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Visualizza Versione Completa : Separare....Separare.....Separare!!!



Pieffebi
01-02-03, 21:50
da www.iltempo.it

" ADESSO È URGENTE SEPARARE LE CARRIERE


di ACHILLE CHIAPPETTI

ERA EVIDENTE che la prima sentenza della Cassazione sul legittimo sospetto a Milano fosse uno spartiacque: una sorta di punto di non ritorno.
Eppure, i magistrati non hanno tenuto presente un dato politico essenziale: la maggioranza degli italiani è convinta - a ragione - che un numero crescente di procure politicizzate e di sinistra abbia dato luogo ad un uso strumentale dell'iniziativa penale e dei poteri d'indagine; che non possa essere messo in dubbio che l'operato di quei magistrati sia finalizzato a porre fuori gioco il Polo. Inoltre, poiché molti dei pm della prima ora sono, data l'unicità della carriera, transitati negli organi giudicanti e perfino in Cassazione, è sempre più forte il timore che la politicizzazione si stia estendendo anche agli organi giudicanti. Per questi elettori, qualunque decisione della Cassazione avrebbe avuto una valenza politica: pro o contro Berlusconi.
Né ci consola il fatto che la giustizia sia caduta in questo ginepraio non solo a causa dell'accanimento di alcune procure, ma anche perché il delegittimato Parlamento del 1993 si è privato della difesa dell'immunità. Ciò che conta è che il Governo molto difficilmente potrà mantenere la linea di moderazione seguita fino ad oggi. Una linea fondata sull'assioma: «Solo una minoranza di magistrati, specie pm, si lascia condizionare dalla propria fede politica. Il resto della magistratura è sano». Da qui le varie leggi sulle rogatorie, la Cirami, ecc.... che hanno fornito alla magistratura giudicante strumenti atti a neutralizzare le eventuali deviazioni dell'azione penale.
La disapplicazione (più o meno reale) di tali leggi appare come una porta sbattuta in faccia alla moderazione governativa. Di talché, per tutelare se stessa e la volontà elettorale, alla maggioranza non restano che strumenti più drastici: la totale separazione tra pm e giudici e l'immunità dei rappresentanti popolari. Questo percorso della politica sembra ormai inevitabile.
Tocca dunque ai giudici rendersi conto che la convivenza civile non si può fondare esclusivamente sul modo in cui essi intendono la legalità, cancellando la legittimazione sovrana delle istituzioni rappresentative. Devono rendersi conto che il Paese, quello sano, non quello dei girotondi, non può accettare che leader politici di ieri e di oggi, che sono parte della storia repubblicana, vengano condannati per le chiacchiere di qualche mafioso o di qualche arrivista da salotto. Questo rovesciamento dei valori rischia di ricadere sulla magistratura stessa e certo favorisce il plebiscitarismo come difesa estrema. E' dunque ai giudici (quelli veri) che spetta avviare la pacificazione con il solo strumento di cui essi dispongono: sentenze giuste e corrispondenti ai valori in cui il popolo sovrano si riconosce.
In questa fase di crisi il ruolo del Capo dello Stato è essenziale: solo lui ha l'autorità per chiarire che non è il principio di legalità ad essere antitetico con quello di democrazia rappresentativa, ma lo sono la falsata applicazione della legge e l'ingiusto processo. Senonché, è probabile che i suoi appelli ai magistrati continuino a restare inascoltati.
Ciò anche perché la sua presa sulla magistratura risulta drasticamente ridimensionata da quando a Cossiga fu impedito di esercitare le prerogative di presidente del C.S.M.
Stando così le cose, a Ciampi non resta altro che accompagnare il Parlamento nella futura attività legislativa di riforma della giustizia e dell'immunità parlamentare, svolgendo un attento controllo per impedire qualsiasi tipo di eccesso.
Achille Chiappetti

sabato 1 febbraio 2003 "


Saluti liberali

Pieffebi
01-02-03, 22:07
riprendiamo un documento programmatico della coalizione liberaldemocratica:

"

Casa delle libertà

Programma «Riforma della giustizia 2002»
(7 febbraio 2002)

Priorità nell'esercizio dell'azione penale e unitarietà dell'ufficio del pubblico ministero



1. I procuratori generali delle Corti d'appello insieme ai procuratori della Repubblica formulano proposte di priorità che tengano conto delle emergenze criminali del Ministero di Giustizia.

2. Il Ministro di giustizia, sulla base di queste indicazioni e di quelle proposte dal Ministro dell'interno e dal Ministro delle finanze al Parlamento, propone le priorità da seguire nell'esercizio dell'azione penale. Valutazione ed approvazione da parte del Parlamento di criteri generali di politica contro la criminalità e di priorità.

3. Valutazione ed approvazione da parte del Parlamento di criteri generali di politica contro la criminalità e di priorità.

4. Monitoraggio continuo sull'efficacia operativa delle priorità proposte dal Parlamento e verifica dell'efficacia dell'iniziativa penale.

5. Relazione annuale da parte del Ministro di giustizia al Parlamento sullo stato della giustizia e sul risultato del monitoraggio.

6. Unità dell'azione penale e struttura unitaria degli uffici del pubblico ministero per consentire ai procuratori della Repubblica ed ai procuratori generali di coordinare l'attività di indagine per rendere più efficace l'azione repressiva ed evitare la personalizzazione della funzione del pubblico ministero.



Ruoli delle professioni legali: giudici, pubblici ministeri, avvocato, notai



1. L'istituzione della scuola superiore delle professioni legali presentata dal ministro a nome del Governo consente un concorso unico per tutte le attività legali idoneo a garantire la migliore selezione attitudinale e professionale.

2. Concorsi riservati ad avvocati per coprire il 10% della vacanze dell'organico.

3. Periodo di formazione professionale organizzato dalla scuola superiore della giustizia ordinaria per tutte le professioni legali.

4. Valutazione da parte della scuola delle attitudini a svolgere le funzioni giudiziarie.

5. Pubblici ministeri e giudici dopo 5 anni di effettivo servizio possono rispettivamente passare a ruoli diversi attraverso un concorso interno.



Assistente legale dei magistrati, carriere dei giudici e dei pubblici ministeri, qualificazioni professionali, temporaneità degli uffici direttivi



1. Istituzione della figura dell'assistente legale giuridico del giudice e del pubblico ministero.

2. Le promozioni dei magistrati non possono eccedere il numero delle vacanze.

3. Trattamento economico collegato alla valutazione ai fini della promozione.

4. Temporaneità degli uffici direttivi e di tutte le funzioni del magistrato per la durata di tre anni con rinnovo dell'incarico per altri due.



