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Visualizza Versione Completa : Veneto e Bolzano bocciano la Sinistra!



Gianfranco
07-10-02, 15:11
Mi sembra che sia il Veneto tutto che la ittà di Bolzano abbiano seguito in pieno la Cdl........è una risposta a chi dopo le elezioni amministrative diceva che il vento al Nord era cambiato.........ora il vento è ri-cambiato? NO cari miei non è cambiato nulla.........................il punto è che non è cambiato nulla neanche alle amministrative rispetto al 13 Maggio........le situazioni locali sono tali e rimangono tali!!!:) ;)

pensiero
07-10-02, 16:25
Originally posted by Gianfranco
Mi sembra che sia il Veneto tutto che la ittà di Bolzano abbiano seguito in pieno la Cdl........è una risposta a chi dopo le elezioni amministrative diceva che il vento al Nord era cambiato.........ora il vento è ri-cambiato? NO cari miei non è cambiato nulla.........................il punto è che non è cambiato nulla neanche alle amministrative rispetto al 13 Maggio........le situazioni locali sono tali e rimangono tali!!!:) ;)


Si, però se muovessero di più il culo non sarebbe male....guarda mio caro che i morti si contano sempre alla fine......e ho paura che di quest'andazzo di morti per strada ne lasceremo parecchi:(

Pitone
07-10-02, 21:29
Originally posted by Gianfranco
Mi sembra che sia il Veneto tutto che la ittà di Bolzano abbiano seguito in pieno la Cdl........è una risposta a chi dopo le elezioni amministrative diceva che il vento al Nord era cambiato.........ora il vento è ri-cambiato? NO cari miei non è cambiato nulla.........................il punto è che non è cambiato nulla neanche alle amministrative rispetto al 13 Maggio........le situazioni locali sono tali e rimangono tali!!!:) ;)

E secondo te due referendum di quel tipo sono equiparabili a elezioni amministrative??????

Poi e' ovvio che a livello regionale in Veneto per il momento non ci sia partita- (Per il momento pero'.....:D )

Gianfranco
07-10-02, 22:00
Bravo.....qui volevo arrivare.....non è equiparabile....per nulla.....l'unico dato è che la popolazione in questi casi ha seguito le indicazioni della Cdl................nulla di particolare......ma come non è equiparabile le amministrative con i referendum , non è equiparabile qualche voto amministrativo con elezioni nazionali tipo le Europee....!;)

yurj
08-10-02, 12:44
Se per te non andare a votare e' un'indicazione, seguila :)

Grazie alla legge veneta, i riochi prendono 7 milioni all'anno per pagarsi le private che gia' pagavano prima, mentre per gli altri vengono tagliate classi, insegnanti di sostegno, materiale didattico.

"Ragazzi, prendete tutti il vostro pezzo di mattone e scrivete sul banco..."

DrugoLebowsky
08-10-02, 18:13
sì. Bolzano, col 62%, ha ripristinato il nome di "piazza della Vittoria".
Ma dite anche che gli altoatesini di lingua tedesca a votare non ci sono andati (e sono circa un bolzanino su cinque).

umberto (POL)
08-10-02, 19:10
Originally posted by Gianfranco
Mi sembra che sia il Veneto tutto che la ittà di Bolzano abbiano seguito in pieno la Cdl........è una risposta a chi dopo le elezioni amministrative diceva che il vento al Nord era cambiato.........ora il vento è ri-cambiato? NO cari miei non è cambiato nulla.........................il punto è che non è cambiato nulla neanche alle amministrative rispetto al 13 Maggio........le situazioni locali sono tali e rimangono tali!!!:) ;)

Erano due referendum minimali, L'unico importante è stato perso per il quorum, nono nel merito.

E poi se permetti i referendum di questo (il nome di una piazza!!!) sono meno importanti delle amministrative.

Comunque nono abbiamo che da aspettare: primavera 2003 elezioni della provincia di Bolzano, (la Svp non è ancora certo rimanga con L'ulivo, ma "certmante" non sarà mai con An). Vedremo come finirà.
Il veneto idem, elezioni regionali in primavera... anche se li non ci sono troppo speranze, invece in Friuli....

