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Qoelèt
16-09-02, 16:48
Santo Martire Mama (Memoria il 2 Settembre)

San Mama era originario di Gangres, in Paflagonia (Asia Minore). I suoi genitori, Teodoto e Rufina, erano fedeli cristiani e confessori della fede. Furono catturati dai pagani e imprigionati poichè si rifiutavano di rinnegare Cristo. Ed è proprio nel carcere che Mama vide la luce nel 260. Ma, dal momento che i suoi genitori morirono in prigione, il piccolo orfano fu adottato da una pia donna di nome Ammiana. Poichè era assai frequente che balbettasse mentre chiamava la madre adottiva, fu soprannominato "Mama". Giunto all'età di quindici anni, Mama fu, a sua volta, catturato dalle truppe imperiali per essersi rifiutato di sacrificare agli idoli, comportandosi conformemente alle sante prescrizioni che gli aveva lasciato Ammiana prima di morire, e per aver convinto i suoi compagni a seguire il suo valoroso esempio. Inizialmente fu consegnato a Democrito, il governatore di Cesarea di Cappadocia, poi fu condotti dall'Imperatore Aureliano in persona. Il tiranno, all'inizio, cercò di convincere il fragile ragazzo con molli e dolci parole; ma si accorse che l'anima di Mama era più dura di un diamante e più infiammata di zelo divino di una fornace ardente. Alla vista di un bambino che gli opponeva resistenza, Aureliano si incollerì, lui, il sovrano della più grande parte del mondo. Così lo consegnò alle più crudeli torture: frustate, pugni e calci, bastonate. Pensando che la sofferenza avesse avuto la meglio su Mama, gli disse: "Di' soltanto che tu hai sacrificato agli idoli e ciò sarà sufficiente per liberarti". Mama rispose: "Nè col cuore, nè con le labbra, mai rinnegherò il Cristo mio Salvatore, o imperatore! Anzi, ti ringrazio di avermi concesso, per mezzo dei supplizzi, di amare più intensamente e di unirmi ancor più a Cristo mio Re, che ha sofferto per la mia salvezza". In seguito, tutto il suo corpo fu bruciato da torce accese, fu preso a colpi di pietra e infine fu gettato nel mare, dopo avergli legato al collo una pesante palla di piombo. Ma fu miracolosamente liberato da un Angelo del Signore che lo trasportò su di un'alta montagna dominante Cesarea. Là trascorse una parte della sua vita, glorificando Dio con la preghiera continua, in compagnia delle fiere che gli offrivano come nutrimento il loro latte. In seguito, incoraggiato da un sogno divino, discese dalla montagna per consegnarsi ad Alessandro, il nuovo governatore della Cappadocia. Subì nuove torture che ebbero il solo effetto di mostrare con ancora più chiarezza la presenza della Grazia di Dio nella sua anima e nel suo corpo. Fu gettato in una fornace ardente, dove rimase, come i tre fanciulli ebrei nella fornace di Babilonia, a cantare alla gloria di Dio, protetto dalla morsa delle fiamme da una rugiada divina.

Infine, i soldati gli perforarono le viscere con una forca, ma Mama trovò la forza di abbandonare la città prima di rendere la sua anima a Dio. Allora fu udita una voce proveniente dall'alto che chiamava il Santo a riposarsi dalle fatiche nelledimore eterne.