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Ulrich Realist
15-12-02, 19:16
LETTERE DALL’EUROPA PARIGI, DICEMBRE 02


PREMESSA. Obiettivi delle Lettere dall’Europa

1. Aiutare i lettori a capire quali sono i motivi originarii per cui l’Italia é l’unico Paese della U.E. (di quella parte della U.E. che é a Nord delle Alpi), ove:

“ la costituzione e le leggi si applicano quando capita
“ i diritti riconosciuti dai sacri testi al cittadino, si applicano in realtà solo se fa comodo
“ nessuna struttura statale (e talvolta quelle private, vedi FIAT) funziona in modo soddisfacente.

2. Per arrivare a spiegare tanto, é necessario capire:

- come si vede l'Italia dall'Europa
- quali sono le cause primarie dei suoi guai (cause sconosciute dagli Italiani, che credono di essere in un Paese normale);
- che chances ci sono per il Paese di riprendersi, anche in termini di competizione economica.

In pratica i due obiettivi suddetti necessitano esaminare il divario enorme (e in progressione) fra l’Italia e l’Europa. E capire quale é stata la degradazione italiana degli ultimi 20/25 anni.

Antonio Greco Mansi
ANGREMA@wanadoo.fr
Lettera N. 5

GRIGIO ITALIANO

Due notizie a fine 2002. l'Italia, in un anno, é discesa nella classifica del World Economic Forum dalla 26/a alla 39/posizione. Altra notizia, l’indice (europeo) della Libertà Economica: l'Italia é al 14/mo posto, seguita nella classifica solo da Grecia. Da notare che la Spagna é passata, quest'anno, dal 13/mo posto all'8/vo posto.

Spiacevole per chi tiene al proprio posto di lavoro, ma non sorprendente gli Italiani all'estero. In Europa si osserva da anni un'accelarazione negativa del sistema Italia !

Il problema di base. Molti Italiani credono di essere in un Paese normale. Sono abituati (soprattuto nelle strutture pubbliche) alla grandi differenze fra gli obbiettivi dichiarati e i risultati ottenuti. Sopportano anche, come una normalità, le prepotenze di piccoli e grandi VIPs. Non si sorprendono se non riescono a veder realizzati alcuni loro diritti. Si contentano che le leggi affermino che tali diritti esistono. Una situazione simile non esiste nel resto della U.E., almeno a Nord delle Alpi.

Definiamo cosi il sistema Italia:

l’Italia è l’unico Paese della U.E. ove:
- esiste una forbice, che sempre più si allarga, fra i diritti dei cittadini consegnati dalle leggi e la loro applicazione pratica;
- cittadini che vogliono difendere i loro diritti, ci riescono meglio con l’aiuto di un padrino che usando i meccanismi sociali;
- la giustizia troppo raramente è capace di punire i colpevoli;
- l’impunità è spesso garantita a chi infrange la legge, specie se potente. Si é mai pensato al potente effetto di trascinamento, ad ogni infrazione della legge di un potente?

Una delle più grosse differenze rispetto al resto della U.E. è la bassissima efficienza sia dei servizi pubblici, che delle grosse strutture private. Un’altra caratteristica tipica della vita sociale italiana è l’imprevedibilità, la difficoltà e l’inaffidabilità del quadro sociale entro cui operano tanti imprenditori. Per cui è difficile far coincidere i risultati raggiunti con i programmi previsti nelle attività intraprese.

In tale quadro sociale, tutti i giorni e in tutti i luoghi avviene quello che Severgnini ha indicato, cioè che “ogni cittadino ha creato un codice à la carte. Prende quello che gli va e ignora il resto.”

Tale fenomeno è una delle cause della forbice che si allarga fra Italia e U.E.. Infatti nel resto della U.E. la legge è rispettata, diciamo, nel 99 % dei casi, e nello stesso modo. Non ci sono interpretazioni “à la carte”, le quali sono invece possibili quando le leggi stesse sono mal scritte o mal applicate. Nella gran parte dei Paesi U.E. c’è l’abitudine a scrivere testi chiari (non solo le leggi, ma tutto; non solo l’operatore privato ma anche il funzionario pubblico), definiti dopo riflessione, correzioni, analisi, confronti o discussioni serie. Allora ci sarà, di conseguenza, una sola interpretazione. Cio’ non avviene in Italia, divenuto da alcuni anni, ancora di più, il Paese della confusione e del vivere alla giornata.

