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Visualizza Versione Completa : Chi vuole ancora i Savoia?



Montebardosu
15-12-02, 21:53
I tardi rampolli della meno nobile dinastia del mondo, il mercante d'armi Vittorio Emanuele di Savoia ed il figlio Emanuele Filiberto, con la sua aria da efebo, si apprestano a rientrare trionfalmente in Italia e, ahimé, anche in Sardegna, non dalla porta di servizio, né dal portone d'uso comune, ma dalla porta delle solennità, quella grande che si apre una volta ogni tanto. Se ancora non hanno fatto valere il riacquistato diritto legale è proprio perché desiderano essere ricevuti dal capo dello stato italiano, per cui il rinvio delle date tiene in suspence gli italiani monarchici e non.

In loro onore ho pensato di spulciare qualche tratto significativo della loro miserabile storia, per ora soltanto da quando Vittorio Emanuele II divenne re d'Italia (1861).

La versione italiana della monarchia costituzionale nacque ... perché rispondeva alle esigenze di un piccolo gruppo di uomini politici .... come strumento per mantenere l'unità nazionale, come freno alle azioni irresponsabili del monarca ...

Vittorio Emanuele II era incapace di scrivere una sola pagina di prosa....

Ricasoli - come d'Azeglio e Cavour - nutriva parecchie riserve su quel monarca i cui intrighi politici creavano difficoltà al governo a i cui ben noti peccatucci sessuali diminuivano il rispetti dovuto alla corona: a un ambasciatore straniero il nuovo capo dell'esecutivo italiano (NOTA: Ricasoli era succeduto a Cavour) ebbe a dire che il "re era indegno di Bettino Ricasoli".

Come diceva, lamentandosene, l'ambasciatore prussiano, i discorsi del re durante le udienze raramente si discostavano dagli argomenti militari. Un altro ospite straniero raccontava che Vittorio Emanuele amava parlare di battaglie e di stragi "con un linguaggio di bassa macelleria", come se gli piacesse l'idea di un campo di battaglia ridotto ad un carnaio" ..... disse alla regina Vittoria di non provare alcun dolore per i morti in guerra e le confidò che egli viveva unicamente per la guerra, fino al punto che avrebbe "sterminato" volentieri tutti gli austriaci...

Infiammato da queste fantasie .....senza consultare i suoi ministri, inviò in vari paesi d'Europa degli emissari personali..... L'asistenza di questa doplomazia segreta del re d'Italia era ben nota nelle altre capitali europee, che la deploravano.... Alcuni di questi emissari erano pittoreschi avventurieri incerca di emozioni, altri erano oscuri mercenari, non molto lontani dal mondo della malavita, che ben si confacevano a quella che l'ambasciatore britannico chiamava "la forte predilezione di Vittorio Emanuele di Savoia per i furfanti e le spie, di sesso maschile e femminile".

Ritengo sia meglio assaporare un po' per volta queste delizie. Ancora siamo sul soft. Continueremo la prossima volta.

:rd

18-12-02, 00:23
Originally posted by sosunturzos
I tardi rampolli della meno nobile dinastia del mondo, il mercante d'armi Vittorio Emanuele di Savoia ed il figlio Emanuele Filiberto, con la sua aria da efebo, si apprestano a rientrare trionfalmente in Italia e, ahimé, anche in Sardegna, non dalla porta di servizio, né dal portone d'uso comune, ma dalla porta delle solennità, quella grande che si apre una volta ogni tanto. Se ancora non hanno fatto valere il riacquistato diritto legale è proprio perché desiderano essere ricevuti dal capo dello stato italiano, per cui il rinvio delle date tiene in suspence gli italiani monarchici e non.

In loro onore ho pensato di spulciare qualche tratto significativo della loro miserabile storia, per ora soltanto da quando Vittorio Emanuele II divenne re d'Italia (1861).

