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Visualizza Versione Completa : Le migliori omelie islamiche alla Mecca



Affus
29-11-02, 08:02
Alla Mecca un venerdì mezzogiorno. Ad ascoltare la predica modello Dalla città del Profeta, un sito web seleziona il meglio dei sermoni nelle moschee e lo invia agli imam di tutto il mondo come guida per la predicazione. Contro gli ebrei, i cristiani, l'Occidente. Da non perdere di Sandro Magister


(Da "L'espresso" n. 48 del 21-28 novembre 2002, titolo originale "Trincea
moschea")


La maratona islamica dell'imam Wajdi Hamzah Al Ghazzawi è cominciata tre anni fa con partenza dalla Mecca. «Ho visitato i più celebri imam di tutto il mondo e ho illustrato loro la mia proposta. Alcuni li ho trovati entusiasti. E questi sono i risultati: tremila imam di 62 nazioni visitano ogni settimana il mio sito web in arabo. Con la versione inglese conto di raddoppiare».

L'ha chiamato Al-Minbar il nuovo sito, parola che in arabo vuol dire pulpito di moschea. È il pulpito dal quale ogni venerdì a mezzogiorno, in tutto il mondo, gli imam pronunciano la khutbah, il discorso che orienta la vita e la mente di un miliardo di musulmani. Al Ghazzawi ne ha raccolti a migliaia di questi discorsi del venerdì, li ha fatti vagliare da otto teologi di prim' ordine, sauditi come lui, e ora man mano li mette in rete: «Come modelli di giusta predicazione. Per tutti gli imam che hanno necessità di elevare la qualità e la profondità dei loro discorsi».

Ma non solo gli imam. Grazie ad Al Ghazzawi e ai suoi dottori del Corano, chiunque può oggi penetrare in questo mondo sino a ieri sconosciuto o precluso. Anche se infedele. Da una moschea all'altra in un viaggio
virtuale: da Gerusalemme a Medina fino all'inviolabile Mecca. Con a portata di mouse, e per la prima volta svelato, il top della predicazione musulmana secondo i canoni del wahhabismo saudita, la corrente superortodossa, il cui controllo sulle moschee di tutto il mondo è sempre più pressante.

I mistici non s'illudano. La khutbah del venerdì non è mai rarefatta e spirituale. Le moschee sono luogo politico per eccellenza. Da lì sono partite tutte le rivoluzioni. È lì che si proclama lo jihad, la guerra santa. Nel mondo arabo, quasi sempre chi pronuncia la khutbah è autorizzato dallo Stato. E il suo testo è vidimato. Dalla Mecca, un sito come Al-Minbar non può nascere e vivere senza l'imprinting della monarchia dell'Arabia Saudita.

E allora non sorprende che Al-Minbar abbia una sezione speciale sulla Palestina. Con raccolti i discorsi modello sul tema. Tutti graniticamente concordi nell'elevare a dogma l'odio contro gli ebrei, nell'esaltare il «martirio» dei terroristi suicidi, nello sconfessare qualsiasi accordo negoziale, nel predicare come unica soluzione finale la cancellazione di Israele.

GLI EBREI

In alcune khutbah, Israele e gli ebrei non sono nemmeno chiamati per nome. Sono «l'entità criminale», sono «la nazione di porci e scimmie». L'odio e l' inimicizia nei loro confronti sono predicati con la forza di un imperativo teologico «a gloria di Allah». Sono «malvagi e traditori da sempre» e meritano solo guerra. Ma non una guerra qualsiasi, come vorrebbero «i nazionalisti che combattono per la terra, gli oliveti, gli aranci e i cocomeri». «Il divino comando è per una guerra religiosa, combattuta per null'altro se non per i principi dell'islam».

Di ogni khutbah, Al-Minbar dà il nome dell'imam che l'ha pronunciata. E del luogo. Le più autorevoli sono quelle delle tre città sacre, nell'ordine La Mecca, Medina e Gerusalemme, e delle moschee prime per antichità: della Kaaba alla Mecca e di Al Aqsa a Gerusalemme, sopra la città vecchia. Il sacro primato di questi luoghi è richiamato di continuo ed è esso stesso un messaggio politico. Lo Stato d'Israele è definito inaccettabile per
principio: ricade in quella terra sacra «che ha uno statuto speciale tra le terre musulmane e che oggi comprende la Palestina, la Siria, il Libano, la Giordania, e parti dell'Arabia Saudita e dell'Iraq».

Il falso antisemita intitolato "Protocolli dei savi di Sion", dato per autentico, viene citato a prova del disegno ebraico d'impadronirsi del mondo. In combutta con la massoneria, ma più ancora «con le benedizioni dei cristiani e dell'Occidente», nonché delle Nazioni Unite e di quei «musulmani solo di nome, ciechi» che confidano nei processi di pace israelo-palestinesi senza vedere che essi sono «soltanto una variante del piano sionista di dominio universale». Tutto congiura contro le nazioni islamiche, sotto ogni
cielo: «le repubbliche musulmane dell'ex Unione Sovietica possedevano le armi nucleari, ma l'Occidente gliele ha strappate per darle ai cristiani ortodossi russi».

Tutta la lode va invece ai «martiri» musulmani, ovvero ai terroristi suicidi, mai però designati così. Sono loro i «benedetti», mentre «veri terroristi» sono definiti gli ebrei. Il loro martirio «è il miglior sentiero per il paradiso». Là ciascuno di essi, «come dice il Profeta, avrà settantadue fanciulle e potrà intercedere per settanta suoi famigliari che altrimenti sarebbero destinati all'inferno».

L'OCCIDENTE

Questo nell'aldilà. Perché su questa terra c'è già l'inferno degli infedeli. Le loro conferenze internazionali per il controllo demografico sono «propagazione di licenziosità, sodomia, matrimonio di gay e lesbiche». Tutto per distruggere «la vera minaccia che li atterrisce: la crescita di popolazione dei paesi musulmani, l'islamizzazione del mondo».

Numerosi discorsi del venerdì prendono di mira l'allentamento dei costumi in casa islamica: le donne che non si coprono come dovrebbero; che si mescolano in pubblico al sesso maschile; che rinviano l'età del matrimonio; i giovani che tirano tardi la notte; le famiglie che vanno in vacanza nelle nazioni infedeli; tutti che si lasciano incantare dagli spettacoli televisivi via satellite. E poi le gare sportive internazionali: diseducative perché «sradicano il naturale odio dei musulmani contro i miscredenti». E poi le feste importate: il pesce d'aprile «inventato in Spagna per prendersi beffe dei musulmani», san Valentino ovvero «il giorno dell'immoralità e della prostituzione», il Natale che «condanna all'inferno chi vi partecipa»: vietati gli auguri, vietati i doni, vietato tutto. Perché dietro c'è Satana. C'è l'Occidente, «civiltà senz'anima a detta dei suoi stessi intellettuali».

I CRISTIANI

E il dialogo interreligioso è la più insidiosa delle tentazioni. Le khutbah sono concordi nel condannarlo senza remissione. Perché sotto l'insegna dell' «amicizia islamocristiana», spiegano, si cela la trappola «nella quale cadono anche molti che si credono musulmani», dimentichi che «Allah ha proibito al Profeta e ai credenti di invocare perdono per gli infedeli, anche se fossero loro parenti».

Per questo ogni idolo dev'essere distrutto. Bene hanno fatto i talibani d' Afghanistan a bombardare i Budda. È comando di Allah. L'islam è la sola vera religione ed è l'unica ad avere il diritto di cancellare le diverse da sé. Può concedere che dentro le chiese i cristiani suoi sudditi tengano le loro
immagini: ma che nulla appaia all'esterno. E passi per le Piramidi d'Egitto: «troppo grandi per essere distrutte, anche se un califfo ci provò». Quanto alla Sfinge, s'è salvata «solo perché coperta dalle sabbie».

I FALSI MUSULMANI

Ma poi c'è il nemico interno: i musulmani del partito sciita, andati al potere in Iran con Khomeini ma numerosi (e perseguitati) anche in Iraq e nella penisola arabica. Contro di loro le khutbah sono di una veemenza inaudita. Gli sciiti «sono la creazione più malvagia che abbia messo piede sulla terra». «Vivono da sempre in falsità e ipocrisia». «Si alleano con miscredenti e politeisti per aggredire i musulmani». «I loro capi in Iran comandano alcuni una cosa, altri la proibiscono, per confondere tutti». «Sono persiani che hanno in odio e inimicizia gli arabi, fino ad allearsi con gli ebrei contro di loro». «Il loro sistema dottrinale e pratico è costruito per distruggere l'islam dalle radici». Conclusione: «È giunta l' ora di strappare il falso velo della rivoluzione iraniana. Essi hanno cambiato il Corano, hanno mentito contro il Profeta, hanno maledetto i suoi compagni, la menzogna è parte della loro fede. È mai possibile che siano musulmani? Se gli sciiti, nella loro storia, sono passati tra tante disgrazie e umiliazioni, questa è la ricompensa delle loro azioni».

E queste sono le khutbah modello. Le raccomandate dalla Mecca. Pronunciate da imam di chiara fama. Quelle che in Occidente sarebbero le omelie di un Karol Wojtyla o di un Carlo Maria Martini.

cm814
29-11-02, 09:22
Originally posted by Affus


Quelle che in Occidente sarebbero le omelie di un Karol Wojtyla o di un Carlo Maria Martini.

.... i primi ai quali quelli faranno saltare la testa. E siccome erano già stati avvisati, come si dice???...... ah, sì: CHI E' ORGINE DEI SUOI MALI...... ;)

Pensi, affus, si possano trovare in rete queste omelie??? Dall'inglese le traduco io, con un po' di tempo dovrebbero uscire comprensibili...... :D

Mettiamoci in moto.

Affus
29-11-02, 14:53
Originally posted by cm814


.... i primi ai quali quelli faranno saltare la testa. E siccome erano già stati avvisati, come si dice???...... ah, sì: CHI E' ORGINE DEI SUOI MALI...... ;)

Pensi, affus, si possano trovare in rete queste omelie??? Dall'inglese le traduco io, con un po' di tempo dovrebbero uscire comprensibili...... :D

Mettiamoci in moto.


Ti postrei dare l'indirizzo di un amico che le traduce e sa dove trovarle tutte .

franco damiani (POL)
01-12-02, 08:39
IL TALMUD SMASCHERATO

Gli insegnamenti segreti dei rabbini sui Cristiani

Di:

Rev. I.B. Pranaitis

Prete Cattolico; Maestro di Teologia e Professore di Lingua Ebraica presso l'Accademia Ecclesiastica Imperiale della Chiesa Cattolica Romana in San Pietroburgo Vecchio.

(Traduzione dal testo latino dell'autore)

****

San Pietroburgo

Ufficio stampa dell'Accademia Imperiale delle Scienze - 1892.

IMPRIMATUR

San Pietroburgo,

13 Aprile 1892

Kozlowsky

Arcivescovo Metropolita di Moghileff

L.S.

No.794

C. Propolanis, S.Th.C.

Segretario

Tutti i Diritti Riservati

Stampato presso l'Accademia Imperiale delle Scienze.

(Vas.Ostr.,9 Line, No.12)

****

Copyright 1964

Dr. Edward R. Fields

Birmingham, Alabama

****

Excellentissimo ac Reverendissimo

DOMINO DOMINO

FRANCISCO ALBINO

SYMON

EPISCOPO ZENOPOLITANO

SUFFRAGANEO ARCHIDIOECESEOS MOHILOVIENSIS

SUAE SANCTITATIS PRAELATO DOMESTIOCO

S. THOLOGIAE DOCTORI

Rectori Academiae Caesareae Romano-Catholicae Ecclesiasticae Petropolitanae

ORDINUM EQUITI

PROFESSORI CLARISSIMO

MODERATORI SUO OPTIMO

Dicat Dedu Aeque

Auctor

__________________________________________________ ________



IMPRIMATUR

Petropoli, Die 13 Aprilis 1892 a.

Archiepiscopus Metropolita Mohiloviensis KOZLOWSKI.



L.S.

f.m. Secretarii in Spiritualibus

C. Propolanis S.Th.C.



Tous droits réservés.

No794

........?



DEDICA DELL'AUTORE



VOSTRA ECCELLENZA:



Per ricambiare in qualche modo la Vs. grandissima gentilezza verso di me, che ho potuto sperimentare così spesso e in tante maniere, mi sono impegnato a dedicarVi questo piccolo libro. E' di piccole dimensioni ma è stato compilato con gran cura e fatica, e mi sostiene la speranza che Voi non lo sdegnerete; esso infatti è il primo frutto delle fatiche di uno che Voi, una volta, Vi siete così gentilmente compiaciuto di chiamare il primo frutto delle Vostre fatiche come Rettore di questa Accademia. Io prego perciò Vostra Eccellenza di benedire questo lavoro che ho recentemente portato a termine, in maniera che possa adempiere lo scopo per cui è stato scritto. Benedite anche me affichè io possa presto compiere lavori più importanti per la gloria di Dio e per l'onore e per il progresso della nostra Alma Mater, su cui regnate da otto anni, e di cui siete il più grande ornamento.

Possano queste pagine rappresentare per Vostra Eccellenza la dimostrazione del mio perpetuo e sincero affetto e gratitudine.

Il devoto discepolo di Vostra Eccellenza,

IUSTINUS BONAVENTURA PRANAITIS



ANTIFONA



"Che si aprano le nostre scritture a tutti. Che tutti vedano come sia il nostro codice morale! Non dobbiamo aver paura di questa prova, infatti abbiamo un cuore puro e uno spirito pulito. Che le nazioni esaminino le dimore dei figli di Israele, e che da loro stessi si convincano di come realmente siamo! Esse allora certamente esclameranno con Baalam, quando partì per maledire Israele: 'Come son belli i tuoi padiglioni o Israele: come son belle le tue tende!'



"Nel suo atteggiamento verso i non ebrei, la religione ebraica è la più tollerante di tutte le religioni del mondo... I precetti degli antichi rabbini, sebbene ostili ai gentili, non possono in nessuna maniera essere applicati ai cristiani."



"Tutta una serie di opinioni può essere citata dagli scritti delle più alte autorità rabbiniche per dimostrare che questi maestri inculcavano nel loro popolo un grande amore e rispetto per i cristiani in maniera che essi considerassero i cristiani, che credono nel vero Dio, come fratelli, e pregassereo per loro."



"Noi dichiariamo che il Talmud non contiene niente di ostile contro i cristiani."





PROLOGO



Molte persone interessate nella questione ebraica sono solite chiedere se ci sia o no qualcosa nel Talmud che non sia bello e sublime e completamente estraneo a qualsiasi espressione che possa sembrare odio verso i cristiani. La confusione di opinioni a questo riguardo è talmente grande che, a sentire coloro che trattano l'argomento con tanta apparente saggezza, si penserebbe che stessero parlando di una razza antica e lontana dai nostri tempi, e non del popolo di Israele che vive in mezzo a noi secondo un codice morale immutabile che continua anche oggi a regolare la loro vita religiosa e sociale.

Stando così le cose, ho intrapreso il compito di dimostrare ciò che veramente insegna il Talmud a proposito dei cristiani, per potere in tal modo soddisfare i desideri di coloro che vogliono conoscere questa dottrina da fonti originali.

A questo scopo, ho tradotto i più noti libri talmudici che fanno riferimento ai cristiani e ho disposto queste fonti in ordine tale da dare una chiara idea dell'immagine del cristiano che il Talmud presenta agli ebrei.

Al fine di non essere accusato di avere usato un testo alterato del Talmud o di non averlo interpretato correttamente, come in genere accade a coloro che hanno tentato di rivelare gli insegnamenti giudaici segreti, ho disposto il testo ebraico a fianco di quello latino.

Ho diviso il testo in due sezioni: la prima tratta degli insegnamenti del Talmud sui cristiani, la seconda, delle regole che gli ebrei hanno l'obbligo di seguire quando vivono fra i cristiani.

Faccio precedere queste due parti da una breve capitolo di discussione sul Talmud stesso.





IL TALMUD



IL TALMUD deriva il suo nome dalla parola LAMUD - insegnato, e significa L'Insegnamento. Per metonimia, si vuol significare il libro che contiene l'Insegnamento, il quale insegnamento si chiama Talmud, cioè il libro dottrinale che da solo espone e spiega completamente tutta la conoscenza e l'insegnamento del popolo ebreo.

Per quanto riguarda l'origine del Talmud, i rabbini ritengono che il suo primo autore sia Mosè. Essi sostengono che, oltre alla legge scritta - trasmessa da Dio a Mosè sul Monte Sinai sulle tavole di sasso e denominata Torah Scheibiktab - Mosè abbia anche ricevuto la sua interpretazione, o legge orale, chiamata Torah Shebeal Peh. Secondo loro, questo è il motivo per cui Mosè rimase per tanto tempo sul monte. Infatti, essi sostengono, un giorno solo sarebbe stato sufficiente per ricevere da Dio la legge scritta.

Si dice che Mosè abbia trasmesso questa legge orale a Giosuè; Giosuè a sua volta ai settanta Anziani; questi Anziani ai Profeti, e i Profeti alla Grande Sinagoga. Si sostiene che essa fu più tardi trasmessa a certi rabbini, uno dopo l'altro, finchè non divenne impossibile ritenerla oralmente.

Qualunque cosa possa dirsi sulla storia dei rabbini, è cosa sufficientemente nota fra noi che, prima della nascita di Cristo, in Palestina esistevano scuole nelle quali si insegnavano i sacri testi. Per poterli ricordare, i commentari dei Dottori della legge venivano scritti su carte ed elenchi che, riuniti insieme, formarono gli inizi del Talmud giudaico.

Nel secondo secolo dopo Cristo, il rabbino Jehuda - che, a causa della sua santità di vita, era chiamato Il Santo e Il Principe - si rese conto che la cultura degli ebrei andava scemando, che la loro legge orale si stava perdendo, e che il popolo ebreo si stava disperdendo, e fu il primo a prendere in considerazione i possibili modi di ridar vita e preservare la legge orale. Egli raccolse tutti gli elenchi e le carte (che la contenevano) ricavandone un libro che fu chiamato Sepher Mischnaioth, oppure Mischnah - un Deuterosis o legge secondaria. Lo divise in sei parti, ciascuna delle quali venne divisa in molti capitoli che vedremo più avanti.

La Mischnah è il fondamento e la parte principale di tutto il Talmud. Questo libro fu accettato da tutti gli ebrei e fu riconosciuto come codice autentico della loro legge. Veniva spiegato nelle loro Accademie di Babilonia - a Sura, Pumbaditha e Nehardea - e nelle loro Accademie di Palestina - a Tiberiade, Iamnia e Lydda.

Con l'andar del tempo le interpretazioni aumentarono e le dispute e le decisioni dei dottori della legge riguardanti la Mischnah furono scritte. e questi scritti costituirono un'altra parte del Talmud chiamata Gemarah.

Nel Talmud queste due parti sono disposte in maniera tale per cui la Mischnah serve per prima come una specie di testo della legge e la Gemarah serve poi da analisi delle varie opinioni per giungere alle decisioni definitive.

Non tutti i precetti della Mischnah, comunque, venivano discussi nelle scuole ebree. Non si commentavano quelli che non potevano essere applicati a causa della distruzione del Tempio, e quelli che potevano essere osservati solo nella Terra Santa. La loro spiegazione veniva rimandata alla venuta di Elia e del Messia. Per questo motivo, nel Gemarah, alcune parti del Mischnah mancano.

Per quanto riguarda l'interpretazione della Mischnah del rabbino Jehuda, ciascuna delle scuole di Palestina e di Bab ilonia seguì il suo metodo particolare, e in questo modo si venne a creare una duplice Gemarah - la versione di Gerusalemme e quella di Babilonia. L'autore della versione di Gerusalemme fu il rabbino Jochanan, che fu capo della sinagoga di Gerusalemme per ottant'anni. Nell'anno 230 A.D., egli portò a termine trentanove capitoli di commenari sulla Mischnah.

La Gemarah babilonese, comunque, non fu compilata da una sola persona e nemmeno in una volta sola. Il rabbino Aschi la cominciò nel 327 A.D. e vi lavorò per sessant'anni. Continuò il rabbino Maremar nell'anno 427 A.D., e l'opera fu portata a termine dal rabbino Abina nell'anno 500 A.D. circa. La Gemarah babilonese è composta da trentacinque capitoli di interpretazioni.

Questa duplice Gemarah, assieme con la Mischnah, dà vita ad un duplice Talmud: la versione di Gerusalemme che a causa della sua brevità e difficoltà di comprensione non è molto usata; e la versione babilonese che è sempre stata tenuta in altissima considerazione dagli ebrei di tutti i tempi.

La Gemarah è seguita da aggiunte chiamate Tosephoth. Fu così che il rabbino Chaia inizialmente chiamò le sue opinioni sulla Mischnaioth. Egli e il rabbino Uschaia furono i primi a spiegare questo libro pubblicamente nelle scuole. I commentari sulla furono redatti dai dottori fuori dell'ambito delle scuole, erano chiamati Baraietoth, o opinioni estranee.

A questi Commentari si aggiunsero poi altre decisioni chiamate Piske Tosephoth, brevi tesi e semplici principi.

Per quasi cinquecento anni dopo il completamento del Talmud babilonese, lo studio della letteratura fu gravemente ostacolato, in parte a causa di calamità pubbliche e in parte a causa di dissensi fra gli studiosi. Ma nell'undicesimo secolo, altri scrissero ulteriori aggiunte al Talmud. Fra queste, le principali sono quelle del Tosephoth del rabbino Ascher.

Oltre a queste, comparvero il Perusch del rabbino Moische ben Maimon, per brevità chiamato Rambam dagli ebrei, dai cristiani Maimonide, e dal rabbino Schelomo, Iarchi o Raschi.

Così che la Mischnah, la Gemarah, il Tosephoth, le note marginali di rabbino Ascher, il Piske Tosephoth e il Perusch Hamischnaioth di Maimonide, tutti insieme, costituiscono un ampio lavoro chiamato Il Talmud.



******



Le principali parti del Talmud, che abbiamo menzionato sopra, sono sei:

I. ZERAIM: riguardante i semi. Tratta di semi, frutti, erbe, alberi; dell'uso pubblico e domestico di questi frutti, di semi diversi, ecc.

II. MOED: riguardante le feste. Tratta del tempo in cui il sabato e altre feste devono avere inizio, fine ed essere celebrate.

III. NASCHIM: riguardante le donne. Tratta del matrimono e del ripudio delle mogli, dei doveri, dei rapporti, delle malattie, ecc.

IV. NEZIKIN: riguardante i danni. Tratta dei danni sofferti da uomini ed animali, delle penalità e dei risarcimenti.

V. KODASCHIM: riguardo la santità. Tratta dei sacrifici e di vari riti sacri.

VI. TOHOROTH: riguardante le purificazioni. tratta della contaminazione e della purificazione delle stoviglie, biancheria e altre cose.

Ciascuna di queste sei parti, che gli ebrei chiamano Schishah Sedarim - sei ordini o ordinanze - è divisa in libri o fascicoli, chiamati Massiktoth, e i libri in capitoli, o Perakim.



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I. ZERAIM. Contiene undici libri o Masechtoth.

1. BERAKHOTH -Benedizioni e preghiere. Tratta delle regole liturgiche.

2. PEAH - Angolo di un campo. Tratta degli angoli del campo e della spigolatura... le olive e l'uva da lasciare ai poveri.

3. DEMAI - Cose dubbie. Se si debbano o no pagare le decime su tali cose.

4. KILAIM - Miscele. Tratta delle varie miscele di semi.

5. SCHEBIITH - il Settimo. Tratta dell'anno sabbatico.

6. TERUMOTH - Offerte e Oblazioni. Le offerte "Heave" per i preti.

7. MAASEROTH - le Decime, da versare ai Leviti

8. MAASER SCHENI - la Seconda Decima

9. CHALLAH - la Pasta, la parte di essa da darsi ai Preti.

10.ORLAH - L'Incirconciso. Tratta dei frutti di un albero durante i sui primi tre anni di vita.

11.BIKKURIM - I Primi Frutti da portare al Tempio.

II. MOED. Contiene dodici Libri o Masechtoth.

1. SCHABBATH - Il sabato. tratta dei tipi di lavoro proibiti in questo giorno.

2. ERUBHIN - Combinazioni. Contiene i precetti sul cibo per il sabato, ecc.

3. PESACHIM - Pasqua. Tratta delle leggi relative alla Festa della Pasqua ebraica e dell'agnello pasquale.

4. SCHEKALIM - Siclo. Tratta delle dimensioni e peso del siclo.

5. IOMA - il Giorno della Riconciliazione. Tratta delle prescrizioni per quel giorno.

6. SUKKAH - il Tabernacolo. Tratta delle leggi riguardanti la festa dei Tabernacoli.

7. BETSAH - l'Uovo del Giorno di Festa. Tratta del tipo di lavoro proibito e permesso nei giorni di festa.

8. ROSCH HASCHANAH - Anno Nuovo. Tratta della Festa dell'Anno Nuovo.

9. TAANITH - Digiuni. Tratta dei digiuni pubblici.

10.MEGILLAH - il Rotolo. Tratta della lettura del Libro di Ester. Contiene la descrizione della Festa di Purim.

11.MOED KATON - Festa Minore. Tratta delle leggi relative ai giorni che dividono il primo dall'ultimo giorno di Pesach e Succoth.

12.CHAGIGAH - Paragone dei riti delle tre feste di Pesach, Sukkoth e dei Tabernacoli.

III. NASCHIM. Contiene sette Libri o Masechtoth.

1. JEBBAMOTH - Cognate. Tratta del matrimonio del Levirato.

2. KETHUBOTH - Contratti di Matrimonio. Tratta della dote e degli accordi matrimoniali.

3. KIDDUSCHIN - Fidanzamenti.

4. GITTIN - libretto sui Divorzi.

5. NEDARIM - Voti. Tratta dei voti e del loro annullamento.

6. NAZIR - il Nazireo. Tratta delle leggi riguardanti i Nazirei e coloro che si separano dal mondo e si consacrano a Dio.

7. SOTAH - la Donna sospettata di adulterio.

IV. NEZIKIN. Contiene dieci Libri o Masechtoth.

1. BABA KAMA - Prima porta. Tratta dei Danni e Torti e del loro risarcimento.

2. BABA METSIA - Porta di mezzo. Tratta delle leggi riguardanti gli oggetti trovati, concernenti la fiducia, riguardanti l'acquisto e la vendita, il prestito, il noleggio e l'affitto.

3. BABA BATHRA - L'Ultima porta. Tratta delle leggi riguardanti la proprietà immobiliare e il commercio, per lo più sulle basi della legge tradizionale. Concerne anche la successione ereditaria.

4. SANHEDRIN - Tribunali. Tratta dei tribunali e dei loro atti, e della pena per i delitti capitali.

5. MAKKOTH - Frustate. Le 40 frustate (meno una) inflitte ai criminali.

6. SCHEBUOTH - Giuramenti. Tratta dei diversi tipi di giuramento.

7. EDAIOTH - Testimonianze. Contiene una serie di leggi tradizionali e decisioni raccolte dalle testimonianze di distinti maestri.

8. HORAIOTH - Decisioni. Tratta delle sentenze dei giudici e delle pene dei trasgressori.

9. ABHODAH ZARAH - Idolatria.

10.ABHOTH - Padri. Tratta delle leggi dei padri. Si chiama anche PIRKE ABHOTH.

V. KODASCHIM. Contiene undici Libri o Masechtoth.

1. ZEBBACHIM - Sacrifici. Tratta dei sacrifici di animali e delle modalità di offrirli.

2. CHULIN - Cose Profane. Tratta della maniera tradizionale di uccidere gli animali per usi comuni.

3. MENACHOTH - Offerte di carne. Tratta delle offerte di carne e bevande.

4. BEKHOROTH - il Primogenito. Tratta delle leggi riguardanti i primogeniti di uomini ed animali.

5. ERAKHIN - Valutazioni. Tratta del modo nel quale le persone consacrate al Signore con un voto vengono legalmente valutate per il loro riscatto.

6. TEMURAH - Scambio. Tratta delle leggi riguardanti lo scambio di cose consacrate.

7. MEILAH - Violazione, Sacrilegio. Tratta dei peccati riguardanti la violazione o la profanzione di cose sacre.

8. KERITHUTH - Scomunica. Tratta dei peccati soggeti alla pena di scomunica, e della loro espiazione per mezzo di sacrifici.

9. TAMID - Il Sacrificio Giornaliero. Descrive le funzioni del Tempio per le offerte giornaliere del mattino e della sera.

10.MIDDOTH - Misure. Descrive le misure e la descrizione (sic) del Tempio.

11.KINNIM - I Nidi degli Uccelli. Tratta dei sacrifici di volatili, delle offerte dei poveri, ecc.

VI. THOHOROTH. Contiene dodici Libri o Masechtoth.

1. KELIM - Stoviglie. Tratta delle condizioni nelle quali gli utensili domestici, gli indumenti, ecc. ricevono la purificazione rituale.

2. OHOLOTH - Tende. Tratta delle tende e delle case, e della loro contaminazione e purificazione.

3. NEGAIM - Malattie epidemiche. Tratta delle leggi relative alla Lebbra.

4. PARAH - la Giovenca. Tratta delle leggi concernenti la giovenca rossa e dell'uso delle sue ceneri per la purificazione di quanto è contaminato.

5. TOHOROTH - Purificazioni. Tratta dei gradi minori di contaminazione che durano solo fino al tramonto.

6. MIKVAHTH - Pozzi. Tratta delle condizioni nelle quali i pozzi e i serbatoi possono essere usati per le purificazioni rituali.

7. NIDDAH - Mestruazioni. Tratta della contaminazione giuridica derivante da certe condizioni delle donne.

8. MAKSCHIRIN - Preparazioni. Tratta dei liquidi che preparano e dispongono i semi e i frutti a ricevere la contaminazione rituale.

9. ZABHIM - Riguardante la polluzione notturna e della gonorrea. Tratta della contaminazione derivante da tali secrezioni.

10.TEBHUL IOM - Lavaggi giornalieri.

11.IADIM - Mani. Tratta della contaminazione rituale delle mani secondo la legge tradizionale, e della loro purificazione.

12.OKETSIN - Piccioli della Frutta. Tratta dei piccioli e dei gusci della frutta in quanto portatori di contaminazione rituale.

Il Talmud completo si compone di 63 libri divisi in 524 capitoli.



Oltre a questi ci sono altri quattro brevi fascicoli che non sono stati inclusi nel Talmud regolare. Essi sono stati aggiunti da scrittori ed autori successivi.



Questi quattro fascicoli sono:



MASSEKHETH SOPHERIM - il Trattatello degli Scribi. Tratta del modo di scrivere i libri della legge. Contiene 21 capitoli.

EBHEL RABBETI - Un grosso trattato sul Lutto. Contiene 14 capitoli.

KALLAH - la Sposa. Sull'acquisizione della sposa, sui suoi ornamenti e altre cose che la riguardano. Ha un solo capitolo.

MASSEKHETH DEREKH ERETS - la Condotta di Vita. Diviso in RABBAH - parti principali, e ZUTA - parti secondarie. Contiene 16 capitoli. Alla fine è aggiunto un capitolo speciale - PEREK SCHALOM - sulla Pace.

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Essendo il Talmud un lavoro tanto disordinato e voluminoso, si presentò la necessità di un compendio che ne facilitasse lo studio. A questo scopo, nel 1032, il rabbino Isaac ben Jacob Alphassi pubblicò un Talmud Abbreviato, che egli chiamò Halakhoth - Costituzioni. Tutte le discussioni protratte vi furono omesse e invece quelle parti che concernevano le cose pratiche della vita vi furono conservate. Dato però che questo lavoro non aveva un ordine, non fu considerato di gran valore.

Il primo a produrre un lavoro ben ordinato sulla Legge Ebraica fu Maimonide, chiamato l'"Aquila della Sinagoga." Nel 1180, egli produsse il suo celebre Mischnah Torah - Ripetizione della Legge, chamato anche Iad Chazakah - la Mano Forte. Esso contiene quattro parti o volumi e 14 libri che comprendono tutto il Talmud. In questo lavoro, Maimonide incluse anche molte discussioni filosofiche e tentò di stabilire molte leggi sue proprie. A causa di questo fatto, egli fu scomunicato dalla sua gente e condannato a morte. Fuggì in Egitto dove morì nel 1205.

Nonostante ciò, il valore del suo lavoro crebbe col tempo, e per un certo periodo, una versione espurgata fu tenuta in altissima considerazione dagli ebrei. Un difetto di questo lavoro è che continene molte leggi che hanno perso qualsiasi valore dopo la distruzione del Tempio.

Nel 1340, in stretto accordo con le idee dei rabbini, Jacob ben Ascher pubblicò un'edizione del lavoro di Maimonide, espurgata da tutte le sue innovazioni filosofiche e delle vecchie, inutili leggi. Essa fu chiamata Arbaa Turim - I Quattro Ordini, che sono:



I. ORACH CHAIIM: I semi della Vita, e tratta della vita quotidiana in casa e alla Sinagoga.

II. IORE DEA: che impartisce insegnamenti sui cibi, le purificazioni ed altre leggi religiose.

III. CHOSCHEN HAMMISCHPAT - giudizi privati sulle leggi civili e penali.

IV. EBHEN HAEZER: La Roccia dell'Aiuto, che tratta delle leggi del matrimonio.

Dato che Alphasi, Maimonide e Jacob ben Ascher non concordavano su molti punti - il che fece sorgere diverse interpretazioni della stessa legge - c'era un grande bisogno di un libro che contenesse brevi e concise soluzioni alle controversie e che potesse rappresentare per il popolo ebreo un libro di legge degno di questo nome.

Joseph Karo, un rabbino di Palestina (nato nel 1488 e morto nel 1577), soddisfò tale necessità con il suo celebre commentario all'Arbaa Turim, che egli chiamò Schulchan Arukh - la Tavola Preparata. Dato che, comunque, le useanze degli ebrei orientali differivano molto da quelle degli ebrei occidentali, anche lo Schulchan Arukh, di Joseph Karo non fu sufficiente per tutti gli ebrei che si trovavano nelle diverse parti del mondo. Fu per questo motivo che il rabbino Mosche Isserles scrisse un commentario sullo Schulchan Arukh, intitolato Darkhe Mosche, La Via di Mosè, che ricevette la stessa accoglienza in Occidente che aveva avuto il lavoro di Joseph Karo in Oriente.

Al momento, lo Schulchan Arukh è considerato il Codice Legale obbligatorio degli ebrei, ed essi ne fanno principale uso nei loro studi. Molti conmmentari sono stati scritti su ciascuna parte di questo libro.

Un importante punto da notare è che questo lavoro è sempre stato considerato santo dagli ebrei. Essi l'hanno sempre considerato, e ancora lo considerano, più importante delle Sacre Scritture. Il Talmud stesso dimostra chiaramente questo fatto:

Nel trattatello Babha Metsia, fol 33a, leggiamo:

"Coloro che si dedicano alla lettura della Bibbia esercitano una certa virtù, ma non moltissima; coloro che studiano la Mischnah esercitano una virtù per cui riceveranno un premio; coloro, comunque, che si impegnano nello studio dalla Gemarah esercitano la più alta virtù."

Similmente, nel trattatello Sopherim XV,7, fol.13b:

"La Sacra Scrittura è come l'acqua, la Mischnah il vino, e la Gemarah vino aromatico."

La seguente è un'opinione nota e se ne trovano alte lodi negli scritti dei rabbini:

"Figlio mio, ascolta le parole degli scribi piuttosto che le parole della legge."

Il motivo di ciò si trova nel trattatello Sanhedrin X,3, f.88b:

"Colui che trasgredisce le parole degli scribi pecca più gravemente che chi trasgredisce le parole della legge."

Anche in presenza di divergenze di opinioni fra la Legge e i dottori, entrambi devono essere presi come parole del Dio Signore.

Nel trattatello Erubhin f.13b, dove si riferisce di una divergenza di opinioni fra le due scuole di Hillel e Schamai, si concude che:

"Le parole di entrambi sono parole del Dio vivente."

Nel libro Mizbeach, cap. V, troviamo la seguente opinione:

"Non c'è niente che sia superiore al Santo Talmud."

I sostenitori contemporanei del Talmud ne parlano quasi nella stessa maniera.

Ciò che i cristiani pensavano del Talmud è ampiamente dimostrato dai molti editti e decreti emessi a questo proposito, con i quali i supremi governanti della Chiesa e dello Stato lo hanno proscritto molte volte e hanno condannato alle fiamme questo sacro Codice Legale Secondario degli ebrei.

Nel 553, l'Imperatore Giustiniano proibì la diffusione dei libri del Talmud su tutto il territorio dell'Impero Romano. Nel XIII secolo "i Papi Gregorio IX e Innocente IV condannarono i libri del Talmud in quanto contenenti ogni tipo di abiezioni e bestemmie contro la verità cristiana, e ordinarono che fossero bruciati perchè diffondevano molte orribili eresie."

Più tardi, essi furono condannati da molti altri Pontefici Romani - Giulio III, Paolo IV, Pio IV, Pio V, Gregorio XIII, Clemente VIII, Alessandro VII, Benedetto XIV e altri che pubblicarono nuove edizioni dell'Indice dei Libri Proibiti secondo gli ordini dei Padri del Concilio di Trento, e anche nei nostri stessi giorni.

((Per quanto riguarda l'atteggiamento della Chiesa Cattolica verso gli ebrei, si veda l'Appendice alla fine di questo libro: "Come i Papi Hanno Trattato gli Ebrei."))

All'inizio del XVI secolo, quando la pace della Chiesa era disturbata da nuove religioni, gli ebrei cominciarono a distribuire il Talmud apertamente, assistiti dall'arte della stampa allora appena inventata. La prima edizione stampata di tutto il Talmud, contenente tutte le sue bestemmie contro la religione cristiana, fu pubblicata a Venezia nell'anno 1520. E quasi tutti i libri ebrei pubblicati in quel secolo che era loro favorevole sono completi e genuini.

Verso la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII, quando molti uomini famosi si impegnarono in un diligente studio del Talmud, gli ebrei, temendo per se stessi, cominciarono ad omettere parti del Talmud che erano apertamente ostili ai cristiani. Fu in tal modo che il Talmud pubblicato a Basilea nel 1578 fu mutilato in molti punti.

Ad un sinodo in Polonia, nell'anno 1631, i rabbini della Germania ed altri paesi dichiararono che non si doveva stampare niente che potesse infastidire i cristiani e causare la persecuzione di Israele. Per questo motivo, nei libri ebraici pubblicati dal secolo seguente in poi, ci sono indizi di molte cose mancanti cui i rabbini suppliscono con spiegazioni ritenute a memoria, in quanto essi possiedono i libri integrali che i cristiani vedono raramente.

Comunque, i libri ebraici furono pubblicati più tardi con pochissime mutilazioni in Olanda - dove gli ebrei espulsi dalla Spagna venivano cordialmente ricevuti. Il Talmud pubblicato in questo paese nel 1644-1648 è quasi uguale all'edizione veneziana.

L'ultimo strattagemma inventato per ingannare i censori è stato di inserire la parola haiah (era) nel testo genuino, come per indicare che la questione di cui si tratta si riferisce ad un tempo passato. Ma così facendo essi "puliscono solo l'esterno della tazza". Infatti, in molti punti lasciano trapelare ciò che intendono, per es. con le parole gam attah, "perfino ora," vale a dire "questa legge deve essere obbedita"; e aphilu bazzeman hazzeh, "fino ad oggi," vale a dire "questa legge è ancora valida," e simili.



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Dobbiamo aggiungere alcune considerazioni sull'altro notissimo libro degli ebrei, che si chiama ZOHAR.

Secondo alcuni rabbini, Mosè, dopo essere stato istruito sull'interpretazione della legge sul Monte Sinai, non trasmise quest'informazione a Giosuè nè questi agli anziani, ma ad Aronne, Aronne ad Eleazzaro, e così via fino a che l'insegnamento orale non fu messo in forma di libro con il nome di ZOHAR, dal nome ZEHAR, che significa emanare splendore. Esso è infatti un'illustrazione dei libri di Mosè, un commentario del Pentateuco.

Si dice che l'autore sia stato R. Schimeon ben Jochai, un discepolo di R. Akibha che, cinquant'anni dopo la distruzione del Tempio, morì da martire nell'anno 120 A.D. circa nella guerra che Adriano condusse contro gli ebrei. Dato che, comunque, in questo libro appaiono nomi di uomini vissuti diversi secoli dopo l'anno indicato, e dato che nè Rambam (R. Mosche ben Nachman, nè R. Ascher, che morì nell'anno 1248 A.D. circa, ne hanno fatto menzione, è più probabile che siano più vicini alla verità coloro che dicono che il libro di Zohar vide la luce per la prima volta intorno al XIII secolo. Ciò è considerato probabile specialmetne a causa del fatto che circa in questo periodo fu prodotto un libro simile per stile e argomento al modo di scrivere caldeo.

Si compone di tre volumi formato in ottavo grande.



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Ci sono molti altri lavori pubblicati da maestri ebrei, che vengono usati nello studio della legge giudaica, e che sono tenuti in alta considerazione dato che spiegano molti passaggi oscuri del Talmud. In questo libro ne sono citati alcuni, e precisamente i seguenti:

BIAR - Dicharazione, delucidazione, Commentario su un altro Commentario. Queste dichiarazioni differiscono fra di loro.

HALAKHOTH - di solito scritto HILKHOTH - Decisioni o Dissertazioni. Libri separati delle Sacre Scritture e del Talmud di diversi rabbini: Maimonide, Beshai, Edels, Mosè di Kotzen, Kimchi e altri. Nella maggior parte dei casi, danno delle citazioni di Maimonide dallo HILKHOTH AKUM. Queste contengono dissertazioni sulle stelle e pianeti e sulle condizioni delle nazioni. Ce n'è un altro - HILKHOTH MAAKHALOTH ASAVOROTH - dissertazioni sugli alimenti proibiti.

IUCHASIN o SEPHER IUCHASIN - dissertazioni sulla discendenza. Tratta della storia sacra e giudaica dall'inizio del mondo fino al 1500. Fu stampato a Cracovia nel 1580.

