PDA

Visualizza Versione Completa : Lomborg, l'uomo che ha fatto neri i Verdi



Affus
01-01-03, 08:40
Lomborg , l'uomo che ha fatto "nero" i Verdi
care Amiche, cari amici,
insieme agli Auguri per un Bellissimo Anno Nuovo,
invio il GWN n.1.2003

In questo numero:
*Lomborg: il mondo è in ottima salute
*Premio Ambiente ³Gianfranco Merli² per il Master dell¹Ateneo Pontificio
Regina Apostolorum
*Passare dall¹ecologia naturalistica all¹ecologia umana² chiede il
presidente del Movimento Azzurro.
*Diversi Paesi Europei non riescono a raggiungere i limiti indicati dal
Protocollo di Kyoto
* Bush propone di ridurre le emissioni senza limitare lo sviluppo
* Gli ogm fanno esplodere le contraddizioni ³verdi²
* Impianti eolici per produrre energia? La caduta di un mito.
* Quando gli impianti eolici diventano pericolosi


Come sta il Pianeta? «Molto bene grazie!» risponde Lomborg

GWN _ Ha scritto Andrea Colombo sul quotidiano ³Libero² del 24 dicembre:
«Il catastrofismo ecologista è privo di fondamento scientifico. A
sostenerlo è lo studioso di statistica ed ex militante di Greenpeace, Bjørn
Lomborg, autore del libro tanto influente quanto discusso (dagli ecologisti
duri e puri) "The skeptical environmentalist". Lomborg ha appena pubblicato
un breve saggio sul British Medical Journal, in cui riassume le sue
convinzioni sul futuro del pianeta, basate su dati statistici resi noti da
varie agenzie Onu. Secondo le previsioni dell'Onu, nel 2080 l'aspettativa
di vita media nel mondo sarà di più di 80 anni. Anche la ricchezza media è
in aumento: il prodotto lordo pro capite è cresciuto del 200% - sia nei
Paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo - nel corso degli ultimi
50 anni. I dati Onu mostrano inoltre che la popolazione globale cresce ma
secondo una percentuale minore che negli anni '60 (1,26% nel 2000 contro il
2,17% nel 1964). Secondo la FAO, poi, la superficie coltivata mondiale è
l'11% del totale, percentuale destinata a crescere fino al 12% nel 2030. I
dati globali mostrano anche un aumento deciso nella quantità di energia
disponibile - questo perché le nuove tecnologie hanno reso possibile il
reperimento di nuove fonti energetiche e l'uso più efficiente di quelle
esistenti. Lomborg fa notare infine come esista una correlazione fra
"ricchezza delle nazioni" e lotta all'inquinamento. I grafici di Lomborg
mostrano che quando il pil supera una certa soglia, la concentrazione di
polveri sottili nell'aria decresce drasticamente, nonostante un aumento dei
consumi energetici. La ragione, suggerisce lo studioso danese, è che la
ricchezza comporta un aumento di competenze tecnologiche e consapevolezza
ambientale, fattori che portano a una diminuzione dell'inquinamento1».
Bjørn Lomborg è attualmente il Direttore dell¹Environmental Assessment
Institute, l¹ufficio che si occupa di ambiente del Governo Danese. Il suo
volume "The skeptical environmentalist" è da più di un anno in cima alle
classifiche dei libri più venduti e le sue tesi hanno scatenato furibonde
discussioni.
Il Wall Street Journal ha scritto che Lomborg è «The man who gives greens
