PDA

Visualizza Versione Completa : 13 agosto - Beato Marco D'Aviano, cappuccino



Affus
10-02-03, 21:46
Dal sito Cappuccini del Veneto (http://www.cappuccinivenezia.org/spirito.htm#P.%20Marco%20d’Aviano):

PICCOLA BIOGRAFIA DEL VEN. PADRE MARCO D'AVIANO
(Aviano, 17 novembre 1631 - Vienna, 13 agosto 1699)

Da 12 anni era morto s. Lorenzo da Brindisi quando, ad Aviano, nel Friuli occidentale, nacque il 17 novembre 1631 Carlo Domenico Cristofori, il futuro padre Marco d'Aviano. Di famiglia benestante, fu mandato a studiare nel collegio di Gorizia tenuto dai gesuiti.

Vi rimase fino a 16 anni quando se ne fuggì per arruolarsi sotto le bandiere della repubblica di Venezia che nel 1645 aveva dichiarato guerra ai turchi ed era scoppiata la cosiddetta guerra di Candia. Era una guerra che si presentava terribile e decisiva dove Venezia si giocava tutto. Non erano pochi i giovani che fuggivano di casa per arruolarsi. Sembrava esploso un entusiasmo da crociate.

Carlo Domenico arrivo` fino a Capodistria stanco e senza un soldo. Busso` al convento dei cappuccini, che erano li` da oltre vent'anni, fu accolto ma anche consigliato di tornarsene a casa.

Passarono due o tre anni e nel settembre del 1648, chiese e ottenne di essere ammesso al noviziato dei cappuccini a Conegliano. Prese il nome di Marco d'Aviano. Terminato il noviziato fu mandato ad Arzignano dove passo` qualche anno nel raccoglimento e nel lavoro, in attesa di essere esaminato per poter accedere agli studi. Purtroppo l'esame fu un disastro: fu giudicato inadatto e insufficiente. Gli dissero che poteva essere semplice sacerdote, ma assolutamente non predicatore.

Suoi futuri compiti: celebrare la messa, recitare l'ufficio divino, dare qualche benedizione, sorvegliare la chiesa, e la sacrestia. Fu ordinato sacerdote nel novembre del 1655.

Un fatto improvviso. Nel 1653 il generale dell'ordine, p. Fortunato da Cadore, vide in quel giovane frate qualcosa che gli altri non avevano visto e quando nella provincia venne istituito un nuovo corso di studi, lo fece ammettere.

Terminati gli studi, nel 1664, fu abilitato alla predicazione. D'ora in poi prima di tutto e soprattutto sarebbe stato predicatore. Perche` sarebbe stato anche consigliere politico, organizzatore militare, stratega. Ma tutto questo per lui era semplicemente il dilatarsi della sua predicazione.

PREDICATORE CAPPUCCINO

Fu predicatore dunque e predicatore cappuccino. Che a quel tempo voleva dire predicatore contro corrente, preoccupato di annunciare soprattutto "l'ignudo crocifisso" con "parole nude, semplici et humili, piene nondimeno d'amore, infuocate et divine", come dicevano le Costituzioni del 1643.

Predicatore popolare semplice ed essenziale, nitido e accurato, mirava a convertire i peccatori e a illuminare i credenti. Il resto non aveva importanza. La sua predicazione era "ridondanza d'amore" diretta a "riscaldare gli altri", come dicevano sempre le costituzioni. La sua predicazione nasceva dalla contemplazione e sembrava scendere sugli ascoltatori come un turbine "mentre egli - come annotava un notaio di Bassano del Grappa nel 1690 - col crocifisso in mano gli andava animando allo sprezzo di questo mondo, al pentimento de loro peccati et al chieder perdono a Dio".

Ma la sua predicazione ebbe una svolta nel 1676 quando a Padova con una benedizione guari` una monaca inchiodata a letto da 13 anni. Fu l'inizio di una vita senza pace. Fu mandato a Venezia poi, per farne perdere le tracce, a Lendinara e a Verona. Ma tutto fu inutile. Padre Marco allora penso` di mettere la sua benedizione all'interno di una funzione penitenziale dove dovevano snodarsi riconoscenza per i divini benefici, fede e confidenza in Dio, deplorazione per la propria ingratitudine, pentimento per i peccati commessi. Prima breve esortazione, poi lentamente dialogo commovente tra p. Marco e i fedeli, finche` si giungeva al "diluvio di pianto" e a "tanta compunzione, pianto e voci dolenti, che pareva il giorno del giudicio" come scriveva p. Marco in una sua lettera. La benedizione che impartiva dopo la recita dell'atto di dolore era il segno che invariabilmente dava l'avvio a fatti umanamente inspiegabili. Ad esempio nel 1681 a Monaco di Baviera, nella chiesa dei cappuccini, dopo queste celebrazioni si raccolsero 150 stampelle, 80 bastoni, due apparecchi ortopedici lasciati da infermi guariti.

Insomma quel padre predicatore dalla intelligenza per nulla straordinaria, dall'oratoria essenziale, che ormai sembrava non ripetere altro che un continuo atto di dolore, faceva passare dovunque una ventata di soprannaturalita`.

ASSEDIATO DALLE FOLLE

Da allora la vita di p. Marco fu impossibile. La gente accorreva a folle, non aveva orari ne` di giorno ne` di notte. E cominciarono i viaggi lunghi e snervanti compiuti attraverso l'Europa. Nel 1678 il duca Carlo V di Lorena lo volle a Innsbruck, subito dopo il duca Massimiliano Filippo lo volle a Monaco, poi a Salisburgo, a Linz presso l'imperatore, poi a Neuburg dove l'attendeva il conte palatino Filippo Guglielmo, Bamberga, Wurzburg, Worms, Magonza, Coblenza, Colonia, Dusseldorf, Augusta. Sempre assediato dalla folla, consumato.

Nel 1681, dopo la quaresima predicata a Venezia, nuovamente in
viaggio: Mantova, Milano, Torino, giunse in Francia da dove fu allontanato da re Luigi XIV e spedito al nord, poi Mons, Bruxelles, Anversa, la Vestfalia, la Gueldria, la Renania, il Palatinato, la Svevia, la Svizzera e ritorno in Italia.

Nel 1682, sempre dopo la predicazione della quaresima, ando` in Austria dove lo aspettava il giovane imperatore Leopoldo I. Era cosciente che troppe cose gli sfuggivano e gli erano taciute, che altre non riusciva a giudicarle con chiarezza. Insomma aveva bisogno di uno che lo aiutasse. Ebbe il coraggio e l'onesta` di chiedere aiuto a padre Marco che divenne consigliere e padre spirituale oltre che sua coscienza critica. Incontri frequenti e corrispondenza fittissima, nell'autunno ritorno` in Italia.

IL SUO CAPOLAVORO: VIENNA

L'anno 1683 fu anno tragico. L'aggressione turca da oriente si faceva sempre piu` minacciosa. All'inizio dell'anno l'esercito turco, forte di 100-150.000 uomini aveva iniziato la sua marcia verso l'Ungheria e l'Austria. L'imperatore non poteva opporre che 40.000 soldati.

A fianco dell'imperatore si era schierato subito il papa Innocenzo XI. Ma i principi cristiani non riuscivano, o non volevano, coalizzarsi in una crociata antiturca.

La Francia simpatizzava per i turchi, la Polonia tergiversava, gli ungheresi ribelli si alleavano con i turchi che, mentre l'esercito cristiano si stava ancora organizzando, avevano invaso l'Austria inferiore e, verso la meta` di luglio gia` cingevano d'assedio Vienna.

Vienna era l'ultima resistenza cristiana, poi i turchi avrebbero potuto marciare su Roma. L'imperatore si era rifugiato nell'Austria superiore e solo agli inizi di settembre gli alleati cristiani riuscirono a riunirsi, ma non riuscivano che ad accapigliarsi tra di loro per avere il comando supremo dell'esercito.

Il papa mando` in Austria p. Marco. Doveva incontrarsi con l'imperatore a Linz e intervenire presso Tulln al consiglio di guerra. Fece opera drammatica di mediazione mentre Vienna stava crollando. L'8 settembre inizio` la marcia di avvicinamento a Vienna. Prima p. Marco celebro` la messa e tenne una "esortazione straordinaria", fece ripetere più volte "Gesu`, Maria! Gesu`, Maria!", fece ripetere da tutti l'atto di dolore e imparti` la benedizione. Il 12 mattina sul monte Kahlenberg, vicino a Vienna, ancora un infiammato discorso e la benedizione alle truppe. Ebbe inizio la battaglia.

La vittoria degli alleati cristiani fu piena e totale. P. Marco durante la battaglia correva tra i soldati, incoraggiava e benediva con il suo crocifisso alzato (cf. foto sopra). Ora a vittoria ottenuta era felice. Voleva che gli alleati cristiani inseguissero i turchi, sfruttassero la vittoria. Ma gli alleati non si mossero. Intrighi politici bloccavano tutto. Padre Marco fu disgustato da tanta insipienza e fece ritorno in Italia.

Ma ormai p. Marco era diventato il perno morale attorno a cui la "Lega santa" come si sarebbe chiamata, doveva coagularsi. Sarebbe stata formata dal papa, l'imperatore, Polonia e Venezia.

Scrisse all'imperatore: "Gia` vedo ch'Iddio mi vuole impiegato per il bene del christianesimo e molto volentieri mi sottometto al volere di Dio". Egli vedeva cosi` la guerra contro i turchi. Si trattava della sopravvivenza del cattolicesimo.

"QUELLO SPIRITO CHE INCALORIVA LE ANIME"

Dal 1684 fino al 1697 ogni anno, quando la salute glielo permetteva, varcava le Alpi per incontrarsi con l'imperatore e, fino al 1688, per andare nell'esercito in Ungheria e noi Balcani.

L'ultima volta che si reco` a Vienna fu nel maggio 1694. La pace
con i turchi era stata conclusa qualche mese prima, ma gli affari andavano molto male e le relazioni con la santa sede erano tesissime a causa dell'insolenza dell'ambasciatore a Roma. Scrisse ad un confratello: "Io sto faticando per il bene comune, ne` mai ho trovato le cose piu` imbrogliate di quello trovi hora". Purtroppo la sua salute andava crollando. Si aggiunsero le "molestie", come le chiamava lui, dei frati e dei secolari.

