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Visualizza Versione Completa : Scoperta una grotta con una volta di ghiaccio fossile



friuli
02-12-02, 17:54
Un tesoro sul Cjadenis
Il ritrovamento permetterà altre conoscenze geologiche e climatiche

Nell'anno della montagna e della speleologia, le Alpi Carniche svelano uno dei più grandi tesori celati in uno scrigno di roccia vecchia più di 400 milioni di anni.

Ai soci del centenario Circolo Speleologico ed Idrologico Friulano è toccata al fortuna di accedere ad una nuova cavità che si apre a 2250 metri di quota nel gruppo dei monti Avanza e Cjadenis ai confini con al Regione Veneto, in comune di Forni Avoltri.
Alcuni giorni orsono infatti è stata scoperta una nuova grotta che si potrebbe definire come un eccezionale laboratorio naturale della geologia, della climatologia e della speleologia.

Dopo un breve arrampicata che conduce all'ingresso, ci si immette in quello che un tempo era una condotta forzata percorsa da acque impetuose e che ora è un ramo asciutto e levigato, abitato in estate da gruppi di pipistrelli.
Arrivati in una saletta a circa 20 metri dall'entrata, già si vedono i segni del lento ed inesorabile movimento delle montagne. Il soffitto e segnato da un profonda spaccatura con i lembi sconnessi (foto 1), risalito un breve condotto alcuni massi bloccano apparentemente ogni prosecuzione, un rapido intervento di disostruzione manuale, consente agli speleologi Adalberto D'Andrea, Loris Biasizzo, Pietro Donatis, Stefano Turco e Andrea Mocchiutti di proseguire nelle esplorazioni. Pochi metri più in la c'è una grande sorpresa ad attenderli, il soffitto della grotta è completamente ricoperto da una spessa coltre di ghiaccio fossile, di un colore azzurro intenso, la volta levigata in ampie cupole riflette con la sua miriade di cristalli la luce delle fiammelle poste sui caschi(foto 2). Per alcuni secondi regna un profondo silenzio, rotto poi dalle esclamazioni di gioia variopinte ed impronunciabili come sanno fare bene gli speleologi. Lo spettacolo è notevole, il ghiaccio si alterna in strati, compatto come la roccia, lungo tutto il condotto fino ad una sala (foto 3). A sinistra un ampio meandro, a destra concrezioni e colate di ghiaccio che conducono ad un ulteriore sala ricca di cristalli di aragonite, un minerale piuttosto raro in queste zone. Sul soffitto i segni chiari del movimento recente di queste vecchie montagne che tanti si ostinano a reputare immobili, faglie e condotte traslate ne sono limpidi testimoni.

Fino a qui l'entusiasmo della scoperta speleologica, ma insieme ad essa la grande importanza della scoperta scientifica, l'analisi di quel ghiaccio fossile azzurro e compatto, imprigionato dentro al montagna potrà raccontarci la storia di climi passati, forse dell'ultima grande glaciazione di 20 mila anni fa, e aiutarci a comprendere un tassello in più della complessa dibattuta mutazione climatica di cui anche noi siamo testimoni(foto 4). L'analisi degli isotopi potrà darci informazioni sulla temperatura del clima, e lo studio del carbonio 14, su minuscoli resti organici imprigionati nel ghiaccio, potrà indicarsi il tempo trascorso.
La grotta in questo caso si è dimostrata anche un eccezionale registratore degli eventi sismotettonici che perturbano le forme ed i depositi nel suo interno. Per le sue caratteristiche, ha preservano, infatti, le testimonianze di eventi sismici passati e recenti. La forma delle dislocazioni presenti al suo interno indica che il settore nord occidentale è molto più dinamico di quel che si pensa, i dati ricavabili da questa grotta daranno utili indicazioni sullo studio dei terremoti della nostra regione.
Le analisi di alcuni campioni di minerali prelevati potranno forse concedere ulteriori sorprese mineralogiche.http://www.fradis.it/territorio/circolo_speleo/img/img_circolo/grGhiaccio1b.jpeg http://www.fradis.it/territorio/circolo_speleo/img/img_circolo/GrGhiaccio3.jpeg