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Claudio Romussi
07-11-02, 14:32
*** TRICHINOSI: SOTTO ACCUSA GLI ISPETTORATI SANITARI

www.ilpiccolo.quotidianiespresso.it/ilpiccolo/arch_07/trieste/co01/rudi.html
POLA - Epidemia di trichinosi in Istria e a Fiume: 'Lo stato croato dovra'
risarcire i malati'. La proposta e' stata avanzata ieri dal vicepremier
Slavko Linic, ex sindaco del capoluogo quarnerino, nell'ora delle
interrogazioni al Sabor (il Parlamento croato ). La cifra e' ancora da
stabilire. Linic ha accollato parte della responsabilita' per gli insaccati
di suino infetti della trichinella, parassita alimentare che ha mandato
all'ospedale un centinaio di persone, agli ispettorati veterinari e sanitari
statali, 'colpevoli' di non aver chiuso per tempo le fattorie della Slavonia
nelle quali, nei mesi scorsi, erano state riscontrate gravissime lacune
igienico-sanitarie, nonche' di aver taciuto e sottovalutato i casi di
trichinosi verificatisi nel giugno di quest'anno.
'E' doveroso che sia immediatamente riconosciuto il risarcimento ai malati
per gravi danni alla salute subiti dall'infezione - ha spiegato Linic - e la
somma potrebbe essere attinta dalle casse statali'. Il vicepremier ha
considerato anche i pesanti contraccolpi per l'economia istriana,
sottolineando che 'l'agriturismo non potra' certo uscirne indenne'. Come
noto, tra le aziende sotto accusa figura la 'Madjarevic' di Satnica, presso
Osijek, fornitrice di carne cruda di maiale per la macelleria 'Corel' di
Parenzo, produttrice e distributrice delle note 'salsicce istriane'. In base
alle analisi di laboratorio effettuate su un campione di salsiccia
acquistata in un negozio della 'Corel' a Torre (Parenzo), campione risultato
infestato dalle larve incistate della Trichinella Spiralis, e' stata proprio
l'impresa parentina ad aver commercializzato i salumi infetti. Intanto,
aumentano i pazienti; un nuovo caso a Fiume, dove i ricoverati per
trichinosi sono 41; 37 le persone in cura all'ospedale di Pola. In tutto,
115 i contagiati.

*** VIRUS DEI POLLI, SCATTATO IL BLOCCO

www.gazzettadimantova.quotidianiespresso.it/gazzettamantova/arch_07/mantova/copertina/npc01.htm
MANTOVA. Divieto o limitazione delle movimentazioni dei volatili, blocco
della vendita di uova da cova, disinfezione all'ingresso e all'uscita dalle
aziende. Sono queste alcune delle drastiche misure decretate d'urgenza dalla
Regione per tentare di circoscrivere il contagio dell'influenza dopo la
scoperta di un focolaio in un allevamento di tacchini a Solferino.
L'attenzione e' massima per evitare la diffusione di un morbo, innocuo per
l'uomo, ma che tre anni fa ha azzerato la popolazione avicola provinciale
con quasi 5 milioni di capi tra morti e abbattuti. Un primo vertice si e'
gia' tenuto a Milano, mentre oggi i responsabili dei servizi veterinari
saranno nuovamente chiamati a raccolta a Milano per esaminare l'evolversi
della situazione che riguarda anche la provincia di Brescia e il vicino
Veronese. Mentre prosegue l'iter che condurra' da oggi all'abbattimento dei
7.400 tacchini rimasti nell'allevamento infetto di Solferino, ieri gli
uomini del servizio veterinario dell'Asl e dell'Osservatorio delle infezioni
animali di Brescia hanno effettuato un sopralluogo a Medole. Si tratta di un
caso di sieropositivita' in un allevamento di tacchini di 41mila capi. Qui
puo' essere fatta la macellazione, ma le carni, marchiate con un bollo a
croce, non possono essere esportate. Un secondo caso, questa volta di
sospetto focolaio, e' stato rinvenuto dal veterinario aziendale in un
allevamento di Medole di 15mila capi. Questa mattina i veterinari dell'Asl
eseguiranno le proprie verifiche e se sara' confermato il virus si trattera'
del secondo focolaio. Timori sono stati espressi ieri mattina dai
responsabili provinciali delle maggiori organizzazioni agricole. Tre anni
orsono, infatti, i danni diretti (capi morti e costi di smaltimento) furono
di 33 miliardi di lire, interamente risarciti dall'Asl. Ma per i rimanenti
120 miliardi di lire stimati come costo dei danni indiretti (mancate
vendite, fermo aziendale ecc) gli allevatori hanno percepito poco o nulla.
'Gli allevatori stanno ancora aspettando' dice Mario Lanzi direttore della
Cia (Confederazione italiana agricoltori) 'una nuova mazzata significherebbe
mettere sul lastrico centinaia di famiglie. Inoltre occorre evitare le
speculazioni a danno dei consumatori che si verificarono tre anni orsono'.
La Regione, nei prossimi giorni, dovrebbe emanare un provvedimento che
stanzia ulteriori fondi per l'emergenza del 99-2000. Questo vincendo le
resistenze della Ue che richiede agli Stati membri di pagare solo i danni
diretti e non 'sovvenzionare' le aziende colpite. Cosi' come impone di non
vaccinare, pena il divieto di commerciare i capi trattati all'estero. Infine
sul fronte delle iniziative, domani l'Unione agricoltori ha convocato una
riunione interprovinciale dei produttori avicoli a Mantova.
(foto:
www.gazzettadimantova.quotidianiespresso.it/gazzettamantova/arch_07/mantova/copertina/npc01_02.jpg)