JALKUT - una raccolta di commenti tratti da vari libri antichi. Si suppone abbia un significato non letterale ma allegorico. Autore: il rabbino Shimeon di Francoforte.

KED HAKKEMACH - Barile di farina. Contiene un elenco alfabetico dei luoghi delle comunità teologiche. Autore: il rabbino Bechai di Lublino.

MAGEN ABRAHAM - Scudo di Abramo. Autore: Perizola.

MIZBEACH HAZZAHABH - l'Altare d'Oro. Libro cabalistico. Autore: R. Schelomon ben Rabbi Mordechai. Stampato a Basilea nel 1602.

MACHZOR - un Ciclo. Libro di Preghiere usato nelle feste grandi.

MENORATH HAMMAOR - Candela di luce. Libro talmudico. Contiene l'Aggadoth e il Medraschim, cioè, i commentari storici e allegorici su tutto il Talmud. Autore: rabbino Isaac Abhuhabh. Stampato nel 1544.

MAIENE HAIESCHUAH - Fontane del Salvatore. Uno squisito commentario su Daniele del rabbino Isaac Abarbanel. Vi si trovano numerose dispute contro i cristiani. Stampato nel 1551.

MIKRA GEDOLAH - la Grande Convocazione. Una bibbia ebraica con note di R. Salomon Iarchi e R. Ezra.

MASCHMIA IESCHUAH - Il Predicatore della Salvezza. Spiegazioni su tutti i Profeti. Riguarda la redenzione futura. Autore: R. Abarbanel.

NIZZACHON - Vittoria. Attacchi contro i crisitani e i quattro Vangeli. Autore: rabbino Lipman. Stampato nel 1559.

SEPHER IKKARIM - Libro sui fondamentali o articoli di fede. Contiene un durissimo attacco contro la fede cristiana.

EN ISRAEL - L'Occhio d'Israele. Un libro celebre. Ha una seconda parte - BETH JAKOBH - la Casa di Giacobbe. Contiene dei deliziosi racconti talmudici. Stampato a Venezia nel 1547.

SCHAARE ORAH - le Porte di Luce. Un celeberrimo libro cabalistico. Autore: Ben Joseph Gekatilia.

SCHEPHAA TAL - Abbondanza di Rugiada. Libro cabalistico. Una chiave per il libro di Zohar ed altri libri del genere. Autore: rabbino Schephtel Horwitz di Praga.

TOLDOTH IESCHU - le Generazioni di Gesù. Un opuscolo pieno di bestemmie e maledizioni. Contiene la storia di Cristo. Pieno di espressioni false e tendenziose.



Per la stesura del presente libretto, ho usato le seguenti fonti:



Il TALMUD. Edizione di Amsterdam, 1644-48, in 14 volumi.

SCHULCHAN ARUKH, del rabbino Joseph Karo. Edizione di Venezia, 1594. Senza note.

IORE DEA. Diverse citazioni. Edizione di Cracovia.

ZOHAR. Edizione di Amsterdam, 1805. 3 volumi.

MIKRA GEDOLAH. Edizione di Amsterdam, 1792, 12 volumi, edizione di Basilea, 1620, 2 volumi, edizione di Venezia.

HILKHOTH AKUM di R. Maimonide, edizione di Vossius, 1675.



Come lavori ausiliari ho usato:



JOANNES BUXDORFIUS. a. Lexicon Chaldaicum, Talmudicum et Rabbinicum, Basilea 1640. b. De Abreviaturis Hebraicis; Operis Talmudis Recensio; Bibliotheca Rabbinica, Basilea 1712. c. Synagoga Judaica, Basilea, 1712.

GEORGII ELIEZ. EDZARDI. Tractatus talmudici "AVODA SARA." Amburgo, 1705.

JACOBI ECKER: "Der Judenspiegel im Lichte der Wahrheit," (Lo Specchio Giudaico alla Luce della Verità). Paderborn, 1884.

AUGUST ROHLING: Die Polemik und das Manschenopfer des Rabbinismus. (Le Polemiche e il Sacrificio Umano del Rabbinismo). Paderborn, 1883.



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Ho usato solamente lavori che gli stessi ebrei tengono in altissima considerazione e ai quali essi fanno riferimento nelle loro dispute con i cristiani citando imparzialmente le opinioni di questi eruditi uomini. La loro grande diligenza nel citare dai testi di libri che ho potuto esaminare, è stata per me una prova che io ho usato la stessa diligenza perfino citando da fonti meno note alle quali essi possono accedere con molta più facilità.









































PARTE I



L'INSEGNAMENTO DEL TALMUD SUI CRISTIANI



Vedremo in primo luogo ciò che il Talmud insegna

su Gesù Cristo, il fondatore del Cristianesimo;

e in secondo luogo, sui suoi seguaci, i Cristiani.





CAPITOLO I.



GESU' CRISTO NEL TALMUD



Molti passi dei libri talmudici trattano della nascita, vita e morte di Gesù Cristo e dei suoi insegnamenti. Non sempre Gesù viene nominato con il suo nome, ma in diversi modi come "Quell'Uomo," "Una Certa Persona," "Il Figlio del Carpentiere," "Colui che Fu Appeso", ecc.





Articolo I. - SUI NOMI DI GESU' CRISTO



1. Il vero nome di Gesù Cristo in ebraico è Jeschua Hanotsri - Gesù il Nazzareno. Viene chiamato Nostri dalla città di Nazareth nella quale egli crebbe. Così, nel Talmud, anche i cristiani Articolo I. - sono chiamati Nostrim- Nazzareni.

Siccome la parola Jeschua significa "Salvatore," il nome Gesù si trova raramente nei libri ebraici. E' quasi sempre abbreviato in Jeschu, che viene maliziosamente inteso come composto delle iniziali delle tre parole Immach SCHemo Vezikro - "Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati."



2. Nel Talmud, Cristo viene chiamato Otho Isch- "Quell'Uomo," cioè colui che tutti conoscono. Nel Trattatello Abhodah Zarah, 6a. leggiamo:

"Viene chiamato cristiano colui che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo, che aveva loro insegnato a celebrare la festa il primo giorno del Sabato, cioè, di rendere il culto a Dio il primo giorno dopo il Sabato."

3) Altrove, egli viene semplicemente chiamato Peloni - "Una Certa Persona." Nel Chagigah. 4b, leggiamo:

"Maria .... la madre di una certa persone, di cui si parla nello Schabbath ..." (104b).

Che questa Maria non sia altro che la madre di Gesù, vedremo più avanti.



4. Per spregio, Gesù viene anche chiamato Naggar bar naggar - 'il falegname figlio di un falegname'; e anche Ben charsch etaim - 'il figlio di uno che lavora il legno.'



5. Viene anche chiamato Talui - 'quello che fu appeso.' Il rabbino Samuel, il figlio di Meir, nell' Hilch. Akum di Maimonide, si riferisce al fatto che era proibito partecipare alle feste cristiane di Natale e Pasqua perchè celebrate a causa di colui che fu appeso. E anche il rabbino Aben Ezra, in un commentario sul Genes. (XXVII, 39) lo chiama Talui la cui immagine l'imperatore Costantino aveva riprodotto sul suo stendardo. "...nei giorni di Costantino, che operò un cambiamento nella religione e mise la figura di colui che fu appeso sul suo stendardo."





Articolo II. - LA VITA DI CRISTO



IL TALMUD insegna che Gesù Cristo era illegittimo e che fu concepito durante il periodo mesturale; che aveva l'anima di Esaù; che era un pazzo, uno stregone, un seduttore; che egli fu crocefisso, sepolto all'inferno e innalzato come un idolo dai suoi seguaci.



1. ILLEGITTIMO E CONCEPITO DURANTE IL PERIODO MESTRUALE

Quanto segue viene narrato nel Trattatello Kallah, 1b (18b):

"Una volta, quando gli Anziani erano seduti alla Porta, passarono due giovani, uno dei quali aveva il capo coperto mentre l'altro l'aveva scoperto. Il rabbino Eliezer disse che quello con il capo scoperto era illegittimo, un mamzer. Il rabbino Jehoschua disse che era stato concepito durante il periodo mestruale, ben niddah. Il rabbino Akibah, comunque, disse che che era entrambe le cose. A questo punto gli altri chiesero al rabbino Akibah perchè egli osasse contraddire i suoi colleghi. Egli rispose che poteva fornire le prove di ciò che affermava. Perciò, egli andò dalla madre del ragazzo che vide seduta al mercato a vendere verdure e le disse: 'Figlia mia, se risponderai sinceramente a quello che sto per chiederti, ti prometto che sarai salva nella vita che verrà' Essa gli chiese di giurare di mantenere la promessa, e il rabbino Akibah glielo giurò - ma solo con le sue labbra, perchè nel suo cuore egli invalidò il suo giuramento. Poi disse: 'Dimmi, che razza di figlio è questo tuo ragazzo?' Al che essa rispose: 'Il giorno che mi sposai avevo le mestruazioni, e a causa di ciò, mio marito mi lasciò. Ma uno spirito malvagio venne e giacque con me e da quel rapporto mi nacque questo figlio.' Fu così dimostrato che questo ragazzo non solo era illegittimo ma anche concepito dalla madre durante il periodo mestruale. E quando coloro che avevano posto la domanda ebbero sentito, dichiararono: 'Davvero grande è stato il rabbino Akibah quando ha corretto i suoi Anziani'! Ed essi esclamarono: 'Benedetto il Signore Dio di Israele che ha rivelato il suo segreto al rabbino Akibah figlio di Giuseppe'"!

Che per gli ebrei questa storia si riferisca a Gesù e a sua madre, Maria, è chiaramente dimostrato dal loro libro Toldath Jeschu -'Le Generazioni di Gesù' - dove quasi le stesse parole vengono usate per narrare la nascita del nostro Salvatore.



Un'altra storia del genere è narrata in Sanhedrin, 67a:

"Di tutti coloro che sono colpevoli di morte secondo la Legge, egli solo viene preso con uno strattagemma. In che modo? Accendono una candela in una stanza interna e mettono dei testimoni in una stanza accanto da dove, senza essere visti, possono vederlo e udirlo. Poi quello che egli aveva cercato di sedurre gli dice 'Per favore, ripeti qui privatamente quello che mi hai detto prima.' Se il seduttore ripete quello che aveva detto, l'altro gli chiede 'Ma come possiamo lasciare il nostro Dio che è nei cieli e servire degli idoli?' Se il seduttore si pente, allora tutto è a posto. Ma se egli dice 'E' nostro dovere e diritto di farlo,' allora i testimoni che l'hanno sentito dalla stanza accanto lo portano davanti al giudice e lo uccidono con la lapidazione. Questo è ciò che fecero al figlio di Stada a Lud, ed essi lo appesero alla viglia della pasqua. Perchè questo figlio di Stada era il figlio di Pandira. Infatti il rabbino Chasda ci dice che Pandira era il marito di Stada, sua madre, ed egli visse durante la vita di Paphus, il figlio di Jehuda. Ma sua madre era stada, Maria di Magdala (una parrucchiera per signore) che, come dice il Pumbadita, aveva lasciato il marito."

Il significato di ciò è che questa Maria era chiamata Stada, cioè prostituta, perchè, secondo l'insegnamento del Pumbadita, avava lasciato il marito e commesso adulterio. Questo appare anche nel Talmud di Gerusalemme e in Maimonide.

Che qui si intenda Maria, la madre di Gesù, si può verificare nel trattatello Chagigah, 4b:

"Quando il rabbino Bibhai fu visitato dall'Angelo della Morte (il demonio), quest'ultimo disse al suo assistente: 'Vai e portami Maria la parrucchiera' (cioè, uccidila). Egli andò e portò Maria, la parrucchiera per bambini - al posto dell'altra Maria."

Una nota a margine spiega questo passo come segue:

"Questa storia di Maria, parrucchiera per signore, si riferisce al periodo del Secondo Tempio. Essa era la madre di Peloni, 'quell'uomo,' come viene chiamato nel trattatello Schabbath," (fol.104b).

Ne llo Schabbath, il passo indicato dice:

"Il rabbino Eliezer disse agli Anziani: 'Non è vero che il figlio di Stada esercitava la magia egizia incidendosela nella carne?' Essi risposero: "Era un pazzo, e noi non prestiamo attenzione a quello che fanno i pazzi. Il figlio di Stada, il figlio di Pandira, ecc.'" come sopra nel Sanhendrin, 67a.

Il libro Beth Jacobh, fol 127, così spiega la magia del figlio di Stada:

"I Magi, prima di lasciare l'Egitto, prestarono particolare attenzione a che la loro magia non fosse messa per iscritto per evitare che altri la imparassero. Ma egli haveva escogitato un nuovo modo di scriverla nella pelle, o di fare dei tagli nella pelle inserendovela. Quando le ferite si rimarginavano, non era possibile vederne il significato."

Buxtorf dice:

"Non ci possono essere molti dubbi su chi fosse tale Ben Stada, o chi gli ebrei intendevano che fosse. Sebbene i rabbini, nelle loro aggiunte al Talmud, cerchino di nascondere la loro malizia e dicano che non è Gesù Cristo, il loro inganno è chiaramente evidente, e molte cose dimostrano che essi scrissero e intesero tutte queste cose su di lui. In primo luogo, lo chiamano anche il figlio di Pandira. Gesù il Nazzareno è in tal modo chiamato in altri passi del Talmud dove si fa espressa menzione di Gesù il figlio di Pandira. Anche San Giovanni Damasceno, nella sua Genealogia di Cristo, fa cenno di Panthera e del Figlio di Panthera.

"In secondo luogo, si dice che questa Stada sia Maria, e questa Maria la madre di Peloni 'quella tale persona' per cui si intende indubbiamente Gesù. In tal modo infatti erano usi celare il suo nome perchè avevano paura di pronunciarlo. Se avessimo copie dei manoscritti originali, questi lo potrebbero certamente dimostrare. E anche questo era il nome della madre di Gesù il Nazareno.

"In terzo luogo, egli è chiamato il Seduttore del Popolo. I Vangeli testimoniano il fatto che Gesù fosse così chiamato dagli ebrei, e i loro scritti sono tuttora prova che ancora lo chiamano con questo nome.

In quarto luogo, egli è chiamato 'quello che fu appeso,' che si riferisce chiaramente alla crocefissione di Cristo, specialmente dato che viene aggiunto un riferimento al tempo 'alla vigilia della pasqua (ebraica) che coincide con il giorno della crocefissione di Gesù. Nel Sanhedrin (43a) si trova quanto segue:

'Alla vigilia della pasqua (ebraica) appesero Gesù'

"In quinto luogo, riguardo a quanto dice il Talmud di Gerusalemme sui due discepoli degli anziani che furono inviati come testimponi per spiarlo, e che furono poi chiamati a testimoniare contro di lui: Ciò si riferisce ai due 'falsi testimoni' di cui l'Evangelista Matteo e Luca parlano.

"In sesto luogo, a proposito di quello che dicono sul figlio di Stada, cioè che esercitava le arti magiche egizie incidendosele nella pelle: la stessa accusa è fatta contro Cristo nell'ostile libro Toldoth Jeschu.

"Infine, il periodo storico corrisponde. Infatti si dice che questo figlio di Stada viveva nei giorni di Paphus, il figlio di Jehuda, che era contemporaneo del rabbino Akibah. Akibah, comunque, visse al tempo dell'Ascensione di Cristo, e per qualche tempo in seguito. Si dice che anche Maria sia vissuta nel periodo del Secondo Tempio. Tutto ciò dimostra chiaramente che essi segretamente e in modo blasfemo, con l'indicazione di figlio di Stada, intendevano Gesù Cristo, il figlio di Maria.

"Altre circostanze possono sembrare contradditorie a questo proposito. Ma ciò non è una novità per le scritture ebraiche e viene fatto di proposito in maniera che i cristiani non possano facilmente individuare l'inganno."

2. Inoltre, "Nei libri segreti, che non si lasciano facilmente cadere nelle mani dei cristiani, essi dicono che in Cristo entrò l'anima di Esau, e che egli fu perciò perverso e che fu Esaù stesso."



3. Da alcuni viene chiamato PAZZO e FOLLE.

Nello Schabbath, 104b:

"Essi, (gli anziani) dissero a lui (Eliezer). 'Era un folle, e nessuno presta attenzione ai folli.'"

4. STREGONE E MAGO

Nell'infame libro Toldoth Jeschu, si bestemmia contro il nostro Salvatore come segue:

"E Gesù disse: Non è vero che Isaia e Davide, miei antenati, profetarono su di me? Il Signore mi ha detto, tu sei mi o figlio, oggi ti ho concepito, ecc. In maniera simile, in un altro punto: Il Signore ha detto al mio Signore, siedi alla mia destra. Ora io ascendo al Padre mio che è in cielo e siederò alla sua destra, come potrete vedere con i vostri occhi. Ma tu, Giuda, non arriverai mai a quell'altezza. Allora Gesù pronunciò l'alto nome di Dio (IHVH) e continuò a farlo fino a che venne un vento che lo portò in alto fra la terra e il cielo. Anche Giuda pronunciò il nome di Dio e in simil modo fu preso dal vento. In questa maniera entrambi fluttuarono nell'aria fra lo stupore degli astanti. Poi Giuda, pronunciando di nuovo il Nome Divino, prese Gesù e lo spinse in basso verso la terra. Ma Gesù cercò di fare lo stesso a Giuda e così lottarono l'uno contro l'altro. E quando Giuda vide che non poteva averla vinta sulle arti di Gesù, gli urinò addosso, ed entrambi, divenuti immondi caddero a terra; e nemmeno poterono di nuovo usare il nome Divino fino a che non si furono lavati."

Non so se coloro che credono a tali diaboliche bugie meritino più odio o pietà.

In un altro punto dello stesso libro si dice che nella casa del Santuario c'era una pietra che il Patriarca Giacobbe unse con olio. Su questa pietra erano incise le lettere tetragrammatiche del Nome (IHVH), e se alcuno avesse potuto impararle avrebbe potuto distruggere il mondo. Essi perciò decretarono che nessuno avrebbe dovuto impararle, e misero due cani su due colonne di ferro di fronte al Santuario in maniera che, se alcuno avesse imparato quelle lettere, i cani avrebbero abbaiato mentre usciva e gliele avrebbero fatto dimenticare per la paura. Si racconta poi: "Gesù venne ed entrò, imaparò le lettere e le scrisse sulla pergamena. Poi fece un taglio nella carne della coscia e ve le inserì, e dopo aver pronunciato il nome, la ferita si rimarginò."



5. IDOLATRO



Nel trattatello Sanhedrin (103a) le parole del Salmo XCI, 10: 'Nessun flagello verrà mai vicino alla tua casa,' sono spiegate come segue:

"Che tu non possa mai avere un figlio o un discepolo che sali il suo cibo tanto da distruggersi il gusto in pubblico, come Gesù il Nazzareno."

Salare troppo il proprio cibo, o distruggere il proprio gusto, viene detto proverbialmente di chi corrompe la sua moralità o si disonora, o che cade in eresia ed idolatria e le predica apertamente ad altri.



6. SEDUTTORE



Nello stesso libro Sanhedrin (107b) si legge:

"Mar disse: Gesù sedusse, corruppe e distrusse Israele."



7. CROCEFISSO



Infine, per punizione dei suoi crimini ed della sua empietà, egli soffrì una morte ignominiosa appeso ad una croce alla vigilia della pasqua (ebraica) (come abbiamo già visto).



8. SEPPELLITO ALL'INFERNO



Il libro Zohar, III, (282), dice che Gesù morì come un animale e fu seppellito in quel "mucchio di immondizie ... dove gettano le carcasse dei cani e degli asini, e dove i figli di Esaù (i cristiani) e di Ismaele (i turchi). inclusi Gesù e Maometto, non-circoncisi e immondi come carcasse di cani, sono seppelliti."



9. DOPO LA MORTE, ADORATO COME UN DIO DAI SUOI SEGUACI.



George El. Edzard, Nel suo libro Avoda Sara, cita le seguenti parole del commentatore dello Hilkoth Akum (V,3) di Maimonide:

"In molti passi del Talmud si fa menzione di Gesù Nazzareno e dei suoi discepoli, e del fatto che i Gentili credono che non ci sia altro dio fuori di lui. Nel libro Chizzuk Emunah, parte I, cap. 36, leggiamo: 'I Cristiani ne fanno una questione (Zachary XII, 10) e dicono: Ecco come il Profeta ha testimoniato che nei tempi futuri gli ebrei avrebbero pianto e mandato lamenti per aver crocefisso ed ucciso il Messia che era stato loro inviato; e per dimostrare che egli intendeva Gesù il Nazzareno, che possedeva sia la natura divina che quella umana, essi citano le parole: E guardarono colui che avevano trafitto e piansero su di lui come una madre sul suo primogenito.'"

Nel suo libro Hilkoth Melakhim (IX,4), Maimonide tenta di dimostrare quanto i cristiani sbaglino nell'adorare Gesù:

"Se tutte le cose che egli fece fossero prosperate, se avesse ricostruito il Santuario al suo posto, e se avesse raccolto insieme le tribù disperse di Israele, allora egli sarebbe certamente il Messia.... Ma se non l'ha ancora fatto e se fu ucciso, allora è chiaro che non era il Messia che la Legge ci dice di attendere. Egli era simile a tutti i buoni ed onesti legislatori della Casa di Davide che morirono, e che il Santo e Benedetto Signore innalzò per nessun altro motivo che di dimostrare a molti, come è detto (in Dan. XI,35): Ed alcuni di coloro che capiscono cadranno, per provare a purgarli e renderli bianchi, fino alla fine dei tempi, perchè il tempo prestabilito non è ancora. Daniele profetò anche su Gesù il Nazzareno che credeva fosse il Cristo, e che fu messo a morte per giudizio del Senato: (Dan. V.14): .... e i ladri del tuo popolo si innalzeranno per stabilire la visione; ma essi non riusciranno. Potrebbe essere più chiaro? Infatti tutti i Profeti hanno detto che Cristo avrebbe liberato Israele, gli avrebbe procurato la salvezza, avrebbe riunito i suoi popoli dispersi e confermato la loro legge. Ma egli fu la causa della distruzione di Israele e fece disperdere ed umiliare coloro che restarono, così che la Legge venne cambiata e la maggior parte del mondo fu sedotta ed adorò un altro dio. Veramente nessuno può capire i disegni del creatore, e nemmeno egli opera come noi operiamo. Infatti tutto quello che è stato costruito da Gesù il Nazzareno e dai Turchi venuti dopo di lui, tende solo a preparare la strada per la venuta di Cristo il Re, e a preparare tutto il mondo per il servizio del Signore, come è detto: Allora Io darò una bocca pulita a tutte le genti che tutti possano chiamare il nome del Signore, ed inchinarsi in unisono davanti a lui. In che maniera si sta compiendo ciò? Tutto il mondo è già pieno delle lodi di Cristo, della Legge e dei Comandamenti, e le sue lodi si sono sparse fino a terre lontane e a genti con il cuore e corpo non circoncisi. Queste discutono fra di loro la Legge che fu distrutta - alcuni dicono che i comandamenti erano veri una volta, ma che sono cessati di esistere; altri che a proposito c'è un gran mistero, che il Messia-Re è venuto e che la loro dottrina l'ha rivelato. Ma quando il Cristo verrà veramente e avrà succeso, e sarà elevato ed esaltato, allora tutto cambierà e queste cose saranno dimostrate false e vane."

10. IDOLO

Nel Trattatello Abhodah Zarah, (21a Toseph) leggiamo:

"E' importante indagare sul motivo per cui gli uomini oggi vendono e affittano le loro case ai gentili. Alcuni dicono che ciò è legale perchè è detto nel Tosephta: Nessuno affitterà la sua casa ad un gentile nè qui (nella terra d'Israele) nè in altro luogo perchè si sa che egli vi introdurrà un idolo. E' comunque permesso affittare loro stalle, fienili e alloggi, anche se si sa che vi introdurranno degli idoli. Il motivo è che si può fare una distinzione fra un posto nel quale verrà portato un idolo per lasciarvelo in maniera permanene ed un posto dove non sarà lasciato permanentemente. In quest'ultimo caso, è permesso. E, dato che i gentili fra cui noi ora viviamo non portano il loro idolo nelle loro case per lasciarvelo permanentemente, ma solo provvisoriamente - quando qualcuno è morto in casa o quando qualcuno sta morendo, e non vi celebrano nessun rito religioso - è permesso di vendere e affittare loro case."

Il Rabbino Ascher, nel suo Commentario sull' Abhodah Zarah (83d) si esprime non meno chiaramente su questo argomento:

"Oggi è permesso affittare case ai gentili perchè essi vi introducono il loro idolo solo temporaneamente, quando qualcuno è ammalato." E nello stesso punto, egli dice 'Oggi essi seguono la pratica di incensare il loro idolo.'"

Tutto ciò e molto più dimostra aldilà di ogni dubbio che, quando i rabbini parlavano degli idoli dei gentili fra cui essi vivevano in quel tempo quando non venivano adorati gli idoli, essi chiaramente intendevano l'"idolo" cristiano, cioè l'immagine di Cristo sul crocefisso e la Santa Comunione.



NOTA SULLA CROCE



Nelle scritture ebraiche, non c'è una parola esattamente corrispondente alla croce cristiana. La croce T sulla quale i condannnati a morte venivano crocefissi, veniva chiamata Tau dai Fenici e dagli ebrei, e questo nome e segno furono poi introdotti nell'alfabeto ebraico, greco e romano. La croce venerata dai cristiani, comunque, viene chiamata con i seguenti nomi:

1. Tsurath Haattalui -l'immagine di colui che fu appeso.

2. Elil - vanità, idolo.

3. Tselem - immagine. Da qui i crociati nei libri ebraici sono chiamati Tsalmerim (ein Tselmer)

4. Scheti Veerebh - trama e ordito; preso dall'arte tessile.

5. Kokhabh - stella; a causa dei quattro raggi che ne emanano.

6. Pesila - scultura, idolo scolpito.

Ma dovunque sia menzionata è sempre con il senso di un idolo o qualcosa di spregevole, come appare dalle seguenti citazioni:



Nell'Orach Chaiim, 113,8:

"Se un ebreo dovesse, quando prega, incontrare un cristiano (Akum) che porta una stella (un crocefisso) in mano, anche se fosse arrivato ad un punto della preghiera in cui è necessario inchinarsi per adorare dio nel suo cuore, egli non dovrà farlo, affinchè non si debba pensare che egli si inchina di frone ad un'immagine."

Nello Iore Dea, 150,2:

"Anche se un ebreo dovesse infilarsi una scheggia nel piede davanti ad un idolo, o se gli dovesse cadere del denaro davanti ad esso, egli non dovrà abbassarsi per togliersi la scheggia o raccogliere il denaro affinchè non sembri che egli adori l'idolo. Ma egli dovrà o sedersi o voltare la schiena o il fianco all'idolo e poi togliersi la scheggia."

Ma quando non è possibile ad un ebreo girarsi in questa maniera, egli è tenuto ad osservare la seguente regola (in Iore Dea,3, Hagah):

Non è permesso inchinarsi o togliersi il cappello davanti a principi o preti che portano un croce sul loro abito come sogliono fare. Si dovrà fare attenzione, comunque, a non essere notati. Per esempio, è permesso gettare delle monete per terra e chinarsi per prenderle prima che essi passino. In questa maniera è permesso inchinarsi o togliersi il cappello di fronte ad essi."

Si fa anche distinzione fra una croce che è venerata ed una croce che è portata attorno al collo come ricordo o come ornamento. La prima deve essere considerata un idolo, ma non necessariamente la seconda. Nello Iore dea, 1, Hagah, si legge:

"L'immagine di una croce, davanti alla quale si inchinano, deve essere considerata un idolo, e non deve essere usata fino a che non sia distrutta. Comunque, una "trama e ordito", se portato intorno al collo come ricordo, non deve essere considerato un idolo e può essere usato."

Il segno della croce fatto con la mano, con il quale i cristiani usano benedirsi, si chiama in ebraico "muovere le dita qui e qui" (hinc et hinc).













Articolo III - Gli Insegnamenti di Cristo





Il Seduttore e un Idolatra non possono insegnare altro che falsità ed eresie il che era irrazionale e impossibile da osservare.



1. FALSITA'

Si dice nell'Abhodah Zarah (6a):

"Un nazzareno è quella persona che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo che insegnò loro a rendere culto nel primo giorno del sabato."

2. ERESIA

Nello stesso libro, Abhodah Zarah (Cap. I, 17a Toseph) si fa menzione dell'eresia di Giacomo. Un po' più avanti (27b) si apprende che questo Giacomo non era altro che il discepolo di Gesù:

"...Giacomo Sekhanites, uno dei discepoli di Gesù, di cui abbiamo parlato nel capitolo 1."

Ma Giacomo non ha insegnato la sua dottrina, ma quella di Gesù.



3. IMPOSSIBILE DA OSSERVARE

Su questo punto, l'autore di Nizzachon si esprime come segue:

"Una legge scritta dei cristiani è: Se un ebreo ti colpisce ad una guancia, offrigli anche l'altra e non restituire in nessun modo il colpo. E il cap. VI, v. 27 dice: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri calunniatori. Se uno ti percuote su una guancia, e tu porgigli anche l'altra; e se uno ti toglie il mantello, e tu non impedirgli di prenterti anche la tunica, ecc. Lo stesso si trova in Matteo cap.V. v.39. Ma io non ho mai visto nessun cristiano obbedire a questa legge, e nemmeno Gesù stesso si è mai comportato come ha insegnato agli altri. In Giovanni cap. XVIII, v. 22, troviamo che quando qualcuno lo percosse su una guancia, egli non offrì anhce l'altra guancia, ma si arrabbiò a causa di questa percossa e chiese: "Perchè mi percuoti?" Similmente, negli Atti degli Apostoli, cap XXIII, v.3, leggiamo: che quando il Sommo Sacerdote ordinò a coloro che gli stavano intorno di percuoterlo sulla bocca, Paolo non offrì l'altra guancia; egli lo maledisse dicendo 'Iddio percoterà te, muraglia imbiancata! ecc.' Ciò è contrario al loro credo e distrugge il fondamento su cui poggia la loro religione, perchè essi sostengono che la legge di Gesù è facile da osservare. Se Paolo stesso, che può essere chiamato il Dispensiere di Gesù, poteva non osservare il precetto di Gesù, chi fra gli altri che credono in lui può dimostrarmi di poterlo fare?"

L'autore, che aveva il Vangelo e gli Atti degli Apostoli sotto mano non poteva comunque non aver capito in che modo Cristo avesse comandato ai suoi seguaci di offrire l'altra guancia a coloro che li avrebbero percossi, dato che, in un altro punto, egli comanda ai suoi seguaci di tagliarsi una mano o un braccio, e di strapparsi un occhio se queste parti del corpo avessero dato scandalo. Nessuno che abbia la minima conoscenza delle Sacre Scritture, ha mai pensato che questi comandi debbano essere presi alla lettera. Solo la profonda maliza ed ignoranza dei tempi in cui viveva Gesù può spiegare perchè gli ebrei, ancora oggi, usano questi passi per svilire gli insegnamenti di Gesù Cristo.





CAPITOLO II





I CRISTIANI



Tre cose doranno essere esaminate in questo capitolo:

1. I nomi che il Talmud usa per i cristiani.

2. In che maniera il Talmud dipinge i cristiani

3. Che cosa dice il Talmud del culto religioso dei cristiani.





Articolo I. - I Nomi dati ai Cristiani nel Talmud



Come nelle nostre lingue i cristiani derivano il loro nome da Cristo, così nella lingua del Talmud i cristiani sono chiamati Nostrim, da Gesù Nazzareno. Ma i cristiani sono anche chiamati con i nomi usati nel Talmud per indicare tutti i non ebrei: Abhodah Zarah, Adum, Obhde Elilim, Minim, Nokhrim, Edom, Amme Haarets, Goim, Apikorosim, Kuthrim.



1. Abhodah Zarah - Culto strano, idolatria. Il Trattatello talmudico sull'idolatria è intitolato come segue: Obhde Abhodah Zarah - Adoratori di idoli. Che Abhodah Zarah veramente significhi culto degli idoli appare chiaro dal Talmud stesso: 'Venga Nimrod a testimoniare che Abramo non era un servo di Abhidah Zarah.' Ma nei giorni di Abramo non esisteva nessun culto strano, nè dei turchi nè dei nazzareni, ma solo il culto del vero Dio e l'idolatria. Nello Schabbath (ibid. 82a), si legge:

"Il rabbino Akibah dice: Come sappiamo che Abhodah Zarah, come una donna immonda, contamina coloro che l'accettano? Perchè Isaia dice: Tu dovrai eliminarli come un panno da mestruazioni; e dirai ad esso, Vattene via,"

Nella prima parte di questo versetto si fa menzione degli idoli d'oro e d'argento.

Anche il dotto Maimonide dimostra chiaramente che gli ebrei considerano i cristiani Abhodah Zarah. Nel Perusch (78c) si legge:

"E si sappia che i cristiani che seguono Gesù, sebbene i loro insegnamenti siano diversi, sono tutti adoratori di idoli (Abhodah Zarah)."

2. Akhum - Questa parola è costituita dalle lettere iniziali delle parole Obhde Kokhabkim U Mazzaloth - adoratori di stelle e pianeti. Fu così che gli ebrei da principio descrissero i gentili che erano privi della conoscenza del vero Dio. Ora, comunque, la parola Akum nei libri degli ebrei, specialmente nello Schulkhan Arukh, si applica ai cristiani. Ciò è evidente in numerosi passi:

Nell'Orach Chaiim (113,8) coloro che usano una croce sono chiamati Akum. Nello Iore Dea (148,5,12) coloro che celebrano le feste di Natale e del Nuovo Anno, otto giorni dopo, sono chiamati adoratori delle stelle e dei pianeti:

"Così che se, anche in questi tempi, un regalo è inviato all'Akum l'ottavo giorno dopo Natale, che essi chiamano il Nuovo Anno," ecc.

3. Obhde Elilim - Servi di idoli. Questo nome ha lo stesso significato di Akum. I non ebrei vengono spesso indicati con questo nome. Nell'Orach Chaiim, per esempio (212,,5), si legge:

"Non si dovrà pronunciare benedizione su incenso che appartenga ai servi di idoli."

Ma in quel tempo, quando lo Schulkhan Arukh fu scritto, non c'erano 'servi di idoli' fra coloro che vivevano con gli ebrei. Così per esempio, l'autore del Commentario sullo Schulkhan Arukh (intitolato Magen Abraham), il rabbino Calissensis, che morì in Polonia nel 1775, dice alla nota 8, sul No. 244 dell'Orach Chaiim (dove si permette di finire un lavoro di sabato con l'aiuto di un Akum): "Qui nella nostra città sorge la questione sul prezzo da pagarsi a coloro che adorano le stelle e i pianeti per spazzare la pubblica via quando lavorano di sabato."



4. Minim - Eretici. Nel Talmud, coloro che possiedono libri chiamati Vangeli sono eretici. Così in Schabbath(116a) si legge:

"Il rabbino Meir chiama i libri dei Minim Aven Gilaion (volumi iniqui) perchè li chiamano Vangeli."

5. Edom - Edomiti. Il rabbino Aben Ezra, quando parla dell'Imperatore Costantino che cambiò religione e mise sul suo stendardo l'immagine di colui che fu appeso, aggiunge:

"Roma perciò si chiama il Regno degli Edomiti."



E il rabbino Bechai, nel suo Kad Hakkemach (fol. 20a, su Isaiah, cap. LXVI,17) scrive:

"Sono chiamati Edomiti coloro che muovono le loro dita 'qui e qui'" (coloro che fanno il segno della croce).

Nello stesso modo il rabbino Bechai, commentando le parole di Isaia (loc. cit.), "coloro che mangiano la carne di maiale" aggiunge: "Questi sono gli edomiti." Il rabbino Kimchi, comunque, li chiama "cristiani." E il rabbino Abarbinel, nel suo lavoro Maschima Ieschua (36d) dice: "I nazzareni sono romani, i figli di Edom."



6. Goi - Razza o popolo. Per indicare un uomo, gli ebrei dicono anche Goi - un gentile; per indicare una donna gentile, Goiah. A volte, ma molto raramente, gli israeliti vengono chiamati con questo nome. Per lo più, esso è applicato ai non ebrei, o idolatri. Nei libri ebraichi che trattano dell'idolatria, gli adoratori degli idoli sono spesso chiamati con questo solo nome Goi. Per questo motivo, in edizioni più recenti del Talmud, l'uso della parola Goi viene evitato di propostio e altre parole vengono usate al suo posto per i non ebrei.

E' un fatto noto che nella lingua ebraica, gli ebrei chiamano i cristiani fra cui abitano, Goim. E gli ebrei stessi non lo nevano. A volte, nelle loro riviste popolati, essi dicono che questa parola non significa niente di male o di nocivo. Ma il contrario può essere verificato nei loro libri scritti in ebraico. Per esempio, nel Choshen Hammischpat (34,22), il nome Goi si usa in senso diffamatorio:

"I traditori gli epicurei e gli apostati sono peggiori dei Goim."

7. Nokhrim - Stranieri, forestieri. Questo nome viene usato per tutti coloro che non sono ebrei, e perciò anche per i cristiani.



8. Amme Haarets - Gente della terra, idioti. Alcuni dicono che, con questo nome, non si indicano persone di altre razze, ma solo persone incolte e rozze. Esistono comunque dei passi che non lasciano nessun dubbio sulla questione. Nella Sacra Scrittura, Libro di Esra, cap. X, 2, si legge: Noi abbimo peccato contro il nostro Dio, ed abbiamo preso mogli straniere (nokhrioth) del popolo della terra. Che le parole popolo della terra denotino gli idolatri risulta chiaro in Zohar,I,25a: "Il popolo della terra - Obhde Abhodah Zarah, idolatri."



9. Basar Vedam - Carne e sangue; uomini carnali destinati alla perdizione e che non possono entrare in comunione con Dio. Che i cristiani siano carne e sangue, lo dimostra il libro di preghiere:

"Chiunque incontri un saggio e colto cristiano può dire: Sia tu benedetto o Signore, Re dell'Universo, che hai dispensato un po' della tua saggezza alla Carne e Sangue," ecc.

Nello stesso modo, in un'altra preghiera, nella quale gli ebrei chiedono a Dio di ripristinare il regno di Davide e di inviare Elia e il Messia, ecc., essi gli chiedono di togliere da loro la povertà in maniera di non aver bisogno di accettare dei regali dalla "carne e sangue," nè di commerciare con loro, e nemmeno di cercare di ottenere uno stipendio da loro.



10. Apikorosim - Epicuirei. Sono chiamati con questo nome tutti coloro che non osservano i precetti di Dio, come pure tutti coloro che, anche se ebrei, esprimono giudizi privati in materia di fede. Quanto più tratterano in questa maniera un cristiano!



11. Kuthim - Samaritani. Ma dato che non ci sono più dei samaritani, e dato che, nei libri ebraici recenti, si parla molto spesso di samaritani, può esserci alcun dubbio sul fatto che con questa parola si intendano i cristiani?

Inoltre, in questa faccenda di attribuire un nome a coloro che non sono ebrei, si deve notare in particolare che negli scritti ebraici questi nomi vengono usati indiscriminatamente e indifferentemente con lo stesso significato. Per esempio, nel trattatello Abhodah Zarah (25b) viene usata la parola Goi, ma nello Schulchan Arukh (Iore Dea 153,2) viene usato il termine Akum. Kerithuth (6b) usa Goim; Jebhammoth (61a) usa Akum, Abhodah Zarah (2a) usa Obhde Elilim: Toseph usa Goim e Obhde Ab, Choshen Hammischpat (edizione veneziana) usa Kuthi; (Slav, ed.) Akum. E si potrebbero citare molti altri esempi.

Nel suo libro sull'Idolatria, Maimonide chiama indiscriminatamente idolatri tutti costoro: i Goim, gli Akum, gli Obhde Kokhabhim, gli Obhde Elilim, ecc.







Articolo II - Ciò che il Talmud Insegna Sui Cristiani





Nel capitolo precedente abbiamo visto che cosa gli ebrei pensino del Fondatore della religione cristiana, e quanto essi abborriscano il suo nome. Stando così le cose, non ci si può aspettare che possano nutrire un'opinione migliore su coloro che seguono Gesù Nazzareno. Infatti, non si può immaginare nulla di più abominevole di ciò che hanno da dire sui cristiani. Dicono che sono idolatri, il peggior tipo di persone, molto peggiori dei turchi, assassini, fornicatori, animali impuri, simili a immondizia, indegni di essere chiamati uomini, bestie in forma umana, degni del nome di bestie, mucche, asini, maiali, cani, peggio dei cani; che si propagano nella maniera delle bestie, che sono di origine diabolica, che le lor anime vengono dal diavolo e che dopo la morte ritornano al diavolo nell'inferno; e che perfino il corpo di un cristiano morto non è meglio di quello di un animale.



1. IDOLATRI

Dato che i cristiani seguono gli insegnamenti di quell'uomo, che gli ebrei considerano Seduttore e Idolatra, e dato che essi lo adorano come Dio, ne consegue chiaramente che essi meritano il nome di idolatri, non diversamente di coloro fra i quali gli ebrei erano vissuti prima della nascita di Cristo, e che, secondo il loro insegnamento, dovevano essere sterminati in tutte le maniere possibili.

Ciò è meglio dimostrato dai nomi usati per i cristiani e dalle inequivocabili parole di Maimonide che dimostrano che tutti coloro che portano il nome di cristiani sono idolatri. E chiunque esamini i libri ebraici che trattano degli "Adoratori delle Stelle e dei Pianeti" degli "Epicurei," dei "Samaritani," ecc., non può che concludere che questi idolatri altro non sono che i cristiani. I turchi sono sempre chiamati "Ismaeliti," mai idolatri.



