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Visualizza Versione Completa : Vivisezione- campagna LAV



Ghibli
19-09-02, 13:36
Per vivisezione, o sperimentazione "in vivo", si intende qualsiasi esperimento eseguito su animali o esseri umani.
Ogni anno, solo in Italia, più di 974.000 animali (fonte: Ministero della Sanità 1999, dati autocertificati dagli stessi sperimentatori), ovvero più di 3.000 al giorno, tutti i giorni, vengono utilizzati per prove di laboratorio. Queste prove, molto ripetitive, spesso richieste da leggi antiquate, forniscono risultati inapplicabili all'uomo e di conseguenza, oltre ad essere inutili, hanno di frequente fermato, per anni, l'impiego di sostanze a noi preziose, così come hanno causato infiniti danni farmacologici, dai meno gravi e diffusi ai peggiori. Le stesse prove vengono ripetute successivamente, con altre forme e tempi, sul destinatario ultimo del prodotto: l'uomo. A causa della presunta "tutela" fornita dalla vivisezione, questo avviene troppo spesso senza la dovuta cautela oltre che frequentemente senza un effettivo consenso informato ed il diretto beneficio delle persone che subiscono la sperimentazione.



Quali animali vengono usati?


Gatti, cani, primati, cavalli, ratti, topi, mucche, maiali, pecore, piccioni, furetti, rettili, pesci, uccelli, provenienti da allevamenti o, per alcune specie, da catture in natura. Ma non vi è una sola specie che possa essere modello sperimentale per un'altra specie. Gli animali sono simili a noi nel percepire il dolore, l'apprensione, la paura. Ma sono diversi per i meccanismi di assimilazione, per struttura fisica e biochimica. E poi gli animali da laboratorio, spesso selezionati ed oggi anche manipolati geneticamente, sono esseri viventi che nulla più hanno a che fare con i loro simili in libertà, così come le malattie che vengono loro inoculate artificialmente nulla hanno a che fare con quelle che il corpo produce spontaneamente.
Chi sperimenta sugli animali dice che sono abbastanza "simili" all'uomo. Ma in termini di vera scienza, il concetto di "simile" è del tutto privo di valore. Se qualcuno ti dicesse che nella stanza accanto non c'è ossigeno, ma un gas molto "simile" all'ossigeno, ci entreresti? Se ti servisse una trasfusione di sangue, la faresti con una sostanza molto "simile" al sangue umano (come il sangue di scimpanzè)?




Responsabile Campagna vivisezione:
Gianluca Felicetti g.felicetti@infolav.org


Fonte
Sito LAV- Lega Antivivisezione (http://www.infolav.org)

Vassilij
19-09-02, 14:13
L' ANTIVIVIZIONISMO ETICO

La parola vivisezione letteralmente, significa sezionare da vivo, ma questo non avviene certo in tutti gli esperimenti compiuti sugli animali. Perciò, chi esegue questi esperimenti preferisce usare il termine, più blando, di sperimentazione animale; ma qualsiasi termine si usi, gli esperimenti sugli animali sono SEMPRE cruenti, la sofferenza e la violenza sono sempre presenti.

Da un punto di vista etico non può esserci alcuna giustificazione a questo massacro legalizzato. Chi sostiene la vivisezione, per porre in difficoltà l'avversario, che accusa di sentimentalismo nei confronti degli animali, non trova di meglio che far leva, lui stesso, sul sentimentalismo e sulle emozioni, ma di verso opposto, quelle dettate dall'egoismo, dal morte tua, vita mia. Chiedono dunque:Ma preferite salvare un topo o un bambino? Ma e' qui che sbagliano: perché noi vogliamo salvare sia il topo che il bambino, perché non bisogna mai mettersi nelle condizioni di dover scegliere tra due mali. Al di là delle considerazioni scientifiche, secondo cui con la vivisezione non si salva ne' l'uno ne' l'altro, occorre capire che una scienza che faccia sua la massima il fine giustifica i mezzi e' una scienza malata, che potrà così giustificare qualsiasi atrocità, sia sugli animali non umani che sull'uomo, pur di trovare un fine abbastanza elevato per il quale abbassarsi a mezzi meschini.