La versione italiana della monarchia costituzionale nacque ... perché rispondeva alle esigenze di un piccolo gruppo di uomini politici .... come strumento per mantenere l'unità nazionale, come freno alle azioni irresponsabili del monarca ...

Vittorio Emanuele II era incapace di scrivere una sola pagina di prosa....

Ricasoli - come d'Azeglio e Cavour - nutriva parecchie riserve su quel monarca i cui intrighi politici creavano difficoltà al governo a i cui ben noti peccatucci sessuali diminuivano il rispetti dovuto alla corona: a un ambasciatore straniero il nuovo capo dell'esecutivo italiano (NOTA: Ricasoli era succeduto a Cavour) ebbe a dire che il "re era indegno di Bettino Ricasoli".

Come diceva, lamentandosene, l'ambasciatore prussiano, i discorsi del re durante le udienze raramente si discostavano dagli argomenti militari. Un altro ospite straniero raccontava che Vittorio Emanuele amava parlare di battaglie e di stragi "con un linguaggio di bassa macelleria", come se gli piacesse l'idea di un campo di battaglia ridotto ad un carnaio" ..... disse alla regina Vittoria di non provare alcun dolore per i morti in guerra e le confidò che egli viveva unicamente per la guerra, fino al punto che avrebbe "sterminato" volentieri tutti gli austriaci...

Infiammato da queste fantasie .....senza consultare i suoi ministri, inviò in vari paesi d'Europa degli emissari personali..... L'asistenza di questa doplomazia segreta del re d'Italia era ben nota nelle altre capitali europee, che la deploravano.... Alcuni di questi emissari erano pittoreschi avventurieri incerca di emozioni, altri erano oscuri mercenari, non molto lontani dal mondo della malavita, che ben si confacevano a quella che l'ambasciatore britannico chiamava "la forte predilezione di Vittorio Emanuele di Savoia per i furfanti e le spie, di sesso maschile e femminile".

Ritengo sia meglio assaporare un po' per volta queste delizie. Ancora siamo sul soft. Continueremo la prossima volta.

:rd
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***QUOTE:
---"con un linguaggio di bassa macelleria", come se gli piacesse l'idea di un campo di battaglia ridotto ad un carnaio" ..... disse alla regina Vittoria di non provare alcun dolore per i morti in guerra e le confidò che egli viveva unicamente per la guerra, fino al punto che avrebbe "sterminato" volentieri TUTTI GLI AUSTRIACI..
_________________

Grande il nostro RE. Onore a Vittorio Emanuele II primo Re d' Italia.

Montebardosu
12-01-03, 20:48
Seconda puntata. Ancora su Vittorio Emanuele II "Padre della Patria". tratto da "I Savoia" di Denis Mack Smith.


Uno dei suoi agenti più fidati era il conte Ottaviano Vimercati, il quale, dopo una giovinezza dissoluta e dopo aver militato per qualche tempo nella Legione straniera francese, era stato introdotto d'autorità dal re tra il personale dell'ambasciata italiana a Parigi.
Un altro era il generale Paolo Solaroli, il quale, prima di far ritorno a Torino al servizio della monarchia, aveva guadagnato una fortuna sposando una principessa indiana, un terzo era il generale Stefano Tuerr, un profugo ungherese che aveva combattuto sotto (il mercenario) Garibaldi e in seguito si era fatto una posizione sposando un'ex-amante del re imparentata con Napoleone III.
Un altro agente, meno rispettbile, era il cavalier Enrico Bensa, la cui moglie era notoriamente intima del re; il Bensa diede una quantità di fastidi al governo italiano che, ricattato, fu infine costretto a liberarsi della sua presenza nominandolo console nell'Africa del Nord.