2. I CRISTIANI SONO PEGGIO DEI TURCHI

Maimonide nel suo Hilkhoth Maakhaloth (cap. IX) dice:

"Non è permesso bere il vino di uno straniero che si converte, cioè di una persona che accetti i sette precetti di Noè, ma è permesso trarne qualche beneficio. E' permesso lasciarlo solo con del vino, ma non metterglielo di fronte. Lo stesso è permesso nel caso di tutti i gentili che non sono idolatri, come i turchi ((Ismaeliti)). All'ebreo, comunque, non è permesso bere il loro vino (((degli idolatri - ndt))), anche se ciò può essere usato a suo vantaggio. Tutti i rabbini più conosciuti sono d'accordo su questo punto. Ma dato che i cristiani sono idolatri, non è permesso nemmeno usare il loro vino a proprio vantaggio."

3. ASSASSINI

Nell' Abhodah Zarah (22a) si dice:

L'ebreo non deve associarsi con i gentili in quanto questi indulgono nello spargimento di sangue."

In modo simile, nello Iore Dea:

"L'Israelita non si deve associate con gli Akum ((cristiani)) perchè indulgono nello spargimento di sangue."

Nell' Abhodah Zarah (25b) si dice:

"I rabbini hanno insegnato: Se un Goi si affianca ad un israelita lungo la strada, egli ((l'ebreo)) deve camminare alla sua destra. Il rabbino Ismaele, il figlio del rabbino Jochanan, il nipote di Beruka, dice: Se il Goi porta una spada, l'ebreo deve camminare alla sua destra. Se il Goi porta un bastone, l'ebreo dovrà camminare alla sua sinistra. (((la traduzione è letterale, ma si può avere un significato logico solo se al posto delle parole 'alla sua destra' e 'alla sua sinistra' si usano rispettivamente 'alla sua sinistra' e 'alla sua destra' - ndt))) Se sta salendo un pendio o scendendo in ripida discesa, l'ebreo non deve camminare davanti con il Goi dietro, ma l'ebreo deve camminare dietro e il Goi davanti, nè si deve abbassare di fronte a lui per tema che il Goi gli possa spaccare il cranio. E se il gentile dovesse chiedere all'ebreo fino a dove deve andare, egli dovrà far finta di andare molto lontano, come disse Giacobbe, nostro padre, all'empio Esaù: Fino a che non arrivo dal mio Signore a Seir (Gen. XXXIII, 14-17), ma (((qui ci sarebbe da precisare il soggetto del verbo che segue e che dovrebbe essere la sacra scrittura - ndt))) aggiunge: Giacobbe è partito (meglio, andò) per Sukoth."

Nell' Orach Chaiim (20,2) si dice:

"Non vendere il tuo soprabito (Talith) con le frange ad un Akum, affinchè egli non si unisca ad un ebreo per la via e lo uccida. E' anche proibito fare a cambio del soprabito con un gentile, o venderglielo, eccetto che per breve tempo quando non ci sia niente da temere da lui."

4. FORNICATORI

Nell' Abhodah Zarah (15b) si dice:

"Gli animali di sesso maschile non dovranno essere lasciati nelle stalle dei gentili con i loro uomini, nè gli animali di sesso femminile con le loro donne; tanto meno dovranno gli animali di sesso femminile essere lasciati con i loro uomini, e di sesso maschile con le loro donne. Nemmeno le pecore dovranno essere lasciate in custodia ai loro pastori; nè si dovrà avere con loro (((con i gentili - ndt))) alcun rapporto sessuale; nè i bambini dovranno essere loro affidati per imparare un mestiere o a leggere."

Un po' più avanti, nello stesso trattatello (22a), si spiega il motivo per cui gli animali non devono essere lasciati nelle stalle dei gentili, e perchè agli ebrei non è permesso di avere rapporti sessuali con loro (((i gentili - ndt))):

"Non si deve permettere che gli animali si avvicinino ai Goim, perchè si sospetta che (((questi ultimi - ndt))) abbiano rapporti sessuali con loro. Nè le donne dovranno coabitare con i Goim in quanto sono esageratamente sessuali."

A pag. 22b dello stesso libro si spiega il motivo per cui gli animali, specialmetne se di sesso femminile, devono essere tenuti lontani dalle loro donne (((dalle donne ebraiche - ndt))).

"...perchè quando gli uomini gentili vengono alle case dei loro vicini per commettere adulterio con le loro mogli e non le trovano a casa, essi fornicano con le pecore nelle stalle. E a volte, anche quando le mogli dei loro vicini sono a casa, essi preferiscono fornicare con gli animali; essi infatti amano le pecore degli israeleiti più delle loro proprie donne."

E' per lo stesso motivo che non si devono affidare degli animali alle cure dei pastori dei Goim, nè i bambini ai loro maestri.



5. IMMONDI

Il Talmud fornisce due motivi per cui i Goim sono immondi: perchè essi mangiano cose immonde, e perchè non sono stati purificati (dal peccato originale) sul Monte Sinai. Nello Schabbath (145b), si dice:

"Perchè i Goim sono immondi? Perchè essi mangiano cose abominevoli e animali che strisciano sul ventre."

In maniera simile, in Abhodah Zarah 22b:

"Perchè sono immondi i Goim? Perchè essi non erano presenti sul monte Sinai. Infatti, quando il serpente entrò in Eva, egli le infuse l'immondizia. Ma gli ebrei furono purificati da ciò sul Monte Sinai; i Goim, comunque, che non erano sul Monte Sinai, non furono purificati."

6. PARAGONATI AD ESCREMENTI

"Quando dieci persone pregano insieme in un posto e dicono Kaddisch, oppure Kedoschah, tuutti, anche se non sono del luogo, possono rispondere Amen. Ci sono alcuni, comunque, che dicono che non deve essere presente nessun escremento o Akum."

Nello Iore Dea, (198 48) Hagah, si dice:

Quando le donne ebree escono dal bagno, devono cercare di incontrare un amico per primo, e non una persona immonda o un cristiano. Se per caso lo incontrano, infatti, se vogliono mantenersi pulite, dovranno tornare a fare il bagno."

Vale la pena di notare che il seguente elenco di cose immonde viene presentato nel Biur Hetib, un commentario sullo Schulchan Arukh:

"Le donne dovranno lavarsi di nuovo se vedono unca cosa immonda, come un cane, un asino, o Gente della Terra; un cristiano (Akum) un cammello, un maiale, un cavallo ed un lebbroso."

7. NON SIMILI AGLI UOMINI, MA ALLE BESTIE

Nel Kerithuth (6b p. 78) si dice:

"L'insegnamento dei rabbini è il seguente: Colui che versa olio su di un Goi, e su corpi morti viene liberato dalla punizione. Questo è vero per un animale perchè non è un uomo. Ma come si può dire che versando olio su di un Goi si sia liberati dalla punizione, dato che un Goi è anche un uomo? Ma questo non è vero: sta infatti scritto: Tu sei il mio gregge, il gregge del mio pascolo sono gli uomini (Ezechiele, XXXIV, 31). Voi perciò siete chiamati uomini. ma i Goim non sono chiamati uomini."

Nel trattatello Makkoth (7b) si dice che una persona sia colpevole di assassinio "eccetto quando, intendendo uccidere un animale, egli uccide per sbaglio un uomo, o, intendendo uccidere un Goi, egli uccide un israelita."

Nell' Orach Chaiim (225,10) si dice:

"Colui che vede delle belle creature, anche se si tratta di un Akum o di un animale, egli dovrà dire 'Benedetto sia tu Signore Nostro Dio, Re dell'Universo, che han messo tali cose sulla terra!'"

8. SONO DIVERSI DAGLI ANIMALI SOLO PER LA FORMA

Nel Midrasch Talpioth (fol. 225d) si dice:

"Dio li creò in forma d'uomini per la gloria di Israele. Ma gli Akum furono creati per il solo scopo di servirli ((gli ebrei)) giorno e notte. Nè essi potranno mai essere sollevati da tale servizio. E' conveniente che il figlio di un re ((un israelita)) sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani."

Possiamo citare a questo punto anche quanto è detto nell' Orach Chaiim, 57,6a:

"Se si deve avere compassione dei maiali quando soffrono a causa di una malattia, in quanto i loro intestini sono simili ai nostri, quanto più si dovrà avere compassione per gli Akum afflitti nello stesso modo."

9. ANIMALI

Nello Zohar, II, (64b) si dice:

"... la gente che adora gli idoli e che viene chiamata mucca e asino, dato che sta scritto: Io ho una mucca e un asino...."

Il rabbino Bechai, nel suo libro Kad Hakkemach, cap. I, che inizia con la parola Geulah - redenzione - riferendosi al Salmo 80, v. 13: Il cinghiale che si trova fuori dal bosco, lo sciupa davvero, dice:

"La lettera ain cade ((è sospesa/appesa)) nello stesso modo in cui questi adoratori sono seguaci di colui che fu appeso/sospeso." (((a proposito della lettera ain, vedere più avanti, al punto 12 - ndt)))

Buxtorf Lex.) dice:

"Per maiale selvatico l'autore intende qui i cristiani che mangiano maiale e che, come i maiali, hanno distrutto la vigna d'Israele, la Città di Gerusalemme, e che credono nel Cristo 'appeso'. La lettera ain viene fatta cadere in questa parola perchè anche essi, come adoratori di Cristo che fu appeso, vengono fatti cadere."

Il rabbino Edels, commentando il Kethuboth (110b) dice:

"Il salmista paragona gli Akum alle bestie immonde dei boschi."

10. PEGGIO DEGLI ANIMALI

Il rabbino Schelomo Iarchi (Raschi), famoso commentatore giudeo, spiegando la legge di Mosè (Deuter. XIV, 21) che proibisce di mangiar la carne di animali feriti, che deve invece essere data agli 'stranieri entro le tue porte,' o che, secondo Exodus (XXII,30), deve essere gettata ai cani, ha quanto segue da dire:

"... infatti egli è simile a un cane. Dobbiamo prendere la parola 'cane' che appare qui letteralmente? Certamente no. Infatti il testo, parlando di corpi morti, dice, 'Oppure tu potrai venderlo ad uno straniero. A maggior ragione, ciò si applica alla carne di animali feriti, per cui è permesso accettare il pagamento. Perchè allora la Scrittura dice che può essere gettata ai 'cani'? Per insegnare che il cane deve essere rispettato più del Nokri."

11. SI PROPAGANO COME BESTIE



Nel Sanhedrin (74b) Tosephoth, si dice:

"Il rapporto sessuale di un Goi è come quello di una bestia."

E nel Kethuboth (3b) si dice:

"Il seme di un Goi vale quanto quello di una bestia."

Da cui si deve desumere che il matrimonio cristiano non è un vero matrimonio.

Nel Kidduschim (68a), si dice:

"...Come lo sappiamo? Il rabbino Huna dice: "Si può leggere: Rimani qui con l'asino, cioè con gente simile all'asino. Da cui si vede che essi sono incapaci di contrarre matrimonio."

Ed in Eben Haezer (44,8):

"Se un ebreo/a contrae matrimonio con un Akum (un cristiano/a), o con il suo servo/a, il matrimonio è nullo. Infatti essi sono incapaci di contrarre matrimonio. Similmente, se un Akum od un servo/a contrae matrimonio con un ebreo/a, il matrimonio è nullo."

Nello Zohar (II,64b) si dice:

"Il rabbino Abba dice: Se avessero rapporti sessuali solo gli idolatri, il mondo non continuerebbe ad esistere. Perciò ci si insegna che un ebreo non deve cedere a quegli infami ladri. Infatti, se si propagassero in numero maggiore, sarebbe impossibile per noi continuare ad esistere a causa loro. Infatti essi danno vita a cuccioli nello stesso modo dei cani."

12. FIGLI DEL DIAVOLO

Nello Zohar (I,28b) leggiamo:

"Ora il serpente era più astuto di qualsiasi bestia del campo, ecc. (Genes. III,1) 'Più astuto' cioè per quanto riguarda il male; 'che tutte le bestie' cioè gli idolatri della terra. Infatti essi sono figli dell'antico serpente che sedusse Eva."

Il migliore argomento usato dagli ebrei per dimostrare che i cristiani appartengono alla razza del diavolo è il fatto che non sono circoncisi. Il prepuzio dei non ebrei impedisce loro di essere chiamati figli dell'Altissimo Iddio. Infatti con la circoncisione, il nome di Dio - Schaddai - si completa nella carne dell'ebreo circonciso. La forma della lettera Isch è nelle sue narici, la lettera Dalethnel suo braccio (flesso), e ain appare nell'organo sessuale attraverso la circoncisione. Nei gentili non circoncisi, e perciò nei cristiani, ci sono solo le due lettere, Isch e Daleth, che formano la parola Sched che significa diavolo. Essi perciò sono figli dello Sched, che significa diavolo.



13. L'ANIMA DEI CRISTIANI E' MALIGNA E IMMONDA

L'insegnamento degli ebrei è che Dio ha creato due nature, una buona e l'altra malvagia, oppure una natura con due lati, uno puro e uno immondo. Si dice che l'anima dei cristiani sia venuta dal lato immondo, chiamato Keliphah - scorza o crosta rognosa.

In Zohar (I, 131a) si dice:

"Gli idolatri, comunque, insozzano il mondo da quando esistono in quanto la loro anima è uscita dal lato immondo."

Ed in Emek Hammelech(23d) si dice:

"L'anima degl empi viene da Keliphah, che è morte e ombra di morte."

Zohar (I,46b,47a) procede a dimostrare che questo lato immondo è il lato sinistro, da cui è venuta l'anima dei cristiani:

"Ed egli creò tutte le cose viventi cioè gli israeliti, in quanto sono figli dell'Altissimo, e la loro anima viene da Lui. Ma da dove viene l'anima dei gentili idolatri? Il rabbino Eliezer dice: dal lato sinistro, che rende le loro anime immonde. Essi sono perciò immondi e contaminano tutti coloro che entrano in contatto con loro."

14. DOPO LA MORTE VANNO ALL'INFERNO

Gli anziani insegnano che Abramo siede all'ingresso della Gehenna e impedisce a tutte le persone non circoncise di entrarvi; ma che tutti gli incirconcisi vanno all'inferno.

Nel Rosch Haschanach (17a) si dice:

"Gli eretici e gli Epicurei e i Traditori vanno all'inferno."

15. IL DESTINO DEI CRISTIANI MORTI

Dopo la morte, i corpi dei cristiani vengono chiamati con l'odioso nome di Pegarim, che è la parola usata nella Sacra Scrittura per i corpi morti dei dannati e degli animali, ma mai per il corpo degli uomini pii che viene chiamato Metim. Perciò, lo Schulchan Arukh ordina di parlare dei cristiani morti nella stessa maniera degli animali morti.

Nello Iore Dea (377,1) si dice:

"Non si devono fare le condoglianze a nessuno a causa della morte dei suoi servi o serve. Tutto quello che si può dire è 'Possa Dio ridarti quello che hai perso, come si dice a qualcuno che ha perso una mucca o un asino."

Nè serve evitare i cristiani per sette giorni dopo che hanno sotterrato qualcuno, come stabilisce la legge di Mosè, dato che essi non sono uomini; infatti, il sotterrare gli animali non è causa di contaminazione.

Nello Iebhammoth (61a) si dice:

"I Nokrin non si contaminano con i funerali. Infatti sta scritto: Voi siete le mie pecore, le pecore del mio pascolo; voi siete uomini. Voi siete perciò chiamati uomini, non i Nokrim."











Articolo III - Sul Culto e i Riti Cristiani



Dato che i cristiani sono considerati idolatri dagli ebrei, tutte le loro forme di culto appartengano all'idolatria. I preti sono chiamati preti di Baal; i loro templi sono chiamati chiese di falsità e idolatria, e tutto ciò che contengono, come i calici, le statue e i libri, sono considerati oggetti fabbricati per il culto degli idoli; le loro preghiere, sia pubbliche che private, sono paccaminose e recano offesa a Dio; e le loro feste sono chiamate giorni della perversità.



1. PRETI



Il Talmud parla dei preti, i ministri del culto cristiano, come di idolatri appartenenti al dio Baal. Essi sono anche chiamati Komarim - indovini; e anche Galachim, i rasati, in quanto si rasano il capo, particolarmente i monaci.

Nell' Abhodah Zarah (14b) Toseph, si dice:

"E' proibito vendere i libri dei profeti agli indovini, dato che essi possono usarli per il loro culto del male nei loro templi dove si pratica l'idolatria. Coloro che lo fanno peccano contro la legge che ci proibisce di porre un ostacolo sul percorso di un cieco. E' anche proibito venderli ai cristiani che non sono rasati, in quanto essi sicuramente lo daranno o venderanno a uno di coloro che sono rasati."

2. LE CHIESE CRISTIANE

Un luogo di culto cristiano è detto (1) Beth Tiflah, casa di vanità e stoltezza, al posto di Beth Tefilah, casa di preghiera; (2) Beth Abhodah Zarah, Casa dell'Idolatria; (3) Beth Hatturaph Schel Letsim, Casa del Ridere Maligno.

Nell' Abhodah Zarah, (78), il Perusch di Maimonide, si legge:

"Si sappia che è cosa indubbiamente proibita dalla legge attraversare una città cristiana in cui ci sia una casa di vanità, cioè una casa dell'idolatria; a maggior ragione abitarci. Ma noi oggi, come punizione per i nostri peccati, siamo soggetti a loro, e siamo costretti ad abitare nei loro paesi, come predetto dal Deuteronomio (IV, 28): E là voi servirete gli dei, lavoro delle mani dell'uomo, di legno e pietra.... Così, se è permesso come predetto di passare attorno ad una città cristiana, a maggior ragione si dovrà passare attorno ad un tempio dove si pratica l'idolatria; nè ci è permesso guardar dentro e specialmente entrarvi."

All'ebreo è proibito non solo entrare in una chiesa cristiana, ma perfino avvicinarsi ad essa, eccetto in particolari circostanze.

Nello Iore Dea, (142,10) si dice:

E' proibito sostare all'ombra di una casa dell'idolatria, sia all'interno che all'esterno, per una distanza di quattro cubiti dalla porta principale. Non è proibito, comunque, sostare sotto l'ombra del retro di una chiesa. Nè l'ombra ci è proibita se la chiesa sorge in un luogo dove prima c'era una strada pubblica, presa alla comunità, dove poi è stata costruita la casa dell'idolatria. Infatti la strada è sempre lì. Ma se la casa dell'idolatria esisteva prima della strada, non è permesso passare di lì in nessun caso."

Nè un giudeo può ascoltare o ammirare la bella musica delle chiese. Nello Iore Dea (142,15) si dice:

"E' proibito ascoltare la musica del culto degli idolatri, ed esaminare le statue dei loro idoli; infatti, anche solo guardandoli, si può rimanere influenzati dal male dell'idolatria. Ma si può guardare se si intende di non restarne influenzati."

Nello stesso modo i giudei non possono avere la casa vicino ad una chiesa: e nemmeno è loro permesso ricostruire una casa che è stata distrutta in tale luogo. Nello Iore Dea (143,1) si dice:

"Se cade una casa vicino ad un tempio dell'idolatria appartenente agli Akum, non deve essere ricostruita. L'ebreo deve spostarla ad una certa distanza se desidera ricostruirla. Ma dovrà riempire di cespugli e immondizie lo spazio rimasto vuoto fra la sua casa e la chiesa in maniera che non possa essere usato per allargare il tempio dell'idolatria."

A questo punto possiamo aggiungere ciò che un certo rabbino Kelomimis disse circa una chiesa cristiana (nel libro Nizzachon) all'imperatore Enrico III, che gli diede il permesso di dire la sua opinione liberamente sulla Basilica che aveva recentemente costruito a Spires:

"Dopo che l'Imperatore Enrico III, un uomo molto malvagio, ebbe finito la costruzione di quell'"Abisso," egli mandò a chiamare il rabbino Kelominus e gli disse: 'Voglio chiederti come ti sembra questa Basilica che ho costruito a paragone del Tempio di Salomone sul quale sono stati scritti tanti volumi.' Egli rispose: 'Mio Signore, se mi permettete di parlare liberamente, e se mi giurate di lasciarmi andare illeso, vi dirò la verità.' L'imperatore rispose: 'Hai la mia parola di amante della verità e di imperatore che non ti sarà fatto alcun male.' Allora l'ebreo disse: 'Se voi raccoglieste tutto quello che avete speso fino ad ora e lo aggiungeste a tutto l'oro e l'argento del vostro tesoro, tutuo ciò non sarebbe sufficiente nemmeno a pagare gli operai e gli artigiani che impiegò Salomone; infatti sta scritto (Cron. II. Ch. 2): E Salomone ordinò che uscissero tre dozzine e diecimila uomini per portare i pesi, e quattro dozzine mille per tagliare nelle montagne, e tre mila e seicento per sorvergliarli. Otto anni furono impiegati per la costruzione del Tempio, molti di più di quelli che sono serviti a voi per la costruzione di questo Tehom (abisso). E quando Salomone ebbe finito il suo tempio, vedete quello che la Scrittura dice a proposito di esso: I preti non potevano rimanere eretti per rendere servizio a causa della nube; infatti la gloria di Dio aveva riempito la Casa del Signore (Chron. II, Cap. 5,14). Ma se qualcuno caricasse un asino di putrida immondizia e lo conducesse all'interno di questo vostro abisso, nessuno si accorgerebbe della differenza!' L'imperatore Enrico allora rispose: 'Se non ti avessi giurato di lasciarti andare illeso, darei ordine che ti fosse tagliata la testa.'"

3. CALICI

I calici usati per il Sacrificio della messa vengono chiamati con il nome del vasellame che si usa per offrire sporcizia agli idoli. Mosè Kozzensis, nello Hilkoth Abhodah Zarah (10b) dice:

"L'ebreo che acquista dei calici del Goi, che siano stati rotti e gettati via, non può rivenderli a loro, perchè il prete di Baal li userebbe per il culto dell'idolo."

4. LIBRI

Il Talmud chiama i libri dei cristiani Minim - libri eretici - Siphre Debeth Abidan - Libri della Casa di Perdizione. Il Talmud in particolare parla dei libri dei Vangeli. Così in Schabbath (116a) Toseph:

"Il rabbino Meir chiama i libri eretici Aaven Gilaion (volumi di iniquità) perchè essi li chiamano Vangeli."

E il rabbino Jochanan chiama questi libri Aavon Gilaion, libri del male. Lo Schulchan Arukh, edizione di Cracovia, rende questo nome come Aven Niktabh al Haggilaion - iniquità scritta in un libro.

Buxtorf dice: "Nell' Arukh c'è una nota Scheker Niktabh al Gilaion, che significa, menzogna scritta in un libro."

Tutti gli studiosi del Talmud sono d'accordo sul fatto che i libri dei cristiani dovrebbero essere distrutti. Essi non sono d'accordo solamente per quanto riguarda ciò che si dovrebbe fare del nome di Dio che appare in essi. Nello Schabbath (116a) si dice:

"I glossari dei nostri stessi libri e i libri degli eretici non dovranno essere salvati dalle fiamme se dovessero prendere fuoco in giorno di sabato. Il rabbino Jose, comunque, dice: 'Nei giorni di festa i nomi della divinità dovranno essere strappati dai libri dei cristiani e nascosti; ciò che rimane dovrà essere dato alle fiamme.' Ma il rabbino Tarphon dice: 'Per potere ricordato dai miei figli, se quei libri dovessero mai cadere nelle mie mani, io li brucerei assieme con i nomi della divinità che contengono. Infatti, se uno è inseguito da un assassino o da un serpente, è meglio rifugiarsi in un tempio pagano che in uno dei loro; infatti i cristiani resistono scientemente alla verità, mentre i pagani lo fanno inconsapevolmente.'"

5. PREGHIERE



Le prechiere dei cristiani sono chiamate, non Tefillah, ma Tiflah. Lo spostamento del punto e l'inserimento di Iod, cambia il significato della parola che diventa peccato, stoltezza e trasgressione.



6. FESTE CRISTIANE

Le feste cristiane, specialmente la domenica, sono chiamateIom ED - giorno di distruzione, perdizione, sfortuna o calamità. Sono anche semplicemente chiamate Iom Notsri, giorni cristiani. La parola Ed, interpretata correttamente, significa sfortuna o calamità, come appare dalla Gemarah e dai glossari di Maimonide nell' Abhodah Zarah (2a):

"La parola Edehem significa le feste dei cristiani, dato che sta scritto (in Deuter.XXXII,35): i giorni della loro calamità."

Anche Maimonide, nell' Abhodah Zarah, dice:

"La parola Edehem sta a significare la stoltezza delle loro feste. E' il nome delle loro feste. E' il nome dei loro spregevoli giorni di festa che non meritano il nome di Moedim, in qanto sono veramente vani e perversi."

Anche Bartenora scrive:

"La parola Edehem è il nome delle loro ingnominevoli feste e solennità."

Anche le note a margine del Tosephoth danno questo nome alle feste cristiane. Così nell' Abhodah Zarah (6a):

"Il Giorno del Male, cioè il Giorno Cristiano, ci è proibito così come tutti i loro altri giorni di festa."

Alcune feste cristiane sono indicate per nome, come la festa di Natale e Pasqua. Mosè Mikkozzi, facendo riferiemnto al testo summenzionato dell' Abhodah Zarah, dice:

"Il rabbino Sammuel dichiara, nel nome di Salomone Iarchi, che particolarmente le feste di Natale e Pasqua, che sono i loro più importanti giorni del male e il fondamento della loro religione, ci sono proibite."

Maimonide, nello Hilkhoth Akum (cap.IX) dice la stessa cosa:

"Sammuel ripete le parole del rabbino Sal. Iarchi che ci proibiscono in particolare di celebrare le feste di Natale e Pasqua, che sono celebrate a causa di colui che fu appeso."

Inoltre, indicazioni dell'empietà degli ebrei si trovano nei nomi che essi danno a queste feste cristiane. Infatti, in luogo di usare Tav per la parola Nithal, essi spesso scrivono Tet e lo chiamano Nital al posto della parola latina Natalis, la festa della Natività. Essi fanno in modo che sembri che questa parola derivi dalla radice Natal che denota sterminio o distruzione. Similmente essi si rifiutano di usare la parola Paschal (Pesach) per la festa cristiana di Pasqua. Essi sostituiscono Koph a Phe e inseriscono la lettera iod e la chiamano Ketsach o Kesach. Entrambe le pronunce hanno un significato perverso. Ketsach viene dalla radice Katsah, che significa amputare o tagliar via, e Kesach viene dalla radice Jesa, che significa legno o forca. Fanno questo perchè la festa di Pasqua è celebrata dai cristiani in memoria di Cristo - colui che fu appeso - che fu messo a morte e risorse dai morti.





























PARTE II



I PRECETTI DEL TALMUD

CHE RIGUARDANO I CRISTIANI







Da quanto è stato dimostrato fin'ora, appare chiaro che, secondo l'insegmanento del Talmud, i cristiani sono idolatri e tenuti in odio agli ebrei. Di conseguenza, ogni ebreo che deisera piacere a Dio ha il dovere di osservare i precetti che furono trasmessi ai Padri della loro razza quando vivevano in Terra Santa e che riguardano i gentili idolatri, sia quelli che abitavano fra di loro che quelli che abitavano in paesi vicini.

L'ebreo perciò deve (1) Evitare i cristiani; (2) Fare tutto ciò che può per sterminarli.





CAPITOLO I



I CRISTIANI DEVONO ESSERE EVITATI





Gli ebrei devono evitare tutti i contatti con i cristiani per quattro motivi: (1) Perchè non sono degni di partecipare alla vita ebraica; (2) Perchè sono immondi; (3) Perchè sono idolatri; (4) Perchè sono assassini.









Articolo I. - I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perchè Sono Indegni di Partecipare

ai Costumi Ebraici



L'ebreo, per il fatto di appartenere alla razza eletta e di essere circonciso, possiede una tale dignità che nessuno, nemmeno un angelo, può essergli uguale. Infatti, egli viene considerato quasi uguale a Dio. "Colui che colpisce un israelita" dice il rabbino Chanina "agisce come se schaffeggiasse la faccia della Divina Maestà di Dio."

L'ebreo è sempre considerato buono, nonostante certi peccati che possa commettere; nè possono i suoi peccati contaminarlo, più di quanto la sporcizia possa contaminare il gheriglio della noce, ma sporca solo il suo guscio. Solo l'ebreo è considerato un uomo; l'intero mondo gli appartiene e tutte le cose lo devono servire, specialmente "gli animali che hanno forma di uomini."

E' perciò chiaro che essi considerano contaminanti tutti i contatti con i cristiani, in quanto detraggono dalla loro dignità. Perciò essi devono secondo la loro legge tenersi il più lontano possibile da tutti coloro che vivono e agiscono come fanno i cristiani.



1. L'EBREO NON DEVE SALUTARE IL CRISTIANO



Nel Gittin, (62a), si dice:

"L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china."



2. L'EBREO NON DEVE RICAMBIARE IL SALUTO DEL CRISTIANO



Nello Iore Dea (148,10) si dice:

"L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. E' bene perciò salutarlo per primo evitando così di risponderein caso che l'Akum lo saluti per primo."

Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire ""Pace al mio Signore," intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perchè il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino."



3. L'EBREO NON DEVE PRESENTARSI DAVANTI AD UN GIUDICE

CRISTIANO



Nel Choshen Hammischpat (26,1) si dice:

All'ebreo non è permesso portare il suo caso davanti ai giudici Akum, anche se la questione venisse giudicata secondo le decisioni della legge ebraica, e anche se entrambe le parti fossero d'accordo di attenersi a tali decisioni. Colui che lo fa è empio e simile ad uno che calunnia e bestemmia e che alza la mano contro la Legge trasmessa a noi da Mosè, il nostro grande legislatore. La Hagah dice "Il Bethin ha il potere di scomunicare questa persona fino a che egli non liberi il suo fratello ebreo dalle mani dei gentili.'"

4. NON E' PERMESSO USARE I CRISTIANI COME TESTIMONI

Nel Choshen Hammischpat (26.1) si dice:

"Il Goi o il suo servo è incapace ad agire come testimone."

5. ALL'EBREO NON E' PERMESSO DI CIBARSI DI CIBO CRISTIANO

Nello Iore Dea (112,1) si dice:

"Gli anziani proibirono di mangiare il cibo degli Akum, per non sembrare di essere in rapporti di amicizia con loro."

E nell' Abhodah Zarah (35b) si dice:

"Le cose seguenti che appartengono ai Goim sono proibite: Latte che un Goi prende da una mucca, se non è presente un ebreo; anche il loro pane, ecc."

6. L'EBREO NON DEVE MAI AGIRE NEL MODO DEI CRISTIANI

Nello Iore Dea (178,1) si dice:

"Non è permesso imitare le usanze degli Akum e agire come loro. Non è permesso indossare abiti come gli Akum, e nemmeno pettinarsi come fanno loro .... nè devono gli ebrei costruire case che assomiglino ai templi degli Akum."

Comunque, dato che non è possible osservare tutte queste regole in tutti i luoghi, la Hagah dice che, fino ad un certo punto, si possono fare eccezioni come nel caso in cui ciò tornasse a vantaggio di un ebreo - se, per esempio, un ebreo potesse trarre profitto da un commercio che richiede un certo tipo di abbigliamento.



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Articolo II - I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perchè Sono Immondi





Non si sa quanto spesso l'ebreo debba lavarsi e purificarsi, e nemmeno quanto debba studiare per evitare tutto ciò che può contaminarlo. Il Talmud insegna, comunque, che i cristiani sono persone il cui semplice contatto tattile rende le cose immonde. Nell' Abhodah Zarah (72b) si legge:

"Un certo uomo stava versando del vino da un contenitore ad un altro per mezzo di un tubo, quando un Goi venne e toccò il tubo con la mano. Il risultato fu che tutto il vino (di entrambi i contenitori) dovette essere gettato via."

Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice:

"Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua."



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Articolo III. I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perche' Sono Idolatri





1. AFFINCHE' l'ebreo non diventi occasione di peccato per il cristiano idolatro, secondo il precetto di Levit. XIX,14: Non porre una pietra d'inciampo davanti al cieco- egli dovrà evitare tutti i contatti con essi nei loro giorni di culto ai loro dei. Nell' Abhodah Zarah (2a) si dice:

"Non è permesso comperare o vendere loro alcunchè nei tre giorni che precedono le loro feste idolatriche. E' anche proibito concedere o accettare aiuto da loro, scambiare denaro con loro, rimborsare loro un prestito o permettere loro di rimborsare i loro prestiti."

Nell' Abhodah Zarah, 78c (il Perusch di Maimonide, fol.8), si dice:

"Tutte le feste dei seguaci di Gesù sono proibite, e noi dobbiamo comportarci nei loro confronti come faremmo con gli idolatri. Il primo giorno della settimana è la loro festa principale, ed è perciò proibito intrattenere, nel loro giorno di sabato, qualsiasi contatto d'affari con coloro che credono in Gesù. Riguardo il loro sabato, noi dobbiamo osservare le stesse regole che osserviamo per le festività degli idolatri, come insegna il Talmud."

2. L'EBREO NON DEVE USARE ALCUNA COSA CHE RIGUARDI IL

CULTO DEI CRISTIANI.

Nello Iore Dea (139,1) si dice:

"E' proibito avere a che fare con gli idoli e con qualsiasi cosa venga usata per il loro tipo di culto, sia che sia fatta dagli Akum o dagli ebrei."

3. E' PROIBITO VENDERE AI CRISTIANI QUALSIASI COSA CHE

SERVA PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.

Nell' Abhodah Zarah (14b, Toseph) si dice:

"E' sempre proibito vendere incenso ad un prete idolatra, infatti è evidente che quando egli lo chiede, lo vuole per il solo scopo di offrirlo al suo idolo. Perciò, chiunque glielo venda, pecca contro il precetto che ci proibishe di porre una pietra d'inciampo davanti al cieco. E' anche proibito vendere candele ai gentili per la loro Festa delle Candele. Le candele comunque possono essere loro vendute negli altri giorni. Nè è permesso vendere un calice ad un gentile che l'ebreo abbia comprato dopo che è stato rotto e gettato via da un Goi. E' permesso rivenderlo ad un gentile dopo che sia stato completamente rifatto. Infatti, dopo che è stato rotto una sola volta, esso può essere ancora usato per contenere il vino che offrono in onore del loro idolo." Segue poi la proibizione circa la vendita di libri ai preti cristiani, come abbiamo visto sopra. Anche il lavoro di rilegare tali libri è proibito per gli ebrei. Nello Iore Dea (139,15) si dice:

"E' proibito rilegare i libri degli Akum, con l'eccezione dei libri di legge. E' permesso, comunque, se il rifiuto do farlo dovesse causare ostilità, ma solo dopo che ogni sforzo sia stato fatto per rifiutare tale lavoro."

Similmente, nello Iore Dea (151,1, Hagah):

"Non è permesso vendere acqua ad un Akum se si sa che verrà usata come acqua battesimale."

Si fa menzione anche di molte altre cose che è proibito vendere ai cristiani, come: stoffa che possa essere usata per confezionare vestimenti sacerdotali e bandiere; carta e inchiostro che possa essere usata per scrivere libri riguardanti il loro culto. E' proibito vendere, o anche dare in affitto, ai cristiani case che verranno usate come luoghi di culto. Oggigiorno, comunque, gli ebrei commerciano con i cristiani specialmente nei giorni delle feste cristiane e vendono loro delle case ben sapendo che certi sacramenti verranno amministrati in esse, come il Battesimo, la Santa Comunione e l'Estrema Unzione. Il Talmud non può dare nessuna spiegazione di ciò, e nell'Abhodah Zarah (2a, Toseph) si dice:

"E' difficile dire con quale diritto gli ebrei oggigiorno commercino con i Goim nei loro giorni (malvagi) di festa. Infatti, sebbene molti di essi commettano tutti i tipi di perversione e atti licenziosi nei loro giorni di festa in onore di santi che non considerano dei, eppure ogni settimana essi celebrano il Giorno del Nazzareno ((Domenica)) che ci è sempre stato proibito."

Bartenora, comunque, nel suo commentario sull' Abhodah Zarah (I,2,fol.7b) dice:

"Dato che, mentre siamo in cattività, non possiamo vivere senza commerciare con loro e dipendiamo da loro per il nostro nutrimento, e dobbiamo temerli, è proibito commerciare con loro solo nei loro giorni di festa. Inoltre, è ora permesso commerciare ocn loro anche nei giorni stessi delle loro feste, perchè i rabbini sono convinti che non pratichino il culto dei loro idoli solo perchè commerciano con noi. E ciò che è proibito in questo libro deve essere considerato come riferentesi direttamente all'idolatria."

Il rabbino Tam comunque, sostiene che la Mischnah proibisce solamente di vendere agli idolatri cose che essi useranno per il culto degli idoli, dato che essi si rallegrano e adorano i loro idoli in quanto ottengono le cose necessarie per tale culto. Egli lo spiega così (nell'Abhodah Zarah, 2a, Toseph):

"Nessuno dovrebbe meravigliarsi di questa nostra usanza. Infatti, sebbene noi li consideramo idolatri, essi possono solo offrire quello che comperano con il denaro. Per cui, il nostro guadagno e la loro gioia non è il motivo di questa proibizione, in quanto essi avrebbero abbastanza denaro per queste cose, anche se noi non commerciassimo con loro."

4. QUESTA PROIBIZIONE NON SI APPLICA NEL CASO DEGLI ATEI

Nello Iore Dea (148,5) si dice:

"E' permesso inviare un regalo ad un Akum in uno dei loro giorni di festa se si sa che egli non crede negli idoli e che non rende loro nessun culto."

Maimonide dice la stessa cosa nello Hilkhoth Akum (IX,2):

"E' sbagliato anche inviare un regalo ad un Goi nei loro giorni di festa a meno che non si sia certi che egli non crede nel culto degli idoli cristiani, e non li serva."

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Articolo IV - I Cristiani Devono Essere evitati -

Perchè Sono Perversi



NON C'E' nulla di cui gli ebrei siano più convinti del male che i cristiani possano fare ai figli di Israele. A causa di ciò, i capi del popolo eletto hanno sempre insegnato agli ebrei di non accettare aiuto dai cristiani in quanto essi faranno sempre ricorso all'omicidio e ad altri crimini tutte le volte che non riusciranno a conseguire i loro scopi perversi. Così, l'ebreo non deve assumere dei cristiani per prestare opera di balia o insegnante dei suoi bambini, o di barbiere, medico od ostetrico.



1. NON COME BALIA



Nello Iore Dea (81,7, Hagah) si dice:

"Se è possibile assumere un israelita, non bisogna assumere un Nokhri come balia per i bambini; infatti, il latte di una Nokhrith indurisce il cuore del bambino e gli infonde una natura perversa."

2. NON COME INSEGNANTE



Nello Iore Dea (155,1, Hagah) si dice:

"Il bambino non deve essere affidato agli Akum per imparare l'educazione, la letteratura e le arti, infatti essi lo condurranno all'eresia."



3. NON COME MEDICO



Nello Iore Dea (155,1) si dice:

"Quando un ebreo è in qualche modo ferito, anche così gravemente da dovere infrangere il sabato facendo chiamare un medico, egli non deve affidarsi ad un medico cristiano (Akum ) che non sia conosciuto a tutti nel vicinato; infatti, noi dobbiamo premunirci contro il versamento di sangue. Anche se non si sa se il paziente vivrà o morrà, non si dovrà permettere a tale medico di curarlo. Se, comunque, si è sicuri che morrà, allora tale medico può curarlo, dato che un'ora di meno da vivere non è una gran perdita. Se l' Akum insiste che una certa medicina è buona, è permesso credergli, ma non acquistatela da lui. Alcuni dicono che ciò si applica solo quando l'Akum offre i suoi servizi gratuitamente e che si può accettare ogni volta che viene pagato. Ma si può essere sicuri che essi non farebbero del male ad un ebreo solo per amor di denaro."

Nel Pesachim (25a) si dice:

"Il rabbino Jochanan dice: l'assistenza medica di chiunque può essere accettata eccetto quella degli idolatri, dai fornicatori, e dagli assassini.

4. NON COME BARBIERE

Nello Iore Dea (156,1) si dice:

Non è lecito farsi radere da un Akum a meno che non si sia accompagnati da amici ebrei. Alcuni dicono che non è permesso farsi radere da un Akum anche se altri sono presenti, a meno che non ci si possa vedere in uno specchio."

5. NON COME OSTETRICA

Nell' Abhodah Zarah (26a) si dice:

"I nostri rabbini ci hanno trasmesso l'insegnamento che non si può permettere alla donna straniera di agire da ostetrica alla nascita di un figlio di Israele, perchè gli stranieri indulgono nello spargimento di sangue. Gli anziani, comunque, dicono che una donna straniera può prestare questo tipo di assistenza purchè siano presenti altre donne ebree e non sia mai lasciata sola. Il rabbino Meir, comunque, dice che ciò non è permesso nemmeno quando altre donne sono presenti. Infatti, spesso avviene che schiaccino con la mano la morbida testa del bambino e lo uccidano; e questo può essere fatto senza che nessuno delle presenti lo noti.



CAPITOLO II

I CRISTIANI DEVONO ESSERE STERMINATI



I seguaci di "quell'uomo," il cui nome per gli ebrei significa "Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati," non devono essere considerati diversi da gente di cui è bene liberarsi. Coloro che tengono i figli di Israele in cattività sono chiamati romani e tiranni, e con la loro distruzione gli ebrei saranno stati liberati da questa quarta cattività. Ogni ebreo è perciò tenuto a fare tutto quello che può per distruggere l'empio regno degli edomiti (Roma) che governa il mondo intero. Siccome, però, non è sempre e dovunque possibile effettuare questo sterminio di cristiani, il Talmud ordina che essi siano attaccati almeno indirettamente, e cioè: di causare loro del male in tutti i modi possibili, e di ridurre con questo mezzo il loro potere al fine di aiutare la loro distruzione finale. Quando possibile, l'ebreo deve uccidere i cristiani, e farlo senza pietà.







Articolo I. - SI DEVE FARE DEL MALE AI CRISTIANI





L'ebreo ha l'obbligo di fare del male ai cristiani per quanto egli possa, sia indirettamente - non aiutandolo in nessuna maniera - che direttamente - distruggendo i loro piani e progetti; nè deve salvare il cristiano in pericolo di morte.



