Felix (POL)
16-12-02, 17:35
ieri ho visto un documentario di due ore su Discovery Channel, dal titolo "Il cammino dell'uomo".
Il tema del documentario è il popolamento del pianeta da parte di homo sapiens, ricostruito a partire dalle analisi dell'ADN, un
metodo ormai popolare per sostenere le ricerche antropologiche. La tesi verte sulla successione di linee migratorie dal continente
africano a partire da 50.000 anni fa circa. È l'ipotesi "out of Africa", secondo cui l'umanità moderna sarebbe sorta 120.000 anni fa nella regione sudafricana, e da lì sarebbe partita per colonizzare il globo, soppiantando Homo Erectus e Homo Neanderthalensis, le altre due linee ominidi esistenti. L'ipotesi è solida, e credo che si possa accettare senza problemi.
Ma il documentario in questione contiene diversi errori di metodo e conclusioni sbagliate, nonchè una sottile perorazione extrascientifica in favore di un buonismo ecumenista ("volemose bene, siamo tutti fratelli").
Vediamo.
Primo: il prelevamento dei campioni di sangue con ADN avviene in popolazioni scelte secondo criteri che non vengono spiegati.
Secondo, non si tiene conto dei dati forniti dall'archeologia e dalla storia. Terzo, si scarta a priori l'analisi antropometrica, lo studio dei fenotipi, e quindi la suddivisione tipologica del genere umano in "razze" (bollate a priori come inesistenti).
Quarto, non si prende nemmeno in considerazione un'ipotesi seria, quella che Homo Neanderthalensis e Homo Erectus abbiano potuto lasciare alcune tracce genetiche nei Sapiens, ibridandosi con questi (sospetto alimentato, tra l'altro, da certe caratteristiche "mongoliche" dell'Uomo di Pechino),
Sono tutti errori gravi, ben riconoscibili per chi abbia nozioni di archeologia, antropologia e storia.
Per esempio. Per dimostrare che il popolamento dell'europa è avvenuto circa 40.000 anni fa seguendo la rotta dell'Asia centrale
(tra il Mar Caspio e il Pamir), il genetista preleva campioni di ADN da un gruppo di Kirghisi. Orbene, i Kirghisi, come tutti i gruppi
turco-mongoli dell'area, sono immigrati relativamente recenti (I millennio d.C.), che hanno spiazzato e parzialmente assorbiti i
precenti popoli iranici centroasiatici (ricordate le mummie bionde di Turfan, i Tocari...). La gente autoctona antica dell'asia centrale
assomigliava più ai Tagichi, Afgani e Persiani di oggi. Nessuna traccia di elementi mongolici.
Sarebbe un po' come cercare di ricostruire il popolamento delle Americhe andando a prelevare l'ADN di gruppi meticci, anzichè indiani americani, senza tener conto dei documenti storici (ne risulterebbero confuse teorie di immigrazioni africane ed europee, che pur avvennero, ma solo dal 1492 in avanti).
Ed a proposito di Americhe, ci sono nel documentario almeno due corbellerie colossali: una, che il popolamento americano sia avvenuto in un colpo solo, 12.000 anni fa (da Beringia), e secondo, che il gruppo in questione era composto da UNA SOLA famiglia. Cioè i 90 e più milioni di indigeni americani esistenti nel 1492 deriverebbero da una decina al massimo di individui...
Le ricerche antropologiche invece portano a sospettare fortemente di un popolamento previo, circa 25,000 anni fa, e di varie ondate di gruppi tribali completi. Ne sono testimonianza, tra l'altro, la gran diversità nel fenotipo dell'indio americano, e certi reperti archeologici, come l'uomo di Kennewick.
Infine, per non farla troppo lunga, e dulcis in fundo, il buonismo. Il genetista ha una conversazione amabile con alcuni aborigeni australiani, e gli spiega che la scienza è solo il modo "occidentale" di spiegare il mondo, valido come le leggende e tradizioni che gli aborigeni si tramandano. Relativismo culturale, OK. Per carità, la scienza occidentale non pretende di essere la migliore spiegazione del mondo, ci mancherebbe. Andiamo avanti. Alla fine del programma, si fanno scorrere rapidamente i volti di vari popoli africani, asiatici ed europei, e in sottofondo si dice che siamo tutti "una gran famiglia". Tutti fratelli e cuginetti felici di abbracciarci e tenerci per mano. Commovente... 120.000 anni di storie distinte e caratteristiche per le diverse popolazioni umane, per ridurci a un gran abbraccio fraterno all'insegna del buonismo ecumenico.
