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Mjollnir
15-01-03, 03:23
Esiste tra uomini e Dei, una amicizia, di cui
la virtus è il cemento. Che dico? Più che
amicizia, è affinità, è parentela: poiché il vero
uomo non differisce dal Dio che per la sua durata.
Ne è il discepolo e l’emulo, è la sua progenitura vera,
e il Dio, sommo creatore, inflessibile circa la pratica
della virtù, l’alleva con il rigore di un padre severo.
SENECA



I. Tutto ciò che ti circonda è sacro e come tale devi rispettarlo.
II. La natura, anzi l’Universo intero, vibra di mille rispondenze segrete, tuttavia sensibili per
chi della natura si senta partecipe e si riconosca come parte viva ed integrante di essa.
III. Il Cosmo, vale a dire l’“Ordine universale”, vive e palpita come un unico essere: questo
essere è divino.
IV. Di una divina materia sono permeati tutti gli esseri, animati e inanimati, del mondo,
visibili ed invisibili. In differente misura, una presenza divina è nelle pietre e nei metalli, nelle
piante e negli animali, negli “elementari” e nell’uomo.
V. Questa immanenza divina in tutte le cose e negli esseri viventi è il riflesso tangibile di
Deus-Pater, cioè della Luce Divina, che ci è padre, pur senza averci generato, poiché Deus-Pater è
l’Universo stesso increato: e noi siamo parte di lui.
VI. Esiste un’infinita gerarchia di potenze divine, manifestantisi negli atti più semplici della
vita del mondo e dell’uomo.
VII. Ogni atto è regolato da un meccanismo segreto, ma profondamente logico, che si chiama
Destino, di cui noi siamo parte integrante e che noi stessi, volontariamente - col rito - o
inconsciamente, determiniamo.
VIII. Scruta te stesso e vi troverai il tuo Destino. Scruta nella natura e vi leggerai quello del
mondo.
IX. Ogni angolo della tua casa vibra di forze segrete: accorgersi di tali forze è pervenire al
“risveglio”.
X. Chi ha raggiunto il “risveglio” non si sente più solo su questa terra, anche nella
desolazione del deserto e della città.
XI. Nutrire fiducia nella bontà delle Potenze divine che ci circondano e comportarsi “con
scrupolo”: è questo il nucleo della bontà e della pietas.
XII. Ogni scrupolo e rispetto verso le Potenze divine - gli Dei - vale a dire ogni “religione”, si
fonda sul rito, cioè sulle norme e tecniche di concretizzazione del Divino che ci compenetra.
XIII. Non vi è alcun tipo di pietas divina senza rito e non vi è rito senza sacerdote.
XIV. Noi siamo i sacerdoti di noi stessi e dei nostri famigliari.
XV. Così come Deus-Pater è il nostro Padre celeste, noi siamo il suo tramite coi nostri
famigliari, il cui benessere, materiale e spirituale, si regge solo sul nostro Destino, cioè sulle
conseguenze del nostro equilibrio interiore e della pietas.
XVI. Ma pietas è anche pudore e rispetto verso i nostri pari.
XVII. Le forze che reggono i meccanismi occulti del mondo sono amore (amor) forza (vis)
giustizia (iustitia).
XVIII. Non vi è amore se non si è capaci di essere forti. Non si è giusti se non si è capaci di
amare con forza.
XIX. Gli Dei non sono mai morti, perché non sono mai nati: essi sono e tu sei e fosti.
XX. “Occultamento del Divino”: ecco un altro concetto caro ai filosofi e ai “teologi” moderni.
Per te è privo di ogni significato. E’ vero che il Divino “si costruisce” anche per mezzo della
liturgia e della fede delle moltitudini; ma tu sai che il tuo Divino è indistruttibile poiché palpita in te
riflettendosi nelle presenze che ti circondano.
XXI. Sia pure la natura muta al cuore di chi non ti è pari. Il tuo diapason è capace di
risvegliarne le occulte armonie, in eterno viventi e presenti, e il velo oscuro, calato agli altri, si
solleva lentamente al tuo sguardo. Tutto ti appare di colore diverso, più tenero, smagliante, più
autentico. Allora ti accorgi che il Divino ti circonda sempre, come è stato agli albori del mondo: da
tale momento gli Dei saranno con te e tu con loro.



PROMAGISTER


da : LA CITTADELLA anno I, numero 2, aprile-giugno 2001 e.v., MMDCCLIV a.U.c.

