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Fernando
26-09-02, 00:27
http://www.avvenire.it/
Mercoledi 25 settembre 2002
LA DISPUTA
Fra Siviglia e Santo Domingo è in corso una sfida scientifica per stabilire chi possieda i veri resti del grande navigatore

Chi ha il corpo di Colombo?

Il dna del fratello Diego, le cui spoglie sono state riesumate, scioglierà il «giallo» che oppone fra loro due città. E dirà se era genovese o di Maiorca

Da Madrid Michela Coricelli


Il mistero di Cristoforo Colombo è sepolto con le sue spoglie. Da anni due cattedrali si contendono l'onore di possedere i veri resti del grande navigatore che nel 1492 scoprì il Nuovo Mondo. Nessuno, fino a oggi, è mai riuscito a provare se le ceneri dell'ammiraglio siano realmente conservate a Siviglia o nella cattedrale di Santo Domingo (Repubblica Dominicana). Il giallo del suo ultimo viaggio (quello dell'urna funeraria, trasportata da Cuba alla Spagna nel 1898) si potrebbe concludere con l'esame del dna che alcuni ricercatori stanno per effettuare sulle ossa del fratello minore di Cristoforo, Diego Colombo. Un'equipe di specialisti formata da un esperto di genetica, uno storico, un biologo e un perito legale, ha riportato alla luce gli ultimi resti di Diego, rinchiusi in una cassa di zinco e sotterrati nel giardino di una fabbrica di ceramica andalusa, nei pressi di Siviglia. Come siano finite lì le ceneri del fratello del più famoso viaggiatore di tutti i tempi, è una storia curiosa. L'uomo morì nel 1515 e fu sepolto nel monastero di Santa Maria de las Cuevas della Cartuja di Siviglia. Nel 1841, un imprenditore inglese (Charles Pickman) acquistò il chiostro per costruirvi una fabbrica: nel 1950 e poi ancora nel 1961, le spoglie di Diego furono riesumate per essere analizzate. Sepolte di nuovo nel giardino dell'impresa, sono appena tornate alla luce grazie al finanziamento del documentario "Cristoforo Colombo, la rivelazione dell'enigma", sponsorizzato da Discovery Channel. Le ossa di Diego Colombo «sono le uniche che possono confermare o scartare la teoria sulle origini dell'ammiraglio - spiega lo storico Marcial Castro - .L'analisi genetica determinerà se i resti autentici di Cristoforo Colombo si trovano a Siviglia o nella Repubblica Dominicana». Soltanto un confronto fra i due dna potrà dare la risposta. Ma perché i resti del navigatore dovrebbero trovarsi a Santo Domingo? Colombo morì nel 1506 a Valladolid, ma prima di spirare chiese che l'urna fosse trasportata nell'isola caraibica. La storia fece il resto. Fra guerre e dichiarazioni d'indipendenza, le ceneri continuarono a viaggiare attraverso le acque dell'Oceano: nel 1795 Santo Domingo fu ceduta alla Francia, per questo le spoglie furono trasferite a Cuba. Con la fine della colonizzazione spagnola (1898), dall'Havana tornarono a Siviglia. Dodici anni fa, durante alcuni lavori di restauro nella cattedrale di Santo Domingo fu scoperta una cassa in cui era inciso il nome dell'«Eccelentissimo Ammiraglio Cristoforo Colombo»: accanto alle ceneri, c'era una palla di piombo che alcuni storici attribuiscono a uno sparo ricevuto in gioventù dal viaggiatore. Per la storica Anunciada Colombo, ultima erede della famiglia, non c'è alcun dubbio: «I resti di Cristoforo sono a Siviglia, è impossibile che gli spagnoli si si ano sbagliati quando trasportarono l'urna nel 1898». La teoria dominicana è proprio questa: gli ex colonizzatori si confusero e lasciarono Colombo a Santo Domingo, trasferendo all'Havana le ceneri del figlio. Ferita nell'orgoglio, Francisca Espinel - console dominicana a Siviglia - dopo aver assistito alla riesumazione di Diego Colombo ha commentato: «Il mio Paese è tranquillo: i resti autentici sono nostri». Ma la disputa storica rischia di allargarsi anche all'Italia. La vecchia teoria sulle origini spagnole di Cristoforo Colombo potrebbe riprendere vigore con le analisi del dna del fratello. «Queste sono le ossa più interessanti - afferma Marcial Castro - perché ci aiuteranno a determinare non solo dove è realmente sepolto Cristoforo Colombo, ma anche se era originario di Genova o di Maiorca». Per ottenere una mappa genetica di Diego Colombo, bisognerà attendere alme no tre mesi. Ma forse l'enigma del viaggiatore non sarà mai svelato: «È un caso estremamente difficile - ammette José Antonio Lorente, del Laboratorio di Medicina legale dell'Università di Granada - perché i resti hanno 500 anni, sono stati conservati in condizioni difficili e hanno subito diversi trasferimenti».