Il principale difetto di questa diplomazia segreta consisteva proprio nella preferenza di Vittorio Emanuele per degli inabili dilettanti a cui affidava delle missioni clandestine che ben di rado restavano segrete e che, oltre a creare confusione sull'orientamento della politica estera itagliana, danneggiavano anche il prestigio del committente. Quando uno di questi emissari fu catturato con addosso una serie di documenti compromettenti e bellicosi, il tentativo del Ricasoli di far guadagnare all'Italia la reputazione di paese pacifico in Europa perse ogni credibilità.

Anche Urbano Rattazzi fu inviato in missione segreta da Vittorio Emanuele presso l'imperatore Napoleone III, allo scopo di sapere se, in caso di attacco dell'Austria da parte della sola Italia e di una sua eventuale sconfitta, l'imperatore avrebbe garantito all'Italia stessa la conservazione di tutti i suoi territori.
(Quello stolto di) Vittorio Emanuele non aveva tenuto conto che la richiesta era contro gli stessi interessi francesi. Napoleone III si affrettò pertanto a mettere in guardia l'Austria e a prometterle il suo aiuto in caso di attacco italiota.

Nel gennaio 1862, ignorando che i suoi piani erano stati traditi, Vittorio Emanuele inviò Stefano Tuerr in Francia per informare l'imperatore che altri agenti della monarchia italiana stavano preparando un vasto movimento insurrezionale che avrebbe dovuto estendersi dalla Grecia al Montenegro e all'Albania; inoltre il rivoluzionario ungherese Lajos Kossuth aveva promesso di scatenare simultaneamente una rivolta nel cuore dell'impero austriaco e (il mercenario) Garibaldi aveva l'ordine di far scoppiare la rivoluzione sbarcando sulle coste dalmate.

Tutto ciò senza che né il Governo, né il Parlamento fossero stati informati. Tutti i ministri e gli uomini politici, escluso il re, sapevano peraltro che l'Austria e la Turchia avevano forze più che sufficienti per stroncare qualsiasi insurrezione

Ovviamente tale progetto così insensato suscitò l'ostilità della Francia e dell'Inghilterra, i due paesi del cui appoggio Vittorio Emanuele aveva maggiormente bisogno e senza il cui aiuto lo stato italiano non avrebbe neppure visto la luce. I Savoia dovevano agli inglesi la loro posizione in Europa e si può tranquillamente affermare che se essi erano ora i sovrani d'Italia lo dovevano all'Inghilterra. Vittorio Emanuele fu costretto a fare marcia indietro fornendo assicurazioni a tutti che egli non aveva alcuna intenzione di dichiarare guerre o far scoppiare rivoluzioni. Ma non gli credettero e i tre paesi, Inghilterra, Francia e Austria fecero fronte comune contro le ossessioni bellicistiche di (questo re buffone), che rappresentavano una minaccia costante contro tutto il continente.

Tuttavia il re non si rendeva conto delle conseguenze del suo comportamento. Su consiglio del Rattazzi egli anzi provocò la caduta del Governo col pretesto che i ministri avevano ostacolato i suoi piani di guerra!

Nelle prime settimane del 1862 fu anche lanciata una campagna giornalistica, finanziata coi fondi della corona, PER SCREDITARE l'autorità del Primo Ministro che, come si ricorderà era Bettino Ricasoli.

FU UN ALTRO GRAVE E PERICOLOSO SCANDALO.

**************************************************

Pur rendendomi conto che la storia è appassionante devo interrompere per far godere a tutti con calma, un po' alla volta, le deliziose vicende di una casa regnante di serie Z che nessuno Vi ha mai raccontato.

AVANTI SAVOIA!

Montebardosu
28-01-03, 02:42
3° episodio: Garibaldi ferito sull'Aspromonte.