Felix (POL)
15-01-03, 04:32
:cool:

Frumentarius
10-10-06, 09:06
Riporto uno splendido sunto, scritto dal Promagister del M.T.R. (Movimento Tradizionale Romano), una realtà Gentile tradizionale, che esprime, in un linguaggio comprensibile e attuale, per Aforismi, la Spiritualità dei nostri Padri e delle nostre Madri.

Spero possa essere utile, a chi ha un certo Fuoco, e a chi vuole comprendere il sentire dei nostri antenati.

"Per una Pietas nel tempo Attuale"


I. Tutto ciò che ti circonda è sacro e come tale devi rispettarlo.

II. La natura, anzi l’Universo intero, vibra di mille rispondenze segrete, tuttavia sensibili per chi della natura si senta partecipe e si riconosca come parte viva ed integrante di essa.

III. Il Cosmo, vale a dire l’“Ordine universale”, vive e palpita come un unico essere: questo essere è divino.

IV. Di una divina materia sono permeati tutti gli esseri, animati e inanimati, del mondo, visibili ed invisibili. In differente misura, una presenza divina è nelle pietre e nei metalli, nelle piante e negli animali, negli “elementari” e nell’uomo.

V. Questa immanenza divina in tutte le cose e negli esseri viventi è il riflesso tangibile di Deus-Pater, cioè della Luce Divina, che ci è padre, pur senza averci generato, poiché Deus-Pater è l’Universo stesso increato: e noi siamo parte di lui.

VI. Esiste un’infinita gerarchia di potenze divine, manifestantisi negli atti più semplici della vita del mondo e dell’uomo.

VII. Ogni atto è regolato da un meccanismo segreto, ma profondamente logico, che si chiama Destino, di cui noi siamo parte integrante e che noi stessi, volontariamente - col rito - o inconsciamente, determiniamo.

VIII. Scruta te stesso e vi troverai il tuo Destino. Scruta nella natura e vi leggerai quello del
mondo.

IX. Ogni angolo della tua casa vibra di forze segrete: accorgersi di tali forze è pervenire al “risveglio”.

X. Chi ha raggiunto il “risveglio” non si sente più solo su questa terra, anche nella desolazione del deserto e della città.

XI. Nutrire fiducia nella bontà delle Potenze divine che ci circondano e comportarsi “con scrupolo”: è questo il nucleo della bontà e della pietas.

XII. Ogni scrupolo e rispetto verso le Potenze divine - gli Dei - vale a dire ogni “religione”, si fonda sul rito, cioè sulle norme e tecniche di concretizzazione del Divino che ci compenetra.

XIII. Non vi è alcun tipo di pietas divina senza rito e non vi è rito senza sacerdote.

XIV. Noi siamo i sacerdoti di noi stessi e dei nostri famigliari.

XV. Così come Deus-Pater è il nostro Padre celeste, noi siamo il suo tramite coi nostri famigliari, il cui benessere, materiale e spirituale, si regge solo sul nostro Destino, cioè sulle conseguenze del nostro equilibrio interiore e della pietas.

XVI. Ma pietas è anche pudore e rispetto verso i nostri pari.

XVII. Le Forze che reggono i meccanismi occulti del mondo sono Amore (Amor) Forza (Vis) Giustizia (Iustitia).

XVIII. Non vi è amore se non si è capaci di essere forti. Non si è giusti se non si è capaci di amare con forza.

XIX. Gli Dei non sono mai morti, perché non sono mai nati: essi sono e tu sei e fosti.

XX. “Occultamento del Divino”: ecco un altro concetto caro ai filosofi e ai “teologi” moderni. Per te è privo di ogni significato. E’ vero che il Divino “si costruisce” anche per mezzo della liturgia e della fede delle moltitudini; ma tu sai che il tuo Divino è indistruttibile poiché palpita in te riflettendosi nelle presenze che ti circondano.

XXI. Sia pure la natura muta al cuore di chi non ti è pari. Il tuo diapason è capace di risvegliarne le occulte armonie, in eterno viventi e presenti, e il velo oscuro, calato agli altri, si solleva lentamente al tuo sguardo. Tutto ti appare di colore diverso, più tenero, smagliante, più autentico. Allora ti accorgi che il Divino ti circonda sempre, come è stato agli albori del mondo: da tale momento gli Dei saranno con te e tu con loro.


PROMAGISTER

Helios
10-10-06, 10:23
Storico, meraviglioso scritto, fa risuonare ogni fibra ad una semplice lettura...