Codice etico dei giudici e dei pubblici ministeri: disciplina ed incompatibilità



1. Codice di etica giudiziaria per tutelare l'immagine di indipendenza dei giudici e dei pubblici ministeri.

2. Le attività non giudiziarie debbono corrispondere a criteri che tutelano l'indipendenza del magistrato.

3. Deontologia giudiziaria come materia di insegnamento nella formazione iniziale dei giudici e dei pubblici ministeri.



Scuola superiore della giustizia ordinaria



1. Formazione iniziale e continua del personale della giustizia: giudici, pubblici ministeri, personale amministrativo e tecnico degli uffici giudiziari e del Ministero della giustizia.

2. Struttura permanente per garantire con continuità la formazione del personale della giustizia, come esistono in tutti i paesi d'Europa.

3. Direttore della scuola nominato dal Ministro della giustizia di concerto con il Csm.



Riforma del codice di procedura penale per l'attuazione del giusto processo e per la distinzione tra l'attività investigativa della polizia e l'attività d'indagine del pubblico ministero



1. Attuazione dei principi del giusto processo stabiliti nell'articolo 111 della Costituzione.

2. Specificazione dei compiti investigativi della polizia giudiziaria e del pubblico ministero.

3. Specificazione dei modi e dei termini di acquisizione della notizia di reato da parte del pubblico ministero con nuove regole.

4. Collegialità delle decisioni in materia di applicazione e revisione delle misure cautelari personali.
"

Migliorare, Migliorare, Realizzare.

Saluti liberali

Alessandra
02-02-03, 10:23
Sono assolutamente contraria alla separazione delle carriere, nonchè ad un concorso unico per le professioni legali così profondamente diverse tra di loro. Che poi torni in voga questo argomento dopo che a Berlusconi non gli è tornata la sentenza della Cassazione mi fa convincere ancora di più di non essere d'accordo.

Pieffebi
02-02-03, 14:36
Io sostengo, non da oggi, la battaglia delle Camere Penali...che è propria anche della parte più liberale della CdL, anche se ragioni di opportunità politica l'hanno diluita inopinatamente (critica che sollevo non certo da oggi).

" UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
Via Margutta 17 (00187) Roma Tel: 06/32500588 Fax: 06/3207040
E.mail: camerepenali@libero.it <mailto:camerepenali@libero.it> - Internet: www.camerepenali.it <http://www.camerepenali.it>


La Giunta della Unione delle Camere Penali

Rileva

Che nonostante le reiterate prese di posizione, sfociate persino nella proclamazione di alcune giornate di astensione dalle udienze, il Governo continua ad evitare ostinatamente qualsiasi confronto con l’Avvocatura sulla riforma dell’Ordinamento Giudiziario (così come su ogni altra riforma relativa al processo penale) ed a prediligere un rapporto preferenziale ed esclusivo con alcuni settori della Magistratura Associata

Rileva altresì

Che vengono sistematicamente ignorati i contributi, le proposte e le motivate ragioni espresse dai penalisti italiani sulla questione delle separazione delle carriere tra giudici e p.m. nel tentativo di legittimare agli occhi della opinione pubblica, come possibile soluzione del problema, una sempre più blanda e comunque insignificante separazione delle funzioni che, secondo l’orientamento che sembra prevalere, potrebbe addirittura essere vincolata unicamente a limiti circondariali

Ribadisce

L’assoluta ed inderogabile necessità di avviare, finalmente nelle sedi proprie, un ampio confronto sulle questioni ordinamentali che coinvolga sia il Parlamento nella sua interezza, che tutte le componenti del mondo giudiziario con pari dignità

Insiste

Nel ritenere la separazione delle carriere tra giudici e p.m. un presupposto indispensabile per l’attuazione dei principi indicati nel novellato art. 111 della Costituzione e per garantire la terzietà del Giudice e l’autonomia della Giurisdizione.

Delibera

l’astensione dalle udienze e dalle attività giudiziarie in conformità del codice di autoregolamentazione del giugno 1997, integrato il 30/3/00, per i giorni 16, 17, 18 settembre 2002 ed individua nel primo giorno di ogni mese, a partire dal prossimo ottobre, una occasione per dedicare al tema della separazione delle carriere iniziative e manifestazioni da realizzarsi secondo modalità che verranno di volta in volta stabilite.

Roma 5 luglio 2002


IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE
(Avv. Domenico Battista) (Prof. Avv. Giuseppe Frigo) "

Saluti liberali

Allanim
02-02-03, 15:20
Originally posted by Pieffebi


" UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE
Via Margutta 17 (00187) Roma Tel: 06/32500588 Fax: 06/3207040
E.mail: camerepenali@libero.it <mailto:camerepenali@libero.it> - Internet: www.camerepenali.it <http://www.camerepenali.it>


La Giunta della Unione delle Camere Penali

Rileva

Che nonostante le reiterate prese di posizione, sfociate persino nella proclamazione di alcune giornate di astensione dalle udienze, il Governo continua ad evitare ostinatamente qualsiasi confronto con l’Avvocatura sulla riforma dell’Ordinamento Giudiziario (così come su ogni altra riforma relativa al processo penale) ed a prediligere un rapporto preferenziale ed esclusivo con alcuni settori della Magistratura Associata

Rileva altresì

Che vengono sistematicamente ignorati i contributi, le proposte e le motivate ragioni espresse dai penalisti italiani sulla questione delle separazione delle carriere tra giudici e p.m. nel tentativo di legittimare agli occhi della opinione pubblica, come possibile soluzione del problema, una sempre più blanda e comunque insignificante separazione delle funzioni che, secondo l’orientamento che sembra prevalere, potrebbe addirittura essere vincolata unicamente a limiti circondariali

Ribadisce

L’assoluta ed inderogabile necessità di avviare, finalmente nelle sedi proprie, un ampio confronto sulle questioni ordinamentali che coinvolga sia il Parlamento nella sua interezza, che tutte le componenti del mondo giudiziario con pari dignità

Insiste

Nel ritenere la separazione delle carriere tra giudici e p.m. un presupposto indispensabile per l’attuazione dei principi indicati nel novellato art. 111 della Costituzione e per garantire la terzietà del Giudice e l’autonomia della Giurisdizione.

Delibera

l’astensione dalle udienze e dalle attività giudiziarie in conformità del codice di autoregolamentazione del giugno 1997, integrato il 30/3/00, per i giorni 16, 17, 18 settembre 2002 ed individua nel primo giorno di ogni mese, a partire dal prossimo ottobre, una occasione per dedicare al tema della separazione delle carriere iniziative e manifestazioni da realizzarsi secondo modalità che verranno di volta in volta stabilite.