the blues» (L¹uomo che ha fatto neri i verdi) e questo la dice tutta sulla
rabbia e l¹aggressività con cui molti personaggi appartenenti alla lobby
ambientalista trattano lo studioso danese.
Alcuni accademici appartenenti alle associazioni verdi hanno cercato di
screditare Lomborg sostenendo che le sue argomentazioni non sono
documentate scientificamente.
Per chi ha avuto modo di leggere il libro di Lomborg l¹accusa sembra pò
ridicola, visto che su 515 pagine del testo di Lomborg ben 152 sono di note
e bibliografia.
Quale altro autore ³verde² può vantarsi di aver pubblicato un suo libro
con tanta e tale documentazione?
Di sicuro Lomborg continuerà a subire critiche feroci, ma la causa non è
certo per una mancanza di rigore scientifico. In realtà Lomborg ha avuto il
coraggio di svelare quanta poca scienza ci sia dietro alle maggiori
campagne catastrofiste della lobby ambientalista.
Il modo con cui certi ecologisti tentano di di reprimere Lomborg è
esemplare: mentre cercano di screditarlo scientificamente, fanno pressioni
perché il suo libro non venga pubblicato e diffuso.
Temono infatti il libero giudizio del pubblico, non è un caso che il libro
di Lomborg abbia venduto più di tutti quelli scritti da Jeremy Rifkin.
Ha scritto Lomborg sul ³British Medical Journal², (1462 BMJ VOLUME 325,
21_28 DECEMBER 2002) una delle riviste più prestigiose in campo medico
sanitario: «Le aspettative di vita, la prosperità e la capacità di
appagamento delle necessità di base, sono riconosciuti a livello
internazionale come gli indicatori per valutare lo stato del Pianeta».
Per quanto riguarda la aspettative di vita nei Paesi in Via di sviluppo
queste sono passate da 41 anni del 1950 ai 64.7 anni del 2002.
Nei Paesi appartenenti all¹OCSE l¹aspettativa di vita media ha raggiunto i
76,8 anni. Per quanto riguarda la prosperità Lomborg sottolinea come: «Il
prodotto Interno lordo procapite è cresciuto negli ultimi 50 anni di più
del 200% sia nei PVS che nei paesi industrializzati».
A proposito della povertà che continua a colpire circa un miliardo di
persone nel mondo, l¹United Nations Development Programme (UNDP) ha scritto
nel suo rapporto su povertà e disuguaglianza: «Sono pochi coloro i quali si
sono accorti dei grandi avanzamenti già compiuti: negli ultimi 50 anni la
povertà è diminuita di più che nei 500 anni precedenti ed è stata ridotta,
in pressoché tutti i paesi 2».
Circa il Welfare Lomborg ricorda che «abbiamo assistito ad un generale
incremento, nell¹accesso all¹educazione scolastica, nel rispetto dei
diritti politici e civili, nella disponibilità ed accesso alle nuove
tecnologie, nella vasta disponibilità di elettrodomestici, Tv, radio,
aspirapolvere, lavatrice, computer, accesso ad interne. «In generale -
scrive Lomborg - l¹umanità ha negli ultimi 50 anni avuto un incremento
senza precedenti nel welfare»
Secondo l¹UNDP, tra il 1975 ed il 1999, più di 100 paesi hanno visto
incrementare i propri livelli di vita, con un unica eccezione lo Zambia.
Per chi volesse leggere per intero l¹articolo di Lomborg, potrà richiederlo
alla redazione di GWN inviando un messaggio e-mail.