Antiokos
10-10-06, 16:22
Riporto uno splendido sunto, scritto dal Promagister del M.T.R. (Movimento Tradizionale Romano), una realtà Gentile tradizionale, che esprime, in un linguaggio comprensibile e attuale, per Aforismi, la Spiritualità dei nostri Padri e delle nostre Madri.

Spero possa essere utile, a chi ha un certo Fuoco, e a chi vuole comprendere il sentire dei nostri antenati.

"Per una Pietas nel tempo Attuale"


I. Tutto ciò che ti circonda è sacro e come tale devi rispettarlo.

II. La natura, anzi l’Universo intero, vibra di mille rispondenze segrete, tuttavia sensibili per chi della natura si senta partecipe e si riconosca come parte viva ed integrante di essa.

III. Il Cosmo, vale a dire l’“Ordine universale”, vive e palpita come un unico essere: questo essere è divino.

IV. Di una divina materia sono permeati tutti gli esseri, animati e inanimati, del mondo, visibili ed invisibili. In differente misura, una presenza divina è nelle pietre e nei metalli, nelle piante e negli animali, negli “elementari” e nell’uomo.

V. Questa immanenza divina in tutte le cose e negli esseri viventi è il riflesso tangibile di Deus-Pater, cioè della Luce Divina, che ci è padre, pur senza averci generato, poiché Deus-Pater è l’Universo stesso increato: e noi siamo parte di lui.

VI. Esiste un’infinita gerarchia di potenze divine, manifestantisi negli atti più semplici della vita del mondo e dell’uomo.

VII. Ogni atto è regolato da un meccanismo segreto, ma profondamente logico, che si chiama Destino, di cui noi siamo parte integrante e che noi stessi, volontariamente - col rito - o inconsciamente, determiniamo.

VIII. Scruta te stesso e vi troverai il tuo Destino. Scruta nella natura e vi leggerai quello del mondo.

IX. Ogni angolo della tua casa vibra di forze segrete: accorgersi di tali forze è pervenire al “risveglio”.

X. Chi ha raggiunto il “risveglio” non si sente più solo su questa terra, anche nella desolazione del deserto e della città.

XI. Nutrire fiducia nella bontà delle Potenze divine che ci circondano e comportarsi “con scrupolo”: è questo il nucleo della bontà e della pietas.

XII. Ogni scrupolo e rispetto verso le Potenze divine - gli Dei - vale a dire ogni “religione”, si fonda sul rito, cioè sulle norme e tecniche di concretizzazione del Divino che ci compenetra.

XIII. Non vi è alcun tipo di pietas divina senza rito e non vi è rito senza sacerdote.

XIV. Noi siamo i sacerdoti di noi stessi e dei nostri famigliari.

XV. Così come Deus-Pater è il nostro Padre celeste, noi siamo il suo tramite coi nostri famigliari, il cui benessere, materiale e spirituale, si regge solo sul nostro Destino, cioè sulle conseguenze del nostro equilibrio interiore e della pietas.

XVI. Ma pietas è anche pudore e rispetto verso i nostri pari.

XVII. Le Forze che reggono i meccanismi occulti del mondo sono Amore (Amor) Forza (Vis) Giustizia (Iustitia).

XVIII. Non vi è amore se non si è capaci di essere forti. Non si è giusti se non si è capaci di amare con forza.

XIX. Gli Dei non sono mai morti, perché non sono mai nati: essi sono e tu sei e fosti.

XX. “Occultamento del Divino”: ecco un altro concetto caro ai filosofi e ai “teologi” moderni. Per te è privo di ogni significato. E’ vero che il Divino “si costruisce” anche per mezzo della liturgia e della fede delle moltitudini; ma tu sai che il tuo Divino è indistruttibile poiché palpita in te riflettendosi nelle presenze che ti circondano.

XXI. Sia pure la natura muta al cuore di chi non ti è pari. Il tuo diapason è capace di risvegliarne le occulte armonie, in eterno viventi e presenti, e il velo oscuro, calato agli altri, si solleva lentamente al tuo sguardo. Tutto ti appare di colore diverso, più tenero, smagliante, più autentico. Allora ti accorgi che il Divino ti circonda sempre, come è stato agli albori del mondo: da tale momento gli Dei saranno con te e tu con loro.


PROMAGISTER

Scritto bellissimo, davvero molto bello.

