Sant'Eusebio
12-11-02, 18:40
(11 novembre 2002) - Il 4 novembre avevano superato quota 43 mila. I moduli consegnati alle poste dell´Emilia-Romagna per la regolarizzazione degli immigrati, così come previsto dalla legge Bossi-Fini, sono serviti per presentare le domande di 18.158 colf e badanti e di 24 mila 944 lavoratori dipendenti, pari all’8,4% del totale nazionale (512.198 persone). Il maggior numero di richieste di regolarizzazione, 10.348, sono state presentate a Bologna, segue quindi Modena con 8507, Reggio Emilia 6059, Parma 3888, Rimini 3402, Ravenna 2938, Forlì 2932, Piacenza 2686 e Ferrara 2342.
Oggi è l´ultimo giorno per la consegna delle domande agli uffici postali, dopo di ché sarà possibile conoscere il numero esatto dei nuovi cittadini immigrati che hanno chiesto di regolarizzare la propria posizione.
In questi giorni la Caritas ha presentato il dossier statistico sull´immigrazione del 2002, dove si legge che gli immigrati in Emilia-Romagna hanno superato le 150 mila unità, quasi il 4% della popolazione residente (dato al 31 dicembre 2001).
Oltre la metà degli stranieri maggiorenni sono occupati come lavoratori dipendenti, mentre 12.439 sono titolari di impresa.
Un dato importante riguarda l’inserimento dei bambini nelle scuole. Con oltre 23 mila minorenni (il 4,8% del totale), l’Emilia-Romagna - 4^ regione in Italia, dopo Lombardia (370 mila), Lazio (280 mila) e Veneto (151 mila) per presenza di immigrati secondo le stime sui permessi di soggiorno - è la prima regione per scolarizzazione.
Altro fenomeno da segnalare è quello dei ricongiungimenti familiari che con il 28,7% dei permessi supera la media nazionale di 25,6%. Più donne e bambini: in pratica la fotografia di una immigrazione che tende a stabilirsi definitivamente in regione.
Lavoro, casa e nazionalità di provenienza
Ad attirare gli stranieri in Emilia-Romagna è soprattutto il lavoro. La causale più gettonata dei permessi di soggiorno è proprio l´occupazione che risulta nettamente al primo posto con il 61,8% del totale (58,8% in Italia). La carenza di manodopera si orienta infatti nella ricerca di lavoratori stranieri che spesso vanno a ricoprire posti di lavoro non ambiti dagli italiani.
La forza lavoro stranieri è per lo più dipendente (83,2%) anche se una parte consistente è lavoratore autonomo (9%). Secondo i dati degli uffici provinciali del lavoro (Ministero del lavoro) e dei Centri per l´impiego (coordinati dalle Province), gli immigrati assunti sono passati dal 10% del 1990 al 25% del 2000, con oltre il 12% delle nuove assunzioni nel 2001. Aumentano anche gli iscritti ai sindacati: l´ Emilia-Romagna, sempre in base ai dati del dossier della Caritas, è la regione d´ Italia che raccoglie i lavoratori stranieri più sindacalizzati.
Tra le città preferite per andare a vivere troviamo al primo posto Bologna (32.457 stranieri), seguita da Reggio Emilia (18.951), e Modena(18.384). Tre province che, grazie alla loro prospettiva occupazionale più che buona, accolgono da sole il 55% degli immigrati. La graduatoria però si inverte se si considerano le percentuali di stranieri sulla popolazione residente. Bologna si piazza così al quarto posto (3,45%), dietro a Reggio (4,3%), Modena (4%) e Parma (3,74%).
La scelta della casa privilegia la provincia che ha il vantaggio di avere costi di affitto e di acquisto delle abitazioni inferiori alle città.
Il comune con la percentuale maggiore di immigrati residenti è Monghidoro (Bologna) con l´11,54% di immigrati (421 stranieri su 3647 residenti). All´estremo opposto troviamo le pianure del ferrarese e la provincia piacentina dove (il dato è del rapporto della presenza straniera della Regione) ci sono i due unici comuni senza uno straniero residente: Caminata e Ottone.
La nazionalità più rappresentata è quella marocchina, oltre 22 mila presenze, seguita da quelle albanese, tunisina e cinese.