Passare dall¹ecologia naturalistica all¹ecologia umana² chiede il
presidente del Movimento Azzurro.

GWN _ Prima della consegna del premio ambiente 2002, Rocco Chiriaco,
presidente del Movimento Azzurro ha tenuto una brillante relazione.
Dopo aver ricordato i tanti meriti umani ed ambientali di Gianfranco
Merli, autore della nota legge sulle acque e fondatore del Movimento
Azzurro, Rocco Chiriaco ha svolto una dettagliata analisi sullo stato
dell¹ambiente in Italia.
Chiriaco ha rilevato come buoni segnali la crescita delle aree protette
(+75% nell'ultimo decennio), la diffusione della raccolta differenziata
(13%), mentre sembra ingolfato il settore dei trasporti (su auto l'81%
degli spostamenti), e al palo l'innovazione tecnologica (made in Italy 3
brevetti su 100).
«I risultati positivi più rilevanti - ha spiegato Chiriaco- riguardano la
riduzione, in valori assoluti, delle emissioni atmosferiche, in particolare
per i composti acidificanti, la riduzione dei rilasci di metalli pesanti,
la riduzione degli apporti di sostanze pesticidi nei suoli agricoli.
Una sostanziale stabilizzazione appare per la gran parte delle altre
emissioni atmosferiche, per i carichi fertilizzanti, per i rilasci di
inquinanti nelle acque internet e costiere. Ma in contrasto con questo
andamento, si registra negli ultimi anni una crescita delle emissioni
assolute di CO2».
«Ma ciò che più conta - ha sottolineato il presidente dei Movimento
Azzurro- e che costituisce il vero dato da registrare è la svolta culturale
che si è registrata in Italia rispetto ad un ambientalismo tradizionale
ispirato alla cultura dell¹allarmismo ed abituato a prefigurare scenari
apocalittici per richiamare l¹attenzione del vasto pubblico sulle possibili
azioni in danno dell¹ambiente».
«Il Movimento Azzurro, - ha precisato Chiriaco- già oltre dieci anni or
sono, aveva compreso che questo approccio alla complessa questione
ambientale che si andava prefigurando, non era più perseguibile.
Anche se l¹ambientalismo di prima maniera aveva assolto ad una funzione,
quella di lanciare l¹allarme sociale, bisognava passare ad una nuova fase
del movimento ambientalista, quella della proposta».
Per questo motivo, ha detto Chiriaco: «Abbiamo scelto di non seguire la via
del ³partito unico² dell¹ambientalismo, di oscura matrice vetero-marxista,
che vuole tutti sotto una unica direzione, abbiamo scelto di non adeguarci
a questo ³ sincretismo² per favorire una cultura della comprensione dei
fenomeni, tra le più vaste porzioni di società, partendo da coloro che per
formazione, attinenza culturale alle più varie discipline che riguardano
l¹ambiente e vocazione all¹impegno sociale, hanno partecipato, o vogliono
partecipare con noi a questa sfida.
Fornire comprensione dei fenomeni e spiegazione scientifica ad essi è la
giusta base per affrontare la soluzione dei problemi ambientali ed è
proprio in questa ottica che si inquadra l¹iniziativa del ³Master di
Scienze Ambientali² che il Pontificio Ateneo ³Regina Apostolorum², sta
realizzando, ed è per questo che noi oggi la segnaliamo con questo nostro
riconoscimento insieme alle altre iniziative meritevoli in favore
dell¹ambiente».
Chiriaco ha concluso spiegando che: «Per un cristiano la tutela del Creato
costituisce un preciso impegno morale. Il passato ci fornisce l¹esempio di
grandi Cristiani, di Santi, impegnati in questa direzione, con l¹esempio,
ma soprattutto con i messaggi ispirati al Credo, alla Genesi. Oggi che
questo impegno, e la coscienza ambientalista, devono permeare tutta la
società, abbiamo bisogno di convincimenti scientifici dettati dal
rigoroso studio e non dall¹emotività generata dall¹enfasi della questione
ambientale.
Voglio concludere dicendo che un primo impegno del movimento ambientalista
cattolico sembra andato in porto: Passare dall¹ecologia naturalistica
all¹ecologia umana».


Diversi Paesi Europei non riescono a raggiungere i limiti indicati dal
Protocollo di Kyoto

GWN _ Secondo un rapporto pubblicato dall¹Agenzia Europea per l¹Ambiente
(AEA) «Le attuali misure adottate dai paesi dell¹Unione europea non saranno
sufficienti per raggiungere i limiti fissati dal protocollo di Kyoto».
I risultati del rapporto sono stati ripresi dall¹Agence France-Presse del 6
dicembre e ripubblicati da Space Daily del 10 Dicembre 20023
(http://www.spacedaily.com/2002/0212...4.sajp7dxi.html).
Così al di là delle dichiarazioni che hanno reso la Ue paladino del
Protocollo di Kyoto, sono diversi i Paesi europei che non riusciranno a
raggiungere gli obiettivi indicati per la riduzione delle emissioni di gas
serra.
Secondo il Protocollo di Kyoto i 15 paesi appartenenti alla Ue dovrebbero
ridurre le emissioni di anidride carbonica (CO2) e dei altri cinque
gas-serra dell¹8% nel periodo 2008-20012, e relativi ai livelli del 1990.
Ma le proiezioni dell¹Agenzia Europea per l¹Ambiente che ha sede a
Copenhagen, indicano che con le attuali misure adottate dai Paesi della
Ue, si riusciranno a ridurre le emissioni solo del 4,7%.
I Paesi che più si sono impegnati nella riduzione dei gas-serra sono la
Gran Bretagna, la Germania e la Svezia. I loro buoni risultati dipendono
dalla chiusura di impianti inquinanti e inefficienti che bruciavano
carbone, soprattutto nella Germania dell¹Est, e nella conversione di molte
centrali da carbone a gas (In gran Bretagna).
«Senza il contributo decisivo di queste tre nazioni - scrive il rapporto
dell¹Agenzia per l¹Ambiente - la riduzione di gas serra da parte
dell¹Europa sarebbe dello 0,6% entro il 2010».
Austria, Belgio e Spagna sono i paesi che più hanno sopravanzato la quota
indicata dal Protocollo do Kyoto.


