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Visualizza Versione Completa : Internet... un "old world"?



yurj
08-01-03, 13:29
riccardo orioles <ricc@libero.it>
tanto per abbaiare
6 gennaio 2003 n.160
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L'internet del dopoguerra. La Microsoft, la Internet Security Systems,
la Foundstone ed altre hanno da tempo ufficializzato un'intesa per
limitare le informazioni sulla sicurezza dei rispettivi software. Le
falle, in particolare, non verranno comuniate al pubblico prima di
trenta giorni dalla loro scoperta.
Questo, nel quadro della "lotta al terrorismo". A parte il terrorismo,
essa pero' risolve uno dei principali problemi di marketing della
Microsoft che diverse volte e' stata pubblicamente sputtanata da
programmatori indipendenti che, avendo riscontrato bug pericolosi, li
hanno denunciati in rete. Non e' una questione accademica: la
percezione di un'affidabilita' non totale ha gia' spinto fuori Windows
numerosi clienti, fra gli enti pubblici tedeschi (Bundeswehr in testa)
passati a Linux "per ragioni di sicurezza". Col pretesto della lotta al
terrorismo, in altre parole, alcune aziende decidono di prendersi un
vantaggio sulla concorrenza, privando i clienti di informazioni
essenziali e ponendo in vendita dei prodotti insicuri.
* * *
Il classico videoregistratore a cassette, come tutti sappiamo, e' ormai
da anni uno strumento obsoleto. Il Dvd e i nuovi hard-disk veloci
miniaturizzati e ad alta capienza assolvono, concettualmente, molto
meglio al compito di immagazzinare e distribuire informazioni audio e
video. In piu', la banda larga fornisce un canale adeguato per la
circolazione di masse praticamente infinite di informazioni - diciamo
pure di film. Un'azienda d'avanguardia, la SonicBlue, ha annunciato un
prodotto che ottimizza le prestazioni del "registratore digitale" e la
sua interfaccia di rete: ognuno puo' rapidamente e a basso costo
registrarsi quello che vuole e se lo crede opportuno distribuirlo a una
dozzina (ma non piu') di amici. Le principali media corporation
americane, Abc, Cbs e Nbc, le hanno immediatamente aperto una causa
legale *preventiva* contro per violazione del copyrigth, prima ancora
che uscisse l'apparecchio. E anche qui, per giustificare questa
giurisprudenza "preventiva", si fa appello allo stato d'eccezione in
cui l'industria versa nel quadro della "guerra".
E' come se, nel 1901, una fabbrica di diligenze avesse fatto causa
"preventiva" alla De Dion Buton o alla Panhard-Levasseur accusandole di
favorire, con la loro diabolica invenzione, il proliferare delle rapine
in banca (e' infatti incontestabile che un rapinatore in automobile
fugge piu' velocemente di un rapinatore a cavallo) e invitando i
giudici non a sequestrare magari le automobili esistenti ed
effettivamente utilizzate per rapine, ma a impedire preventivamente ope
legis la stessa nascita di una cosi' pericolosa e criminale invenzione.
* * *
A Washington, l'hackeraggio e' stato equiparato per decreto ai reati di
terrorismo, con pene fino all'ergastolo e competenza dei tribunali
d'eccezione. A questi fini viene considerato "terrorista informatico"
("Deterrence ad Prevention of Cyberterrorism Act", sez.815) chiunque
arrechi danni equivalenti o superiori a cinquemila dollari. Il ragazzo
che s'introduce nel server della scuola e' dunque equiparato al
terrorista che prepara un attentato al tritolo, rischia le stesse pene
e verra' trattato alla stessa maniera. Il decreto - sempre nel quadro
dello "stato di guerra" - verra' applicato anche in maniera
retroattiva.
* * *
Le majors che sono riuscite ad eliminare Napster (senza trarne grande
guadagno: ora gli utenti si scambiano i file direttamente fra loro) e
che tengono i prezzi dei CD musicali fra le 35mila e le 45mila lire,
chiedono una legge che permetta loro di inserirsi senza permesso nei
singoli computer dei cittadini collegati all'internet. Anche qui, il
pretesto e' l'"antiterrorismo".
* * *
Gli episodi di questo genere, nel silenzio generale, si moltiplicano.
Fra non molto ci troveremo di fronte a un internet molto diverso da
quello che conosciamo adesso. I tentativi di sottoporre il progresso
tecnologico agli interessi privati avranno successo, probabilmente, nel
settore dei prodotti di consumo ma falliranno nell'internet vero e
proprio, che e' fisiologicamente democratico per natura.
Si tratta di tentativi deplorevoli sul piano etico e su quello civile e
- in un certo senso - "antioccidentali". Cosa sarebbe successo se le
multinazionali delle candele (se a quei tempi fossero esistite) fossero
riuscite a ridurre al silenzio Thomas Alva Edison? Se Gutemberg fosse
stato arrestato per riproduzione abusiva? Se i fratelli Wright,
all'alba di quel mattino, fossero stati bloccati da un mandato del
giudice su richiesta della Cunard Lines? Se per combattere il
terrorismo - ad esempio - dei nichilisti russi fossero stati
assoggettati a censura preventiva i telefoni di tutto il mondo? Un
"forse", un "certamente" e un "chissa'".
Il "forse" riguarda l'ipotetica vittoria sul terrorismo (i nichilisti
in realta' furono cancellati dalla diffusione dei consigli di fabbrica
in Russia). Il "certamente" riguarda i profitti dei fabbricanti di
candele e dei gestori di diligenze, liberi di moltiplicarsi
tranquillamente senza l'incomodo di fastidiose concorrenze. Il
"chissa'" riguarda tutti noi: chissa' se alla fine dei conti non ci
piacerebbe di piu' camminare a piedi e andare a letto con le galline,
dopo aver soffiato sulla candela. Buonanotte.