*** PECORE INFETTE, ISOLATI 1426 CAPI

www.ilcentro.quotidianiespresso.it/ilcentro/arch_06/chieti/lanciano/ch501.htm
CIVITALUPARELLA. Non e' certo un'emergenza legata al morbo della 'mucca
pazza', ma c'e' un allarme sanitario nel settore dell'allevamento. Il
sindaco di Civitaluparella, Antonio Peschi, ha disposto il sequestro
cautelativo di 1426 capi ovini, dopo che su un animale e' stato riscontrato
un caso di scrapie, una forma di encefalopatia spongiforme tipica delle
pecore.
La stessa malattia che colpi' nei mesi scorsi i bovini. Una prima conferma
del contagio e' arrivata dal servizio veterinario della Asl Lanciano-Vasto,
che ha eseguito esami su un animale morto improvvisamente qualche giorno fa.
I prelievi di tessuto encefalico eseguiti nei laboratori dell'istituto
zooprofilattico di Teramo hanno evidenziato che la causa del decesso era
dovuta proprio alla scrapie. I campioni sono stati inviati all'istituto
zooprofilattico di Torino, che dovra' stabilire se si tratti davvero di
encefalopatia spongiforme o di un'altra patologia animale. Il primo
cittadino ha pero' preferito, come autorita' sanitaria del paese,
sequestrare preventivamente l'allevamento di contrada Schieda, di proprieta'
di una cooperativa agricola.
Il gregge e' gia' stato isolato, per evitare che l'eventuale contagio possa
estendersi. Al servizio veterinario della Asl c'e' la consegna del silenzio.
Il responsabile del Domenico Petrella non vuole parlare, cosi' come i suoi
piu' stretti collaboratori. Preferiscono affidarsi ad una nota stampa della
Asl, che si limita ad annunciare una serie di controlli clinici sugli
animali presenti negli allevamenti della zona, in particolare tra
Civitaluparella e Casoli. Esami per forza di cose generici, perche' fatti su
capi di bestiame ancora vivi. Campionature sono state eseguite anche sulle
carni macellate nei mattatoi, senza che sia stata riscontrata alcuna forma
di contagio. L'atteggiamento di Petrella, che ieri ha avuto un lunghissimo
colloquio con il ministero della sanita', non fa che alimentare i dubbi e i
timori nella popolazione. Il responsabile del servizio non fa minimamente
menzione dei rischi per l'uomo. Non esistono studi scientifici che
dimostrino la possibilita' di contagio per le persone, ma si cercano
conferme. E si rischiano ripercussioni sul consumo di carne ovina, con
riflessi negativi su uno dei settori produttivi che rappresenta una voce
importante nell'economia abruzzese.

