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Visualizza Versione Completa : Profeti e profezie



Tomás de Torquemada
25-09-02, 21:38
Dal sito http://roswell.fortunecity.com/quatermass/421/

Le profezie della Monaca di Dresda

Di questa religiosa si sa per certo che visse tra il 1680 e il 1706, in un convento sulle rive dell'Elba e che era semianalfabeta, alcune testimonianze velano di ulteriore mistero la figura di questa veggente, che quando entrava in una dimensione di mistico deliquio parlava correttamente la lingua di Nostro Signore, il greco e il Latino.

Si trattò probabilmente di un personaggio carismatico, che seppe
"vedere nella dimensione senza tempo, dove non ci sono i segreti di luogo, di lingua e di persona".

Uno dei messaggi più significativi di questa veggente riguarda le tre piaghe della purificazione, da riferirsi alla "fine dell'età del figlio", ovvero al Duemila.
"In quel tempo si renderà necessaria una pulizia generale, perchè
l'uomo avrà fatto scempio di ogni cosa. E la pulizia richiederà sofferenza e dolori per tutta l'umanità, perchè tre piaghe verranno a mondare la fine di questo tempo [...]. Ci sarà una pestilenza mortale (1), che cadrà come una pioggia e colpirà sopratutto i corrotti nella carne, i viziosi, i figli si Sodoma e Gomorra. E poi ci sarà il fuoco (2); ma nessuno vedrà le fiamme e nessuno vedrà il fumo. E tutto sarà trasformato in cenere e quella cenere conterrà la morte [...].
E poi ci sarà la grande siccità e la grande fame e sulla terra si apriranno ferite profonde e non crescerà più il grano; ma cresceranno solamente erbe avvelenate [...].
E tutto questo avverrà in un tempo in un tempo in cui l'uomo
avrà sperperato il grano e avrà sperperato l'acqua."

(1) AIDS
(2) Guerra Atomica

La veggente predice poi gli ultimi pontefici che precedono la nuova età delle catacombe; per ogni pontefice c'è un simbolo.
Giovanni XXIII è simboleggiato dal "Cavallo rosso, segno del precursore"
Paolo VI dal "Cavallo Nero, segno di Beniamino"
Giovanni Paolo I dal "Cavallo Bianco, segno di pietà"
Giovanni Paolo II "dall'angelo Mastro di Giosafat, con il segno dei dodici"
Il successore con "Angelo della pietà con il segno del martirio"
vi e un parallelo con le profezie di Malachia e altre, infatti secondo
le profezie vi saranno ancora due pontefici prima della fine!

Altre profezie della Monaca di Dresda sono ancora più significative; tra queste va ricordata la "visione" sulla conversione della Russia. La veggente vede difatti "bruciare e risorgere la Croce di Cristo sulla grande piazza della santa Russia". Altri messaggi ci dicono che il successore di Pietro andrà a benedire il cuore della grande Russia". La Monaca di Dresda insiste su questa profezia, dicendo che "sulla terra della santa Russia, il Salvatore verrà crocifisso e risorgerà sfolgorante di gloria [...] e la sua luce sarà la resurrezione di tutto il mondo".
Da notare che la conversione della Russia al cattolicesimo viene
predetta in moltissime altre profezie.
Prima di arrivare "alla resurrezione del mondo", però sarà necessario superare le "giornate dell'arcangelo Michele", che purificheranno "i venti". Saranno queste le giornate del dolore perchè il passaggio da un vecchio regime a una nuova "forma di vita" non sarà indolore.
Quando le giornate dell'Arcangelo Michele saranno trascorse da tutta la Russia s'innalzerà al cielo un suono festoso di campane.

In un altra profezia la veggente dice testualmente: "arriverà un giorno in cui l'acqua avrà l'odore della carne morta e in cui tutta la terra diventerà un enorme letamaio", "verso la fine tutto sarà un veleno perchè sarà l'uomo che avrà decretato di uccidere l'uomo.
Il ventre marcio della terra farà più morti della guerra. Ma ben pochi combatteranno per la pace e poi tutto sarà marcio. E poi tutto sarà morte. All'alba dell'età dello spirito, il ventre enorme della terra verrà riempito di zolfo e poi verrà purificato."