Mori` a Vienna il 13 agosto 1699. L'imperatore scrisse: "...spirava quello spirito che incaloriva le anime". I funerali furono un trionfo. Fu sepolto nel cimitero dei frati. Nel 1703 le sue spoglie mortali furono trasferite nel sepolcro nuovo fatto costruire dall'imperatore nella chiesa del convento, accanto alle tombe imperiali.

LA SPIRITUALITA` DEL SERVIZIO

La sua spiritualita` era quella tipica dei cappuccini della seconda meta` del Seicento. Immerso nel lavoro e contemplativo. Il lavoro sia quello piu` "religioso" come quello piu` politico era vissuto sempre come un servizio a Dio. Il suo vero e congeniale spazio religioso era delimitato dalla sua cella in una costante nostalgia eremitica. Sognava sempre di "starsene ritirato in una povera cella, per darsi, tutto a Dio e procurare d'infiammarsi del divino amore". Una sua confidenza gioiosa: "Sequestrato dalla conversazione degli huomini, me ne sto tutto con il mio Dio, e mi pare d'esser in paradiso".

Le sue grandi devozioni: l'eucaristia, la Madonna, l'Atto di dolore.

Le sue grandi virtu`: fiducia sconfinata in Dio, delicato amore verso il prossimo, profonda umilta`, senso bruciante della fede.

I suoi grandi ideali: la pace e la giustizia tra i cattolici, veder nascere una comunita` cattolica orgogliosa della sua fede e capace di esprimerla nella vita, l'unita` e la magnanimita` tra i principi cattolici. Insomma una chiesa adulta e vigorosa.

Il suo temperamento: schivo, modesto, affabile, mansueto, con una "faccia d'angelo", come scriveva un suo confratello, sembrava destinato a fare tutt'altro di quello che fece e a trovarsi in luoghi diversi da quelli dove venne a trovarsi. Sembrava un uomo condannato a vivere nel posto sbagliato. La strada della diplomazia e della consuetudine con i potenti non le venne aperta dalla sua intelligenza ma dai "miracoli". Fu un uomo di azione in un secolo che si inebriava di parole, fu un uomo retto in un secolo contorto, fu un uomo di Dio in un secolo "politico", fu un uomo del silenzio essenziale in un secolo sedotto dalle apparenze.

Il nunzio di Vienna scriveva di p. Marco alla segreteria del papa: "Libero da secondi fini, parla senza velo".

Il francescanesimo cappuccino veneto vide in p. Marco l'espressione della sua anima che, del resto era l'anima di tutti i cappuccini del Seicento.

Proprio quelli che Alessandro Manzoni aveva scelto per mettere nel suo romanzo "I promessi sposi". Di essi diceva: "...tale era la condizione de' cappuccini, che nulla pareva per loro troppo basso, ne` troppo elevato. Servir gl'infimi, ed esser servito da' potenti, entrar ne' palazzi e ne' tuguri, con lo stesso contegno d'umilta` e di sicurezza, esser talvolta, nella stessa casa, un soggetto di passatempo, e un personaggio senza il quale non si decideva nulla, chieder l'elemosina per tutto, e farla a tutti quelli che la chiedevano al convento, a tutto era avvezzo un cappuccino".

*** 28 giugno 2001 ***
La Consulta medica della Santa Sede approva il miracolo presentato dai postulatori della Causa.

*** 8 gennaio 2002 ***
Nella "plenaria" della Congregazione delle Cause dei Santi, riunitasi in Vaticano, viene dato il "nulla osta" alla beatificazione. Ora manca solo la firma del Papa.

*** 23 aprile 2002 ***
In Vaticano, alla presenza del Papa Giovanni Paolo II viene letto e firmato il Decreto relativo al miracolo attribuito al Ven. p. Marco d'Aviano. Prossimamente sara` fissata la data della Beatificazione.

*** 20 dicembre 2002 ***
La Segreteria di Stato del Vaticano comunica che il Sommo Pontefice ha disposto che la cerimonia di Beatificazione del Ven. p. Marco d'Aviano avra` luogo domenica 27 aprile 2003 in Piazza S. Pietro a Roma.

*** 27 aprile 2003 ***

CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DEL VEN. P. MARCO D'AVIANO.

Nuovo sito dedicato al prossimo Beato: Padre Marco d'Aviano (http://www.padremarco.it/)

Dal predetto sito dei cappuccini veneti, altro profilo biografico:

Beato P. Marco d’Aviano
(Aviano, 17 novembre 1631 - Vienna, 13 agosto 1699)

festa: 13 agosto

Nato ad Aviano (Pordenone) il 17 novembre 1631 da Marco Pasquale Cristofori e Rosa Zanoni, appartenenti alla ricca borghesia dei paese e dal cui matrimonio nacquero altri dieci figli, fu battezzato nello stesso giorno con il nome di Cario Domenico.

Ricevette nel suo paese di origine la prima formazione spirituale e culturale, che fu perfezionata negli anni 1643-1647 nel collegio dei gesuiti a Gorizia. Qui il giovane Cristofori ebbe modo di ampliare le basi della sua cultura classica e scientifica e di approfondire la sua vita di pietà resa più incisiva dall'appartenenza alle congregazioni mariane.
Il clima epico determinato dalla guerra di Candia (Creta), combattuta in quegli anni tra la Repubblica di Venezia e l'impero Ottomano, ebbe un influsso decisivo nella vita dei giovane avianese. Animato dal desiderio di raggiungere il luogo delle operazioni belliche, disposto a dare anche il suo sangue per la difesa della fede, a 16 anni lasciò il collegio di Gorizia e giunse dopo giorni a Capodistria, dove, stremato dalla fame e dalle fatiche dei viaggio, bussò alla porta dei Cappuccini. Dal superiore dei convento, oltre a cibo e ricovero, ricevette anche il saggio consiglio di far ritorno a casa presso i suoi genitori.

Durante la breve permanenza presso i Cappuccini di Capodistria, illuminato dalla grazia, l'avianese intravide la possibilità di seguire in modo diverso la sua vocazione all'impegno cristiano e al martirio. Il tutto sfociò nella ferma decisione di abbracciare l'austera vita cappuccina. Nel mese di settembre dei 1648 fu ricevuto nel noviziato di Conegliano e un anno dopo, il 21 novembre 1649, emetteva i voti religiosi con il nome di fr. Marco d'Aviano. Compì in seguito il corso regolare degli studi, fissato tra i Cappuccini in un triennio di filosofia e un quadriennio di teologia, durante il quale, il 18 settembre 1655, fu ordinato sacerdote a Chioggia.
Per diversi anni visse senza compiti specifici, fortemente impegnato nella preghiera e nella vita comunitaria, nell'umiltà e nel nascondimento, nella fedele osservanza della Regola e delle Costituzioni dell'Ordine, Dal settembre 1664, anno in cui ottenne la "patente di predicazione" padre Marco profuse le sue migliori energie nell'evangelizzazione in tutta Italia, soprattutto in occasione della Quaresima e dell'Avvento. Non mancarono impegni di responsabilità e di governo: nel 1672 infatti fu eletto superiore dei convento di Belluno, e nel 1674 fu chiamato a dirigere la fraternità di Oderzo.

L'evento, che tolse il cappuccino avianese dall'umile nascondimento della cella conventuale e lo impose all'attenzione universale, si verificò l'8 settembre 1676: mentre si trovava a predicare nel monastero padovano di San Prosdocimo, grazie alla sua preghiera e benedizione fu istantaneamente guarita la monaca Vincenza Francesconi, ammalata e costretta a letto da circa 13 anni.
Eventi straordinari simili si verificarono un mese dopo a Venezia, creando intorno alla sua persona un notevole afflusso di popolo e dando così un credito particolare alla sua attività apostolica.
Non turbato dalla fama - che sempre più si diffondeva intorno a lui e che presto fece richiedere la sua presenza anche fuori d'Italia - padre Marco continuava il suo servizio pastorale e specialmente l'attività della predicazione, sempre incisiva ed essenziale. In particolare esortava i suoi ascoltatori all'incremento della vita di fede e al pentimento dei propri peccati: a tutti faceva recitare l' "atto di dolore perfetto" (una preghiera stampata e diffusa a migliaia di copie in molti paesi europei) e impartiva poi la sua benedizione, sempre apportatrice di abbondanti frutti spirituali e spesso anche di eventi prodigiosi e guarigioni straordinarie.
Furono proprio questi eventi taumaturgici a far richiedere ovunque la presenza del cappuccino e a fargli intraprendere negli ultimi venti anni della sua vita faticosi viaggi apostolici in tutta Europa. Questi venivano effettuati sempre dietro precetto obbedienziale dei superiori dell'Ordine o comandati direttamente dalla Santa Sede. Continuamente richiesto da sovrani, governanti e dalle autorità pubbliche, veniva accolto con grande entusiasmo da numerosa folla desiderosa di ascoltare la sua parola e ricevere la sua benedizione.

Tra gli autorevoli personaggi, che richiesero insistentemente la sua presenza e gli offrirono la loro amicizia, vanno annoverati il governatore dei Tirolo Carlo V di Lorena e sua moglie Eleonora, il duca di Neuburg Filippo Guglielmo e suo figlio Giovanni Guglielmo, l'elettore di Baviera Massimiliano Emanuele e lo zio Massimiliano Filippo, la principessa di Vaudemont Anna Elisabetta, la deifina di Francia Maria Anna Cristina Vittoria, il re di Spagna Carlo II e la sua seconda moglie Marianna di Neuburg, e in modo particolare il re di Polonia Giovanni Sobieski, l'imperatore Leopoldo I e vari esponenti della corte imperiale. Meta dei suoi viaggi furono in questi anni la Germania, la Francia, il Belgio, l'Olanda, la Svizzera, la Boemia e l'Austria.
Va sottolineata in particolare la profonda amicizia che legò padre Marco all'imperatore Leopoldo I. Dal primo incontro, che ebbe luogo a Linz nel settembre 1680, fino alla morte, il frate avianese fu per Leopoldo amico, consigliere, padre spirituale e confidente in ogni occasione e per ogni problema, tanto di ordine familiare che politico, economico, militare e religioso.
Tra i due esisteva in effetti una profonda complementarietà di carattere: l'insicuro e indeciso Leopoldo incontrò provvidenzialmente sulla sua strada la forte e decisa personalità di padre Marco che, oltre alla sincera amicizia, offrì al suo augusto contemporaneo coraggio, forza, decisione, sicurezza di giudizio e di azione, aiuto e direzione nelle necessità spirituali, confidenza e consiglio nei suoi problemi di coscienza e in tutti i suoi impegni di governo.