*** I TACCHINI MALATI VENGONO ABBATTUTI

www.larena.it/ultima/oggi/provincia/Aac.htm
Abbattimenti generali negli allevamenti colpiti e blocco delle
movimentazioni. Sono queste le misure principali dell'azione di lotta
all'influenza aviaria decisa dalla Regione in seguito alla scoperta avvenuta
in questi giorni di tre focolai di contagio: a Mezzane, Villafranca e
Nogarole Rocca. Un'iniziativa con la quale si sta cercando di evitare che i
casi singoli in cui e' stata riscontrata la presenza del virus a bassa
patogenicita' H7N3 siano l'inizio di una nuova epidemia. Un'eventualita' non
a caso molto temuta. Gli abbattimenti sono gia' cominciati negli allevamenti
colpiti. L'influenza aviaria negli anni scorsi ha quasi messo in ginocchio
l'importante comparto avicolo veronese provocando centinaia di miliardi di
lire di danni, ed un suo ritorno su vasta scala potrebbe avere
sull'avicoltura effetti devastanti.
Effetti che si potrebbero verificare nonostante il virus attualmente in
circolazione non sia mortale per gli animali colpiti, considerato che c'e'
il rischio che possa mutare divenendo ad alta patogenicita'. E non si
tratterebbe certo di un fatto di poco conto. L'influenza aviaria, che sinora
ha interessato solo allevamenti di tacchini, puo' infatti colpire tutti i
volatili, nonostante venga chiamata anche 'peste dei polli'. Una definizione
che veniva usata fino a una ventina di anni fa ma che non e' corretta:
esiste infatti un'altra malattia - che non e' l'influenza, ribadiamo,
riscontrata in questi giorni - che si chiama 'peste aviaria'. Com'e'
doveroso sottolineare che questa malattia non ha alcun effetto per l'uomo.
Il decreto contenente le 'misure di contenimento dell'influenza aviaria' e'
stato diffuso ieri dal dirigente del Servizio regionale sanita' animale,
igiene allevamenti e produzioni zootecniche Giovanni Vincenzi. Al suo primo
punto stabilisce che negli allevamenti che risultino infetti in seguito alle
analisi dell'Istituto zooprofilattico regionale (come quelli di Mezzane,
Villafranca e Nogarole Rocca) vengano abbattuti e distrutti tutti i
volatili. Solo per quelli che abbiano concluso il ciclo produttivo e'
consentito con cautele l'invio alla macellazione, ed in tutti i casi gli
allevamenti dovranno essere sottoposti a disinfezione. A Villafranca,
Povegliano, Nogarole Rocca, Trevenzuolo, nella zona a nord della Provinciale
25, Vigasio, ad ovest della Provinciale 24, Mozzecane, Mezzane, Marcellise
di San Martino Buon Albergo e Verona, per la parte rivolta a Montorio, e'
poi istituita per quindici giorni una zona di restrizione della
movimentazione dei volatili con divieti di entrata ed uscita di pennuti
negli allevamenti e controlli a tappeto. Tutta la provincia veronese e' poi
considerata come zona di attenzione, fatto che prevede rigide prescrizioni e
verifiche, e particolari regole sono state dettate per i macelli, i
mangimifici ed il trasporto di volatili ed uova in tutto il Veneto.