La Monaca di Dresda specifica il periodo in cui si insiederà sulla terra l'epoca della "grande confusione e dell'incomunicabilità".
La veggente, infatti, circoscrive fra due date quest'evento:
"Tra il 1850 e il 2000 verrà edificata sulla terra un'enorme quantità di Torri di Babele. Tutti parleranno ma nessuno riuscirà ad intendere ciò che dicono gli altri e le macchine aumenteranno la confusione, perchè giungerà tempo in cui la voce dell'uomo non conterà più, ma sarà la macchina a parlare. E nessuno capirà quella parola".

In modo preciso si profetizza anche l'insediamento della corte di Lucifero sulla terra. La veggente dice difatti che ciò avverrà tra il 1940 e il 2010, quando "dominerà sulla terra la gerarchia satanica, guidata da un demone che parlerà la lingua di Attila, ma che indosserà le vesti di Cesare".

Si prevede quindi un inganno, giacché Attila si vestirà da come Cesare. E sarà con l'inganno che il mondo intero sarà "guidato"
negli ultimi tempi.

Tomás de Torquemada
10-06-03, 20:19
Dal sito http://cosco-giuseppe.tripod.com/index.htm

I SEGNI DELLA "FINE DEI TEMPI" SONO GIA’ PRESENTI?
di Giuseppe Cosco

Quando i discepoli, sul monte degli Ulivi, chiesero a Gesù: <<Dicci, quando accadranno queste cose, quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?>> (Matteo XXIV, 3). Egli rispose che prima vi sarebbero stati gravi pestilenze (Luca XXI, 11), terribili terremoti (Matteo XXIV, 7; Marco XIII, 8; Luca XXI, 11; Apocalisse VI, 12-24), <<fragore del mare e dei flutti>> dagli effetti devastanti (Luca XXI, 25). Vi saranno grandi carestie (Matteo XXIV, 7: Marco XIII, 8; Luca XXI, 11), segni nei cieli e sconvolgimenti delle stagioni, (Luca XXI, 25), guerre e rivoluzioni (Matteo XXIV, 6; Marco XIII, 7, 8; Luca XXI, 9). <<Frattanto questo vangelo del regno sarà annunziato in tutto il mondo, perché‚ ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine>> (Matteo XXIV, 14) ma prima verranno <<falsi Cristi e falsi profeti>> (Matteo XXIV, 11, 24; Marco XIII, 22) e <<deve venire l'Anticristo...>> (1 Giovanni II, 18) perché‚ <<Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà essere rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione>> (2 Tessalonicesi II, 3). Infine, prima della fine del mondo, gli ebrei si riuniranno nuovamente e si convertiranno in massa.

Le Royer predisse che prima del manifestarsi dell'Anticristo <<la Terra sarà agitata in differenti luoghi da terremoti spaventosi>>. La veggente vede in una delle sue visioni profetiche <<le montagne che si spostano e poi scoppiano. E da queste montagne escono fumo e zolfo, che riducono in cenere città intere>>. La Monaca di Dresda profetizzò tempi futuri nei quali <<la terra sembrerà mobile come l'onda del mare; e le quercie secolari si metteranno a danzare come tanti fuscelli; e l'acqua dei fiumi abbandonerà i suoi corsi per invadere le città; e la terra aprirà ferite enormi per inghiottire paesi e città, come la bocca dell'uomo inghiotte un pezzo di pane. E tutto sarà devastato in questi tempi dell'ira...>>. I terremoti in questo scorcio di secolo, effettivamente, si stanno susseguendo con inaudita violenza. In effetti, il nostro, è un secolo di sciagure. Padre Porthos Melbach, il solo zingaro che sia stato ordinato sacerdote cattolico, domenica 6 agosto del 1961 sconvolse i fedeli quando, durante l'omelia, affermò: <<La Fine dei Tempi annunciata dalle Scritture è venuta. Vi sono stati sette grandi terremoti nel XVII secolo, otto nel XVIII e sono già molti di più nel XX...>>.

