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Visualizza Versione Completa : SANTI - Santa Teresa di Lisieux e l'Iraq



cm814
25-11-02, 15:19
Da Avvenire di sabato 23


Baghdad si affida a Teresa

Le reliquie della santa di Lisieux sono giunte nella capitale accolte
dalla gioia dei fedeli e dal "benvenuto" dell'arcivescovo latino Jean
Sleiman. Resteranno nel Paese fino al 27 dicembre. La Chiesa irachena
celebra in suo onore una giornata speciale di digiuno e preghiera per
la pace

Di Camille Eid


Un lungo e instancabile ululato di gioia, uno di quelli che solo le
donne arabe sono in grado di produrre durante i matrimoni, e
l'aeroporto di Baghdad ha ritrovato, alle ore undici e un quarto di
mercoledì scorso, una sembianza del suo traffico aereo di una volta.
La gente che affollava gli atri e i corridoi aveva visto atterrare nel
desolato scalo un'ospite speciale: Teresa del Bambin Gesù, venuta a trascorrere il Natale tra i fedeli iracheni. Le reliquie della santa di Lisieux arrivavano dal Libano a bordo di un aereo privato,
accompagnate da un «picchetto d'onore» di 37 persone tra cui
l'arcivescovo latino di Baghdad, monsignor Jean Sleiman, il vescovo maronita di Sidone, un ex comandante capo dell'esercito libanese, numerosi sacerdoti e suore degli ordini carmelitani nonché alcuni giovani scout di Nostra Signora del Carmelo. Una specie di ringraziamento al termine di una lunga tournée, durata due mesi e mezzo, che l'ha portata in tutto il Paese, accolta ovunque da folle festose.
E l'ex capitale dei califfi non ha voluto essere da meno. Mentre le
reliquie della santa si incamminavano lentamente verso la hall tra
canti, applausi e lo stupore di alcuni agenti della sicurezza, la
folla ha dato sfogo alle sue emozioni più profonde: donne che lanciano petali di rose, fedeli che piangono commossi e bambini che innalzano lunghe candele abbellite di fiori. Al coro festante, si sono unite anche alcune donne musulmane che hanno innalzato suppliche al Cielo.
Ad attendere la santa allo scalo, anche il responsabile degli Affari
delle minoranze presso il ministero dei Beni culturali iracheno,
accompagnato da una folta delegazione ufficiale interministeriale.
Il tempo di sistemare le reliquie a bordo di un'ambulanza ornata con strisce rosse e bianche e il convoglio si è diretto verso la prima stazione, la chiesa latina di san Giuseppe, dove l'arcivescovo Sleiman ha dato il benvenuto a Teresa in Iraq. «Essere qui tra di noi è un suo desiderio - ha detto -. Esattamente come un suo desiderio è la pace. Oggi lei ci porta il suo insegnamento e una vita offerta al Dio misericordioso».
«Ma conoscevate la santa?», chiede una giornalista della delegazione libanese a una signora visibilmente commossa. «Certo. E aspettavamo il suo arrivo con impazienza. Ora pregheremo insieme a lei per la pace nel mondo».
Una presenza davvero provvidenziale. «Subito dopo la mia ordinazione - spiega monsignor Sleiman, lui stesso carmelitano scalzo - ho chiesto alla cattedrale di Lisieux di avere in Iraq le reliquie della santa. Mi dissero che non era possibile prima del 2004. Ho insistito molto sottolineando la "carica" spirituale e morale che tale evento poteva produrre in un popolo sofferente. E la santa ha alla fine provveduto».
Come? «Lo scorso luglio sono stato informato che l'Egitto non è in
grado di accogliere come previsto le reliquie quest'anno e così la
priorità assoluta è stata data all'Iraq».
Bel colpo, direbbe qualcuno. Un Paese che si mette sotto la protezione di una santa nel momento stesso in cui si addensano nei suoi cieli le nubi della guerra. Intanto, Teresa ha dato il via al suo itinerario iracheno. Fino ad oggi sarà accolta in venti diverse chiese della capitale; poi partirà subito per Bassora, nel sud del Paese, dove si fermerà tre giorni prima di tornare nuovamente a Baghdad. Il 12 dicembre partirà verso Mossul, peregrinando per dieci giorni in tutte le diocesi e chiese del nord, un tempo culla del cristianesimo iracheno. Prima di Natale, sarà ancora una volta a Baghdad dove rimarrà fino al 27 dicembre quando farà ritorno a Lisieux via Beirut.

Un momento di sollievo spirituale e di invocazione per la pace: non a caso proprio ieri tutta la Chiesa irachena, stretta attorno a
Teresina di Lisieux, ha celebrato una giornata speciale di digiuno e
preghiera per la pace.

Bellarmino
25-11-02, 20:33
Preghiamo santa Teresina affinchè il popolo iraqeno non debba subire l'ennesima aggressione da parte dei "democratici" americani.
Santa Teresina, ricordati soprattutto dei poveri bambini iraqeni privati del diritto di crescere in pace e senza embarghi criminali, noi ti preghiamo.
Bellarmino

cm814
25-11-02, 20:49
Cmq, pare che in Iraq un po' di libertà religiosa per noi ci sia. Questo è positivo, se confrontato all'Italia.... dove ormai comandano i maomettani!

agdan.agdan
01-10-19, 21:24
Sono convinto che se i nostri missionari avessero fatto bene il proprio lavoro ci sarebbe la pace dovunque, leggete la storia se non ci credete!