Si è visto come a Vittorio Emanuele II prudessero continuamente le mani. La sua smania di belligerare era enorme. La sua stupidità pure, avendo istituito una ridicola rete di "diplomatici" segreti noti a tutti e compiendo le sue manovre di nascosto al Governo, che però ne era informato. A seguito dell'acuirsi del contrasto con le istituzioni dello Stato, mentre i deputati continuavano a sostenere Ricasoli, da palazzo reale partì una lettera al presidente del consiglio, nella quale si diceva che la sua politica era sbagliata e che il voto del Parlamento era irrilevante.
Tale lettera venne presa, da alcuni, come un virtuale colpo di stato, e Hudson la definì "una volgare pagliacciata" che mostrava come la corona stesse scivolando su una china pericolosa che avrebbe portato alla rovina la dinastia e la nazione.

Seguirono le ovvie dimissioni di Ricasoli e l'incarico di formare il nuovo governo venne affifato a Urbano Rattazzi. Ma non si trovarono deputati disposti a entrare in un governo presieduto da un favorito del re e vennero perciò richieste elezioni anticipate. Il re rifiutò le elezioni.
Si trattò di un momento veramente pericoloso per la corona e per il Parlamento, ma provvidenzialmente [venne trovata una soluzione]
Poiché evidentemente certi uomini politici di allora non erano come quelli di oggi,Ricasoli, [ nonostante] fosse personalmente indignato e in alcune lettere private parlasse del re in termini irriverenti e addirittura sprezzanti, fece una pubblica dichiarazione alla camera in cui si assumeva tutta la responsabilità degli avvenimenti e invitava i suoi amici a votare Rattazzi.
Così Rattazzi riuscì a mettere insieme un gabinetto eterogeneo, che comprendeva anche personaggi imposti dal re. Il colmo della vergogna e del disgusto fuche il giuramento [del nuovo governo] venne prestato in una casa privata appartenente alla principale amante del re, con la quale quest'ultimo aveva appena passato la notte.
- Chissà che buon profumo di fregna! -

Già prima della nomina dei nuovi ministri, Garibaldi era stato invitato a lasciare Caprera e presentarsi a palazzo per discutere un piano mirante alla creazione di un esercito di "volontari" [mercenari]...
L'intento del savoia era sempre quello di scatenare una grandiosa ondata di rivoluzioni in tutta l'Europa orientale, ma per nascondere ciò che si stava tramando, venne mandato a Londra un messaggio in cui si diceva che non sarebbe stato consentito alcun arruolamento di mercenari. Ma a Londra si sapeva sia delle fantasie del Savoia sulla Serbia, sia addirittura di altre sulla Svizzera, che avrebbe dovuto ingrandirsi a spese dell'Austria. A fine aprile sembrava che tutto fosse pronto perché, secondo il re, Garibaldi era sul punto di mettere a ferro e fuoco i Balcani, mentre un forte esercito italiano era in procinto di invadere l'Austria.
In realtà non era pronto niente, l'esercito non era in grado di combattere e i soldi che Garibaldi aveva ricevuto erano destinati a un altro scopo. A questo punto Garibaldi fece sapere che non aveva alcuna intenzione di sollevare i Balcani, ma che avrebbe fatto volta alla Sicilia per marciare su Roma.

Poiché nessuno gli disse niente, non fu fermato né arrestato, egli giunse in Sicilia dove incominciò ad arruolare volontari e lanciando proclami a nome di Vittorio Emanuele. In quella confusione, una cosa era certa: Garibaldi aveva ricevuto una quantità di denaro e di armi, quasi sicuramente da fonti ufficiali.

Egli, con quei proclami si era però spinto troppo oltre, tuttavia, avendo ricevuto numerosi autorevoli incoraggiamenti, anche dal presidente del consiglio, era era fiducioso che, qualora l'impresa fosse riuscita, nessuno lo avrebbe sconfessato.

L'inevitabile intervento della Gran Bretagna, provocò una serie di ambigue dichiarazioni da parte del Savoia e di incertezze da parte del governo che non sapeva come arrestare la marcia dell' "eroe" nazionale. Non sapeva e non voleva: quindi si comportava con ambiguità, sperando che le potenze internazionali accettassero il fatto compiuto..
Queste attese o speranze denotavano una strana mancanza di realismo, soprattutto se si tien conto che Napoleone III era sempre stato un sostenitore assai tiepido dell' "unità" d'Italia.....Soprattutto egli non voleva che gli italiani occupassero Roma....

