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Visualizza Versione Completa : La finanziaria con meno tasse



lorenzo74
11-10-02, 15:02
Quella del 2003 è la finanziaria che abbassa le tasse, come dice il premier, come nessuna altra.
La riduzione delle tasse è però una parte della finanziaria, e non certo la più importante. Prima di tutto, sempre per rimanere sulle tasse, vengono riproposte alcune deduzioni irpef congelate nella finanziaria del 2002 ed introdotte da Visco per il 2001. Oltre a questo, che abbatte già una parte della riduzione sbandierata, ricordo che ancora non c'è il drenaggio fiscale, cioè il recupero dell'inflazione, annullata nel 2002 e nel 2003. Quindi i poteri di acquisto vengono ulteriormente decurtati. Sempre per le tasse, poi, la grande diminuzione è per i redditi sopra un certo livello, non certo per quelli bassi, che si devono accontentare di mance di poco conto, tolto il drenaggio fiscale. Con la cancellazione della Dit, sgravi per le imprese che investono per consolidare la parte patrimoniale del bilancio, le tasse per loro aumentano, come mi pare D'amato stia facendo notare.
L'altro capitolo che fa della finanziaria una finanziaria pesante per i cittadini è il capitolo enti locali. Preso atto che del federalismo vero, quello fiscale, a questo governo non gli importa nulla, gli enti locali non hanno più risorse per finanziare i servizi che offrono, che sono il 70% in alcuni casi di regioni virtuose, ai propri cittadini.
Tagliare risorse agli enti locali significa costringerli a due strade: togliere servizi o aumentare le rette, penso al trasporto scolastico, alle mense, alle case di riposo, alla scuola, all'handicap, agli asili nido.
Questo senza dare la possibilità di aumentare l'addizionale irpef, tassa ingiusta comunque, e facendo passare l'ente locale inutile rispetto ai cittadini. Bloccare la spesa per beni e servizi significa non voler aumentare le garanzie sociali del comune e proibire assunzioni si sta rivelando disastroso per i comuni (un esempio, da noi sono deceduti due dipendenti comunali nel giro di 3 mesi e non si possono riassumere, e anche questo si riversa sui cittadini). I comuni si ritrovano esecutori materiali di un delitto commissionato dal governo. Non è un caso che l'anci e le regioni, di destra e di sinistra si siano ribellate, chiamando alla mobilitazione politica contro il "centro" (roma ladrona, per dirla con Bossi) degli enti locali.
Ad esempio sulla scuola ci sono tagli per 6000 bidelli in tre anni, obbligando le scuole a ricorrere ad appalti esterni: lo stato risparmia in bidelli e i comuni devono pagarsi le pulizie, per esempio. E tutta la partita sull'handicap (in cui i bidelli avevano un ruolo discreto) sta costringendo i comuni a finanziare con risorse proprie (come da circolare ministeriale di febbraio) il sostegno, senza una delega anche di competenze economiche.
Ed anche la partita degli insegnanti in mobilità impiegati in altri settori della scuola, che saranno costretti ad andare in altri settori, si rivelerà disastroso per l'organizzazione della macchina scolastica (pensiamo a provveditorati, segreterie, compresenze per l'handicap).
Una finanziaria che è una offesa all'intelligenza dei cittadini, che vedono tagliate le competenze per i comuni, primi erogatori di servizi ai cittadini. LA mancia concessa dal calo delle tasse, sarà un nulla rispetto a quello che spetterà ai cittadini da pagare.
Il disegno strategico di un governo che vuole fare dell'individualismo. del "ognun per se, dio per tutti", ha raggiunto con la finanziaria 2003 il punto più elevato, mettendo in difficoltà però tutti gli enti locali, dove anche il centrodestra, ultimamente ha un ruolo importante e che infatti nei suoi esponenti non è stato ad asservire al padrone come in parlamento. Chi si sporca le mani in periferia sa che gli slogan sui giornali ed in tv, nel piccolo non servono a mantenere i servizi.