saluti
Il tema del documentario è il popolamento del pianeta da parte di homo sapiens, ricostruito a partire dalle analisi dell'ADN, un
metodo ormai popolare per sostenere le ricerche antropologiche. La tesi verte sulla successione di linee migratorie dal continente
africano a partire da 50.000 anni fa circa. È l'ipotesi "out of Africa", secondo cui l'umanità moderna sarebbe sorta 120.000 anni fa nella regione sudafricana, e da lì sarebbe partita per colonizzare il globo, soppiantando Homo Erectus e Homo Neanderthalensis, le altre due linee ominidi esistenti. L'ipotesi è solida, e credo che si possa accettare senza problemi.
Ma il documentario in questione contiene diversi errori di metodo e conclusioni sbagliate, nonchè una sottile perorazione extrascientifica in favore di un buonismo ecumenista ("volemose bene, siamo tutti fratelli").
Vediamo.
Primo: il prelevamento dei campioni di sangue con ADN avviene in popolazioni scelte secondo criteri che non vengono spiegati.
Secondo, non si tiene conto dei dati forniti dall'archeologia e dalla storia. Terzo, si scarta a priori l'analisi antropometrica, lo studio dei fenotipi, e quindi la suddivisione tipologica del genere umano in "razze" (bollate a priori come inesistenti).
Quarto, non si prende nemmeno in considerazione un'ipotesi seria, quella che Homo Neanderthalensis e Homo Erectus abbiano potuto lasciare alcune tracce genetiche nei Sapiens, ibridandosi con questi (sospetto alimentato, tra l'altro, da certe caratteristiche "mongoliche" dell'Uomo di Pechino),
Sono tutti errori gravi, ben riconoscibili per chi abbia nozioni di archeologia, antropologia e storia.
Per esempio. Per dimostrare che il popolamento dell'europa è avvenuto circa 40.000 anni fa seguendo la rotta dell'Asia centrale
(tra il Mar Caspio e il Pamir), il genetista preleva campioni di ADN da un gruppo di Kirghisi. Orbene, i Kirghisi, come tutti i gruppi
turco-mongoli dell'area, sono immigrati relativamente recenti (I millennio d.C.), che hanno spiazzato e parzialmente assorbiti i
precenti popoli iranici centroasiatici (ricordate le mummie bionde di Turfan, i Tocari...). La gente autoctona antica dell'asia centrale
assomigliava più ai Tagichi, Afgani e Persiani di oggi. Nessuna traccia di elementi mongolici.
Sarebbe un po' come cercare di ricostruire il popolamento delle Americhe andando a prelevare l'ADN di gruppi meticci, anzichè indiani americani, senza tener conto dei documenti storici (ne risulterebbero confuse teorie di immigrazioni africane ed europee, che pur avvennero, ma solo dal 1492 in avanti).
Ed a proposito di Americhe, ci sono nel documentario almeno due corbellerie colossali: una, che il popolamento americano sia avvenuto in un colpo solo, 12.000 anni fa (da Beringia), e secondo, che il gruppo in questione era composto da UNA SOLA famiglia. Cioè i 90 e più milioni di indigeni americani esistenti nel 1492 deriverebbero da una decina al massimo di individui...
Le ricerche antropologiche invece portano a sospettare fortemente di un popolamento previo, circa 25,000 anni fa, e di varie ondate di gruppi tribali completi. Ne sono testimonianza, tra l'altro, la gran diversità nel fenotipo dell'indio americano, e certi reperti archeologici, come l'uomo di Kennewick.
Infine, per non farla troppo lunga, e dulcis in fundo, il buonismo. Il genetista ha una conversazione amabile con alcuni aborigeni australiani, e gli spiega che la scienza è solo il modo "occidentale" di spiegare il mondo, valido come le leggende e tradizioni che gli aborigeni si tramandano. Relativismo culturale, OK. Per carità, la scienza occidentale non pretende di essere la migliore spiegazione del mondo, ci mancherebbe. Andiamo avanti. Alla fine del programma, si fanno scorrere rapidamente i volti di vari popoli africani, asiatici ed europei, e in sottofondo si dice che siamo tutti "una gran famiglia". Tutti fratelli e cuginetti felici di abbracciarci e tenerci per mano. Commovente... 120.000 anni di storie distinte e caratteristiche per le diverse popolazioni umane, per ridurci a un gran abbraccio fraterno all'insegna del buonismo ecumenico.
saluti