Le cinque principali religioni prevedono tutte la fine di questo mondo. Riassumendo i tempi della fine e della resurrezione dei morti, nella religione ebraica, il salmista dice: <<I Cieli e la Terra periranno... Tu li avvolgerai come un mantello e saranno cambiati>> (Salmo, CI, 27) e <<Dai quattro venti, o spirito, soffia, soffia sopra questi morti affinchè‚ abbiano vita>> (Ezechiele, XXXVII, 9). I rinati poi <<vedranno i cadaveri degli uomini che si sono ribellati contro di Me; poiché‚ il loro verme non morrà, il loro fuoco non si spegnerà>> (Isaia, LXVI, 24). Nel cristianesimo, il premio e il castigo finale è più incisivo. Alla fine <<Si raduneranno dinanzi a Lui tutte le genti e separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri>> (Matteo XXV, 32) e ai salvati Gesù dirà: <<Venite benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Agli altri dirà: Andate via da Me nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e gli angeli suoi>> (Matteo XXV, 34, 41).

Nella religione musulmana vi è, anche, la certezza di un universo che è destinato a finire trascinandosi dietro, nella sua rovina, i malvagi; mentre gli eletti rivivranno perché‚ <<Dio è la verità assoluta: Egli ridona ai morti la vita, è proprio Onnipotente! ...l' -ora- è già in cammino senza dubbio e il Dio risusciterà coloro che stanno nelle tombe>> (Corano XXII, 6, 7) mentre i malvagi, <<i seminatori di scandalo che intralciano il sentiero di Dio... saranno raggiunti dal doloroso castigo>> (Corano XXII, 25) e <<nel giorno della resurrezione striscianti sulle loro facce, accecati e muti e sordi. Il gahannam sarà loro rifugio... Quello sarà il loro compenso...>> (Corano XVII, 97, 98).

Nell'Induismo il mondo avrà, pure, una fine, infatti <<Al cadere della notte di Brahma il Manifesto, tutte le varietà degli esseri sono annientate>> (Bh. Gita VIII, 18), si ha la grande consumazione di ogni cosa (Mahapralaya) e come afferma la corrente di Krishna: <<Le anime devote a Krishna convergono nel suo Paradiso... luogo della felicità eterna dove si possono soddisfare tutti i desideri>>, senza essere più soggetti al ciclo delle morti e delle rinascite. E' questo un <<mondo eterno al di là della materia... Mondo supremo che non perisce mai... Questo mondo è la Mia Dimora assoluta>> (Bh. Gita VIII, 19-21). Per i peccatori vi saranno diversi tipi di pene, tutte però temporanee, che serviranno a purificarli. Il buddismo assicura che <<Alla fine della fase involutiva ogni cosa e ogni essere vivente sono riassorbiti. Si determina un vuoto di Brahma ove si formano le premesse di una nuova creazione>>. La corrente Mahayana parla di <<Paradisi dei Bodhisattva ove si raccolgono le anime dei loro devoti le quali... possono tendere alla liberazione senza più reincarnarsi>>. In luoghi di pena, di vario tipo, ristagneranno le anime di quelli non più recuperabili. Ma quando verrà la Fine dei Tempi?

Sant’Agostino, a tal proposito, in una sua epistola a Esichio, rispose: <<Tu mi citi l’Evangelo che dice: "Quanto poi a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, neppure gli Angeli del cielo" ebbene, se non lo possono sapere gli Angeli del cielo, quanto meno noi! Perciò ti dico che né io né alcun altro potrà mai dirti né il giorno, il mese, e neppure l’anno…>>. E’ contro la volontà di Dio anche voler accelerare questa Fine. Il profeta Isaia (5,19) lanciò contro costoro una terribile naledizione: <<Guai a coloro che dicono: "Si affretti, si acceleri l’opera Sua / affinché possiamo vederla; / si avvicini, si realizzi il progetto del Santo d’Israele / e lo riconosceremo". / Guai a coloro che chiamano il male bene e bene il male / che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre>>.