Per altri dati e maggiori informazioni si possono consultare le schede di approfondimento e i link consigliati nel box in fondo alla pagina.
Il commento dell´assessore regionale a politiche sociali e immigrazione
“L’immigrazione è fatto normale, agli enti locali spetta governare e dare l’opportunità di crescita all’intera comunità”. Questo il commento dell’assessore regionale Gianluca Borghi alla presentazione del dossier statistico sull’immigrazione realizzato dalla Caritas. Sugli oltre 43 mila moduli consegnati alle poste dell´Emilia-Romagna al 4 novembre, ha sottolineato che si tratta di “cifre rilevanti che annunciano la più grande sanatoria mai effettuata finora, dai contorni incerti soprattutto per quanto riguarda gli strumenti di inclusione sociale che il Governo metterà in campo”.
“La nuova legge Bossi-Fini - ha aggiunto Borghi - apre una situazione di precarietà per i nuovi cittadini ed i lavoratori non condivisibile, aggravata da numerosi tagli nel settore sociale, tra cui quelli del 50% sui fondi relativi art. 18 della legge Turco – Napolitano per il facilitare l’uscita dalla prostituzione”.
“In questo quadro politico di totale mancanza di ascolto da parte del Governo delle istanze locali - ha proseguito Borghi - l’Emilia-Romagna intende rispondere in modo positivo mettendo in campo una legislazione percorribile per le politiche di accoglienza e di inserimento lavorativo, che istituirà la consulta regionale sull’integrazione sociale degli immigrati e centri antidiscriminatori per combattere xenofobia e razzismo, che favorirà la concertazione tra enti locali, imprenditori e tutti i soggetti interessati e definirà anche nuove responsabilità: il 14 novembre si aprirà il confronto con gli enti locali in sede di riunione del Caler”.
Nel frattempo sono già stati quasi tutti realizzati i protocolli provinciali, tra enti locali, imprenditori, sindacati e terzo settore che riguardano iniziative di accoglienza e l’integrazione sociale (flussi, ricerca della casa, formazione professionale) degli immigrati, a testimonianza dell’avvio di una nuova capacità progettuale nel sociale.
“Per far questo – ha chiarito Borghi - si deve progettare su area vasta, superare i confini delle singole città: anche i Piani di zona dovranno tener conto dei nuovi cittadini”.
Tra le altre misure della Giunta vi è la prossima adozione della delibera a favore di interventi per i senza fissa dimora e il bando da poco concluso per interventi strutturali per la realizzazione di abitazioni.
Fonte: http://www.regione.emilia-romagna.it/
Oggi è l´ultimo giorno per la consegna delle domande agli uffici postali, dopo di ché sarà possibile conoscere il numero esatto dei nuovi cittadini immigrati che hanno chiesto di regolarizzare la propria posizione.
In questi giorni la Caritas ha presentato il dossier statistico sull´immigrazione del 2002, dove si legge che gli immigrati in Emilia-Romagna hanno superato le 150 mila unità, quasi il 4% della popolazione residente (dato al 31 dicembre 2001).
Oltre la metà degli stranieri maggiorenni sono occupati come lavoratori dipendenti, mentre 12.439 sono titolari di impresa.
Un dato importante riguarda l’inserimento dei bambini nelle scuole. Con oltre 23 mila minorenni (il 4,8% del totale), l’Emilia-Romagna - 4^ regione in Italia, dopo Lombardia (370 mila), Lazio (280 mila) e Veneto (151 mila) per presenza di immigrati secondo le stime sui permessi di soggiorno - è la prima regione per scolarizzazione.
Altro fenomeno da segnalare è quello dei ricongiungimenti familiari che con il 28,7% dei permessi supera la media nazionale di 25,6%. Più donne e bambini: in pratica la fotografia di una immigrazione che tende a stabilirsi definitivamente in regione.
Lavoro, casa e nazionalità di provenienza
Ad attirare gli stranieri in Emilia-Romagna è soprattutto il lavoro. La causale più gettonata dei permessi di soggiorno è proprio l´occupazione che risulta nettamente al primo posto con il 61,8% del totale (58,8% in Italia). La carenza di manodopera si orienta infatti nella ricerca di lavoratori stranieri che spesso vanno a ricoprire posti di lavoro non ambiti dagli italiani.
