Qoelèt
23-10-02, 23:12
Rispondo ad alcuni interventi postati su: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=27510&pagenumber=4
Concordo pienamente con Babar quando afferma che “tutti i tentativi di dimostrare razionalmente l' esistenza di un trascendente qualsiasi sono miserabilmente falliti. Dalla teologia della negazione a Sant' Anselmo, la cui dimostrazione , se tradotta in linguaggio formale [logico matematico] è semplicemente risibile” ;questo però non implica una conoscenza empirica sovra-razionale del trascendente increato. La confusione e la conflittualità nell’occidente latino tra scienza e teologia nasce con lo svilupparsi di una antropologia e gnoseologia razionalizzante di stampo agostiniano-tomista ,drammaticamente lontane dall’ortodossa concezione patristica dell’uomo come essere composto di 3 realtà: il corpo (soma) contraddistinto dalla conoscenza somato-sensibile (ossia attraverso i 5 sensi),l’anima (psiche) (che ha sede nella mente) la cui facoltà è la ragione (ratio) che elabora i dati raccolti dai 5 sensi provenienti dal mondo sensibile esterno o interno ( e sulla conoscenza della psiche e dei suoi meccanismi in particolare la psicologia cognitiva moderna continua a svelarci sempre più “misteri” –parola di laureando in neuropsicologia cognitiva ) e lo spirito, che ha sede nel cuore,la cui facoltà è l’intelletto (nous) che è deiforme e preposto alla piena comunione con Dio nelle sue incerate energie. A causa della caduta e del distacco da Dio (peccato originale) ereditiamo un nous prigioniero e ottenebrato;come ben scrive il Metropolita Hierotheos nel suo libro “Orthodox Psychotherapy” tutti sperimentiamo i nefasti effetti della caduta che (oltre al più evidente:una creazione indebolita dove sono entrati eventi drammatici come la morte,la malattia,il dolore,….)possono riassumersi in:
a. nel fallimento totale o parziale della funzione della facoltà noetica;
b. nella sua confusione con le funzioni del cervello e del corpo in genere;
c. nel logico risultato di questo fallimento e confusione: la schiavitù all’ambiente
L’unica via di liberazione del nous è l’ascesi (praxis) che tramite lo Spirito Santo può ri-condurre l’uomo alla visione-compartecipazione (Theoria) delle increate energie divine. E l’ascesi è fondamentale per mettere a tacere le fantasie e le passioni,proprie della ratio e che confondono e ottenebrano il nous.: solo una ratio svuotata può far riemergere il nous. Ecco quindi che il trascendente increato diventa sperimentabile (Beati i puri di cuore perché VEDRANNO Dio)già in questa vita attraverso la facoltà deiforme dell’intelletto, e non tramite la ragione (che può parlare di Dio solo in “probabilità” logiche,non per esperienza diretta): “è proprio del demonio confondere l'uomo colpendo la mente mentre di Dio attrarre a se l'uomo colpendogli il cuore “dicono i Santi Padri . I Santi divinizzati conoscono le realtà divine senza pensare,teologano non tramite categorie aristoteliche ma “alla maniera degli apostoli”,ossia tramite l’opera vivificante del Paraclito.
Diversissima ,come sopra accennavo,è la concezione antropologica agostiniano-tomistica : l’uomo è concepito in una dualità di corpo e anima. La “teologia” scolastica con la dottrina dell’analogia entis, ossia la relazione ontologica tra Dio ed il mondo, l’analogia tra il creato e l’increato, crede che l’uomo raccogliendo tramite i sensi corporei alcuni dati dal mondo fisico,li analizzi con la mente (con la sua facoltà superiore: l’intelligentia)mediante un processo di astrazione giungendo indirettamente a cogliere la presenza di Dio. La teologia per l’occidente rimane una mera pratica mentale,intellettiva,metodologicamente distaccata della spiritualità: QUI STA LA DRAMMATICA SCISSIONE TRA ORTODOSSIA E ORTOPRASSI!Per il credente latino teologare è imparare una filosofia metafisica,per il credente ortodosso teologare è VIVERE nell’ascesi il soprannaturale,conoscere l’Increato!
Pur essendo teofanico per i Santi Padri non esiste alcuna analogia tra il creato e l’increato: sono su due piani completamente distinti ; San Giovanni Damasceno a proposito afferma: “"E’ impossibile trovare, nella creazione, un’icona che rivelerebbe la via d’esistenza della Santa Trinità. Infatti, come sarebbe possibile per il creato, realtà complessa, variabile e descrivibile, che ha una forma ed è limitata, rivelare chiaramente la Superessenziale Essenza Divina, la quale prescinde da tutte queste categorie?" Sul piano gnoseologico perciò non c’è alcuna contraddizione tra le due realtà: da sempre la Tradizione dei Padri distingue due tipi di conoscenza: quella di Dio,dell’Increato (theognosia) e una del creato , di ordine inferiore (thyrathen). Nessun problema si è mai posto tra Ortodossia e scienza sia per il metodo empirico usato da entrambe sia per la diversità sostanziale degli “oggetti” di ricerca.
