ANIMA DANNATA LO PENSA PER L'ETERNITà.


SANCTA MARIA, REFUGIUM PECCATORUM, ORA PRO NOBIS
SANCTE JOSEPH, TERROR DAEMONUM, ORA PRO NOBIS

GUELFO NERO

http://sunsite.dk/cgfa/bouts/bouts2.jpg

Guelfo Nero
08-09-02, 00:26
DA LE "MASSIME ETERNE DI SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI" VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA

"CONSIDERA COME NELL'INFERNO NON VI è FINE; SI PATISCONO TUTTE LE PENE, E TUTTE ETERNE.
SICCHè PASSERANNO CENT'ANNI DI QUELLE PENE, NE PASSERANNO MILLE E L'INFERNO ALLORA COMINCERà; PASSERANNO CENTOMILA E CENTO MILIONI, MILLE MILIONI DI ANNI E DI SECOLI E L'INFERNO SARà DA CAPO.
SE UN ANGELO A QUEST'ORA PORTASSE LA NOTIZIA AD UN DANNATO CHE DIO LO VUOL CAVARE DALL'INFERNO, MA QUANDO? QUANDO SARANNO PASSATI TANTI MILIONI DI SECOLI, QUANTE SONO LE GOCCE D'ACQUA, LE FRONDE DEGLI ALBERI, LE ARENE DEL MARE E DELLA TERRA, VOI VI SPAVENTERESTE MA è PUR VERO CHE QUEL DANNATO FAREBBE FESTA A QUESTA NOTIZIA, CHE NON FARESTE VOI SE AVESTE LA NOTIZIA DI ESSER FATTO RE DI UN GRAN REGNO.
SI, PERCHè DIREBBE IL DANNATO: è VERO CHE PASSERANNO TANTI SECOLI, MA VERRà UN GIORNO IN CUI FINIRANNO.
MA PASSERRANNO TUTTI QUESTI SECOLI...E L'INFERNO SARà DA CAPO.
OGNI DANNATO FAREBBE QUESTO PATTO CON DIO: SIGNORE, ACCRESCETE QUANTO VI PIACE LA MIA PENA, ALLUNGATELA PER TUTTO IL TEMPO CHE VI PIACE, BASTA CHE VI PONIATE TERMINE, E IO SONO CONTENTO.

MA NO, QUESTO TERMINE NON SARà MAI.

ALMENO IL POVERO DANNATO POTESSE INGANNARE Sè STESSO, E LUSINGARSI COL DIRE: CHI SA, FORSE UN GIORNO DIO AVRà PIETà DI ME, E MI LIBERERà DALL'INFERNO.
NO, IL DANNATO SI VEDRà SEMPRE SCRITTA IN FACCIA LA SENTENZA DELLA SUA DANNAZIONE ETERNA E DIRà: DUNQUE TUTTE QUESTE PENE CHE PATISCO, QUESTO FUOCO, QUESTA MALINCONIA, QUESTE GRIDA, NON HANNO DA FINIRE PER ME?

NO, GLI SARà RISPOSTO: MAI MAI MAI.

E QUANTO DURERANNO? SEMPRE SEMPRE SEMPRE.

OH MAI! OH SEMPRE! OH ETERNITà! OH INFERNO! COME MAI GLI UOMINI TI CREDONO E PECCANO, E SEGUITANO A VIVERE IN PECCATO!
FRATELLO MIO, STA ATTENTO, PENSA CHE ANCHE PER TE è PREPARATO L'INFERNO, SE PECCHI.
GIà ARDE SOTTO I TUOI PIEDI QUESTA ORRENDA FORNACE, E A QUEST'ORA CHE LEGGI, QUANTE ANIME VI STANNO CADENDO!
PENSA, CHE SE CADRAI UNA VOLTA, NON POTRAI USCIRNE MAI PIù.
E SE QUALCHE VOLTA HAI GIà MERITATO L'INFERNO, RINGRAZIA DIO CHE NON VI TI HA MANDATO E PRESTO TOGLITI DAL PERICOLO: PIANGI I TUOI PECCATI E PIGLIA I MEZZI PIù ADATTI CHE PUOI PER SALVARTI.
CONFESSATI SPESSO; LEGGI QUESTO O ALTRO LIBRETTO SPIRITUALE OGNI GIORNO, PRENDI LA DEVOZIONE A MARIA COL ROSARIO OGNI GIORNO, OSSERVA IL DIGIUNO IL SABATO.
NELLE TENTAZIONI RESISTI, CHIAMANDO GESù E MARIA, FUGGI LE OCCASIONI DI PECCARE, E SE DIO TI CHIAMA A LASCIARE IL MONDO, FALLO...FALLO!
OGNI COSA CHE SI FA PER SCAMPARE AD UN'ETERNITà DI PENA è POCO, è NIENTE!
"NULLA NIMIA SECURITAS UBI PERICLITATUR AETERNITAS" (SAN BERNARDO)
PER ASSICURARCI DELL'ETERNITà NON VI è CAUTELA CHE BASTI.
VEDI QUANTI ANACORETI PER SFUGGIRE ALL'INFENO SONO ANDATI A VIVERE NELLE GROTTE E NEI DESERTI? E TU CHE FAI, DOPO CHE TANTE VOLTE HAI MERITATO L'INFERNO? CHE FAI? CHE FAI? VEDI CHE TI DANNI!
DATTI TUTTO A DIO, E DIGLI: SIGNORE, ECCOMI, VOGLIO FARE TUTTO QUELLO CHE VOLETE DA ME. MARIA AIUTATEMI."

NON DOVREI AGGIUNGERE NULLA ALLA MAGISTRALE MEDITAZIONE DI SANT'ALFONSO MA PERMETTEMI DI AGGIUNGERE SOLO UNA PAROLA.
ANCH'IO, MENTRE SCRIVO QUESTO POST, PENSO A COLORO CHE SICURAMENTE SONO MORTI NEI VARI PUNTI DEL GLOBO IN QUESTE ULTIME ORE.
è PROBABILISSIMO CHE TRA COSTORO ALMENO ALCUNI (TEMO MOLTI) SIANO FINITI ALL'INFERNO.
PER MOLTI DI COSTORO, FINO A POCHE ORE FA, L'INFERNO ERA UNA COSA REMOTISSIMA, IMPROBABILE, INVENTATA "DAI PRETI" CUI NESSUN UOMO, DOTATO DI RAGIONE, AVREBBE MAI DOVUTO CREDERE.
ROBA DA MITOLOGIA, ROBA DA CATECHISMO!
ORA, NON SO SE CON PIù ORRORE, DOLORE O STUPORE, PER LORO L'INFERNO è LA REALTà, L'UNICA REALTà: LA VITA è UN SOGNO LONTANISSIMO E VAGHISSIMO, GLI AFFETTI LASCIATI NON DANNO CONSOLAZIONE E SVANISCONO.
L'UNICA REALTà PER LORO è UN OCEANO DI FUOCO MILIARDI DI VOLTE PIù POTENTE DI QUELLO NATURALE, DI URLA ASSORDANTI, DI BESTEMMIE, DI TORMENTO, DI ANGOSCIA, DI MALE SENZA POSSIBILITà DI RITORNO.
"OH, DIO MIO, DACCI UN'ORA SOLA! UN MINUTO SOLO! UN ISTANTE SOLO!
PER POTERTI CHIEDERE PERDONO OPPURE PER CONFESSARCI..."
LA RISPOSTA DI DIO è IL NO DELL'ETERNITà.
ALLORA COME SEMBRANO PICCOLI, ORRIBILMENTE PICCOLI I PECCATI CHE CI "ALLIETAVANO" IN VITA.
INOLTRE ALL'INFERNO SI è SEMPRE SOLI PERCHè LA PRESENZA DI MILIONI DI ANIME NON TOGLIE NULLA ALLA SOLITUDINE DI UN'ANIMA CHE HA SCELTO CON I SUOI PECCATI DI DANNARSI.
"HO PERSO TUTTO PER NULLA!" L'ANIMA DANNATA LO PENSA PER L'ETERNITà.