....poco mancò che una simile situazione farsesca degenerasse in tragedia quando, il 28 agosto, il consiglio della corona decise che, per riacquistare una certa credibilità, era necessario un rapido cambiamento di linea. Poche ore dopo, sull'Aspromonte l'esercito italiano aprì il fuoco contro 2000 compatrioti, mercenari garibaldini, ferendo gravemente il loro comandante.

La salvezza delle apparenze avrebbe richiesto che Garibaldi venisse processato per "essersi ribellato" all'autorità regia. Ma temendo che la eventuale giuria lo assolvesse, si era pensato di farlo giudicare dal consiglio della corona. La cosa si rivelò subito impossibile, perché si temeva emergessero le responsabilità del Savoia e del Governo. Allora (i tempi non sono cambiati), poiché la figlia del re, principessa Maria Pia, si doveva sposare con il re del portogallo, fu decretata un'amnistia generale.

E tutto finì, come in genere succede in Italia, a tarallucci e vino...

AVANTI SAVOIA!

enrique lister
31-01-03, 17:23
tutto questo discorso non ha molto senso. Ci sono due persone a cui è interdetto l'ingresso in Italia, per colpe non loro ma dei loro avi. E' giusto che possano tornare come privati cittadini

Franco69
31-01-03, 17:44
le colpe sono sempre e solo personali, e non possono ricadere sui figli. Che forse i Savoia non meritino la corona, è una condanna della storia, ma la colpa resti sulla memoria di Vittorio Emanuele III. Preoccupa se non altro il comportamento ultimo della famiglia che, come primo atto al rientro in Italia, ha pensato bene di fare visita al Papa, un implicito, se non mancato riconoscimento, declassamento delle autorità repubblicane italiane, comprese quelle che hanno votato a favore del rientro.
Bel ringraziamento.

Montebardosu
31-01-03, 22:19
Originally posted by Franco69
le colpe sono sempre e solo personali, e non possono ricadere sui figli. Che forse i Savoia non meritino la corona, è una condanna della storia, ma la colpa resti sulla memoria di Vittorio Emanuele III. Preoccupa se non altro il comportamento ultimo della famiglia che, come primo atto al rientro in Italia, ha pensato bene di fare visita al Papa, un implicito, se non mancato riconoscimento, declassamento delle autorità repubblicane italiane, comprese quelle che hanno votato a favore del rientro.
Bel ringraziamento.

Se i figli dei re possono ereditare dai loro padri i regni, che non sono soltanto beni materiali, ma potere su territori e popolazioni, altrettanto debbono portarsi dietro ciò che di negativo hanno causato i loro stessi padri nell'esercizio del loro potere.

enrique lister
01-02-03, 04:56
Originally posted by sosunturzos


Se i figli dei re possono ereditare dai loro padri i regni, che non sono soltanto beni materiali, ma potere su territori e popolazioni, altrettanto debbono portarsi dietro ciò che di negativo hanno causato i loro stessi padri nell'esercizio del loro potere.


dai, è un discorso allucinante. Anche perché i due imbecilli non fanno nessun tipo di rivendicazione dinastica.

perché vuoi impedire a quel patetico terzetto di tornare in Italia? che cavolo ti hanno fatto (loro personalmente, non il nonno)?

Montebardosu
01-02-03, 17:04
Originally posted by enrique lister



dai, è un discorso allucinante. Anche perché i due imbecilli non fanno nessun tipo di rivendicazione dinastica.

perché vuoi impedire a quel patetico terzetto di tornare in Italia? che cavolo ti hanno fatto (loro personalmente, non il nonno)?