I. NON SI DEVE FARE DEL BENE AI CRISTIANI



Nello Zohar (1,25b) si legge:

"Coloro che fanno del bene all'Akum ... non sorgeranno dai morti."

A volte è permesso fare del bene ai cristiani, ma solo per aiutare Israele, cioè, per amore di pace e per nascondere l'odio nutrito verso di essi. Maimonide nello Hilkhoth Akum (X,6) dice:

"E' permesso aiutare i gentili bisognosi così come gli ebrei bisognosi, per amore di pace..."

Nello Iore Dea (148,12 Hagah) si legge:

"Perciò, se tu entrerai in una città e troverai che vi si celebra una festa, tu potrai fingere di rallegrartene assieme a loro per nascondere il tuo odio. Coloro che tengono alla salvezza della loro anima, comunque, dovranno tenersi lontani da tali celebrazioni. Si dovrebbe far sapere che è cosa odiosa rallegrarsi con loro, se ciò può essere fatto senza incorrere nella loro inimicizia."

1. NON E' PERMESSO LODARE UN CRISTIANO

Nell'Abhodah Zarah (20,a, Toseph) si legge:

"Non dite niente a loro lode, affinchè non si dica:

Com'è buono quel goi."

In questa maniera, essi spiegano le parole del Deuteronomio (VII,2) ... e tu non mostrerai loro (goim) nessuna misericordia, come citato nella Gemarah. Il rabbino S. Iarchi spiega questo passo della Bibbia come segue:

"Non fate loro nessun complimento; è infatti proibito dire: com'è buono quel goi!"

Nello Iore Dea (151,14) si legge:

"A nessuno è permesso lodarli o dire quanto sia buono un Akum. Tanto meno lodare quello che fanno o raccontare di loro cose che tornino a loro gloria. Se, comunque, lodandoli si intende rendere gloria a Dio, e cioè, in quanto egli ha creato delle belle creature, allora è permesso farlo."

2. ALL'EBREO NON E' PERMESSO MENZIONARE LE COSE CHE I

CRISTIANI USANO PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.



Nello Hilkhoth Akum (V,12) si legge:

"E' inoltre proibito menzionare l'Akum; è infatti scritto (Exodus XXIII,13): ... non menzionare gli altri dei."

3. SI DEVE PARLARE DEI LORO IDOLI CON SPREGIO

Nello Iore dea (146,15) si legge:

"I loro idoli devono essere distrutti, o chiamati con nomi spregevoli."

Ibidem, (147,5):

"E' permesso deridere gli idoli, ed è proibito dire ad un goi: Dio ti aiuti, oppure ti auguro di riuscire."

Il rabbino Bechai, spiegando il testo del Deuteronomio sull'odio verso l'idolatria, dice:

"Le Scritture insegnano di odiare gli idoli e di chiamarli con nomi ignominiosi. Perciò, se il nome di una chiesa è Bethgalia--"casa di magnificenza," essa dovrebbe essere chiamata Bethkaria - casa insignificante, porcile, latrina. Questa parola karia infatti, denota un luogo basso, un tugurio."

In diversi punti gli ebrei danno nomi ignominiosi alle cose cristiane. Non è fuori luogo elencarne qui di seguito alcuni che essi danno a cose e persone considerate care e sante dai cristiani:

GESU' viene ignominiosamene chiamato Jeschu- che significa Possano il suo nome e la sua memeoria essere cancellati. In ebraico, il suo vero nome è Jeschua che significa Redenzione (Salvamento).

MARIA LA MADRE DI GESU', viene chiamata Charia - sterco, escrementi (tedesco Dreck). In ebraico il suo vero nome è Miriam.

I SANTI CRISTIANI, per cui la parola in ebraico è Kedoshim, sono chiamati Kededchim, (cinaedos)- uomini effemminati (Fate). Le sante sono chiamate Kedeschoth, Puttane.

LA DOMENICA viene chiamata il giorno della calamità.

LA FESTA DI NATALE viene chiamata Nital, che indica sterminio.

PASQUA non viene chiamata con il suo nome corretto Pesach (Pasqua ebraica), ma Ketsach, che significa abbattere; oppure Kesach, impiccagione.

UNA CHIESA CRISTIANA non viene chiamata Beth Hattefillah, Casa di Preghiera, ma Beth Hattiflah, Casa di Vanità, Casa del Male.

I LIBRI DEL VANGELO sono chiamati Aavon Gilaion, Libri di Iniquità.

I SACRIFICI CRISTINAI sono chiamati Offerte di Sterco. Nel Talmud di Jerusalemme (fol.13b) si trova quanto segue:

"Colui che li vede mezabbelim (defecare - offrire il sacrificio) di fronte al loro idolo, deve dire (Esodo XXII, 20): Colui che sacrifica ad un idolo, sia completamente distrutto."

Il rabbino Iarchi (riferendosi a Num. XXV,3), insegna che i gentili onorano il loro Dio defecando davanti a lui.

UNA RAGAZZA CRISTIANA che lavora per gli ebrei nel loro giorno di Sabato viene chiamata Schaw-wesschicksel, Immondizia del Sabato.



4. GLI EBREI NON POSSONO FARE REGALI AI CRISTIANI



Nello Hilkhoth Akum (X5) si legge:

"E' proibito fare regali ai goim. Ma è permesso farli ad un convertito che vive fra gli ebrei; è detto, infatti: 'Datelo da mangiare al viaggiatore che si ferma nelle vostre città, oppure vendetelo ad un gentile, cioè, vendetelo, non datelo'."

Nello Iore Dea (151,11) si legge:

"E' proibito fare dei regali all'Akum con il quale l'ebreo non deve intrattenersi amichevolmente."

Il Talmud, comunque, permette agli ebrei di fare doni a gentili che egli conosce e dai quali egli spera di avere qualcosa in cambio.



5. E' PROIBITO ALL' EBREO VENDERE LA PROPRIA FATTORIA AD

UN CRISTIANO



Nello Iore Dea (334,43) si legge:

"L'ebreo dovrà essere ripudiato in 24 casi, cioè... 8° caso: Chiunque venda la sua fattoria agli Akum deve essere mandato in esilio - a meno che egli non si impegni a risarcire tutto il danno causato agli ebrei che devono subire un Akum come vicino."

6. E' PROIBITO INSEGNARE UN'ATTIVITA' COMMERCIALE AI

CRISTIANI

Nello Iore Dea (154,2) si legge:

"Non è permesso insegnare alcuna attività commerciale agli Akum"

II. SI DEVE DANNEGGIARE IL LAVORO DEI CRISTIANI

Dato che i goim servono gli ebrei come bestie da soma, essi appartengono agli ebrei con tutte le loro facoltà e la loro vita:

"La vita di un goi e tutte le sue capacità fisiche appartengono all'ebreo." (A. Rohl. Die Polem. p.20)

E' un assioma dei rabbini che l'ebreo possa prendere qualsiasi cosa appartenga ai cristiani per qualsiasi motivo, anche con la frode; e ciò non può essere definito rubare dato che è semplicemente prendere ciò che gli appartiene.

Nel Babha Bathra (54b) si legge:

"Tutte le cose che appartengono ai goim sono come un deserto; il primo che passa e le prende può rivendicarne la proprietà."

1. NON SI DEVE FAR SAPERE AI CRISTIANI SE PAGANO UN PREZZO

TROPPO ALTO AD UN EBREO

Nel Choshen Hammischpat (183,7) si legge:

"Se mandi un messaggero a ritirare del denaro da un Akum e l' Akum paga più di quanto deve, il messaggero può tenersi la differenza. Ma se il messaggero non lo sa, la puoi tenere tu stesso."

2. GLI OGGETTI SMARRITI DEI CRISTIANI NON DEVONO MAI

ESSERE LORO RESTITUITI

Nel Choshen Hammischpat (226,1) si legge:

"L'ebreo potrà tenere tutte le cose che trova, se sono di proprietà di un Akum, in quanto sta scritto: Restituisci a tuo fratello ciò che è stato perduto (Deuter. XXII,3). Infatti, colui che restituisce (ai cristiani) un oggetto smarrito pecca contro la Legge in quanto aumenta il potere dei trasgressori della Legge. E' lodevole, comunque, restituire gli oggetti smarriti, se ciò viene fatto in onore del nome di Dio, cioè, se a causa di ciò gli ebrei saranno lodati e considerate dai cristiani persone d'onore."

3. E' PERMESSO FRODARE I CRISTIANI

Nel Babha Kama (113b) si legge:

"E' permesso ingannare un goy."

E nel Choshen Hammischpat (156,5. Hagah) si legge:

"Se un ebreo fa buoni affari con un Akum, in certi posti non è permesso agli altri ebrei di venire e fare affari con lo stesso Akum. In altri luoghi, comunque, è diverso ed è permesso a un altro ebreo di andare dallo stesso Akum, circuirlo, fare affari con lui e prendere il suo denaro. Infatti la ricchezza dell' Akum deve essere considerata proprietà comune e appartiene al primo che può appropriarsene. C'è, comunque, chi dice che ciò non va fatto."

Nel Choshen Hammischpat (183,7 Hagah) si legge:

"Se un ebreo fa affari con un Akum e un fratello israelita sopravviene e froda l' Akum per mezzo di falsi pesi o misure o numeri, egli deve dividere il suo profitto con il suo fratello israelita, dato che entrambi hanno partecipato all'affare, e anche per aiutarlo."

4. UN EBREO PU0' FINGERE DI ESSER UN CRISTIANO PER

INGANNARE I CRISTIANI

Nello Iore Dea (157,2. Hagah) si legge:

"Se un ebreo può ingannarli (gli idolatri) fingendo di essere un adoratore di stelle, gli è permesso farlo."

5. AGLI EBREI E' PERMESSO ESERCITARE L'USURA NEI

CONFRONTI DEI CRISTIANI

Nell'Abhodah Zarah (54a) si legge:

"E' permesso esercitare l'usura nei confronti degli apostati caduti in idolatria."

E nello Iore Dea (159,1) si legge:

"E' permesso, secondo la Torah, prestare denaro ad usura ad un Akum. Alcuni anziani comunque negano ciò eccetto nel caso di vita o di morte. Al giorno d'oggi è permesso per qualsiasi motivo."

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III. I CRISTIANI DEVONO ESSERE DANNEGGIATI NELLE QUESTIONI

LEGALI

1. ALL'EBREO E' PERMESSO MENTIRE E GIURARE IL FALSO PER

FAR CONDANNARE UN CRISTIANO

Nel Babha Kama (113a) si legge:

"Il nostro insegnamento è il seguente: Quando un ebreo e un goi appaiono in tribunale, assolvi l'ebreo, se puoi, secondo le leggi d'Israele. Se il goi vince, digli che ciò è quanto la nostra legge richiede. Se, comunque, l'ebreo può essere assolto secondo la legge dei gentili, assolvilo e digli che ciò è fatto secondo le nostre leggi. Se ciò non può essere fatto, procedi con durezza contro il goi, come consiglia il rabbino Ischmael. Il rabbino Akibha, comunque, sostiene che non si può agire con frode per non profanare il Nome di Dio, e per non avere un ebreo rinviato a giudizio per spergiuro."

Una nota a margine, comunque, spiega questa precisazione del rabbino Akibha come segue:

"Il nome di Dio non viene profanato se il goi non sa che l'ebreo ha mentito."

E più avanti, il Babha Kama (113b) dice:

"Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: 'Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire,' purchè il goi non sappia che tu stai mentendo."

2. E' PERMESSO AD UN EBREO GIURARE IL FALSO CON COSCIENZA

PULITA

Nel Kallah (1b, p.18) si legge:

"Essa (la madre del mazmer) gli disse, 'Giura davanti a me.' E il rabbino Akibha giurò con le labbra, ma nel suo cuore invalidò il giuramento.'

Un concetto simile si trova nello Schabbuoth Hagahoth del rabbino Ascher (6d):

"Se il magistrato di una città costringe gli ebrei a giurare che non fuggiranno da quella città e che non ne asporteranno cosa alcuna, essi potranno giurare il falso dicendo a se stessi che non fuggiranno quel giorno, e che non asporteranno cosa alcuna dalla città solo in quel giorno."

*****

IV. I CRISTIANI DEVONO ESSERE DANNEGGIATI NELLE COSE

NECESSARIE ALLA SOPRAVVIVENZA

Gli ebrei non dovranno risparmiare nessun mezzo per combattere i tiranni che li tengono in questa Quarta Cattività al fine di liberarsene. Essi devono combattere i cristiani con l'astuzia e non fare nulla per evitare che il male li colga: i loro malati non devono essere curati, le donne cristiane non devono essere aiutate durante il parto, e i cristiani non devono essere salvati se in pericolo di morte.



1. UN EBREO DEVE SEMPRE CERCARE DI INGANNARE I CRISTIANI

Nello Zohar (I,160a) si legge:

"Il rabbino Jehuda gli ha detto (al rabbino Chezkia): 'E' degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele, e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.' Il rabbino Chezkia chiese, 'Come dobbiamo combatterli?' Il rabbino Jehuda disse, 'Con saggi consiglifarai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d'uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe usò contro Esaù - quando possibile, con l'inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. E' perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro."

2. NON SI DEVE AIUTARE UN CRISTIANO AMMALATO

Nello Iore Dea (158,1) si legge:

"Gli Akum non devono essere curati, nemmeno per denaro, a meno che ciò non provochi la loro inimicizia."

3. NON SI DOVRA' AIUTARE LA DONNA CRISTIANA DURANTE IL

PARTO

Nell' Orach Chaiim (330,2) si legge:

"Nessun aiuto, benchè minimo, dovrà essere prestato ad una donna Akum durante il parto in giorno di sabato, in quanto il sabato non deve essere violato."

4. NON SI DOVRA' AIUTARE UN CRISTIANO IN PERICOLO DI MORTE

Nel Choshen Hammischpat (425,5) si legge:

"Se vedete un eretico che non crede nalla Torah cadere in un pozzo con una scala, affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 'Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto. Ti riporterò la scala immediatamente' o qualcosa del genere. I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente, ma non devono essere salvati dalla morte."

E nello Iore Dea (158,1) si legge:

"Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, ciò non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro."



Maimonide nello Hilkhoth Akum X,1.

IL TALMUD SMASCHERATO

Gli insegnamenti segreti dei rabbini sui Cristiani

Di:

Rev. I.B. Pranaitis

Prete Cattolico; Maestro di Teologia e Professore di Lingua Ebraica presso l'Accademia Ecclesiastica Imperiale della Chiesa Cattolica Romana in San Pietroburgo Vecchio.

(Traduzione dal testo latino dell'autore)

****

San Pietroburgo

Ufficio stampa dell'Accademia Imperiale delle Scienze - 1892.

IMPRIMATUR

San Pietroburgo,

13 Aprile 1892

Kozlowsky

Arcivescovo Metropolita di Moghileff

L.S.

No.794

C. Propolanis, S.Th.C.

Segretario

Tutti i Diritti Riservati

Stampato presso l'Accademia Imperiale delle Scienze.

(Vas.Ostr.,9 Line, No.12)

****

Copyright 1964

Dr. Edward R. Fields

Birmingham, Alabama

****

Excellentissimo ac Reverendissimo

DOMINO DOMINO

FRANCISCO ALBINO

SYMON

EPISCOPO ZENOPOLITANO

SUFFRAGANEO ARCHIDIOECESEOS MOHILOVIENSIS

SUAE SANCTITATIS PRAELATO DOMESTIOCO

S. THOLOGIAE DOCTORI

Rectori Academiae Caesareae Romano-Catholicae Ecclesiasticae Petropolitanae

ORDINUM EQUITI

PROFESSORI CLARISSIMO

MODERATORI SUO OPTIMO

Dicat Dedu Aeque

Auctor

__________________________________________________ ________



IMPRIMATUR

Petropoli, Die 13 Aprilis 1892 a.

Archiepiscopus Metropolita Mohiloviensis KOZLOWSKI.



L.S.

f.m. Secretarii in Spiritualibus

C. Propolanis S.Th.C.



Tous droits réservés.

No794

........?



DEDICA DELL'AUTORE



VOSTRA ECCELLENZA:



Per ricambiare in qualche modo la Vs. grandissima gentilezza verso di me, che ho potuto sperimentare così spesso e in tante maniere, mi sono impegnato a dedicarVi questo piccolo libro. E' di piccole dimensioni ma è stato compilato con gran cura e fatica, e mi sostiene la speranza che Voi non lo sdegnerete; esso infatti è il primo frutto delle fatiche di uno che Voi, una volta, Vi siete così gentilmente compiaciuto di chiamare il primo frutto delle Vostre fatiche come Rettore di questa Accademia. Io prego perciò Vostra Eccellenza di benedire questo lavoro che ho recentemente portato a termine, in maniera che possa adempiere lo scopo per cui è stato scritto. Benedite anche me affichè io possa presto compiere lavori più importanti per la gloria di Dio e per l'onore e per il progresso della nostra Alma Mater, su cui regnate da otto anni, e di cui siete il più grande ornamento.

Possano queste pagine rappresentare per Vostra Eccellenza la dimostrazione del mio perpetuo e sincero affetto e gratitudine.

Il devoto discepolo di Vostra Eccellenza,

IUSTINUS BONAVENTURA PRANAITIS



ANTIFONA



"Che si aprano le nostre scritture a tutti. Che tutti vedano come sia il nostro codice morale! Non dobbiamo aver paura di questa prova, infatti abbiamo un cuore puro e uno spirito pulito. Che le nazioni esaminino le dimore dei figli di Israele, e che da loro stessi si convincano di come realmente siamo! Esse allora certamente esclameranno con Baalam, quando partì per maledire Israele: 'Come son belli i tuoi padiglioni o Israele: come son belle le tue tende!'



"Nel suo atteggiamento verso i non ebrei, la religione ebraica è la più tollerante di tutte le religioni del mondo... I precetti degli antichi rabbini, sebbene ostili ai gentili, non possono in nessuna maniera essere applicati ai cristiani."



"Tutta una serie di opinioni può essere citata dagli scritti delle più alte autorità rabbiniche per dimostrare che questi maestri inculcavano nel loro popolo un grande amore e rispetto per i cristiani in maniera che essi considerassero i cristiani, che credono nel vero Dio, come fratelli, e pregassereo per loro."



"Noi dichiariamo che il Talmud non contiene niente di ostile contro i cristiani."





PROLOGO



Molte persone interessate nella questione ebraica sono solite chiedere se ci sia o no qualcosa nel Talmud che non sia bello e sublime e completamente estraneo a qualsiasi espressione che possa sembrare odio verso i cristiani. La confusione di opinioni a questo riguardo è talmente grande che, a sentire coloro che trattano l'argomento con tanta apparente saggezza, si penserebbe che stessero parlando di una razza antica e lontana dai nostri tempi, e non del popolo di Israele che vive in mezzo a noi secondo un codice morale immutabile che continua anche oggi a regolare la loro vita religiosa e sociale.

Stando così le cose, ho intrapreso il compito di dimostrare ciò che veramente insegna il Talmud a proposito dei cristiani, per potere in tal modo soddisfare i desideri di coloro che vogliono conoscere questa dottrina da fonti originali.

A questo scopo, ho tradotto i più noti libri talmudici che fanno riferimento ai cristiani e ho disposto queste fonti in ordine tale da dare una chiara idea dell'immagine del cristiano che il Talmud presenta agli ebrei.

Al fine di non essere accusato di avere usato un testo alterato del Talmud o di non averlo interpretato correttamente, come in genere accade a coloro che hanno tentato di rivelare gli insegnamenti giudaici segreti, ho disposto il testo ebraico a fianco di quello latino.

Ho diviso il testo in due sezioni: la prima tratta degli insegnamenti del Talmud sui cristiani, la seconda, delle regole che gli ebrei hanno l'obbligo di seguire quando vivono fra i cristiani.

Faccio precedere queste due parti da una breve capitolo di discussione sul Talmud stesso.





IL TALMUD



IL TALMUD deriva il suo nome dalla parola LAMUD - insegnato, e significa L'Insegnamento. Per metonimia, si vuol significare il libro che contiene l'Insegnamento, il quale insegnamento si chiama Talmud, cioè il libro dottrinale che da solo espone e spiega completamente tutta la conoscenza e l'insegnamento del popolo ebreo.

Per quanto riguarda l'origine del Talmud, i rabbini ritengono che il suo primo autore sia Mosè. Essi sostengono che, oltre alla legge scritta - trasmessa da Dio a Mosè sul Monte Sinai sulle tavole di sasso e denominata Torah Scheibiktab - Mosè abbia anche ricevuto la sua interpretazione, o legge orale, chiamata Torah Shebeal Peh. Secondo loro, questo è il motivo per cui Mosè rimase per tanto tempo sul monte. Infatti, essi sostengono, un giorno solo sarebbe stato sufficiente per ricevere da Dio la legge scritta.

Si dice che Mosè abbia trasmesso questa legge orale a Giosuè; Giosuè a sua volta ai settanta Anziani; questi Anziani ai Profeti, e i Profeti alla Grande Sinagoga. Si sostiene che essa fu più tardi trasmessa a certi rabbini, uno dopo l'altro, finchè non divenne impossibile ritenerla oralmente.

Qualunque cosa possa dirsi sulla storia dei rabbini, è cosa sufficientemente nota fra noi che, prima della nascita di Cristo, in Palestina esistevano scuole nelle quali si insegnavano i sacri testi. Per poterli ricordare, i commentari dei Dottori della legge venivano scritti su carte ed elenchi che, riuniti insieme, formarono gli inizi del Talmud giudaico.

Nel secondo secolo dopo Cristo, il rabbino Jehuda - che, a causa della sua santità di vita, era chiamato Il Santo e Il Principe - si rese conto che la cultura degli ebrei andava scemando, che la loro legge orale si stava perdendo, e che il popolo ebreo si stava disperdendo, e fu il primo a prendere in considerazione i possibili modi di ridar vita e preservare la legge orale. Egli raccolse tutti gli elenchi e le carte (che la contenevano) ricavandone un libro che fu chiamato Sepher Mischnaioth, oppure Mischnah - un Deuterosis o legge secondaria. Lo divise in sei parti, ciascuna delle quali venne divisa in molti capitoli che vedremo più avanti.

La Mischnah è il fondamento e la parte principale di tutto il Talmud. Questo libro fu accettato da tutti gli ebrei e fu riconosciuto come codice autentico della loro legge. Veniva spiegato nelle loro Accademie di Babilonia - a Sura, Pumbaditha e Nehardea - e nelle loro Accademie di Palestina - a Tiberiade, Iamnia e Lydda.

Con l'andar del tempo le interpretazioni aumentarono e le dispute e le decisioni dei dottori della legge riguardanti la Mischnah furono scritte. e questi scritti costituirono un'altra parte del Talmud chiamata Gemarah.

Nel Talmud queste due parti sono disposte in maniera tale per cui la Mischnah serve per prima come una specie di testo della legge e la Gemarah serve poi da analisi delle varie opinioni per giungere alle decisioni definitive.

Non tutti i precetti della Mischnah, comunque, venivano discussi nelle scuole ebree. Non si commentavano quelli che non potevano essere applicati a causa della distruzione del Tempio, e quelli che potevano essere osservati solo nella Terra Santa. La loro spiegazione veniva rimandata alla venuta di Elia e del Messia. Per questo motivo, nel Gemarah, alcune parti del Mischnah mancano.

Per quanto riguarda l'interpretazione della Mischnah del rabbino Jehuda, ciascuna delle scuole di Palestina e di Bab ilonia seguì il suo metodo particolare, e in questo modo si venne a creare una duplice Gemarah - la versione di Gerusalemme e quella di Babilonia. L'autore della versione di Gerusalemme fu il rabbino Jochanan, che fu capo della sinagoga di Gerusalemme per ottant'anni. Nell'anno 230 A.D., egli portò a termine trentanove capitoli di commenari sulla Mischnah.

La Gemarah babilonese, comunque, non fu compilata da una sola persona e nemmeno in una volta sola. Il rabbino Aschi la cominciò nel 327 A.D. e vi lavorò per sessant'anni. Continuò il rabbino Maremar nell'anno 427 A.D., e l'opera fu portata a termine dal rabbino Abina nell'anno 500 A.D. circa. La Gemarah babilonese è composta da trentacinque capitoli di interpretazioni.

Questa duplice Gemarah, assieme con la Mischnah, dà vita ad un duplice Talmud: la versione di Gerusalemme che a causa della sua brevità e difficoltà di comprensione non è molto usata; e la versione babilonese che è sempre stata tenuta in altissima considerazione dagli ebrei di tutti i tempi.

La Gemarah è seguita da aggiunte chiamate Tosephoth. Fu così che il rabbino Chaia inizialmente chiamò le sue opinioni sulla Mischnaioth. Egli e il rabbino Uschaia furono i primi a spiegare questo libro pubblicamente nelle scuole. I commentari sulla furono redatti dai dottori fuori dell'ambito delle scuole, erano chiamati Baraietoth, o opinioni estranee.

A questi Commentari si aggiunsero poi altre decisioni chiamate Piske Tosephoth, brevi tesi e semplici principi.

Per quasi cinquecento anni dopo il completamento del Talmud babilonese, lo studio della letteratura fu gravemente ostacolato, in parte a causa di calamità pubbliche e in parte a causa di dissensi fra gli studiosi. Ma nell'undicesimo secolo, altri scrissero ulteriori aggiunte al Talmud. Fra queste, le principali sono quelle del Tosephoth del rabbino Ascher.

Oltre a queste, comparvero il Perusch del rabbino Moische ben Maimon, per brevità chiamato Rambam dagli ebrei, dai cristiani Maimonide, e dal rabbino Schelomo, Iarchi o Raschi.

Così che la Mischnah, la Gemarah, il Tosephoth, le note marginali di rabbino Ascher, il Piske Tosephoth e il Perusch Hamischnaioth di Maimonide, tutti insieme, costituiscono un ampio lavoro chiamato Il Talmud.



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Le principali parti del Talmud, che abbiamo menzionato sopra, sono sei:

I. ZERAIM: riguardante i semi. Tratta di semi, frutti, erbe, alberi; dell'uso pubblico e domestico di questi frutti, di semi diversi, ecc.

II. MOED: riguardante le feste. Tratta del tempo in cui il sabato e altre feste devono avere inizio, fine ed essere celebrate.

III. NASCHIM: riguardante le donne. Tratta del matrimono e del ripudio delle mogli, dei doveri, dei rapporti, delle malattie, ecc.

IV. NEZIKIN: riguardante i danni. Tratta dei danni sofferti da uomini ed animali, delle penalità e dei risarcimenti.

V. KODASCHIM: riguardo la santità. Tratta dei sacrifici e di vari riti sacri.

VI. TOHOROTH: riguardante le purificazioni. tratta della contaminazione e della purificazione delle stoviglie, biancheria e altre cose.

Ciascuna di queste sei parti, che gli ebrei chiamano Schishah Sedarim - sei ordini o ordinanze - è divisa in libri o fascicoli, chiamati Massiktoth, e i libri in capitoli, o Perakim.



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I. ZERAIM. Contiene undici libri o Masechtoth.

1. BERAKHOTH -Benedizioni e preghiere. Tratta delle regole liturgiche.

2. PEAH - Angolo di un campo. Tratta degli angoli del campo e della spigolatura... le olive e l'uva da lasciare ai poveri.

3. DEMAI - Cose dubbie. Se si debbano o no pagare le decime su tali cose.

4. KILAIM - Miscele. Tratta delle varie miscele di semi.

5. SCHEBIITH - il Settimo. Tratta dell'anno sabbatico.

6. TERUMOTH - Offerte e Oblazioni. Le offerte "Heave" per i preti.

7. MAASEROTH - le Decime, da versare ai Leviti

8. MAASER SCHENI - la Seconda Decima

9. CHALLAH - la Pasta, la parte di essa da darsi ai Preti.

10.ORLAH - L'Incirconciso. Tratta dei frutti di un albero durante i sui primi tre anni di vita.

11.BIKKURIM - I Primi Frutti da portare al Tempio.

II. MOED. Contiene dodici Libri o Masechtoth.

1. SCHABBATH - Il sabato. tratta dei tipi di lavoro proibiti in questo giorno.

2. ERUBHIN - Combinazioni. Contiene i precetti sul cibo per il sabato, ecc.

3. PESACHIM - Pasqua. Tratta delle leggi relative alla Festa della Pasqua ebraica e dell'agnello pasquale.

4. SCHEKALIM - Siclo. Tratta delle dimensioni e peso del siclo.

5. IOMA - il Giorno della Riconciliazione. Tratta delle prescrizioni per quel giorno.

6. SUKKAH - il Tabernacolo. Tratta delle leggi riguardanti la festa dei Tabernacoli.

7. BETSAH - l'Uovo del Giorno di Festa. Tratta del tipo di lavoro proibito e permesso nei giorni di festa.

8. ROSCH HASCHANAH - Anno Nuovo. Tratta della Festa dell'Anno Nuovo.

9. TAANITH - Digiuni. Tratta dei digiuni pubblici.

10.MEGILLAH - il Rotolo. Tratta della lettura del Libro di Ester. Contiene la descrizione della Festa di Purim.

11.MOED KATON - Festa Minore. Tratta delle leggi relative ai giorni che dividono il primo dall'ultimo giorno di Pesach e Succoth.

12.CHAGIGAH - Paragone dei riti delle tre feste di Pesach, Sukkoth e dei Tabernacoli.

III. NASCHIM. Contiene sette Libri o Masechtoth.

1. JEBBAMOTH - Cognate. Tratta del matrimonio del Levirato.

2. KETHUBOTH - Contratti di Matrimonio. Tratta della dote e degli accordi matrimoniali.

3. KIDDUSCHIN - Fidanzamenti.

4. GITTIN - libretto sui Divorzi.

5. NEDARIM - Voti. Tratta dei voti e del loro annullamento.

6. NAZIR - il Nazireo. Tratta delle leggi riguardanti i Nazirei e coloro che si separano dal mondo e si consacrano a Dio.

7. SOTAH - la Donna sospettata di adulterio.

IV. NEZIKIN. Contiene dieci Libri o Masechtoth.

1. BABA KAMA - Prima porta. Tratta dei Danni e Torti e del loro risarcimento.

2. BABA METSIA - Porta di mezzo. Tratta delle leggi riguardanti gli oggetti trovati, concernenti la fiducia, riguardanti l'acquisto e la vendita, il prestito, il noleggio e l'affitto.

3. BABA BATHRA - L'Ultima porta. Tratta delle leggi riguardanti la proprietà immobiliare e il commercio, per lo più sulle basi della legge tradizionale. Concerne anche la successione ereditaria.

4. SANHEDRIN - Tribunali. Tratta dei tribunali e dei loro atti, e della pena per i delitti capitali.

5. MAKKOTH - Frustate. Le 40 frustate (meno una) inflitte ai criminali.

6. SCHEBUOTH - Giuramenti. Tratta dei diversi tipi di giuramento.

7. EDAIOTH - Testimonianze. Contiene una serie di leggi tradizionali e decisioni raccolte dalle testimonianze di distinti maestri.

8. HORAIOTH - Decisioni. Tratta delle sentenze dei giudici e delle pene dei trasgressori.

9. ABHODAH ZARAH - Idolatria.

10.ABHOTH - Padri. Tratta delle leggi dei padri. Si chiama anche PIRKE ABHOTH.

V. KODASCHIM. Contiene undici Libri o Masechtoth.

1. ZEBBACHIM - Sacrifici. Tratta dei sacrifici di animali e delle modalità di offrirli.

2. CHULIN - Cose Profane. Tratta della maniera tradizionale di uccidere gli animali per usi comuni.

3. MENACHOTH - Offerte di carne. Tratta delle offerte di carne e bevande.

4. BEKHOROTH - il Primogenito. Tratta delle leggi riguardanti i primogeniti di uomini ed animali.

5. ERAKHIN - Valutazioni. Tratta del modo nel quale le persone consacrate al Signore con un voto vengono legalmente valutate per il loro riscatto.

6. TEMURAH - Scambio. Tratta delle leggi riguardanti lo scambio di cose consacrate.

7. MEILAH - Violazione, Sacrilegio. Tratta dei peccati riguardanti la violazione o la profanzione di cose sacre.

8. KERITHUTH - Scomunica. Tratta dei peccati soggeti alla pena di scomunica, e della loro espiazione per mezzo di sacrifici.

9. TAMID - Il Sacrificio Giornaliero. Descrive le funzioni del Tempio per le offerte giornaliere del mattino e della sera.

10.MIDDOTH - Misure. Descrive le misure e la descrizione (sic) del Tempio.

11.KINNIM - I Nidi degli Uccelli. Tratta dei sacrifici di volatili, delle offerte dei poveri, ecc.

VI. THOHOROTH. Contiene dodici Libri o Masechtoth.

1. KELIM - Stoviglie. Tratta delle condizioni nelle quali gli utensili domestici, gli indumenti, ecc. ricevono la purificazione rituale.

2. OHOLOTH - Tende. Tratta delle tende e delle case, e della loro contaminazione e purificazione.

3. NEGAIM - Malattie epidemiche. Tratta delle leggi relative alla Lebbra.

4. PARAH - la Giovenca. Tratta delle leggi concernenti la giovenca rossa e dell'uso delle sue ceneri per la purificazione di quanto è contaminato.

5. TOHOROTH - Purificazioni. Tratta dei gradi minori di contaminazione che durano solo fino al tramonto.

6. MIKVAHTH - Pozzi. Tratta delle condizioni nelle quali i pozzi e i serbatoi possono essere usati per le purificazioni rituali.

7. NIDDAH - Mestruazioni. Tratta della contaminazione giuridica derivante da certe condizioni delle donne.

8. MAKSCHIRIN - Preparazioni. Tratta dei liquidi che preparano e dispongono i semi e i frutti a ricevere la contaminazione rituale.

9. ZABHIM - Riguardante la polluzione notturna e della gonorrea. Tratta della contaminazione derivante da tali secrezioni.

10.TEBHUL IOM - Lavaggi giornalieri.

11.IADIM - Mani. Tratta della contaminazione rituale delle mani secondo la legge tradizionale, e della loro purificazione.

12.OKETSIN - Piccioli della Frutta. Tratta dei piccioli e dei gusci della frutta in quanto portatori di contaminazione rituale.

Il Talmud completo si compone di 63 libri divisi in 524 capitoli.



Oltre a questi ci sono altri quattro brevi fascicoli che non sono stati inclusi nel Talmud regolare. Essi sono stati aggiunti da scrittori ed autori successivi.



Questi quattro fascicoli sono:



MASSEKHETH SOPHERIM - il Trattatello degli Scribi. Tratta del modo di scrivere i libri della legge. Contiene 21 capitoli.

EBHEL RABBETI - Un grosso trattato sul Lutto. Contiene 14 capitoli.

KALLAH - la Sposa. Sull'acquisizione della sposa, sui suoi ornamenti e altre cose che la riguardano. Ha un solo capitolo.

MASSEKHETH DEREKH ERETS - la Condotta di Vita. Diviso in RABBAH - parti principali, e ZUTA - parti secondarie. Contiene 16 capitoli. Alla fine è aggiunto un capitolo speciale - PEREK SCHALOM - sulla Pace.

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Essendo il Talmud un lavoro tanto disordinato e voluminoso, si presentò la necessità di un compendio che ne facilitasse lo studio. A questo scopo, nel 1032, il rabbino Isaac ben Jacob Alphassi pubblicò un Talmud Abbreviato, che egli chiamò Halakhoth - Costituzioni. Tutte le discussioni protratte vi furono omesse e invece quelle parti che concernevano le cose pratiche della vita vi furono conservate. Dato però che questo lavoro non aveva un ordine, non fu considerato di gran valore.

Il primo a produrre un lavoro ben ordinato sulla Legge Ebraica fu Maimonide, chiamato l'"Aquila della Sinagoga." Nel 1180, egli produsse il suo celebre Mischnah Torah - Ripetizione della Legge, chamato anche Iad Chazakah - la Mano Forte. Esso contiene quattro parti o volumi e 14 libri che comprendono tutto il Talmud. In questo lavoro, Maimonide incluse anche molte discussioni filosofiche e tentò di stabilire molte leggi sue proprie. A causa di questo fatto, egli fu scomunicato dalla sua gente e condannato a morte. Fuggì in Egitto dove morì nel 1205.

Nonostante ciò, il valore del suo lavoro crebbe col tempo, e per un certo periodo, una versione espurgata fu tenuta in altissima considerazione dagli ebrei. Un difetto di questo lavoro è che continene molte leggi che hanno perso qualsiasi valore dopo la distruzione del Tempio.

Nel 1340, in stretto accordo con le idee dei rabbini, Jacob ben Ascher pubblicò un'edizione del lavoro di Maimonide, espurgata da tutte le sue innovazioni filosofiche e delle vecchie, inutili leggi. Essa fu chiamata Arbaa Turim - I Quattro Ordini, che sono:



I. ORACH CHAIIM: I semi della Vita, e tratta della vita quotidiana in casa e alla Sinagoga.

II. IORE DEA: che impartisce insegnamenti sui cibi, le purificazioni ed altre leggi religiose.

III. CHOSCHEN HAMMISCHPAT - giudizi privati sulle leggi civili e penali.

IV. EBHEN HAEZER: La Roccia dell'Aiuto, che tratta delle leggi del matrimonio.

Dato che Alphasi, Maimonide e Jacob ben Ascher non concordavano su molti punti - il che fece sorgere diverse interpretazioni della stessa legge - c'era un grande bisogno di un libro che contenesse brevi e concise soluzioni alle controversie e che potesse rappresentare per il popolo ebreo un libro di legge degno di questo nome.

Joseph Karo, un rabbino di Palestina (nato nel 1488 e morto nel 1577), soddisfò tale necessità con il suo celebre commentario all'Arbaa Turim, che egli chiamò Schulchan Arukh - la Tavola Preparata. Dato che, comunque, le useanze degli ebrei orientali differivano molto da quelle degli ebrei occidentali, anche lo Schulchan Arukh, di Joseph Karo non fu sufficiente per tutti gli ebrei che si trovavano nelle diverse parti del mondo. Fu per questo motivo che il rabbino Mosche Isserles scrisse un commentario sullo Schulchan Arukh, intitolato Darkhe Mosche, La Via di Mosè, che ricevette la stessa accoglienza in Occidente che aveva avuto il lavoro di Joseph Karo in Oriente.

Al momento, lo Schulchan Arukh è considerato il Codice Legale obbligatorio degli ebrei, ed essi ne fanno principale uso nei loro studi. Molti conmmentari sono stati scritti su ciascuna parte di questo libro.

Un importante punto da notare è che questo lavoro è sempre stato considerato santo dagli ebrei. Essi l'hanno sempre considerato, e ancora lo considerano, più importante delle Sacre Scritture. Il Talmud stesso dimostra chiaramente questo fatto:

Nel trattatello Babha Metsia, fol 33a, leggiamo:

"Coloro che si dedicano alla lettura della Bibbia esercitano una certa virtù, ma non moltissima; coloro che studiano la Mischnah esercitano una virtù per cui riceveranno un premio; coloro, comunque, che si impegnano nello studio dalla Gemarah esercitano la più alta virtù."

Similmente, nel trattatello Sopherim XV,7, fol.13b:

"La Sacra Scrittura è come l'acqua, la Mischnah il vino, e la Gemarah vino aromatico."

La seguente è un'opinione nota e se ne trovano alte lodi negli scritti dei rabbini:

"Figlio mio, ascolta le parole degli scribi piuttosto che le parole della legge."

Il motivo di ciò si trova nel trattatello Sanhedrin X,3, f.88b:

"Colui che trasgredisce le parole degli scribi pecca più gravemente che chi trasgredisce le parole della legge."

Anche in presenza di divergenze di opinioni fra la Legge e i dottori, entrambi devono essere presi come parole del Dio Signore.

Nel trattatello Erubhin f.13b, dove si riferisce di una divergenza di opinioni fra le due scuole di Hillel e Schamai, si concude che:

"Le parole di entrambi sono parole del Dio vivente."

Nel libro Mizbeach, cap. V, troviamo la seguente opinione:

"Non c'è niente che sia superiore al Santo Talmud."

I sostenitori contemporanei del Talmud ne parlano quasi nella stessa maniera.

Ciò che i cristiani pensavano del Talmud è ampiamente dimostrato dai molti editti e decreti emessi a questo proposito, con i quali i supremi governanti della Chiesa e dello Stato lo hanno proscritto molte volte e hanno condannato alle fiamme questo sacro Codice Legale Secondario degli ebrei.

Nel 553, l'Imperatore Giustiniano proibì la diffusione dei libri del Talmud su tutto il territorio dell'Impero Romano. Nel XIII secolo "i Papi Gregorio IX e Innocente IV condannarono i libri del Talmud in quanto contenenti ogni tipo di abiezioni e bestemmie contro la verità cristiana, e ordinarono che fossero bruciati perchè diffondevano molte orribili eresie."

Più tardi, essi furono condannati da molti altri Pontefici Romani - Giulio III, Paolo IV, Pio IV, Pio V, Gregorio XIII, Clemente VIII, Alessandro VII, Benedetto XIV e altri che pubblicarono nuove edizioni dell'Indice dei Libri Proibiti secondo gli ordini dei Padri del Concilio di Trento, e anche nei nostri stessi giorni.

((Per quanto riguarda l'atteggiamento della Chiesa Cattolica verso gli ebrei, si veda l'Appendice alla fine di questo libro: "Come i Papi Hanno Trattato gli Ebrei."))

All'inizio del XVI secolo, quando la pace della Chiesa era disturbata da nuove religioni, gli ebrei cominciarono a distribuire il Talmud apertamente, assistiti dall'arte della stampa allora appena inventata. La prima edizione stampata di tutto il Talmud, contenente tutte le sue bestemmie contro la religione cristiana, fu pubblicata a Venezia nell'anno 1520. E quasi tutti i libri ebrei pubblicati in quel secolo che era loro favorevole sono completi e genuini.

Verso la fine del XVI secolo e l'inizio del XVII, quando molti uomini famosi si impegnarono in un diligente studio del Talmud, gli ebrei, temendo per se stessi, cominciarono ad omettere parti del Talmud che erano apertamente ostili ai cristiani. Fu in tal modo che il Talmud pubblicato a Basilea nel 1578 fu mutilato in molti punti.