Proprio in base alle pressanti insistenze imperiali e agli ordini provenienti da Roma, Marco d'Aviano dovette recarsi alla corte imperiale, di solito nei mesi estivi, ben quattordici volte, e partecipare attivamente alla "crociata antiturca". Ad essa il frate prese parte in qualità di legato pontificio e di missionario apostolico.
Fu suo grande merito l'aver contribuito in prima persona e in maniera determinante alla liberazione di Vienna dall'assedio ottomano il 12 settembre 1683. Dal 1683 al 1689 partecipò alle campagne militari di difesa e di liberazione: suo scopo era instaurare e favorire reciproche relazioni amichevoli all'interno dell'esercito imperiale, e assistere spiritualmente i soldati.
Non mancarono grandi successi militari, come la liberazione di Buda il 2 settembre 1686, e quella di Belgrado il 6 settembre 1688. Negli anni seguenti fu molto viva la sua azione per riportare la pace in Europa, soprattutto tra Francia e Impero, e nel promuovere l'unità delle potenze cattoliche in difesa della fede, sempre minacciata dalla potenza ottomana.

Nel maggio 1699 Marco d'Aviano intraprese il suo ultimo viaggio verso la capitale dell'impero. La sua salute, già cagionevole, subì un progressivo peggioramento, tanto che dovette interrompere ogni attività. Il 2 agosto ricevette in convento la visita della famiglia imperiale e poi quella dei più illustri personaggi di Vienna. Il 12 dello stesso mese il nunzio apostolico Andrea Santa Croce portò personalmente la benedizione apostolica dei papa Innocenzo XII all'ammalato, che ricevette gli ultimi sacramenti e rinnovò la professione religiosa.
Il 13 agosto 1699, assistito dal suo amico l'imperatore Leopoldo e dall'imperatrice Eleonora, stringendo tra le mani il crocifisso, padre Marco spirava dolcemente. Per permettere alla numerosa popolazione, accorsa da ogni dove, di vedere e venerare per l'ultima volta le spoglie mortali del cappuccino avianese, l'imperatore ordinò che i funerali si celebrassero il giorno 17. Il corpo di padre Marco riposa nella chiesa dei Cappuccini, accanto alle tombe imperiali.
La fama della sua santità era riconosciuta dai contemporanei, ma per diversi motivi il processo di canonizzazione venne introdotto soltanto alla fine dell'ottocento.
Dopo la causa ordinaria, nel 1912 il papa veneto Pio X introdusse il processo apostolico, Il 6 luglio 1991 Giovanni Paolo II dichiarò l'eroicità delle virtù di padre Marco e il 27 aprile 2003, in Piazza San Pietro a Roma, lo proclamò "Beato" elevandolo all'onore degli altari.

In un'epoca e in un contesto diversi rifulse per santità il beato Marco d'Aviano, nel cui animo ardeva il desiderio di preghiera, di silenzio e di adorazione del mistero di Dio. Questo contemplativo itinerante per le strade dell'Europa fu al centro di un vasto rinnovamento spirituale grazie ad una coraggiosa predicazione accompagnata da numerosi prodigi. Profeta disarmato della misericordia divina, fu spinto dalle circostanze ad impegnarsi attivamente per difendere la libertà e l'unità dell'Europa cristiana. Al continente europeo, che si apre in questi anni a nuove prospettive di cooperazione, il beato Marco d'Aviano ricorda che la sua unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane. [omelia del Santo Padre Giovanni Paolo II, 27.04.2003]

Saluto, ora, i cari Padri Cappuccini e quanti esultano per la beatificazione di Padre Marco d'Aviano, con un particolare pensiero per i pellegrini venuti dall'Austria e accompagnati dall'Arcivescovo di Vienna, il Cardinale Christoph Schönborn. Marco d'Aviano è un esempio per la coraggiosa azione apostolica, apprezzata da tutti, e per la preghiera, fedele alla più genuina tradizione francescana e cappuccina. I suoi interventi in campo sociale, sempre finalizzati al bene delle anime, costituiscono un incoraggiamento anche per i cristiani di oggi a difendere e promuovere i valori evangelici. Il beato Marco d'Aviano protegga l'Europa, perché possa costruire la sua unità non trascurando le comuni radici cristiane. [udienza del Santo Padre Giovanni Paolo II, 28.04.2003].

Vandeano (POL)
08-02-05, 16:26
http://santiebeati.it/immagini/Original/91492/91492A.JPG

http://santiebeati.it/immagini/Original/91492/91492.JPG

Vandeano (POL)
08-02-05, 16:49
Atto di dolore perfetto

Gesù, Maria,
io debole creatura ed indegna, prostrato ai vostri piedi confesso,
con intenso dolore e con l'anima piena di confusione,
le mie innumerevoli negligenze e peccati, che ho commesso nella mia vita.
Vi ho offeso o mio Dio. Vi ho offeso e mi pento dal profondo del mio cuore.
Nella viva speranza del Vostro Santo Aiuto, ho il fermo proposito di morire, piuttosto che commetere ancora un solo peccato mortale.
Mi dolgo senza fine dei miei peccati, soprattutto per questo: Perchè ho offeso Voi, mio Dio infinitamente buono e amoroso, dalla cui lode, ringraziamento e glorificazione, nessuna creatuta dovrebbe mai cessare. Amen

O Maria Santissima Mia Padrona

O Maria Santissima, Mia Padrona,
nella vostra benedetta fiducia,
nella vostra speciale protezione
e nel seno della vostra misericordia,
mi raccomando oggi, tutti i giorni,
e nell'ora della morte.
Ogni mia speranza e ogni consolazione,
le mie angoscie e tutte le mie miserie,
la mia vita e il termine della mia vita,
tutto a voi affido affinchè,
per i vostri altissimi meriti e l'intercessione vostra,
tette le mie opere si facciano e si dirigano
secondo la vostra Volontà e quella del vostro Divin Figlio. Amen

Thomas Aquinas
08-02-05, 17:35
http://www.aeiou.at/aeiou.encyclop.data.image.m/m137579a.jpg

http://www.stadtbibliothek.wien.at/ausstellungen/2000/wa-238/Portrait1.jpg

Augustinus
12-08-05, 17:40
In rilievo

Augustinus :) :) :)

Augustinus
13-08-05, 08:41
SS. Nome di Maria Vergine (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=144771)

Beata Vergine di Loreto (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=144761)

Altri cappuccini "combattenti" e difensori contro il pericolo islamico:

S. Lorenzo da Brindisi, dottore della Chiesa (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=273325)

S. Giovanni da Capestrano (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=200430)

Link esterni:

Turchi ed Europa: la battaglia di Vienna (http://www.storialibera.it/epoca_moderna/turchi_ed_europa/battaglia_di_vienna_1683/)

biografia del Beato (http://www.wstlb.at/cgi-ma09/embed-wo.pl?lang=-de&l=2&doc=http://www.wstlb.at/ausstellungen/2000/wa-238-presse-de.htm) (in tedesco)

Biografia del Beato (http://www.padremarco.it/biografia-capi.html)

Augustinus
12-08-06, 20:41
In rilievo

Aug. :) :) :)

Augustinus
13-08-06, 08:53
Il Testamento Spirituale

Prima di morire desidero di essere confortato dalla confessione generale dei miei peccati e di ricevere il Santo Viatico. Nel caso che mi trovassi nell'impossibilita di fare una confessione generale, io m'accuso di tutti i peccati che abbia potuto commettere in pensiero, desideri ed opere, sia contro Dio che coniro la mia anima ed il mio prossimo. Sin d'ora li detesto infinitamente e non desidero più lunga vita se non per piangerli con più amarezza, non per timore dell'inferno o di altro castigo, ma unicarnente perché offendono Dio, Sommo Bene, che avrei dovuto amare sopra ogni cosa. Con l'aiuto della sua grazia, propongo fermamente di non peccare mai più.

In quanto al Santo Viatico, se non potessi riceverlo realmente, voglio però riceverlo spiritualmente nel mio cuore, scongiurando il Signore di non abbandonarmi nel momento di una partenza cosl pericolosa, di difendermi contro tutti gli assalti del demonio, e infine di condurmi, come per sua mano, alle porte dell'eterna felicità.

Desidero anche di ricevere, all'avvicinarsi della morte, l'estrema unzione, e se ciò non si potesse fare, prego la divina Maestà di ungermi con l'olio della sua misericordia, e, in ogni caso, di impregnare con questa unzioone tanto i miei sensi interni, quanto gli esterni, e di perdonarmi tutto quello che io avessi potuto fare di male coi miei occhi, con le mie orecchie, con la mia lingua, coi miei piedi e con le mie mani.

Benché i miei peccati avrebbero meritato mile volte l'inferno per me,non voglio però dubitare della misericordia di Dio, so che egli perdona ai più grandi peccatori, ed io, ahimè!, sono nel numero di questi, ed ho sempre presenti al mio spirito queste parole del suo Vangelo: "Non sono venuto per i giusti, ma pei peccatori".

Confesso di non ricordarmi d'aver mai compiuto un'opera buona che potesse meritarmi la vita eterna, e, se l'avessi compiuta, non avrei potuto farlo che per la grazia di Dio e non coi miei deboli mezzi, non avendo di mio che la negligeuza. Ma quantunque mi riconosca spoglio di ogni merito per l'eterna vita, spero tuttavia di pervenirvi, perché tutta la mia confidenza è riposta nel Sangue Prezioso versato per me sul Calvario.

Sopporterò volentieri e pazientemente ogni malattia, ogni dolore e la morte stessa. Confermo ora questa volontà, affinché se nel delirio, o per qualche tentazione del demonio, dovessi sentire impazienza o mormorare contro Dio, questa cattiva disposizione sia revocata, esclusa e disapprovata sin d'ora dalle presenti disposizioni.

