Il_Siso
27-01-03, 22:17
Mercoledì al via la Final Eight della 25ª edizione: l'accoppiata di trofei è riuscita solo 10 volte, mai negli ultimi 5 anni. Le sorprese sono all'ordine del giorno.
MILANO, 27 gennaio 2003 - Coppa Italia, nozze d'argento. Se il calcio la snobba e altri sport (rugby, baseball) sono obbligati a inventarsi formule abbastanza astruse per conservarla, la pallavolo no, la pallavolo la coppa Italia la valorizza. Ben consapevole che questo appuntamento alla sua 25ª edizione da celebrarsi tra Trentino e Alto Adige è forse il più eccitante tra tutti quelli che ne caratterizzano la stagione. Perché è un playoff in miniatura, specie da quando, l'anno scorso, la Lega ha pensato bene di strutturarlo su una Final Eight. Ma un playoff senza le prove d'appello garantite dalle serie al meglio delle cinque partite: in coppa Italia di gare se ne fa una sola, chi vince va avanti, chi perde va a casa. E così sia.
In soli 4 giorni si triturano temi, passioni, vittorie e sconfitte che in campionato macerano lente nel corso di 8 mesi. Basterebbe solo questo per rendersi conto di quanto potrebbe essere divertente l'appuntamento del venticinquesimo anniversario che si rinnova da mercoledì 29 gennaio a domenica 2 febbraio tra Trento e Bolzano. Ma non c'è solo quello. C'è anche una tradizione ben consolidata che parla di pronostici impossibili, di vincitori inattesi. Per dire, su 24 edizioni solo 10 volte chi ha vinto la coppa ha poi conquistato anche lo scudetto. E mai è successo negli ultimi 5 anni, men che meno nella nuova era del rally point system. Sia detto non per "gufare" in anticipo, ma per dar l'idea che per conquistare la coppa occorre essere al top della forma a febbraio, cosa difficile poi da ripetere ad aprile o maggio.
Senza contare i colpi di scena, tanti, frequenti, a volte davvero incredibili. Come non pensare a Modena vaso di coccio tra Milano, Ravenna e Parma eppure trionfatrice nel '94 a Perugia. O alla schiacciata contestata di Zorzi, out per gli arbitri, buona per la prima coppa di Cuneo a Firenze '96. O all'epopea romana di Cuneo nel '99, con la semifinale vinta nonostante l'infortunio a Pascual e poi con un pazzesco 3-0 (ultimo set 15-3) inflitto al favoritissimo Treviso: gran protagonista Roca che giocava con 38 di febbre. La stessa finale dello scorso anno, Cuneo-Parma, tra tutte le finali possibile era certamente una delle meno prevedibili. Ennesimo segno che in coppa Italia chi fa pronostici si espone al ridicolo. A far previsioni insomma si è pressoché certi di sbagliare, a dire che sarà un grande spettacolo si va sul sicuro. Buon divertimento.
MILANO, 27 gennaio 2003 - Coppa Italia, nozze d'argento. Se il calcio la snobba e altri sport (rugby, baseball) sono obbligati a inventarsi formule abbastanza astruse per conservarla, la pallavolo no, la pallavolo la coppa Italia la valorizza. Ben consapevole che questo appuntamento alla sua 25ª edizione da celebrarsi tra Trentino e Alto Adige è forse il più eccitante tra tutti quelli che ne caratterizzano la stagione. Perché è un playoff in miniatura, specie da quando, l'anno scorso, la Lega ha pensato bene di strutturarlo su una Final Eight. Ma un playoff senza le prove d'appello garantite dalle serie al meglio delle cinque partite: in coppa Italia di gare se ne fa una sola, chi vince va avanti, chi perde va a casa. E così sia.
In soli 4 giorni si triturano temi, passioni, vittorie e sconfitte che in campionato macerano lente nel corso di 8 mesi. Basterebbe solo questo per rendersi conto di quanto potrebbe essere divertente l'appuntamento del venticinquesimo anniversario che si rinnova da mercoledì 29 gennaio a domenica 2 febbraio tra Trento e Bolzano. Ma non c'è solo quello. C'è anche una tradizione ben consolidata che parla di pronostici impossibili, di vincitori inattesi. Per dire, su 24 edizioni solo 10 volte chi ha vinto la coppa ha poi conquistato anche lo scudetto. E mai è successo negli ultimi 5 anni, men che meno nella nuova era del rally point system. Sia detto non per "gufare" in anticipo, ma per dar l'idea che per conquistare la coppa occorre essere al top della forma a febbraio, cosa difficile poi da ripetere ad aprile o maggio.
Senza contare i colpi di scena, tanti, frequenti, a volte davvero incredibili. Come non pensare a Modena vaso di coccio tra Milano, Ravenna e Parma eppure trionfatrice nel '94 a Perugia. O alla schiacciata contestata di Zorzi, out per gli arbitri, buona per la prima coppa di Cuneo a Firenze '96. O all'epopea romana di Cuneo nel '99, con la semifinale vinta nonostante l'infortunio a Pascual e poi con un pazzesco 3-0 (ultimo set 15-3) inflitto al favoritissimo Treviso: gran protagonista Roca che giocava con 38 di febbre. La stessa finale dello scorso anno, Cuneo-Parma, tra tutte le finali possibile era certamente una delle meno prevedibili. Ennesimo segno che in coppa Italia chi fa pronostici si espone al ridicolo. A far previsioni insomma si è pressoché certi di sbagliare, a dire che sarà un grande spettacolo si va sul sicuro. Buon divertimento.