Ad un sinodo in Polonia, nell'anno 1631, i rabbini della Germania ed altri paesi dichiararono che non si doveva stampare niente che potesse infastidire i cristiani e causare la persecuzione di Israele. Per questo motivo, nei libri ebraici pubblicati dal secolo seguente in poi, ci sono indizi di molte cose mancanti cui i rabbini suppliscono con spiegazioni ritenute a memoria, in quanto essi possiedono i libri integrali che i cristiani vedono raramente.

Comunque, i libri ebraici furono pubblicati più tardi con pochissime mutilazioni in Olanda - dove gli ebrei espulsi dalla Spagna venivano cordialmente ricevuti. Il Talmud pubblicato in questo paese nel 1644-1648 è quasi uguale all'edizione veneziana.

L'ultimo strattagemma inventato per ingannare i censori è stato di inserire la parola haiah (era) nel testo genuino, come per indicare che la questione di cui si tratta si riferisce ad un tempo passato. Ma così facendo essi "puliscono solo l'esterno della tazza". Infatti, in molti punti lasciano trapelare ciò che intendono, per es. con le parole gam attah, "perfino ora," vale a dire "questa legge deve essere obbedita"; e aphilu bazzeman hazzeh, "fino ad oggi," vale a dire "questa legge è ancora valida," e simili.



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Dobbiamo aggiungere alcune considerazioni sull'altro notissimo libro degli ebrei, che si chiama ZOHAR.

Secondo alcuni rabbini, Mosè, dopo essere stato istruito sull'interpretazione della legge sul Monte Sinai, non trasmise quest'informazione a Giosuè nè questi agli anziani, ma ad Aronne, Aronne ad Eleazzaro, e così via fino a che l'insegnamento orale non fu messo in forma di libro con il nome di ZOHAR, dal nome ZEHAR, che significa emanare splendore. Esso è infatti un'illustrazione dei libri di Mosè, un commentario del Pentateuco.

Si dice che l'autore sia stato R. Schimeon ben Jochai, un discepolo di R. Akibha che, cinquant'anni dopo la distruzione del Tempio, morì da martire nell'anno 120 A.D. circa nella guerra che Adriano condusse contro gli ebrei. Dato che, comunque, in questo libro appaiono nomi di uomini vissuti diversi secoli dopo l'anno indicato, e dato che nè Rambam (R. Mosche ben Nachman, nè R. Ascher, che morì nell'anno 1248 A.D. circa, ne hanno fatto menzione, è più probabile che siano più vicini alla verità coloro che dicono che il libro di Zohar vide la luce per la prima volta intorno al XIII secolo. Ciò è considerato probabile specialmetne a causa del fatto che circa in questo periodo fu prodotto un libro simile per stile e argomento al modo di scrivere caldeo.

Si compone di tre volumi formato in ottavo grande.



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Ci sono molti altri lavori pubblicati da maestri ebrei, che vengono usati nello studio della legge giudaica, e che sono tenuti in alta considerazione dato che spiegano molti passaggi oscuri del Talmud. In questo libro ne sono citati alcuni, e precisamente i seguenti:

BIAR - Dicharazione, delucidazione, Commentario su un altro Commentario. Queste dichiarazioni differiscono fra di loro.

HALAKHOTH - di solito scritto HILKHOTH - Decisioni o Dissertazioni. Libri separati delle Sacre Scritture e del Talmud di diversi rabbini: Maimonide, Beshai, Edels, Mosè di Kotzen, Kimchi e altri. Nella maggior parte dei casi, danno delle citazioni di Maimonide dallo HILKHOTH AKUM. Queste contengono dissertazioni sulle stelle e pianeti e sulle condizioni delle nazioni. Ce n'è un altro - HILKHOTH MAAKHALOTH ASAVOROTH - dissertazioni sugli alimenti proibiti.

IUCHASIN o SEPHER IUCHASIN - dissertazioni sulla discendenza. Tratta della storia sacra e giudaica dall'inizio del mondo fino al 1500. Fu stampato a Cracovia nel 1580.

JALKUT - una raccolta di commenti tratti da vari libri antichi. Si suppone abbia un significato non letterale ma allegorico. Autore: il rabbino Shimeon di Francoforte.

KED HAKKEMACH - Barile di farina. Contiene un elenco alfabetico dei luoghi delle comunità teologiche. Autore: il rabbino Bechai di Lublino.

MAGEN ABRAHAM - Scudo di Abramo. Autore: Perizola.

MIZBEACH HAZZAHABH - l'Altare d'Oro. Libro cabalistico. Autore: R. Schelomon ben Rabbi Mordechai. Stampato a Basilea nel 1602.

MACHZOR - un Ciclo. Libro di Preghiere usato nelle feste grandi.

MENORATH HAMMAOR - Candela di luce. Libro talmudico. Contiene l'Aggadoth e il Medraschim, cioè, i commentari storici e allegorici su tutto il Talmud. Autore: rabbino Isaac Abhuhabh. Stampato nel 1544.

MAIENE HAIESCHUAH - Fontane del Salvatore. Uno squisito commentario su Daniele del rabbino Isaac Abarbanel. Vi si trovano numerose dispute contro i cristiani. Stampato nel 1551.

MIKRA GEDOLAH - la Grande Convocazione. Una bibbia ebraica con note di R. Salomon Iarchi e R. Ezra.

MASCHMIA IESCHUAH - Il Predicatore della Salvezza. Spiegazioni su tutti i Profeti. Riguarda la redenzione futura. Autore: R. Abarbanel.

NIZZACHON - Vittoria. Attacchi contro i crisitani e i quattro Vangeli. Autore: rabbino Lipman. Stampato nel 1559.

SEPHER IKKARIM - Libro sui fondamentali o articoli di fede. Contiene un durissimo attacco contro la fede cristiana.

EN ISRAEL - L'Occhio d'Israele. Un libro celebre. Ha una seconda parte - BETH JAKOBH - la Casa di Giacobbe. Contiene dei deliziosi racconti talmudici. Stampato a Venezia nel 1547.

SCHAARE ORAH - le Porte di Luce. Un celeberrimo libro cabalistico. Autore: Ben Joseph Gekatilia.

SCHEPHAA TAL - Abbondanza di Rugiada. Libro cabalistico. Una chiave per il libro di Zohar ed altri libri del genere. Autore: rabbino Schephtel Horwitz di Praga.

TOLDOTH IESCHU - le Generazioni di Gesù. Un opuscolo pieno di bestemmie e maledizioni. Contiene la storia di Cristo. Pieno di espressioni false e tendenziose.



Per la stesura del presente libretto, ho usato le seguenti fonti:



Il TALMUD. Edizione di Amsterdam, 1644-48, in 14 volumi.

SCHULCHAN ARUKH, del rabbino Joseph Karo. Edizione di Venezia, 1594. Senza note.

IORE DEA. Diverse citazioni. Edizione di Cracovia.

ZOHAR. Edizione di Amsterdam, 1805. 3 volumi.

MIKRA GEDOLAH. Edizione di Amsterdam, 1792, 12 volumi, edizione di Basilea, 1620, 2 volumi, edizione di Venezia.

HILKHOTH AKUM di R. Maimonide, edizione di Vossius, 1675.



Come lavori ausiliari ho usato:



JOANNES BUXDORFIUS. a. Lexicon Chaldaicum, Talmudicum et Rabbinicum, Basilea 1640. b. De Abreviaturis Hebraicis; Operis Talmudis Recensio; Bibliotheca Rabbinica, Basilea 1712. c. Synagoga Judaica, Basilea, 1712.

GEORGII ELIEZ. EDZARDI. Tractatus talmudici "AVODA SARA." Amburgo, 1705.

JACOBI ECKER: "Der Judenspiegel im Lichte der Wahrheit," (Lo Specchio Giudaico alla Luce della Verità). Paderborn, 1884.

AUGUST ROHLING: Die Polemik und das Manschenopfer des Rabbinismus. (Le Polemiche e il Sacrificio Umano del Rabbinismo). Paderborn, 1883.



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Ho usato solamente lavori che gli stessi ebrei tengono in altissima considerazione e ai quali essi fanno riferimento nelle loro dispute con i cristiani citando imparzialmente le opinioni di questi eruditi uomini. La loro grande diligenza nel citare dai testi di libri che ho potuto esaminare, è stata per me una prova che io ho usato la stessa diligenza perfino citando da fonti meno note alle quali essi possono accedere con molta più facilità.









































PARTE I



L'INSEGNAMENTO DEL TALMUD SUI CRISTIANI



Vedremo in primo luogo ciò che il Talmud insegna

su Gesù Cristo, il fondatore del Cristianesimo;

e in secondo luogo, sui suoi seguaci, i Cristiani.





CAPITOLO I.



GESU' CRISTO NEL TALMUD



Molti passi dei libri talmudici trattano della nascita, vita e morte di Gesù Cristo e dei suoi insegnamenti. Non sempre Gesù viene nominato con il suo nome, ma in diversi modi come "Quell'Uomo," "Una Certa Persona," "Il Figlio del Carpentiere," "Colui che Fu Appeso", ecc.





Articolo I. - SUI NOMI DI GESU' CRISTO



1. Il vero nome di Gesù Cristo in ebraico è Jeschua Hanotsri - Gesù il Nazzareno. Viene chiamato Nostri dalla città di Nazareth nella quale egli crebbe. Così, nel Talmud, anche i cristiani Articolo I. - sono chiamati Nostrim- Nazzareni.

Siccome la parola Jeschua significa "Salvatore," il nome Gesù si trova raramente nei libri ebraici. E' quasi sempre abbreviato in Jeschu, che viene maliziosamente inteso come composto delle iniziali delle tre parole Immach SCHemo Vezikro - "Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati."



2. Nel Talmud, Cristo viene chiamato Otho Isch- "Quell'Uomo," cioè colui che tutti conoscono. Nel Trattatello Abhodah Zarah, 6a. leggiamo:

"Viene chiamato cristiano colui che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo, che aveva loro insegnato a celebrare la festa il primo giorno del Sabato, cioè, di rendere il culto a Dio il primo giorno dopo il Sabato."

3) Altrove, egli viene semplicemente chiamato Peloni - "Una Certa Persona." Nel Chagigah. 4b, leggiamo:

"Maria .... la madre di una certa persone, di cui si parla nello Schabbath ..." (104b).

Che questa Maria non sia altro che la madre di Gesù, vedremo più avanti.



4. Per spregio, Gesù viene anche chiamato Naggar bar naggar - 'il falegname figlio di un falegname'; e anche Ben charsch etaim - 'il figlio di uno che lavora il legno.'



5. Viene anche chiamato Talui - 'quello che fu appeso.' Il rabbino Samuel, il figlio di Meir, nell' Hilch. Akum di Maimonide, si riferisce al fatto che era proibito partecipare alle feste cristiane di Natale e Pasqua perchè celebrate a causa di colui che fu appeso. E anche il rabbino Aben Ezra, in un commentario sul Genes. (XXVII, 39) lo chiama Talui la cui immagine l'imperatore Costantino aveva riprodotto sul suo stendardo. "...nei giorni di Costantino, che operò un cambiamento nella religione e mise la figura di colui che fu appeso sul suo stendardo."





Articolo II. - LA VITA DI CRISTO



IL TALMUD insegna che Gesù Cristo era illegittimo e che fu concepito durante il periodo mesturale; che aveva l'anima di Esaù; che era un pazzo, uno stregone, un seduttore; che egli fu crocefisso, sepolto all'inferno e innalzato come un idolo dai suoi seguaci.



1. ILLEGITTIMO E CONCEPITO DURANTE IL PERIODO MESTRUALE

Quanto segue viene narrato nel Trattatello Kallah, 1b (18b):

"Una volta, quando gli Anziani erano seduti alla Porta, passarono due giovani, uno dei quali aveva il capo coperto mentre l'altro l'aveva scoperto. Il rabbino Eliezer disse che quello con il capo scoperto era illegittimo, un mamzer. Il rabbino Jehoschua disse che era stato concepito durante il periodo mestruale, ben niddah. Il rabbino Akibah, comunque, disse che che era entrambe le cose. A questo punto gli altri chiesero al rabbino Akibah perchè egli osasse contraddire i suoi colleghi. Egli rispose che poteva fornire le prove di ciò che affermava. Perciò, egli andò dalla madre del ragazzo che vide seduta al mercato a vendere verdure e le disse: 'Figlia mia, se risponderai sinceramente a quello che sto per chiederti, ti prometto che sarai salva nella vita che verrà' Essa gli chiese di giurare di mantenere la promessa, e il rabbino Akibah glielo giurò - ma solo con le sue labbra, perchè nel suo cuore egli invalidò il suo giuramento. Poi disse: 'Dimmi, che razza di figlio è questo tuo ragazzo?' Al che essa rispose: 'Il giorno che mi sposai avevo le mestruazioni, e a causa di ciò, mio marito mi lasciò. Ma uno spirito malvagio venne e giacque con me e da quel rapporto mi nacque questo figlio.' Fu così dimostrato che questo ragazzo non solo era illegittimo ma anche concepito dalla madre durante il periodo mestruale. E quando coloro che avevano posto la domanda ebbero sentito, dichiararono: 'Davvero grande è stato il rabbino Akibah quando ha corretto i suoi Anziani'! Ed essi esclamarono: 'Benedetto il Signore Dio di Israele che ha rivelato il suo segreto al rabbino Akibah figlio di Giuseppe'"!

Che per gli ebrei questa storia si riferisca a Gesù e a sua madre, Maria, è chiaramente dimostrato dal loro libro Toldath Jeschu -'Le Generazioni di Gesù' - dove quasi le stesse parole vengono usate per narrare la nascita del nostro Salvatore.



Un'altra storia del genere è narrata in Sanhedrin, 67a:

"Di tutti coloro che sono colpevoli di morte secondo la Legge, egli solo viene preso con uno strattagemma. In che modo? Accendono una candela in una stanza interna e mettono dei testimoni in una stanza accanto da dove, senza essere visti, possono vederlo e udirlo. Poi quello che egli aveva cercato di sedurre gli dice 'Per favore, ripeti qui privatamente quello che mi hai detto prima.' Se il seduttore ripete quello che aveva detto, l'altro gli chiede 'Ma come possiamo lasciare il nostro Dio che è nei cieli e servire degli idoli?' Se il seduttore si pente, allora tutto è a posto. Ma se egli dice 'E' nostro dovere e diritto di farlo,' allora i testimoni che l'hanno sentito dalla stanza accanto lo portano davanti al giudice e lo uccidono con la lapidazione. Questo è ciò che fecero al figlio di Stada a Lud, ed essi lo appesero alla viglia della pasqua. Perchè questo figlio di Stada era il figlio di Pandira. Infatti il rabbino Chasda ci dice che Pandira era il marito di Stada, sua madre, ed egli visse durante la vita di Paphus, il figlio di Jehuda. Ma sua madre era stada, Maria di Magdala (una parrucchiera per signore) che, come dice il Pumbadita, aveva lasciato il marito."

Il significato di ciò è che questa Maria era chiamata Stada, cioè prostituta, perchè, secondo l'insegnamento del Pumbadita, avava lasciato il marito e commesso adulterio. Questo appare anche nel Talmud di Gerusalemme e in Maimonide.

Che qui si intenda Maria, la madre di Gesù, si può verificare nel trattatello Chagigah, 4b:

"Quando il rabbino Bibhai fu visitato dall'Angelo della Morte (il demonio), quest'ultimo disse al suo assistente: 'Vai e portami Maria la parrucchiera' (cioè, uccidila). Egli andò e portò Maria, la parrucchiera per bambini - al posto dell'altra Maria."

Una nota a margine spiega questo passo come segue:

"Questa storia di Maria, parrucchiera per signore, si riferisce al periodo del Secondo Tempio. Essa era la madre di Peloni, 'quell'uomo,' come viene chiamato nel trattatello Schabbath," (fol.104b).

Ne llo Schabbath, il passo indicato dice:

"Il rabbino Eliezer disse agli Anziani: 'Non è vero che il figlio di Stada esercitava la magia egizia incidendosela nella carne?' Essi risposero: "Era un pazzo, e noi non prestiamo attenzione a quello che fanno i pazzi. Il figlio di Stada, il figlio di Pandira, ecc.'" come sopra nel Sanhendrin, 67a.

Il libro Beth Jacobh, fol 127, così spiega la magia del figlio di Stada:

"I Magi, prima di lasciare l'Egitto, prestarono particolare attenzione a che la loro magia non fosse messa per iscritto per evitare che altri la imparassero. Ma egli haveva escogitato un nuovo modo di scriverla nella pelle, o di fare dei tagli nella pelle inserendovela. Quando le ferite si rimarginavano, non era possibile vederne il significato."

Buxtorf dice:

"Non ci possono essere molti dubbi su chi fosse tale Ben Stada, o chi gli ebrei intendevano che fosse. Sebbene i rabbini, nelle loro aggiunte al Talmud, cerchino di nascondere la loro malizia e dicano che non è Gesù Cristo, il loro inganno è chiaramente evidente, e molte cose dimostrano che essi scrissero e intesero tutte queste cose su di lui. In primo luogo, lo chiamano anche il figlio di Pandira. Gesù il Nazzareno è in tal modo chiamato in altri passi del Talmud dove si fa espressa menzione di Gesù il figlio di Pandira. Anche San Giovanni Damasceno, nella sua Genealogia di Cristo, fa cenno di Panthera e del Figlio di Panthera.

"In secondo luogo, si dice che questa Stada sia Maria, e questa Maria la madre di Peloni 'quella tale persona' per cui si intende indubbiamente Gesù. In tal modo infatti erano usi celare il suo nome perchè avevano paura di pronunciarlo. Se avessimo copie dei manoscritti originali, questi lo potrebbero certamente dimostrare. E anche questo era il nome della madre di Gesù il Nazareno.

"In terzo luogo, egli è chiamato il Seduttore del Popolo. I Vangeli testimoniano il fatto che Gesù fosse così chiamato dagli ebrei, e i loro scritti sono tuttora prova che ancora lo chiamano con questo nome.

In quarto luogo, egli è chiamato 'quello che fu appeso,' che si riferisce chiaramente alla crocefissione di Cristo, specialmente dato che viene aggiunto un riferimento al tempo 'alla vigilia della pasqua (ebraica) che coincide con il giorno della crocefissione di Gesù. Nel Sanhedrin (43a) si trova quanto segue:

'Alla vigilia della pasqua (ebraica) appesero Gesù'

"In quinto luogo, riguardo a quanto dice il Talmud di Gerusalemme sui due discepoli degli anziani che furono inviati come testimponi per spiarlo, e che furono poi chiamati a testimoniare contro di lui: Ciò si riferisce ai due 'falsi testimoni' di cui l'Evangelista Matteo e Luca parlano.

"In sesto luogo, a proposito di quello che dicono sul figlio di Stada, cioè che esercitava le arti magiche egizie incidendosele nella pelle: la stessa accusa è fatta contro Cristo nell'ostile libro Toldoth Jeschu.

"Infine, il periodo storico corrisponde. Infatti si dice che questo figlio di Stada viveva nei giorni di Paphus, il figlio di Jehuda, che era contemporaneo del rabbino Akibah. Akibah, comunque, visse al tempo dell'Ascensione di Cristo, e per qualche tempo in seguito. Si dice che anche Maria sia vissuta nel periodo del Secondo Tempio. Tutto ciò dimostra chiaramente che essi segretamente e in modo blasfemo, con l'indicazione di figlio di Stada, intendevano Gesù Cristo, il figlio di Maria.

"Altre circostanze possono sembrare contradditorie a questo proposito. Ma ciò non è una novità per le scritture ebraiche e viene fatto di proposito in maniera che i cristiani non possano facilmente individuare l'inganno."

2. Inoltre, "Nei libri segreti, che non si lasciano facilmente cadere nelle mani dei cristiani, essi dicono che in Cristo entrò l'anima di Esau, e che egli fu perciò perverso e che fu Esaù stesso."



3. Da alcuni viene chiamato PAZZO e FOLLE.

Nello Schabbath, 104b:

"Essi, (gli anziani) dissero a lui (Eliezer). 'Era un folle, e nessuno presta attenzione ai folli.'"

4. STREGONE E MAGO

Nell'infame libro Toldoth Jeschu, si bestemmia contro il nostro Salvatore come segue:

"E Gesù disse: Non è vero che Isaia e Davide, miei antenati, profetarono su di me? Il Signore mi ha detto, tu sei mi o figlio, oggi ti ho concepito, ecc. In maniera simile, in un altro punto: Il Signore ha detto al mio Signore, siedi alla mia destra. Ora io ascendo al Padre mio che è in cielo e siederò alla sua destra, come potrete vedere con i vostri occhi. Ma tu, Giuda, non arriverai mai a quell'altezza. Allora Gesù pronunciò l'alto nome di Dio (IHVH) e continuò a farlo fino a che venne un vento che lo portò in alto fra la terra e il cielo. Anche Giuda pronunciò il nome di Dio e in simil modo fu preso dal vento. In questa maniera entrambi fluttuarono nell'aria fra lo stupore degli astanti. Poi Giuda, pronunciando di nuovo il Nome Divino, prese Gesù e lo spinse in basso verso la terra. Ma Gesù cercò di fare lo stesso a Giuda e così lottarono l'uno contro l'altro. E quando Giuda vide che non poteva averla vinta sulle arti di Gesù, gli urinò addosso, ed entrambi, divenuti immondi caddero a terra; e nemmeno poterono di nuovo usare il nome Divino fino a che non si furono lavati."

Non so se coloro che credono a tali diaboliche bugie meritino più odio o pietà.

In un altro punto dello stesso libro si dice che nella casa del Santuario c'era una pietra che il Patriarca Giacobbe unse con olio. Su questa pietra erano incise le lettere tetragrammatiche del Nome (IHVH), e se alcuno avesse potuto impararle avrebbe potuto distruggere il mondo. Essi perciò decretarono che nessuno avrebbe dovuto impararle, e misero due cani su due colonne di ferro di fronte al Santuario in maniera che, se alcuno avesse imparato quelle lettere, i cani avrebbero abbaiato mentre usciva e gliele avrebbero fatto dimenticare per la paura. Si racconta poi: "Gesù venne ed entrò, imaparò le lettere e le scrisse sulla pergamena. Poi fece un taglio nella carne della coscia e ve le inserì, e dopo aver pronunciato il nome, la ferita si rimarginò."



5. IDOLATRO



Nel trattatello Sanhedrin (103a) le parole del Salmo XCI, 10: 'Nessun flagello verrà mai vicino alla tua casa,' sono spiegate come segue:

"Che tu non possa mai avere un figlio o un discepolo che sali il suo cibo tanto da distruggersi il gusto in pubblico, come Gesù il Nazzareno."

Salare troppo il proprio cibo, o distruggere il proprio gusto, viene detto proverbialmente di chi corrompe la sua moralità o si disonora, o che cade in eresia ed idolatria e le predica apertamente ad altri.



6. SEDUTTORE



Nello stesso libro Sanhedrin (107b) si legge:

"Mar disse: Gesù sedusse, corruppe e distrusse Israele."



7. CROCEFISSO



Infine, per punizione dei suoi crimini ed della sua empietà, egli soffrì una morte ignominiosa appeso ad una croce alla vigilia della pasqua (ebraica) (come abbiamo già visto).



8. SEPPELLITO ALL'INFERNO



Il libro Zohar, III, (282), dice che Gesù morì come un animale e fu seppellito in quel "mucchio di immondizie ... dove gettano le carcasse dei cani e degli asini, e dove i figli di Esaù (i cristiani) e di Ismaele (i turchi). inclusi Gesù e Maometto, non-circoncisi e immondi come carcasse di cani, sono seppelliti."



9. DOPO LA MORTE, ADORATO COME UN DIO DAI SUOI SEGUACI.



George El. Edzard, Nel suo libro Avoda Sara, cita le seguenti parole del commentatore dello Hilkoth Akum (V,3) di Maimonide:

"In molti passi del Talmud si fa menzione di Gesù Nazzareno e dei suoi discepoli, e del fatto che i Gentili credono che non ci sia altro dio fuori di lui. Nel libro Chizzuk Emunah, parte I, cap. 36, leggiamo: 'I Cristiani ne fanno una questione (Zachary XII, 10) e dicono: Ecco come il Profeta ha testimoniato che nei tempi futuri gli ebrei avrebbero pianto e mandato lamenti per aver crocefisso ed ucciso il Messia che era stato loro inviato; e per dimostrare che egli intendeva Gesù il Nazzareno, che possedeva sia la natura divina che quella umana, essi citano le parole: E guardarono colui che avevano trafitto e piansero su di lui come una madre sul suo primogenito.'"

Nel suo libro Hilkoth Melakhim (IX,4), Maimonide tenta di dimostrare quanto i cristiani sbaglino nell'adorare Gesù:

"Se tutte le cose che egli fece fossero prosperate, se avesse ricostruito il Santuario al suo posto, e se avesse raccolto insieme le tribù disperse di Israele, allora egli sarebbe certamente il Messia.... Ma se non l'ha ancora fatto e se fu ucciso, allora è chiaro che non era il Messia che la Legge ci dice di attendere. Egli era simile a tutti i buoni ed onesti legislatori della Casa di Davide che morirono, e che il Santo e Benedetto Signore innalzò per nessun altro motivo che di dimostrare a molti, come è detto (in Dan. XI,35): Ed alcuni di coloro che capiscono cadranno, per provare a purgarli e renderli bianchi, fino alla fine dei tempi, perchè il tempo prestabilito non è ancora. Daniele profetò anche su Gesù il Nazzareno che credeva fosse il Cristo, e che fu messo a morte per giudizio del Senato: (Dan. V.14): .... e i ladri del tuo popolo si innalzeranno per stabilire la visione; ma essi non riusciranno. Potrebbe essere più chiaro? Infatti tutti i Profeti hanno detto che Cristo avrebbe liberato Israele, gli avrebbe procurato la salvezza, avrebbe riunito i suoi popoli dispersi e confermato la loro legge. Ma egli fu la causa della distruzione di Israele e fece disperdere ed umiliare coloro che restarono, così che la Legge venne cambiata e la maggior parte del mondo fu sedotta ed adorò un altro dio. Veramente nessuno può capire i disegni del creatore, e nemmeno egli opera come noi operiamo. Infatti tutto quello che è stato costruito da Gesù il Nazzareno e dai Turchi venuti dopo di lui, tende solo a preparare la strada per la venuta di Cristo il Re, e a preparare tutto il mondo per il servizio del Signore, come è detto: Allora Io darò una bocca pulita a tutte le genti che tutti possano chiamare il nome del Signore, ed inchinarsi in unisono davanti a lui. In che maniera si sta compiendo ciò? Tutto il mondo è già pieno delle lodi di Cristo, della Legge e dei Comandamenti, e le sue lodi si sono sparse fino a terre lontane e a genti con il cuore e corpo non circoncisi. Queste discutono fra di loro la Legge che fu distrutta - alcuni dicono che i comandamenti erano veri una volta, ma che sono cessati di esistere; altri che a proposito c'è un gran mistero, che il Messia-Re è venuto e che la loro dottrina l'ha rivelato. Ma quando il Cristo verrà veramente e avrà succeso, e sarà elevato ed esaltato, allora tutto cambierà e queste cose saranno dimostrate false e vane."

10. IDOLO

Nel Trattatello Abhodah Zarah, (21a Toseph) leggiamo:

"E' importante indagare sul motivo per cui gli uomini oggi vendono e affittano le loro case ai gentili. Alcuni dicono che ciò è legale perchè è detto nel Tosephta: Nessuno affitterà la sua casa ad un gentile nè qui (nella terra d'Israele) nè in altro luogo perchè si sa che egli vi introdurrà un idolo. E' comunque permesso affittare loro stalle, fienili e alloggi, anche se si sa che vi introdurranno degli idoli. Il motivo è che si può fare una distinzione fra un posto nel quale verrà portato un idolo per lasciarvelo in maniera permanene ed un posto dove non sarà lasciato permanentemente. In quest'ultimo caso, è permesso. E, dato che i gentili fra cui noi ora viviamo non portano il loro idolo nelle loro case per lasciarvelo permanentemente, ma solo provvisoriamente - quando qualcuno è morto in casa o quando qualcuno sta morendo, e non vi celebrano nessun rito religioso - è permesso di vendere e affittare loro case."

Il Rabbino Ascher, nel suo Commentario sull' Abhodah Zarah (83d) si esprime non meno chiaramente su questo argomento:

"Oggi è permesso affittare case ai gentili perchè essi vi introducono il loro idolo solo temporaneamente, quando qualcuno è ammalato." E nello stesso punto, egli dice 'Oggi essi seguono la pratica di incensare il loro idolo.'"

Tutto ciò e molto più dimostra aldilà di ogni dubbio che, quando i rabbini parlavano degli idoli dei gentili fra cui essi vivevano in quel tempo quando non venivano adorati gli idoli, essi chiaramente intendevano l'"idolo" cristiano, cioè l'immagine di Cristo sul crocefisso e la Santa Comunione.



NOTA SULLA CROCE



Nelle scritture ebraiche, non c'è una parola esattamente corrispondente alla croce cristiana. La croce T sulla quale i condannnati a morte venivano crocefissi, veniva chiamata Tau dai Fenici e dagli ebrei, e questo nome e segno furono poi introdotti nell'alfabeto ebraico, greco e romano. La croce venerata dai cristiani, comunque, viene chiamata con i seguenti nomi:

1. Tsurath Haattalui -l'immagine di colui che fu appeso.

2. Elil - vanità, idolo.

3. Tselem - immagine. Da qui i crociati nei libri ebraici sono chiamati Tsalmerim (ein Tselmer)

4. Scheti Veerebh - trama e ordito; preso dall'arte tessile.

5. Kokhabh - stella; a causa dei quattro raggi che ne emanano.

6. Pesila - scultura, idolo scolpito.

Ma dovunque sia menzionata è sempre con il senso di un idolo o qualcosa di spregevole, come appare dalle seguenti citazioni:



Nell'Orach Chaiim, 113,8:

"Se un ebreo dovesse, quando prega, incontrare un cristiano (Akum) che porta una stella (un crocefisso) in mano, anche se fosse arrivato ad un punto della preghiera in cui è necessario inchinarsi per adorare dio nel suo cuore, egli non dovrà farlo, affinchè non si debba pensare che egli si inchina di frone ad un'immagine."

Nello Iore Dea, 150,2:

"Anche se un ebreo dovesse infilarsi una scheggia nel piede davanti ad un idolo, o se gli dovesse cadere del denaro davanti ad esso, egli non dovrà abbassarsi per togliersi la scheggia o raccogliere il denaro affinchè non sembri che egli adori l'idolo. Ma egli dovrà o sedersi o voltare la schiena o il fianco all'idolo e poi togliersi la scheggia."

Ma quando non è possibile ad un ebreo girarsi in questa maniera, egli è tenuto ad osservare la seguente regola (in Iore Dea,3, Hagah):

Non è permesso inchinarsi o togliersi il cappello davanti a principi o preti che portano un croce sul loro abito come sogliono fare. Si dovrà fare attenzione, comunque, a non essere notati. Per esempio, è permesso gettare delle monete per terra e chinarsi per prenderle prima che essi passino. In questa maniera è permesso inchinarsi o togliersi il cappello di fronte ad essi."

Si fa anche distinzione fra una croce che è venerata ed una croce che è portata attorno al collo come ricordo o come ornamento. La prima deve essere considerata un idolo, ma non necessariamente la seconda. Nello Iore dea, 1, Hagah, si legge:

"L'immagine di una croce, davanti alla quale si inchinano, deve essere considerata un idolo, e non deve essere usata fino a che non sia distrutta. Comunque, una "trama e ordito", se portato intorno al collo come ricordo, non deve essere considerato un idolo e può essere usato."

Il segno della croce fatto con la mano, con il quale i cristiani usano benedirsi, si chiama in ebraico "muovere le dita qui e qui" (hinc et hinc).













Articolo III - Gli Insegnamenti di Cristo





Il Seduttore e un Idolatra non possono insegnare altro che falsità ed eresie il che era irrazionale e impossibile da osservare.



1. FALSITA'

Si dice nell'Abhodah Zarah (6a):

"Un nazzareno è quella persona che segue i falsi insegnamenti di quell'uomo che insegnò loro a rendere culto nel primo giorno del sabato."

2. ERESIA

Nello stesso libro, Abhodah Zarah (Cap. I, 17a Toseph) si fa menzione dell'eresia di Giacomo. Un po' più avanti (27b) si apprende che questo Giacomo non era altro che il discepolo di Gesù:

"...Giacomo Sekhanites, uno dei discepoli di Gesù, di cui abbiamo parlato nel capitolo 1."

Ma Giacomo non ha insegnato la sua dottrina, ma quella di Gesù.



3. IMPOSSIBILE DA OSSERVARE

Su questo punto, l'autore di Nizzachon si esprime come segue:

"Una legge scritta dei cristiani è: Se un ebreo ti colpisce ad una guancia, offrigli anche l'altra e non restituire in nessun modo il colpo. E il cap. VI, v. 27 dice: Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano. Benedite coloro che vi maledicono e pregate per i vostri calunniatori. Se uno ti percuote su una guancia, e tu porgigli anche l'altra; e se uno ti toglie il mantello, e tu non impedirgli di prenterti anche la tunica, ecc. Lo stesso si trova in Matteo cap.V. v.39. Ma io non ho mai visto nessun cristiano obbedire a questa legge, e nemmeno Gesù stesso si è mai comportato come ha insegnato agli altri. In Giovanni cap. XVIII, v. 22, troviamo che quando qualcuno lo percosse su una guancia, egli non offrì anhce l'altra guancia, ma si arrabbiò a causa di questa percossa e chiese: "Perchè mi percuoti?" Similmente, negli Atti degli Apostoli, cap XXIII, v.3, leggiamo: che quando il Sommo Sacerdote ordinò a coloro che gli stavano intorno di percuoterlo sulla bocca, Paolo non offrì l'altra guancia; egli lo maledisse dicendo 'Iddio percoterà te, muraglia imbiancata! ecc.' Ciò è contrario al loro credo e distrugge il fondamento su cui poggia la loro religione, perchè essi sostengono che la legge di Gesù è facile da osservare. Se Paolo stesso, che può essere chiamato il Dispensiere di Gesù, poteva non osservare il precetto di Gesù, chi fra gli altri che credono in lui può dimostrarmi di poterlo fare?"

L'autore, che aveva il Vangelo e gli Atti degli Apostoli sotto mano non poteva comunque non aver capito in che modo Cristo avesse comandato ai suoi seguaci di offrire l'altra guancia a coloro che li avrebbero percossi, dato che, in un altro punto, egli comanda ai suoi seguaci di tagliarsi una mano o un braccio, e di strapparsi un occhio se queste parti del corpo avessero dato scandalo. Nessuno che abbia la minima conoscenza delle Sacre Scritture, ha mai pensato che questi comandi debbano essere presi alla lettera. Solo la profonda maliza ed ignoranza dei tempi in cui viveva Gesù può spiegare perchè gli ebrei, ancora oggi, usano questi passi per svilire gli insegnamenti di Gesù Cristo.





CAPITOLO II





I CRISTIANI



Tre cose doranno essere esaminate in questo capitolo:

1. I nomi che il Talmud usa per i cristiani.

2. In che maniera il Talmud dipinge i cristiani

3. Che cosa dice il Talmud del culto religioso dei cristiani.





Articolo I. - I Nomi dati ai Cristiani nel Talmud



Come nelle nostre lingue i cristiani derivano il loro nome da Cristo, così nella lingua del Talmud i cristiani sono chiamati Nostrim, da Gesù Nazzareno. Ma i cristiani sono anche chiamati con i nomi usati nel Talmud per indicare tutti i non ebrei: Abhodah Zarah, Adum, Obhde Elilim, Minim, Nokhrim, Edom, Amme Haarets, Goim, Apikorosim, Kuthrim.



1. Abhodah Zarah - Culto strano, idolatria. Il Trattatello talmudico sull'idolatria è intitolato come segue: Obhde Abhodah Zarah - Adoratori di idoli. Che Abhodah Zarah veramente significhi culto degli idoli appare chiaro dal Talmud stesso: 'Venga Nimrod a testimoniare che Abramo non era un servo di Abhidah Zarah.' Ma nei giorni di Abramo non esisteva nessun culto strano, nè dei turchi nè dei nazzareni, ma solo il culto del vero Dio e l'idolatria. Nello Schabbath (ibid. 82a), si legge:

"Il rabbino Akibah dice: Come sappiamo che Abhodah Zarah, come una donna immonda, contamina coloro che l'accettano? Perchè Isaia dice: Tu dovrai eliminarli come un panno da mestruazioni; e dirai ad esso, Vattene via,"

Nella prima parte di questo versetto si fa menzione degli idoli d'oro e d'argento.

Anche il dotto Maimonide dimostra chiaramente che gli ebrei considerano i cristiani Abhodah Zarah. Nel Perusch (78c) si legge:

"E si sappia che i cristiani che seguono Gesù, sebbene i loro insegnamenti siano diversi, sono tutti adoratori di idoli (Abhodah Zarah)."

2. Akhum - Questa parola è costituita dalle lettere iniziali delle parole Obhde Kokhabkim U Mazzaloth - adoratori di stelle e pianeti. Fu così che gli ebrei da principio descrissero i gentili che erano privi della conoscenza del vero Dio. Ora, comunque, la parola Akum nei libri degli ebrei, specialmente nello Schulkhan Arukh, si applica ai cristiani. Ciò è evidente in numerosi passi:

Nell'Orach Chaiim (113,8) coloro che usano una croce sono chiamati Akum. Nello Iore Dea (148,5,12) coloro che celebrano le feste di Natale e del Nuovo Anno, otto giorni dopo, sono chiamati adoratori delle stelle e dei pianeti:

"Così che se, anche in questi tempi, un regalo è inviato all'Akum l'ottavo giorno dopo Natale, che essi chiamano il Nuovo Anno," ecc.

3. Obhde Elilim - Servi di idoli. Questo nome ha lo stesso significato di Akum. I non ebrei vengono spesso indicati con questo nome. Nell'Orach Chaiim, per esempio (212,,5), si legge:

"Non si dovrà pronunciare benedizione su incenso che appartenga ai servi di idoli."

Ma in quel tempo, quando lo Schulkhan Arukh fu scritto, non c'erano 'servi di idoli' fra coloro che vivevano con gli ebrei. Così per esempio, l'autore del Commentario sullo Schulkhan Arukh (intitolato Magen Abraham), il rabbino Calissensis, che morì in Polonia nel 1775, dice alla nota 8, sul No. 244 dell'Orach Chaiim (dove si permette di finire un lavoro di sabato con l'aiuto di un Akum): "Qui nella nostra città sorge la questione sul prezzo da pagarsi a coloro che adorano le stelle e i pianeti per spazzare la pubblica via quando lavorano di sabato."



4. Minim - Eretici. Nel Talmud, coloro che possiedono libri chiamati Vangeli sono eretici. Così in Schabbath(116a) si legge:

"Il rabbino Meir chiama i libri dei Minim Aven Gilaion (volumi iniqui) perchè li chiamano Vangeli."

5. Edom - Edomiti. Il rabbino Aben Ezra, quando parla dell'Imperatore Costantino che cambiò religione e mise sul suo stendardo l'immagine di colui che fu appeso, aggiunge:

"Roma perciò si chiama il Regno degli Edomiti."



E il rabbino Bechai, nel suo Kad Hakkemach (fol. 20a, su Isaiah, cap. LXVI,17) scrive:

"Sono chiamati Edomiti coloro che muovono le loro dita 'qui e qui'" (coloro che fanno il segno della croce).

Nello stesso modo il rabbino Bechai, commentando le parole di Isaia (loc. cit.), "coloro che mangiano la carne di maiale" aggiunge: "Questi sono gli edomiti." Il rabbino Kimchi, comunque, li chiama "cristiani." E il rabbino Abarbinel, nel suo lavoro Maschima Ieschua (36d) dice: "I nazzareni sono romani, i figli di Edom."



6. Goi - Razza o popolo. Per indicare un uomo, gli ebrei dicono anche Goi - un gentile; per indicare una donna gentile, Goiah. A volte, ma molto raramente, gli israeliti vengono chiamati con questo nome. Per lo più, esso è applicato ai non ebrei, o idolatri. Nei libri ebraichi che trattano dell'idolatria, gli adoratori degli idoli sono spesso chiamati con questo solo nome Goi. Per questo motivo, in edizioni più recenti del Talmud, l'uso della parola Goi viene evitato di propostio e altre parole vengono usate al suo posto per i non ebrei.

E' un fatto noto che nella lingua ebraica, gli ebrei chiamano i cristiani fra cui abitano, Goim. E gli ebrei stessi non lo nevano. A volte, nelle loro riviste popolati, essi dicono che questa parola non significa niente di male o di nocivo. Ma il contrario può essere verificato nei loro libri scritti in ebraico. Per esempio, nel Choshen Hammischpat (34,22), il nome Goi si usa in senso diffamatorio:

"I traditori gli epicurei e gli apostati sono peggiori dei Goim."

7. Nokhrim - Stranieri, forestieri. Questo nome viene usato per tutti coloro che non sono ebrei, e perciò anche per i cristiani.



8. Amme Haarets - Gente della terra, idioti. Alcuni dicono che, con questo nome, non si indicano persone di altre razze, ma solo persone incolte e rozze. Esistono comunque dei passi che non lasciano nessun dubbio sulla questione. Nella Sacra Scrittura, Libro di Esra, cap. X, 2, si legge: Noi abbimo peccato contro il nostro Dio, ed abbiamo preso mogli straniere (nokhrioth) del popolo della terra. Che le parole popolo della terra denotino gli idolatri risulta chiaro in Zohar,I,25a: "Il popolo della terra - Obhde Abhodah Zarah, idolatri."



9. Basar Vedam - Carne e sangue; uomini carnali destinati alla perdizione e che non possono entrare in comunione con Dio. Che i cristiani siano carne e sangue, lo dimostra il libro di preghiere:

"Chiunque incontri un saggio e colto cristiano può dire: Sia tu benedetto o Signore, Re dell'Universo, che hai dispensato un po' della tua saggezza alla Carne e Sangue," ecc.

