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Visualizza Versione Completa : Prigioniere per mesi di tre banditi



Nirvana
27-01-03, 20:05
Disabile in ostaggio nel “serpentone” di Corviale. Sua figlia violentata


S’erano presi la sua casa, i suoi soldi e un po’ della sua vita, sapendo che lei, fragile e malata, mai avrebbe potuto ribellarsi. Dal giorno in cui quei tre si erano trasferiti nell’appartamento dello Iacp, a Corviale, Anna, la chiameremo così, viveva nel terrore e s’accontentava del poco cibo che le davano senza nulla chiedere. Per farle ancora più paura e tenere lontano i vicini, quei tre avevano portato a casa un cane lupo. E chissà quanto tempo, Anna, psicolabile e invalida al 75 per cento, e la figlia sarebbero vissute in quel modo, schiave nella loro casa, se la sorella non si fosse accorta di quello che stava accadendo. La donna che vive fuori Roma si è rivolta alla polizia e i tre, due uomini e una donna, sono stati arrestati con l’accusa di violenza privata e circonvenzione di incapace.
Raffaele Marchiano, 47 anni, Giulio Ventura, 27, e Giuseppina Fuoco, 46, da tre mesi si erano stabiliti con la forza nella casa di Anna, in via dei Sampieri. E nel grigio del Serpentone, dove gli appartamenti passano di mano in mano e non si sa più chi ha diritto o no ad abitare dove abita, pochi avevano fatto caso ai nuovi abusivi. I tre avevano soggiogato la donna di 57 anni, prendendole tutto quello che possedeva. La minaciavano col cane, le avevano sequestrato il libretto della pensione impadronendosi dei suoi soldi, le davano poco da mangiare. Giuseppina Fuoco aveva addirittura costretto Anna a "riconoscerla" come figlia: l’aveva portata in circoscrizione per farle rilasciare una dichiarazione dalla quale risultava che Giuseppina era la figlia legittima di Anna. La donna non s’era nemmeno resa conto di quello che aveva fatto. La figlia vera di Anna, 26 anni, era stata più volte minacciata di morte, uno dei due uomini, ha raccontato alla polizia, l’aveva violentata ripetutamente. Per sottrarsi a quel vortice di soprusi, la giovane donna era fuggita ed era andata a vivere dal fidanzato.
«Mia sorella era spaventatissima, me ne sono resa conta anche se lei non diceva niente. Qualcosa mi avevano raccontato altre persone. Quando ho saputo che lei era stata cacciata di casa ho chiamato la polizia». Gli agenti del commissariato San Paolo, diretti da Giuseppe Migliorico, l’altra sera vanno in via dei Sampieri e notano una donna che esce dal portone. Bussano a casa di Anna e si presenta alla porta Raffaele Marchiano, il cane lupo al suo fianco. All’inizio non vuole nemmeno fare entrare i poliziotti, poi accetta di rispondere alle domande. Dice d’essere un parente della donna psicolabile che abita in quella casa, «è una mia zia», farfuglia, «mi ospita ogni tanto». Nei suoi frequenti viaggi tra Napoli e Firenze, racconta Marchiano ai poliziotti, gli capita di fermarsi a Roma a casa della parente.
«Chi altro vive qui?», incalzano gli agenti. L’uomo all’inizio nega che ci siano altri inquilini, poi è costretto ad ammettere che altre due persone abitano con lui, un uomo e una donna, ma al momento sono fuori. I poliziotti ispezionano la cantina dell’appartamento e lì trovano nascosto Giulio Ventura. Manca la donna, i poliziotti sospettano che sia quella tipa che hanno incrociato mentre entravano nel palazzone. Giuseppina Fuoco viene poco dopo rintracciata in piazza della Repubblica dove si prostituiva. I tre vengono portati in commissariato e arrestati per violenza privata e circonvenzione di incapace. Da controlli presso l’ufficio anagrafico, risulta effettivamente che Giuseppina Fuoco risiede in via dei Sampieri, nell’appartamento di Anna. E’ la figlia della donna a raccontare che la madre era stata raggirata e costretta a recarsi in circoscrizione per la falsa dichiaazione. Anna adesso è di nuovo nella sua casa, non più prigioniera.