Perdono di tutto cuore le offese che si avessero potato farmi e che fossero state dirette contro il mio onore, la mia riputazione, la mia vita stesa.

Prego Dio di perdonare ai miei persecutori e di assisterli, e domando loro a mia volta di perdonarmi il torto che avessi potuto fare ad essi.

Sin d'ora e prima degli ultimi miei istanti, rendo grazie alla divina Maestà di tutti i benefici che hanno ricolma la mia vita, benefici visibili od invisibili, corporali o spirituali, e soprattutto per le grazie insigni della creazione, della redenzione, della vocazione alla fede e alla vita reigiosa. Ringrazio principalmente Iddio della longanimità, della pazienza usate a mio riguardo, lasciandomi il tempo di pentirmi e di correggernni, quando avrebbe potato togliermi la vita, nel momento in cui il peccato mi teneva ancora schiavo nelle sue catene.

Ho eletto la Santissima Vergine, avvocata dei peccatori, che io venero più di tutti i Santi, come custode delle mie ultime volontà. La prego di essere presente alla mia morte, di assistermi, di consolarmi e d'ottenermi dal suo divin Figlio che accolga la mia anima in pace.

Costituisco a difensore ed avvocato della mia anima, al momento in cui dovrà essere giudicata, l'angelo a cui Iddio ha confidato la mia custodia e lo prego di restituirla al suo Signore.

Infine, per la misericordia di Gesù Cristo, prego tutti i miei amici, tutti i miei conoscenti, tutte le pie persone che mi vogliono bene ad avere pietà della mia povera anima, quando passerò per le fiamme del Purgatorio, dopo aver ella meritato un castigo più grave. Le prego di soccorrerla con le opere espiatorie e specialmente col santo sacrificio della messa. Io mostrerò loro la mia riconoscenza, quando l'ora della liberazione sarà suonata per me.

Per ciò che riguarda la mia morte, mi rimetto ancora con piena e intera conformità alla volontà di Dio, circa il modo, il tempo e le altre circostanze che l'accompagneranno. Accetto tutto in espiazione dei miei peccati.

Firmo questo atto che racchiude le mie ultime volontà, alla presenza i tutti i Santi e soprattutto dei miei santi patroni, che prego a servirmi di testimoni.

FONTE (http://www.padremarco.it/notizie7.html)

Augustinus
13-08-06, 08:55
Dagli Annali della provincia d'Austria dell'ordine dei frati minori cappuccini, 1699

...Venendo meno le forze corporali, Padre Marco si dispose alla felice conclusione della sua vita nel miglior modo possibile, in particolare celebrando devotissimamente la Santa Messa nella Stanza Regia che si trova tra le mura del nostro Convento e in parte nell'Infermeria.

L' Imperatore Leopoldo, informato che Padre Marco di giorno in giorno andava indebolendosi nel corpo, ordinò subito ai suoi medici personali di prendersi cura di lui. A nulla giovarono tutte le medicine usate, perché contro il male della morte non ci sono rimedi.

I Cardinali Kollonitz e Grimam, pure informati di queste cose, vennero a visitare Padre Marco a letto, s'intrattennero conversando alquanto con lui e infine ricevettero da lui, benché a lungo riluttante, la benedizione.

Dopo questi due, venne anche ii Nunzio Apostolico che al Padre Marco, in nome del nostro Papa Innocenzo XII, impartì l'indulgenza plenaria per la remissione di tutti i peccati. Ottenutala, Padre Marco meravigliosamente ne godette nel Signore e dimostrò una grande consolazione spirituale.

Infine, aggravandosi ii male, fatta prima la Professione di Fede e la rinnovazione dei Voti religiosi e invocata umilmente la remissione degli errori commessi, egli venne confortalo degli ultimi Sacramenli della Chiesa la Santa Comunione come Viatico e l'Estrema Unzione. Così, in ogrn ora e in ogni momento, con grandissimo desiderio attese la venuta del suo Signore.

Prima però di partirsene dai vivi, Padre Marco fu visitato spesso nella sua povera cella dall' Imperatore e l'Imperatrice: nel giomo della Porziuncola (2 agosto) e anche il 13 dello stesso mese quando, genuflessi accanto al suo lettuccio, essi chiesero da lui la benedizione e la ricevettero come dono, con grande consolazione.

Dopo aver alquanto conversato insieme, dissero al morente Padre Marco ii loro estremo saluto e dolenti raggiunsero la carrozza con la quale erano giunti in incognito. Appena fatto qualche passo fuori delle mura del convento, però, Fra Ermanno, questuante del Convento di Vienna, disse loro che Padre Marco stava entrando in agonia. Discesero allora subito dalla carrozza, ritornarono ambedue accanto al morente e, inginocchiati accanto al letto, vi rimasero fino a che - assistito nel modo prescritto dalla Santa Chiesa da Padre Efrem da Cremisano, Guardiano del luogo e Definitore Provinciale, che ne raccomandava l'anima - Padre Marco, verso l'ora undecima del giorno, spirò.

(religioso silenzio)

FONTE (http://www.padremarco.it/notizie6.html)

Augustinus
13-08-06, 08:58
CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

DECRETO SUL MIRACOLO

VEN. SERVO DI DIO

MARCO D'AVIANO

II Venerabile Servo di Dio Marco d'Aviano (at sec. Carlo Domenico Cristofori) nacque ad Aviano, attualmente in provincia di Pordenone, il 17 novembre 1631. Entrato nell' Ordine dei Frati Minori Cappuccini, eamise i voti religiosi nel 1649 e, nel 1655, fu ordinato presbitero. Con zelo e con frutto si dedico' al ministero della predicazione in Italia e in Europa, accompagnato ovunque da una vasta fama di santita' e di miracoli. Difese la fede, promosse la concordia tra i popoli, collaboro' con ii suo apostolato a liberare l' Europa dall'invasione dei Turchi. Il 13 agosto 1699, assistito dalla famiglia imperiale, che lo aveva carissimo, Si addormento' santamente nel Signore.

II Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, 16 Iuglio 1991, ha dichiarato che ii Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtu' teologali, cardinali ed annesse.

In vista della sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto all' esame della Congregazione delle Cause dei Santi la presunta guarigione miracolosa dei bambino Antonino Geremia di sei anni, ii quale, dopo un mese da un intervento diadeno-tonsilloctomia subito in una casa di Cure di Padova, presento' improwisamente febbre alta, cefalea intensa e vomito. Ricoverato ii 26 maggio 1941 nella medasima clinica, i medici emisero la diagnosi di meningite acuta purulenta e la prognosi infausta. Vista la gravita' della situazione a l'inefficacia della cure, la moglie del primario della clinica si reco' dal P. Leopoldo da Castelnuovo, oggi Santo, il quale le consegno' una medaglia dei Servo di Dio Marco d'Aviano, esortandola a ricorrere con fiducia ella sua intercessione: cio' fu fatto da diverse persona a cominciare dal pomariggio del 27 maggio. Quella stessa sera il bambino comincio' a migliorare e la mattina succassiva era perfattamenta guarito.

La felice conclusione del caso fu subito attribuita alla intercessione dai P. Marco d'Aviano, per cui, presso la Curia di Padova, negli anni 1942-1946, fu istruito il processo apostolico, la cui validita' giuridica e' stata riconosciuta della Congregezione delle Cause dai Santi con decrato del 20 dicembre 1991.

La Consulta Medica di questo Dicastaro dopo aver esaminato il caso piu' volte, nella seduta del 28 giugno 2001 ha riconosciuto che la guarigione del piccolo Antonino Garamia fu motto rapida, completa, duratura e scientificamante inspiegabite. Il 9 novambre successivo si e' tenuto il secondo Congrasso Peculiare dei Consultori teologi e l'8 gannaio di quest'anno ha avuto luogo la Sessiona Urdinaria dai Padri Cardinali e Vascovi, essendo Ponente della Causa l' Ecc.mo Mons. Girolamo Grillo, Vascovo di Civitavecchia-Tarquinia.

Data a Roma, il giorno 23 del mese di Aprile dell'Anno del Signora 2002

JOS. CARD. SARAIVA MARTINS. Preffilts

L.+ S. + Edoardo Nowak, Arciv. tit. di Luni, Segretario

FONTE (http://www.padremarco.it/notizie3.html)