Nello stesso modo, in un'altra preghiera, nella quale gli ebrei chiedono a Dio di ripristinare il regno di Davide e di inviare Elia e il Messia, ecc., essi gli chiedono di togliere da loro la povertà in maniera di non aver bisogno di accettare dei regali dalla "carne e sangue," nè di commerciare con loro, e nemmeno di cercare di ottenere uno stipendio da loro.



10. Apikorosim - Epicuirei. Sono chiamati con questo nome tutti coloro che non osservano i precetti di Dio, come pure tutti coloro che, anche se ebrei, esprimono giudizi privati in materia di fede. Quanto più tratterano in questa maniera un cristiano!



11. Kuthim - Samaritani. Ma dato che non ci sono più dei samaritani, e dato che, nei libri ebraici recenti, si parla molto spesso di samaritani, può esserci alcun dubbio sul fatto che con questa parola si intendano i cristiani?

Inoltre, in questa faccenda di attribuire un nome a coloro che non sono ebrei, si deve notare in particolare che negli scritti ebraici questi nomi vengono usati indiscriminatamente e indifferentemente con lo stesso significato. Per esempio, nel trattatello Abhodah Zarah (25b) viene usata la parola Goi, ma nello Schulchan Arukh (Iore Dea 153,2) viene usato il termine Akum. Kerithuth (6b) usa Goim; Jebhammoth (61a) usa Akum, Abhodah Zarah (2a) usa Obhde Elilim: Toseph usa Goim e Obhde Ab, Choshen Hammischpat (edizione veneziana) usa Kuthi; (Slav, ed.) Akum. E si potrebbero citare molti altri esempi.

Nel suo libro sull'Idolatria, Maimonide chiama indiscriminatamente idolatri tutti costoro: i Goim, gli Akum, gli Obhde Kokhabhim, gli Obhde Elilim, ecc.







Articolo II - Ciò che il Talmud Insegna Sui Cristiani





Nel capitolo precedente abbiamo visto che cosa gli ebrei pensino del Fondatore della religione cristiana, e quanto essi abborriscano il suo nome. Stando così le cose, non ci si può aspettare che possano nutrire un'opinione migliore su coloro che seguono Gesù Nazzareno. Infatti, non si può immaginare nulla di più abominevole di ciò che hanno da dire sui cristiani. Dicono che sono idolatri, il peggior tipo di persone, molto peggiori dei turchi, assassini, fornicatori, animali impuri, simili a immondizia, indegni di essere chiamati uomini, bestie in forma umana, degni del nome di bestie, mucche, asini, maiali, cani, peggio dei cani; che si propagano nella maniera delle bestie, che sono di origine diabolica, che le lor anime vengono dal diavolo e che dopo la morte ritornano al diavolo nell'inferno; e che perfino il corpo di un cristiano morto non è meglio di quello di un animale.



1. IDOLATRI

Dato che i cristiani seguono gli insegnamenti di quell'uomo, che gli ebrei considerano Seduttore e Idolatra, e dato che essi lo adorano come Dio, ne consegue chiaramente che essi meritano il nome di idolatri, non diversamente di coloro fra i quali gli ebrei erano vissuti prima della nascita di Cristo, e che, secondo il loro insegnamento, dovevano essere sterminati in tutte le maniere possibili.

Ciò è meglio dimostrato dai nomi usati per i cristiani e dalle inequivocabili parole di Maimonide che dimostrano che tutti coloro che portano il nome di cristiani sono idolatri. E chiunque esamini i libri ebraici che trattano degli "Adoratori delle Stelle e dei Pianeti" degli "Epicurei," dei "Samaritani," ecc., non può che concludere che questi idolatri altro non sono che i cristiani. I turchi sono sempre chiamati "Ismaeliti," mai idolatri.



2. I CRISTIANI SONO PEGGIO DEI TURCHI

Maimonide nel suo Hilkhoth Maakhaloth (cap. IX) dice:

"Non è permesso bere il vino di uno straniero che si converte, cioè di una persona che accetti i sette precetti di Noè, ma è permesso trarne qualche beneficio. E' permesso lasciarlo solo con del vino, ma non metterglielo di fronte. Lo stesso è permesso nel caso di tutti i gentili che non sono idolatri, come i turchi ((Ismaeliti)). All'ebreo, comunque, non è permesso bere il loro vino (((degli idolatri - ndt))), anche se ciò può essere usato a suo vantaggio. Tutti i rabbini più conosciuti sono d'accordo su questo punto. Ma dato che i cristiani sono idolatri, non è permesso nemmeno usare il loro vino a proprio vantaggio."

3. ASSASSINI

Nell' Abhodah Zarah (22a) si dice:

L'ebreo non deve associarsi con i gentili in quanto questi indulgono nello spargimento di sangue."

In modo simile, nello Iore Dea:

"L'Israelita non si deve associate con gli Akum ((cristiani)) perchè indulgono nello spargimento di sangue."

Nell' Abhodah Zarah (25b) si dice:

"I rabbini hanno insegnato: Se un Goi si affianca ad un israelita lungo la strada, egli ((l'ebreo)) deve camminare alla sua destra. Il rabbino Ismaele, il figlio del rabbino Jochanan, il nipote di Beruka, dice: Se il Goi porta una spada, l'ebreo deve camminare alla sua destra. Se il Goi porta un bastone, l'ebreo dovrà camminare alla sua sinistra. (((la traduzione è letterale, ma si può avere un significato logico solo se al posto delle parole 'alla sua destra' e 'alla sua sinistra' si usano rispettivamente 'alla sua sinistra' e 'alla sua destra' - ndt))) Se sta salendo un pendio o scendendo in ripida discesa, l'ebreo non deve camminare davanti con il Goi dietro, ma l'ebreo deve camminare dietro e il Goi davanti, nè si deve abbassare di fronte a lui per tema che il Goi gli possa spaccare il cranio. E se il gentile dovesse chiedere all'ebreo fino a dove deve andare, egli dovrà far finta di andare molto lontano, come disse Giacobbe, nostro padre, all'empio Esaù: Fino a che non arrivo dal mio Signore a Seir (Gen. XXXIII, 14-17), ma (((qui ci sarebbe da precisare il soggetto del verbo che segue e che dovrebbe essere la sacra scrittura - ndt))) aggiunge: Giacobbe è partito (meglio, andò) per Sukoth."

Nell' Orach Chaiim (20,2) si dice:

"Non vendere il tuo soprabito (Talith) con le frange ad un Akum, affinchè egli non si unisca ad un ebreo per la via e lo uccida. E' anche proibito fare a cambio del soprabito con un gentile, o venderglielo, eccetto che per breve tempo quando non ci sia niente da temere da lui."

4. FORNICATORI

Nell' Abhodah Zarah (15b) si dice:

"Gli animali di sesso maschile non dovranno essere lasciati nelle stalle dei gentili con i loro uomini, nè gli animali di sesso femminile con le loro donne; tanto meno dovranno gli animali di sesso femminile essere lasciati con i loro uomini, e di sesso maschile con le loro donne. Nemmeno le pecore dovranno essere lasciate in custodia ai loro pastori; nè si dovrà avere con loro (((con i gentili - ndt))) alcun rapporto sessuale; nè i bambini dovranno essere loro affidati per imparare un mestiere o a leggere."

Un po' più avanti, nello stesso trattatello (22a), si spiega il motivo per cui gli animali non devono essere lasciati nelle stalle dei gentili, e perchè agli ebrei non è permesso di avere rapporti sessuali con loro (((i gentili - ndt))):

"Non si deve permettere che gli animali si avvicinino ai Goim, perchè si sospetta che (((questi ultimi - ndt))) abbiano rapporti sessuali con loro. Nè le donne dovranno coabitare con i Goim in quanto sono esageratamente sessuali."

A pag. 22b dello stesso libro si spiega il motivo per cui gli animali, specialmetne se di sesso femminile, devono essere tenuti lontani dalle loro donne (((dalle donne ebraiche - ndt))).

"...perchè quando gli uomini gentili vengono alle case dei loro vicini per commettere adulterio con le loro mogli e non le trovano a casa, essi fornicano con le pecore nelle stalle. E a volte, anche quando le mogli dei loro vicini sono a casa, essi preferiscono fornicare con gli animali; essi infatti amano le pecore degli israeleiti più delle loro proprie donne."

E' per lo stesso motivo che non si devono affidare degli animali alle cure dei pastori dei Goim, nè i bambini ai loro maestri.



5. IMMONDI

Il Talmud fornisce due motivi per cui i Goim sono immondi: perchè essi mangiano cose immonde, e perchè non sono stati purificati (dal peccato originale) sul Monte Sinai. Nello Schabbath (145b), si dice:

"Perchè i Goim sono immondi? Perchè essi mangiano cose abominevoli e animali che strisciano sul ventre."

In maniera simile, in Abhodah Zarah 22b:

"Perchè sono immondi i Goim? Perchè essi non erano presenti sul monte Sinai. Infatti, quando il serpente entrò in Eva, egli le infuse l'immondizia. Ma gli ebrei furono purificati da ciò sul Monte Sinai; i Goim, comunque, che non erano sul Monte Sinai, non furono purificati."

6. PARAGONATI AD ESCREMENTI

"Quando dieci persone pregano insieme in un posto e dicono Kaddisch, oppure Kedoschah, tuutti, anche se non sono del luogo, possono rispondere Amen. Ci sono alcuni, comunque, che dicono che non deve essere presente nessun escremento o Akum."

Nello Iore Dea, (198 48) Hagah, si dice:

Quando le donne ebree escono dal bagno, devono cercare di incontrare un amico per primo, e non una persona immonda o un cristiano. Se per caso lo incontrano, infatti, se vogliono mantenersi pulite, dovranno tornare a fare il bagno."

Vale la pena di notare che il seguente elenco di cose immonde viene presentato nel Biur Hetib, un commentario sullo Schulchan Arukh:

"Le donne dovranno lavarsi di nuovo se vedono unca cosa immonda, come un cane, un asino, o Gente della Terra; un cristiano (Akum) un cammello, un maiale, un cavallo ed un lebbroso."

7. NON SIMILI AGLI UOMINI, MA ALLE BESTIE

Nel Kerithuth (6b p. 78) si dice:

"L'insegnamento dei rabbini è il seguente: Colui che versa olio su di un Goi, e su corpi morti viene liberato dalla punizione. Questo è vero per un animale perchè non è un uomo. Ma come si può dire che versando olio su di un Goi si sia liberati dalla punizione, dato che un Goi è anche un uomo? Ma questo non è vero: sta infatti scritto: Tu sei il mio gregge, il gregge del mio pascolo sono gli uomini (Ezechiele, XXXIV, 31). Voi perciò siete chiamati uomini. ma i Goim non sono chiamati uomini."

Nel trattatello Makkoth (7b) si dice che una persona sia colpevole di assassinio "eccetto quando, intendendo uccidere un animale, egli uccide per sbaglio un uomo, o, intendendo uccidere un Goi, egli uccide un israelita."

Nell' Orach Chaiim (225,10) si dice:

"Colui che vede delle belle creature, anche se si tratta di un Akum o di un animale, egli dovrà dire 'Benedetto sia tu Signore Nostro Dio, Re dell'Universo, che han messo tali cose sulla terra!'"

8. SONO DIVERSI DAGLI ANIMALI SOLO PER LA FORMA

Nel Midrasch Talpioth (fol. 225d) si dice:

"Dio li creò in forma d'uomini per la gloria di Israele. Ma gli Akum furono creati per il solo scopo di servirli ((gli ebrei)) giorno e notte. Nè essi potranno mai essere sollevati da tale servizio. E' conveniente che il figlio di un re ((un israelita)) sia servito da animali nella loro forma naturale e da animali sotto forma di esseri umani."

Possiamo citare a questo punto anche quanto è detto nell' Orach Chaiim, 57,6a:

"Se si deve avere compassione dei maiali quando soffrono a causa di una malattia, in quanto i loro intestini sono simili ai nostri, quanto più si dovrà avere compassione per gli Akum afflitti nello stesso modo."

9. ANIMALI

Nello Zohar, II, (64b) si dice:

"... la gente che adora gli idoli e che viene chiamata mucca e asino, dato che sta scritto: Io ho una mucca e un asino...."

Il rabbino Bechai, nel suo libro Kad Hakkemach, cap. I, che inizia con la parola Geulah - redenzione - riferendosi al Salmo 80, v. 13: Il cinghiale che si trova fuori dal bosco, lo sciupa davvero, dice:

"La lettera ain cade ((è sospesa/appesa)) nello stesso modo in cui questi adoratori sono seguaci di colui che fu appeso/sospeso." (((a proposito della lettera ain, vedere più avanti, al punto 12 - ndt)))

Buxtorf Lex.) dice:

"Per maiale selvatico l'autore intende qui i cristiani che mangiano maiale e che, come i maiali, hanno distrutto la vigna d'Israele, la Città di Gerusalemme, e che credono nel Cristo 'appeso'. La lettera ain viene fatta cadere in questa parola perchè anche essi, come adoratori di Cristo che fu appeso, vengono fatti cadere."

Il rabbino Edels, commentando il Kethuboth (110b) dice:

"Il salmista paragona gli Akum alle bestie immonde dei boschi."

10. PEGGIO DEGLI ANIMALI

Il rabbino Schelomo Iarchi (Raschi), famoso commentatore giudeo, spiegando la legge di Mosè (Deuter. XIV, 21) che proibisce di mangiar la carne di animali feriti, che deve invece essere data agli 'stranieri entro le tue porte,' o che, secondo Exodus (XXII,30), deve essere gettata ai cani, ha quanto segue da dire:

"... infatti egli è simile a un cane. Dobbiamo prendere la parola 'cane' che appare qui letteralmente? Certamente no. Infatti il testo, parlando di corpi morti, dice, 'Oppure tu potrai venderlo ad uno straniero. A maggior ragione, ciò si applica alla carne di animali feriti, per cui è permesso accettare il pagamento. Perchè allora la Scrittura dice che può essere gettata ai 'cani'? Per insegnare che il cane deve essere rispettato più del Nokri."

11. SI PROPAGANO COME BESTIE



Nel Sanhedrin (74b) Tosephoth, si dice:

"Il rapporto sessuale di un Goi è come quello di una bestia."

E nel Kethuboth (3b) si dice:

"Il seme di un Goi vale quanto quello di una bestia."

Da cui si deve desumere che il matrimonio cristiano non è un vero matrimonio.

Nel Kidduschim (68a), si dice:

"...Come lo sappiamo? Il rabbino Huna dice: "Si può leggere: Rimani qui con l'asino, cioè con gente simile all'asino. Da cui si vede che essi sono incapaci di contrarre matrimonio."

Ed in Eben Haezer (44,8):

"Se un ebreo/a contrae matrimonio con un Akum (un cristiano/a), o con il suo servo/a, il matrimonio è nullo. Infatti essi sono incapaci di contrarre matrimonio. Similmente, se un Akum od un servo/a contrae matrimonio con un ebreo/a, il matrimonio è nullo."

Nello Zohar (II,64b) si dice:

"Il rabbino Abba dice: Se avessero rapporti sessuali solo gli idolatri, il mondo non continuerebbe ad esistere. Perciò ci si insegna che un ebreo non deve cedere a quegli infami ladri. Infatti, se si propagassero in numero maggiore, sarebbe impossibile per noi continuare ad esistere a causa loro. Infatti essi danno vita a cuccioli nello stesso modo dei cani."

12. FIGLI DEL DIAVOLO

Nello Zohar (I,28b) leggiamo:

"Ora il serpente era più astuto di qualsiasi bestia del campo, ecc. (Genes. III,1) 'Più astuto' cioè per quanto riguarda il male; 'che tutte le bestie' cioè gli idolatri della terra. Infatti essi sono figli dell'antico serpente che sedusse Eva."

Il migliore argomento usato dagli ebrei per dimostrare che i cristiani appartengono alla razza del diavolo è il fatto che non sono circoncisi. Il prepuzio dei non ebrei impedisce loro di essere chiamati figli dell'Altissimo Iddio. Infatti con la circoncisione, il nome di Dio - Schaddai - si completa nella carne dell'ebreo circonciso. La forma della lettera Isch è nelle sue narici, la lettera Dalethnel suo braccio (flesso), e ain appare nell'organo sessuale attraverso la circoncisione. Nei gentili non circoncisi, e perciò nei cristiani, ci sono solo le due lettere, Isch e Daleth, che formano la parola Sched che significa diavolo. Essi perciò sono figli dello Sched, che significa diavolo.



13. L'ANIMA DEI CRISTIANI E' MALIGNA E IMMONDA

L'insegnamento degli ebrei è che Dio ha creato due nature, una buona e l'altra malvagia, oppure una natura con due lati, uno puro e uno immondo. Si dice che l'anima dei cristiani sia venuta dal lato immondo, chiamato Keliphah - scorza o crosta rognosa.

In Zohar (I, 131a) si dice:

"Gli idolatri, comunque, insozzano il mondo da quando esistono in quanto la loro anima è uscita dal lato immondo."

Ed in Emek Hammelech(23d) si dice:

"L'anima degl empi viene da Keliphah, che è morte e ombra di morte."

Zohar (I,46b,47a) procede a dimostrare che questo lato immondo è il lato sinistro, da cui è venuta l'anima dei cristiani:

"Ed egli creò tutte le cose viventi cioè gli israeliti, in quanto sono figli dell'Altissimo, e la loro anima viene da Lui. Ma da dove viene l'anima dei gentili idolatri? Il rabbino Eliezer dice: dal lato sinistro, che rende le loro anime immonde. Essi sono perciò immondi e contaminano tutti coloro che entrano in contatto con loro."

14. DOPO LA MORTE VANNO ALL'INFERNO

Gli anziani insegnano che Abramo siede all'ingresso della Gehenna e impedisce a tutte le persone non circoncise di entrarvi; ma che tutti gli incirconcisi vanno all'inferno.

Nel Rosch Haschanach (17a) si dice:

"Gli eretici e gli Epicurei e i Traditori vanno all'inferno."

15. IL DESTINO DEI CRISTIANI MORTI

Dopo la morte, i corpi dei cristiani vengono chiamati con l'odioso nome di Pegarim, che è la parola usata nella Sacra Scrittura per i corpi morti dei dannati e degli animali, ma mai per il corpo degli uomini pii che viene chiamato Metim. Perciò, lo Schulchan Arukh ordina di parlare dei cristiani morti nella stessa maniera degli animali morti.

Nello Iore Dea (377,1) si dice:

"Non si devono fare le condoglianze a nessuno a causa della morte dei suoi servi o serve. Tutto quello che si può dire è 'Possa Dio ridarti quello che hai perso, come si dice a qualcuno che ha perso una mucca o un asino."

Nè serve evitare i cristiani per sette giorni dopo che hanno sotterrato qualcuno, come stabilisce la legge di Mosè, dato che essi non sono uomini; infatti, il sotterrare gli animali non è causa di contaminazione.

Nello Iebhammoth (61a) si dice:

"I Nokrin non si contaminano con i funerali. Infatti sta scritto: Voi siete le mie pecore, le pecore del mio pascolo; voi siete uomini. Voi siete perciò chiamati uomini, non i Nokrim."











Articolo III - Sul Culto e i Riti Cristiani



Dato che i cristiani sono considerati idolatri dagli ebrei, tutte le loro forme di culto appartengano all'idolatria. I preti sono chiamati preti di Baal; i loro templi sono chiamati chiese di falsità e idolatria, e tutto ciò che contengono, come i calici, le statue e i libri, sono considerati oggetti fabbricati per il culto degli idoli; le loro preghiere, sia pubbliche che private, sono paccaminose e recano offesa a Dio; e le loro feste sono chiamate giorni della perversità.



1. PRETI



Il Talmud parla dei preti, i ministri del culto cristiano, come di idolatri appartenenti al dio Baal. Essi sono anche chiamati Komarim - indovini; e anche Galachim, i rasati, in quanto si rasano il capo, particolarmente i monaci.

Nell' Abhodah Zarah (14b) Toseph, si dice:

"E' proibito vendere i libri dei profeti agli indovini, dato che essi possono usarli per il loro culto del male nei loro templi dove si pratica l'idolatria. Coloro che lo fanno peccano contro la legge che ci proibisce di porre un ostacolo sul percorso di un cieco. E' anche proibito venderli ai cristiani che non sono rasati, in quanto essi sicuramente lo daranno o venderanno a uno di coloro che sono rasati."

2. LE CHIESE CRISTIANE

Un luogo di culto cristiano è detto (1) Beth Tiflah, casa di vanità e stoltezza, al posto di Beth Tefilah, casa di preghiera; (2) Beth Abhodah Zarah, Casa dell'Idolatria; (3) Beth Hatturaph Schel Letsim, Casa del Ridere Maligno.

Nell' Abhodah Zarah, (78), il Perusch di Maimonide, si legge:

"Si sappia che è cosa indubbiamente proibita dalla legge attraversare una città cristiana in cui ci sia una casa di vanità, cioè una casa dell'idolatria; a maggior ragione abitarci. Ma noi oggi, come punizione per i nostri peccati, siamo soggetti a loro, e siamo costretti ad abitare nei loro paesi, come predetto dal Deuteronomio (IV, 28): E là voi servirete gli dei, lavoro delle mani dell'uomo, di legno e pietra.... Così, se è permesso come predetto di passare attorno ad una città cristiana, a maggior ragione si dovrà passare attorno ad un tempio dove si pratica l'idolatria; nè ci è permesso guardar dentro e specialmente entrarvi."

All'ebreo è proibito non solo entrare in una chiesa cristiana, ma perfino avvicinarsi ad essa, eccetto in particolari circostanze.

Nello Iore Dea, (142,10) si dice:

E' proibito sostare all'ombra di una casa dell'idolatria, sia all'interno che all'esterno, per una distanza di quattro cubiti dalla porta principale. Non è proibito, comunque, sostare sotto l'ombra del retro di una chiesa. Nè l'ombra ci è proibita se la chiesa sorge in un luogo dove prima c'era una strada pubblica, presa alla comunità, dove poi è stata costruita la casa dell'idolatria. Infatti la strada è sempre lì. Ma se la casa dell'idolatria esisteva prima della strada, non è permesso passare di lì in nessun caso."

Nè un giudeo può ascoltare o ammirare la bella musica delle chiese. Nello Iore Dea (142,15) si dice:

"E' proibito ascoltare la musica del culto degli idolatri, ed esaminare le statue dei loro idoli; infatti, anche solo guardandoli, si può rimanere influenzati dal male dell'idolatria. Ma si può guardare se si intende di non restarne influenzati."

Nello stesso modo i giudei non possono avere la casa vicino ad una chiesa: e nemmeno è loro permesso ricostruire una casa che è stata distrutta in tale luogo. Nello Iore Dea (143,1) si dice:

"Se cade una casa vicino ad un tempio dell'idolatria appartenente agli Akum, non deve essere ricostruita. L'ebreo deve spostarla ad una certa distanza se desidera ricostruirla. Ma dovrà riempire di cespugli e immondizie lo spazio rimasto vuoto fra la sua casa e la chiesa in maniera che non possa essere usato per allargare il tempio dell'idolatria."

A questo punto possiamo aggiungere ciò che un certo rabbino Kelomimis disse circa una chiesa cristiana (nel libro Nizzachon) all'imperatore Enrico III, che gli diede il permesso di dire la sua opinione liberamente sulla Basilica che aveva recentemente costruito a Spires:

"Dopo che l'Imperatore Enrico III, un uomo molto malvagio, ebbe finito la costruzione di quell'"Abisso," egli mandò a chiamare il rabbino Kelominus e gli disse: 'Voglio chiederti come ti sembra questa Basilica che ho costruito a paragone del Tempio di Salomone sul quale sono stati scritti tanti volumi.' Egli rispose: 'Mio Signore, se mi permettete di parlare liberamente, e se mi giurate di lasciarmi andare illeso, vi dirò la verità.' L'imperatore rispose: 'Hai la mia parola di amante della verità e di imperatore che non ti sarà fatto alcun male.' Allora l'ebreo disse: 'Se voi raccoglieste tutto quello che avete speso fino ad ora e lo aggiungeste a tutto l'oro e l'argento del vostro tesoro, tutuo ciò non sarebbe sufficiente nemmeno a pagare gli operai e gli artigiani che impiegò Salomone; infatti sta scritto (Cron. II. Ch. 2): E Salomone ordinò che uscissero tre dozzine e diecimila uomini per portare i pesi, e quattro dozzine mille per tagliare nelle montagne, e tre mila e seicento per sorvergliarli. Otto anni furono impiegati per la costruzione del Tempio, molti di più di quelli che sono serviti a voi per la costruzione di questo Tehom (abisso). E quando Salomone ebbe finito il suo tempio, vedete quello che la Scrittura dice a proposito di esso: I preti non potevano rimanere eretti per rendere servizio a causa della nube; infatti la gloria di Dio aveva riempito la Casa del Signore (Chron. II, Cap. 5,14). Ma se qualcuno caricasse un asino di putrida immondizia e lo conducesse all'interno di questo vostro abisso, nessuno si accorgerebbe della differenza!' L'imperatore Enrico allora rispose: 'Se non ti avessi giurato di lasciarti andare illeso, darei ordine che ti fosse tagliata la testa.'"

3. CALICI

I calici usati per il Sacrificio della messa vengono chiamati con il nome del vasellame che si usa per offrire sporcizia agli idoli. Mosè Kozzensis, nello Hilkoth Abhodah Zarah (10b) dice:

"L'ebreo che acquista dei calici del Goi, che siano stati rotti e gettati via, non può rivenderli a loro, perchè il prete di Baal li userebbe per il culto dell'idolo."

4. LIBRI

Il Talmud chiama i libri dei cristiani Minim - libri eretici - Siphre Debeth Abidan - Libri della Casa di Perdizione. Il Talmud in particolare parla dei libri dei Vangeli. Così in Schabbath (116a) Toseph:

"Il rabbino Meir chiama i libri eretici Aaven Gilaion (volumi di iniquità) perchè essi li chiamano Vangeli."

E il rabbino Jochanan chiama questi libri Aavon Gilaion, libri del male. Lo Schulchan Arukh, edizione di Cracovia, rende questo nome come Aven Niktabh al Haggilaion - iniquità scritta in un libro.

Buxtorf dice: "Nell' Arukh c'è una nota Scheker Niktabh al Gilaion, che significa, menzogna scritta in un libro."

Tutti gli studiosi del Talmud sono d'accordo sul fatto che i libri dei cristiani dovrebbero essere distrutti. Essi non sono d'accordo solamente per quanto riguarda ciò che si dovrebbe fare del nome di Dio che appare in essi. Nello Schabbath (116a) si dice:

"I glossari dei nostri stessi libri e i libri degli eretici non dovranno essere salvati dalle fiamme se dovessero prendere fuoco in giorno di sabato. Il rabbino Jose, comunque, dice: 'Nei giorni di festa i nomi della divinità dovranno essere strappati dai libri dei cristiani e nascosti; ciò che rimane dovrà essere dato alle fiamme.' Ma il rabbino Tarphon dice: 'Per potere ricordato dai miei figli, se quei libri dovessero mai cadere nelle mie mani, io li brucerei assieme con i nomi della divinità che contengono. Infatti, se uno è inseguito da un assassino o da un serpente, è meglio rifugiarsi in un tempio pagano che in uno dei loro; infatti i cristiani resistono scientemente alla verità, mentre i pagani lo fanno inconsapevolmente.'"

5. PREGHIERE



Le prechiere dei cristiani sono chiamate, non Tefillah, ma Tiflah. Lo spostamento del punto e l'inserimento di Iod, cambia il significato della parola che diventa peccato, stoltezza e trasgressione.



6. FESTE CRISTIANE

Le feste cristiane, specialmente la domenica, sono chiamateIom ED - giorno di distruzione, perdizione, sfortuna o calamità. Sono anche semplicemente chiamate Iom Notsri, giorni cristiani. La parola Ed, interpretata correttamente, significa sfortuna o calamità, come appare dalla Gemarah e dai glossari di Maimonide nell' Abhodah Zarah (2a):

"La parola Edehem significa le feste dei cristiani, dato che sta scritto (in Deuter.XXXII,35): i giorni della loro calamità."

Anche Maimonide, nell' Abhodah Zarah, dice:

"La parola Edehem sta a significare la stoltezza delle loro feste. E' il nome delle loro feste. E' il nome dei loro spregevoli giorni di festa che non meritano il nome di Moedim, in qanto sono veramente vani e perversi."

Anche Bartenora scrive:

"La parola Edehem è il nome delle loro ingnominevoli feste e solennità."

Anche le note a margine del Tosephoth danno questo nome alle feste cristiane. Così nell' Abhodah Zarah (6a):

"Il Giorno del Male, cioè il Giorno Cristiano, ci è proibito così come tutti i loro altri giorni di festa."

Alcune feste cristiane sono indicate per nome, come la festa di Natale e Pasqua. Mosè Mikkozzi, facendo riferiemnto al testo summenzionato dell' Abhodah Zarah, dice:

"Il rabbino Sammuel dichiara, nel nome di Salomone Iarchi, che particolarmente le feste di Natale e Pasqua, che sono i loro più importanti giorni del male e il fondamento della loro religione, ci sono proibite."

Maimonide, nello Hilkhoth Akum (cap.IX) dice la stessa cosa:

"Sammuel ripete le parole del rabbino Sal. Iarchi che ci proibiscono in particolare di celebrare le feste di Natale e Pasqua, che sono celebrate a causa di colui che fu appeso."

Inoltre, indicazioni dell'empietà degli ebrei si trovano nei nomi che essi danno a queste feste cristiane. Infatti, in luogo di usare Tav per la parola Nithal, essi spesso scrivono Tet e lo chiamano Nital al posto della parola latina Natalis, la festa della Natività. Essi fanno in modo che sembri che questa parola derivi dalla radice Natal che denota sterminio o distruzione. Similmente essi si rifiutano di usare la parola Paschal (Pesach) per la festa cristiana di Pasqua. Essi sostituiscono Koph a Phe e inseriscono la lettera iod e la chiamano Ketsach o Kesach. Entrambe le pronunce hanno un significato perverso. Ketsach viene dalla radice Katsah, che significa amputare o tagliar via, e Kesach viene dalla radice Jesa, che significa legno o forca. Fanno questo perchè la festa di Pasqua è celebrata dai cristiani in memoria di Cristo - colui che fu appeso - che fu messo a morte e risorse dai morti.





























PARTE II



I PRECETTI DEL TALMUD

CHE RIGUARDANO I CRISTIANI







Da quanto è stato dimostrato fin'ora, appare chiaro che, secondo l'insegmanento del Talmud, i cristiani sono idolatri e tenuti in odio agli ebrei. Di conseguenza, ogni ebreo che deisera piacere a Dio ha il dovere di osservare i precetti che furono trasmessi ai Padri della loro razza quando vivevano in Terra Santa e che riguardano i gentili idolatri, sia quelli che abitavano fra di loro che quelli che abitavano in paesi vicini.

L'ebreo perciò deve (1) Evitare i cristiani; (2) Fare tutto ciò che può per sterminarli.





CAPITOLO I



I CRISTIANI DEVONO ESSERE EVITATI





Gli ebrei devono evitare tutti i contatti con i cristiani per quattro motivi: (1) Perchè non sono degni di partecipare alla vita ebraica; (2) Perchè sono immondi; (3) Perchè sono idolatri; (4) Perchè sono assassini.









Articolo I. - I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perchè Sono Indegni di Partecipare

ai Costumi Ebraici



L'ebreo, per il fatto di appartenere alla razza eletta e di essere circonciso, possiede una tale dignità che nessuno, nemmeno un angelo, può essergli uguale. Infatti, egli viene considerato quasi uguale a Dio. "Colui che colpisce un israelita" dice il rabbino Chanina "agisce come se schaffeggiasse la faccia della Divina Maestà di Dio."

L'ebreo è sempre considerato buono, nonostante certi peccati che possa commettere; nè possono i suoi peccati contaminarlo, più di quanto la sporcizia possa contaminare il gheriglio della noce, ma sporca solo il suo guscio. Solo l'ebreo è considerato un uomo; l'intero mondo gli appartiene e tutte le cose lo devono servire, specialmente "gli animali che hanno forma di uomini."

E' perciò chiaro che essi considerano contaminanti tutti i contatti con i cristiani, in quanto detraggono dalla loro dignità. Perciò essi devono secondo la loro legge tenersi il più lontano possibile da tutti coloro che vivono e agiscono come fanno i cristiani.



1. L'EBREO NON DEVE SALUTARE IL CRISTIANO



Nel Gittin, (62a), si dice:

"L'ebreo non deve mai entrare nella casa di un Nokhri di giorno di festa per salutarlo. Comunque, se lo incontra per la strada, potrà salutarlo, ma brevemente e a testa china."



2. L'EBREO NON DEVE RICAMBIARE IL SALUTO DEL CRISTIANO



Nello Iore Dea (148,10) si dice:

"L'ebreo non deve ricambiare il saluto del cristiano inchinandosi davanti a lui. E' bene perciò salutarlo per primo evitando così di risponderein caso che l'Akum lo saluti per primo."

Il rabbino Kohana dice che quando un ebreo saluta un cristiano egli deve prima dire ""Pace al mio Signore," intendendo con ciò il suo rabbino. Infatti il Tosephoth dice: "Perchè il suo cuore si rivolgeva al suo rabbino."



3. L'EBREO NON DEVE PRESENTARSI DAVANTI AD UN GIUDICE

CRISTIANO



Nel Choshen Hammischpat (26,1) si dice:

All'ebreo non è permesso portare il suo caso davanti ai giudici Akum, anche se la questione venisse giudicata secondo le decisioni della legge ebraica, e anche se entrambe le parti fossero d'accordo di attenersi a tali decisioni. Colui che lo fa è empio e simile ad uno che calunnia e bestemmia e che alza la mano contro la Legge trasmessa a noi da Mosè, il nostro grande legislatore. La Hagah dice "Il Bethin ha il potere di scomunicare questa persona fino a che egli non liberi il suo fratello ebreo dalle mani dei gentili.'"

4. NON E' PERMESSO USARE I CRISTIANI COME TESTIMONI

Nel Choshen Hammischpat (26.1) si dice:

"Il Goi o il suo servo è incapace ad agire come testimone."

5. ALL'EBREO NON E' PERMESSO DI CIBARSI DI CIBO CRISTIANO

Nello Iore Dea (112,1) si dice:

"Gli anziani proibirono di mangiare il cibo degli Akum, per non sembrare di essere in rapporti di amicizia con loro."

E nell' Abhodah Zarah (35b) si dice:

"Le cose seguenti che appartengono ai Goim sono proibite: Latte che un Goi prende da una mucca, se non è presente un ebreo; anche il loro pane, ecc."

6. L'EBREO NON DEVE MAI AGIRE NEL MODO DEI CRISTIANI

Nello Iore Dea (178,1) si dice:

"Non è permesso imitare le usanze degli Akum e agire come loro. Non è permesso indossare abiti come gli Akum, e nemmeno pettinarsi come fanno loro .... nè devono gli ebrei costruire case che assomiglino ai templi degli Akum."

Comunque, dato che non è possible osservare tutte queste regole in tutti i luoghi, la Hagah dice che, fino ad un certo punto, si possono fare eccezioni come nel caso in cui ciò tornasse a vantaggio di un ebreo - se, per esempio, un ebreo potesse trarre profitto da un commercio che richiede un certo tipo di abbigliamento.



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Articolo II - I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perchè Sono Immondi





Non si sa quanto spesso l'ebreo debba lavarsi e purificarsi, e nemmeno quanto debba studiare per evitare tutto ciò che può contaminarlo. Il Talmud insegna, comunque, che i cristiani sono persone il cui semplice contatto tattile rende le cose immonde. Nell' Abhodah Zarah (72b) si legge:

"Un certo uomo stava versando del vino da un contenitore ad un altro per mezzo di un tubo, quando un Goi venne e toccò il tubo con la mano. Il risultato fu che tutto il vino (di entrambi i contenitori) dovette essere gettato via."

Tutti i recipienti, perciò, devono essere lavati se l'ebreo l'ha acquisito da un cristiano, anche se non è mai stato usato. Nello Iore Dea (120,1) si dice:

"Se un ebreo compra da un Akum un recipiente per usarlo a tavola, sia che sia fatto di metallo, di vetro o di piombo, anche se è nuovo, lo dovrà lavare in un Mikvah (grande catino), o in una cisterna che tenga quaranta quarti d'acqua."



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Articolo III. I Cristiani Devono Essere Evitati -

Perche' Sono Idolatri





1. AFFINCHE' l'ebreo non diventi occasione di peccato per il cristiano idolatro, secondo il precetto di Levit. XIX,14: Non porre una pietra d'inciampo davanti al cieco- egli dovrà evitare tutti i contatti con essi nei loro giorni di culto ai loro dei. Nell' Abhodah Zarah (2a) si dice:

"Non è permesso comperare o vendere loro alcunchè nei tre giorni che precedono le loro feste idolatriche. E' anche proibito concedere o accettare aiuto da loro, scambiare denaro con loro, rimborsare loro un prestito o permettere loro di rimborsare i loro prestiti."

Nell' Abhodah Zarah, 78c (il Perusch di Maimonide, fol.8), si dice:

"Tutte le feste dei seguaci di Gesù sono proibite, e noi dobbiamo comportarci nei loro confronti come faremmo con gli idolatri. Il primo giorno della settimana è la loro festa principale, ed è perciò proibito intrattenere, nel loro giorno di sabato, qualsiasi contatto d'affari con coloro che credono in Gesù. Riguardo il loro sabato, noi dobbiamo osservare le stesse regole che osserviamo per le festività degli idolatri, come insegna il Talmud."

2. L'EBREO NON DEVE USARE ALCUNA COSA CHE RIGUARDI IL

CULTO DEI CRISTIANI.

Nello Iore Dea (139,1) si dice:

"E' proibito avere a che fare con gli idoli e con qualsiasi cosa venga usata per il loro tipo di culto, sia che sia fatta dagli Akum o dagli ebrei."

3. E' PROIBITO VENDERE AI CRISTIANI QUALSIASI COSA CHE

SERVA PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.

Nell' Abhodah Zarah (14b, Toseph) si dice:

"E' sempre proibito vendere incenso ad un prete idolatra, infatti è evidente che quando egli lo chiede, lo vuole per il solo scopo di offrirlo al suo idolo. Perciò, chiunque glielo venda, pecca contro il precetto che ci proibishe di porre una pietra d'inciampo davanti al cieco. E' anche proibito vendere candele ai gentili per la loro Festa delle Candele. Le candele comunque possono essere loro vendute negli altri giorni. Nè è permesso vendere un calice ad un gentile che l'ebreo abbia comprato dopo che è stato rotto e gettato via da un Goi. E' permesso rivenderlo ad un gentile dopo che sia stato completamente rifatto. Infatti, dopo che è stato rotto una sola volta, esso può essere ancora usato per contenere il vino che offrono in onore del loro idolo." Segue poi la proibizione circa la vendita di libri ai preti cristiani, come abbiamo visto sopra. Anche il lavoro di rilegare tali libri è proibito per gli ebrei. Nello Iore Dea (139,15) si dice:

"E' proibito rilegare i libri degli Akum, con l'eccezione dei libri di legge. E' permesso, comunque, se il rifiuto do farlo dovesse causare ostilità, ma solo dopo che ogni sforzo sia stato fatto per rifiutare tale lavoro."

Similmente, nello Iore Dea (151,1, Hagah):

"Non è permesso vendere acqua ad un Akum se si sa che verrà usata come acqua battesimale."

Si fa menzione anche di molte altre cose che è proibito vendere ai cristiani, come: stoffa che possa essere usata per confezionare vestimenti sacerdotali e bandiere; carta e inchiostro che possa essere usata per scrivere libri riguardanti il loro culto. E' proibito vendere, o anche dare in affitto, ai cristiani case che verranno usate come luoghi di culto. Oggigiorno, comunque, gli ebrei commerciano con i cristiani specialmente nei giorni delle feste cristiane e vendono loro delle case ben sapendo che certi sacramenti verranno amministrati in esse, come il Battesimo, la Santa Comunione e l'Estrema Unzione. Il Talmud non può dare nessuna spiegazione di ciò, e nell'Abhodah Zarah (2a, Toseph) si dice:

"E' difficile dire con quale diritto gli ebrei oggigiorno commercino con i Goim nei loro giorni (malvagi) di festa. Infatti, sebbene molti di essi commettano tutti i tipi di perversione e atti licenziosi nei loro giorni di festa in onore di santi che non considerano dei, eppure ogni settimana essi celebrano il Giorno del Nazzareno ((Domenica)) che ci è sempre stato proibito."

Bartenora, comunque, nel suo commentario sull' Abhodah Zarah (I,2,fol.7b) dice:

"Dato che, mentre siamo in cattività, non possiamo vivere senza commerciare con loro e dipendiamo da loro per il nostro nutrimento, e dobbiamo temerli, è proibito commerciare con loro solo nei loro giorni di festa. Inoltre, è ora permesso commerciare ocn loro anche nei giorni stessi delle loro feste, perchè i rabbini sono convinti che non pratichino il culto dei loro idoli solo perchè commerciano con noi. E ciò che è proibito in questo libro deve essere considerato come riferentesi direttamente all'idolatria."

Il rabbino Tam comunque, sostiene che la Mischnah proibisce solamente di vendere agli idolatri cose che essi useranno per il culto degli idoli, dato che essi si rallegrano e adorano i loro idoli in quanto ottengono le cose necessarie per tale culto. Egli lo spiega così (nell'Abhodah Zarah, 2a, Toseph):

"Nessuno dovrebbe meravigliarsi di questa nostra usanza. Infatti, sebbene noi li consideramo idolatri, essi possono solo offrire quello che comperano con il denaro. Per cui, il nostro guadagno e la loro gioia non è il motivo di questa proibizione, in quanto essi avrebbero abbastanza denaro per queste cose, anche se noi non commerciassimo con loro."