Bush propone di ridurre le emissioni senza limitare lo sviluppo

GWN _ Mentre i giornali europei continuano a criticare gli Stati Uniti per
il rifiuto di ratificare il protocollo di Kyoto, l¹amministrazione Bush sta
definendo la strategia per ridurre le emissioni di gas serra senza limitare
lo sviluppo e per questo motivo ha convocato a Washington durante la prima
decade di dicembre circa 1.100 esperti provenienti da diverse parti del
Paese e del mondo .
L¹idea è quella di sviluppare una strategia aggressiva per risolvere i
principali problemi sul tappeto.
La scienza che cerca di comprendere il clima è ancora molto giovane.
l¹unico dato certo è che la superficie terrestre si è innalzata di circa
0,6 gradi centigradi negli ultimi cento anni, ma il perché di questo
innalzamento e quanto le attività umane contribuiscono ai cambiamenti
climatici è tutto da scoprire. Esiste infatti una fluttuazione naturale del
clima, un fenomeno all¹interno del quale non conosciamo il ruolo svolto
dalle nuvole, dal vapore acqueo, dal ciclo delle acque, dagli oceani, dalle
emissioni di aerosol, dai cicli solari ecc.
Inoltre non è chiaro se e fino a dove un aumento della temperatura diventa
pericoloso per il sistema climatico.
Il presidente Bush si è opposto alle soluzioni a breve termine come il
protocollo di Kyoto, perché rappresentano una grande perdita per l¹economia
e l¹occupazione senza garantire nessun risultato rilevante.
Come riportato anche dal Washington Times la nuova strategia proposta
dall'Amministrazione Bush si basa su tre punti: 1) approfondire la
conoscenza scientifica del fenomeno 2) allargare e diffondere i sistemi di
monitoraggio in modo da raccogliere più dati in situazioni diverse 3)
sviluppare nuove soluzioni tecnologiche .
Gli Stati Uniti rimangono il Paese che più spende in ricerca e sviluppo
circa i cambiamenti climatici. Dal 1990 gli USA hanno speso a questo
proposito 20 miliardi di dollari, una cifra superiore a quella spesa dal
Giappone e dalle altre 15 nazioni Europee messe insieme.
Per l¹annoi fiscale 2003 l¹amministrazione Bush ha destinato 4,5 miliardi
di dollari per le ricerche sui cambiamenti climatici, con un aumento di
circa 650 milioni di dollari rispetto allo scorso anno. I fondi verranno
utilizzati soprattutto per finanziare la ricerca e lo sviluppo di nuove
tecnologie per ridurre le emissioni, in presenza di significativi piani di
sviluppo. Parte dei fondi sarà utilizzata per trasferire queste nuove
tecnologie verso i Paesi in Via di Sviluppo.
Il presidente Bush si è posto l¹obbiettivo di ridurre del 18% le emissioni
di gas serra nei prossimi dieci anni. Una quota equivalente a mettere fuori
gioco 70 milioni di automobili e che è molto superiore a quella contemplata
dal Protocollo di Kyoto.
L¹unica grande differenza è che Bush non crede alle politiche di ³riduzione
forzata², e per questo propone nuove soluzioni che non penalizzano lo
sviluppo.
Il Presidente ha lanciato una sfida a tutto il Paese ed ha mostrato per
esempio come le industrie dei semiconduttori e dell¹allumino sono riuscite
ad aumentare la produzione riducendo le emissioni di gas serra.
Per quanto riguarda l¹industria dei trasporti che da sola è responsabile di
un terzo delle emissioni di gas serra, il segretario al Commercio Donald L.
Evans, direttore del comitato presidenziale sui cambiamenti climatici ha
detto al Washington Times che la ricerca più promettente è quella che
riguarda autoveicoli che utilizzano energia elettrica prodotta da cellule a
combustibile alimentate da idrogeno4 .