Roma 5 luglio 2002


IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE
(Avv. Domenico Battista) (Prof. Avv. Giuseppe Frigo) "

Saluti liberali

Insiste

Nel ritenere la separazione delle carriere tra giudici e p.m. un presupposto indispensabile per l’attuazione dei principi indicati nel novellato art. 111 della Costituzione e per garantire la terzietà del Giudice e l’autonomia della Giurisdizione.

Sì, Pieffebì, hai fatto benissimo a sottolineare questo passaggio.

Pieffebi
02-02-03, 19:29
Non è certo un caso.....

Skepto
02-02-03, 21:05
Uhm... fatemi capire: per quanti lettori di questo forum la Cassazione è politicizzata e, se lo è, cosa cerca di ottenere?

Alessandra
02-02-03, 21:14
Escludimi in partenza. Ci sono giudici certamente politicizzati, e ci saranno pure in Cassazione, ma la Cassazione di per sè non credo possa dirsi politicizzata. Ritengo profondamente controproducenti per chi li fa (leggasi Berlusconi e company), i proponimenti sulla separazione delle carriere a seguito di una sentenza in cui si è risultati (leggasi sempre Berlusconi), soccombenti.

Pieffebi
02-02-03, 21:50
Originally posted by Skepto
Uhm... fatemi capire: per quanti lettori di questo forum la Cassazione è politicizzata e, se lo è, cosa cerca di ottenere?


Personalmente non ritengo la decisione della Cassazione sul trasferimento dei processi milanesi per legittima suspicione determinata da una politicizzazione della Suprema Corte. Ritengo ineccepibile quella decisione in punto di diritto, ma discutibile rispetto all'interpretazione dei fatti in questione, relativamente anche alla possibile relazione con le contraddittorie affermazioni del Procuratore Generale.

Saluti liberali

Allanim
03-02-03, 16:08
Originally posted by Skepto
Uhm... fatemi capire: per quanti lettori di questo forum la Cassazione è politicizzata e, se lo è, cosa cerca di ottenere?

Non è certo Berlusconi a delegittimare la Corte di Cassazione.
Nella sua requisitoria al processo Imi Sir-Lodo Mondadori, la Boccassini ha elegantemente descritto la Suprema Corte come un organo sottoposto a un «apparato militare costruito da avvocati per corrompere i giudici». «C' era un controllo militare del territorio, dove per territorio intendo la Suprema Corte».
Capito? Altro che giudici "politicizzati", a dar retta alla eroica Ilda tutti i magistrati cassazionisti erano nel libro paga di Previti!
E allora mi fanno davvero sorridere tutte quelle anime belle che oggi si scandalizzano perché un imputato [Berlusconi] si è permesso di muovere qualche legittima critica ad una sentenza; mentre appena qualche mese fa nulla rimproveravano alla Boccassini nel momento in cui quest'ultima si permetteva di lanciare pesanti accuse addirittura su di una fantomatica "militarizzazione della intera Cassazione da parte degli imputati"; dichiarazione di per sé gravissima dal momento che le accuse - è bene ricordarlo - erano generiche e prive di fondamento, e furono per di più fatte da un PM in udienza e durante una requisitoria, e quindi incompatibili con la deontologia e la professionalità di un magistrato.

ago
03-02-03, 16:21
Originally posted by Pieffebi
Eppure, i magistrati non hanno tenuto presente un dato politico essenziale...

Quindi la cassazione e' politicizzata perche' non ha tenuto presente un dato politico essenziale. Il discorso non fa una piega!
:lol

Pieffebi
03-02-03, 16:32
Originally posted by Ago


Quindi la cassazione e' politicizzata perche' non ha tenuto presente un dato politico essenziale. Il discorso non fa una piega!
:lol [/B]

Questa è una tua ....... conclusione. Mai detto che la Cassazione è "politicizzata".


Shalom compagnuzzo

ago
03-02-03, 16:50
Originally posted by Pieffebi
Questa è una tua ....... conclusione. Mai detto che la Cassazione è "politicizzata".
Nooo, non l'avete mai detto :D

IMI-SIR/LODO: SCHIFANI, E' SENTENZA POLITICA
(RadioRadicale.it, 28Gen - 21:03) - «Sentenza politica è dir poco. Gli incontenibili entusiasmi della sinistra sono la prova provata che siamo davanti ad un processo politicizzato». E' il commento del presidente dei senatori di Fi Renato Schifani, dopo la sentenza della Cassazione che ha negato lo spostamento del processo Imi-Sir/Lodo da Milano, processo in cui sono imputati Cesare Previti ex ministro della Giustizia del Polo e Silvio Berlusconi.

L'articoletto invece usa la diplomazia: "Inoltre, poiché molti dei pm della prima ora sono, data l'unicità della carriera, transitati negli organi giudicanti e perfino in Cassazione, è sempre più forte il timore che la politicizzazione si stia estendendo anche agli organi giudicanti." :D

Pieffebi
03-02-03, 17:38
Originally posted by Ago

Nooo, non l'avete mai detto :D

IMI-SIR/LODO: SCHIFANI, E' SENTENZA POLITICA
(RadioRadicale.it, 28Gen - 21:03) - «Sentenza politica è dir poco. Gli incontenibili entusiasmi della sinistra sono la prova provata che siamo davanti ad un processo politicizzato». E' il commento del presidente dei senatori di Fi Renato Schifani, dopo la sentenza della Cassazione che ha negato lo spostamento del processo Imi-Sir/Lodo da Milano, processo in cui sono imputati Cesare Previti ex ministro della Giustizia del Polo e Silvio Berlusconi.

L'articoletto invece usa la diplomazia: "Inoltre, poiché molti dei pm della prima ora sono, data l'unicità della carriera, transitati negli organi giudicanti e perfino in Cassazione, è sempre più forte il timore che la politicizzazione si stia estendendo anche agli organi giudicanti." :D

Io non mi chiamo schifani....basta leggere quello che ho scritto pochi minuti dopo la notizia d'agenzia sulla decisione della Cassazione e anche qualche post più sopra. Non sono un komukattokoffeprodiano solito a portare il cervello all'ammasso. :D

Saluti liberali

Pieffebi
03-02-03, 20:33
Pieffebi []
Maggiordomo

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I processi Imi-sir e Lodo Mondadori restano a Milano
da www.adnkronos.com

" Le sezioni unite respingono i ricorsi delle difese di Berlusconi e Previti
Sme-Imi, Cassazione: i processi restino a Milano
''Non ci sono gravi situazioni locali che giustifichino non imparzialita'''




