cm814
11-01-03, 13:54
L'ìindice dei libri proibiti non avrebbe più valore VINCOLANTE, da un punto di vista ecclesiastico.... ma solo morale!
Cosa ciò voglio dire, poi, non mi è dato sapere......
San PIO X diceva: [I Ed a rompere senza piu' gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore gia' non
sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati;
ma, cio' che da' somma pena e timore, si
celano nel seno stesso della Chiesa, tanto
piu' perniciosi quanto meno sono in vista.
(Papa San Pio X)[/I]
NO COMMENT!!!!
Anzi, sì: povero Ottaviani, chi sa quanto gli sarà costato!!!!! :( :(
Abolizione dell'Indice del Iibri proibiti
Dopo la lettera apostolica lntegrae servandae data in forma motu proprio il
7 dicembre 1965, non poche richieste sono pervenute alla santa sede per
conoscere la sorte dell'Indice dei libri proibiti sin qui tenuto dalla
chiesa per salvaguardare, secondo il mandato divino, l'integrita' della fede
e dei costumi.
Per rispondere alle suindicate domande, questa congregazione per la dottrina
della fede, dopo aver interrogato il beatissimo Padre, comunica
che l'Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza
dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso
diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede
e i costumi;
ma in pari tempo avverte che esso non ha piu' forza di legge ecclesiastica
con le annesse censure.
Pertanto la chiesa confida nella matura coscienza dei fedeli, soprattutto
degli autori e degli editori cattolici e di coloro che si occupano della
educazione dei giovani.
Ripone la sua piu' ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli
ordinari e delle conferenze episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di
esaminare e anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e qualora si
dia il caso, di riprenderne gli autori e di ammonirli.
La congregazione per la dottrina della fede, secondo lo spirito della
lettera apostolica Integrae servandae e dei decreti del concilio Vaticano
II, si pone a piena disposizione, in quanto sia necessario, degli ordinari,
per aiutare la loro solerzia nel vagliare le opere pubblicate, nel
promuovere la sana cultura in opposizione a quella insidiosa, in stretto
contatto con gli istituti e le universita' ecclesiastiche.
Qualora, poi comunque rese pubbliche, emergessero dottrine e opinioni
contrarie ai principi della fede e della morale e i loro autori,
benevolmente invitati a correggerle, non vogliano provvedere,
la santa sede usera' del suo diritto-dovere di riprovare anche pubblicamente
tali scritti, per provvedare con proporzionata fermezza al bene delle anime.
Si provvedera' pertanto, in modo adeguato, a che sia data notizia ai fedeli,
circa il giudizio della chiesa sulle opere pubblicate.
Dato a Roma, dal palazzo del S. Offizio, il 14 giugno 1966.
A. card. OTTAVIANI, pro-prefetto della S.C. per la dottnina della fede
P. PARENTE, segretario
Cosa ciò voglio dire, poi, non mi è dato sapere......
San PIO X diceva: [I Ed a rompere senza piu' gl'indugi Ci spinge anzitutto il fatto, che i fautori dell'errore gia' non
sono ormai da ricercarsi fra i nemici dichiarati;
ma, cio' che da' somma pena e timore, si
celano nel seno stesso della Chiesa, tanto
piu' perniciosi quanto meno sono in vista.
(Papa San Pio X)[/I]
NO COMMENT!!!!
Anzi, sì: povero Ottaviani, chi sa quanto gli sarà costato!!!!! :( :(
Abolizione dell'Indice del Iibri proibiti
Dopo la lettera apostolica lntegrae servandae data in forma motu proprio il
7 dicembre 1965, non poche richieste sono pervenute alla santa sede per
conoscere la sorte dell'Indice dei libri proibiti sin qui tenuto dalla
chiesa per salvaguardare, secondo il mandato divino, l'integrita' della fede
e dei costumi.
Per rispondere alle suindicate domande, questa congregazione per la dottrina
della fede, dopo aver interrogato il beatissimo Padre, comunica
che l'Indice rimane moralmente impegnativo, in quanto ammonisce la coscienza
dei cristiani a guardarsi, per una esigenza che scaturisce dallo stesso
diritto naturale, da quegli scritti che possono mettere in pericolo la fede
e i costumi;
ma in pari tempo avverte che esso non ha piu' forza di legge ecclesiastica
con le annesse censure.
Pertanto la chiesa confida nella matura coscienza dei fedeli, soprattutto
degli autori e degli editori cattolici e di coloro che si occupano della
educazione dei giovani.
Ripone la sua piu' ferma speranza nella sollecitudine vigile dei singoli
ordinari e delle conferenze episcopali, cui spetta il diritto e il dovere di
esaminare e anche di prevenire la pubblicazione di libri nocivi e qualora si
dia il caso, di riprenderne gli autori e di ammonirli.
La congregazione per la dottrina della fede, secondo lo spirito della
lettera apostolica Integrae servandae e dei decreti del concilio Vaticano
II, si pone a piena disposizione, in quanto sia necessario, degli ordinari,
per aiutare la loro solerzia nel vagliare le opere pubblicate, nel
promuovere la sana cultura in opposizione a quella insidiosa, in stretto
contatto con gli istituti e le universita' ecclesiastiche.
Qualora, poi comunque rese pubbliche, emergessero dottrine e opinioni
contrarie ai principi della fede e della morale e i loro autori,
benevolmente invitati a correggerle, non vogliano provvedere,
la santa sede usera' del suo diritto-dovere di riprovare anche pubblicamente
tali scritti, per provvedare con proporzionata fermezza al bene delle anime.
Si provvedera' pertanto, in modo adeguato, a che sia data notizia ai fedeli,
circa il giudizio della chiesa sulle opere pubblicate.
Dato a Roma, dal palazzo del S. Offizio, il 14 giugno 1966.
A. card. OTTAVIANI, pro-prefetto della S.C. per la dottnina della fede
P. PARENTE, segretario