Citiamo una frase, molto nota e molto vera, di un filosofo, Jeremy Bentham. Egli disse:
Il problema non e' possono ragionare ?, ne' possono parlare ?, ma possono soffrire?

Perché, possiamo aggiungere, se anche un essere umano fosse sottoposto a quelle torture, non e' certo il suo saper parlare o il suo saper risolvere equazioni differenziali, ne' il suo quoziente di intelligenza a farlo soffrire di più, o di meno. Einstein o un cerebroleso soffrirebbero allo stesso modo. E allo stesso modo soffrono gli animali, e chi e' colpevole di queste sofferenze commette un orrendo crimine, in qualsiasi modo voglia giustificarsi, davanti agli altri o di fronte alla sua coscienza, sia che lo faccia credendo di far del bene all'umanità' sia che lo faccia (come molto spesso avviene) solo per motivi di carriera e di prestigio.

Vassilij
19-09-02, 14:16
Esempi di vivisezione......:(



http://www.universoetico.it/dirittoevita/Immagini_Crudeltà_Umana/Mostra_Fotografica/Immagini_Mostra_fotografica/foto03.jpg



Esperimento sulla malattia del sonno trasmesso dalla mosca tse-tse: sulle orecchie del coniglio sono fissate gabbie contenenti mosche tse tse che si nutrono del sangue dell'animale. (Langford, Somerset, UK)
Foto tratta da: Annual Pictorial Review della Scottish Society for the Prevention of Vivisection. (Epoca: anni 50 - primi anni 70)

Vassilij
19-09-02, 14:19
http://www.universoetico.it/dirittoevita/Immagini_Crudeltà_Umana/Mostra_Fotografica/Immagini_Mostra_fotografica/foto10.jpg


Gli elettrodi impiantati nel cervello di questo gatto stanno producendo una infezione. Notate il pus sulla sua fronte.
Foto tratta da: Beyond the laboratory Door, Animal Welfare Institute, 1985, USA. (Epoca: anni 1970 - 1980)

Silvia
19-09-02, 18:27
Gli animali usati per la sperimentazione vengono devocalizzati per impedire loro di urlare… Vengono avvelenati, ustionati, accecati, affamati, mutilati, congelati, decerebrati, schiacciati, sottoposti a ripetute scariche elettriche attraverso elettrodi conficcati nel cervello, infettati con qualsiasi tipo di virus o batterio, anche quelli che non colpiscono gli animali, come il treponema pallidum per la sifilide o l'HIV per l'AIDS.
Inoltre, il 63% degli esperimenti (dati britannici) viene compiuto senza anestesia, un altro 22% con anestesia solo parziale.
Particolarmente crudeli sono gli esperimenti di psicologia, perché sottopongono gli animali ad ogni forma di stress fisico e psicologico, nel tentativo assurdo di riprodurre e studiare le malattie mentali degli esseri umani e le loro cause. Si compiono, ad esempio, migliaia di esperimenti sulla "deprivazione materna", sull'isolamento e sull'aggressività.

E il tutto è ancora più crudele in quanto, oltre che inutile, è ormai superato… Prendiamo ad esempio il Draize test, un test di tossicità che misura l'irritabilità di una sostanza versandola negli occhi e sulla pelle di decine di conigli, lasciandola lì per ore o giorni, finché non avvenga la necrosi dell'organo. Ebbene, questo test, inventato nel 1944, continua ad essere usato, immodificato: è una della tante dimostrazioni di come queste pratiche proseguano solo per inerzia e di come non si voglia realmente progredire verso metodi più scientifici. Lo stesso discorso vale anche per il test LD50, utilizzato per la prima volta nel 1927, in cui si somministrano dosi crescenti di una sostanza a diversi animali fino alla morte del 50% di essi.