Gli ogm fanno esplodere le contraddizioni ³verdi²
GWN _ Di certo sono innumerevoli le contraddizioni che caratterizzano le
politiche promosse dalle associazioni ambientaliste.
Nel numero di settembre della rivista australiana ³Review² dell¹Institute
of Pubblic Affairs (IPA) (http://www.ipa.org.au) Mike Nahan spiega che in
merito agli ogm (Organismi geneticamente modificati) gli ecologisti hanno
proprio sbagliato tutto.
Al di fuori dell¹Europa gli ogm stanno conquistando il mondo. Solo negli
USA, il 34% del mais, il 71% del cotone ed il 75% della soia sono prodotti
da sementi ogm. Mentre Canadà, Australia, Argentina, Cina e Brasile stanno
adottando le nuove biotecnologie. Nonostante che le associazioni
ecologiste dei vari paesi abbiano speso circa 350 milioni di dollari in
propaganda catastrofista per bloccare la diffusione di coltivazioni ogm nei
Paesi in Via di Sviluppo, l¹India, l¹Indonesia ed il Sud Africa stanno
adottando entusiasticamente le nuove biotecnologie.
Seppure i verdi abbiano agitato tutti i tipi di fantasmi, nella realtà non
sono nate piante mostruose, non c¹è un epidemia di allergie dovuta agli ogm
e non ci sono malattie che si sono sviluppate a chi ha mangiato ogm. Nello
stesso tempo i benefici delle nuove biotecnologie sono evidenti. Per
esempio in Cina il cotone ogm costa il 25%di meno di quello tradizionale e
richiede l¹85% in meno di trattamenti antiparassitari. Il minor utilizzo
di pesticidi ha migliorato la salute e salvato la vita a centinaia di
contadini.
Sui benefici ambientali degli ogm ha scritto Hugo Gurdon del Competitive
Enterprise Institute sul National Post: «Solo nel 2000, l¹utilizzo di
cotone ogm resistente ai parassiti, ha ridotto nei soli Stati Uniti, 3,4
milioni di libbre ( 1 libbra = 453, 59243 g.) di materie prime e 1,4
milioni di libbre di combustibile nella manifattura e distribuzione degli
antiparassitari chimici.
Gli agricoltori che hanno utilizzato cotone ogm hanno utilizzato 2,4
milioni di galloni di carburante e 93 milioni di galloni (1 gallone =
3,7853 litri) d¹acqua in meno5 ».


Impianti eolici per produrre energia? La caduta di un mito.....

GWN _ La Danimarca è la nazione considerata tra i pionieri dell¹l¹energia
eolica. Secondo i Verdi gli impianti eolici in Danimarca producono il 18%
dell¹energia elettrica, ma ³Politiken², uno di più autorevoli e diffusi
quotidiani di Copenhagen ha pubblicato i dati relativi al 1999 da cui
risulta che solo l¹1,7% dell¹energia elettrica danese proviene da fonte
eolica6 .
In termini generali il potenziale energetico danese è grande, ma bisogna
tenere conto che gli impianti eolici operano a pieno regime solo uno o due
giorni al mese. Le torri con le eliche infatti non operano bene quando il
vento è troppo debole e non raggiunge la velocità di picco ed anche quando
il vento è troppo forte e potrebbe distruggere le torri.
A causa degli investimenti sulla fonte eolica, che produce poco o nulla, il
prezzo dell¹energia elettrica danese è il più alto del mondo. I danesi
pagano l¹energia elettrica, 1,6 volte il prezzo pagato dai britannici. Una
recente indagine sull¹energia danese condotta dal Norwegian Water Resources
and Energy Administration (NVE) si è conclusa indicando l¹energia eolica
come «quella più cara». Secondo l¹NVE il tentativo danese di puntare
sull¹energia eolica ha prodotto risultati molto deludenti: numerosi
incidente che hanno danneggiato l¹ambiente naturale, una produzione
energetica insufficiente e costi proibitivi.
data la situazione, il nuovo governo danese sta pensando seriamente di
ridurre i finanziamenti per gli impianti eolici.
Secondo il giornale più popolare danese ³Jyllandsposten², in assenza di
finanziamenti statali non sarà possibile costruire nessun altro impianto
eolico.
Il vento ed il sole sono gratuiti, ma il problema è quello di trovare il
modo di utilizzarli in una forma efficiente ed accumulare la forza della
loro energia.
Le tecnologie finora utilizzate si sono mostrate inadeguate allo scopo.
I francesi per esempio hanno puntato sul nucleare, ed i risultati sono ben
differenti. L¹80% dell¹energia elettrica francese viene generata da
impianti nucleari, con emissioni di anidride carbonica (CO2) che sono dieci
volte inferiori quelle della Germania e 13 volte inferiori a quelle danesi.
La Finlandia ha considerato questi risultati e per questo nel maggio del
2002 ha approvato un piano per la costruzione del quinto impianto nucleare.
Per i Verdi si crea quindi una situazione paradossale, se veramente credono
alla teoria del ³riscaldamento globale², dovrebbero sostenere la
costruzione di impianti nucleari e dighe, due delle fonti che producono
energia con minor emissioni di gas serra.
Ma come è noto, nucleare e impianti idroelettrici non sono proprio quelli
che i Verdi avversano di più.


