Österreicher
22-09-02, 20:33
L'intervento di Ortner & Ortner sulla fabbrica di Fischer von Erlach. Per ospitare più di 20 istituzioni dedicate ad arti visive, architettura, musica, teatro, danza. Una trasformazione culturale che è anche implicitamente politica
di Paolo Cesaretti. Quante guide turistiche da riscrivere, e quante mappe e quante cartine da aggiornare, ma soprattutto, e in pratica, quanti giorni di viaggio e di ricerca prevedere e programmare, adesso, a Vienna - la città madre di tante inquietudini e scavi ma anche di svaghi e divertimenti e meticciati (e non xenofobie) culturali della modernità - se dal maggio all'ottobre del 2001, e proprio lì, non in qualche periferia da riciclare, ma in pieno centro, nella Museumsplatz, e dunque al fianco dell'immancabile e prediletto Kunsthistorisches, si inaugura un complesso museale - o forse andrà definito uno spazio polifunzionale - o magari e anche un "campo d'energia" culturale, come lo definiscono i progettisti (Ortner & Ortner, Berlino) - che ambisce a presentarsi (con poco understatement mitteleuropeo, però; e semmai nell'adesione ai clichés quantitativi dell'intrattenimento di massa globalizzato) come "uno dei dieci maggiori al mondo?" Sappiamo che si chiamerà MQ, MuseumsQuartier, e che ospiterà più di venti istituzioni culturali, dedicate alle arti visive, all'architettura, al teatro, alla musica, alla danza, una persino alla storia del tabacco. Ed è facile pronosticare che MQ diventerà molto presto una sigla e forse anche una griffe artistica a denominazione d'origine controllata o anche a certificazione di qualità Iso, con tanto di merchandising "dedicato", come accade all'enogastronomia di qualità e anche al titanico Guggenheim di Bilbao o al Nuovo Getty Center di Los Angeles.
di Paolo Cesaretti. Quante guide turistiche da riscrivere, e quante mappe e quante cartine da aggiornare, ma soprattutto, e in pratica, quanti giorni di viaggio e di ricerca prevedere e programmare, adesso, a Vienna - la città madre di tante inquietudini e scavi ma anche di svaghi e divertimenti e meticciati (e non xenofobie) culturali della modernità - se dal maggio all'ottobre del 2001, e proprio lì, non in qualche periferia da riciclare, ma in pieno centro, nella Museumsplatz, e dunque al fianco dell'immancabile e prediletto Kunsthistorisches, si inaugura un complesso museale - o forse andrà definito uno spazio polifunzionale - o magari e anche un "campo d'energia" culturale, come lo definiscono i progettisti (Ortner & Ortner, Berlino) - che ambisce a presentarsi (con poco understatement mitteleuropeo, però; e semmai nell'adesione ai clichés quantitativi dell'intrattenimento di massa globalizzato) come "uno dei dieci maggiori al mondo?" Sappiamo che si chiamerà MQ, MuseumsQuartier, e che ospiterà più di venti istituzioni culturali, dedicate alle arti visive, all'architettura, al teatro, alla musica, alla danza, una persino alla storia del tabacco. Ed è facile pronosticare che MQ diventerà molto presto una sigla e forse anche una griffe artistica a denominazione d'origine controllata o anche a certificazione di qualità Iso, con tanto di merchandising "dedicato", come accade all'enogastronomia di qualità e anche al titanico Guggenheim di Bilbao o al Nuovo Getty Center di Los Angeles.