SANCTA MARIA, REFUGIUM PECCATORUM, ORA PRO NOBIS
SANCTE JOSEPH, TERROR DAEMONUM, ORA PRO NOBIS

GUELFO NERO

http://sunsite.dk/cgfa/bouts/bouts2.jpg

PAOLONE (POL)
10-09-02, 17:44
E' un quadro di Bosch???

PAOLONE (POL)
10-09-02, 17:44
E' un quadro di Bosch???

Guelfo Nero
10-09-02, 21:13
CARO PAOLONE,

IL QUADRO è DEL PITTORE OLANDESE DIERIC BOUTS IL VECCHIO (1415-1475).
IL TITOLO ORIGINALE: "LA CADUTA DEL DANNATO ALL'INFERNO".

UN SALUTO CORDIALE

GUELFO NERO:)

Guelfo Nero
10-09-02, 21:13
CARO PAOLONE,

IL QUADRO è DEL PITTORE OLANDESE DIERIC BOUTS IL VECCHIO (1415-1475).
IL TITOLO ORIGINALE: "LA CADUTA DEL DANNATO ALL'INFERNO".

UN SALUTO CORDIALE

GUELFO NERO:)

Guelfo Nero
11-09-02, 09:04
L' AMICO FERRER HA POSTATO NEL FORUM "CATTOLICI ROMANI" ALCUNE BELLE E INTRAMONTABILI PAGINE ALFONSIANE SULLA MORTE.
NE CONSIGLIO VIVAMENTE LA LETTURA.
ANCHE QUI NELL'ARCO DELLA SETTIMANA CERCHERò DI POSTARE QUALCHE ALTRA PAGINA DI SANT'ALFONSO SUI "NOVISSIMI": MORTE, GIUDIZIO, INFERNO E PARADISO.

UN SALUTO CORDIALE A TUTTI

GUELFO NERO :)

Guelfo Nero
11-09-02, 09:04
L' AMICO FERRER HA POSTATO NEL FORUM "CATTOLICI ROMANI" ALCUNE BELLE E INTRAMONTABILI PAGINE ALFONSIANE SULLA MORTE.
NE CONSIGLIO VIVAMENTE LA LETTURA.
ANCHE QUI NELL'ARCO DELLA SETTIMANA CERCHERò DI POSTARE QUALCHE ALTRA PAGINA DI SANT'ALFONSO SUI "NOVISSIMI": MORTE, GIUDIZIO, INFERNO E PARADISO.

UN SALUTO CORDIALE A TUTTI

GUELFO NERO :)

Guelfo Nero
20-09-02, 23:00
CARISSIMI FORUMISTI DELLA TRADIZIONE CATTOLICA,

L'AMICO FERRER, DI CUI è SEMPRE ENCOMIABILE L'ACRIBIA NEL PORTARCI MATERIALE SUI "NOVISSIMI", HA POSTATO NEL FORUM "CATTOLICI ROMANI" IL FAMOSO RACCONTO AUTENTICO DI CLARA E ANNETTA CHE è MOLTO NOTO, ANCHE PERCHè VIENE SPESSO LETTO DURANTE GLI ESERCIZI DI SANT'IGNAZIO.
IO STESSO L'HO SENTITO LEGGERE PIù VOLTE E SEMPRE CON LA STESSA TREPIDAZIONE.
è UNA STORIA DI UNA PERSONA COME TANTE CHE FA UNA VITA "COME TANTE" E SI DANNA "COME TANTE": A VOLTE L'ABITUDINE AL PECCATO MORTALE NON HA NULLA DI STRAORDINARIO MA è FRUTTO DI UN LUNGA, ANNOIATA E PENOSA "NORMALITà".

NON POSSO CHE RIPETERE, DOPO AVER LETTO L'IMPRESSIONANTE RACCONTO DELLA VISIONE:

GESù, GIUSEPPE, MARIA, VI DONO IL CUORE E L'ANIMA MIA
GESù, GIUSEPPE, MARIA, ASSISTETEMI NELL'ULTIMA AGONIA
GESù, GIUSEPPE, MARIA, SPIRI IN PACE CON VOI L'ANIMA MIA

