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Ulrich Realist
28-01-03, 16:08
QUANTE MALPENSE ALLA SETTIMANA ?
L’ITALIA, PAESE SUDAMERICANO ?

Il presidente della Confindustria D’Amato scrisse su Repubblica, un po più di un anno fa, nell’articolo “Malpense Quotidiane”: “ In Italia il monopolio pubblico ha sempre gestito i servizi senza alcun riguardo, anzi senza un minimo d’attenzione per gli utenti”. Verissimo, e notiamo che cittadini e autorità responsabili hanno sempre accettato. Altri europei non avrebbero.

Egli continua dicendo anche che “in questo Paese straordinariamente dotato di imprenditorialità, ricco di talenti impreditoriali come nessun altro, é troppo scarso il numero delle grandi imprese, .... Sono troppe le imprese che non riescono a crescere oltre un certo limite........” Verissimo.

Vorrei rispondere con qualche succinta osservazione e mi dichiaro disponibile a fornire una mia analisi per suffragarle. Tale analisi dice pane al pane, come lo puo’ dire chi ha lasciato l’Italia nel ’82 per andare a vivere e lavorare in un Paese avanzato. Divenendo un dirigente internazionale di medio livello, girando l’Europa per lavoro e facendo paragoni per 30 anni.

1. Come potrebbe l’Italia avere grandi imprese efficienti e qualificate a livello europeo ? L’Italia, un Paese ove la chiarezza, la precisione, l’organizzazione, la prevenzione, il realismo, la logica, la coerenza sono qualità ammirate nei turisti che vengono dal Nord, ma del tutto trascurate nell’educazione, nella vita sociale, sparite dalla cultura comune ? Chi lavora in Europa sa che l’Italiano medio non é, come un Francese o uno scandinavo, in grado di gestire grandi sistemi. Non ha generalmente, nei suoi comportamenti, le qualità necessarie. Ecco il limite alla sua creatività, che pure é eccelsa. Purtroppo gli uomini d’affari europei hanno cominciato a capirlo !

2. La competizione economica che noi pretendiamo di fare in Europa, é da fare con Paesi che hanno: struttura, organizzazione, rigore, certezza del diritto, comportamenti di Paese avanzato, regole ben congegnate e rispettate, serietà, onestà, trasparenza diffusi, e non fantasia e... confusione. Si tratta percio’ di Paesi ove non c’è un’emergenza al giorno, come nel Bel Paese.

3. Come potrebbero le nostre infrastutture essere a livello europeo, visto che esse sono immaginate, costruite e gestite da Italiani ? Sapendo che le infrastutture degli altri Paesi della U.E. sono gestite da persone che:

- hanno comportamenti europei, i quali sono elencati nell’Allegato 1;
- sono selezionate per competenza ed esperienza e non per allacci personali come da noi ?
- possono essere in genere licenziate se non svolgono in modo soddisfacente il proprio compito ?

4. La Confindustria ha il gravoso compito di promuovere e proteggere l’imprenditorialità italiana. Per quanto tempo potremo competere colle imprese degli altri Paesi della U.E., le quali si muovono in un contesto nazionale riassumibile nel seguente contesto: certezza del diritto, fiducia, trasparenza, precisione, previsibilità delle evoluzioni (mentre da noi si lavora spesso alla giornata), capacità di dialogo fra le parti contrapposte in un quadro di correttezza, serietà ed organizzazione ?

5. Come potrà migliorare l’efficienza delle imprese italiane se il cittadino italiano medio (che lavora in esse e consuma i loro prodotti) non sa nemmeno:

- che i diritti dei cittadini consegnanti da leggi e regolamenti sono realizzati senza difficoltà negli altri Paesi della U.E. a latitudine più elevata, mentre in Italia, senza un padrino, é difficile far rispettare i proprii diritti, come nei Paesi sudamericani ?
- che in generale nei servizi statali e privati, nei Paesi della U.E. più a Nord, esiste una professionalità ed una qualità che da noi é scomparsa da un pezzo?

6. Come potrebbero i nostri servizi pubblici e privati ambire a raggiungere la qualità diffusa negli altri Paesi industriali della U.E., visto che essi sono realizzati e gestiti in un contesto sociale caratterizzato da improvvisazione, confusione, approssimazione e incertezza del diritto ? Che potremmo chiamare società dell’incertezza, contrapposta alle società della fiducia esistenti nella U.E.

7. Come spiegare la sorprendente divaricazione seguente:

- l’Italiano che emigra ha quasi sempre più iniziativa, capacità e creatività degli altri europei ed è generalmente molto apprezzato;
- l’Italiano che lavora nel suo Paese ha un livello mediocre di professionalità e di capacità organizzative, probabilmente simile a quello diffuso in Sudamerica;
- la fuga dei cervelli (andare altrove per aver successo) é un fenomeno apparso sulla stampa recentemente, ma iniziato da decenni ?

8. Come puo’ il Paese realizzare delle riforme funzionanti ed efficaci (tanto invocate da tutti, anche da Ciampi), se non siamo coscienti delle enormi distanze dal resto della U.E. in termini di professionalità, metodi di lavoro, qualità dei servizi e diritti dei cittadini ?

9. L’economia italiana diviene giorno per giorno più bloccata, come lo é già il quadro sociale del Paese (credo che abbiamo il primato della disoccupazione giovanile). L’Italia é l’unico Paese dell’U.E. che accetta senza scomporsi e continua, inesorabilmente, la sua degradazione. Intanto, .… gli altri Paesi dell’U.E. avanzano. Continuare a reagire caso per caso alle emergenze é una strategia perdente e colpevole. L’Italia fa parte dell’Unione, in cui altri Paesi sanno condizionare gli eventi economici e sociali, e lo fanno metodicamente.

Ciampi ha indicato la necessità di eliminare “i colli di bottiglia” (ostacoli, dall’inglese) dal sistema Italia. La mia impressione: egli potrebbe ripetere la stessa cosa ogni fine d’anno, fino al termine del suo mandato. Infatti, in un sistema sociale che é basato anche sui colli di bottiglia, come essi potrebbero essere eliminati, se non c’é prima una riflessione in merito ?

Antonio Greco
(ingegnere, ex-funzionario internazionale)
ANGREMA@wanadoo.fr


COROLLARIO

L’Italiano, ..... uno struzzo. Continua a invocare riforme istituzionali illudendosi, con falsa sicurezza, che esse cambieranno il Paese. Non sa ancora che, senza cambiare i metodi di lavoro e senza portare la cultura a livello europeo, l’Italia resterà un Paese in via di sottosviluppo. Allora, potremmo divenire entro qualche anno il primo Paese sudamericano dell’Europa.
Bossuet: “Dio ride degli uomini che si lamentano di eventi, le cui cause essi stessi continuano
a promuovere.”