Quando gli impianti eolici diventano pericolosi

GWN _ Gli impianti per la produzione di energia eolica, oltre ad essere
costosi ed inefficienti, sono anche pericolosi, soprattutto in certe
condizioni climatiche. D¹altro canto non si può pensare di costruire
impianti eolici in luoghi dove il vento non è forte.
Uno degli ultimi incidenti è avvenuto in Bassa Sassonia il 27 ottobre 2002
quando il Ciclone "Jeanett" è stato così potente da tirar via una turbina a
vento che aveva le fondamenta con un diametro di 13 metri.
I danni ammontano a 750.000 Euro. Quando il ciclone ha investito la
regione, la turbina a vento era ferma.
Gli esperti sono ora molto preoccupati perché ci sono circa 3200 turbine a
vento in Bassa Sassonia e le condizioni di sicurezza non sembrano più
garantite.
A questo proposito il Presidente della Società di Ingegneri della Bassa
Sassonia ha detto alla rivista Focus (2 dicembre 2002) che: «La distanza
che divide le torri eoliche, dalle abitazione e dalle autostrade, è troppo
piccola. Chiediamo una legislazione per fissare una distanza minima che
possa garantire gli standards di sicurezza»
Altre preoccupazioni sono sorte in merito ai controlli di verifica degli
impianti. I costi di manutenzione degli impianti eolici sono infatti molto
onerosi e per questo vengono ritardati nel tempo. Gli incidenti ricorrenti
nelle turbine sembrano dovuti alla rotazione eccessivamente veloce delle
pale, un fenomeno che causa la rottura del sistema di frenaggio.
Insomma che pensava che bastava costruire dei mulini a vento per produrre
energia si sta ricredendo.

di Antonio Gaspari

Wyatt Earp
01-01-03, 23:13
Originally posted by Affus
Lomborg , l'uomo che ha fatto "nero" i Verdi
care Amiche, cari amici,
insieme agli Auguri per un Bellissimo Anno Nuovo,
invio il GWN n.1.2003

«Il catastrofismo ecologista è privo di fondamento scientifico. A
sostenerlo è lo studioso di statistica ed ex militante di Greenpeace, Bjørn Lomborg, autore del libro tanto influente quanto discusso (dagli ecologisti duri e puri) "The skeptical environmentalist". Lomborg ha appena pubblicato
un breve saggio sul British Medical Journal, in cui riassume le sue
convinzioni sul futuro del pianeta, basate su dati statistici resi noti da varie agenzie Onu.

Gli ecologisti "puri e duri",stile vegan e anche molti vegetariani sono fanatici,estremisti e come tali portano più danno che profitto alla causa per cui "combattono".
Per molti l'essere "ecologisti" è poi una moda,un qualcosa da fare per passare il sabato pomeriggio,come portare a spassso un cane al canile,o un argomento di cui parlare a cena con amici "sapete,io sono vegetariana".... e cose simili.
E soprattutto i "verdi" fanno solo politica,sono dei comunisti travestiti....se fossero davvero interessati all'ambiente non si schiererebbero politicamente,ma starebbero con la parte politica al governo(parlamento,regioni,province,ecc) per poter ottenere il meglio nei confronti dell'ambiente!
Saluti Padani

Shambler
06-01-03, 03:19
per la vs gioia il disastro delle petroliera nelle galapagos ha fatto estinguere le iguane marine, alè . sotto a chi tocca.
milioni di anni di evoluzioni al vento per uno stronzo di armatore. e che gli racconta l'amico vostro ai pescatori delle costa galiziane?
lo lincerebbero..