UN ABBRACCIO A TUTTI

GUELFO NERO


Clara e Annetta, giovanissime, lavoravano in una Ditta commerciale a *** (Germania). Non erano legate da profonda amicizia, ma da semplice cortesia. Lavoravano ogni giorno l'una accanto all'altra e non poteva mancare uno scambio di idee. Clara si dichiarava apertamente religiosa e sentiva il dovere d'istruire e richiamare Annetta, quando questa si dimostrava leggera e superficiale in fatto di religione.
Trascorsero qualche tempo assieme; poi Annetta contrasse matrimonio e si allontanò dalla Ditta. Nell'autunno di quell'anno. Clara trascorreva le vacanze in riva al lago di Garda. Verso la metà di settembre la mamma le mandò dal paese natìo una lettera: «E’ morta Annetta E’ rimasta vittima di un incidente automobilistico. L' hanno sepolta ieri nel "Waldfriedhof'».
La notizia spaventò la buona signorina, sapendo che l'amica non era stata tanto religiosa. - Era preparata a presentarsi davanti a Dio? ... Morendo all'improvviso, come si sarà trovata ?... -
L'indomani ascoltò la S. Messa e fece anche la Comunione in suo suffragio, pregando fervorosamente. La notte, dieci minuti dopo la mezzanotte, ebbe luogo la visione...
"Clara. non pregare per me! Sono dannata! Se te lo comunico e te ne riferisco piuttosto lungamente. non credere che ciò avvenga a titolo d'amicizia. Noi qui non amiamo più nessuno. Lo faccio come costretta. Lo faccio come "parte di quella potenza che sempre vuole il male e opera il bene".
In verità vorrei vedere anche te approdare a questo stato, dove io ormai ho gettato l'ancora per sempre.
Non stizzirti di questa intenzione. Qui,noi pensiamo tutti cosi. La nostra volontà è impietrita nel male in ciò che voi appunto chiamate "male" -. Anche quando noi facciamo qualche cosa di "bene", come io ora spalancandoti gli occhi sull'Inferno, questo non avviene con buona intenzione.
Ti ricordi ancora che quattro anni fa ci siamo conosciute a **** Contavi allora 23 anni e ti trovavi colà già da mezz'anno quando ci arrivai io.
Tu mi hai levata da qualche impiccio; come a principiante, mi hai dato dei buoni indirizzi. Ma che vuol dire "buono"?
Io lodavo il tuo "amore del prossimo". Ridicolo! Il tuo soccorso derivava da pura civetteria, come, del resto, io sospettavo già fin d'allora. Noi non conosciamo qui nulla di buono. In nessuno.
Il tempo della mia giovinezza lo conosci. Certe lacune le riempio qui.
Secondo il piano dei miei genitori, a dire il vero, non sarei neanche dovuta esistere."Capitò loro appunto una disgrazia". Le mie due sorelle contavano già 14 e 15 anni, quando io tendevo alla luce.
Non fossi mai esistita! Potessi ora annientarmi, sfuggire a questi tormenti! Nessuna voluttà uguaglierebbe quella con cui lascerei la mia esistenza; come un vestito di cenere, che si perde nel nulla.
Ma io devo esistere. Devo esistere così, come mi sono fatta io: con una esistenza fallita.
Quando papà e mamma, ancora giovani, si trasferirono dalla campagna in città, ambedue avevano perduto il contatto con la Chiesa. E fu meglio così.
Simpatizzarono con la gente non legata alla Chiesa. Si erano conosciuti in un ritrovo danzante e mezz'anno dopo "dovettero"sposarsi.
Nella cerimonia nuziale rimase attaccata a loro tant'acqua santa, che la mamma si recava in chiesa alla Messa domenicale un paio di volte l'anno. Non mi ha mai insegnato a pregare davvero. Si esauriva nella cura quotidiana della vita, benché la nostra situazione non fosse disagiata.
Parole, come Messa, istruzione religiosa, Chiesa, le dico con una ripugnanza interna senza pari. Aborrisco tutto questo, come odio chi frequenta la Chiesa e in genere tutti gli uomini e tutte le cose.
Odio verso Dio
Da tutto, infatti, ci deriva tormento. Ogni cognizione ricevuta in punto di morte, ogni ricordo di cose vissute o sapute, è per noi una fiamma pungente.
E tutti i ricordi ci mostrano quel lato che in essi era grazia e che noi sprezzammo.Quale tormento è questo! Noi non mangiamo, non dormiamo, non camminiamo coi piedi. Spiritualmente incatenati, guardiamo inebetiti "con urla e stridor di denti" la nostra vita andata in fumo: odiando e tormentati!
Senti? Noi qui beviamo l'odio come acqua. Anche l'uno verso l'altro.
Soprattutto noi odiamo Dio.Te lo voglio rendere comprensibile.
I Beati in Cielo devono amarlo, perché essi lo vedono senza velo, nella sua bellezza abbagliante. Ciò li beatifica talmente, da non poterlo descrivere. Noi lo sappiamo e questa cognizione ci rende furibondi.
Gli uomini in terra, che conoscono Dio dalla creazione e dalla rivelazione, possono amarlo; ma non ne sono costretti.
Il credente - lo dico digrignando i denti - il quale, meditabondo, contempla Cristo in croce, con le braccia stese, finirà con l'amarlo.
Ma colui, al quale Dio si avvicina solo nell'uragano, come punitore, come giusto vendicatore, perché un giorno fu da lui ripudiato, come avvenne di noi. Costui non può che odiarlo, con tutto l'impeto della sua malvagia volontà, eternamente, in forza della libera accettazione con la quale, morendo, abbiamo esalato l'anima nostra e che neppure ora ritiriamo e non avremo mai la volontà di ritirarla.
Comprendi ora perché l'Inferno dura eternamente? Perché la nostra ostinazione giammai si scioglierà da noi.
Costretta, aggiungo che Dio è misericordioso persino verso di noi. Dico "costretta", poiché anche se dico queste cose volutamente, pure non mi è permesso di mentire, come volentieri vorrei. Molte cose le affermo contro la mia volontà. Anche la foga d'improperi, che vorrei vomitare, la devo strozzare.
Dio fu misericordioso verso di noi col non lasciare esaurire sulla terra la nostra malvagia volontà, come noi saremmo stati pronti a fare. Ciò avrebbe aumentato le nostre colpe e le nostre pene. Egli ci fece morire anzi tempo, come me, o fece intervenire altre circostanze mitiganti.
Ora egli si dimostra misericordioso verso di noi col non costringerci ad avvicinarci a lui più di quanto lo siamo in questo remoto luogo infernale; ciò diminuisce il tormento.
Ogni passo che mi portasse più vicino a Dio, mi cagionerebbe una pena maggiore di quella che a te recherebbe un passo più vicino ad un rogo ardente.
Ti sei spaventata, quando io una volta, durante il passeggio, ti raccontai che mio padre, pochi giorni avanti la tua prima Comunione, mi aveva detto: "Annettina, cerca di meritarti un bel vestitino: il resto è una montatura".
Per il tuo spavento quasi mi sarei perfino vergognata. Ora ci rido sopra.
L'unica cosa ragionevole in quella montatura era che ci si ammetteva alla Comunione solo a dodici anni. Io allora ero abbastanza presa dalla mania dei divertimenti mondani, così senza scrupoli mettevo in un canto le cose religiose e non diedi grande importanza alla prima Comunione.
Che parecchi bambini vadano ora alla Comunione già a sette anni, ci mette in furore. Noi facciamo di tutto per dare ad intendere alla gente che ai bambini manca una cognizione adeguata. Essi devono prima commettere alcuni peccati mortali.
Allora la bianca Particola non fa più in essi gran danno, come quando nei loro cuori vivono ancora la fede, la speranza e la carità - puh! questa roba - ricevute nel Battesimo. Ti ricordi come abbia già sostenuto sulla terra questa opinione?
Ho accennato a mio padre. Egli era sovente in lite con la mamma. Te ne feci allusione solo raramente; me ne vergognavo. Cosa ridicola la vergogna del male! Per noi qui tutto è lo stesso.
I miei genitori neanche dormivano più nella medesima camera; ma io con la mamma e il papà nella camera attigua, dove poteva rincasare liberamente a qualsiasi ora. Beveva molto; in tal modo scialacquava il nostro patrimonio. Le mie sorelle erano ambedue impiegate e abbisognavano esse stesse, dicevano, del denaro che guadagnavano. La mamma cominciò a lavorare per guadagnare qualche cosa.
Nell'ultimo anno di vita papà batteva spesso la mamma, quando lei non gli voleva dar nulla. Verso di me, invece, fu sempre amorevole. Un giorno - te l'ho raccontato e tu, allora, ti sei urtata del mio capriccio (di che cosa non ti sei urtata nei miei riguardi?) - un giorno dovette portare indietro, per ben due volte, le scarpe comprate, perché la forma e i tacchi non erano per me abbastanza moderni.
La notte in cui mio padre fu colpito da apoplessia mortale, avvenne qualche cosa che io per timore di una interpretazione disgustosa non riuscii a confidarti. Ma ora devi saperlo. E’ importante per questo: allora per la prima volta fui assalita dal mio spirito tormentatore attuale.
Dormivo in una camera con mia madre: i suoi respiri regolari dicevano il suo profondo sonno.
Quand'ecco mi sento chiamare per nome.
Una voce ignota mi dice:. "Che sarà se muore papà?

