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Visualizza Versione Completa : E' ad Arezzo la più antica scultura del Medioevo



Tomás de Torquemada
12-09-02, 00:45
Dal sito www.ilnuovo.it

E' ad Arezzo la più antica scultura del Medioevo
L'autenticità dell'opera è confermata da un documento del 1179 scoperto da Anna Maria Maetzke, sovrintendente ai Beni artistici della città

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,150789,00.html

Tomás de Torquemada
12-09-02, 00:45
Dal sito www.ilnuovo.it

E' ad Arezzo la più antica scultura del Medioevo
L'autenticità dell'opera è confermata da un documento del 1179 scoperto da Anna Maria Maetzke, sovrintendente ai Beni artistici della città

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,150789,00.html

Österreicher
12-09-02, 12:08
http://www.ilnuovo.it/nuovo/images/304/volto.santo.arezzo_165x200.jpg

Österreicher
12-09-02, 12:08
http://www.ilnuovo.it/nuovo/images/304/volto.santo.arezzo_165x200.jpg

Nebbia
12-09-02, 14:25
AREZZO - Si trova nell'Aretino, per la precisione nella Cattedrale di San Sepolcro, la più antica scultura sacra medioevale. Si tratta del Volto Santo, un grandioso crocifisso tunicato in legno (2,71 metri per 2,90 metri), che solo dopo una serie di indagini scientifiche, necessarie per il suo restauro, ha svelato il segreto che custodiva da secoli. Anna Maria Maetzke, sovrintendente ai Beni artistici di Arezzo, ha fatto un'eccezionale scoperta: ha ritrovato un documento lucchese, datato 1179, che dimostra per la prima volta che il crocifisso di San Sepolcro è proprio l'originale Volto Santo di Lucca, il prototipo ritenuto perduto e che invece fu ceduto ai frati di San Sepolcro, dove fu ridipinto con la policromia oggi visibile.

Questo sorprendente ritrovamento conferma ulteriormente i risultati del restauro, eseguito dalla Soprintendenza di Arezzo tra il 1984 e il 1989, che attribuivano questa scultura all'epoca carolingia, con un'oscillazione cronologica tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, unico esempio in Europa di scultura monumentale del periodo.

Le novità, destinate a rivoluzionare le conoscenze delle origini della scultura medioevali, saranno presentate nella mostra 'La Bellezza del Sacro. Sculture medievali policrome', curata dalla sovrintendente Anna Maria Maetzke ad Arezzo, dove resterà aperta dal 13 settembre al 23 febbraio 2003 in cinque sedi (Basilica inferiore di San Francesco, Pieve di Santa Maria, Cattedrale, Loggia di San Donato e Museo statale d'arte medievale e moderna).

Fino al momento del restauro la scultura di San Sepolcro era stata pressoché ignorata dagli studiosi, che la consideravano una copia come altre del Volto Santo lucchese. Così poco conosciuta anche perché veniva scoperta soltanto una volta all'anno e in questa occasione il crocefisso veniva mostrato al pubblico sempre 'vestito'. Inoltre lo stato di degrado alterava e rendeva illeggibile l'opera: il modellato e la policromia erano completamente coperti da densi strati di ridipinture e di stucchi, sui quali era stata data, forse da secoli, una spessa vernice scura.

"La scultura - spiega Anna Maria Maetzke - è di altissima qualità: l'immediata sensazione che si prova non appena ci si ferma a contemplarla è che si tratti di una straordinaria immagine giunta a noi miracolosamente intatta da tempi assai lontani e luoghi indefiniti. Il Cristo indossa un'ampia tunica sacerdotale caratterizzata da dense pieghe di panno che l'ignoto scultore ha saputo rappresentare con mirabile realismo.

Ma quello che colpisce, e che rende questo Cristo assolutamente unico, è la grande testa dal volto bellissimo, sensibile ed intenso, fortemente comunicativo. Una testa molto grande, che si spiega con la collocazione che doveva essere ad altezza considerevole. Lo sguardo profondo, gli occhi straordinari, immensi, dalle grandi pupille nere, che riesce a dialogare con la folla dei credenti, uno ad uno".

Nebbia
12-09-02, 14:25
AREZZO - Si trova nell'Aretino, per la precisione nella Cattedrale di San Sepolcro, la più antica scultura sacra medioevale. Si tratta del Volto Santo, un grandioso crocifisso tunicato in legno (2,71 metri per 2,90 metri), che solo dopo una serie di indagini scientifiche, necessarie per il suo restauro, ha svelato il segreto che custodiva da secoli. Anna Maria Maetzke, sovrintendente ai Beni artistici di Arezzo, ha fatto un'eccezionale scoperta: ha ritrovato un documento lucchese, datato 1179, che dimostra per la prima volta che il crocifisso di San Sepolcro è proprio l'originale Volto Santo di Lucca, il prototipo ritenuto perduto e che invece fu ceduto ai frati di San Sepolcro, dove fu ridipinto con la policromia oggi visibile.

Questo sorprendente ritrovamento conferma ulteriormente i risultati del restauro, eseguito dalla Soprintendenza di Arezzo tra il 1984 e il 1989, che attribuivano questa scultura all'epoca carolingia, con un'oscillazione cronologica tra la fine dell'VIII e l'inizio del IX secolo, unico esempio in Europa di scultura monumentale del periodo.

Le novità, destinate a rivoluzionare le conoscenze delle origini della scultura medioevali, saranno presentate nella mostra 'La Bellezza del Sacro. Sculture medievali policrome', curata dalla sovrintendente Anna Maria Maetzke ad Arezzo, dove resterà aperta dal 13 settembre al 23 febbraio 2003 in cinque sedi (Basilica inferiore di San Francesco, Pieve di Santa Maria, Cattedrale, Loggia di San Donato e Museo statale d'arte medievale e moderna).

Fino al momento del restauro la scultura di San Sepolcro era stata pressoché ignorata dagli studiosi, che la consideravano una copia come altre del Volto Santo lucchese. Così poco conosciuta anche perché veniva scoperta soltanto una volta all'anno e in questa occasione il crocefisso veniva mostrato al pubblico sempre 'vestito'. Inoltre lo stato di degrado alterava e rendeva illeggibile l'opera: il modellato e la policromia erano completamente coperti da densi strati di ridipinture e di stucchi, sui quali era stata data, forse da secoli, una spessa vernice scura.

"La scultura - spiega Anna Maria Maetzke - è di altissima qualità: l'immediata sensazione che si prova non appena ci si ferma a contemplarla è che si tratti di una straordinaria immagine giunta a noi miracolosamente intatta da tempi assai lontani e luoghi indefiniti. Il Cristo indossa un'ampia tunica sacerdotale caratterizzata da dense pieghe di panno che l'ignoto scultore ha saputo rappresentare con mirabile realismo.

Ma quello che colpisce, e che rende questo Cristo assolutamente unico, è la grande testa dal volto bellissimo, sensibile ed intenso, fortemente comunicativo. Una testa molto grande, che si spiega con la collocazione che doveva essere ad altezza considerevole. Lo sguardo profondo, gli occhi straordinari, immensi, dalle grandi pupille nere, che riesce a dialogare con la folla dei credenti, uno ad uno".