Roma, 28 gen. - (Adnkronos) - I processi Imi-Sir e Sme-Lodo Mondadori, che vedono imputati Silvio Berlusconi e Cesare Previti restano a Milano. Lo hanno stabilito i nove magistrati delle sezioni unite penali della Cassazione, che hanno rigettato le richieste di rimessione e condannato i richiedenti alle spese del procedimento, dopo 5 ore di camera di consiglio .
'' Non si e' in presenza di una grave ed oggettiva situazione locale idonea a giustificare la rappresentazione di un concreto pericolo di non imparzialita' del giudice, inteso come l'intero ufficio giudiziario della sede in cui si svolge il processo di merito '', si legge tra le motivazioni principali della decisione della Cassazione, che ha detto 'no' al trasferimento dei processi Imi-Sir e Sme-Lodo. Sono gli stessi giudici della Suprema Corte a spiegare la decisione nelle informazioni provvisorie che hanno unito al dispositivo.
Sono cinque in tutto le questioni esaminate dall'Alta Corte presieduta da Nicola Marvulli. Per i giudici, e' applicabile ai procedimenti di rimessione gia' pendenti la nuova disciplina introdotta dalla legge Cirami. '' Manifestamente infondate'', invece, sono ''le questioni di legittimita' costituzionale prospettate in riferimento sia all'articolo 45 del codice di procedura penale, nella parte riguardante i motivi di legittimo sospetto, sia all'articolo 1 comma 5 della legge 248 del 2002, concernente l'applicabilita' della nuova disciplina ai processi in corso ''.
La terza questione esaminata e' appunto quella che riguarda i motivi di legittimo sospetto previsti dall'articolo 45 del cpp. I giudici al proposito hanno sostenuto che si e' in presenza di motivi di legittimo sospetto quando vi e' ''una grave ed oggettiva situazione locale, idonea a giustificare la rappresentazione di un concreto pericolo di non imparzialita' del giudice, inteso questo come l'intero ufficio giudiziario della sede in cui si svolge il processo di merito''. E che, in questo caso, tali situazioni non sono tali da giustificare il trasferimento dei processi .
Al quarto punto, i supremi giudici hanno sostenuto che gli atti e i comportamenti del pubblico ministero sono censurabili, e quindi tali da giustificare il trasferimento di un processo, ''a condizione che abbiano pregiudicato in concreto la libera determinazione delle persone che partecipano al processo, ovvero abbiano dato origine a motivi di legittimo sospetto''. In proposito, la Corte sottolinea che questa condizione ''non e' stata ravvisata'' .
Nell'ultima questione affrontata, i giudici delle sezioni unite hanno spiegato in quali casi ''i provvedimenti e i comportamenti del giudice possano assumere rilevanza ai fini della rimessione del processo''. A loro avviso, i comportamenti di un giudice che possano giustificare il trasferimento di un procedimento in corso sono quelli che hanno ''l'effetto di una grave situazione locale e che, per le loro caratteristiche oggettive, siano sicuramente sintomatici della non imparzialita' del giudice. Condizione che, nel caso in esame, la Corte non ha ravvisato ''.
Elena Davolio "

Massimo rispetto per la sentenza della Suprema Corte, e massimo orgoglio per la maggioranza parlamentare che ha voluto reintrodurre nel nostro Codice un principio di civiltà giuridica , che appartiene alla tradizione europea fin dal codice di procedura penale napoleonico del 1808. Soddisfazione anche per la censura tagliente del Procuratore Generale della Cassazione nei confronti dell'illustre pensionato che l'anno scorso tenne a Milano, in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario, un discorso che un compianto presidente emerito della Consulta, definì inconfutabilmente come "al limite dell'eversione". Non è da sottovalutare il fatto che il Procuratore Generale ha apertamente detto che se allora ci fosse già stata la Cirami, che è quindi una legge sacrosanta contestabile solo dagli illiberali e dagli ignoranti (che costituiscono insieme parte fondamentale della sanculotteria massimalista della sinistretta), avrebbe espresso parere favorevole allo spostamento del processo.
Per il Procuratore Generale, quindi, vi è un'interpretazione di fatto discutibile della relazione fra situazione ambientale, vista in modo "attuale", oserei dire "contingente", e la fondatezza giuridica del "legittimo sospetto". La Corte ha probabilmente accolto questa visione, che personalmente ritengo contradittoria.
Le afffermazioni di diritto della sentenza della Suprema Corte dovranno essere invece profondamente meditate, perchè si fondano a mio avviso su principi generali che appartengono pienamente alla tradizione giuridica della civiltà liberale occidentale. Dunque mentre altrimenti possono essere valutati i fatti, e l'idea di attualità della situazione di "non serenità", circa i concetti generali sopra riportati dall'agenzia, e che apparterrebbero alle motivazioni della decisione, mi pare che ci sia molto da imparare per tutti.
Mi pare evidente che ora si debba andare rapidamente verso le sentenze, che essendo di primo grado non dovranno avere rilevanza, in caso di esito negativo rispetto alla posizione del Capo del Governo, per la stabilità dell'Esecutivo e della Maggioranza, con la speranza che non ci siano dubbi all'interno della medesima. I Governi si abbattono solo con le elezioni o con la perdita della fiducia delle Camere.

Saluti liberali


Last edited by Pieffebi on 28-01-2003 at 19:42



Saluti liberali

Pieffebi
04-02-03, 22:17
Che il governo stia preparando una riformicchia?

Pieffebi
07-02-03, 15:55
dal sito di Ideazione

" Giustizia: la partita decisiva passa attraverso le riforme
di Domenico Mennitti

Dopo la sentenza della Cassazione sul processo Imi-Sir le prospettive del nostro paese si profilano cariche di gravi incertezze. In una fase caratterizzata da evoluzioni imprevedibili degli equilibri mondiali, alla vigilia della presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea, l'Italia vede ridotte le potenzialità di accrescimento del prestigio internazionale dal protrarsi di vicende giudiziarie interne, che ormai hanno obiettivamente perduto ogni valore di merito per assurgere al ruolo di veri e propri casi politici. Bisogna rilevare che tutto questo è reso possibile dal prevalere di una cultura tecnico-giuridica che è stata sostenuta anche dalla classe di governo, per cui il paese soffre conseguenze pesantissime assistendo inerte ad una partita di abilità giuridica che magistrati ed avvocati stanno giocando con spregiudicatezza. Rivendichiamo l'avvento di una cultura politico-istituzionale, che tragga l'Italia fuori dalle secche della paralisi e la proietti verso gli ambiziosi traguardi che sono alla sua portata e che le possono essere preclusi da una insana guerra fra poteri dello Stato.

