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Visualizza Versione Completa : Cercansi muli 'volontari' per la missione degli alpini in Afghanistan...



Fecia di Cossato
06-01-03, 09:58
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cari amici
chi di voi pensa che l’immagine riportata qui sopra, un mulo governato da due alpini che trasporta ruote ed affusto di un obice da montagna, appartenga a tempi romantici ma ormai definitivamente tramontati si sbaglia di grosso!… Anche se può sembrare incredibile il Corpo degli alpini sta frettolosamente cercando dei muli in vista della missione in Afghanistan. Il motivo è molto semplice, nei più impervi ambienti di montagna il mulo è ancora oggi nettamente più efficiente di qualsiasi mezzo motorizzato. Ecco a voi l’articolo di Cristina Bassi comparso ieri su Libero…

buona lettura!…


Cercansi muli per gli alpini di Kabul. Li hanno venduti tutti dieci anni fa.

Alle truppe italiane in partenza per l’Afghanistan servono gli animali mandati in pensione nel ’92. Li acquisteranno anche in Slovenia.

di Cristina Bassi

Milano- Non c’è riuscita l’intelligence americana con le sue sofisticate apparecchiature e i suoi agenti speciali. Ora a stanare Bin Laden dalle impervie montagne afghane ci provano i cari vecchi muli delle truppe alpine italiane. Mandati ‘in pensione’ [ o al macello per dirla brutalmente] dieci anni fa dall’esercito, i fedeli animali scalatori si preparano alla rivincita e a riguadagnare sul campo un posto d’onore. È quanto scrive il quotidiano veneto Il Gazzettino, che spiega come la missione degli alpini in Afghanistan stia subendo un certo ritardo proprio per la difficoltà di trovare i muli necessari, circa quaranta.
In realtà già da tempo, almeno da quando l’Italia ha aderito alla operazione Enduring Freedom, le Penne Nere si sarebbero precipitati a riacquistare i ‘soldati a quattro zampe’, come vengono chiamati nell’ambiente, incautamente mandati in congedo. L’Afghanistan infatti è una delle zone più montagnose del mondo e gli alpini sanno bene che sulle cime aspre e innevate intorno a Kabul un mulo vale più di qualunque altra arma. Per questo lo ‘zoccolo duro’, è il caso di dirlo, della Task Force italiana di terra sarà costituito da muli e cavalli. Proprio la ricerca di animali sta ostacolando la partenza del contingente italiano, decisa dal Parlamento a novembre. Il Corpo li starebbe cercando tra Italia e Slovenia e starebbe acquistando i basti e i finimenti indispensabili per il trasporto dei materiali. Soprattutto poi occorre tempo per addestrare i militari alla guida e alla dimistichezza con i muli. Un ruolo per niente facile, che ormai non esiste più tra le nostre forze armate. In Germania e Inghilterra invece esistono battaglioni di scalatori dell’esercito che hanno i muli in dotazione.
Ma perché questo improvviso ripensamento da parte del Corpo degli alpini?… Sembra che i motocarretti da montagna che hanno progressivamente sostituito gli animali siano inefficaci o difficilmente utilizzabili sulle alture afghane. Non solo per le pendenze proibitive su cui devono arrampicare, ma anche per l’aria assai rarefatta che ostacola la combustione dei motori. Un mulo invece ad alta quota arriva ovunque, anche in condizioni atmosferiche difficili e con la nebbia più fitta. ‘… dove va il mulo non sempre arriva la motocarretta…’, spiega Roberto Genero, presidente dell’Associazione Nazionale Alpini di Marostica che da sempre si è opposto alla dismissione dei quadrupedi da montagna.‘… i muli possono fornire grossi vantaggi - continua Genero – dove va un uomo arriva anche un mulo, mentre non sempre ci riesce un motocarrello. Inoltre questi animali portano carichi pesanti, fino a 140 chili, senza alcun problema. ..’. L’unico problema quindi sarebbe il rapporto tra l’uomo e l’animale, difficile da costruire.
La gloriosa storia del mulo al servizio della Patria è lunga più di cento anni. Le compagnie alpine cominciano ad usarlo nel 1872 e in poco tempo gli animali si diffondono in modo massiccio. Dopo la Grande Guerra i reggimenti di montagna vengono dotati ciascuno di cinquecento muli e durante la Seconda Guerra Mondiale la dotazione è di 25 animali per ogni batteria, 315 per ogni gruppo di artiglieria. Dagli anni ’70 in poi i motocarrelli cominciano a spodestare i muli, fino a quando nel ’92 l’esercito decide definitivamente di farne a meno. Per ora l’esercito smentisce l’acquisto di muli per inviarli in Afghanistan. Fonti ufficiali inoltre affermano che non vi è alcun ritardo nella partenza del contingente italiano. I tempi sarebbero quelli previsti e le nostre truppe sono pronte a partire. Circa mille uomini, la cui componente principale sarà proprio quella degli alpini del nono reggimento della Taurinense. Il cosiddetto ’advanced party’ che preparerà il terreno al grosso della forza dovrebbe partire nei prossimi giorni e poi a febbraio è in programma il ponte aereo che trasferirà l’intero contingente. Anche Mario Rigoni Stern, scrittore ed alpino che aveva bocciato la rinuncia agli animali, è scettico: ‘… nella guerra in montagna - afferma – i muli sono insostituibili .Adesso occorrerebbe ripartire da zero per allevarli e addestrarli. Utilizzarli dopo 15 anni di inattività è semplicemente ridicolo. Quelli giovani non sono addestrati e quelli che lo erano oggi sono troppo vecchi…’. Le voci però si fanno insistenti e a Il Gazzettino ribadiscono che la notizia dei muli è certa, citando una fonte autorevole interna al Corpo degli alpini. D’altra parte ritornare sui propri passi metterebbe in difficoltà l’esercito. Sarebbe come ammettere che la scelta di dismettere i muli, che suscitò a suo tempo non poche critiche, era sbagliata. La conferma, o la smentita, arriverà alla partenza dei nostri soldati per Kabul.


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http://utenti.lycos.it/luposabatini/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato