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Visualizza Versione Completa : In risposta alla falsa lettera del giornale "La Patania"



Nikodemo
06-10-02, 14:28
Articolo pubblicato sul giornale "L'Ausonia" del 05/10/02

"Sudisti, noi del nord ce le spassiamo di piu'"
di Alessandro Fumagalli - Milano


Dal signor Alessandro Fumagalli, abitante a Milano, riceviamo e
pubblichiamo questa curiosa testimonianza da lui raccolta:


<< Io sono del nord Italia, precisamente originario della provincia di
Bergamo, ho un'azienda eredita dal mio babbo, faccio finta di lavorare,
infatti sono occupato per 0 ore all'anno (tanto ci sono i miei sottoposti
, quasi tutti meridionali, che sgobbano per me). Mi diverto, spesso volo
ai caraibi o altri paradisi (spesso per frodare il fisco), ho la Ferrari,
ovviamente faccio l'amore quando voglio, specialmente quando gli altri
lavorano. Non ho figli, non ne voglio, insomma sposo in pieno l'attuale
moda tutta settentrionale. I figli per me sono un intralcio, potrebbero
rovinarmi la dolce vita da sfaccendato figlio di papa' .
Tu sei del sud Italia, lavori, a stento riesci a mangiare, non puoi
divertirti come faccio io. Mentre io vado ai caraibi, tu puoi permetterti
solo un viaggetto al lido sotto casa tua.
L'unico gioia che puoi avere dalla vita sono i figli, che per te sono,
come consideravano anche i settentrionali di 50 anni fa, "piezze e core"
o occasione e investimento per un riscatto futuro.
Io lavoro (o meglio scaldo la sedia) presso l'impresa di papa', guadagno
185 milioni al mese, non ho la famiglia, vivo alla grande, ho 32 anni e
sono gia' proprietario di 12 appartamenti sparsi per il mondo.
Oggi mi trovo a Mantova, presso una clinica specializzata in plastiche
facciali. Devo affrontare il mio quinto intervento, voglio cancellare le
mie fattezze tipicamente mediterranee (essendo del Nord Italia)
e finalmente assomigliare ad un vero nordico.
In Padania, e' ormai di moda far finta (o credere veramente per propria
ignoranza) di essere discendenti dei germani o meglio ancora dei
vichinghi.
Dove la natura non ci aiuta (vale a dire quasi sempre, basta vedere Bossi
& company), ricorriamo alle tinture, o come me, alla plastica.

Ora sono impegnato in una grossa operazione industriale. Devo aprire una
decina di industrie fasulle (scatole vuote) nel meridione, per poter
succhiare i tanti soldi che lo stato apparentemente da allo sviluppo del
sud.
Me ne daranno 20 di milioni di euro, ma non sono l'unico, anzi non faccio
altro che accodarmi alla folta schiera di altri industriali del nord.
Non so se ha potuto leggere l'articolo denuncia di Gian Antonio Stella
sul Corriere?
Un mio amico ha fatto il botto, anch'egli industriale figlio di papa' ,
non contento di farsi dare dei soldi per mettere su un'impresa fantasma e'
riuscito perfino a farsi pagare prima lo
smaltimento dei rifiuti tossici e poi l' acquisto degli stessi rifiuti
come materiale inerte per costruire lo stabilimento.Un genio!
A Lioni (Avellino), ricordano ancora i camion del mio amico,
che arrivavano nell' area industriale a metà
strada tra Lioni e Nusco carichi di una poltiglia di uno strano
colore. Ne arrivarono per settimane e settimane. Centoventi
autorimorchi, forse di più. Che portavano almeno 3.600 tonnellate di
arsenico, cadmio e vari residui della lavorazione del piombo che avevano
rastrellato qua e là. Buttarono tutta quella roba, la quale secondo
Legambiente ha ancora oggi una
concentrazione seimila volte superiore al tollerabile, nella grande
fossa costruita per le fondamenta.

Lei lo sa che i miei amici architetti ed ingegneri sono calati
sull'Irpinia del dopo terremoto , insieme ad altri migliaia di loro
colleghi, e hanno partecipato alla spartizione dei soldi della
ricostruzione? Secondo il rapporto della St. John's University di New
York hanno succhiato qualcosa come «seimila miliardi».

I miei amici sono proprio dei grandi , ad esempio come quelli
della Metalli e Derivati , aperta e chiusa a Buccino(Salerno) dopo avere
ingoiato 16 miliardi. O della Idaf-Igc, coinvolta nello scandalo
delle «lenzuola d' oro» per le Ferrovie dello Stato. O ancora della
Omtes , che grazie agli accordi seguiti alla fine della
guerra fredda aveva incredibilmente vinto (nonostante i titolari
fossero già stati incriminati per altre vicende giudiziarie) un
ricchissimo appalto per smantellare e distruggere 633 carri armati
M47. Carri armati smontati ma finiti, invece che in una fonderia,
nelle caserme di bellicosi Paesi in via di sviluppo sottoposti a
embargo internazionale come la Libia, la Somalia o la Costa d'Avorio.
Altri ancora, sempre per rimanere nel settore delle armi, erano i
principali produttori di mine anti uomo. Quanti miliardi in Padania sono
piovuti (prima che venisse giustamente bandito sto tipo di commercio) per
la vendita di quei deliziosi gingilli. Spesso ne costruivano a forma di
bambole o giocattoli. Erano riusciti a diventare i leader mondiali in tale
produzione, i miei amici.
Sono morti decine di migliaia di bambini per le mine fabbricate in
Padania, ma che importa, l'importante e' avere il conto in banca
traboccante di miliardi.

Ed ora scusate ma devo partire per l'estero , devo avviare un paio di
holding e stivare un centinaio di milioni di euro in fondi neri.
Alla faccia dei meridionali che invece hanno la nomea di "marioli" se
frodano 100 lire quando non fanno lo scontrino.
I primi a criticare i presunti «terroni che si mangiano i soldoni» sono
gli stessi che fanno quelle belle cose che vi ho
raccontato. Oggi come ieri nulla è cambiato! Giuro che sto scrivendo la
verità! Chi avesse dei dubbi può verificare venendo a Mantova, gli mostro
centinaia di industrie settentrionali che operano cosi'

Alessandro Fumagalli


p.s. La prossima volta vi raccontero' dei cosiddetti "viaggi del sesso"
che tanti miei conoscenti del nord di solito vanno a fare nei paesi del
terzo mondo (a caccia di minorenni).