Augustinus
13-08-06, 10:18
Padre Marco d'Aviano: La battaglia di Vienna e Loreto

Padre Marco, al secolo Carlo Domenico Cristofori, nacque ad Aviano (Pordenone) nel 1631. Studiò da giovane presso i gesuiti. Nel 1648 entrò nell'ordine dei cappuccini e, ordinato sacerdote, si diede all'apostolato della parola e della penna, divenendo presto famoso. Nel 1680 fu inviato in Germania dove divenne confidente e consigliere di molti principi, tra i quali l'imperatore Leopoldo I d'Austria che lo chiamava suo angelo tutelare. Fu al suo fianco nel 1683 come protagonista durante l'assedio di Vienna. Morì in quella città nel 1699 e fu sepolto nella chiesa dei cappuccini.
Il nome di Padre Marco torna ora alla ribalta, dopo lungo tempo di ingiustificato oblio. Viene considerato uno dei personaggi più importanti del suo tempo, soprattutto in riferimento al suo ruolo determinante, come cappellano generale, nella vittoriosa battaglia di Vienna dell'11 settembre 1683, definita da qualche storico "la madre di tutte le battaglie" perché ha chiuso il discorso militare con i turchi, desiderosi di occupare l'Europa, decretando il loro irreversibile declino militare ed economico.
L'attenzione per il cappuccino oggi è considerevole. È noto il romanzo scritto da Carlo Sgorlon Marco d'Europa, che nel titolo già evidenzia la sua grandezza. Il romanzo viene ora riproposto tra gli Oscar Mondadori con un nuovo titolo: Il taumaturgo e l'imperatore. Recentemente, Giuseppe Baiocchi, giornalista della Rai, colpito della coincidenza dell'11 settembre, data della vittoria di Vienna del 1683 e data dell'attacco alle Torri gemelle del 2001, ha messo a frutto le sue conoscenze storiche e ha ricostruito le vicende di quella storica battaglia. Sulla base di tale ricostruzione, il regista Renzo Martinelli si è messo all'opera per realizzare una riproduzione cinematografica dell'evento e ha cominciato a girare il suo Marco d'Aviano. Il regista ha rilasciato questa dichiarazione al Corriere della Sera (12 febbraio 2002, p. 37): "Sarà una pellicola piena di effetti spettacolari, ma di grande portata storica. Mi proporrò di illustrare la personalità del frate predicatore anche per sottolineare la sua straordinaria attualità. Marco credeva fermamente alla necessità di affermare l'identità culturale dell'Occidente di fronte alla sfida dell'Islam".
Il riconoscimento più alto al cappuccino di Aviano viene però dalla Chiesa. Infatti, il prossimo 27 aprile, Giovanni Paolo II lo proclamerà beato, riconoscendo in lui l'esercizio eroico delle virtù cristiane. Fu un taumaturgo pacifista e uno strenuo difensore della fede cristiana.
Padre Marco ha legato il suo nome al santuario di Loreto, perché dopo la vittoriosa battaglia di Vienna, mentre il re polacco Giovanni Sobieski entrava trionfante a Vienna, lui lo accompagnava mostrando un'immagine della Madonna di Loreto, alla cui intercessione fu attribuita quella memorabile vittoria.
Riproduciamo qui di seguito uno scritto di p. Arsenio d'Ascoli, già direttore della Congregazione Universale, apparso nel suo volume I papi e la Santa Casa (Loreto, 1969, pp. 54ss), nel quale sono descritti gli aspetti "lauretani" della battaglia di Vienna e il ruolo di padre Marco d'Aviano.


Dopo un secolo dalla disfatta di Lepanto (1571) i turchi tentavano per terra di sommergere l'Europa e la cristianità. Maometto IV al principio del 1683 consegna a Kara Mustafà lo Stendardo di Maometto facendogli giurare di difenderlo fino alla morte. Il Gran Visir, orgoglioso della sua armata di 300 mila soldati, promette di abbattere Belgrado, Buda, Vienna, straripare in Italia, giungere fino a Roma e collocare sull'altare di S. Pietro il trogolo del suo cavallo.
Nell'agosto del 1683 il Cappuccino P. Marco d'Aviano è nominato Cappellano Capo di tutte le armate cristiane. Egli rianima il popolo atterrito, convince Giovanni Sobieski ad accorrete con la sua armata di 40 mila uomini.
L'immagine della Madonna è su ogni bandiera: Vienna aveva fiducia solo nel soccorso della Madonna. La città era assediata dal 14 luglio e la sua resa era questione di ore.
Sul Kahlemberg, montagna che protegge la città dalla parte del nord, in una cappella, il P. Marco celebrò la Messa servita dal Sobieski dinanzi a tutta l'armata cristiana disposta a semicerchio. P. Marco promise la più strepitosa vittoria. Alla fine della Messa, come estatico, invece di dire: "Ite Missa est", gridò: "Joannes vinces", cioè: "Giovanni vincerai".
La battaglia iniziò all'alba dell'11 settembre. Un sole splendido illuminava le due armate che stavano per decidere le sorti d'Europa. Le campane della città fin dal mattino suonavano a stormo, le donne e i bambini erano in chiesa a implorare aiuto da Maria. Prima di sera l'armata turca era in rotta, lo stendardo di Maometto nelle mani di Sobieski, la tenda del Gran Visir occupata.
Il popolo era impaziente di contemplare il volto dell'eroe. Sobieski, preceduto dal grande Stendardo di Maometto, vestito di azzurro e di oro, montato sul cavallo del Gran Visir, il giorno seguente fece il suo ingresso solenne in città fra un delirio di popolo. Per ordine di Sobieski il corteo si diresse verso la chiesa della Madonna di Loreto in cui si venerava una celebre immagine della SS. Vergine. A Lei era dovuta la vittoria e ai suoi piedi tutto il popolo si prostrò riconoscente.
Fu celebrata una S. Messa e Sobieski rimase sempre in ginocchio come assorto. Il predicatore salì il pulpito e fece un grande discorso di circostanza, applicando a Giovanni Sobieski il testo evangelico: "Fuit homo missus a Deo cui nomen erat Joannes" ("Ci fu un uomo inviato da Dio, il cui nome era Giovanni").
La cerimonia proseguì grandiosa e solenne nella sua semplicità con particolari gustosi che mettono in rilievo la fede e la bonomia di Sobieski. L'assedio aveva disorganizzato molte cose e la Chiesa di Loreto non aveva più cantori. "Non importa" disse Sobieski, e con la sua voce potente intonò ai piedi dell'altare il "Te Deum", che il popolo proseguì ad una sola voce.
L'organo e la musica non erano necessari: il coro della folla vi supplì con pietà, commozione, entusiasmo. Il clero sconcertato non sapeva come concludere, e sfogliava messali e rituali per cercare un versetto. Sobieski lo trasse d'imbarazzo: senza troppo badare alle rubriche, ne improvvisò uno e la sua voce sonora si innalzò ancora potente su la folla: "Non nobis, Domine, non nobis!" ("Non a noi, Signore, non a noi!"). I sacerdoti risposero piangendo: "Sed nomini tuo da gloriam" ("Ma al tuo nome dà gloria").
Sobieski inviò subito un messaggio al B. Innocenzo XI per annunziargli la vittoria. I termini della missiva mostrano l'umiltà e la fede dell'eroe: "Venimus, vidimus, et Deus vicit" ("Siamo venuti, abbiamo veduto, e Dio ha vinto").
Una solenne ambasciata portava al Papa il grande stendardo di Maometto IV, la tenda del Gran Visir e una bandiera cristiana riconquistata ai Turchi.
Il B. Innocenzo XI, riconoscente alla Madonna di Loreto per la grande vittoria, inviò al Santuario la bandiera ritolta ai Turchi e la tenda. La bandiera si conserva ancora nella Sala del Tesoro. La tenda fu portata personalmente da Clementina, figlia di Sobieski, sposa a Giacomo II Re d'Inghilterra. Con la tenda fu confezionato un prezioso baldacchino che si usa solo nelle grandi solennità; una parte servì per un "apparato in quarto per pontificali".
Anche il Papa, come Sobieski, attribuiva la vittoria alla Vergine. Il suo ex voto fu l'istituzione di una festa in onore del S. Nome di Maria. Il 25 novembre 1683 un atto della Congregazione dei Riti la estendeva a tutta la Chiesa e la fissava nella domenica fra l'ottava della Natività di Maria e S. Pio X l'ha fissata per il 12 settembre, giorno anniversario della vittoria.
Dopo la grande battaglia di Vienna, sotto le macerie fu trovata una bella immagine della Madonna di Loreto, nei cui lati era scritto: "In hac imagine Mariae victor eris Joannes; In hac imagine Mariae vinces Joannes" ("In questa immagine di Maria sarai vincitore, o Giovanni; in questa immagine di Maria vincerai, o Giovanni"). Era certo un'immagine portata lì da S. Giovanni da Capistrano, più di 2 secoli prima, nelle lotte contro i Turchi in Ungheria e a Belgrado.
Sobieski volle che P. Marco la portasse nell'ingresso trionfale a Vienna il giorno dopo la vittoria. La portò con sé inseguendo il nemico e con essa riportò splendide vittorie contro i Turchi. La fece poi collocare nella sua Cappella e ogni giorno faceva celebrare dinanzi a Lei la S. Messa e cantare le Litanie Lauretane.
Nella Cappella Polacca a Loreto il prof. Gatti ha voluto ricordare questo episodio collocando nel quadro della parete di destra il P. Marco d'Aviano con il quadro della Madonna di Loreto in mano.
Il B. Innocenzo XI mise l'impronta della S. Casa con l'iscrizione: "Santa Maria di Loreto, pregate per noi", negli "Agnus Dei" del primo e settimo anno del suo Pontificato.

Messaggio della Santa Casa, 2003, fasc. aprile-maggio (http://www.santuarioloreto.it/messaggio/aprile_maggio_2003/apri_mag2003msg_sc4.htm)

Augustinus
13-08-06, 10:22
Quell’11 settembre sulla Montagna Calva

di Rino Cammilleri

Alla vigilia della sua beatificazione, ritratto di Marco d’Aviano, “l’uomo dei miracoli” che liberò Vienna dai turchi nel 1683