L’amore nelle anime in stato di grazia
Non amavo più mio padre, dacché trattava così villanamente la mamma; come del resto non amavo fin d'allora assolutamente nessuno, ma ero solamente, affezionata ad alcune persone. che erano buone verso di me. L'amore senza speranza di contraccambio terreno vive solo nelle anime in stato di Grazia. E io non lo ero.
Così risposi alla misteriosa domanda.senza darmi conto donde venisse: "Ma non muore mica!".
Dopo una breve pausa, di nuovo la stessa domanda chiaramente percepita. "Ma non muore mica!" mi scappò ancora di bocca, bruscamente.
Per la terza volta fui richiesta: "Che cosa sarà se muore tuo padre?". Mi si presentò alla mente come papà spesso veniva a casa piuttosto ubriaco, strepitava, maltrattava la mamma e come egli ci aveva messo in una condizione umiliante dinanzi alla gente. Perciò gridai indispettita: "E gli sta bene!". Allora tutto tacque.La mattina seguente, quando la mamma volle mettere in ordine la stanza del babbo, trovò la porta chiusa a chiave. Verso mezzogiorno si forzò la porta. Mio padre,mezzo vestito, giaceva cadavere sul letto. Nell'andare a prendere la birra in cantina.doveva essersi buscato qualche accidente. Era già da lungo tempo malaticcio.
Marta K... e tu mi avete indotta a entrare nell' Associazione delle Giovani. Veramente non ho mai nascosto che trovavo abbastanza intonate con la moda parrocchiale le istruzioni delle due direttrici, le signore X...
I giuochi erano divertenti. Come sai, vi ebbi subito una parte direttiva. Ciò mi andava a genio.
Anche le gite mi piacevano. Mi lasciai perfino indurre alcune volte ad andare alla Confessione e alla Comunione.
A dire il vero, non avevo nulla da confessare. Pensieri e discorsi per me non avevano importanza. Per azioni più grossolane, non ero abbastanza corrotta.
Tu mi ammonisti una volta: "Anna, se non preghi, vai alla perdizione!".
Io pregavo davvero poco e anche questo, solo svogliatamente.
Allora tu avevi purtroppo ragione. Tutti coloro che bruciano nell'Inferno non hanno pregato o non hanno pregato abbastanza.
IL PRIMO PASSO VERSO DIO
La preghiera è il primo passo verso Dio. E rimane il passo decisivo. Specialmente la preghiera a Colei che fu Madre di Cristo.il nome della quale noi non nominiamo mai.
La devozione a Lei strappa al demonio innumerevoli anime, che il peccato gli consegnerebbe infallibilmente nelle mani.
Proseguo il racconto consumandomi d’ira. E' solo perché devo. Pregare è la cosa più facile che l'uomo possa fare sulla terra. E proprio a questa cosa facilissima Dio ha legato la salvezza di ognuno.
A chi prega con perseveranza Egli a poco a poco dà tanta luce, lo fortifica in maniera tale, che alla fine anche il peccatore più impantanato si può definitivamente rialzare. Fosse pure ingolfato nella melma fino al collo.
Negli ultimi tempi della mia vita non ho più pregato come di dovere e così mi sono privata delle grazie, senza le quali nessuno può salvarsi.
Qui non riceviamo più nessuna grazia. Anzi, quand'anche le ricevessimo, le rifiuteremmo cinicamente. Tutte le fluttuazioni dell'esistenza terrena sono cessate in quest'altra vita.
Da voi sulla terra l'uomo può salire dallo stato di peccato allo stato di Grazia e dalla Grazia cadere nel peccato, spesso per debolezza, talvolta per malizia.
Con la morte questo salire e scendere finisce, perché ha la sua radice nella imperfezione dell'uomo terreno. Ormai abbiamo raggiunto lo stato finale.
Già col crescere degli anni i cambiamenti divengono più rari. E’ vero, fino alla morte si può sempre rivolgersi a Dio o rivolgergli le spalle. Eppure, quasi trascinato dalla corrente, l'uomo, prima del trapasso, con gli ultimi deboli resti della volontà, si comporta come era abituato in vita.
La consuetudine, buona o cattiva, diviene una seconda natura. Questa lo trascina con sé.
Cosi avvenne anche a me. Da anni vivevo lontana da Dio. Per questo nell'ultima chiamata della Grazia mi risolvetti contro Dio.
Non fu il fatto che peccassi spesso a esser fatale per me, ma che io non volli più risorgere.
Tu mi hai più volte ammonita di ascoltare le prediche, di leggere libri di pietà.
"Non ho tempo", era la mia risposta ordinaria. Non ci mancava altro per aumentare la mia incertezza interna!
Del resto devo constatare questo: dal momento che la cosa era ormai cosi avanzata, poco prima della mia uscita dall' Associazione delle Giovani, mi sarebbe riuscito enormemente gravoso mettermi su un'altra via. Io mi sentivo malsicura ed infelice. Ma davanti alla conversione si ergeva una muraglia.
Tu non lo devi aver sospettato. Tu te l'eri rappresentata così semplice, quando un giorno mi dicesti: "Ma fa una buona confessione, Anna, e tutto è a posto".
Io sentivo che sarebbe stato così. Ma il mondo, il demonio, la carne mi tenevano già troppo saldamente nei loro artigli.

IL DEMONIO INFLUISCE SULLE PERSONE

All'influsso del demonio non credetti mai. E ora attesto che egli influisce gagliardamente sulle persone che si trovano nella condizione in cui mi trovavo io allora.
Soltanto molte preghiere, di altri e di me stessa, congiunte con sacrifici e sofferenze, mi avrebbero potuta strappare da lui. E anche ciò, a poco a poco. Se ci sono pochi ossessi esternamente, di ossessi internamente ce n'è un formicaio. Il demonio non può rapire la libera volontà a coloro che si danno al suo influsso. Ma in pena della loro, per dir così, metodica apostasia da Dio, questi permette che il "maligno" si annidi in essi.
lo odio anche il demonio. Eppure egli mi piace, perché cerca di rovinare voialtri; odio lui e i suoi satelliti, gli spiriti caduti con lui al principio del tempo.
Essi si contano a milioni. Girovagano per la terra, densi come uno sciame di moscerini, e voi neanche ve ne accorgete.
Non tocca a noi riprovati di tentarvi; questo è ufficio degli spiriti decaduti.
Veramente ciò accresce ancor più il tormento ogni volta che essi trascinano quaggiù all'Infemo un'anima umana. Ma che cosa non fa l'odio?
Benché io camminassi per sentieri lontani da Dio, Dio mi seguiva.
Preparavo la via alla Grazia con atti di carità naturale, che compivo non di rado per inclinazione del mio temperamento.
Talvolta Dio mi attirava in una chiesa. Allora sentivo come una nostalgia. Quando curavo la mamma malaticcia, nonostante il lavoro d'ufficio durante il giorno, e in certo modo mi sacrificavo davvero, questi allettamenti di Dio agivano potentemente.
Una volta, nella chiesa dell'ospedale, in cui tu mi avevi condotta durante la pausa del mezzogiorno, mi venne qualcosa addosso che sarebbe bastato un solo passo per la mia conversione: io piansi!
Ma poi la gioia del mondo passava di nuovo come un torrente sopra la Grazia.
Il grano soffocava tra le spine.
L’ULTIMO RIFIUTO
Con la dichiarazione che la religione è affare di sentimento, come si diceva sempre in ufficio, cestinai anche questo invito della Grazia come tutti gli altri.
Una volta tu mi rimproverasti perché invece di una genuflessione fino a terra, feci appena un informe inchino, piegando il ginocchio. Tu Io ritenesti un atto di pigrizia. Non sembrasti neppur sospettare
che io fin d'allora non credevo più nella presenza di Cristo nel Sacramento.
Ora ci credo, ma solo naturalmente,come si crede in un temporale di cui si scorgono gli effetti.
intanto mi ero accomodata io stessa una religione a mio modo.
Sostenevo l'opinione, che da noi in ufficio era comune, che l'anima dopo la morte risorga in un altro essere. In tal modo continuerebbe a pellegrinare senza fine.

Con ciò l'angosciosa questione dell'al di là era insieme messa a posto e resa a me innocua.

Perché tu non mi hai ricordato la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro, in cui il narratore, Cristo, manda, immediatamente dopo la morte, l'uno all'Inferno e l'altro in Paradiso?... Del resto, che cosa avresti ottenuto? Nulla di più che con gli altri tuoi discorsi di bigottismo!
A poco a poco mi creai io stessa un Dio; sufficientemente dotato da essere chiamato Dio; lontano abbastanza da me, da non dover mantenere nessuna relazione con lui; vago abbastanza da lasciarsi, secondo il bisogno, senza mutar la mia religione, paragonare a un dio panteistico del mondo, oppure da lasciarsi poetizzare come un dio solitario. Questo Dio non aveva nessun Inferno da infliggermi. Lo lasciavo in pace. In ciò consisteva la mia adorazione per Lui.
Ciò che piace si crede volentieri. Nel corso degli anni mi tenni abbastanza convinta della mia religione. In questo modo si poteva vivere.
Una cosa soltanto mi avrebbe spezzato la cervice: un lungo, profondo dolore. E questo dolore non venne!
Comprendi ora cosa vuol dire: "Dio castiga quelli che ama!"
Era una domenica di luglio, quando l'Associazione delle Giovani organizzò una gita a * * *. La gita mi sarebbe piaciuta. Ma questi insulsi discorsi, quel fare da bigotti!
Un altro simulacro ben diverso da quello della Madonna di * * * stava da poco tempo sull'altare del mio cuore. L'aitante Max N... del negozio attiguo. Poco tempo prima avevamo scherzato assieme più volte.
Appunto per quella domenica egli mi aveva invitata ad una gita. uella con cui andava di solito, giaceva malata all'ospedale.
Egli aveva ben capito che gli avevo messo gli occhi addosso. Sposarlo non ci pensavo allora. Era bensì agiato, ma si comportava troppo gentilmente con tutte le ragazze. E io, fino a quel tempo, volevo un uomo che appartenesse unicamente a me. Non solo essere moglie, ma moglie unica. Un certo galateo naturale, infatti, l'ebbi sempre.
Nella su accennata gita Max si profuse in gentilezze. Eh! già, non si tennero mica delle conversazioni pretesche come tra voialtre!