yurj
08-01-03, 17:35
E' scomparso l'emendamento alla Finanziaria che sembrava indicare un interesse serio verso l'ipotesi di adottare il software libero nella pubblica amministrazione. La visita di Bill Gates al Parlamento è una strana coincidenza?

E' scomparso l'emendamento alla Finanziaria che sembrava indicare un interesse serio verso l'ipotesi di adottare il software libero nella pubblica amministrazione. La visita di Bill Gates al Parlamento è una strana coincidenza?

Bill Gates dovrebbe far visita al Parlamento italiano a fine gennaio, stando a The Inquirer.

Il governo italiano aveva previsto un emendamento alla Finanziaria 2003 che sembrava indicare un interesse serio verso l'ipotesi di adottare il software libero nell'amministrazione pubblica, facendo risparmiare a noi contribuenti una bella badilata di soldi in licenze software, sulla scia di provvedimenti analoghi adottati da altri paesi europei ed extraeuropei, fra cui Giappone, Norvegia, Germania, Finlandia, Corea, Thailandia, Filippine, Francia, Messico, Taiwan, Cina e Regno Unito.

Ahimè l'emendamento è misteriosamente scomparso, e per una curiosa coincidenza Bill Gates viene di persona in visita al Parlamento a breve distanza di tempo da questa scomparsa. Sarebbe un caso fortuito se si trattasse di un evento singolo, ma siccome capita sistematicamente che zio Bill faccia visita a un paese proprio quando quel paese annuncia di voler mollare Microsoft, come è successo in India recentemente e nei mesi scorsi in Perù, direi che parlare di coincidenza è una pia illusione; pare più plausibile una vistosa operazione di lobbying, assecondata dal desiderio di compiacere l'ospite illustre, tipico della peggior forma di ospitalità fantozziana.

Resta da vedere se il governo italiano avrà abbastanza spina dorsale da resistere alle tante lusinghe di una società straniera già pluricondannata per concorrenza sleale: sapevate, ad esempio, che i docenti che convincono la propria scuola ad acquistare software Microsoft hanno gratis la licenza di Windows e Office, un valore commerciale di circa 1000 euro?

Visti i precedenti, sarà già un trionfo se l'amministrazione pubblica italiana saprà spuntare uno sconto decente sulle licenze di Windows, IIS e Office come hanno fatto gli altri paesi citati.

www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=1819&numero=999

Sir Demos
23-01-03, 02:20
C'è sempre qualcuno che cerca di rubarti o perlomeno rovinarti i sogni... :(