Tangentopoli si affermò non perché le forze del Bene, interpretate dai magistrati, sconfissero quelle del Male incarnate dai politici. Le due classi avevano per anni tranquillamente convissuto condividendo responsabilità e distrazioni. Il sopravvento del potere giudiziario fu agevolato dalla crisi della politica, della quale la corruzione era l'aspetto più scoperto e perciò più vulnerabile. Il punto fondamentale per ricostruire lo Stato di diritto, che è l'aspirazione più diffusa nelle coscienze di tutti i cittadini, anche a prescindere dalla loro collocazione politica, è perciò quello di restituire alla politica la propria dignità ed il proprio ruolo.

Questa esigenza è comune a maggioranza ed opposizione, entrambe chiamate in causa dal pericolo che sia stravolto il regime democratico nel nostro paese, dove il rischio concreto è che si determini una lacerazione istituzionale così profonda da generare uno sconto elettorale fra politici e magistrati. Ipotesi molto meno teorica di quanto possa apparire e tuttavia stravolgente per tutte le forze politiche. Se, infatti, dovesse prevalere una tesi già emersa nella compagine di governo, di rispondere con le consultazioni anticipate alla condanna del premier che tutti danno per scontata a Milano, quale sarebbe il ruolo dell'Ulivo se non quello di ruota dei scorta del partito dei giudici? E quale sarebbe il destino della sinistra moderata che non ha accolto come elemento utile al confronto l'avvento dei girotondini, che ormai hanno invaso piazze, sedi istituzionali ed aule giudiziarie, portando ovunque i loro messaggi di estremismo disperato?

In questo quadro è evidente che chi è detentore del consenso elettorale deve sottrarsi alla tentazione di giocare partite difensive e deve avviare una grande offensiva politica ed istituzionale, l'unica che può restituire dignità alla politica, accelerare l'indispensabile processo di modernizzazione e rimettere ordine nella confusione dei poteri dello Stato, impedendo che si verifichino invasioni di campo e stravolgimenti delle regole democratiche. In politica ci sono i momenti delle mediazioni e quelli delle decisioni. Bisogna rendersi conto che l'attuale fase richiede una nuova "discesa in campo", apparendo evidente il terreno sul quale maggioranza, minoranza e governo giocano, ognuno per proprio conto, la partita delle libertà e delle democrazia.

31 gennaio 2003

domenico@mennitti.it "


Saluti liberali

Skepto
09-02-03, 00:02
Parto dalla constatazione che le sottolineature sono tue, quindi immagino che tu sostenga ciò che esse esprimono (correggimi se sbaglio).


Originally posted by Pieffebi
dal sito di Ideazione

" Tangentopoli si affermò non perché le forze del Bene, interpretate dai magistrati, sconfissero quelle del Male incarnate dai politici. Le due classi avevano per anni tranquillamente convissuto condividendo responsabilità e distrazioni. Il sopravvento del potere giudiziario fu agevolato dalla crisi della politica, della quale la corruzione era l'aspetto più scoperto e perciò più vulnerabile. Il punto fondamentale per ricostruire lo Stato di diritto, che è l'aspirazione più diffusa nelle coscienze di tutti i cittadini, anche a prescindere dalla loro collocazione politica, è perciò quello di restituire alla politica la propria dignità ed il proprio ruolo.

Cosa significa "restituire alla politica la propria dignità"? Significa tornare al sistema dei tariffari per spartirsi la torta, senza che i giudici indaghino? Sarà, ma un sistema del genere non è propriamente democratico nè degno di un Stato di Diritto. Dopo tutto l'articolo stesso ammette che la corruzione esisteva.


Questa esigenza è comune a maggioranza ed opposizione, entrambe chiamate in causa dal pericolo che sia stravolto il regime democratico nel nostro paese, dove il rischio concreto è che si determini una lacerazione istituzionale così profonda da generare uno scontro elettorale fra politici e magistrati.
Vorrei fare notare che Berlusconi è stato legittimamente eletto.
Ciò significa che ha la legittimazione a governare. Punto.
Nessuno sconvolgimento dell'ordinamento democratico, nè scontro elettorale. Perchè richiedere le elezioni anticipate?


In questo quadro è evidente che chi è detentore del consenso elettorale deve sottrarsi alla tentazione di giocare partite difensive e deve avviare una grande offensiva politica ed istituzionale, l'unica che può restituire dignità alla politica, accelerare l'indispensabile processo di modernizzazione e rimettere ordine nella confusione dei poteri dello Stato, impedendo che si verifichino invasioni di campo e stravolgimenti delle regole democratiche. In politica ci sono i momenti delle mediazioni e quelli delle decisioni. Bisogna rendersi conto che l'attuale fase richiede una nuova "discesa in campo", apparendo evidente il terreno sul quale maggioranza, minoranza e governo giocano, ognuno per proprio conto, la partita delle libertà e delle democrazia.


Libertà? Quale libertà? Quella di delinquere impuniti perchè ci si butta in politica? Democrazia, poi... che tempi!
Ma la parte più divertente è quella relativa alla "confusione dei poteri dello Stato", alle "invasioni di campo" e agli "stravolgimenti delle regole democratiche". Come si pensa di rimediare a questi problemi? Con il controllo politico dei PM! Assurdo!

Pieffebi
09-02-03, 13:47
Originally posted by Skepto
Parto dalla constatazione che le sottolineature sono tue, quindi immagino che tu sostenga ciò che esse esprimono (correggimi se sbaglio).



Cosa significa "restituire alla politica la propria dignità"? Significa tornare al sistema dei tariffari per spartirsi la torta, senza che i giudici indaghino? Sarà, ma un sistema del genere non è propriamente democratico nè degno di un Stato di Diritto. Dopo tutto l'articolo stesso ammette che la corruzione esisteva.


Vorrei fare notare che Berlusconi è stato legittimamente eletto.
Ciò significa che ha la legittimazione a governare. Punto.
Nessuno sconvolgimento dell'ordinamento democratico, nè scontro elettorale. Perchè richiedere le elezioni anticipate?



Libertà? Quale libertà? Quella di delinquere impuniti perchè ci si butta in politica? Democrazia, poi... che tempi!
Ma la parte più divertente è quella relativa alla "confusione dei poteri dello Stato", alle "invasioni di campo" e agli "stravolgimenti delle regole democratiche". Come si pensa di rimediare a questi problemi? Con il controllo politico dei PM! Assurdo!