Tomás de Torquemada
03-12-03, 01:30
Dal sito http://members.xoom.virgilio.it/ikthys/index.htm

LE PROFEZIE DI SAN GIOVANNI BOSCO
Le "profezie" che seguono sono tratte dal libro I sogni di Don Bosco (Torino, editrice Elle Di Ci).
Il 15 gennaio 1870, il santo avrebbe avuto la «visione» di terribili avvenimenti destinati a sconvolgere la terra, in particolare Parigi, e Roma.

[…] La vigilia dell'Epifania dell'anno corrente 1870, scomparvero gli oggetti materiali della camera e mi trovai in presenza di cose sovrannaturali.
Fu cosa di brevi istanti, durante i quali io vidi molte cose. Sebbene di forma, di apparenze sensibili, tuttavia non si possono, se non con grande difficoltà, comunicare agli altri con segni esterni e sensibili.
Se ne ha un'idea da quanto segue. C'è la parola di Dio, accomodata alla parola dell'uomo.
La guerra viene del Sud; la pace viene dal Nord.
Le leggi di Francia non riconoscono più il Creatore, ma il Creatore si farà conoscere e la visiterà per tre volte con la verga del suo furore.
La prima volta, Egli abbatterà la sua superbia con le sconfitte, con il saccheggio e con la strage dei raccolti, degli animali e degli uomini. La seconda volta, la grande prostituta di Babilonia, quella che i buoni chiamano il "Postribolo d'Europa", sarà privata del capo, in preda a disordini! Parigi… Parigi! Invece di armarti nel nome del Signore, tu ti circondi di case di immoralità! Ma esse saranno distrutte da te stessa! L'idolo tuo, il Panteon, sarà incenerito, affinché si avveri che mentita est iniquitas sibi (l'iniquità ha mentito a sé stessa).
I tuoi nemici ti metteranno nelle angustie, nella fame, nello spavento e nell'abominio delle nazioni. Ma guai a te se non riconoscerai la mano di chi ti percuote! Io voglio punire l'immoralità, l'abbandono, il disprezzo della mia legge! La terza volta, tu cadrai in mano straniera: i tuoi nemici vedranno da lontano i tuoi palazzi in fiamme, le tue abitazioni divenute un mucchio di rovine, bagnate dal sangue dei tuoi prodi che non sono più! Ma ecco un gran guerriero dal Nord che tiene, nella sua mano destra, uno stendardo sul quale è scritto: "Irresistibile mano del Signore!".
In quell'istante il venerabile Vegliardo del Lazio gli andò incontro, sventolando una fiaccola ardentissima. Allora, lo stendardo si dilatò, e di nero che era divenne bianco come la neve. Nel mezzo dello stendardo, in lettere d'oro, stava scritto il nome di COLUI che tutto può! Il guerriero e i suoi si inchinarono, profondamente, davanti al Vegliardo, e si strinsero le mani.
Ora la voce del Cielo è per il Pastore dei pastori: Tu e i tuoi assessori, sei nella grande riunione, ma il nemico del bene non si dà un attimo di pace; egli studia e pratica ogni articolo contro di te. Egli seminerà discordia tra i tuoi assessori, susciterà nemici tra i miei figli. Le potenze del secolo vomiteranno fuoco e vorranno spegnere le parola dei guardiani della mia legge. Ma questo non avverrà! Faranno del male, sì, ma lo faranno a sé stessi. Tu, affrettati! Se le difficoltà perdureranno, vengano stroncate! Se tu ti troverai in difficoltà, non arrestarti, ma continua finché non verrà troncato il capo dell'idra dell'errore.
