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Nirvana
30-01-03, 22:57
Enel, triste odissea di una dipendente

Dopo il licenziamento ha scoperto irregolarità nel versamento dei contributi

Nel mese di giugno 2000 subivo il licenziamento dall’Enel di Roma, per assenza da giustificare, mentre invece io mi trovavo da circa 60 giorni presso l’Enel Zona di Rieti di Viale Morroni, certificando la mia presenza con le relative timbrature. E’ superfluo dire, che subire un licenziamento in piena regola per una persona che ha solo lo stipendio come unico mezzo di sostentamento è drammatico, questo è quanto accaduto alla sottoscritta ed alle sue tre figlie che frequentano attualmente le scuole a Rieti e che per “disgrazia" si ritrovano una madre che era capogruppo dell’opposizione (Ds) al comune di Colle di Tora e che si occupò malauguratamente del Lago del Turano, feudo questo riservato ma che di certo non immaginavo fino a questo punto.
Sicuramente non credevo certo di avere un potere tale da “disturbare" quella amena vallata.
Dopo 8 mesi di trattative, Ferruccio Valletti Rappresentante Regionale del sindacato Fnle-Cgil riuscì a farmi riassumere con la rinuncia a qualsiasi diritto maturato in 16 anni circa.
Chiunque, ridotto alla fame, infatti la trattativa durò otto mesi, avrebbe firmato qualunque cosa pur di riprendere lo stipendio e così fu.

Era il 1° febbraio 2001, il 2 febbraio dello stesso anno feci richiesta per l’Enel della Zona di Rieti, sapendo fra altro che una collega romana lavora invece a Rieti.

La trattativa per il mio trasferimento era affidata questa volta alla Flaei, ma il risultato fu lo stesso, niente da fare meglio pagare chi da Roma viene a lavorare a Rieti che chi invece a Rieti già c’è. Nel frattempo, come era già previsto all’atto della riassunzione ma non ufficialmente ratificato ovviamente, la sottoscritta veniva trasferita all’Acea Distribuzione che a Rieti non esiste.
Dopo queste esperienze vissute in prima persona, ho tragicamente capito che l’Enel ed il sindacato erano cambiati, così ogni dubbio su questa vicenda, ogni sospetto diventava lecito.
Così ho richiesto la mia cartella personale: nonostante sia ricorsa al Garante non sono riuscita a vederla ma ho fatto delle singolari scoperte:

1) i versamenti contributivi si fermano al 1999. Lo stesso Garante per la Privacy, per suo conto, sollecitò l’Inps in merito alla regolarizzazione dei contributi ai fini pensionistici, ma l’Inps dichiarava che, non avendo i modelli Cud (modello 101) che l’Enel avrebbe dovuto inviare per obbligo di legge, non poteva regolarizzare la situazione della sottoscritta.

2) dal prospetto Inail risulta invece che io, anziché esser licenziata, venivo assunta a luglio 2000 ed in più nel prospetto ci sono passaggi non conformi a quanto dichiarato tanto dall’Acea che dall’Enel.
Prima del Decreto Bersani, l’Enel ed il Sindacato sicuramente erano molto più attendibili, ma dal 1999 in poi tutto è tragicamente cambiato.
In precedenza avevo lavorato per piccoli privati, ma non ho mai avuto irregolarità così macroscopiche. Forse proprio perché il privato, quello vero, non ha strutture sindacali che “tutelano il lavoratore" e quindi compie tutti doveri che gli competono in modo ineccepibile, terrorizzato da multe e quant’altro applicabile a chi omette di versare contributi ai lavoratori.
Nel depositare all’Ispettorato del Lavoro di Rieti i documenti relativi a quanto accaduto, lasciando giustamente perplesso l’Ispettore che accoglieva la pratica non essendoci errore di interpretazione, visto che tali documenti erano stati inviati all’Ufficio del Garante per la Privacy, ho appreso che i tempi per le indagini sono piuttosto lunghi e ormai si sa che con i tempi lunghi si rischia di perdere le tracce o di fermare quanto accade.
Questo mi ha particolarmente meravigliato, pensando invece ad un comune cittadino sia esso di Rieti o di Roma, che se non denuncia tempestivamente una colf od una badante all’Inps o a quegli organismi preposti, rischia addirittura il carcere e credo che i tempi non siano così lunghi e farraginosi come per i potenti padroni.
Sono contenta di non esser più tanto giovane, e dico alle mie figlie ed anche a quegli degli altri studiate e diventate dei seri e capaci professionisti e soprattutto perseguite sempre la libertà, costa abbastanza ma aiuta a guardare meglio il cielo, ed a sentirsi forti come fameliche tigri.