O'Rei
21-01-03, 21:22
Internet da oggi ritrova un cittadino della Rete famoso, che dal 1995 non toccava la tastiera di un pc collegato online. Kevin Mitnick, forse il più celebre capostipite della generazione degli hacker nata e cresciuta con il web, ha finito di pagare il conto alla giustizia
NEW YORK, 21 GENNAIO 2003 - Internet da oggi ritrova un cittadino della Rete famoso, che dal 1995 non toccava la tastiera di un pc collegato online. Kevin Mitnick, forse il più celebre capostipite della generazione degli hacker nata e cresciuta con il web, ha finito di pagare il conto alla giustizia e può di nuovo navigare su Internet. Il caso Mitnick incarna in sè i molti interrogativi con i quali i giudici americani devono fare i conti in un periodo in cui cominciano a scadere i divieti di usare la Rete imposti negli anni passati non solo agli hackers, ma anche a pedofili e truffatori. Le Corti d'appello federali che in tutti gli Usa hanno preso in esame il problema - come evidenzia un'inchiesta del New York Times - stanno dando risposte di segno diverso. Il circuito di Corte d'appello che sovrintende sull' area di Louisiana, Texas e Mississippi, per esempio, si è di recente pronunciato sostenendo che a chi ha commesso reati servendosi del web, deve essere vietato l'uso di Internet anche dopo che la pena è stata interamente scontata. Ma altri due circuiti di Corte d'appello, tra cui quello dell'area di New York, hanno emesso sentenze opposte, sostenendo che nell'attuale panorama tecnologico è pressochè impossibile consentire ad una persona di trovare un'occupazione o di rientrare nel giro delle relazioni sociali senza accedere a email, Internet e altri canali di comunicazione analoghi. I giudici hanno imposto ad alcuni ex condannati, specie per reati di pedofilia, di restare sotto controllo anche dopo il termine della pena. Uno speciale corpo di agenti federali si occupa di installare nei Pc dei pregiudicati dei software che permettono di tener sotto controllo, a distanza, tutte le loro navigazioni sul web e ogni tipo di messaggi inviato o ricevuto, che sia email o un instant message. Ma con l'aumento degli ex detenuti che lasciano le celle, monitorare il panorama dei pericoli pubblici per Internet diventa sempre più difficile. Mitnick, un mito per gli hacker di tutto il mondo e un incubo per lungo tempo per l'Fbi, ha promesso di non voler dar più problemi e di impegnarsi a promuovere la cultura della legalità online. L'Fbi lo catturò nel 1995, dopo che le sue scorribande telematiche erano costate milioni di dollari a società come Motorola, Novell, Nokia e Sun Microsystems per il furto di programmi e per le sue devastanti intromissioni nei sistemi informatici aziendali. Mitnick ha trascorso cinque anni in carcere e ha dovuto scontare, dopo la scarcerazione, altri tre anni di divieto di toccare un solo tasto su qualsiasi apparecchio elettronico collegato in Rete. Adesso l'ex hacker, che ha 39 anni, intende dar vita ad una sua società di sicurezza informatica.
NEW YORK, 21 GENNAIO 2003 - Internet da oggi ritrova un cittadino della Rete famoso, che dal 1995 non toccava la tastiera di un pc collegato online. Kevin Mitnick, forse il più celebre capostipite della generazione degli hacker nata e cresciuta con il web, ha finito di pagare il conto alla giustizia e può di nuovo navigare su Internet. Il caso Mitnick incarna in sè i molti interrogativi con i quali i giudici americani devono fare i conti in un periodo in cui cominciano a scadere i divieti di usare la Rete imposti negli anni passati non solo agli hackers, ma anche a pedofili e truffatori. Le Corti d'appello federali che in tutti gli Usa hanno preso in esame il problema - come evidenzia un'inchiesta del New York Times - stanno dando risposte di segno diverso. Il circuito di Corte d'appello che sovrintende sull' area di Louisiana, Texas e Mississippi, per esempio, si è di recente pronunciato sostenendo che a chi ha commesso reati servendosi del web, deve essere vietato l'uso di Internet anche dopo che la pena è stata interamente scontata. Ma altri due circuiti di Corte d'appello, tra cui quello dell'area di New York, hanno emesso sentenze opposte, sostenendo che nell'attuale panorama tecnologico è pressochè impossibile consentire ad una persona di trovare un'occupazione o di rientrare nel giro delle relazioni sociali senza accedere a email, Internet e altri canali di comunicazione analoghi. I giudici hanno imposto ad alcuni ex condannati, specie per reati di pedofilia, di restare sotto controllo anche dopo il termine della pena. Uno speciale corpo di agenti federali si occupa di installare nei Pc dei pregiudicati dei software che permettono di tener sotto controllo, a distanza, tutte le loro navigazioni sul web e ogni tipo di messaggi inviato o ricevuto, che sia email o un instant message. Ma con l'aumento degli ex detenuti che lasciano le celle, monitorare il panorama dei pericoli pubblici per Internet diventa sempre più difficile. Mitnick, un mito per gli hacker di tutto il mondo e un incubo per lungo tempo per l'Fbi, ha promesso di non voler dar più problemi e di impegnarsi a promuovere la cultura della legalità online. L'Fbi lo catturò nel 1995, dopo che le sue scorribande telematiche erano costate milioni di dollari a società come Motorola, Novell, Nokia e Sun Microsystems per il furto di programmi e per le sue devastanti intromissioni nei sistemi informatici aziendali. Mitnick ha trascorso cinque anni in carcere e ha dovuto scontare, dopo la scarcerazione, altri tre anni di divieto di toccare un solo tasto su qualsiasi apparecchio elettronico collegato in Rete. Adesso l'ex hacker, che ha 39 anni, intende dar vita ad una sua società di sicurezza informatica.