DIO "PESA" CON PRECISIONE

Il giorno seguente, in ufficio, tu mi facesti dei rimproveri, perché non ero venuta con voi a ***. lo ti descrissi il mio divertimento di quella domenica.
La tua prima domanda fu: "Sei stata alla Messa?". Sciocchina! Come potevo, dato che la partenza era già fissata per le sei?!
Sai ancora come io, eccitata, aggiunsi: "Il buon Dio non ha una mentalità così piccina come i vostri pretacci!".
Ora devo confessare: Dio, nonostante la sua infinita bontà, pesa le cose con maggior precisione che tutti i preti.
Dopo quella giornata con Max, venni ancora una volta nell'Associazione: a Natale, per la celebrazione della festa. C'era qualche cosa che mi allettava a tornare. Ma internamente mi ero già allontanata da voialtre.
Cinema, ballo, gite si avvicendavano senza tregua. Max e io bisticciammo alcune volte, ma seppi incatenarlo di nuovo a me.
Molestissima mi riuscì l'altra amante, che tornata dall'ospedale si comportò come un'ossessa. Veramente per mia fortuna: poiché la mia nobile calma fece potente impressione su Max, che fini col decidere che io fossi la preferita.
Avevo saputo rendergliela odiosa, parlando freddamente: all'esterno positiva, nell'interno vomitando veleno. Tali sentimenti e tale contegno preparano eccellentemente per l'Inferno. Sono diabolici nel più stretto senso della parola.
Perché ti racconto ciò? Per riferire come io mi staccai definitivamente da Dio.
Non già del resto, che tra me e Max si fosse arrivati molto spesso fino agli estremi della familiarità. Comprendevo che mi sarei abbassata ai suoi occhi, se mi fossi lasciata andare del tutto, prima del tempo; perciò mi seppi trattenere.
Ma in sé, ogni volta che lo ritenevo utile, ero sempre pronta a tutto. Dovevo conquistare Max. A tale scopo nulla era troppo caro. Inoltre, a poco a poco, ci amavamo possedendo ambedue non poche preziose qualità, che ci facevano stimare vicendevolmente. lo ero abile, capace, di piacevole compagnia. Così mi tenni saldamente in mano Max e riuscii, almeno negli ultimi mesi prima del matrimonio, a essere l'unica a possederlo.

"MI RITENEVO CATTOLICA..."

In ciò consistette la mia apostasìa a Dio: elevare una creatura a mio idolo. In nessuna cosa può avvenire questo, in modo che abbracci tutto, come nell'amore di una persona dell'altro sesso, quando quest'amore rimane arenato nelle soddisfazioni terrene.
E’ questo che forma la sua attrattiva. il suo stimolo e il suo veleno.
L"'adorazione", che io tributavo a me stessa nella persona di Max, divenne per me religione vissuta.
Era il tempo in cui in ufficio mi scagliavo velenosa contro i chiesaioli, i preti, le indulgenze, il biascichio dei rosari e simili sciocchezze.
Tu hai cercato, più o meno argutamente, di prendere le difese di tali cose. Apparentemente, senza sospettare che nel più intimo di me non si trattava, in verità, di queste cose, io cercavo piuttosto un sostegno contro la mia coscienza allora avevo bisogno di un tale sostegno per giustificare anche con la ragione la mia apostasìa.
In fondo in fondo, mi rivoltavo contro Dio. Tu non lo comprendesti; mi ritenevo ancora cattolica. Volevo anzi essere chiamata così; pagavo perfino le tasse ecclesiastiche. Una certa "contro-assicurazione", pensavo, non poteva nuocere.
Le tue risposte può darsi alle volte abbiano colpito nel segno. Su di me non facevano presa, perché tu non dovevi avere ragione.
A causa di queste relazioni falsate fra noi due, fu meschino il dolore del nostro distacco, allorché ci separammo in occasione del mio matrimonio.
Prima dello sposalizio mi confessai e comunicai ancora una volta. Era prescritto. lo e mio marito su questo punto la pensavamo ugualmente. Perché non avremmo dovuto compiere questa formalità? Anche noi la compimmo come le altre formalità.
Voi chiamate indegna una tale Comunione. Ebbene, dopo quella Comunione "indegna ", io ebbi più calma nella coscienza. Del resto fu anche l'ultima.
La nostra vita coniugale trascorreva, in genere, quanto mai in grande armonia. Su tutti i punti di vista noi eravamo dello stesso parere. Anche in questo: che non volevamo addossarci il peso dei figli. Veramente mio marito ne avrebbe volentieri voluto uno; non di più, si capisce. Alla fine io seppi distoglierlo anche da questo desiderio.
Vestiti, mobili di lusso, ritrovi da tè, gite e viaggi in auto e simili distrazioni mi importavano di più.
Fu un anno di piacere sulla terra quello trascorso tra il mio sposalizio e la mia repentina morte.
Ogni domenica andavamo fuori in auto, oppure facevamo visite ai parenti di mio marito. Essi galleggiavano alla superficie dell'esistenza, né più né meno di noi.
Internamente, si capisce, non mi sentii mai felice, per quanto esternamente ridessi. C'era sempre dentro di me qualche cosa d'indeterminato, che mi rodeva. Avrei voluto che dopo la morte, la quale naturalmente doveva essere ancora molto lontana, tutto fosse finito.
Ma è proprio cosi, come un giorno, da bambina, sentii dire in una predica: che Dio premia ogni opera buona che uno compie e, quando non la potrà ricompensare nell'altra vita, lo farà sulla terra.
Inaspettatamente ebbi un'eredità dalla zia Lotte. A mio marito riuscì felicemente di portare il suo stipendio a una cifra notevole. Così potei sistemare la nuova abitazione in modo attraente.
La religione non mandava più che da lontano la sua voce, scialba, debole ed incerta.
I caffè della città, gli alberghi, in cui andavamo durante i viaggi, non ci portavano certamente a Dio.
Tutti coloro che frequentavano quei luoghi, vivevano, come noi, dall'esterno all'interno, non dall'interno all'esterno.
Se nei viaggi delle ferie visitavamo qualche chiesa, cercavamo di ricrearci nel contenuto artistico delle opere. L'alito religioso che spiravano, specialmente quelle medioevali, sapevo neutralizzarlo col criticare qualche circostanza accessoria: un frate converso impacciato o vestito in modo non pulito, che ci faceva da cicerone; lo scandalo che dei monaci, i quali volevano passare per pii, vendessero liquori; l'eterno scampanio per le sacre funzioni, mentre non si tratta che di far soldi...
IL FUOCO DELL'INFERNO
Così seppi continuamente scacciare da me la Grazia ogni volta che bussava.
Lasciavo libero sfogo al mio malumore in modo particolare su certe rappresentazioni medioevali dell'Inferno nei cimiteri o altrove. nelle quali il demonio arrostisce le anime in braghe rosse e incandescenti, mentre i suoi compagni, dalle lunghe code, gli trascinano nuove vittime. Clara! L'Inferno si può sbagliare a disegnarlo, ma non si esagera mai!
Il fuoco dell'Inferno l'ho sempre preso di mira in modo speciale. Tu lo sai come durante un alterco, in proposito. ti tenni una volta un fiammifero sotto il naso e ti dissi con sarcasmo: "Ha questo odore?".
Tu spegnesti in fretta la fiamma. Qui non la spegne nessuno. lo ti dico: il fuoco di cui si parla nella Bibbia, non significa tormento della coscienza. Fuoco è fuoco! è da intendersi letteralmente ciò che ha detto Lui: "Via da me, maledetti, nel fuoco eterno!". Letteralmente.
"Come può lo spirito essere toccato da fuoco materiale", domanderai. Come può l'anima tua soffrire sulla terra quando ti metti il dito sulla fiamma? Difatti non brucia l'anima; eppure che tormento ne prova tutto l'individuo!
In modo analogo noi qui siamo spiritualmente legati al fuoco, secondo la nostra natura e secondo le nostre facoltà. L'anima nostra è priva del suo naturale battito d'ala, noi non possiamo pensare ciò che vogliamo né come vogliamo.
Non meravigliarti di queste mie parole. Questo stato, che a voialtri non dice nulla mi riarde senza consumarmi.
Il nostro maggior tormento consiste nel sapere con certezza che noi non vedremo mai Dio.
Come può questo tormentare tanto, dal momento che uno sulla terra rimane così indifferente?
Fintanto che il coltello giace sulla tavola, ti lascia fredda. Si vede quanto è affilato, ma non lo si prova. Immergi il coltello nella carne e ti metterai a gridare dal dolore.
Adesso noi sentiamo la perdita di Dio, prima la pensavamo soltanto.
Non tutte le anime soffrono in misura uguale.
Con quanta maggior cattiveria e quanto più sistematicamente uno ha peccato, tanto più grave pesa su di lui la perdita di Dio e tanto più lo soffoca la creatura di cui ha abusato.
I cattolici dannati soffrono di più che quelli di altre religioni, perché essi per lo più ricevettero e calpestarono più grazie e più luce.
Chi più seppe, soffre più duramente di chi conobbe meno. Chi peccò per malizia, patisce più acutamente di chi cadde per debolezza.
L’ABITUDINE: UNA SECONDA NATURA
Mai nessuno patisce più di quello che ha meritato. Oh, se non fosse vero ciò, io avrei un motivo d'odiare!
Tu mi dicesti un giorno che nessuno va all'Inferno senza saperlo: ciò sarebbe stato rivelato a una santa. lo me ne risi. Ma poi mi trincerai dietro questa dichiarazione:
"Così in caso di necessità rimarrà abbastanza tempo di fare una voltata", mi dicevo segretamente.
Quel detto è giusto. Veramente prima della mia subitanea fine, non conobbi l'Inferno com'è. Nessun mortale lo conosce. Ma io ne avevo la piena coscienza: "Se muori, te ne vai nel mondo di là dritta come una Freccia contro Dio. Ne porterai le conseguenze".
lo non feci dietro-front, come ho già detto, perché trascinata dalla corrente dell'abitudine, spinta da quella conformità per cui gli uomini, quanto più invecchiano, tanto più agiscono in una stessa direzione.
La mia morte avvenne così. Una settimana fa parlo secondo il vostro computo, perché, rispetto al dolore, potrei dire benissimo che son già dieci anni che brucio nell'Inferno. Una settimana fa, dunque, mio marito e io facemmo di domenica una gita, l'ultima per me.
Il giorno era spuntato radioso. Mi sentivo bene quanto mai. M'invase un sinistro sentimento di felicità, che serpeggiò in me per tutta la giornata.
Quand'ecco all'improvviso, nel ritorno, mio marito fu abbacinato da un'auto che veniva di volata. Perdette il controllo.
"Jesses" mi scappò dalle labbra con un brivido. Non come preghiera, solo come grido. Un dolore straziante mi compresse tutta. In confronto con quello presente una bagatella. Poi perdetti i sensi.
Strano! Quella mattina era sorto in me, in modo inspiegabile, questo pensiero: "Tu potresti ancora una volta andare a Messa". Suonava come un'implorazione.
Chiaro e risoluto, il mio "no" trovò il filo dei pensieri. "Con queste cose bisogna farla finita una volta. Mi addosso tutte le conseguenze!" - Ora le porto.
Ciò che avvenne dopo la mia morte, già lo saprai. La sorte di mio marito, quella di mia madre, ciò che accadde del mio cadavere e lo svolgimento del mio funerale mi son noti nei loro particolari mediante cognizioni naturali che noi qui abbiamo.
Quello, del resto, che succede sulla terra, noi lo sappiamo solo nebulosamente. Ma ciò che in qualche modo ci tocca da vicino, lo conosciamo. Così vedo anche dove tu soggiorni.
Io stessa mi svegliai improvvisamente dal buio, nell'istante del mio trapasso. Mi vidi come inondata da una luce abbagliante.
Fu nel luogo medesimo dove giaceva il mio cadavere. Avvenne come in un teatro, quando nella sala d'un tratto si spengono le luci, il sipario si divide rumorosamente e si apre una scena inaspettata orribilmente illuminata. La scena della mia vita.
Come in uno specchio l'anima mia si mostrò a se stessa. Le grazie calpestate dalla giovinezza fino all'ultimo "no" di fronte a Dio.
lo mi sentii come un assassino. al quale. durante il processo giudiziario, viene portata dinanzi la sua vittima esanime. Pentirmi? Mai!... Vergognarmi? Mai!
Però non potevo neppure resistere sotto gli occhi di Dio da me rigettato. Non mi rimaneva che una cosa: la fuga.
Come Caino fuggi dal cadavere di Abele, così l'anima mia fu spinta da quella vista di orrore.
Questo fu il giudizio particolare: l'invisibile Giudice disse: "Via da me!".
Allora la mia anima, come un'ombra gialla di zolfo, precipitò nel luogo dell'eterno tormento...
Conclude Clara:
La mattina, al suono dell'Angelus, ancora tutta tremante per la notte spaventosa, mi alzai e corsi per le scale nella cappella.
Il cuore mi pulsava fin sulla gola. Le poche ospiti, inginocchiate vicino a me, mi guardarono, ma forse pensarono che fossi così eccitata per la corsa.fatta giù per le scale.
Una signora bonaria di Budapest, che mi aveva osservato, mi disse dopo sorridendo: - Signorina, il Signore vuol essere servito con calma, non di corsa!
Ma poi si accorse che qualcosa d'altro mi aveva eccitato e mi teneva ancora in agitazione. E mentre la signora mi rivolgeva altre buone parole, io pensavo: Dio solo mi basta!
Sì, Egli solo mi deve bastare in questa e nell'altra vita. Voglio un giorno poterlo godere in Paradiso, per quanti sacrifici mi possa costare in terra. Non voglio andare all'Inferno!