Da noi, che siamo ben noti come artisti e creatori, troppo spesso si inventa, si tenta, anzi si improvvisa, si pensa “o la va o la spacca”. Risultato: le leggi, i regolamenti, i contatti, gli accordi fra imprenditori hanno troppo spesso una dose di imprecisione, di poco chiaro, da interpretare o lasciar cadere. Inoltre in Italia, ancor più oggi, le responsabilità di quanto si é detto e fatto di scorretto sono ignorate, trascurate. L’impunità sta divenendo la regola. Di conseguenza il cittadino danneggiato e insoddisfatto diviene volentieri evasore, infrange la legge, crea la sua eccezione, opera ai margini della legge o al di fuori di essa, vive di complicità.

In sintesi: nella vita sociale della U.E. il bianco e il nero prevalgono, da noi il grigio è il colore più diffuso. Qualcuno potrebbe chiedersi perché è prevalso in Italia il grigio negli ultimi decenni. Difficile provarlo, ma sono chiari i numerosi componenti che hanno fatto del sistema Italia un’insalata dai variegati toni di grigio.

Nella povera Italia, cosi come si è ridotta negli ultimi due o tre lustri, ove troppe cose sono confuse, ha prevalso una deriva semplice, che si è affermata o è stata imposta con sempre maggior vigore dai politici di alto e medio calibro: il doppio scenario. Un’apparente correttezza sulla scena pubblica ed un affarismo deteriore e scorretto in privato. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il sistema Italia sembra essere l’unico sistema nella U.E. che non funziona. I cittadini italiani sono di conseguenza gli unici cittadini non protetti dalle leggi. Possono comunque consolarsi vantandosi spesso di non essere chiamati in causa e puniti per infrazioni alla legge.

E come potrebbe essere altrimenti in un Paese ove sono praticati e accettati i seguenti principi:

- le classi dirigenti di medio ed alto livello sono selezionate per co-optazione o trattative private;
- l’impunità dei colpevoli è garantita quando essi hanno una fetta di potere.


La domanda che resta da fare è: ci contentiamo di restare in fondo alle classifiche internazionali, o vogliamo riprender quota ? Riflettiamo sulle degradazioni degli anni recenti e vogliamo invertire la tendenza ? O lasciamo correre e neghiamo un futuro ai nostri figli (i quali troveranno un buon lavoro a Londra o Parigi) ?
In quest’ultimo caso diciamo pubblicamente la verità, non facciamo gli struzzi: siamo un Paese in via di sottosviluppo ! Ma se vogliamo invece invertite la tendenza, c’é un solo modo: iniziamo una riflessione realistica e cerchiamo cosa non va. La lista é lunga !

Antonio Greco
ANGREMA@wanadoo.fr

Dragonball (POL)
15-12-02, 20:28
Leggendo i suoi post,mi pare che le sue siano buone considerazioni. ;)

Dragonball (POL)
15-12-02, 20:31
Venezia, 16:53
Pubblica amministrazione, Italia ultima in efficienza

L'Italia, ultimo tra i paesi più industrializzati, è al quarantesimo posto per efficienza nei rapporti tra pubblica amministrazione e imprese e si colloca così ultimo tra i paesi più industrializzati, mentre scende dalla 27/ma alla 37/ma posizione per la qualità complessiva delle istituzioni pubbliche.
E' quanto emerge da una ricerca dell'associazione artigiani della Cgia di Mestre che ha messo a confronto i risultati ottenuti con quelli di un'indagine realizzata su scala mondiale dal World Economic Forum.

Gli artigiani della Cgia vedono "nell'inefficienza del nostro sistema pubblico uno degli elementi che condizionano la perdita di competitività del sistema Italia. Le nostre istituzioni pubbliche - afferma in una nota - perdono sempre più terreno nei confronti dei paesi più industrializzati del mondo". (red)