Una carta costituzionale d’Europa che non volesse sembrare un mero regolamento condominiale dovrebbe iniziare con un grato e commosso preambolo «cristiano» che elencasse quegli uomini di Chiesa che l’Europa fecero e difesero, partendo da San Benedetto da Norcia. Spiccherebbero particolarmente due francescani e un domenicano: Giovanni da Capestrano, Marco da Aviano e Michele Ghislieri. Il primo fermò i turchi a Belgrado e la cosa andò così: caduta Costantinopoli nel 1453, gli islamici risalirono la penisola balcanica minacciando l’Ungheria (sbarcarono anche in Italia, massacrando gli abitanti di Otranto). I prìncipi cristiani, terrorizzati, si rivolsero al papa Callisto III, che inviò il legato Giovanni di Carvajal e il celebre predicatore Giovanni da Capestrano. Questi presero contatto con un terzo Giovanni, il condottiero Hunyadi, e cercarono di racimolare un esercito. Ma al loro appello accorsero solo generosi popolani, privi di preparazione militare. Carvajal e Hunyadi erano, a quel punto, per gettare la spugna ma il Capestrano si impose e, in una battaglia che durò dal 14 al 22 luglio davanti a Belgrado, avvenne il miracolo. Era il 1456, solo tre anni dopo la caduta di Costantinopoli. Il Papa proclamò, per quel giorno e per sempre, la festa della Trasfigurazione, a significare la gioia che aveva mutato il volto dell’Europa. Il domenicano di cui dicevamo è il papa San Pio V, vero tessitore e artefice della strepitosa vittoria di Lepanto (7 ottobre 1571) che fermò per sempre l’espansionismo turco sul mare. Anche qui, festa: il 7 ottobre venne dedicato a Nostra Signora delle Vittorie e Aiuto dei Cristiani, la Madonna del Rosario. Il terzo «padre dell’Europa» non è ancora, come gli altri due, Santo, ma il 27 aprile 2003 sarà proclamato, finalmente, Beato. A lui, cappuccino, si deve l’incredibile liberazione di Vienna nel 1683. Vienna, si badi: nel cuore dell’Europa. Non era un mistero per nessuno che, dopo la capitale imperiale, sarebbe toccato a Roma. Solo che, in quell’occasione, l’esercito cristiano strappò come bottino anche la bandiera del Profeta, che il sultano Maometto IV aveva affidato al suo vizir Kara Mustafà. Assicura il maggior islamologo vivente, Bernard Lewis, che ancora oggi per gli islamici osservanti il 12 settembre è un giorno di tristezza (in diversi luoghi il 20 di Ramadan era, fino a non molto tempo fa, lutto religioso). Se si pone mente ai proclami di Osama Bin Laden e si calcolano i secoli durante i quali, secondo lui, i musulmani sono stati «umiliati», si scopre che lo sceicco del terrore si riferisce proprio alla battaglia della Montagna Calva. Infatti, fu da quel momento che cominciò l’inarrestabile declino dell’impero ottomano. Si osservi anche un’altra concidenza: quando lo scontro cominciò, il sole del 12 non era ancora sorto. Dunque, 11 settembre. Insomma, quella battaglia - nel mondo islamico - non è mai stata dimenticata (in campo «cristiano» gli unici, forse, a ricordarsela sono gli strateghi di Washington, visto che l’attacco all’Afghanistan dei talebani è stato fatto iniziare un 7 ottobre, giorno di Lepanto). Invece Marco d’Aviano, che l’imperatore Leopoldo I proclamò urbi et orbi vero autore della vittoria, non figura nemmeno nell’Enciclopedia italiana. E dire che potremmo rammentarcelo tutte le mattine, proprio noi italiani, quando facciamo colazione a cornetto e cappuccino. I viennesi assediati, per dispetto, mangiavano sugli spalti, in faccia al nemico, un pane a forma di mezzaluna islamica (in francese, croissant). Il «cappuccino» nacque mischiando con latte certa polvere nerastra e amarognola che i turchi chiamavano caffè e che, fuggendo, avevano abbandonato a sacchi nel loro smisurato accampamento (dopo aver massacrato tutti i prigionieri cristiani): la bevanda aveva il colore del saio del liberatore di Vienna.
Se andate a Loreto, in una delle cappelle laterali trovate la scena della battaglia (a proposito: i cancelli di queste cappelle sono fatti col ferro delle catene degli schiavi cristiani liberati). Il papa Innocenzo XI, che si era dissanguato finanziariamente per sostenere l’impresa, proclamò quel giorno festa del Nome di Maria. Infatti, padre Marco d’Aviano aveva preteso che l’esercito cristiano inalberasse vessilli con l’icona della Vergine. Notare che le bandiere militari austriache portarono quell’immagine fino all’Anschluss hitleriano. Ci si potrà chiedere come mai un frate italiano avesse tutta questa autorità sugli imperiali (e perfino sui protestanti, che parteciparono alla battaglia). Il fatto è che Marco d’Aviano era il Padre Pio (altro cappuccino) dell’epoca e Jan Sobieski III, re di Polonia e comandante supremo dell’armata cristiana, considerò un onore servigli personalmente la messa celebrata prima della battaglia su uno dei colli del Kahlenberg. Il frate sollevò alta la croce di legno che teneva in mano, benedisse le truppe e gridò: «Avanti con la croce!». Urlando «Gesù e Maria!» le schiere cristiane si lanciarono dietro agli «ussari alati» polacchi (portavano sulla schiena due ali di metallo, quasi angeli vendicatori). Il Sobieski comunicò al Papa: «Veni, vidi, Deus vicit». Non era un’aulica citazione: i cristiani erano sessantacinquemila e privi di artiglieria, i turchi oltre duecentomila e provvisti di enormi bombarde. Testimonianze di parte turca (sulle quali furono ordinate inchieste ufficiali che ne riconobbero la veridicità) assicuravano che i soldati del vizir avevano visto un uomo immane, alto fino alle nuvole e con un legno in mano: lo spavento li aveva scompaginati e disorientati.
Ma adesso è il caso di spiegare chi fu Marco d’Aviano e come mai per gli europei era «l’uomo dei miracoli». In verità, il miracolo della vittoria fu solo uno dei due: l’altro fu l’essere riuscito a mettere d’accordo i signori d’Europa. Già, perché questi litigavano su chi dovesse tenere il comando supremo, mentre Luigi XIV (il «re cristianissimo») aizzava i turchi contro gli Asburgo. La difficoltà di unire gli europei contro il pericolo musulmano era di vecchia data e risaliva a prima delle crociate. Ma si trattava, si passi l’espressione, di un difetto strutturale. Il cristianesimo, con la sua insistenza sul concetto di persona e i diritti individuali, aveva creato un mondo politicamente libero, di uomini liberi in istituzioni a democrazia diffusa. Da qui la quasi impossibile unanimità in azioni comuni. Diversa la situazione del mondo musulmano, nel quale masse sterminate erano mobilitabili in qualsiasi momento (infatti, non c’era luogo, in Europa, che non avesse le sue «campane dei turchi» da suonare in caso d’allarme). Carlo Domenico Cristofori nacque ad Aviano nel 1631 e subito ebbe nelle orecchie i racconti che i friulani si tramandavano, racconti poi ripresi dal friulano Pier Paolo Pasolini in un suo dramma teatrale poco conosciuto: I turchi in Friuli. L’invasione guidata dal sultano Murad I che aveva sterminato l’armata serba a Kosovo Polje (la tristemente famosa «Piana dei merli») nel 1389, aveva impiantato in Bosnia basi militari turche da cui partivano scorrerie per la Slovenia. Occupata questa nel 1415, fu la volta del Friuli.
Qui, dopo la solita serie di incursioni, una vera armata giunse fino a Udine, ma la pronta risposta della Serenissima la costrinse a ripiegare (con, ahimè, bottino e schiavi). Fu subito costruita una linea fortificata che però non impedì ai turchi di prendere, nel 1477, Cittadella sull’Isonzo e razziare Carinzia e Carniola. Nel 1499 l’invasione in grande stile: centottantadue cittadine divennero un unico falò, visibile dalla stessa Venezia; un terzo dei friulani, tra uccisi e tratti in schiavitù, mancò all’appello. Un migliaio vennero trucidati perché, durante la ritirata, le zattere per superare il Tagliamento in piena non bastavano. Il piccolo Carlo potè vedere la ossa degli uccisi che da un secolo e mezzo riempivano, calcinate dal sole, il piazzale del castello di Aviano (l’altro grande castello, quello di Piantanins, non esisteva più: i turchi l’avevano raso al suolo dopo aver impalato Simone Nusso, comandante della disperata resistenza cristiana). Messo a studiare dai gesuiti di Gorizia, a sedici anni scappò per raggiungere Candia, dove i veneziani resistevano all’assedio turco. Ma arrivò solo a Capodistria; qui venne rifocillato dai cappuccini. Dei quali, nel 1648, finì col prendere l’abito a Conegliano Veneto col nome di fra Marco. Dopo aver completato gli studi ed essere stato ordinato sacerdote, ricevette la patente di predicatore intinerante e, su sua richiesta, l’esonero in perpetuo da qualsiasi carica. Nel 1676, a Padova, guarì miracolosamente una monaca da tredici anni paralizzata. Altri miracoli seguirono a Verona e Venezia e da quel momento padre Marco d’Aviano divenne il religioso più conteso d’Europa. Nel 1680 si recò a Innsbruck per guarire il governatore Carlo di Lorena, poi proseguì per Monaco di Baviera e Vienna, dove fu accolto dall’imperatore Leopoldo I. Ovunque era un trionfo. Le municipalità gli facevano benedire l’acqua che poi sarebbe stata somministrata ai malati. A ogni sua pubblica benedizione seguivano miracoli strepitosi. Addirittura si dovette porre in atto una singolare cerimonia: dato che a quei tempi si andava a piedi e a cavallo, e le strade erano, nel migliore dei casi, appena lastricate (i valichi delle Alpi non erano che impervi sentieri; si aggiunga la regola dei cappuccini, che imponeva l’andare a piedi e in sandali), in un giorno prefissato e a un’ora precisa, in una città che non aveva potuto ricevere la visita del padre la gente si riuniva sulla pubblica piazza, recitava un atto di contrizione e, dopo essersi confessata e comunicata, veniva benedetta dal frate dalla sua cella padovana.
A Neuburg, Augusta, Münster, Colonia anche i protestanti accorrevano ed erano molti quelli che si facevano papisti (i capi dei «riformati» dovettero ricorrere alla minaccia di gravi sanzioni). In ogni luogo la forza pubblica doveva proteggerlo dalla ressa attorno a lui (in un paio di occasioni venne ferito da quanti cercavano di tagliargli un pezzetto di saio o una ciocca per farsene reliquia). L’imperatore, debole e irresoluto, prese a consultarsi col padre per ogni necessità di governo (esistono interi tomi di corrispondenza tra i due). Nel 1681 a Marco d’Aviano fu concesso l’inaudito privilegio di poter amministrare l’indulgenza plenaria papale. A Lione oltre centomila persone lo attesero. Avrebbe proseguito per Parigi, su invito della Delfina, ma Luigi XIV lo fece espellere e scortare alla frontiera. Marco d’Aviano visitò Belgio, Olanda e Svizzera, toccandone quasi tutte le città. Nel 1682 fu ancora a Vienna. L’anno successivo fu quello dell’assedio turco e della fuga dell’imperatore a Linz. A Vienna, isolata, c’erano solo seimila soldati affiancati dai cinquemila uomini della difesa civica. I turchi, forti di trecento cannoni e di un esercito colossale, in breve aprirono numerose brecce e i corpo a corpo divennero quotidiani. Dopo diciotto assalti alle mura la città era allo stremo. Il governatore von Stahrenberg inviò un disperato messaggio a Carlo di Lorena perché muovesse a marce forzate. Intanto, tutte le campane tacevano tranne una, quella della cattedrale di Santo Stefano, chiamata Angstern, «angoscia», in quanto segnalava gli attacchi dei giannizzeri galvanizzati dai loro imam. Finalmente arrivò il corpo di spedizione formato da polacchi, ungheresi, soldati di Baden, Sassonia, Turingia, Baviera e Holstein coi loro signori. Oltre al Sobieski e al Lorena, gli italiani Enea Silvio Caprara e il giovanissimo Eugenio di Savoia al suo battesimo del fuoco. La carica, all’arma bianca, fu guidata dal re di Polonia in persona.
Padre Marco, legato pontificio, fu con l’esercito anche l’anno seguente, vedendo liberate Visegrad e Pest. Convinse Venezia a entrare nella Lega cristiana e, nel 1685, guidò l’armata alle vittorie di Gran e di Neuhäusel. Nel 1686 fu liberata Buda, dove il padre collocò nel duomo, da un secolo e mezzo moschea, una statua della Madonna. Il testimone oculare Francesco Grimani, nobile veneziano, gli scrisse: «È certo, padre Marco mio riverito, che se lei non era sotto Buda, facevimo la frittata» (infatti, i disaccordi fra i capi cristiani avevano continuamente rischiato di compromettere l’impresa). Il frate tornò in Italia e ai suoi miracoli (tra cui la resurrezione di un bambino a Schio). Nel 1687 e nel 1688 attese alla riconquista di Belgrado. Qui riuscì a mitigare la furia dei liberatori e salvò la vita alla guarnigione turca che a lui si era rivolta per ottenere grazia. Ma il nuovo papa Alessandro VIII strinse i cordoni della borsa e in poco tempo i turchi ripresero l’importante città. Padre Marco ricominciò a far la spola con Vienna e Praga, mentre il sultano Mustafà II tornava a minacciare la capitale imperiale. Di nuovo si ricorse all’aiuto di Marco d’Aviano che, tra una benedizione e l’altra in varie città d’Italia (ma, sebbene invitato dagli oratoriani, non potè mai andare a Roma, dove il partito filofrancese - che poteva contare addirittura sul cardinale segretario di Stato - gli era ostile), tornato a Vienna indisse una serie di processioni mariane.
L’ultimo miracolo «politico» di Marco d’Aviano fu la vittoria, a Zenta nel 1697 (un 11 settembre, per chi ama le coincidenze), degli imperiali guidati dal principe Eugenio di Savoia (uno dei più grandi condottieri di tutti i tempi; amava firmarsi, da europeo, in tre lingue: Eugenio von Savoie), che impedì l’invasione dell’Ungheria e costrinse i turchi alla pace di Karlowitz del 1699. Da quel momento in poi la storia dell’impero turco fu quella di un continuo arretramento: Eugenio di Savoia li sconfisse definitivamente nel 1717 a Petervardein, liberando Belgrado. Una pace tra Francia e Impero consolidò la situazione politica e Leopoldo I, tramite i buoni uffici di padre Marco, celebrò il matrimonio del suo primogenito ed erede, Giuseppe. Tirando un respiro di sollievo perché non era un mistero per nessuno che Luigi XIV intendeva soffiargli il titolo di Sacro romano imperatore: l’Impero era sempre in bolletta e la Francia era ricchissima; il primo disponeva di una forza fissa di soli sedicimila uomini, la seconda ne aveva settantamila; Leopoldo era leale e pio, Luigi non conosceva scrupoli. Per troppo tempo la Francia era stata il diavolo d’Europa: ora anche i papi potevano respirare. Nel 1699, dopo aver ricevuto nel suo convento padovano la devota visita di Casimira, regina di Polonia, padre Marco dovette tornare per l’ennesima volta a Vienna, chiamato dall’imperatore per via di un delicato contenzioso con la Santa Sede. Ma il frate, stanco e malato, il 13 agosto morì. La salma, ricevuto l’omaggio della coppia imperiale e di tutta la nobiltà, fu venerata da un’impressionante numero di fedeli. Marco d’Aviano, padre d’Europa, venne solennemente sepolto nella famosa cripta dei cappuccini, accanto agli imperatori tedeschi. Leopoldo I volle personalmente dettarne l’epitaffio. La liberazione di Vienna, di cui il cappuccinio era stato l’artefice, fu ogni anno ricordata con un’imponente processione. Fino al 1783, anno in cui il centenario coincise con l’ultima volta. Quell’anno regnavano Giuseppe II (che non vi partecipò nemmeno) e il suo «giuseppinismo» regalistico e filomassonico. E pensare che nel contratto di nozze che il suo avo Leopoldo I aveva stilato con la consorte Eleonora c’era scritto, nero su bianco, che l’imperatrice si impegnava a non scegliersi il confessore al di fuori dell’ordine dei gesuiti.