4. QUESTA PROIBIZIONE NON SI APPLICA NEL CASO DEGLI ATEI

Nello Iore Dea (148,5) si dice:

"E' permesso inviare un regalo ad un Akum in uno dei loro giorni di festa se si sa che egli non crede negli idoli e che non rende loro nessun culto."

Maimonide dice la stessa cosa nello Hilkhoth Akum (IX,2):

"E' sbagliato anche inviare un regalo ad un Goi nei loro giorni di festa a meno che non si sia certi che egli non crede nel culto degli idoli cristiani, e non li serva."

*****



Articolo IV - I Cristiani Devono Essere evitati -

Perchè Sono Perversi



NON C'E' nulla di cui gli ebrei siano più convinti del male che i cristiani possano fare ai figli di Israele. A causa di ciò, i capi del popolo eletto hanno sempre insegnato agli ebrei di non accettare aiuto dai cristiani in quanto essi faranno sempre ricorso all'omicidio e ad altri crimini tutte le volte che non riusciranno a conseguire i loro scopi perversi. Così, l'ebreo non deve assumere dei cristiani per prestare opera di balia o insegnante dei suoi bambini, o di barbiere, medico od ostetrico.



1. NON COME BALIA



Nello Iore Dea (81,7, Hagah) si dice:

"Se è possibile assumere un israelita, non bisogna assumere un Nokhri come balia per i bambini; infatti, il latte di una Nokhrith indurisce il cuore del bambino e gli infonde una natura perversa."

2. NON COME INSEGNANTE



Nello Iore Dea (155,1, Hagah) si dice:

"Il bambino non deve essere affidato agli Akum per imparare l'educazione, la letteratura e le arti, infatti essi lo condurranno all'eresia."



3. NON COME MEDICO



Nello Iore Dea (155,1) si dice:

"Quando un ebreo è in qualche modo ferito, anche così gravemente da dovere infrangere il sabato facendo chiamare un medico, egli non deve affidarsi ad un medico cristiano (Akum ) che non sia conosciuto a tutti nel vicinato; infatti, noi dobbiamo premunirci contro il versamento di sangue. Anche se non si sa se il paziente vivrà o morrà, non si dovrà permettere a tale medico di curarlo. Se, comunque, si è sicuri che morrà, allora tale medico può curarlo, dato che un'ora di meno da vivere non è una gran perdita. Se l' Akum insiste che una certa medicina è buona, è permesso credergli, ma non acquistatela da lui. Alcuni dicono che ciò si applica solo quando l'Akum offre i suoi servizi gratuitamente e che si può accettare ogni volta che viene pagato. Ma si può essere sicuri che essi non farebbero del male ad un ebreo solo per amor di denaro."

Nel Pesachim (25a) si dice:

"Il rabbino Jochanan dice: l'assistenza medica di chiunque può essere accettata eccetto quella degli idolatri, dai fornicatori, e dagli assassini.

4. NON COME BARBIERE

Nello Iore Dea (156,1) si dice:

Non è lecito farsi radere da un Akum a meno che non si sia accompagnati da amici ebrei. Alcuni dicono che non è permesso farsi radere da un Akum anche se altri sono presenti, a meno che non ci si possa vedere in uno specchio."

5. NON COME OSTETRICA

Nell' Abhodah Zarah (26a) si dice:

"I nostri rabbini ci hanno trasmesso l'insegnamento che non si può permettere alla donna straniera di agire da ostetrica alla nascita di un figlio di Israele, perchè gli stranieri indulgono nello spargimento di sangue. Gli anziani, comunque, dicono che una donna straniera può prestare questo tipo di assistenza purchè siano presenti altre donne ebree e non sia mai lasciata sola. Il rabbino Meir, comunque, dice che ciò non è permesso nemmeno quando altre donne sono presenti. Infatti, spesso avviene che schiaccino con la mano la morbida testa del bambino e lo uccidano; e questo può essere fatto senza che nessuno delle presenti lo noti.



CAPITOLO II

I CRISTIANI DEVONO ESSERE STERMINATI



I seguaci di "quell'uomo," il cui nome per gli ebrei significa "Possano il suo nome e la sua memoria essere cancellati," non devono essere considerati diversi da gente di cui è bene liberarsi. Coloro che tengono i figli di Israele in cattività sono chiamati romani e tiranni, e con la loro distruzione gli ebrei saranno stati liberati da questa quarta cattività. Ogni ebreo è perciò tenuto a fare tutto quello che può per distruggere l'empio regno degli edomiti (Roma) che governa il mondo intero. Siccome, però, non è sempre e dovunque possibile effettuare questo sterminio di cristiani, il Talmud ordina che essi siano attaccati almeno indirettamente, e cioè: di causare loro del male in tutti i modi possibili, e di ridurre con questo mezzo il loro potere al fine di aiutare la loro distruzione finale. Quando possibile, l'ebreo deve uccidere i cristiani, e farlo senza pietà.







Articolo I. - SI DEVE FARE DEL MALE AI CRISTIANI





L'ebreo ha l'obbligo di fare del male ai cristiani per quanto egli possa, sia indirettamente - non aiutandolo in nessuna maniera - che direttamente - distruggendo i loro piani e progetti; nè deve salvare il cristiano in pericolo di morte.



I. NON SI DEVE FARE DEL BENE AI CRISTIANI



Nello Zohar (1,25b) si legge:

"Coloro che fanno del bene all'Akum ... non sorgeranno dai morti."

A volte è permesso fare del bene ai cristiani, ma solo per aiutare Israele, cioè, per amore di pace e per nascondere l'odio nutrito verso di essi. Maimonide nello Hilkhoth Akum (X,6) dice:

"E' permesso aiutare i gentili bisognosi così come gli ebrei bisognosi, per amore di pace..."

Nello Iore Dea (148,12 Hagah) si legge:

"Perciò, se tu entrerai in una città e troverai che vi si celebra una festa, tu potrai fingere di rallegrartene assieme a loro per nascondere il tuo odio. Coloro che tengono alla salvezza della loro anima, comunque, dovranno tenersi lontani da tali celebrazioni. Si dovrebbe far sapere che è cosa odiosa rallegrarsi con loro, se ciò può essere fatto senza incorrere nella loro inimicizia."

1. NON E' PERMESSO LODARE UN CRISTIANO

Nell'Abhodah Zarah (20,a, Toseph) si legge:

"Non dite niente a loro lode, affinchè non si dica:

Com'è buono quel goi."

In questa maniera, essi spiegano le parole del Deuteronomio (VII,2) ... e tu non mostrerai loro (goim) nessuna misericordia, come citato nella Gemarah. Il rabbino S. Iarchi spiega questo passo della Bibbia come segue:

"Non fate loro nessun complimento; è infatti proibito dire: com'è buono quel goi!"

Nello Iore Dea (151,14) si legge:

"A nessuno è permesso lodarli o dire quanto sia buono un Akum. Tanto meno lodare quello che fanno o raccontare di loro cose che tornino a loro gloria. Se, comunque, lodandoli si intende rendere gloria a Dio, e cioè, in quanto egli ha creato delle belle creature, allora è permesso farlo."

2. ALL'EBREO NON E' PERMESSO MENZIONARE LE COSE CHE I

CRISTIANI USANO PER IL LORO CULTO IDOLATRICO.



Nello Hilkhoth Akum (V,12) si legge:

"E' inoltre proibito menzionare l'Akum; è infatti scritto (Exodus XXIII,13): ... non menzionare gli altri dei."

3. SI DEVE PARLARE DEI LORO IDOLI CON SPREGIO

Nello Iore dea (146,15) si legge:

"I loro idoli devono essere distrutti, o chiamati con nomi spregevoli."

Ibidem, (147,5):

"E' permesso deridere gli idoli, ed è proibito dire ad un goi: Dio ti aiuti, oppure ti auguro di riuscire."

Il rabbino Bechai, spiegando il testo del Deuteronomio sull'odio verso l'idolatria, dice:

"Le Scritture insegnano di odiare gli idoli e di chiamarli con nomi ignominiosi. Perciò, se il nome di una chiesa è Bethgalia--"casa di magnificenza," essa dovrebbe essere chiamata Bethkaria - casa insignificante, porcile, latrina. Questa parola karia infatti, denota un luogo basso, un tugurio."

In diversi punti gli ebrei danno nomi ignominiosi alle cose cristiane. Non è fuori luogo elencarne qui di seguito alcuni che essi danno a cose e persone considerate care e sante dai cristiani:

GESU' viene ignominiosamene chiamato Jeschu- che significa Possano il suo nome e la sua memeoria essere cancellati. In ebraico, il suo vero nome è Jeschua che significa Redenzione (Salvamento).

MARIA LA MADRE DI GESU', viene chiamata Charia - sterco, escrementi (tedesco Dreck). In ebraico il suo vero nome è Miriam.

I SANTI CRISTIANI, per cui la parola in ebraico è Kedoshim, sono chiamati Kededchim, (cinaedos)- uomini effemminati (Fate). Le sante sono chiamate Kedeschoth, Puttane.

LA DOMENICA viene chiamata il giorno della calamità.

LA FESTA DI NATALE viene chiamata Nital, che indica sterminio.

PASQUA non viene chiamata con il suo nome corretto Pesach (Pasqua ebraica), ma Ketsach, che significa abbattere; oppure Kesach, impiccagione.

UNA CHIESA CRISTIANA non viene chiamata Beth Hattefillah, Casa di Preghiera, ma Beth Hattiflah, Casa di Vanità, Casa del Male.

I LIBRI DEL VANGELO sono chiamati Aavon Gilaion, Libri di Iniquità.

I SACRIFICI CRISTINAI sono chiamati Offerte di Sterco. Nel Talmud di Jerusalemme (fol.13b) si trova quanto segue:

"Colui che li vede mezabbelim (defecare - offrire il sacrificio) di fronte al loro idolo, deve dire (Esodo XXII, 20): Colui che sacrifica ad un idolo, sia completamente distrutto."

Il rabbino Iarchi (riferendosi a Num. XXV,3), insegna che i gentili onorano il loro Dio defecando davanti a lui.

UNA RAGAZZA CRISTIANA che lavora per gli ebrei nel loro giorno di Sabato viene chiamata Schaw-wesschicksel, Immondizia del Sabato.



4. GLI EBREI NON POSSONO FARE REGALI AI CRISTIANI



Nello Hilkhoth Akum (X5) si legge:

"E' proibito fare regali ai goim. Ma è permesso farli ad un convertito che vive fra gli ebrei; è detto, infatti: 'Datelo da mangiare al viaggiatore che si ferma nelle vostre città, oppure vendetelo ad un gentile, cioè, vendetelo, non datelo'."

Nello Iore Dea (151,11) si legge:

"E' proibito fare dei regali all'Akum con il quale l'ebreo non deve intrattenersi amichevolmente."

Il Talmud, comunque, permette agli ebrei di fare doni a gentili che egli conosce e dai quali egli spera di avere qualcosa in cambio.



5. E' PROIBITO ALL' EBREO VENDERE LA PROPRIA FATTORIA AD

UN CRISTIANO



Nello Iore Dea (334,43) si legge:

"L'ebreo dovrà essere ripudiato in 24 casi, cioè... 8° caso: Chiunque venda la sua fattoria agli Akum deve essere mandato in esilio - a meno che egli non si impegni a risarcire tutto il danno causato agli ebrei che devono subire un Akum come vicino."

6. E' PROIBITO INSEGNARE UN'ATTIVITA' COMMERCIALE AI

CRISTIANI

Nello Iore Dea (154,2) si legge:

"Non è permesso insegnare alcuna attività commerciale agli Akum"

II. SI DEVE DANNEGGIARE IL LAVORO DEI CRISTIANI

Dato che i goim servono gli ebrei come bestie da soma, essi appartengono agli ebrei con tutte le loro facoltà e la loro vita:

"La vita di un goi e tutte le sue capacità fisiche appartengono all'ebreo." (A. Rohl. Die Polem. p.20)

E' un assioma dei rabbini che l'ebreo possa prendere qualsiasi cosa appartenga ai cristiani per qualsiasi motivo, anche con la frode; e ciò non può essere definito rubare dato che è semplicemente prendere ciò che gli appartiene.

Nel Babha Bathra (54b) si legge:

"Tutte le cose che appartengono ai goim sono come un deserto; il primo che passa e le prende può rivendicarne la proprietà."

1. NON SI DEVE FAR SAPERE AI CRISTIANI SE PAGANO UN PREZZO

TROPPO ALTO AD UN EBREO

Nel Choshen Hammischpat (183,7) si legge:

"Se mandi un messaggero a ritirare del denaro da un Akum e l' Akum paga più di quanto deve, il messaggero può tenersi la differenza. Ma se il messaggero non lo sa, la puoi tenere tu stesso."

2. GLI OGGETTI SMARRITI DEI CRISTIANI NON DEVONO MAI

ESSERE LORO RESTITUITI

Nel Choshen Hammischpat (226,1) si legge:

"L'ebreo potrà tenere tutte le cose che trova, se sono di proprietà di un Akum, in quanto sta scritto: Restituisci a tuo fratello ciò che è stato perduto (Deuter. XXII,3). Infatti, colui che restituisce (ai cristiani) un oggetto smarrito pecca contro la Legge in quanto aumenta il potere dei trasgressori della Legge. E' lodevole, comunque, restituire gli oggetti smarriti, se ciò viene fatto in onore del nome di Dio, cioè, se a causa di ciò gli ebrei saranno lodati e considerate dai cristiani persone d'onore."

3. E' PERMESSO FRODARE I CRISTIANI

Nel Babha Kama (113b) si legge:

"E' permesso ingannare un goy."

E nel Choshen Hammischpat (156,5. Hagah) si legge:

"Se un ebreo fa buoni affari con un Akum, in certi posti non è permesso agli altri ebrei di venire e fare affari con lo stesso Akum. In altri luoghi, comunque, è diverso ed è permesso a un altro ebreo di andare dallo stesso Akum, circuirlo, fare affari con lui e prendere il suo denaro. Infatti la ricchezza dell' Akum deve essere considerata proprietà comune e appartiene al primo che può appropriarsene. C'è, comunque, chi dice che ciò non va fatto."

Nel Choshen Hammischpat (183,7 Hagah) si legge:

"Se un ebreo fa affari con un Akum e un fratello israelita sopravviene e froda l' Akum per mezzo di falsi pesi o misure o numeri, egli deve dividere il suo profitto con il suo fratello israelita, dato che entrambi hanno partecipato all'affare, e anche per aiutarlo."

4. UN EBREO PU0' FINGERE DI ESSER UN CRISTIANO PER

INGANNARE I CRISTIANI

Nello Iore Dea (157,2. Hagah) si legge:

"Se un ebreo può ingannarli (gli idolatri) fingendo di essere un adoratore di stelle, gli è permesso farlo."

5. AGLI EBREI E' PERMESSO ESERCITARE L'USURA NEI

CONFRONTI DEI CRISTIANI

Nell'Abhodah Zarah (54a) si legge:

"E' permesso esercitare l'usura nei confronti degli apostati caduti in idolatria."

E nello Iore Dea (159,1) si legge:

"E' permesso, secondo la Torah, prestare denaro ad usura ad un Akum. Alcuni anziani comunque negano ciò eccetto nel caso di vita o di morte. Al giorno d'oggi è permesso per qualsiasi motivo."

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III. I CRISTIANI DEVONO ESSERE DANNEGGIATI NELLE QUESTIONI

LEGALI

1. ALL'EBREO E' PERMESSO MENTIRE E GIURARE IL FALSO PER

FAR CONDANNARE UN CRISTIANO

Nel Babha Kama (113a) si legge:

"Il nostro insegnamento è il seguente: Quando un ebreo e un goi appaiono in tribunale, assolvi l'ebreo, se puoi, secondo le leggi d'Israele. Se il goi vince, digli che ciò è quanto la nostra legge richiede. Se, comunque, l'ebreo può essere assolto secondo la legge dei gentili, assolvilo e digli che ciò è fatto secondo le nostre leggi. Se ciò non può essere fatto, procedi con durezza contro il goi, come consiglia il rabbino Ischmael. Il rabbino Akibha, comunque, sostiene che non si può agire con frode per non profanare il Nome di Dio, e per non avere un ebreo rinviato a giudizio per spergiuro."

Una nota a margine, comunque, spiega questa precisazione del rabbino Akibha come segue:

"Il nome di Dio non viene profanato se il goi non sa che l'ebreo ha mentito."

E più avanti, il Babha Kama (113b) dice:

"Il nome di Dio non è profanato quando, per esempio, un ebreo mente ad un goi dicendo: 'Io ho dato qualcosa a tuo padre, ma egli è morto; tu me lo devi restituire,' purchè il goi non sappia che tu stai mentendo."

2. E' PERMESSO AD UN EBREO GIURARE IL FALSO CON COSCIENZA

PULITA

Nel Kallah (1b, p.18) si legge:

"Essa (la madre del mazmer) gli disse, 'Giura davanti a me.' E il rabbino Akibha giurò con le labbra, ma nel suo cuore invalidò il giuramento.'

Un concetto simile si trova nello Schabbuoth Hagahoth del rabbino Ascher (6d):

"Se il magistrato di una città costringe gli ebrei a giurare che non fuggiranno da quella città e che non ne asporteranno cosa alcuna, essi potranno giurare il falso dicendo a se stessi che non fuggiranno quel giorno, e che non asporteranno cosa alcuna dalla città solo in quel giorno."

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IV. I CRISTIANI DEVONO ESSERE DANNEGGIATI NELLE COSE

NECESSARIE ALLA SOPRAVVIVENZA

Gli ebrei non dovranno risparmiare nessun mezzo per combattere i tiranni che li tengono in questa Quarta Cattività al fine di liberarsene. Essi devono combattere i cristiani con l'astuzia e non fare nulla per evitare che il male li colga: i loro malati non devono essere curati, le donne cristiane non devono essere aiutate durante il parto, e i cristiani non devono essere salvati se in pericolo di morte.



1. UN EBREO DEVE SEMPRE CERCARE DI INGANNARE I CRISTIANI

Nello Zohar (I,160a) si legge:

"Il rabbino Jehuda gli ha detto (al rabbino Chezkia): 'E' degno di lode colui che è capace di liberarsi dai nemici di Israele, e sono molto degni di lode i giusti che si liberano da essi e li combattono.' Il rabbino Chezkia chiese, 'Come dobbiamo combatterli?' Il rabbino Jehuda disse, 'Con saggi consiglifarai guerra contro di loro. (Proverbi, cap.24,6). Con che tipo di guerra? Il tipo di guerra che ogni figlio d'uomo deve combattere contro i suoi nemici, e che Giacobbe usò contro Esaù - quando possibile, con l'inganno e la frode. Essi devono essere combattuti senza posa, fino a che il giusto ordine non sia ristabilito. E' perciò con soddisfazione che dico che noi ci dobbiamo liberare da loro e regnare su di loro."

2. NON SI DEVE AIUTARE UN CRISTIANO AMMALATO

Nello Iore Dea (158,1) si legge:

"Gli Akum non devono essere curati, nemmeno per denaro, a meno che ciò non provochi la loro inimicizia."

3. NON SI DOVRA' AIUTARE LA DONNA CRISTIANA DURANTE IL

PARTO

Nell' Orach Chaiim (330,2) si legge:

"Nessun aiuto, benchè minimo, dovrà essere prestato ad una donna Akum durante il parto in giorno di sabato, in quanto il sabato non deve essere violato."

4. NON SI DOVRA' AIUTARE UN CRISTIANO IN PERICOLO DI MORTE

Nel Choshen Hammischpat (425,5) si legge:

"Se vedete un eretico che non crede nalla Torah cadere in un pozzo con una scala, affrettatevi immediatamente e portatela via dicendogli 'Devo andare a prendere mio figlio giù da un tetto. Ti riporterò la scala immediatamente' o qualcosa del genere. I Kuthaei, comunque, che non sono nostri nemici e che si prendono cura delle pecore degli israeliti, non devono essere uccisi direttamente, ma non devono essere salvati dalla morte."

E nello Iore Dea (158,1) si legge:

"Gli Akum che non sono nostri nemici non devono essere uccisi direttamente, ciò non ostante essi non dovranno essere salvati dal pericolo di morte. Per esempio, se vedete uno di essi cadere in mare, non tiratelo su a meno che egli non vi prometta del denaro."



Maimonide nello Hilkhoth Akum X,1.

franco damiani (POL)
01-12-02, 08:55
Prima Omelia

1 - Mi propongo oggi di riprendere l’argomento che "non si può comprendere Dio" iniziato precedentemente, illustrandolo con maggiore ampiezza. Domenica scorsa ne ho già parlato a lungo portando le testimonianze di Isaia, Davide e Paolo. "Chi racconterà la sua origine" esclamava il primo (Is. LIII, 8) mentre il secondo rendeva grazie a Dio del fatto di non poterLo comprendere: "Riconoscerò - diceva - che ti sei manifestato in maniera terrificante. Le tue opere sono meravigliose" (Salmo CXXXVIII, 14). E ancora: "La tua scienza è mirabilmente posta al di fuori di me, è straordinaria ed io non sono in grado di raggiungerla" (Ibid., v. 6). Paolo poi, non rivolgeva la sua attenzione all’essenza di Dio ma soltanto alla Sua provvidenza, anzi, non appena ebbe intravisto quella piccola parte che si era manifestata nella vocazione delle genti, come se avesse scorto un vasto ed immenso oceano esclamò: "O abissi delle ricchezze, della sapienza e della scienza di Dio! Imperscrutabili sono i suoi giudizi e insondabili le sue vie!" (Rom. X, 33). Queste testimonianze avrebbero potuto essere sufficienti per la nostra dimostrazione; tuttavia io non mi sono accontentato della testimonianza dei Profeti, non mi sono fermato a quella degli Apostoli, ma sono salito in cielo e vi ho mostrato il coro degli Angeli che cantano: "Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà" (Lc. II, 14). Avete ancora udito i Serafini esclamare a gran voce con meraviglia e terrore: "Santo, Santo, Santo il Signore degli eserciti: tutta la terra è piena della sua gloria" (Is. VI, 3). Ho anche aggiunto le voci dei Cherubini dicenti: Sia benedetta la gloria del Signore nell’alto della sua dimora" (Ezech. III, 12). Tre testimonianze prese sulla terra, altrettante in cielo, vi dimostrano che non è possibile raggiungere la Maestà Divina. La mia dimostrazione è quindi stata indiscutibile, ha ricevuto un grande applauso e l’assemblea si è riscaldata e tutti gli spettatori si sono infiammati. Ed io mi rallegravo non già per le lodi che ricevevo, bensì per tutte quelle che ricoprivano Dio. Infatti questi vostri applausi e queste vostre lodi erano indice dell’amore dei vostri animi per Dio. E come i servitori affezionati ai loro padroni, quando odono qualcuno lodarli si infiammano di affetto per costui a causa dell’amore che portano al padrone, nello stesso modo voi avete manifestato con i vostri applausi l’amore che portate a Dio. Era dunque mia intenzione continuare oggi questa stessa battaglia. Infatti, se i nemici della verità non si stancano mai di insultare i benefattori, tanto più noi dobbiamo desiderare di celebrare in continuazione il Dio dell’Universo. Ma cosa dobbiamo fare? Un altro male estremamente grave necessita delle cure offerte dalla nostra parola, un male riposto nel corpo stesso della Chiesa. Occorre anzitutto guarire questo male, di poi ci occuperemo del male esterno: infatti, ci si deve occupare prima dei familiari, poi degli estranei.

Che male è questo? Sono ormai imminenti le feste di questi miseri e disgraziati Giudei, feste che si susseguiranno senza interruzione: le Feste delle Trombe, le Feste dei Tabernacoli, i Digiuni. Vi sono molti nei nostri ranghi che dicono di avere i nostri stessi sentimenti, ma poi di essi alcuni assistono allo spettacolo di queste feste, altri vi partecipano e digiunano con i Giudei: io voglio ora estirpare dalla Chiesa questa perversa consuetudine. I nostri discorsi contro gli Anomei potranno aver luogo in un altro momento e questo rinvio non recherà danno, invece se non curiamo i malati colpiti da questo male adesso che le Feste sono alle porte, temo che questa inopportuna abitudine e la loro ignoranza li facciano partecipi della dissolutezza dei Giudei e che più tardi le nostre esortazioni divengano inutili. Se infatti, non udendo nulla oggi, alcuni dei nostri partecipassero al digiuno dei Giudei, una volta commesso il peccato, invano cercheremmo di portarvi rimedio. Per questa ragione mi affretto a occuparmi di ciò. Nello stesso modo si comportano i medici i quali, quando si trovano di fronte alle malattie più acute e gravi, si occupano di curare queste per prime: ma la battaglia presente è strettamente legata a quella precedente. Infatti, dato che l’empietà degli Anomei è molto affine a quella dei Giudei, anche la nostra battaglia odierna si presenta molto simile a quelle precedenti. L’accusa che formulano i Giudei è la stessa che formulano gli Anomei. Qual’è tale accusa? (Gv. V, 18). Il fatto che Cristo dichiarasse che Dio era suo Padre e che si facesse l’eguale di Dio. Questa accusa, anche gli Anomei la formulano, anzi meglio, non la formulano, bensì cancellano la parola di Cristo ed il suo significato, anche se non materialmente ma con la mente e con l’animo.

2 - Invero non stupitevi se ho definito miseri i Giudei. Infatti sono ben sventurati e disgraziati poiché hanno ricevuto nelle loro mani tanti beni e li hanno ripudiati, ed hanno respinto i tesori che erano loro offerti. È sorto per loro il sole della giustizia ed essi, rifiutati i suoi raggi, stanno nelle tenebre: mentre noi che eravamo nelle tenebre, abbiamo attirato a noi la luce e ci siamo liberati dall’ombra dell’errore. Essi erano i rami della radice sacra (Rom. XI, 16 - 17) ma sono stati spezzati; noi non eravamo parte della radice, eppure abbiamo portato il frutto della pietà. Essi hanno letto i Profeti sin dalla più tenera età ed hanno crocifisso Colui che dai Profeti era stato annunziato. Noi che non avevamo mai udito parlare delle Sacre Scritture, noi abbiamo adorato questo stesso crocifisso. Perciò essi sono miseri, perché hanno respinto i beni che erano loro inviati mentre altri li hanno presi per sé, portandoli loro via. Ma essi, chiamati ad essere adottati come figli, si sono abbassati alla condizione di cani: noi che eravamo nella condizione di cani, con l’aiuto della grazia divina abbiamo potuto spogliarci di questa indole bruta ed elevarci alla dignità di figli. Cosa lo fa manifesto? Cristo ha detto alla donna di Canaan "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cuccioli" (Mt. XV, 26), designando come figli i Giudei e come cani i gentili. Vedete quindi come l’ordine è stato invertito, i Giudei sono diventati cani e noi figli. "Guardatevi dai cani, dice Paolo, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi dai circoncisi.Siamo noi i circoncisi" (Filipp. III, 2-3). Vedete dunque come quelli che prima erano figli sono caduti nella condizione di cani? Volete sapere in qual modo noi che eravamo nella condizione di cani siamo diventati figli? "Invero, a tutti coloro che lo hanno ricevuto, Egli ha dato il potere di diventare figli di Dio" (Gv. I, 12).

Nulla è più miserabile di questi Giudei che da ogni parte vanno in senso contrario alla loro salvezza. Quando bisognava osservare la Legge, essi l’hanno calpestata: adesso che la Legge è stata abrogata, con insistenza essi vogliono che sia osservata. Che cosa ci potrebbe essere di più miserabile di costoro che dispiacciono a Dio non soltanto quando trasgrediscono la Legge ma anche quando la osservano? Per questo è detto: "Duri di cervice e incirconcisi di cuore, voi sempre resistete allo Spirito Santo" (Atti VII, 51): non soltanto violando le leggi, ma anche volendole osservare a sproposito. "Duri di cervice": giustamente sono stati chiamati così, perché non hanno voluto portare il giogo di Cristo per quanto dolce e benché non avesse nulla di pesante o di spiacevole. Egli dice: "Imparate da me che sono dolce ed umile di cuore (Mt. I, 29 - 30) e prendete il mio giogo su di voi poiché esso è dolce ed il mio fardello leggero". Essi però non lo sopportavano a causa della loro testardaggine, anzi non soltanto non lo hanno sopportato ma lo hanno rotto e fatto a pezzi. "Sin dall’inizio hai spezzato il tuo giogo, hai rotto i tuoi legami" (Ger. II, 20; V, 5; Sal. II, 3). È un profeta, non Paolo che dice queste parole indicando il giogo ed i legami come segni distintivi del potere: perché i Giudei avevano respinto il potere di Cristo quando avevano detto: "Non abbiamo altro re che Cesare" (Gv. XIX, 15). Avete spezzato il giogo, rotto i legami, vi siete esclusi dal regno dei cieli e vi siete sottomessi al potere dell’uomo. Vorrei che esaminaste con quanta abilità il Profeta ha espresso la sregolatezza del loro animo. Infatti non dice: avete deposto il giogo, bensì: l’avete spezzato, atto proprio della brutalità animale, dei vizi sfrontati che respingono ogni freno e non sopportano alcun potere. Da dove proviene questa loro durezza? Dalla gozzoviglia e dalla intemperanza. Chi lo dice? Mosè stesso. "Israele mangiò ed il popolo diletto ingrassò e si rimpinzò.Si rivoltò" (Deut. XXXII, 15). Come gli animali che si nutrono in ricchi pascoli diventano più ostinati ed indocili e non sopportano più né giogo né freno né la mano dell’auriga, così il popolo giudeo, spinto nell’abisso della malvagità dall’intemperanza e dalla troppa abbondanza materiale ha vissuto licenziosamente e non ha sopportato il giogo di Cristo, né trascinato l’aratro della sua dottrina. È quanto un altro Profeta aveva espresso con le parole: "Israele si comporta da pazzo, come una giovenca eccitata da un tafano" (Osea IV, 16). Un altro definisce questo popolo: vitello non istruito a sopportare il giogo (Ger. III, 18). Animali come quelli, incapaci di lavorare vanno bene per essere sacrificati. Lo stesso è stato per il popolo dei Giudei: essendosi resi da soli incapaci di agire, sono diventati adatti ad essere uccisi. Perciò Cristo ha detto: "Portate qui i miei nemici, quelli che non hanno voluto che io regnassi sopra di loro ed immolateli" (Lc. XIX, 27). È allora, o Giudeo, che dovevi digiunare, quando la tua intemperanza ti stava conducendo a questi mali, quando i tuoi eccessi ti portavano all’empietà, non adesso. Adesso il digiuno è inopportuno ed abominevole. Chi lo dice? Isaia che a gran voce esclama: "Non ho scelto io questo digiuno" (Is. LVIII, 4-5). Perché dice così? "Perché voi digiunate per intentare azioni giudiziarie e liti, e prendete a pugni coloro che stanno sotto di voi".

Perciò se il tuo digiuno era abominevole quando colpivi i tuoi fratelli, adesso, dopo che hai immolato il Signore, come potrebbe essere bene accetto? Per quale motivo? Colui che digiuna deve mostrarsi contrito, modesto, umile e non in preda alla collera; e tu colpisci i tuoi fratelli? Un tempo digiunavano e al tempo stesso litigavano e intentavano processi; ora digiunano con sfrontatezza ed estrema intemperanza, mentre danzano a piedi nudi nelle piazze col pretesto dell’astinenza; in realtà si comportano come ubriachi. Ascolta come il Profeta vuole che si digiuni: "Santificate il digiuno", dice, non celebratelo con danze. "Predicate la parola; riunite gli anziani" (Gioele I, 14). Ma costoro radunano stuoli di effeminati e portano nella sinagoga una accozzaglia di donne ignobili, il teatro intero, e gli attori: infatti non vi è alcuna differenza tra il teatro e la loro sinagoga. So in verità che ci sono delle persone che mi accuseranno di eccessiva audacia perché ho detto che non vi è differenza tra la Sinagoga e il teatro ma io li accuserò di essere impudenti, se non sono daccordo con me. Condannami se dico queste cose da solo; ma se uso le parole del Profeta allora approva quello che dico.

3 - So che molti rispettano i Giudei e pensano che i loro riti odierni sono degni di stima; per questo sono incitato a cercare di sradicare completamente tale dannosa opinione. Dissi che nessun teatro val meglio della sinagoga e porterò i profeti a testimoni; i Giudei non sono degni di fede più dei profeti. Dunque uno che dice? "La tua fronte è diventata quella di una prostituta, non vi è più nessuno davanti a cui tu arrossisca" (Ger. III, 3.) Invero il luogo in cui la meretrice si prostituisce, questo è il vero lupanare. Anzi la sinagoga non è soltanto un teatro e un luogo di prostituzione, ma anche una caverna di briganti e un rifugio di belve. Infatti il profeta dice: "La vostra dimora è diventata la tana della iena" (Ger. VII, 11), non semplicemente di una belva ma di una belva impura. E ancora: "Ho lasciato la mia casa, ho abbandonato la mia eredità" (Ger. XII, 7). A colui che ha abbandonato Dio che speranza di salvezza rimane? Se Dio lascia un luogo questo diventa dimora di demoni. Ma dicono di adorare anch’essi il Signore. Lungi da noi il dire questo: nessun giudeo adora Dio. Chi lo dice? Il Figlio di Dio. "Se aveste riconosciuto il Padre mio avreste riconosciuto anche me. Ora voi non avete riconosciuto né me né il Padre" (Gv. VIII, 19). Che testimonianza addurrò più degna di fede di questa? Se non riconobbero il Padre, se crocifissero il Figlio, se respinsero l’assistenza dello Spirito, chi oserà sostenere che la loro sinagoga non è l’asilo dei demoni? No, Dio non vi è adorato, statene lontani. È di conseguenza il luogo dell’idolatria; tuttavia alcuni frequentano tali luoghi come se fossero sacri.

Ciò che dico non è derivato da una congettura, ma l’ho dedotto dall’esperienza. Tre giorni or sono, credetemi, dico il vero, vidi una donna onesta, libera, di costumi irreprensibili e fedele, costretta da un uomo impuro ed insensato, che si suppone cristiano (in verità udendolo non l’avresti detto un sincero cristiano), costretta dico, a entrare in un tempio degli Ebrei e ivi affermare con giuramento alcunché di relativo ad affari controversi. Siccome implorava aiuto e desiderava ribellarsi a questa scellerata violenza, protestando che avendo preso parte ai divini misteri non le era permesso di entrare in quel luogo, io mi levai infiammato ed ardente di zelo, non sopportando che questa infelice fosse trascinata oltre in tale prevaricazione, e la strappai a questo ingiusto rapimento! Poi domandai a colui che la trascinava se era cristiano: lo confessò. Lo rimproverai energicamente mettendo in risalto la sua stupidità ed infinita follia; gli dissi che non valeva più di un asino colui che, pretendendo di adorare Cristo, trascinava un fratello nelle spelonche dei Giudei, che proprio Cristo avevano crocefisso. Proseguendo nel discorso gli insegnai per prima cosa che, come afferma il Vangelo, non è mai permesso giurare o esigere da altri un giuramento; inoltre, un fedele cristiano, ma anche chi non lo fosse, non deve mai esser spinto a tale necessità. Quando, dopo lunghe considerazioni, ebbi liberata la sua anima da tali errori, gli domandai per quale motivo avesse lasciata la Chiesa e volesse portare la donna alle riunioni dei Giudei. Mi rispose che molte persone gli avevano detto che un giuramento fatto lì, incuteva molto più timore. A tali parole gemetti profondamente, poi mi infiammai di collera ed in ultimo non potei impedirmi di ridere. Gemetti infatti, vedendo l’astuzia del diavolo che riusciva a persuadere gli uomini a fare ciò; m’infiammai poi di furore, considerando l’indolenza di coloro che sono tratti in inganno; infine risi, considerando fra di me l’inconcepibile follia degli stessi.

Vi dissi e vi narrai tutto ciò perché mostrate un animo completamente privo d’umanità e non provate pena per coloro che tentano e fanno tali cose; se vedete un vostro fratello cadere in questo peccato ne deducete che la disgrazia non è vostra, ma di altri. Se poi siete accusati, vi stimate assolti dicendo: "Che mi importa? Che cosa ho in comune con costui?". Queste parole suonano come odio mortale e satanica crudeltà verso gli uomini. Ma che dici? Poiché sei un uomo, partecipi della sua stessa natura; anzi, se dobbiamo parlare di comunione della natura, il cui capo è Cristo, osi dire che non hai nulla in comune con gli altri membri? Dunque in che modo confessi Cristo come Capo della Chiesa? Giacché il capo per sua natura congiunge tutte le membra, le coordina e con cura le volge a sé. Se non hai nulla in comune con chi è membro del tuo stesso corpo, allora non hai nulla in comune con tuo fratello, né hai Cristo come capo. I Giudei vi spaventano come foste fanciullini e non ve ne accorgete. Poiché come dei servi malvagi mostrano ai bambini delle maschere orribili e ridicole, che per loro natura non sono terrificanti ma sembrano tali alle anime semplici, e fanno fare grandi risate, così i Giudei atterriscono i cristiani ignoranti con i loro fantasmi. Come possono far paura quei riti giudaici pieni di onta e di derisione, propri di uomini respinti con ignominia e ripudiati dalla giustizia divina?

4 - Non sono così le nostre chiese, ma sono realmente terribili e incutono una santa paura. Infatti dove vi è il Dio che ha potere di vita e di morte, quello è un luogo terribile: là dove si pronunciano innumerevoli sermoni sulle pene eterne, sui fiumi di fuoco, sul verme velenoso, sui ceppi che non si possono rompere, sulle tenebre esteriori. I Giudei in verità non conoscono neppure in sogno queste verità, dediti come sono al ventre, agognando i beni presenti, per nulla migliori dei porci e dei caproni quanto a lascivia e ubriachezza. E soltanto questo conoscono: servire il ventre, essere ebbri, battersi per dei saltinbanchi, ferirsi a causa dei guidatori di cocchi. Forse che queste cose sono gravi e terribili? Chi lo ha detto? Come possono sembrarvi terribili, a meno che non si dica che degli schiavi noti per la loro ignominia, che non hanno libertà di parola e che fuggirono dalla casa del padrone, sono terribili per gli uomini onorati e liberi? Ma veramente queste cose non stanno così, non stanno così assolutamente. Un’osteria infatti è meno rispettabile delle corte del re, e la Sinagoga è ancora meno onorabile di qualunque osteria. Infatti non è semplicemente l’abitazione dei ladri o dei tavernieri, è l’abitazione dei demoni; anzi non solo la Sinagoga, ma le stesse anime dei giudei. Il che tenterò di dimostrare nell’epilogo dell’omelia. Vi prego pertanto di ricordare l’essenziale di questa questione. Infatti non per esibizione, né per applausi parliamo, ma per curare le vostre anime. Perché quale scusa vi resta se in così grande abbondanza di medici molti sono ammalati? Dodici erano gli Apostoli e convertirono il mondo; la maggior parte della città è cristiana, e ancora qualcuno è tormentato dal male del giudaismo. E noi che siamo sani quale scusa useremo? Certo i malati sono colpevoli, ma neppure noi manchiamo di colpa perché li lasciamo al loro male. Se godessero delle nostre attente cure, difficilmente continuerebbero ad essere infermi. Per la qual cosa vi premetto fin d’ora: ognuno attiri a sé un fratello, anche se è necessario opporsi, anche se si debba farlo con la forza, anche con contumelie e dispute: smuovete la pietra perché si liberi dal laccio del diavolo e rompa il legame con coloro che consegnarono Cristo perché fosse messo a morte.

Se vedessi nella piazza qualcuno condotto al supplizio, giustamente condannato, e tu potessi strapparlo dalle mani del carnefice, forse che non faresti quanto puoi per portarlo via? Ora vedendo un tuo fratello trascinato ingiustamente e contro il volere divino, non dal carnefice, ma dal diavolo nel baratro della perdizione, ti rifiuti di fare lo sforzo col quale lo libereresti dal legame dell’iniquità. E come potrai essere degno di indulgenza? "Ma è più forte e robusto di me", voi dite. Ebbene mostratemelo: se ostinatamente rimarrà nel suo proposito, affronterò un pericolo mortale piuttosto che sopportare che egli entri nel vestibolo del tempio. Infatti cosa hai in comune con la libera e celeste Gerusalemme, o cristiano giudaizzante? Hai preferito la Gerusalemme terrestre. Sii schiavo con lei: infatti essa è schiava con i suoi figli, come dicono le parole dell’Apostolo (Gal. IV, 25). Digiuni con i giudei? Allora togliti con loro anche le scarpe e a piedi nudi cammina sulla pubblica piazza, partecipe dei loro comportamenti indecorosi e ridicoli. Ma tu non oseresti fare questi gesti, ti vergogneresti e arrossiresti. Certo è vergognoso comportarsi come loro, al contrario non arrossisci ad essere compagno della loro empietà. Che indulgenza chiederai se sei cristiano a metà? Credetemi, metterò in pericolo la mia vita prima di abbandonare qualcuno oppresso da questo male, se ne verrò a conoscenza! Altrimenti, se non ne verrò a conoscenza, che Dio lo perdoni! Ognuno di voi ripeta a sé stesso queste riflessioni e non stimi ciò cosa da poco e da farsi occasionalmente. Non siete stati attenti a quanto dice ad alta voce il Diacono nei Sacri Misteri? "Riconoscetevi gli uni gli altri" dandovi la facoltà di scoprire con diligenza i fratelli. Fate la stessa cosa con i giudaizzanti. Se conoscerai qualcuno che è favorevole ai Giudei, fermalo, denuncialo, affinchè tu non sia esposto allo stesso pericolo. Infatti negli accampamenti militari, se un soldato è scoperto come complice dei barbari o dei persiani, non mette in pericolo soltanto la sua vita, ma anche quella di chi, conscio di ciò, non ne informa il comandante dell’esercito. Allora siccome voi siete l’esercito di Cristo, ricercate diligentemente e accuratamente se mai qualche straniero si è mescolato a voi, e riferitene il nome, non perché lo si uccida (come avrebbero fatto quelli), né per infliggergli un castigo o un supplizio, ma perché si possa liberarlo dall’errore e dall’empietà e ricondurlo a noi pentito.