IMPRIMATUR
E Vicariatu Urbis, die 9 aprilis 1952
Aloysius Traglia
Archiep. Caesarien. Vicesgerens

Guelfo Nero
25-02-03, 12:07
cari amici,

siamo in periodo pre-quaresimale, ormai si appressano le Ceneri.
Riporto un po' in vita questo piccolo thread dove inserire qualche pia considerazione sui Novissimi (Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso).
Non si trascrivono queste cose con compiacenza ma con tremore.
Il realismo del cattolicesimo impone anche di meditare sulle concrete, terribilmente concrete realtà ultramondane dell'eterna dannazione degli iniqui.

un caro saluto a tutti

Guelfo Nero


Ecco alcune immagini tratte dal Santuario di Nostra Signore della Fontane a Le Brigue in Francia. é il famoso affresco sull'Inferno e sulle pene dei dannati.



http://www.culture.fr/culture/medieval/images/c468g.jpg



http://www.culture.fr/culture/medieval/images/c490g.jpg



http://www.culture.fr/culture/medieval/images/c471g.jpg


Le anime dei dannati, all'uscire dal loro corpo, sono invase dalle tenebre, dall'orrore. dal fetore, dall'amarezza, dalla pena intollerabile, dall'inesprimibile tristezza, dalla disperazione e dalla miseria infinita. Sono in sé medesime talmente corrotte e prive di ogni bene che, quantunque non avessero a cadere nell'inferno e nel potere del demonio, i tanti mali di cui sono in sé stesse ripiene sarebbero già una tortura sufficiente, perché fossero per sempre misere, infelici ed assolutamente prive di qualunque divino conforto.

Santa Metilde vide una volta l'inferno spalancato sotto i suoi piedi, e in quell'abisso una miseria ed un orrore infinito: serpenti, leoni, rospi, cani, orribili spettri di atrocissime fiere le quali crudelmente si laceravano a vicenda. Ella disse al Signore: "O Signore, chi sono questi disgraziati?".
"Quelli, rispose il Signore, che non hanno mai voluto, neppure per un'ora, pensare a me con dolcezza"

Ninco Nanco
14-03-03, 21:11
QUI SOPRA C'ERA UN POST DI ANTONELLO, SUCCESSIVAMENTE ELIMINATO.