FONTE (http://www.liberalfondazione.it/archivio/fl/numero17/cammilleri.htm)

Augustinus
13-08-06, 10:26
http://www.stadtbibliothek.wien.at/ausstellungen/2000/wa-238/kreuz.jpg Crocifisso del Beato

http://img172.imageshack.us/img172/7366/busviews180ja7.jpg http://farm3.static.flickr.com/2163/2112131260_b08758b442_b.jpg http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/41/Marco_d%27Aviano.jpg http://farm3.static.flickr.com/2175/2112132374_9be731fe99_b.jpg Monumento a Padre Marco d'Aviano nella Chiesa dei Cappuccini di Vienna

Augustinus
12-08-07, 10:49
Dal sito SANTI E BEATI (http://www.santiebeati.it/dettaglio/91492):

Beato Marco d’Aviano, Cappuccino

13 agosto

Aviano, Pordenone, 17 novembre 1631 - Vienna, 13 agosto 1699

Martirologio Romano: A Vienna in Austria, beato Marco d’Aviano (Carlo Domenico) Cristofori, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, sapiente predicatore della parola di Dio, in ogni luogo si adoperò mirabilmente per i poveri e i malati, sollecitando soprattutto i potenti del mondo ad anteporre la fede e la pace ad ogni altra impresa o interesse.

Grande predicatore del secolo XVII, taumaturgo, artefice della salvezza dell’Europa cristiana dai turchi. Carlo Domenico Cristofori, questo il suo nome da laico, nacque ad Aviano (Pordenone) il 17 novembre 1631 da degni e distinti genitori.
Ricevette una prima istruzione da un precettore del paese e poi giovinetto fu affidato dai genitori al Collegio dei Gesuiti di Gorizia. Di carattere timido ma sognatore, un giorno ancora ragazzo, si lasciò prendere dall’entusiasmo e dopo una uscita dei collegiali, non rientrò, fuggendo per andare a convertire i Turchi.
Dopo due giorni di cammino, bussò stanchissimo alla porta del convento dei Cappuccini di Capodistria, in piena crisi giovanile, che si risolse con la chiamata di Dio per il chiostro francescano. Il 21 novembre 1648 vestì l’abito dei cappuccini nel noviziato di Conegliano, cambiando il nome in Marco; non sembrava portato troppo per i pesanti studi, ma poi con la comprensione del padre Fortunato da Cadore, che divenne poi Ministro Generale, riuscì con soddisfazione a giungere alla meta.
Venne ordinato sacerdote il 18 settembre 1655 dedicandosi quasi subito alla predicazione; nel 1670 venne nominato superiore del convento cappuccino di Belluno e dopo un paio d’anni di quello di Oderzo. La responsabilità della carica, però ostacolava il suo desiderio di solitudine e preghiera, quindi i superiori accogliendo la sua richiesta, lo trasferirono a Padova; ed è in questa città dopo una non programmata predicazione, che si rivelò ai fedeli della dotta Padova per quel grande predicatore che era.
Un prodigio avvenuto il 18 settembre 1676, quando guarì una suora paralizzata da 13 anni, gli cambiò la vita, fino allora tutto sommato tranquilla. Questa ed altre guarigioni, insieme alla crescente fama di predicatore, accrebbe la sua popolarità al punto che vescovi di varie Nazioni europee, iniziarono a richiederlo per le predicazioni; padre Marco d’Aviano divenne un instancabile viaggiatore per il Veneto ed in tutta Europa, accompagnato sempre dalla crescente fama di taumaturgo; ovunque andasse riusciva a radunare folle oceaniche, nelle chiese e nelle piazze di città come Anversa, Augusta, Colonia, Magonza, Salisburgo, Worms, per ascoltare le sue prediche tendenti alla conversione ed alla penitenza fatte in italiano con qualche parola di tedesco.
Usava a favore dei malati e bisognosi, una particolare formula di benedizione che rimase famosa, procurandogli qualche grattacapo da parte delle Autorità ecclesiastiche; i fedeli che lo avvicinavano gli strappavano gli abiti di dosso, con scene di fanatismo, per avere un suo ricordo come reliquia, tanto era il suo ‘odore di santità’.
Le richieste dei governanti per averlo, arrivavano ai suoi superiori ed anche al papa; nel 1680 era nel Tirolo, la Baviera e Austria, l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo lo volle come suo consigliere a Vienna.
Ritornato a Venezia nel 1681 partì poi per le Fiandre attraversando la Francia, anche se per motivi pretestuosi re Luigi XIV non permise, a padre Marco d’Aviano di passare per Parigi; ritornò in Italia attraverso la Germania e la Svizzera.
Intanto i Turchi in quel periodo d’invasione, erano giunti fino a Vienna, papa Innocenzo XI di fronte al pericolo della caduta della città, in mano dei musulmani, forti di un esercito di 150.000 turchi e giannizzeri, comandati da Mustafà “il Nero”, generalissimo di Maometto IV, inviò padre Marco d’Aviano a riappacificare i rissosi comandanti degli eserciti cristiani, riportando l’unità e una forte alleanza, capitanata dal coraggioso Giovanni Sobieski e incitando i soldati a chiedere l’aiuto divino, così il 12 settembre 1683 Vienna fu liberata dall’assedio ed i Turchi sconfitti.
Se la città fosse caduta si sarebbe aperta la strada agli islamici, per arrivare fino a Roma, che era il fine di Mustafà IV. Marco d’Aviano per questo divenne il “Salvatore dell’Europa”; con il suo prestigio e volontà, continuò a spingere, suggerire, riunire ed organizzare i cristiani, provocando la sconfitta definitiva dell’Islam in Europa, con le battaglie di Budapest (1684-1686), Neuhäusel (1685), Mohacz (1687), Belgrado (1688) e con la pace di Karlowitz (1689).
Non fu solo un uomo di battaglie e alfiere della cristianità contro gli ottomani, ma anche uomo di carità e proprio a lui si rivolsero ottocento turchi che nel 1688 a Belgrado, erano rimasti asserragliati in un castello, oramai temevano per la loro vita, in pochi giorni erano stati uccisi 12.000 di loro e frate Marco si prodigò per la loro salvezza.
Terminate le guerre Marco d’Aviano riprese instancabile la sua opera pastorale, scotendo le coscienze, combattendo il peccato, diventando operatore di pace e di unione. Nel 1699, ripartì ormai a 68 anni, di nuovo per Vienna, diceva “non ne posso più, ma il papa comanda”, era afflitto da un tumore che lo consumava.
Il 25 luglio fu costretto a letto e assistito dall’imperatore Leopoldo I, morì il 13 agosto 1699; dopo solenni funerali venne sepolto nella cripta dei Cappuccini di Vienna, accanto alle tombe degli imperatori asburgici; il suo sepolcro divenne subito visitatissimo dai fedeli.
La sua figura poco ricordata in Italia, invece si studia a scuola in Austria e nell’Europa dell’Est. Papa Pio X firmò il decreto d’introduzione della causa di beatificazione e il 27 aprile 2003 è stato beatificato in Piazza s. Pietro a Roma, da papa Giovanni Paolo II.