Quando dei magistrati giustizialisti hanno arrestato, anni fa, l'intera Giunta Regionale abruzzese, con l'applauso dei giustizialisti giacobini, sempre pronti alle efferetazze dei loro nonni robespierristi in nome dell'eguaglianza, hanno colpito non solo degli uomini, giuridicamente uguali a tutti gli altri, ma un'istituzione che è stata messa nell'impossibilità di funzionare. Una Istituzione rappresentativa, eletta liberamente dal Popolo. Dunque i processi hanno dimostrato che quegli uomini non erano colpevoli, ed è stata loro restituita la dignità. Tuttavia le loro carriere politiche sono state irrimediabilmente danneggiate da inopinate iniziative di una magistratura d'assalto che non ha agito nello stesso modo in altre...occasioni....
Il sistema giudiziario italiano ha infine corretto questo vergognoso episodio di malagiustizia, ma nel frattempo i cittadini che avevano liberamente scelto quel partito e quella Giunta, sono stati ingiustificatamente e violentemente (l'arresto ingiustificato è una violenza) derubati della loro Sovranità, e a questo non c'è rimedio.
Questo esempio dimostra come gli eletti, se come cittadini sono del tutto eguali agli altri, per le FUNZIONI che esercitano, come rappresentanti della Sovranità POPOLARE, fondamento della democrazia moderna, necessitano di prerogative. E' un fatto assolutamente logico, ovviamente se si accettano i principi condivisi di Stato di Diritto ovunque riconosciuti. Se invece si ritengono Robespierre e Couthon i modelli democratici di riferimento, chiedo scusa......ma la logica dell'egualitarismo giuridico fanatico è contraria a quella della democrazia liberale. Mi spiace. La fine del Terrore e di Robespierre fu dovuta in gran parte alla legge del 22 pratile che aboliva i residui di Immunità ai deputati della Convenzione e degli Organi della Repubblica....
La reazione Termidoriana pose fine a una patologia criminale della Rivoluzione che aveva perso ogni residua giustificazione storica.

Saluti liberali

Pieffebi
09-02-03, 21:17
da www.panorama.it

" «Sì alla separazione delle carriere»


di Bruno Vespa
30/1/2003




Il guardasigilli si dice d'accordo sull'ipotesi di riforma più temuta dalle toghe. E intanto aspetta che almeno una delle azioni disciplinari che ha promosso vada a buon fine.



Roberto Castelli è l'unico ministro della Giustizia dal '96 a oggi a non essere riuscito a ottenere dal Csm la condanna di un solo magistrato nei cui confronti ha aperto il procedimento disciplinare.
Dal giugno del 2001 le azioni disciplinari promosse dal guardasigilli sono state 60 e finora nessuno dei magistrati «inquisiti» è stato sanzionato dal Csm. In 14 mesi Piero Fassino ne promosse 42 e ottenne sei condanne. In un anno e mezzo Oliviero Diliberto ottenne 27 condanne su 152 magistrati messi sotto inchiesta.

Il guardasigilli, Roberto Castelli. Nato a Lecco 56 anni fa


156 magistrati furono «inquisiti» da Giovanni Maria Flick in quasi due anni e mezzo e 35 furono condannati. Eppure, nei giorni che hanno preceduto la sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi e Cesare Previti, una frase di Castelli sollevò una forte polemica e il guardasigilli fu accusato di colpire i magistrati che militano a sinistra. «Le polemiche» dice il guardasigilli «sono state montate in previsione dei congressi delle varie correnti.
In realtà questo tipo di azione disciplinare è in netta minoranza rispetto a quelle promosse per ritardi abnormi nella consegna di sentenze, per bassissima produttività o per esternazione di magistrati in sede dibattimentale. Su 45 azioni disciplinari che ho promosso nell'ultimo anno, soltanto cinque si riferiscono a esternazioni di carattere politico dei magistrati».

Mercoledì 29 gennaio Roberto Castelli è sequestrato in Senato per l'approvazione del «patteggiamento allargato» che velocizza i processi e introduce la certezza della pena. Ma in un intervallo coglie il momento per togliersi dalla scarpa l'incomodo sasso di una legge che ha fatto gridare al colpo di stato e che in realtà, come più d'uno prevedeva, è stata completamente irrilevante ai fini dello spostamento a Brescia dei processi a Berlusconi e a Previti: «Non commento le sentenze della magistratura. Non l'ho mai fatto e non intendo certo iniziare adesso. Vorrei, invece, fare un'osservazione di carattere politico.
Il cammino parlamentare della legge Cirami è stato accompagnato da indegne gazzarre in aula da parte della sinistra e da girotondi vari all'esterno dei Palazzi. Manifestazioni che hanno trasmesso ai cittadini una brutta immagine delle istituzioni. Oggi possiamo dire che la Cirami non era una legge “ad personam” e la sinistra dovrebbe chiedere scusa al Paese per le falsità propagandate e per i veri e propri insulti rivolti alla maggioranza e al governo».
L'annuncio della sentenza, martedì sera, aveva colto il guardasigilli alla fine di una riunione di maggioranza dedicata alla riforma della giustizia e al diverso ruolo da assegnare a giudici e pubblici ministeri. «E prima della sentenza» mi dice Castelli «avevamo deciso di approvare in tempi rapidi il nuovo ordinamento giudiziario».

È tramontata, mi pare, l'ipotesi di separare le carriere dei magistrati...
Da guardasigilli ho avuto l'incarico di procedere nella riforma che fa parte del programma elettorale della Casa delle libertà, a Costituzione invariata. Siamo pertanto orientati a procedere a una rigorosa distinzione delle funzioni tra giudici e pubblici ministeri, arrivando anche a concorsi separati per l'accesso alla carriera. Ma se nella Casa delle libertà si facesse strada l'ipotesi di una riforma costituzionale che consenta la separazione delle carriere, personalmente non sarei contrario.
Tempi?
Dobbiamo procedere in tempi rapidissimi alla riforma dell'ordinamento giudiziario. Conto di arrivarci prima dell'estate.
Lei ha avviato meno azioni disciplinari dei suoi colleghi di centrosinistra, ma qualche aumento di conflittualità «politica» con la categoria tuttavia negli ultimi tempi c'è stato.
Forse sì, eppure io resto convinto che tutti i magistrati dovranno arrivare a una conclusione comune: i giudici non solo debbono essere imparziali, ma anche sembrarlo. Se uno di loro partecipa a una manifestazione dei no global, è difficile togliere dalla testa di un cittadino che vota per la Casa delle libertà che egli venga condizionato nel lavoro dalle sue idee politiche. Cresce così la sfiducia nella magistratura.
A proposito, che impressione le hanno fatto gli interventi di Sergio Cofferati e di Pancho Pardi all'assemblea di Magistratura democratica?
Le rispondo: qual è stata l'impressione che ne ha riportato l'opinione pubblica?
C'è il pericolo di uno scontro permanente tra una parte della magistratura e la Casa delle libertà?
Dal convegno di Magistratura democratica è emerso un fatto nuovo. Ho la sensazione, per ora soltanto la sensazione, che si possa intravedere uno scontro tra la magistratura militante e lo stesso Parlamento. Non mi pare infatti che nemmeno l'opposizione sia uscita bene da quell'assemblea. È un tema sul quale sarà interessante fare una riflessione.
Come sono i suoi rapporti con Virginio Rognoni, il vicepresidente del Csm?
Molto buoni. C'è la comune volontà di collaborare più strettamente. Anche il mio incontro con il plenum del Consiglio è stato molto soddisfacente. Sono certo che a queste lodevoli dichiarazioni di intenti seguiranno dei fatti.
Si aspetta che il Csm accolga qualcuna delle sue richieste di azione disciplinare?
Rispetterò qualunque decisione voglia assumere.
Le foto di Previti e di un altro imputato sotto un brano piuttosto esplicito di Platone nella cancelleria della sezione del tribunale milanese che li giudica: qualcuno le ha chiesto di avviare un'ispezione?
Ogni volta che arriva una notizia di qualche rilevanza, l'ispettorato del ministero apre un'istruttoria. Non credo tuttavia che faremo un'ispezione specifica su questo episodio. Temi ben più rilevanti stanno venendo fuori in tutta Italia.
Quali?
È presto per parlarne. "