GUELFO NERO

Ma come ti permetti vile di offendere un così grande Santo e Dottore della Chiesa. Chiudi il becco e voi, moderatori, ma che ci state a fare se non lo bannate? Prego per te che ti ravvedi, misero e fa' tesoro di queste Massime eterne.
Il Signore ti perdoni e Sant'Alfonso, di cui ardisci impunemente sporcare la memoria, preghi per te. Che il Signore faccia uso della sua infinita Misericordia, toccando il cuore della sua pecorella smarrita.
Saluti fraterni in cordibus Jesu et Mariae.


:mad: :mad: :mad: :ue

pcosta
15-03-03, 10:45
http://digilander.libero.it/pcosta/inferno.gif

Guelfo Nero
15-03-03, 10:51
Ringrazio Pccosta per la bella immagine del Purgatorio, distinto dall'Inferno, proprio per la non-eternità delle pene cui sono sottoposte le anime ivi detenute.

un saluto cordiale

Guelfo Nero:)

pcosta
15-03-03, 13:49
http://digilander.libero.it/pcosta/inferno2.gif

Errata corrige, le fiamme mi avevano indotto in errore :)

Guelfo Nero
20-03-03, 11:34
http://santiebeati.it/immagini/Original/75000/75000A.JPG

Come il cataclismo riempì la terra, così lo sdegno del Signore prenderà le genti che non hanno cercato lui. Ecclesiastico 39,51

1. Il cataclisma più spaventoso che venne sulla terra fu quello del diluvio universale. Allora le acque sorpassarono di quaranta cubiti in altezza il vertice del più alto monte, sicché tutte perirono le genti del mondo, gli animali della terra, gli uccelli dell'aria. Nel sobbisso furente delle procelle perirono gli stessi pesci di mare. Noè, il solo giusto, che per altro era salvo, quando uscì dalla sua arca volse tutto atterrito lo sguardo intorno e non scorgendo più creatura vivente disse al Signore: "Manderete voi ancora sulla terra un castigo cosiffatto?". E si acquietò sol quando Iddio gli soggiunse che mai più avrebbe mandato altro diluvio.
Or pensa che come quelle acque del diluvio universale riempierono tutta la terra, così l'abisso delle fiamme infernali non solo riempie, ma rigurgita di continuo fuori dal pozzo orribile d'inferno. Or che sarà dei dannati che sono là entro? La lagrimevole fu la sorte del genere umano che perì nel diluvio delle acque, ma tremendo sarà il castigo dei colpevoli che verranno precipitati per tormentare nei vortici del fuoco infernale.
2. Le acque del cielo che cadono a diluvio, miste a lampi e tuoni e folgori, fanno tremare gli uomini ben difesi nelle case e le fiere stesse ben accovacciate nelle loro tane. Gli uomini poi e le fiere, che da un nembo di procelle sono colti improvvisamente e allo scoperto, si danno subito per perduti. Le procelle di fuoco di zolfo e di bitume acceso che piovono sui dannati sono regolate dalla mano di Dio. Il Signore, che tu sai essere disposto ad usare la più gran misericordia finché tu vivi, dopo che tu sia caduto morto nelle sue mani egli è disposto ad adoperare teco tutti i rigori di sua giustizia. Una fornace avvampante, di continuo aizzata dalle legne che vi introduce il pratico fornaciaio, fa rabbrividire, e poi non tremi in ricordare le fiamme di abisso continuamente accese dalla potenza di Dio per castigare i ribelli suoi?

3. E se il ciel tolga che tu precipiti là entro, credi che potrai giammai uscirne? Scorgi poi tu medesimo come periscono le genti sopraffatte dalle acque del diluvio. In un momento le acque schiantano le fondamenta di casa, gli abitanti barcollano con terrore, come in una nave nel naufragio, quando un nembo soffia là entro e sfascia le muraglie e fa cadere sepolti uomini e abitazioni. Intanto l'acqua si alza al di sopra ed essi sprofondano tanto più al basso. Così le genti peccatrici cadono nell'abisso delle fiamme infernali, e là lo zelo del Signore aduna vortici di fuoco sul loro capo, che come un peso plumbeo, premendo sul corpo dei dannati, li fa discendere nell'imo profondo della voragine, dove le essenze di fuoco sono tormentosissime.

4. Ricorda ora quali anime precipitino laggiù e inorridisci tanto più vivamente. Quelli stessi che perivano nel diluvio universale per non aver voluto credere a Noè, che predicava la penitenza e la salute eterna, questi sono che periscono nel fuoco infernale. Non vengono dunque laggiù a cadere solamente gli avari spregevoli, i superbi boriosi, gli impudici lascivi, ma altresì tutti quelli che non fanno ciò che è dello ufficio imposto loro da Dio. Oh come questo ti deve far tremare di spavento! I peccati di omissione sono quelli che tu sì poco consideri, e questi son quelli che ti condannano. Un figlio che non cerca del padre suo, non ti pare che meriti castigo? Così tu vai incontro ad un castigo tormentosissimo, mentre che disamorato non ti curi di Dio, padre e signore amantissimo.

Guelfo Nero
27-07-03, 01:40
Preparazione

Mettiti alla presenza di Dio.
Umiliati e domanda la sua assistenza.
Immagina una città tenebrosa, affogata in un'atmosfera di zolfo infiammato e pece nauseante; in quello scenario immagina un brulichio di cittadini che non possono uscirne.
Considerazioni

I dannati all'inferno sono come prigionieri senza scampo in quella città disgraziata. I loro sensi e tutte le loro membra sono sottoposti a indicibili tormenti: infatti hanno usato le loro membra con i loro sensi per peccare; per questo nei loro sensi e nelle loro membra pagano la pena dovuta al peccato: gli occhi, per gli sguardi perversi e maliziosi, soffriranno l'orribile vista dei diavoli e dell'inferno; le orecchie, che si sono compiaciute dei discorsi licenziosi, udranno, per l'eternità, pianti, lamenti e grida di disperazione; e così di seguito.
Oltre a questi tormenti c'è poi quello che tutti li supera, ed è la privazione e la perdita della vista di Dio, dalla quale sono esclusi per sempre.
Se Assalonne trovava che la perdita della vista di suo padre Davide era più dura da sopportare dell'esilio, quale tormento sarà mai essere privati per sempre della vista del dolce e soave volto di Dio.
Pensa soprattutto all'eternità di queste pene: da sola rende l'inferno insopportabile. Se una pulce in un orecchio o l'alterazione di una febbriciattola, rendono una breve notte così lunga e tormentosa, pensa a quanto deve essere spaventosa la notte dell'eternità con tanti tormenti! Da quell'eternità nascono la più nera disperazione, le bestemmie, una rabbia senza fine.
Affetti e propositi

Spaventa la tua anima con le parole di Isaia: O anima mia, come potrai vivere eternamente con quelle fiamme inestinguibili, dentro a quel fuoco che divora? Perché vuoi abbandonare per sempre il tuo Dio?
Riconosci di averlo meritato e molte volte. Ora voglio incamminarmi in senso contrario; perché dovrei sprofondare in quell'abisso?
Farò dunque ogni sforzo per evitare il peccato, sola causa possibile di quella morte eterna.
Ringrazia, offri, prega.

http://www.totustuus.org/Classici/Filotea/S.Fr_di_Sales.JPEG

Guelfo Nero
18-07-04, 11:11
Riporto in auge questo thread che spero di arricchire di immagini e riflessioni divote. Un thread quanto mai importante nei mesi estivi.

un saluto a tutti

Guelfo Nero :) :) :)

Ichthys
18-07-04, 13:33
Non pensi che siamo già nell'inferno?

Guelfo Nero
18-07-04, 14:06
Un po' si, quando il male trionfa dentro e fuori di noi. Ma nulla in paragone all'inferno, quello vero.

Guelfo Nero :)

Delaware
26-07-04, 16:49
Penso ai colleghi forumisti di Paganesimo e Politeismo (... azzo , ci sono anch'io !)

Guelfo Nero
27-07-04, 09:18
Pensare all'inferno spesso è la strada maestra per non andarci...
;) ;) ;)

Guelfo nero

Guelfo Nero
14-12-04, 01:33
Originally posted by guelfo nero
Pensare all'inferno spesso è la strada maestra per non andarci...
;) ;) ;)

Guelfo nero

Tempo di Avvento: tempo di attesa, tempo di riflessione...