Luca
Concordo pienamente con Babar quando afferma che “tutti i tentativi di dimostrare razionalmente l' esistenza di un trascendente qualsiasi sono miserabilmente falliti. Dalla teologia della negazione a Sant' Anselmo, la cui dimostrazione , se tradotta in linguaggio formale [logico matematico] è semplicemente risibile” ;questo però non implica una conoscenza empirica sovra-razionale del trascendente increato. La confusione e la conflittualità nell’occidente latino tra scienza e teologia nasce con lo svilupparsi di una antropologia e gnoseologia razionalizzante di stampo agostiniano-tomista ,drammaticamente lontane dall’ortodossa concezione patristica dell’uomo come essere composto di 3 realtà: il corpo (soma) contraddistinto dalla conoscenza somato-sensibile (ossia attraverso i 5 sensi),l’anima (psiche) (che ha sede nella mente) la cui facoltà è la ragione (ratio) che elabora i dati raccolti dai 5 sensi provenienti dal mondo sensibile esterno o interno ( e sulla conoscenza della psiche e dei suoi meccanismi in particolare la psicologia cognitiva moderna continua a svelarci sempre più “misteri” –parola di laureando in neuropsicologia cognitiva ) e lo spirito, che ha sede nel cuore,la cui facoltà è l’intelletto (nous) che è deiforme e preposto alla piena comunione con Dio nelle sue incerate energie. A causa della caduta e del distacco da Dio (peccato originale) ereditiamo un nous prigioniero e ottenebrato;come ben scrive il Metropolita Hierotheos nel suo libro “Orthodox Psychotherapy” tutti sperimentiamo i nefasti effetti della caduta che (oltre al più evidente:una creazione indebolita dove sono entrati eventi drammatici come la morte,la malattia,il dolore,….)possono riassumersi in:
a. nel fallimento totale o parziale della funzione della facoltà noetica;
b. nella sua confusione con le funzioni del cervello e del corpo in genere;
c. nel logico risultato di questo fallimento e confusione: la schiavitù all’ambiente
L’unica via di liberazione del nous è l’ascesi (praxis) che tramite lo Spirito Santo può ri-condurre l’uomo alla visione-compartecipazione (Theoria) delle increate energie divine. E l’ascesi è fondamentale per mettere a tacere le fantasie e le passioni,proprie della ratio e che confondono e ottenebrano il nous.: solo una ratio svuotata può far riemergere il nous. Ecco quindi che il trascendente increato diventa sperimentabile (Beati i puri di cuore perché VEDRANNO Dio)già in questa vita attraverso la facoltà deiforme dell’intelletto, e non tramite la ragione (che può parlare di Dio solo in “probabilità” logiche,non per esperienza diretta): “è proprio del demonio confondere l'uomo colpendo la mente mentre di Dio attrarre a se l'uomo colpendogli il cuore “dicono i Santi Padri . I Santi divinizzati conoscono le realtà divine senza pensare,teologano non tramite categorie aristoteliche ma “alla maniera degli apostoli”,ossia tramite l’opera vivificante del Paraclito.
Diversissima ,come sopra accennavo,è la concezione antropologica agostiniano-tomistica : l’uomo è concepito in una dualità di corpo e anima. La “teologia” scolastica con la dottrina dell’analogia entis, ossia la relazione ontologica tra Dio ed il mondo, l’analogia tra il creato e l’increato, crede che l’uomo raccogliendo tramite i sensi corporei alcuni dati dal mondo fisico,li analizzi con la mente (con la sua facoltà superiore: l’intelligentia)mediante un processo di astrazione giungendo indirettamente a cogliere la presenza di Dio. La teologia per l’occidente rimane una mera pratica mentale,intellettiva,metodologicamente distaccata della spiritualità: QUI STA LA DRAMMATICA SCISSIONE TRA ORTODOSSIA E ORTOPRASSI!Per il credente latino teologare è imparare una filosofia metafisica,per il credente ortodosso teologare è VIVERE nell’ascesi il soprannaturale,conoscere l’Increato!
Pur essendo teofanico per i Santi Padri non esiste alcuna analogia tra il creato e l’increato: sono su due piani completamente distinti ; San Giovanni Damasceno a proposito afferma: “"E’ impossibile trovare, nella creazione, un’icona che rivelerebbe la via d’esistenza della Santa Trinità. Infatti, come sarebbe possibile per il creato, realtà complessa, variabile e descrivibile, che ha una forma ed è limitata, rivelare chiaramente la Superessenziale Essenza Divina, la quale prescinde da tutte queste categorie?" Sul piano gnoseologico perciò non c’è alcuna contraddizione tra le due realtà: da sempre la Tradizione dei Padri distingue due tipi di conoscenza: quella di Dio,dell’Increato (theognosia) e una del creato , di ordine inferiore (thyrathen). Nessun problema si è mai posto tra Ortodossia e scienza sia per il metodo empirico usato da entrambe sia per la diversità sostanziale degli “oggetti” di ricerca.
Luca