Saluti liberali

Skepto
11-02-03, 00:12
Originally posted by Pieffebi

Quando dei magistrati giustizialisti hanno arrestato, anni fa, l'intera Giunta Regionale abruzzese, con l'applauso dei giustizialisti giacobini, sempre pronti alle efferetazze dei loro nonni robespierristi in nome dell'eguaglianza, hanno colpito non solo degli uomini, giuridicamente uguali a tutti gli altri, ma un'istituzione che è stata messa nell'impossibilità di funzionare. Una Istituzione rappresentativa, eletta liberamente dal Popolo. Dunque i processi hanno dimostrato che quegli uomini non erano colpevoli, ed è stata loro restituita la dignità. Tuttavia le loro carriere politiche sono state irrimediabilmente danneggiate da inopinate iniziative di una magistratura d'assalto che non ha agito nello stesso modo in altre...occasioni....
Il sistema giudiziario italiano ha infine corretto questo vergognoso episodio di malagiustizia, ma nel frattempo i cittadini che avevano liberamente scelto quel partito e quella Giunta, sono stati ingiustificatamente e violentemente (l'arresto ingiustificato è una violenza) derubati della loro Sovranità, e a questo non c'è rimedio.
Questo esempio dimostra come gli eletti, se come cittadini sono del tutto eguali agli altri, per le FUNZIONI che esercitano, come rappresentanti della Sovranità POPOLARE, fondamento della democrazia moderna, necessitano di prerogative. E' un fatto assolutamente logico, ovviamente se si accettano i principi condivisi di Stato di Diritto ovunque riconosciuti. Se invece si ritengono Robespierre e Couthon i modelli democratici di riferimento, chiedo scusa......ma la logica dell'egualitarismo giuridico fanatico è contraria a quella della democrazia liberale. Mi spiace. La fine del Terrore e di Robespierre fu dovuta in gran parte alla legge del 22 pratile che aboliva i residui di Immunità ai deputati della Convenzione e degli Organi della Repubblica....
La reazione Termidoriana pose fine a una patologia criminale della Rivoluzione che aveva perso ogni residua giustificazione storica.

Saluti liberali

Non ragiono bene quando non ho un minimo di documentazione. Di cosa era accusata la giunta, sulla base di che elementi e quali erano i casi analoghi in cui la magistratura non si è mossa in maniera analoga?
Inoltre, sbaglio o l'Abruzzo è tuttora governato dal centrodestra?

Passando invece ai metodi di risoluzione: se effettivamente c'è un problema con i magistrati, che cosa vuoi proporre? Io ho sentito più volte una voce secondo la quale si vorrebbe che i PM facessero capo al Ministro della Giustizia; non il massimo, per depoliticizzare i magistrati, non trovi?
Peraltro non capisco: a cosa può servire, concretamente, separare le carriere?

Pieffebi
11-02-03, 21:27
Erano ingiustamente accusati di corruzione e altre cosette. Ingiustamente secondo sentenza della magistratura giudicante che li ha assoliti pienamente. I casi analoghi? Beh visto che i socialisti erano "tutti ladri" e governavano città, province e regioni in alleanza con il PCI (anche in epoca craxiana)....
A che cosa serva la separazione della carriere è spiegato più sopra dal documento da me riportato delle Camere Penali.

Saluti liberali

Pieffebi
14-02-03, 14:21
dal quotidiano liberaldemocrtico "Il Giornale"

" il Giornale del 14/02/2003


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La Cdl: concorsi separati per giudici e pm
Vertice sulle riforme. Tra le proposte, l'abolizione degli avanzamenti automatici di carriera
Emanuela Fontana
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Concorsi separati per giudici e pm. Promozione non per anzianità, ma per meriti. I responsabili giustizia della Casa della libertà hanno deciso: è questa la linea comune della maggioranza. Appena saranno ultimati i dettagli, la proposta verrà presentata ufficialmente dalla Cdl. La coalizione sposa quindi l'emendamento alla riforma dell'ordinamento giudiziario presentato dal senatore di An Luigi Bobbio. Il senatore aveva deciso di congelare la sua proposta in attesa del parere del gruppo di esperti che ha il compito di coordinare le proposte sulla giustizia della Cdl. La maggioranza accoglie quell'emendamento, si è deciso nel vertice di ieri, emendamento che ora verrà quindi ripreso e riproposto, o a firma del governo, o di una parte del centrodestra. La linea comune è stata sostanzialmente decisa nel corso di una riunione in via Arenula tra il ministro della giustizia Roberto Castelli, il sottosegretario Michele Vieni, il responsabile giustizia di Fi Giuseppe Gargani e il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa, un incontro seguito a un altro vertice del giorno precedente: via libera alla separazione delle carriere, hanno convenuto i partecipanti. Come previsto dal testo di An. Che prevede, oltre a concorsi separati per giudici e pm, regole differenti per i gradi di carriera. La promozione non dipenderà più dagli anni di anzianità, costruita su una sorta di automatismo, ma sarà meritocratica: per avanzare di grado il magistrato dovrà partecipare a un concorso interno, con una commissione che valuterà il punteggio e la possibilità di un avanzamento. I particolari devono ancora essere completamente concordati: prima di dare disco verde alla scrittura definitiva della proposta il comitato giustizia della Casa delle libertà si riunirà ancora, la prossima settimana. I responsabili giustizia della Cdl sono comunque fiduciosi, hanno spiegato, di chiudere l'esame in tempi brevi.
L'emendamento che An aveva presentato a nome di tutta la Casa delle libertà e che potrà ora essere riproposto in modo allargato, da tutta la maggioranza, prevede poi un doppio concorso per giudici e pm, e due distinti tirocini. Si dovrà insomma scegliere tra l'una e l'altra professione.
Giudici e pm avranno comunque la possibilità, dopo un certo numero di anni, di chiedere di cambiare competenza: da accusa a parte giudicante e viceversa. Non si tratta quindi di carriere "blindate". Il passaggio però non sarà automatico: il "candidato" dovrà frequentare un apposito corso presso la Scuola della magistratura e sostenere l'esame di ammissione. Una volta superata la prova, il magistrato non potrà comunque lavorare, per un periodo di cinque anni, nello stesso distretto di Corte d'appello dove esercitava la professione prima del cambio di competenza.
"