Questo colpo farà tremare la terra e l'inferno, ma il mondo verrà assicurato e i tuoi buoni esulteranno. Tieniti attorno a te anche solo due assessori, ma ovunque tu andrai, continua e termina l'opera che ti fu affidata. I giorni corrono veloci, i tuoi anni avanzano verso la tua ora segnata, ma la grande regina sarà sempre il tuo aiuto e, come per il passato, così per l'avvenire sarà sempre magnum et singulare in Ecclesia præsidium (grande e singolare difesa della Chiesa)!
Ma tu Italia, terra di benedizioni, chi ti ha immersa nella desolazione? Non dire: nemici, ma gli amici. Non senti che i tuoi figli domandano il pane della Fede e non trovano chi loro lo spezzi? Che farò?… Io picchierò i pastori, Io disperderò il gregge, affinché coloro che siedono sulla cattedra di Mosè cerchino dei buoni pascoli e il gregge ascolti docile e si nutra.
Ma sopra il gregge e sopra i pastori peserà la mia mano: la carestia, la pestilenza e la guerra faranno sì che le madri dovranno piangere il sangue dei figli e dei mariti, morti su terra nemica!
E di te Roma, che sarà?… Roma ingrata, Roma effeminata, Roma superba!… Tu sei giunta a tale che non cerchi altri, né altro ammiri nel tuo Sovrano se non il lusso, dimenticando che la tua e la sua gloria sta nel Golgota!… Ora egli è vecchio, cadente, inerme, spogliato; però con la sua sola parola, egli fa tremare il mondo!
Roma!… Io verrò quattro volte a te!… La prima volta, percuoterò le tue terre e gli abitanti di esse. La seconda volta, porterò la strage e lo sterminio fino alle tue mura. La terza volta, abbatterò le difese e i difensori, e per comando del Padre installerò il regno del terrore, dello spavento e della desolazione!
Ma i miei saggi fuggono, la mia legge è calpestata… perciò io ritornerò per la quarta volta. E allora guai a te se la mia legge sarà ancora un nome vano! Vi saranno prevaricazioni tra i dotti e gli ignoranti; e il tuo sangue e quello dei tuoi figli laveranno le macchie che tu fai alle leggi del tuo Dio. La guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini. Dove saranno, allora, o ricchi, le vostre magnificenze, le vostre ville, i vostri palazzi?… Saranno diventati la spazzatura delle piazze e delle strade!
E voi, sacerdoti, perché non correte a piangere, tra il vestibolo e l'altare, invocando la sospensione dei flagelli? Perché non prendete lo scudo della Fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, sulle piazze, in ogni luogo, anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate, forse, che essa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che infrange l'ira di Dio e degli uomini?
Queste cose dovranno inesorabilmente venire, l'una dopo l'altra.
Ma l'augusta Regina del Cielo è presente. La potenza del Signore è nelle sue mani. Ella disperde i suoi nemici come nebbia! Ella riveste il venerando vecchio di tutti i suoi antichi paramenti!
…Arriverà ancora un violento uragano. L'iniquità è consumata; il peccato avrà fine e, prima che trascorrano due pleniluni del mese dei fiori, l'iride di pace comparirà sulla terra.
Il gran Ministro vedrà la Sposa del suo Re vestita a festa.
Su tutto il mondo apparirà un sole così luminoso quale non fu mai dalle fiamme del Cenacolo fino ad oggi, né più si vedrà fino all'ultimo dei giorni.