Eppure non mancano metodi alternativi alla vivisezione... La ricerca clinica, ad esempio, lo studio diretto dei pazienti (tramite i moderni strumenti di analisi non-invasivi), l’epidemiologia, autopsie e biopsie, colture in vitro di cellule e tessuti umani, simulazioni al computer: tutti medodi più affidabili, e addirittura più "scientifici", dei test sugli animali… :(

Liberamente tratto dal sito: www.antivivisezione.it

Silvia
19-09-02, 18:35
E, se avete lo stomaco forte, ecco una galleria d’immagini (http://www.disinformazione.it/vivisezione.htm) molto più eloquente di qualsiasi parola… :(

Silvia
22-09-02, 13:16
Solo il 30% degli esperimenti riguarda in qualche modo la medicina (“in qualche modo” perché, tra questi, sono compresi anche esperimenti come, ad esempio, innestare la testa di un cane piccolo sul collo di cane grosso, o tenere artificialmente in vita cervelli di scimmia separati dal corpo…).
Il restante 70% degli esperimenti servono per testare prodotti cosmetici (rimmel, ombretti, ciprie, deodoranti, rossetti, profumi, lozioni dopo barba…), industriali (detersivi, saponi, cere, inchiostri, fluidi anticongelanti, carta da imballo…), bellici (gas nervini e tossici, radiazioni atomiche, nuovi proiettili…), per prove psicologiche comportamentali o anche per acquisire una cognizione “scientifica” qualsiasi.
Insomma, intorno alla vivisezione ruotano interessi economici notevolissimi, connessi con tutte le branche dell’attività dell’uomo, ed è questo il vero motivo per cui la “scienza” continua ad accanirsi su poveri esseri innocenti… :(


Gli interessi legati alla vivisezione di Stefano Cagno

La vivisezione sopravvive non perché contribuisce al progresso scientifico, ma perché è utile a chi la pratica. I vantaggi che si ottengono sono sostanzialmente economici e di carriera. Intorno alla vivisezione ruotano molti soldi direttamente legati all'allevamento e alla stabulazione degli animali da esperimento, oppure alla loro cattura (per esempio le scimmie), nonché alla produzione di tutto il necessario per il loro mantenimento e infine per l'esecuzione degli esperimenti. Ma è a livello industriale che si concentrano i maggiori interessi. Grazie alla vivisezione infatti le industrie farmaceutiche si tutelano dalle possibili denunce di quanti hanno subito effetti collaterali dei farmaci assunti. Inoltre l'estrema variabilità dei risultati permette di ottenere quanto desiderato semplicemente cambiando la specie su cui si compie l'esperimento. Così le industrie farmaceutiche possono dimostrare praticamente l'utilità o l'innocuità di qualsiasi sostanza. Anche a livello universitario però la vivisezione fornisce significativi vantaggi a chi la compie. Gli esperimenti sugli animali permettono infatti facili e veloci pubblicazioni su riviste scientifiche, condizione questa necessaria e indispensabile per compiere altrettanto facili e veloci carriere universitarie, fonte a loro volta di fama e soldi. Esistono però anche molti scienziati in buona fede che, abituati a ritenere la vivisezione utile al progresso scientifico, non sono in grado di mettere in discussione questo dogma. Questa visione antistorica della ricerca viene insegnata già al primo anno delle Facoltà scientifiche e rinforzata in seguito. Così lo studente al momento della laurea, pur avendo gli strumenti scientifici adeguati per farlo, non sarà più in grado di mettere in discussione l'utilità della vivisezione.

Tratto da: Oltre i cancelli per l'inferno. Viaggio nel mondo della vivisezione, Lega Antivivisezionista (LEAL) - Via Settala 2, 20124 Milano, tel. 0229401323