La forza lavoro stranieri è per lo più dipendente (83,2%) anche se una parte consistente è lavoratore autonomo (9%). Secondo i dati degli uffici provinciali del lavoro (Ministero del lavoro) e dei Centri per l´impiego (coordinati dalle Province), gli immigrati assunti sono passati dal 10% del 1990 al 25% del 2000, con oltre il 12% delle nuove assunzioni nel 2001. Aumentano anche gli iscritti ai sindacati: l´ Emilia-Romagna, sempre in base ai dati del dossier della Caritas, è la regione d´ Italia che raccoglie i lavoratori stranieri più sindacalizzati.
Tra le città preferite per andare a vivere troviamo al primo posto Bologna (32.457 stranieri), seguita da Reggio Emilia (18.951), e Modena(18.384). Tre province che, grazie alla loro prospettiva occupazionale più che buona, accolgono da sole il 55% degli immigrati. La graduatoria però si inverte se si considerano le percentuali di stranieri sulla popolazione residente. Bologna si piazza così al quarto posto (3,45%), dietro a Reggio (4,3%), Modena (4%) e Parma (3,74%).
La scelta della casa privilegia la provincia che ha il vantaggio di avere costi di affitto e di acquisto delle abitazioni inferiori alle città.
Il comune con la percentuale maggiore di immigrati residenti è Monghidoro (Bologna) con l´11,54% di immigrati (421 stranieri su 3647 residenti). All´estremo opposto troviamo le pianure del ferrarese e la provincia piacentina dove (il dato è del rapporto della presenza straniera della Regione) ci sono i due unici comuni senza uno straniero residente: Caminata e Ottone.
La nazionalità più rappresentata è quella marocchina, oltre 22 mila presenze, seguita da quelle albanese, tunisina e cinese.
Per altri dati e maggiori informazioni si possono consultare le schede di approfondimento e i link consigliati nel box in fondo alla pagina.
Il commento dell´assessore regionale a politiche sociali e immigrazione
“L’immigrazione è fatto normale, agli enti locali spetta governare e dare l’opportunità di crescita all’intera comunità”. Questo il commento dell’assessore regionale Gianluca Borghi alla presentazione del dossier statistico sull’immigrazione realizzato dalla Caritas. Sugli oltre 43 mila moduli consegnati alle poste dell´Emilia-Romagna al 4 novembre, ha sottolineato che si tratta di “cifre rilevanti che annunciano la più grande sanatoria mai effettuata finora, dai contorni incerti soprattutto per quanto riguarda gli strumenti di inclusione sociale che il Governo metterà in campo”.
“La nuova legge Bossi-Fini - ha aggiunto Borghi - apre una situazione di precarietà per i nuovi cittadini ed i lavoratori non condivisibile, aggravata da numerosi tagli nel settore sociale, tra cui quelli del 50% sui fondi relativi art. 18 della legge Turco – Napolitano per il facilitare l’uscita dalla prostituzione”.
“In questo quadro politico di totale mancanza di ascolto da parte del Governo delle istanze locali - ha proseguito Borghi - l’Emilia-Romagna intende rispondere in modo positivo mettendo in campo una legislazione percorribile per le politiche di accoglienza e di inserimento lavorativo, che istituirà la consulta regionale sull’integrazione sociale degli immigrati e centri antidiscriminatori per combattere xenofobia e razzismo, che favorirà la concertazione tra enti locali, imprenditori e tutti i soggetti interessati e definirà anche nuove responsabilità: il 14 novembre si aprirà il confronto con gli enti locali in sede di riunione del Caler”.
Nel frattempo sono già stati quasi tutti realizzati i protocolli provinciali, tra enti locali, imprenditori, sindacati e terzo settore che riguardano iniziative di accoglienza e l’integrazione sociale (flussi, ricerca della casa, formazione professionale) degli immigrati, a testimonianza dell’avvio di una nuova capacità progettuale nel sociale.
“Per far questo – ha chiarito Borghi - si deve progettare su area vasta, superare i confini delle singole città: anche i Piani di zona dovranno tener conto dei nuovi cittadini”.
Tra le altre misure della Giunta vi è la prossima adozione della delibera a favore di interventi per i senza fissa dimora e il bando da poco concluso per interventi strutturali per la realizzazione di abitazioni.
Fonte: http://www.regione.emilia-romagna.it/