http://www.koninlo.salezjanie.opoka.org.pl/galeria/symbole/don_bosco.jpg
Immagine tratta dal sito http://www.koninlo.salezjanie.opoka.org.pl/

Silvia
02-02-04, 22:21
LA PROFEZIA DI MALACHIA

Nell'anno 1595 Arnoldo Wion, un monaco benedettino, inseriva all'interno di un'opera in lingua latina, edita a Venezia e intitolata "Lignum Vitae", il testo di una profezia fino ad allora ignota. Senza fornire nessuna indicazione sulle fonti del testo, si limitava alla seguente nota biografica:

…San Malachia morì il 2 novembre 1148. Noi possediamo tre lettere di S. Bernardo a lui indirizzate, le epistole CCCXIII, CCCXVI e CCCXVII. Si crede che egli abbia scritto pure qualche opuscolo. Ma di lui non conosco che una certa profezia sui Sovrani Pontefici. Siccome questo scritto è breve e a quanto pare non è stato ancora stampato, lo riproduco qui per rispondere al desiderio di parecchi….

Malachia era un monaco cistercense che fu anche vescovo e primate di Irlanda. Fu un energico riformatore, soprattutto dei monasteri, morì a Clairvaux, assistito da san Bernardo, che aveva conosciuto durante un viaggio a Roma (1139), da dove era rientrato in patria come legato della Santa Sede. A Malachia è stata attribuita la Profezia sui papi, da Celestino II alla fine del mondo, in cui ogni pontefice è designato con un breve motto (in tutto 111), che si riferisce per lo più al luogo di provenienza, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Questa profezia, temuta e discussa, non sempre è apparsa precisa nell'offrire un rapporto chiaro tra il motto ed il relativo Papa. Tuttavia, munendosi di pazienza e sforzo interpretativo, si può cercare di individuare, attraverso i motti, i papi più vicini ai nostri tempi.

Pio IX (1846-1878) - Crux de cruce: a significare, forse, la tribolazione della Chiesa durante l'unificazione dello Stato Italiano.

Leone XIII (1878-1903) - Lumen coeli: forse si riferiva allo stemma di questo papa che conteneva una scintillante cometa.

Pio X (1903-1914) - Ignis ardens: significava forse, il cuore carico di santa fede di questo papa.

Benedetto XV (1914-1922) - Religio depopulata: a significare i milioni di cattolici morti durante il primo conflitto mondiale.

Pio XI (1922-1939) - Fides intrepida: la lotta della fede contro i regimi nazional socialisti.

Pio XII (1939-1958) - Pastor Angelicus: fu da molti definito il papa Pastore dal portamento angelico.

Giovanni XXIII (1958-1963) - Pastor et Nauta: fu patriarca di Venezia e viaggiò molto.

Paolo VI (1963-1978) - Flos florum: nel suo stemma c'erano tre fiori.

Giovanni Paolo I (1978) motto: De medietate lunae: a significare il suo brevissimo pontificato che durò poco più di un mese lunare.

Giovanni Paolo II (1978- ) - De labore solis: forse è il riferimento all'instancabile attività svolta in svariati campi.

All’attuale pontefice dovrebbe succederne uno identificato dal motto Gloria Olivae. Poi vi sarebbe la catastrofe, con l'ultimo papa, identificato a differenza degli altri con una vera e propria profezia:

"In persecutione extrema Sanctae Romanae Ecclesiae sedebit Petrus Romanus qui pascet oves in multis tribulationis, quibus transactis septicolis diruentur et Judex tremendus judicabat populum suum.Amen".

Durante la persecuzione estrema della Santa Romana Chiesa, siederà (sul trono) Pietro il Romano, che pascerà il suo gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli verrà distrutta ed il tremendo giudice giudicherà il suo popolo. (Liberamente tratto dal sito www.avalonline.org)

L'ultimo vicario di Cristo viene quindi indicato in Pietro Romano. Cosa assai curiosa, dal momento che, tra i pontefici, vige l'uso di non assumere il nome del primo Papa. Resta solo da capire se siamo di fronte al divertissement di un monaco o, come suggerisce Vittorio Messori, a qualche misterioso "segnale" dall'alto…

Prophetia de summis pontificibus (http://www.vitella.it/mikami/cattolicesimo_malachia_profezia.html)


http://www.maranatha.it/Bibbia/4-LibriProfetici/Malach1.jpg

Fenris
04-02-04, 04:57
Scusate se sdrammatizzo, ma... :5

Felix (POL)
04-02-04, 05:58
queste profezie sono un soffio d'aria fresca, di luce, di speranza, in mezzo al lezzo putrescente della nostra epoca già avvolta nelle tenebre...

Dio voglia che queste profezie si avverino!

Felix (POL)
04-02-04, 06:00
In Origine Postato da Silvia
LA PROFEZIA DI MALACHIA


L'ultimo vicario di Cristo viene quindi indicato in Pietro Romano. Cosa assai curiosa, dal momento che, tra i pontefici, vige l'uso di non assumere il nome del primo Papa. Resta solo da capire se siamo di fronte al divertissement di un monaco o, come suggerisce Vittorio Messori, a qua

beh, anche l'ultimo imperatore di Roma, Romolo augustolo (deposto nel 476 d.C.) portava il nome del fondatore di Roma, Romolo...