Guelfo Nero :) :) :)

Luca
04-08-08, 20:30
DA LE "MASSIME ETERNE DI SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI" VESCOVO E DOTTORE DELLA CHIESA

"CONSIDERA COME NELL'INFERNO NON VI è FINE; SI PATISCONO TUTTE LE PENE, E TUTTE ETERNE.
SICCHè PASSERANNO CENT'ANNI DI QUELLE PENE, NE PASSERANNO MILLE E L'INFERNO ALLORA COMINCERà; PASSERANNO CENTOMILA E CENTO MILIONI, MILLE MILIONI DI ANNI E DI SECOLI E L'INFERNO SARà DA CAPO.
SE UN ANGELO A QUEST'ORA PORTASSE LA NOTIZIA AD UN DANNATO CHE DIO LO VUOL CAVARE DALL'INFERNO, MA QUANDO? QUANDO SARANNO PASSATI TANTI MILIONI DI SECOLI, QUANTE SONO LE GOCCE D'ACQUA, LE FRONDE DEGLI ALBERI, LE ARENE DEL MARE E DELLA TERRA, VOI VI SPAVENTERESTE MA è PUR VERO CHE QUEL DANNATO FAREBBE FESTA A QUESTA NOTIZIA, CHE NON FARESTE VOI SE AVESTE LA NOTIZIA DI ESSER FATTO RE DI UN GRAN REGNO.
SI, PERCHè DIREBBE IL DANNATO: è VERO CHE PASSERANNO TANTI SECOLI, MA VERRà UN GIORNO IN CUI FINIRANNO.
MA PASSERRANNO TUTTI QUESTI SECOLI...E L'INFERNO SARà DA CAPO.
OGNI DANNATO FAREBBE QUESTO PATTO CON DIO: SIGNORE, ACCRESCETE QUANTO VI PIACE LA MIA PENA, ALLUNGATELA PER TUTTO IL TEMPO CHE VI PIACE, BASTA CHE VI PONIATE TERMINE, E IO SONO CONTENTO.

MA NO, QUESTO TERMINE NON SARà MAI.

ALMENO IL POVERO DANNATO POTESSE INGANNARE Sè STESSO, E LUSINGARSI COL DIRE: CHI SA, FORSE UN GIORNO DIO AVRà PIETà DI ME, E MI LIBERERà DALL'INFERNO.
NO, IL DANNATO SI VEDRà SEMPRE SCRITTA IN FACCIA LA SENTENZA DELLA SUA DANNAZIONE ETERNA E DIRà: DUNQUE TUTTE QUESTE PENE CHE PATISCO, QUESTO FUOCO, QUESTA MALINCONIA, QUESTE GRIDA, NON HANNO DA FINIRE PER ME?

NO, GLI SARà RISPOSTO: MAI MAI MAI.

E QUANTO DURERANNO? SEMPRE SEMPRE SEMPRE.

OH MAI! OH SEMPRE! OH ETERNITà! OH INFERNO! COME MAI GLI UOMINI TI CREDONO E PECCANO, E SEGUITANO A VIVERE IN PECCATO!
FRATELLO MIO, STA ATTENTO, PENSA CHE ANCHE PER TE è PREPARATO L'INFERNO, SE PECCHI.
GIà ARDE SOTTO I TUOI PIEDI QUESTA ORRENDA FORNACE, E A QUEST'ORA CHE LEGGI, QUANTE ANIME VI STANNO CADENDO!
PENSA, CHE SE CADRAI UNA VOLTA, NON POTRAI USCIRNE MAI PIù.
E SE QUALCHE VOLTA HAI GIà MERITATO L'INFERNO, RINGRAZIA DIO CHE NON VI TI HA MANDATO E PRESTO TOGLITI DAL PERICOLO: PIANGI I TUOI PECCATI E PIGLIA I MEZZI PIù ADATTI CHE PUOI PER SALVARTI.
CONFESSATI SPESSO; LEGGI QUESTO O ALTRO LIBRETTO SPIRITUALE OGNI GIORNO, PRENDI LA DEVOZIONE A MARIA COL ROSARIO OGNI GIORNO, OSSERVA IL DIGIUNO IL SABATO.
NELLE TENTAZIONI RESISTI, CHIAMANDO GESù E MARIA, FUGGI LE OCCASIONI DI PECCARE, E SE DIO TI CHIAMA A LASCIARE IL MONDO, FALLO...FALLO!
OGNI COSA CHE SI FA PER SCAMPARE AD UN'ETERNITà DI PENA è POCO, è NIENTE!
"NULLA NIMIA SECURITAS UBI PERICLITATUR AETERNITAS" (SAN BERNARDO)
PER ASSICURARCI DELL'ETERNITà NON VI è CAUTELA CHE BASTI.
VEDI QUANTI ANACORETI PER SFUGGIRE ALL'INFENO SONO ANDATI A VIVERE NELLE GROTTE E NEI DESERTI? E TU CHE FAI, DOPO CHE TANTE VOLTE HAI MERITATO L'INFERNO? CHE FAI? CHE FAI? VEDI CHE TI DANNI!
DATTI TUTTO A DIO, E DIGLI: SIGNORE, ECCOMI, VOGLIO FARE TUTTO QUELLO CHE VOLETE DA ME. MARIA AIUTATEMI."

NON DOVREI AGGIUNGERE NULLA ALLA MAGISTRALE MEDITAZIONE DI SANT'ALFONSO MA PERMETTEMI DI AGGIUNGERE SOLO UNA PAROLA.
ANCH'IO, MENTRE SCRIVO QUESTO POST, PENSO A COLORO CHE SICURAMENTE SONO MORTI NEI VARI PUNTI DEL GLOBO IN QUESTE ULTIME ORE.
è PROBABILISSIMO CHE TRA COSTORO ALMENO ALCUNI (TEMO MOLTI) SIANO FINITI ALL'INFERNO.
PER MOLTI DI COSTORO, FINO A POCHE ORE FA, L'INFERNO ERA UNA COSA REMOTISSIMA, IMPROBABILE, INVENTATA "DAI PRETI" CUI NESSUN UOMO, DOTATO DI RAGIONE, AVREBBE MAI DOVUTO CREDERE.
ROBA DA MITOLOGIA, ROBA DA CATECHISMO!
ORA, NON SO SE CON PIù ORRORE, DOLORE O STUPORE, PER LORO L'INFERNO è LA REALTà, L'UNICA REALTà: LA VITA è UN SOGNO LONTANISSIMO E VAGHISSIMO, GLI AFFETTI LASCIATI NON DANNO CONSOLAZIONE E SVANISCONO.
L'UNICA REALTà PER LORO è UN OCEANO DI FUOCO MILIARDI DI VOLTE PIù POTENTE DI QUELLO NATURALE, DI URLA ASSORDANTI, DI BESTEMMIE, DI TORMENTO, DI ANGOSCIA, DI MALE SENZA POSSIBILITà DI RITORNO.
"OH, DIO MIO, DACCI UN'ORA SOLA! UN MINUTO SOLO! UN ISTANTE SOLO!
PER POTERTI CHIEDERE PERDONO OPPURE PER CONFESSARCI..."
LA RISPOSTA DI DIO è IL NO DELL'ETERNITà.
ALLORA COME SEMBRANO PICCOLI, ORRIBILMENTE PICCOLI I PECCATI CHE CI "ALLIETAVANO" IN VITA.
INOLTRE ALL'INFERNO SI è SEMPRE SOLI PERCHè LA PRESENZA DI MILIONI DI ANIME NON TOGLIE NULLA ALLA SOLITUDINE DI UN'ANIMA CHE HA SCELTO CON I SUOI PECCATI DI DANNARSI.
"HO PERSO TUTTO PER NULLA!" L'ANIMA DANNATA LO PENSA PER L'ETERNITà.


SANCTA MARIA, REFUGIUM PECCATORUM, ORA PRO NOBIS
SANCTE JOSEPH, TERROR DAEMONUM, ORA PRO NOBIS

GUELFO NERO

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