Se non vorrete fare questo, se scientemente lo nasconderete, anche voi, lo sapete bene, subirete la stessa pena esattamente come lui. Paolo infatti punisce con pena e castigo non solo coloro che compiono azioni malvagie, ma anche coloro che li approvano (Rom. I, 32). E pure il Profeta condanna alla stessa pena e per la stessa colpa non soltanto i ladri, ma anche quelli che fuggono con loro (Salmo IL, 18). Perché veramente colui che, consapevole, nasconde e protegge la colpa di un altro, favorisce la sua viltà e gli dà maggior sicurezza nel commettere il male.

5 - Ma torniamo di nuovo ai malati. Riflettete dunque con chi hanno rapporto coloro che digiunano adesso: con quelli che gridarono: "Crocifiggetelo, Crocifiggetelo", con coloro che dicevano "Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli" (Mt. XXVII, 23-25). Se fossero dei rei condannati per aver aspirato alla tirannide, osereste avvicinarvi e conversare con loro? Non lo credo. Non è allora assurdo fuggire con tanta cura quelli che peccarono contro l’uomo, e invece stringere rapporti con quelli che oltraggiarono Dio stesso? E adorando il Crocifisso, far festa con quelli che lo inchiodarono alla croce? Questa non è soltanto stupidità, ma estrema pazzia. Inoltre poiché alcuni giudicano che la Sinagoga è un luogo venerabile, è necessario fare alcune considerazioni contro di loro. Perché venerare quel luogo che si deve disprezzare e considerare abominevole, e da cui si deve stare lontani? Tu rispondi: "La legge e i libri profetici sono qui riposti". Cosa vuol dire? Forse che i libri conferiscono santità al luogo in cui si trovano? Giammai! Io, in verità, provo odio e avversione verso la Sinagoga. Infatti hanno i profeti e non vi credono; leggono i testi sacri e non ne accettano la testimonianza, il che è oltremodo offensivo. Ora vi chiedo: se vedeste un uomo venerabile ed illustre entrare in una bettola o in una spelonca di briganti e poi sopportare contumelie, insulti ed i peggiori maltrattamenti, forse che trovereste degne di ammirazione la bettola o la spelonca perché quell’uomo grande e illustre vi entrò e lì fu maltrattato?

Uguale è il giudizio sulla Sinagoga. Infatti han preso con sé Mosè e i Profeti ma non per onorarli bensì per trattarli con infamia e disprezzo, negando che essi abbiano conosciuto Cristo e che abbiano detto qualcosa della sua venuta. Qual maggiore oltraggio potrebbero fare a quei santi accusandoli di aver ignorato il loro stesso Dio e affermando che sono stati loro compagni nell’empietà? Per questo motivo odiamo ancora di più la Sinagoga e i Giudei, perché trattano con furore i Profeti. Ma perché parlo di libri e di luoghi? Nel tempo delle persecuzioni i carnefici afferrano i martiri, lacerano e dilaniano con la frusta i loro corpi: diverranno dunque sante le mani di quelli che toccarono i corpi dei martiri? Niente di tutto questo. Rimangono empie perché li toccarono con animo empio; e i Giudei, che trattano con ingiuria gli scritti dei santi allo stesso modo dei carnefici, diventeranno per questo venerabili? Forse che questo non sarebbe il massimo della pazzia? Se è impossibile infatti che diventino santi coloro che tennero i corpi dei martiri con empietà, anzi per questo sono ancor più abominevoli, a maggior ragione gli scritti letti con incredulità non potranno mai essere di giovamento a chi li legge. Ci convince della grande empietà dei Giudei il fatto che conservano i libri con l’intento di disprezzarli. La loro colpa non sarebbe tanto grave se non possedessero i libri dei Profeti, e sarebbero meno impuri e abominevoli se non li leggessero; essi non hanno diritto ad alcun perdono, perché possedendo gli araldi della verità resistono con ostilità sia a quelli che alla verità. Perciò la loro colpa è ancor maggiore, perché hanno i Profeti e li trattano ostilmente.Vi incito dunque a fuggirli e ad evitare le loro assemblee; il frequentarle non è di poco danno per i vostri fratelli che sono più deboli, né piccolo pretesto alla superbia dei Giudei. Poiché, se vedessero voi, gli adoratori di Cristo da essi crocifisso, ricercare e rispettare le cerimonie giudaiche, come non dovrebbero pensare che il loro comportamento è ottimo e il vostro di nessun valore, dal momento che voi, che seguite e onorate il Cristo, accorrete da loro che lo combattono? "Se qualcuno, dice l’Apostolo, vedesse te che hai la scienza, seduto a tavola in un tempio di idoli, forse che la coscienza di lui che è debole non lo spingerebbe a mangiare le carni sacrificate agli idoli?" (I Cor. VIII, 10). Ma io dico, se qualcuno vedesse te che hai la scienza, andare alla Sinagoga ed assistere alle feste delle Trombe, forse che la sua coscienza, poiché è debole, non lo porterebbe all’ammirazione per le feste dei Giudei? Colui che cade non sarà punito soltanto per la sua caduta, ma sarà punito perché la cagionò anche ad altri: allo stesso modo colui che si è mostrato fermo non sarà premiato soltanto per la sua virtù ma sarà ammirato perché incitò altri allo zelo. In conclusione: fuggite le assemblee e i luoghi di riunione dei Giudei, e non venerate la Sinagoga per i libri, anzi proprio per questo abbiatela in odio e avversione. Infatti essi fanno ingiuria ai Libri Sacri perché rifiutano di prestarvi fede, e li travisano, rendendoli colpevoli di empietà.

6 - Ma affinché sappiate che i libri sacri non conferiscono alcuna santità al luogo in cui si trovano, bensì che esso è insozzato dalla condotta di coloro che vi si radunano, vi narrerò una storia del passato. Tolomeo Filadelfo, dopo aver raccolto libri provenienti da ogni parte della terra, avendo appreso che i giudei possedevano scritti che trattavano di Dio e del miglior modo di governo, fece venire degli uomini della Giudea e fece loro tradurre in lingua greca questi testi che poi ripose nel tempio di Serapide. Tolomeo Filadelfo era greco, e da allora fino ad oggi la traduzione dei libri dei profeti è stata ivi conservata. Forse che il tempio di Serapide sarà sacro perché vi si trovano questi scritti? Assolutamente no. Ma i libri possiedono una loro propria santità, che non trasmettono al luogo che li custodisce, a causa dell’empietà delle persone che vi si radunano. Si deve pensare nello stesso modo per quanto riguarda la Sinagoga. Anche se in essa non si trova alcun idolo, tuttavia vi abitano i demoni. E non parlo soltanto di questa Sinagoga qui, parlo anche di quella di Dafne, ove si trova un antro ancora peggiore, denominato antro di Matrona. Ho udito che molti fedeli vi si recano e dormono nelle vicinanze di quel luogo. Ma lungi da me il chiamare costoro fedeli. Il tempio di Matrona e quello di Apollo sono ugualmente impuri; e se qualcuno mi accuserà di eccessiva audacia, io lo accuserò a mia volta di estrema follia.

Infatti rispondimi, forse che non è impuro il luogo in cui i demoni abitano, anche se non vi si trovano idoli. Dove si radunano gli assassini di Cristo, dove la Croce è scacciata via, dove Dio è bestemmiato, dove il Padre è ignorato, il Figlio ricoperto di ingiurie e la grazia dello Spirito respinta: anzi dove abitano i demoni stessi, forse che non è un luogo ancor più dannoso?

Là infatti l’empietà è scoperta e bene in vista, e non le sarà facile sedurre o ingannare le persone virtuose ed assennate: qui invece, dicono di adorare Dio, di ripudiare gli idoli, di rispettare e adorare i Profeti, mentre con le loro parole preparano trappole ed irretiscono gli imprudenti ignoranti. Per questa ragione la loro empietà è uguale a quella dei greci, ma i Giudei fanno uso di un’impostura molto più funesta. Infatti anch’essi hanno un altare perfido, non visibile, dove non immolano pecore e vitelli bensì uccidono le anime degli uomini. Insomma, se tu ammiri le abitudini dei Giudei che cosa vi è di comune tra noi? Infatti se le abitudini dei Giudei fossero venerabili e nobili, le nostre sarebbero false; se invece le nostre sono veritiere, ed in realtà lo sono, le loro saranno piene di menzogna. Non parlo delle Scritture Sacre; esse infatti mi hanno condotto come per mano fino a Cristo: parlo dell’empietà e della follia attuale dei Giudei.

Ma è ora giunto il momento di mostrare che i demoni abitano qui, non soltanto nella Sinagoga, ma negli animi stessi dei Giudei: "Lo spirito immondo - dice Cristo - dopo essere uscito da un uomo si aggira nei luoghi aridi cercando la pace, ma non trovandola esclama: ‘‘Ritornerò nella mia dimora" ed essendovi ritornato, la trova vuota, ben pulita ed ordinata. Allora riparte e prende seco sette altri spiriti più malvagi di lui e li fa entrare e l’ultima condizione dell’uomo sará peggiore della precedente. Cosi sarà anche per questo popolo" (Mt. XII, 43-45) (Lc. XI, 24-26). Vedi come nei loro animi ora dimorano demoni peggiori dei precedenti. E non è una ingiuria! Infatti allora essi peccavano contro i Profeti, oggi insultano lo stesso Signore dei Profeti. E voi dunque, ditemi: vi riunite nello stesso luogo con questi uomini indemoniati, abitati da spiriti immondi, allevati e nutriti nel sangue e nell’assassinio, e non inorridite? Invece di salutarli e anche solo di conversare con loro, non bisognerebbe piuttosto stare lontani come dalla pestilenza e da un’epidemia mortale? Non hanno forse compiuto empietà di ogni genere? Non li condannano forse tutti i profeti in lunghi e numerosi discorsi? Quali fatti tragici, quali esempi di malvagità essi non hanno eclissato con i loro sacrileghi assassinî! Hanno sacrificato ai demoni i loro figli e le loro figlie, hanno abbandonato le leggi naturali, hanno dimenticato i dolori del parto, hanno calpestato l’educazione dei figli, hanno sconvolto dalle fondamenta le leggi della consanguineità e sono stati peggiori di qualsiasi belva (Salmo CV, 37). Infatti frequentemente le belve sacrificano la vita, posponendo la propria salvezza alla difesa dei loro piccoli: costoro invece, senza essere spinti da alcuna necessità, hanno sacrificato i figli con le loro proprie mani, per onorare i nemici della nostra vita, i demoni sacrileghi. Di questo loro comportamento che cosa ci stupisce di più? L’empietà oppure la crudeltà o la loro totale mancanza di umanità? Il fatto che abbiano sacrificato i figli, oppure il fatto che li abbiano immolati ai demoni? Ma non hanno forse superato nella loro smisurata dissolutezza ed insolenza anche le peggiori belve? Udite come si esprime il Profeta a proposito della loro smodata intemperanza: "Si sono trasformati in stalloni, ognuno nitriva alla donna del suo prossimo" (Ger. V, 8). Non ha detto che ognuno desiderava la donna del vicino ma ha chiaramente espresso la follia dei Giudei chiamandola dissolutezza di bruti.

7 - Che altro vi dirò? Vi parlerò delle loro rapine, della loro avarizia, delle spogliazioni a danno dei poveri, dei furti, delle truffe? Non mi basterebbe una giornata intera. Ma, mi direte, le loro feste hanno in sé qualcosa di nobile e di grandioso. Eppure si sono dimostrate empie. Ascoltate il Profeta, anzi ascoltate Dio stesso, con quanta forza le detesta: "Io odio, bandisco le tue feste" (Amos V, 21). Dio le odia e voi vi partecipate. Egli non ha indicato questa o quella singola festa, bensì assolutamente tutte. Non sapete che Dio odia anche il culto che viene esercitato con cembali, cetra, salterio e altri strumenti? "Allontana da me il suono dei tuoi canti" dice "non ascolterò il suono dei tuoi strumenti" (ibid. V, 22). "Allontana da me" dice Dio, e voi correte ad ascoltare le trombe? Ma questi sacrifici e queste offerte non sono forse odiose? "Se mi offrirete fior di farina lo farete invano. Per me il vostro incenso è cosa esecranda" (Is. I, 13). L’incenso è cosa esecranda e il luogo in cui viene offerto non lo è? E allora quando lo sarebbe? Prima che avessero commesso il più grande delitto, prima che avessero condannato il loro Signore, prima della Croce, prima del sacrificio di Cristo era cosa esecranda. E adesso forse non lo è molto di più? In verità che cosa vi è di più profumato del fumo dell’incenso? Ma Dio non guarda alla natura dei sacrifici offerti, bensì all’animo di coloro che li offrono, e secondo la loro intenzione misura l’entità delle offerte. Egli ha rivolto la sua attenzione ad Abele ed ai suoi doni: ha visto Caino e ha respinto i suoi sacrifici. Infatti è detto: "Non ha rivolto la sua attenzione a Caino ed alla sua offerta" (Gen.IV, 5). Noè offrì a Dio un sacrificio di pecore, vitelli ed uccelli, "ed il Signore sentì un profumo soave" dice la Scrittura (Gen. VIII, 21) il che significa che Dio gradì l’offerta. Infatti Dio non ha sensi perché è incorporeo. Benché dall’altare si alzi soltanto puzzo di bruciato e fumo di corpi combusti - e non vi è nulla di più sgradevole per l’odorato - Dio, affinché voi sappiate che Egli accetta o respinge i sacrifici a seconda dell’animo dell’offerente, chiama odore soave il puzzo ed il fumo, e cosa esecranda l’incenso. Questo perché lo spirito degli offerenti è ripieno di grande fetore. Vi farà piacere sapere che Dio è avverso al tempio, anche quando vi sono sacrifici, musiche, feste e profumi, a causa delle persone che vi entrano. Egli lo ha chiaramente dimostrato, prima consegnandolo nelle mani dei barbari, poi radendolo al suolo. Ed in verità, prima di distruggerlo, attraverso il Profeta dice: "Non fidatevi delle parole dei bugiardi perchè non vi saranno utili quando dicono: "È il tempio di Dio! È il tempio di Dio!"" (Ger. VII, 4). Infatti non è il tempio che santifica coloro che vi entrano, sono invece quelli che vi entrano che lo rendono un luogo sacro. Se il Tempio non serviva allora, quando i Cherubini e l’Arca erano lì presenti, tanto meno servirà ora che sono stati portati via, dopo che Dio ha distolto lo sguardo dai Giudei e è il motivo della Sua avversione è ancora più grave. Quale follia, quale demenza sarebbe partecipare alle feste di uomini bollati di infamia, che si sono allontanati da Dio, che hanno provocato l’ira del Signore! Ditemi, potreste sostenere la vista di uno che avesse ucciso vostro figlio? Lo stareste ad ascoltare? O non fuggireste lontano come se fosse il diavolo in persona? I Giudei hanno ammazzato il figlio del vostro Signore e voi osate andare insieme a loro, nello stesso luogo? Colui che è stato da loro ucciso vi ha fatto un così grande onore, elevandovi alla condizione di fratelli e di coeredi e voi lo disonorate a tal punto che frequentate i suoi assassini, che lo hanno crocifisso, partecipate alle loro feste, vi recate nei loro luoghi sacrileghi, entrate negli edifici empi e partecipate alla mensa dei demoni. È la morte che essi hanno inflitto a Dio che mi induce a chiamare così il digiuno degli ebrei. Per quale ragione non si dovrebbero chiamare servi dei demoni coloro che agiscono in modo del tutto contrario al volere di Dio? Vi aspettate forse un sollievo dai demoni? Quando, col permesso di Cristo i demoni entrarono nel corpo dei porci, li buttarono subito in mare (Mt. VIII, 31 segg); forse che risparmieranno i corpi degli uomini? Volesse il cielo che non uccidessero, e che non tendessero agguati! Hanno cacciato via dal Paradiso gli uomini, li hanno privati della gloria celeste, e ne rispetteranno i corpi? È ridicolo, sono false dicerie! I demoni sanno tendere insidie e recar danno, ma non portare aiuto: non hanno alcun riguardo per l’anima e l’avranno per il corpo? Tentano di cacciarci dal regno dei cieli e vorranno liberarci dai mali? Non avete udito il Profeta dire, anzi Dio stesso dirlo per mezzo del Profeta, che essi non possono farci né del bene né del male? E ammesso pure che essi possano e vogliano recare aiuto, il che non può essere, non bisogna esporsi al pericolo delle pene eterne per un piccolo guadagno di breve durata. Curerai il corpo per perdere l’anima? Il tuo scambio non è vantaggioso, irriti Dio creatore del corpo, e chiedi aiuto a chi ti tende insidie. Forse che con questo ragionamento, conoscendo la scienza medica, qualsiasi persona superstiziosa vi potrebbe indurre ad adorare, senza aver nulla in cambio, gli dei di altre genti? Infatti spesso anche i pagani hanno curato le malattie a modo loro ed hanno guarito dei malati. E ci faremo per questo partecipi della loro empietà? Lungi da noi! Ascolta quello che Mosè dice ai Giudei: "Se in mezzo a voi si alza un profeta o una persona che dormendo ha fatto un sogno, e vi predice un evento o un prodigio, e se questo evento o questo prodigio si verificano, e se allora colui vi dice: "Andiamo a servire gli dei stranieri che erano sconosciuti ai nostri padri", non ubbidite alle parole di quel sognatore" (Deut. XIII, 1). Il significato di queste parole è che se un profeta si alza e compie un atto prodigioso, come resuscitare un morto, o guarire un lebbroso o sanare uno storpio, e dopo aver compiuta questa azione straordinaria ti invita all’empietà, tu non dovrai obbedire solo per il fatto che si è verificato il prodigio. Perché? "Il tuo Dio ti metterà alla prova per vedere se tu lo ami con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima" (Deut. XIII, 3). Da quanto ho detto appare evidente che i demoni non guariscono. Ché, se qualche volta, col permesso di Dio guariscono come fanno gli uomini, questo permesso è concesso per metterti alla prova; non perché Dio non sappia come tu sei, ma perché tu impari a cacciar via quei demoni che guariscono. Ma che dirò delle cure del corpo? Se qualcuno ti minacciasse dell’inferno se non rinneghi Cristo, forse che tu lo ascolteresti? Se uno ti promette un regno purché tu abbandoni il figlio unico di Dio, voltagli le spalle, respingilo e detestalo; sii fedele discepolo di Paolo e ripeti le parole che ha pronunciato quel beato e generoso Apostolo a gran voce: "Sono sicuro che né la morte, né la vita, né gli angeli, né i principati, né le virtù, né le cose presenti, né le cose future, né l’altitudine, né la profondità, né alcuna creatura potrà separarci dalla carità divina che è in Gesù Cristo Nostro Signore" (Rom. VIII, 38-39). Né gli Angeli, né le virtù, né le cose presenti, né le cose future, nessun’altra creatura può separare l’Apostolo dalla carità di Cristo e tu te ne allontani per la salute del corpo? Che indulgenza si potrà mai sperare?Giustamente noi temiamo Cristo più della geenna e Lo preferiamo ad un regno. Supponiamo di ammalarci: è meglio che rimaniamo preda della malattia piuttosto che, per liberarcene, cadere nell’empietà. Se il demone ci guarisce, la sua guarigione nuocerebbe più che giovarci. Infatti avrà recato sollievo al nostro corpo che comunque poco dopo dovrà morire e marcire, mentre avrà danneggiata l’anima immortale. I demoni ci promettono la salute del corpo, mentre portano alla completa rovina la salute dell’anima, proprio come fanno i rapitori che promettono ai bambini dolciumi, focacce, dadi per giocare ed altri simili doni e dopo averli adescati li privano della libertà e della vita stessa.

Ebbene, miei cari, non tolleriamo questo, ma cerchiamo in ogni maniera di liberarci dall’empietà. Forse che Giobbe non avrebbe potuto lasciarsi convincere da sua moglie a bestemmiare Dio e liberarsi così dal male che lo affliggeva? "Pronuncia una parola contro Dio e morirai" (Giob. II, 9) gli diceva, ma egli preferì essere preda di tormenti e dolori e sopportare quelle terribili piaghe piuttosto che bestemmiare e liberarsi così dei mali che lo affliggevano. Devi imitare Giobbe anche se il demonio ti promette di guarirti per sempre dai mali che ti affliggono, non credergli e non ascoltarlo, proprio come ha fatto quel giusto che non si è lasciato persuadere dalla moglie. Sopporta con fermezza i tuoi mali piuttosto che annullare la tua fede ed annientare la salvezza della tua anima. Dio non ti abbandona, ma spesso colpisce il corpo con una infermità per darti maggior merito. Sopporta dunque per sentirti dire anche tu: "Perché credi che io ti abbia rivelato il mio responso se non perché tu ti dimostri giusto?" (Giob. XL, 8).

8 - Mi sarebbe possibile dire ancora molto su questi argomenti: ma affinché le considerazioni che avete udite non siano dimenticate, terminerò questa orazione con le parole già pronunziate da Mosè: "Prendo testimoni contro di voi il cielo e la terra" (Deut. XXX, 19). Se qualcuno di voi andrà alla festa delle Trombe o si recherà alla Sinagoga o salirà al tempio di Matrona o parteciperà ai loro digiuni o al loro Sabbato, o osserverà un qualsiasi rito giudaico, io almeno sarò innocente del sangue di tutti voi. Queste parole saranno presenti a me e a voi nel gran giorno di Nostro Signor Gesù Cristo: se voi obbedirete aumenteranno molto la vostra fiducia; se non obbedirete od oserete tenere nascosti tali misfatti, queste parole vi accuseranno aspramente. "Non evitai alcunché per farvi conoscere i disegni del Signore" (Atti XX, 27; Mt. XXV, 27). Ora io ho consegnato il denaro nelle mani del banchiere, tocca a voi farlo fruttare e far crescere il patrimonio ed adoperare il frutto dei sermoni per la salvezza dei vostri fratelli. "Ma non è spiacevole e odioso denunciare chi è caduto in quei peccati?". Altrettanto lo è il tacere. Infatti questo silenzio porterà danno tanto a voi che li coprite come a quelli che restano nascosti, poiché ci rende nemico il Signore! Non è meglio renderci odiosi ai nostri fratelli per la loro salvezza, piuttosto che suscitare contro di noi l’ira di Dio? Infatti nessuno di loro, benché indignato, potrà recarci danno, anzi alla fine ci ringrazierà per la medicina; mentre se taceremo e gli nasconderemo il male per amore di amicizia, causando la sua rovina, Dio ci punirà severamente.

Dunque tacendo ti rendi Dio nemico e nuoci al fratello, al contrario, denunziandolo e rendendolo noto, avrai Dio propizio e gioverai al fratello; mentre prima era furibondo, te lo farai amico, e ammaestrato dall’esperienza comprenderà che gli hai fatto del bene. Non pensate di fare un regalo ai vostri fratelli se vedendo il loro comportamento assurdo non li biasimate con tutte le vostre forze. Se ti avessero rubato una veste, forse che non considereresti ugualmente nemici tanto il ladro quanto colui che sapendo del furto non lo svela? La Chiesa, nostra Madre, non ha perso una veste soltanto ma un fratello, che il diavolo ha rapito di nascosto e trattiene nel giudaismo. Ma come? Tu conosci il rapitore, conosci la vittima, mi vedi far risplendere la dottrina come una fiaccola e cercarlo ovunque con dolore, e tu te ne stai zitto e non riveli nulla? Per te, quale indulgenza può esservi? Forse che la Chiesa non dovrà considerarti come un grande nemico, e giudicarti avversario e traditore?

In verità non avvenga mai che qualcuno di quelli che ascoltano questi consigli cada in tale colpa e tradisca un fratello per il quale Cristo è morto. Cristo versò per lui il suo sangue e tu non hai il coraggio di dire per lui una parola? Vi esorto a non esitare, ma appena usciti affrettatevi a questa cattura delle anime e ognuno di voi mi porti un malato. Può essere, al contrario, che non vi siano tanti uomini affetti da questo male, allora due o tre di voi o anche dieci o venti, ne portino uno, di modo che quel giorno visto nella rete il pesce pescato, io vi offra una più lauta mensa. Infatti quando avrò visto attuato il consiglio che vi ho dato, mi prenderò cura di loro con animo ancor più ardente, e tanto voi che loro ne trarrete grande vantaggio. Dunque non trascurate questo consiglio, ma le donne cerchino le donne, agli uomini il compito di conquistare gli uomini, ai servi i servi, ai liberi i liberi, ai fanciulli i fanciulli; ognuno infine con ogni cura cerchi di attirare quelli che sono corrotti dal male. Venite così alla prossima riunione, al fine di ricevere le nostre lodi, ma più che per i nostri rallegramenti per ottenere da Dio molta e ineffabile ricompensa, che vale molto di più delle fatiche. Voglia il Cielo che tutti la otteniamo per la grazia e la carità di Nostro Signor Gesù Cristo per il quale e con il quale sia gloria al Padre unitamente allo Spirito Santo, ora e sempre nei secoli dei secoli. Così sia.

cm814
01-12-02, 11:00
La ringrazio per aver postato questo materiale.... mi auguro si possa arrivare a fare un thread sulle "opinioni" che gli lartri hanno di noi cattolici. Ci si chiede di conoscerci??? bene, è qullo che dobbiamo fare...... :D

Affus
01-12-02, 11:56
Originally posted by cm814
La ringrazio per aver postato questo materiale.... mi auguro si possa arrivare a fare un thread sulle "opinioni" che gli lartri hanno di noi cattolici. Ci si chiede di conoscerci??? bene, è qullo che dobbiamo fare...... :D


Professore non ho che dire ; il giudaismo è veramente un 'eresia , come il marxismo e come tutte le peggiori eresie del nostro secolo .
Noi abbiamo il dovere di combattre solo le eresie .
Io conosco una sola maledizione di Dio a una stirpe ; quella di
Noe' ai Camiti , ma che nella fede inCristo sono fratelli privilegiati .
Hoi pochi minuti e debbo andare adesso .

cm814
01-12-02, 12:08
Originally posted by Affus



ma che nella fede inCristo sono fratelli privilegiati .
.

In Cristo???????????
Ma se è venuto tra i suoi e non l'hanno accolto????
Egli, il Signore, è il completamento della Legge: chi non lo ha accolto, si trova con una legge incompiuta.
Altro che privilegio!

franco damiani (POL)
01-12-02, 16:51
Originally posted by cm814


In Cristo???????????
Ma se è venuto tra i suoi e non l'hanno accolto????
Egli, il Signore, è il completamento della Legge: chi non lo ha accolto, si trova con una legge incompiuta.
Altro che privilegio!
Spero, caro cm814, che tu cominci a capire che razza di figuro è Affus. Al quale qualcuno dovrà pur spiegare che ERESIA è "un errore dell'intelletto, in seguito al quale UN BATTEZZATO nega pertinacemente una verità rivelata da Dio e proposta dalla Chiesaa credere, oppure ne dubita soltanto". L'ebraismo talmudico rientra piuttosio nelle fattispecie dell'idolatria e della bestemmia.

Affus
01-12-02, 17:55
Originally posted by cm814


In Cristo???????????
Ma se è venuto tra i suoi e non l'hanno accolto????
Egli, il Signore, è il completamento della Legge: chi non lo ha accolto, si trova con una legge incompiuta.
Altro che privilegio!


Cristo è il superamento della legge ,ma solo nella fede .
La fede non si puo imporre a chicchesia ma la legge naturale la si puo imporre a tutti . I comandamenti sono la legge naturale , mentre "volgi l'altra guancia" fa parte della legge evangelica e non si impone a nessuno . "Se vuoi......."
La maledizione di Dio sui Camiti per motivi morali , si è reaizzata in pieno , basta guardare i fatti . Anche quella sulle altre due stirpi si è realizzata . I Japetiti abitano infatti nella tenda dei semiti avendo fatto loro il Dio dei semiti .
Con la venuta di Cristo non esiste piu nè giudeo ne greco .
Non esite maledizione di Dio che tenga ,anzi il piu piccolo diventa il piu grande . Ma che sto parlando arabo ?

Affus
01-12-02, 18:02
Originally posted by franco damiani

Spero, caro cm814, che tu cominci a capire che razza di figuro è Affus. Al quale qualcuno dovrà pur spiegare che ERESIA è "un errore dell'intelletto, in seguito al quale UN BATTEZZATO nega pertinacemente una verità rivelata da Dio e proposta dalla Chiesaa credere, oppure ne dubita soltanto". L'ebraismo talmudico rientra piuttosio nelle fattispecie dell'idolatria e della bestemmia.

Caro Professore il mio programma è stato regolarmente accettato
su un portale ufficiale della Chiesa Cattolica Italiana , mantre se lei prova a postare qualcosa di suo sui portali di area cattolica , la sbattono regolarmente fuori come eretico.
Lei parla in stato di peccato mortale perchè ha rifiutato il Concilio Vaticano II ed il papa . Lei stesso ha detto che chi rifiuta il Concilio commette peccato!
Allora lei e i suoi complici è coscientemente un grande peccatore !
Le vostre stesse parole vi condannano .
ossequi

cm814
01-12-02, 18:09
Originally posted by Affus




Con la venuta di Cristo non esiste piu nè giudeo ne greco .


Affus, la venuta di Gesù giustifica solo coloro che credono in Gesù e in quello che ha detto. E per quanto riguarda la legge naturale, che sarebbe quella di Mosè, ti ricordo che, ad esempio, spiriti molto "liberi", da Pico della Mirandoila a Tommaso campanella (quindi non maestri di pensiero del tradizionalismo) la pensavano diversamente, ritenendo il cristianesimo molto vicino alla religione naturale.

Tra l'altro, non mi pare che la legge del decalogo sia poi così "naturale":

desiderare la donna e la roba altrui è naturale, e la sodomia, fra eterosessuali, è molto pratica nelo mondo attuale.
Se naturale significa che possa essere accettata da tutti, perfino il buon Mosé meriterebbe il bando - e difatti....!!!! ;)

Affus
01-12-02, 18:29
Originally posted by cm814


Affus, la venuta di Gesù giustifica solo coloro che credono in Gesù e in quello che ha detto. E per quanto riguarda la legge naturale, che sarebbe quella di Mosè, ti ricordo che, ad esempio, spiriti molto "liberi", da Pico della Mirandoila a Tommaso campanella (quindi non maestri di pensiero del tradizionalismo) la pensavano diversamente, ritenendo il cristianesimo molto vicino alla religione naturale.

Tra l'altro, non mi pare che la legge del decalogo sia poi così "naturale":

desiderare la donna e la roba altrui è naturale, e la sodomia, fra eterosessuali, è molto pratica nelo mondo attuale.
Se naturale significa che possa essere accettata da tutti, perfino il buon Mosé meriterebbe il bando - e difatti....!!!! ;)


Ma tu per capire cosa sia la legge naturale , dove vai a cercarla ?
Anche Hobbes voleva capire cosa fosse la legge naturale per stabilire i principi del comportamento umano universale .
Ma lui la ando a cercare dagli etnologi e dagli antropologi , ando da Darwin !
Non sono questi che conoscono l'uomo e fanno testo .
Chi ha creato l'uomo puo dirci cosa sia la legge naturale .
Se ti leggei i primi capitoli della Veritatis Splendor , ti accorgi che il Papa dice che la legge naturale non è il naturalismo , ma i dieci comandamenti dati a Mose sul Sinai .

cm814
01-12-02, 18:43
Originally posted by Affus



Ma tu per capire cosa sia la legge naturale , dove vai a cercarla ?
Anche Hobbes voleva capire cosa fosse la legge naturale per stabilire i principi del comportamento umano universale .
Ma lui la ando a cercare dagli etnologi e dagli antropologi , ando da Darwin !
Non sono questi che conoscono l'uomo e fanno testo .
Chi ha creato l'uomo puo dirci cosa sia la legge naturale .
Se ti leggei i primi capitoli della Veritatis Splendor , ti accorgi che il Papa dice che la legge naturale non è il naturalismo , ma i dieci comandamenti dati a Mose sul Sinai .

Affus, innanzi tutto Hobbes non è andato da Darwin ma, semmai, è il contrario, per ovvie ragioni cronologiche.
Io posso capire tutto, tranne il capovolgimento totale della prospettiva Cattolica: mettere da parte la legge di Gesù per quella di Mosé mi pare IRRISPETTOSO per il Signore, se non addirittura ERETICO.
La legge che noi Cattolici conosciamo è Gesù, solo Lui. Punto.
Per quanto riguarda il papa, ci mancava pure che richiamasse al naturalismo.
La Storia ha mostrato la grandezza della morale cattolica, fondata sul rispetto NON-FORMALISTICO della Vita, sui Principi dell'Amore e sulla grandezza dell'uomo che vi si applichi.
Il Signore è la "Via, la Vertià e la Vita". Nessun altro.

"Chi pensate ch'io sia???".
Dovresti sapèere come rispose Pietro.

Voglio capire quello che vuoi dire: ma il consensum omnium è di chiara marca DC, e sappiamo che frutti ha dato.
O con Dio, o con Mammona.....
se hai paura delle conseguenze, nessuno ti obbliga a riconoscere il Cristo come Messia. Ma una volta riconosciuto, non possiamo tornare indietro.....

a me di che pensano gli altri non m'importa un fico secco!!!!!
La storia del Decalogo come legge naturale è comprensibile: ma qui a dire che è l'unica legge, e che a quella dobbiamo ritornare, mi pare eccessivo. Anche perchè, non sulle parole di Mosè la Civiltà Occidentale si è modellata, ma su quelle dei Vangeli!

Affus
01-12-02, 19:01
[QUOTE]Originally posted by cm814
[B]

Affus, innanzi tutto Hobbes non è andato da Darwin ma, semmai, è il contrario, per ovvie ragioni cronologiche.
Io posso capire tutto, tranne il capovolgimento totale della prospettiva Cattolica: mettere da parte la legge di Gesù per quella di Mosé mi pare IRRISPETTOSO per il Signore, se non addirittura ERETICO.
La legge che noi Cattolici conosciamo è Gesù, solo Lui. Punto.
Per quanto riguarda il papa, ci mancava pure che richiamasse al naturalismo.
La Storia ha mostrato la grandezza della morale cattolica, fondata sul rispetto NON-FORMALISTICO della Vita, sui Principi dell'Amore e sulla grandezza dell'uomo che vi si applichi.
Il Signore è la "Via, la Vertià e la Vita". Nessun altro.

"Chi pensate ch'io sia???".
Dovresti sapèere come rispose Pietro.




Caro CM814

, ma stiamo parlando di politica oppure di ascetica del vangelo ?
Ci stiamo esortando sul vangelo e sulla salvezza, oppure volgiamo parlare di politica .
Cristo non è venuto a parlare di politica , ma di salvezza ; si è rifiutato di fare il politico . Vogliamo paralere di come attuare il discorso della montagna oggi ?
Ebbene, chiamiamo subito i musulmani e facciamoli venire .....
Non perdiamo piu tempo

cm814
01-12-02, 19:05
Originally posted by Affus
[QUOTE]Originally posted by cm814
[B]

Affus, innanzi tutto Hobbes non è andato da Darwin ma, semmai, è il contrario, per ovvie ragioni cronologiche.
Io posso capire tutto, tranne il capovolgimento totale della prospettiva Cattolica: mettere da parte la legge di Gesù per quella di Mosé mi pare IRRISPETTOSO per il Signore, se non addirittura ERETICO.
La legge che noi Cattolici conosciamo è Gesù, solo Lui. Punto.
Per quanto riguarda il papa, ci mancava pure che richiamasse al naturalismo.
La Storia ha mostrato la grandezza della morale cattolica, fondata sul rispetto NON-FORMALISTICO della Vita, sui Principi dell'Amore e sulla grandezza dell'uomo che vi si applichi.
Il Signore è la "Via, la Vertià e la Vita". Nessun altro.

"Chi pensate ch'io sia???".
Dovresti sapèere come rispose Pietro.




Caro CM814

, ma stiamo parlando di politica oppure di ascetica del vangelo ?
Ci stiamo esortando sul vangelo e sulla salvezza, oppure volgiamo parlare di politica .
Cristo non è venuto a parlare di politica , ma di salvezza ; si è rifiutato di fare il politico . Vogliamo paralere di come attuare il discorso della montagna oggi ?
Ebbene, chiamiamo subito i musulmani e facciamoli venire .....
Non perdiamo piu tempo


Affus, fammi capire: tu credi che sia possibile distinguere l'essere (attenzione: essere!!!!) cattolico dalla prassi (fare) politica??????:eek:

franco damiani (POL)
01-12-02, 20:41
Originally posted by Affus


Caro Professore il mio programma è stato regolarmente accettato
su un portale ufficiale della Chiesa Cattolica Italiana , mantre se lei prova a postare qualcosa di suo sui portali di area cattolica , la sbattono regolarmente fuori come eretico.
Lei parla in stato di peccato mortale perchè ha rifiutato il Concilio Vaticano II ed il papa . Lei stesso ha detto che chi rifiuta il Concilio commette peccato!
Allora lei e i suoi complici è coscientemente un grande peccatore !
Le vostre stesse parole vi condannano .
ossequi
In peccato mortale sei tu perché professi dottrine condannate dalla Chiesa. Sfido che la "Chiesa" attuale, priva di guida formale dal 1965, accoglie i tuoi programmi. A me basta seguire la dottrina di sempre. Ho scritto che chi rifiuta il Concilio commetterebbe peccato se si trattasse di un Concilio legittimo: siccome però i suoi decreti sono stati promulgati da una persona priva dell'autorità formale, non ha alcun valore e ogni cattolico ha il dovere di condannarlo.
Sei un povero esaltato che suscita solo compassione. Chi sarebbero i miei "complici"?

franco damiani (POL)
01-12-02, 20:49
In altre parole, se sono in peccato mortale io lo sono stati tutti i Papi, i Santi, i Padri e i Dottori della Chiesa fino al Vaticano II. Pensa come sarebbe pieno l'Inferno. I primi salvati sarebbero i vaticanosecondisti.

Ma non dovevo fare il segretario del tuo "movimento", del quale comincio a sospettare che tu sia il fondatore, il presidente, il segretario, il magazziniere, il fattorino e l'unico membro?

Affus
01-12-02, 23:07
Originally posted by franco damiani

In peccato mortale sei tu perché professi dottrine condannate dalla Chiesa. Sfido che la "Chiesa" attuale, priva di guida formale dal 1965, accoglie i tuoi programmi. A me basta seguire la dottrina di sempre. Ho scritto che chi rifiuta il Concilio commetterebbe peccato se si trattasse di un Concilio legittimo: siccome però i suoi decreti sono stati promulgati da una persona priva dell'autorità formale, non ha alcun valore e ogni cattolico ha il dovere di condannarlo.
Sei un povero esaltato che suscita solo compassione. Chi sarebbero i miei "complici"?

Anche Lutero diceva quello che dice lei ora del papa per sostenere le sue eresie . Io credo tutto quello che dice il vaticano II , solo che cerco di metterelo in pratica , questa è la mia colpa .
Le sue eresie non si contano, se poi andiamo col bisturi a vedere cosa dice e cosa crede , meriterebbe il rogo come Giordano Bruno . Non io , s'intende , ma un regolare tribunale ecclesiastico !
Faccio male a sognare di rivivere quel perido ?

franco damiani (POL)
02-12-02, 01:22
Originally posted by Affus


Anche Lutero diceva quello che dice lei ora del papa per sostenere le sue eresie . Io credo tutto quello che dice il vaticano II , solo che cerco di metterelo in pratica , questa è la mia colpa .
Le sue eresie non si contano, se poi andiamo col bisturi a vedere cosa dice e cosa crede , meriterebbe il rogo come Giordano Bruno . Non io , s'intende , ma un regolare tribunale ecclesiastico !
Faccio male a sognare di rivivere quel perido ?

Ah, ignorantello: Lutero negava in radice l'autorità del Papa (iniziale maiuscola), io invece la difendo.
Ma poche ore fa non dovevo fare il segretario del tuo "movimento"? E quali sarebbero le mie "eresie" (abbiamo visto poc'anzi che non sai nemmeno il significato della parola)? Ancora: contro quali comandamenti avrei commesso i miei "peccati mortali" (strano: or non è guari il mio confessore mi ha assolto)? Tu meriteresti solo una buona dose di scapaccioni e qualche salutare pedata nel didietro.

Affus
02-12-02, 01:36
Originally posted by franco damiani


Ma poche ore fa non dovevo fare il segretario del tuo "movimento"? E quali sarebbero le mie "eresie" (abbiamo visto che non sai nemmeno il significato della parola)? Ancora: contro quali comandamenti avrei commesso i miei "peccati mortali" (strano: or non è guari il mio confessore mi ha assolto)?


Beh , e' ancora troppo lontano dallo spirito del nostro movimento .

Poi bisogna essere cattolici ferventi e miltanti .
L'sistituzine petrina va sempre difesa a torto o a ragione .....
Lei con un processo psicologico non razionale , subito demonizza i suoi avversari e si crede nel giusto .
Il suo è soprattutto un peccato d'orgoglio , roba che i confessori possono farci poco . Con un'assoluzione ci fa poco .

franco damiani (POL)
02-12-02, 01:57
Originally posted by Affus



Beh , e' ancora troppo lontano dallo spirito del nostro movimento .

Poi bisogna essere cattolici ferventi e miltanti .
L'sistituzine petrina va sempre difesa a torto o a ragione .....
Lei con un processo psicologico non razionale , subito demonizza i suoi avversari e si crede nel giusto .
Il suo è soprattutto un peccato d'orgoglio , roba che i confessori possono farci poco . Con un'assoluzione ci fa poco .

Hai capito: ma non è Gesù stesso che assolve? Non mi sarai mica tu il luterano, eh?
L'istituzione petrina va difesa quando è tale, cioè quando insegna la dottrina che le è stata affidata. Quando ne insegna un'altra, cioè quando non è tale, va combattuta. Tu sei papista, non cattolico. Io, come tutti, sono nel giusto quando cammino con la Chiesa, sono nel torto quando me ne allontano. I miei avversari non sono nemici personali, che non ho e non voglio avere: sono nemici della fede. Ora, untorello mio, ti ho dedicato anche troppo tempo e ti avverto che non leggerò nemmeno le tue prossime querule e petulanti repliche.