*** GLI ANIMALI, LA CATENA CORTA

www.ecodelchisone.it/articoli/articolo.asp?ID=10108
di Sofia D'Agostino
Vitelli che non possono dormire perche' la catena e' corta, polli in
batteria illuminati perennemente da una luce che li inebetisce, sanati con
carenza di ferro, costretti a leccare le ringhiere di box
Ogni anno, solo in Italia, piu' di 974.000 animali (Fonte ministero della
Sanita') ovvero piu' di 3.000 al giorno, tutti i giorni, vengono utilizzati
per prove di laboratorio e quindi fatti morire dopo enormi sofferenze. Ogni
anno due milioni di cani e gatti detenuti in condizioni spaventose sono
privati di ogni elementare diritto: alcuni di essi sono randagi, altri
invece vengono appositamente allevati per rubare loro il manto e farne
pellicce, il cui nome fantasioso una volta sul mercato in forma di colletti
e cappotti non fa certo pensare alla loro vera origine. Ogni anno decine di
milioni di mucche, vitelli, maiali, pecore, agnelli, cavalli, asini, polli e
conigli, percorrono migliaia di chilometri dai luoghi di provenienza a
quelli di macellazione. Il trasporto avviene prevalentemente tramite
autocarri ma anche per via aerea e per mare; la durata di un viaggio puo'
essere superiore ai quattro giorni e le distanze coperte di oltre 2.500
chilometri. Ogni anno 50.000 animali muoiono sfigurati da rossetti,
intossicati da profumi, bruciati da creme. Eppure sono piu' di 8.000 gli
ingredienti gia' disponibili per le aziende di cosmetici e centinaia i
metodi alternativi di ricerca. Nonostante questo, il divieto di vendita di
cosmetici sperimentati su animali previsto per il 1998 da una Direttiva
europea e' stato posticipato e rischia di slittare ulteriormente. In cifre
e' questo il rapporto che abbiamo saputo stabilire con gli animali. In
realta' questo e' l'aspetto piu' emblematico del problema del rapporto
uomo-animale. Eppure anche la scienza, dopo lunghi studi, ha ammesso che gli
animali hanno la capacita' di soffrire e l'Organizzazione mondiale della
Sanita' (Oms), ha aggiunto alla sofferenza fisica anche il disagio psichico.
'Il malessere psicologico negli animali secondo l'Oms e' legato al non poter
esprimere atteggiamenti naturali, al non poter vivere nel proprio ambiente e
non poter sviluppare relazioni con i propri simili', spiega il dottor Enrico
Moriconi, veterinario e consigliere regionale dei Verdi, autore tra l'altro
di due libri sull'argomento: 'La citta' degli uomini e degli altri animali'
e 'La fabbrica degli animali', quest'ultimo in uscita nei prossimi giorni.
Ce ne sono tante ma una delle maggiori condizioni di stress per gli animali
e' sicuramente l'allevamento intensivo, la cui ultima tappa, il macello, e'
sicuramente quella meno dolorosa. 'In questi luoghi - prosegue Moriconi - le
condizioni sono esasperanti: vitelli sanati che non possono dormire
correttamente perche' bloccati ad una catena corta 30 centimetri, galline
costrette a vivere anche per due anni in gabbie la cui rete danneggia
dolorosamente le zampe, e il cui spazio e' uguale a quello di un foglio
formato 'A4''.
Polli allevati in batteria illuminati perennemente da una luce che li
inebetisce, sanati la cui carenza di ferro li spinge a leccare le ringhiere
dei box, ora zincate per evitare anche il minimo apporto del minerale nella
loro dieta. Situazioni al limite, insomma, che stressano l'animale,
rendendolo aggressivo e rallentandone la crescita, 'ma visto che gli animali
da allevamento devono rendere, per annullare quest'ultima conseguenza,
spesso si apportano correttivi farmacologici e ambientali, come gli
antibiotici per non farli ammalare o i copertoni tra i maiali perche' non si
attacchino tra loro'.
Che cosi' non si possa continuare l'ha detto anche la Comunita' europea:
'L'ha affermato nel 1996, fissando pero' al 2007 il termine ultimo per
eliminare le situazioni piu' insostenibili e al 2012 l'adeguamento degli
allevamenti in batteria, ritenuti dalla stessa Comunita' non piu'
compatibili'.
Tempi lunghi. 'A leggi stiamo male, l'Europa ha varato regolamenti specifici
sui trasporti degli animali, sugli spazi minimi da garantire ma una vera
legge che tuteli il loro benessere ancora non c'e'. Nel nostro Paese stiamo
ancora peggio: alcune convenzioni europee non sono state recepite e gli
animali sono equiparati a 'cose''. Rispettati sulle piste e coccolati ai
traguardi, anche i cavalli piu' blasonati non sono estranei a sofferenze e
stress: 'Soprattutto nel periodo dell'addestramento. Il cavallo e' certo
fatto per correre ma non ai ritmi richiesti da una gara: e' evidente che
certe prestazioni esasperate sono sostenute dall'utilizzo di farmaci
illegali. Per insegnare ad un cavallo a saltare un ostacolo anziche'
evitarlo, come sarebbe nella sua natura, e' altrettanto chiaro che bisogna
spaventarlo e agli uomini non manca la fantasia per farlo nel peggiore dei
modi'.Diversi mesi fa Moriconi, in qualita' di consigliere dei Verdi ha
inviato una lettera al ministro Moratti e ai provveditori delle scuole
italiane per chiedere alla prima di ritirare la circolare di cui si era
fatta promotrice, ai secondi di non darne corso. La circolare Moratti
sollecitava i provveditori a organizzare la visione di spettacoli circensi
per favorire tra i ragazzi una maggiore conoscenza degli animali. 'Una
genialata incommentabile - ironizza il consigliere - gli animali da circo
sono costretti a duri addestramenti, spazi limitati, condizioni innaturali e
lunghi spostamenti, non mi sembra una situazione da prendere ad esempio e
non penso proprio che si possa creare un rapporto positivo con gli animali
andando a vedere uno spettacolo del circo'.