Cordiali saluti

Allanim
09-03-03, 03:25
Della grave crisi della giustizia si occupa Processo penale e diritti della difesa, di due tra i più illustri studiosi del diritto in Italia Giuseppe Di Federico e Michele Sapignoli, pubblicato da Carocci. Di Federico e Sapignoli hanno condotto una accurata inchiesta intervistando migliaia di avvocati penalisti. Dalle loro risposte, e dall'enorme mole di dati raccolti, emerge un sostanziale fallimento dell'azienda giustizia dovuto, sostengono i due autori, dal ruolo assunto dal pubblico ministero: da una parte esercita con grande discrezionalità e piena indipendenza compiti di polizia; dall'altro trova nel suo collega giudice un'ampia acquiescenza alle sue richieste, soprattutto nel corso delle indagini preliminari. Più della metà degli avvocati interpellati sostiene che il giudice non è imparziale o lo è assasi raramente. Insomma, nel complesso un quadro davvero drammatico e desolante, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei diritti della difesa e l'uguaglianza del cittadino di fronte alla legge.

Pieffebi
25-11-03, 11:24
dal quotidiano liberaldemocratico IL GIORNALE

" il Giornale del 25/11/2003


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"La questione giustizia si chiuda con le riforme"
Il presidente del Senato: mettiamo fine al decennio tribolato dei rapporti tra politica e magistratura"

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Stavolta ha evitato il richiamo all'"epoca feroce" in cui la giustizia "è stata arma politica" e certi magistrati sono stati "partecipi attivi della volontà di processare un sistema". Ma nelle parole usate ieri da Marcello Pera all'inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico milanese si è potuto cogliere lo stesso abbondantemente - cosa più chiara nella lettera inviata ad Andreotti qualche settimana fa, dopo la sua assoluzione - la determinazione con cui il presidente del Senato guarda alle riforme in campo giudiziario.
"Credo sia arrivata l'ora di chiudere il decennio tribolato nei rapporti tra politica e magistratura", ha risposto a chi gli chiedeva se dopo la sentenza Sme non fosse il caso di voltar pagina. Concorda Pera sulla necessità di seppellire la disputa, ma la sua ricetta resta quella di sempre: riforme. Il cui cammino, ha ricordato, parte giusto oggi visto che giunge in discussione la riforma dell'ordinamento giudiziario. "Molto importante - ha tenuto a precisare - perché il nostro ordinamento risale al '42 anche se è stato ritoccato più volte. Questa poi è una riforma organica e credo debba esser presa in seria considerazione da tutte le parti dello schieramento, perché è -una opportunità di innovazione dell'ordinamento dei nostri magistrati. Quella che inizia domani - ha concluso Pera - potrebbe essere, se conclusa positivamente e in tempi rapidi come mi auguro, una di quelle occasioni".
Ha evitato, come si vede, il presidente del Senato di tornare sul ruolo giocato da alcuni magistrati in questi anni, come aveva fatto nella missiva inviata ad Andreotti. Evidentemente nòn vuole rinfocolare la protesta di alcune toghe che, proprio in occasione dell'invio delle sue felicitazioni al politico dc, chiesero un immediato intervento del Csm a tutela dell'autonomia della categoria. E ha fatto a meno, ancora, il presidente del Senato, di mettere in rilievo - come aveva invece fatto altre volte - come modificare le norme non significhi "attentare all'autonomia dei giudici o farlo per scopi personali".
Stavolta l'esternazione è più soft. Un augurio che la stagione riformatrice sia fruttuosa e veloce. Condita però dall'auspicio che anche l'opposizione sappia coglierne l'importanza. Discorso questo che il presidente del Senato aveva del resto già fatto trapelare qualche tempo fa in un colloquio col Riformista. Nel quale teneva a far presente come bisognerebbe che tutte le forze politiche riconoscessero "che esiste una questione giustizia e che non c'è questo o quel politico eccellente, ma tutto il sistema, tutti i cittadini". Bisognerebbe si ammettesse - aveva raccomandato ancora Marcello Pera al quotidiano dell'ala riformista dei Ds - che la questione esiste perché - "soprattutto negli ultimi dieci anni ci sono state storture, eccessi, violazioni anche da parte di alcuni magistrati che si sono sentiti investiti di quelle che lo stesso Violante definisce funzioni delegate improprie. Non si possono dimenticare tutti quelli che volevano processare il sistema chiudendo un occhio e talora tutti e due sulle garanzie...".
Torna ad augurarsi insomma il presidente dell'assemblea di palazzo Madama che il centrosinistra non subisca il richiamo di certe sirene togate. Forse, nei colloqui di questi giorni, si è reso conto che è possibile una qualche forma di dialogo dopo i tanti scontri degli ultimi anni. Magari, ora che la Sme e i processi ad Andreotti sono dietro le spalle, pensa possa esser più facile eliminare i reciproci pregiudizi e andare al nocciolo del problema: quello di una giustizia lenta, "inadeguata e poco europea" come ebbe modo di sostenere a Gubbio, all'inizio dell'anno, quando intervenne nell'ambito di una due giorni di formazione di Forza Italia. Proprio in quella occasione, Pera - che parve scostarsi da Berlusconi con la richiesta di impegnarsi più sulle riformi che sull'antropologia culturale dei magistrati - tenne comunque a far presente come, pur essendo "giustissimo cercare ampie maggioranze per riscrivere le regole", non si dovesse concedere "a nessuno un diritto di veto". "Meglio far qualcosa a maggioranza che a falsa unanimità non far nulla e rinviare tutto", puntualizzò allora. Tesi cui, dicono i suoi collaboratori, il presidente del Senato non ha mai rinunciato. "


Saluti liberali

pensiero
25-11-03, 11:29
Pare abbia più d'una difficoltà oggi credo cominciano a discutere al Senato, ma i franchi tiratori sono giù in agguato.....Castelli preparati...

Pieffebi
14-10-04, 16:15
up!