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Qoelèt
16-09-02, 16:50
Santo ieromartire Babila, vescovo di Antiochia, e dei tre fanciulli che erano suoi discepoli (Memoria il 4 Settembre)

Il beato Babila successe a Zebino sul seggio di Antiochia, durante il regno dell'imperatore Numeriano (284 circa). Questo sovrano crudele e inumano aveva, tra gli altri misfatti, sacrificato agli idoli il figlio del re di Persia che gli era stato consegnato in cambio della pace. Allo stesso modo aveva deciso di perseguitare i cristiani e di profanare le loro chiese. Un giorno, volendo entrare nella chiesa di San Babila, il vescovo stesso, senza alcun timore nei confronti degli uomini e pieno di zelo divino, si fece spazio tra i membri della scorta dell'imperatore e si pose davanti a Numeriano, con la mano tesa verso il suo petto, al fine di impedirgli di entrare. Sorpreso, temendo di sollevare la pretesta dei cristiani che là erano riuniti in grande numero, l'imperatore non disse niente e uscì. Ma il giorno dopo, incaricò i suoi soldati di catturare il vescovo allo scopo di farlo comparire in tribunale. Le adulazioni e le minacce non riuscirono in nessun modo a indebolire la fede di San Babila. Dal momento che questo interrogatorio rischiava di essere vantaggioso per i cristiani, mostrando che, con il Cristo, il mondo è vinto, il tiranno obbligò il santo vescovo a portare pesanti catene al collo e ai piedi, facendolo camminare per tutta la città e credendo così di coprirlo di vergogna davanti al popolo. Ma, pur conservando la sua dignità, Babila si rivolse all'imperatore dicendo: "Queste catene che tu credi costituire per me una vergogna, in realtà sono un ornamento ancora più splendente della tua veste di porpora e del tuo diadema."

San Babila aveva, tra i suoi discepoli, tre giovani fratelli che, per l'affetto che nutrivano per il loro padre in Cristo, l'avevano seguito fino in prigione. Anche loro comparvero al cospetto dell'imperatore affinché fossero costretti a rinnegare il Cristo. Ma questi fanciulli, quanto a saggezza, erano dei veri anziani. Misero in ridicolo il tiranno e la vanità dei suoi poteri. Anche la loro madre fu trascinata in tribunale e mostrò la stessa fermezza.

L'imperatore la fece schiaffeggiare e ordinò di infliggere ai tre fanciulli un numero di bastonate pari alla loro età. Allora, fu fatto di nuovo entrare San Babila nel pretorio e Numeriano tentò di fargli credere che i suoi discepoli avevano rinnegato il Cristo e che erano pronti a sacrificare agli idoli. Ma Babila era certo della fede dei suoi discepoli e persuase l'imperatore del contrario. Quest'ultima audacia ebbe come unico effetto quello di scatenare l'ira dell'impotente Numeriano. Così ordinò la decapitazione del santo vescovo e dei suoi discepoli, permettendo loro un cammino più rapido verso la patria celeste.