Oasis
08-10-02, 19:34
In Veneto si vota nel 2005.
In Friuli direi che Illy è un buon cavallo.
A Bolzano credo proprio che la Svp contuìinuerà ad appoggiare l' Ulivo, come adesso sta facendo.

yurj
09-10-02, 09:58
Il referendum sui buoni scuola non raggiunge il quorum. Valorizzare ora l'impegno dei tanti per battere l'arroganza e l'ostracismo delle destre Veneto, la sinistra è in campo Segreteria regionale Prc Veneto, Gruppo consiliare alla Regione Veneto La legge della Regione Veneto sui buoni scuola non era difendibile; ovunque si riusciva a giungere con le nostre modeste forze, non vi era confronto, nessun argomento reggeva per una legge che regala soldi alle scuole private con il subdolo e infondato intento di sostenere le famiglie; nel solo 2001 oltre 17 miliardi delle vecchie lire sono finite nelle tasche delle famiglie privilegiate, persino di qualche noto industriale, mentre, con il cappio regolamentare della soglia minima di spesa di 300mila lire vincolata ad iscrizione e tasse di frequenza, si sono esclusi tutti gli studenti delle scuole pubbliche.

Battere l'omertà dei vertici istituzionali della Regione, le forze politiche della destra schierate per l'astensione, il silenzio di una stampa allineata ai poteri forti, il rumore dei vescovi che per la prima volta nella storia repubblicana hanno interferito - pubblicamente e con ogni mezzo - pur di salvaguardare il loro patrimonio di beni terreni, si è rivelata impresa davvero impossibile.

La percentuale di votanti al referendum si è fermata al 22%, con 750mila elettori che hanno votato sì all'abrogazione (il 94% dei votanti); un risultato numerico per nulla trascurabile se si pensa che nel Veneto l'intero arco della sinistra (Ds, Pdci, Verdi, Sdi, più Prc) nelle ultime elezioni regionali del 2000 aveva complessivamente ottenuto 457mila voti.

Il referendum è stato una giusta intuizione da parte di Rifondazione comunista che lo ha promosso; lo strumento per una grande iniziativa di massa per il diritto allo studio, contro il progressivo svuotamento della scuola pubblica e, contemporaneamente, per il ritorno nella politica veneta di principi e valori forti, fondati sulla giustizia sociale, l'uguaglianza, la solidarietà di classe.

Dopo decenni nel Veneto è ritornata in campo la sinistra, con una propria fisionomia, con un impegno dimenticato da tempo. Superate le iniziali diffidenze si è costruito un intreccio politico e sociale veramente significativo, anche grazie alla presenza di molte realtà di base, reti di insegnanti, gruppi di genitori. Rifondazione e Ds, Cgil e Cobas, studenti sindacalizzati e studenti in movimento, hanno lavorato fianco a fianco, senza settarismi di bandiera, riscoprendo un modo di stare nel Veneto autonomo e non subalterno al centrosinistra, ritrovando pezzi di società popolare da tempo priva di voce e di rappresentanza. Per la prima volta, portato sul terreno politico vero, il centrosinistra si frantuma con Insieme per il Veneto - versione locale della Margherita - che sceglie di sostenere la legge voluta dalle destre, appiattendosi sulle più retrive posizioni confessionali. Le destre di Galan e soci, che durante la campagna referendaria hanno fatto carta straccia del diritto di voto pur di difendere la prebenda per le proprie clientele, ora ci accusano di aver sperperato il denaro pubblico, dando fino in fondo il segno del loro disprezzo per le tradizioni democratiche, sprecandosi in anticipazioni sui provvedimenti autoritari che proveranno ad inserire nella annunciata scrittura dello Statuto regionale.

Per la sinistra la strada continua in salita, ora bisogna dare continuità e valorizzare l'impegno dei molti, dare una risposta definendo un nuovo percorso di proposte e di iniziative, a partire dalla definizione di una legge di iniziativa popolare sul diritto alla scuola per tutti, collegando questa forte battaglia alle altre importanti mobilitazioni sul diritto al lavoro, al diritto alla salute, al diritto di cittadinanza per tutti.

Un ringraziamento sincero va alle compagne e ai compagni del Prc. Il loro sforzo generosissimo, intelligente e straordinariamente impegnativo, è stato determinante. Senza questo lavoro caparbio, organizzato, determinato e unitario tutta l'iniziativa referendaria non avrebbe avuto nessuna possibilità di rimanere con dignità in campo.