Che sia "patetico" quel terzetto, non mi pare proprio, nonostante il vittimismo che diffondono. A me fanno schifo, soprattutto lui e il figlio efebo. Ma il mio discorso non è allucinante, tuttaltro. Non nasciamo tutti re, non abbiamo tutti i loro privilegi. Bene, ai privilegi debbono essere associate le "scomodità" (tanto, lo sappiamo, con tutto il mondo aperto dove possono andare, il fatto di voler venire a tutti i costi in Italia rappresenta solo un capriccio).

Comunque non è solo il padre (o volevi dire il nonno?) ad avere gravi responsabilità, ma tutta la loro dinastia, dal maledetto giorno in cui sono diventati , pur non essendo quello il loro desiderio, re di Sardegna!

Da noi si dice: conserva l'odio, che l'occasione non si farà attendere!

Franco69
03-02-03, 10:57
"Sed in maxima fortuna minima licenzia est", concordo, agli onori corrispondono gli oneri relativi, per questo continuo a sostenere che i Savoia non meritino più la corona, per il comportamento della famiglia, non in particolare degli ultimi due discendenti. Io li avrei fatti rientrare solo a patto di un solenne giuramento pubblico alla Repubblica. Punti di vista.

enrique lister
03-02-03, 14:19
Originally posted by sosunturzos


Che sia "patetico" quel terzetto, non mi pare proprio, nonostante il vittimismo che diffondono. A me fanno schifo, soprattutto lui e il figlio efebo. Ma il mio discorso non è allucinante, tuttaltro. Non nasciamo tutti re, non abbiamo tutti i loro privilegi. Bene, ai privilegi debbono essere associate le "scomodità" (tanto, lo sappiamo, con tutto il mondo aperto dove possono andare, il fatto di voler venire a tutti i costi in Italia rappresenta solo un capriccio).

Comunque non è solo il padre (o volevi dire il nonno?) ad avere gravi responsabilità, ma tutta la loro dinastia, dal maledetto giorno in cui sono diventati , pur non essendo quello il loro desiderio, re di Sardegna!

Da noi si dice: conserva l'odio, che l'occasione non si farà attendere!


ed infatti, visto che la Repubblica Italiana non riconosce il privilegio dinastico (gli onori) non ne riconosce giustamente neanche gli oneri. Questi mica son tornati a fare i re

Montebardosu
03-02-03, 21:19
Originally posted by enrique lister



ed infatti, visto che la Repubblica Italiana non riconosce il privilegio dinastico (gli onori) non ne riconosce giustamente neanche gli oneri. Questi mica son tornati a fare i re

Beh, le cose o si vogliono capire oppure possiamo discutere all'infinito. Ripeto che quella famiglia (o "dinastia"), che ha avuto il titolo (trasmissibile, secondo la legge salica, di padre in figlio) di re di Sardegna e poi quello di re d'Italia, per le gravi responsabilità accumulate in 226 anni di regno, non ha più alcun diritto di mettere piede in Sardegna. Se poi voi italiani li volete riaccogliere, padronissimi.

Ma vi faccio notare che questi cialtroni, nonostante la loro vita poco edificante (Vittorio Emanuele, mercante di armi) o poco regale (Emanuele Filiberto, venditore televisivo) non accetteranno di girare l'Italia come gente qualunque, ma faranno i "turisti regali". Hanno già ottenuto di essere ricevuti dal Papa (a che titolo? per umana misericordia o che altro?), poi saranno ricevuti, nell'ordine, da Ciampi, da Berlusconi, dai Presidenti delle Camere, dal Presidente della Corte Costituzionale, e così via discendendo. Poi magari la "principessa" andrà anche a farsi riprendere in qualche orfanatrofio o ospedale, insieme al "principino" così efebo e così bellino. E via sui giornali e sulle TV. Già son fioriti i libri con il racconto delle loro degnissime vite.

Vedrete che non verranno con la coda tra le gambe, umili e mortificati. Canossa è lontana.