Ci sono dei punti però che non condivido (in maniera completa intendo, ma che neanche rigetto totalmente intendiamoci), forse perchè ancora non ho compreso appieno le parole del Promagister o non ho chiarito bene a me stesso alcune cose:

Per esempio i punti XII, XIII, XV, XVIII

XII. Ogni scrupolo e rispetto verso le Potenze divine - gli Dei - vale a dire ogni “religione”, si fonda sul rito, cioè sulle norme e tecniche di concretizzazione del Divino che ci compenetra.

Sul fatto che ogni religione si fondi sul rito è ovvio, ma che lo scrupolo o il rispetto verso gli Dèi si basi solo su quello non sono d'accordo, ci può anche non essere rito ed onorare ed amare gli Dèi in ogni momento, tutto parte dalla propria disposizione interiore.

Il punto seguente, che completa il n. XII infatti sarebbe da specificare meglio perchè:

XIII. Non vi è alcun tipo di pietas divina senza rito e non vi è rito senza sacerdote.

Oddei, messa così non mi sento di condividere, secondo me, come ho detto prima, la Pietas non si basa, e infatti per me non si deve basare, solo sul rito, e penso che sia sbagliato dire che se non c'è rito non c'è Pietas.
Sul fatto che non ci sia rito senza sacerdote, appunto come il P. dice precedentemente, ognuno è sacerdote di se stesso quindi...

Sul punto XV, non credo che il destino di altri, pur collegato in qualche modo, sia dipendente dal mio o si regga sul mio, ognuno ha il suo destino.

Sul punto XVIII, credo di potere anche condividerlo, ma non sono sicuro di averne completamente capito il senso.

Poi è ovvio, anche quelli che ho sottolineato, non sono dei comandamenti per tutti, ognuno ha sue filosofie o dottrine di riferimento, nella sostanza è uno scritto davvero molto pregevole, e che come ha ricordato il valente Frvmentarivs può essere molto d'aiuto, e spero Frvmentarivs magari potresti essermi d'aiuto nella comprensione di ciò che ho segnalato.

Vale (Frvm.) et Valete!

Chaos88 (POL)
10-10-06, 18:38
x l'amico Antiokos:

lo scritto (molto interessante, l'avevo gia' letto ma non ricordo piu' dove: forse su La Cittadella?...) veicola una purissima religiosita' romana. Tutto quello che c'è scritto penso sia 'corretto' in quell'ottica, che è poi l'ottica degli esponenti dell'MTR.

I punti che sollevi tu sono interessanti perchè dimostrano quello di cui si parla anche nella discussione sul rito, e cioè che non tutti possiamo pensarla allo stesso modo su certe cose. Penso sia una questione prevalentemente di influenze culturali.

Visto che nemmeno io sono un 'tradizionalista romano', e che il mio modo di concepire il divino risente molto di piu' della lettura di Porfirio e Giuliano che non di Virgilio, condivido le tue 'critiche'. Il punto è che non si puo' definire un modo corretto per rapportarsi a certe questioni, perchè gia' in epoca pre-cristiana esistevano mille sensibilita' diverse, di cui oggi noi - con tutte le nostre differenze - siamo gli eredi...

Hirpus
11-10-06, 21:24
Colgo l'occasione per per colmare una mia lacuna.

Al punto uno c'è scritto:
I. Tutto ciò che ti circonda è sacro e come tale devi rispettarlo.

La mia domanda è, ma se tutto l'universo è sacro, dov'è il profano che gli si oppone?
E in pratica, se tutto è sacro, per quale motivo bisogna delineare un templum o un hurz?

Grazie in anticipo.

Vurdak
02-11-06, 16:52
La mia domanda è, ma se tutto l'universo è sacro, dov'è il profano che gli si oppone?

Provo a rispondere.

Tutto ciò che ha in se una essenza divina è sacro. Dato che nulla al mondo non può non avere l'essenza divina, il profano non esiste, almeno secondo me.


E in pratica, se tutto è sacro, per quale motivo bisogna delineare un templum o un hurz?

Non conosco cosa viene prescritto (brutta parola questa) nelle Vie che seguono gli altri forumisti, ma personalmente tutto è sacro, e l'adorazione può essere fatta ovunque. Un tempio è una "variabile" per "semplificare" l'adorazione della tua divinità. Se tu sei devoto ad un Dio, avere un tempio già pronto con riti prescritti (perdonatemi ancora) per adorarlo ha molto più "effetto" rispetto ad una cosa fatta nella propria dimora, specie se si vuole manterenere un continuum con una tradizione che riconosci come tua.
Sempre secondo me.


Spero di essermi fatto capire :D