Wyatt Earp
06-01-03, 21:59
Originally posted by shambler
per la vs gioia il disastro delle petroliera nelle galapagos ha fatto estinguere le iguane marine, alè . sotto a chi tocca.
milioni di anni di evoluzioni al vento per uno stronzo di armatore. e che gli racconta l'amico vostro ai pescatori delle costa galiziane?
lo lincerebbero..

Finchè saremo schiavi del petrolio succederanno di queste disgrazie.
Quanti animali abbiamo ucciso tutti noi per colpa dei gas di scarico delle nostre auto?
Noi abbiamo colpe poco inferiori all'armatore.poche palle....

Shambler
07-01-03, 06:37
gli armatori ,o i diretti responsabili dei disastri in questione sarebbero da tagliare a pezzi altro che storie.
questi disastri sono voluti da singole persone altro che storie. navi più moderne e solide ,sistemi di ottimizzazione del consumo e smaltimento efficente dei rifiuti e oleodotti e questi "incidenti" non sarebbero un ricordo. per la soddisfazione dei tipi alla italianovero nessuna nazione detterà mai norme severe in questo senso. sono i petrolieri che controllano i governi e non viceversa.

Wyatt Earp
07-01-03, 23:39
Originally posted by shambler
gli armatori ,o i diretti responsabili dei disastri in questione sarebbero da tagliare a pezzi altro che storie.
questi disastri sono voluti da singole persone altro che storie. navi più moderne e solide ,sistemi di ottimizzazione del consumo e smaltimento efficente dei rifiuti e oleodotti e questi "incidenti" non sarebbero un ricordo. per la soddisfazione dei tipi alla italianovero nessuna nazione detterà mai norme severe in questo senso. sono i petrolieri che controllano i governi e non viceversa.

Da precisare....i petrolieri controllano e controlleranno i governi fino a che saremo schiavi del petrolio....
E le nostre colpe sono ben poco inferiori a quelle dell'armatore....
Saluti Padani

Penelope (POL)
22-01-03, 21:52
.....un saluto a tutti: bello ed utile il vostro Forum!:)

Per il resto, sono d'accordo con Wyatt Earp, e soprattutto sul fatto che i verdi fanno solo della politica e sono più dannosi che altro.
Ci sono solo quando comoda a loro!

Shambler
24-01-03, 20:12
certo, molto meglio annientare l'ambiente, avvelenare l'aria e l'lacqua, sterminare le creature viventi. tanto il profitto marginale che và nelle tasche ,per esempio, degli armatori delle carette del mare si deposita (per magia) nelle tasche degli elettori della destra (i quali diventano anche immuni da qualsivoglia malattia).
un colpo di genio.:D

Wyatt Earp
24-01-03, 22:48
Originally posted by shambler
certo, molto meglio annientare l'ambiente, avvelenare l'aria e l'lacqua, sterminare le creature viventi. tanto il profitto marginale che và nelle tasche ,per esempio, degli armatori delle carette del mare si deposita (per magia) nelle tasche degli elettori della destra (i quali diventano anche immuni da qualsivoglia malattia).
un colpo di genio.:D

Mi stai dicendo che i verdi non usano petrolio?
Com'è che voi "ambientalisti" ed elettori dei verdi vi ritenete innocenti riguardo all'ambiente?

Quello che dico io è che i verdi in quanto ambientalisti non dovrebbero essere di destra o di sinistra,ma per l'ambiente e basta!
Essere sempre al governo(di città,province,ecc) per ottenere il più possibile per l'ambiente.Invece i verdi sono politicizzati,comunisti travestiti,tutto qua!
Saluti Padani

Der Kampfer
30-03-07, 10:22
per la vs gioia il disastro delle petroliera nelle galapagos ha fatto estinguere le iguane marine, alè . sotto a chi tocca.
milioni di anni di evoluzioni al vento per uno stronzo di armatore. e che gli racconta l'amico vostro ai pescatori delle costa galiziane?
lo lincerebbero.. .