Autore: Antonio Borrelli

http://santiebeati.it/immagini/Original/91492/91492B.JPG http://www.franziskaner.at/Bilder/Marco_dAviano.jpg

Augustinus
13-08-08, 07:13
http://farm3.static.flickr.com/2076/1771001049_0d057255f4_o.gif

Holuxar
12-09-18, 19:16
12 SETTEMBRE 2018: anniversario della battaglia di Vienna del 12 settembre 1683 (onore al Papa Innocenzo XI, a Padre Marco d'Aviano, al Re Giovanni III Sobieski, al Principe Eugenio di Savoia e a tutti i combattenti per Dio, Uno e Trino, per la Grande Patria dell'Europa cattolica, per la Santa Chiesa e per il Cattolicesimo!), FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI MARIA…



"Il Santo Nome di Maria, 12 settembre"
"Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria"
Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria (http://www.unavoce-ve.it/pg-12set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-12set.htm
«12 SETTEMBRE IL SANTO NOME DI MARIA.»



Santissimo Nome di Maria (http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=69950)
http://www.santiebeati.it/search/jump.cgi?ID=69950




"SS. Nome di Maria - Sodalitium"
SS. Nome di Maria - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/ss-nome-maria/)
http://www.sodalitium.biz/ss-nome-maria/
«12 settembre, SS. Nome di Maria.
“Festa del santissimo Nome della beata Maria, che il Sommo Pontefice Innocenzo undecimo ordinò che si celebrasse per l’insigne vittoria riportata a Vienna, in Austria, contro i Turchi, col patrocinio della stessa Vergine”.
1. O adorabile Trinità, per l’amore con cui scegliesti ed eternamente Ti compiacesti del Santissimo Nome di Maria, per il potere che gli desti, per le grazie che riservasti ai suoi devoti, fa’ che esso sia anche per me fonte di grazia e di felicità. Ave Maria.
2. O amabile Gesù, per l’amore con cui pronunziasti tante volte il Nome della tua cara Madre e per la consolazione che a Lei procuravi nel chiamarla per nome, raccomanda alle sue speciali cure questo povero tuo e suo servo. Ave Maria.
3. O Angeli Santi, per la gioia che vi procurò la rivelazione dei Nome della vostra Regina, per le lodi con cui lo celebraste, svelatene anche a me tutta la bellezza, la potenza e la dolcezza e fate che io lo invochi in ogni mio bisogno e specialmente in punto di morte. Ave Maria.
4. O cara Sant’Anna, buona mamma della Madre mia, per la gioia da te provata nel pronunciare tante volte con devoto rispetto il Nome della tua piccola Maria o nel parlarne con il tuo buon Gioacchino, fa’ che il dolce nome di Maria sia continuamente anche sulle mie labbra. Ave Maria.
5. E Tu, o dolcissima Maria, per il favore che Dio Ti fece nel donarti Egli stesso il Nome, come a sua diletta Figlia; per l’amore che Tu sempre ad esso mostrasti concedendo grandi grazie ai suoi devoti, concedi anche a me di rispettare, amare ed invocare questo soavissimo Nome. Fa’ che esso sia il mio respiro, il mio riposo, il mio cibo, la mia difesa, il mio rifugio, il mio scudo, il mio canto, la mia musica, la mia preghiera, il mio pianto, il mio tutto, con quello di Gesù, affinché dopo essere stato pace del mio cuore e dolcezza delle mie labbra durante la vita, sia la mia gioia in Cielo. Così sia. Ave Maria.
Benedetto sempre sia, il Santo Nome di Maria.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/nome-maria-1-186x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/nome-maria-1-186x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I•M•B•C a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz/
http://www.domusmarcellefebvre.it/
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php »




Vienna, 12 settembre 1683 - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/vienna-12-settembre-1683/)
http://www.centrostudifederici.org/vienna-12-settembre-1683/
“Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 66/18 del 12 settembre 2018, SS. Nome di Maria
Vienna, 12 settembre 1683
La battaglia di Vienna, Anno Domini 1683.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/09/8694013_1.jpg


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/09/8694013_1.jpg


https://www.agerecontra.it/2018/09/vienna-12-settembre-1683-la-cristianita-respinge-linvasione-islamica/
http://www.donbosco-torino.it/image/2009/2/04-Battaglia-di-Vienna.jpg

https://www.agerecontra.it/2014/05/auxilium-christianorum-maria-ausiliatrice-i-suoi-interventi-nella-storia-a-lepanto-a-vienna-e-contro-il-nefasto-risorgimento/


https://www.agerecontra.it/2014/03/atto-di-dolore-perfetto-che-padre-marco-daviano-1633-1699-faceva-recitare-a-tutti/
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2014/03/ATTO-DI-DOLORE.jpg


http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2014/03/ATTO-DI-DOLORE.jpg





https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html
“Chi è Maria? Catechismo mariano”
https://www.amazon.it/dp/8890074760/
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-retro.jpg
"Titolo: Chi è Maria? Catechismo mariano
Sottotitolo: Piccola Somma mariana di Padre Roschini
Autore: Padre Gabriele Maria Roschini
Curatore: Carlo Di Pietro
Collana: Mariologia
Facciate: 156
Formato: 14,8x21 (A5)
Carta: Avoriata 90 gr
Copertina: Patinata lucida 300 gr
Finitura: Brossura fresata PUR
ISBN: 9788890074769
Contiene anche: Illustrazioni e comodo indice degli articoli
Sommario
• Prefazione 7
• Necessità dello studio di Maria 9
• Fonti 11
• I princìpi della dottrina Mariana 13
• Vantaggi e Divisione 17
• Storia di Maria 19
• Il Dogma mariano 29
• La predestinazione di Maria 31
• Maria nella predizione profetica 35
• La missione di Maria nella sua attuazione 39
• La Madre di Dio 41
• La Mediatrice degli uomini 45
• La Corredentrice del genere umano 47
• La Madre spirituale degli uomini 51
• La Dispensatrice di tutte la grazie 53
• La Regalità di Maria 57
• I privilegi riguardanti l’anima di Maria 61
• Le perfezioni di cui fu ripiena l’anima di Maria 69
• I privilegi riguardanti il corpo di Maria 75
• I privilegi riguardanti sia l’anima che il corpo 77
• Natura del culto Mariano 83
• Legittimità del culto Mariano 87
• Elementi o atti del culto Mariano 89
• Utilità del culto Mariano 93
• Origine e sviluppo del culto Mariano 99
• Pratiche del culto Mariano 103
• Le principali preghiere a Maria Santissima 123
• Indice degli articoli con numero di pagina 135
In sintesi
Alessandro Roschini nacque a Castel Sant’Elia (Viterbo) nell’anno 1900, prese il nome di Gabriele Maria quando, giovanissimo, entrò nell’Ordine dei Servi di Maria. Sacerdote nel 1924, dottore in Filosofia e maestro in sacra Teologia, consacrò l’intera sua vita alla Madonna, che amò con pietà profonda ed onorò con la predicazione, con l’insegnamento ininterrotto nell’arco di oltre mezzo secolo (anche presso le Università Pontificie di Roma Marianum e Lateranum), con fondamentali studi mariologici e con dotte pubblicazioni. Fu Consultore del Sant’Uffizio e Vicario Generale dell’Ordine (O. S. M.). Nel 1939 fondò la rivista Marianum. Morì a Roma il 12 settembre (Festa del Nome di Maria) del 1977. Teologo di fama mondiale, è considerato il mariologo per eccellenza. Il suo Catechismo mariano è composto da 235 articoli, semplici ma eruditi, ed è un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte. Leggiamo nella Prefazione: «La parola Catechismo, in questo caso almeno, non è affatto sinonimo di insegnamento elementare e per bambini. Esso, quindi, può andare anche tra le mani degli adulti, ossia, di tutti coloro che vogliono procurarsi una cultura sinteticamente completa intorno alla Vergine Santa. È perciò una piccola Somma mariana». Il libro «Chi è Maria? Catechismo mariano», per Sursum Corda, è stato curato dal giornalista e saggista lucano Carlo Di Pietro. Sursum Corda non ha scopo di lucro ed usa interamente i propri introiti per le attività associative e per le opere di misericordia spirituale e corporale."


https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg


«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
12 settembre, Santissimo Nome di Maria.
“Festa del santissimo Nome della beata Maria, che il Sommo Pontefice Innocenzo undecimo ordinò che si celebrasse per l’insigne vittoria riportata a Vienna, in Austria, contro i Turchi, col patrocinio della stessa Vergine”.
O adorabile Trinità, per l’amore con cui scegliesti ed eternamente Ti compiacesti del Santissimo Nome di Maria, per il potere che gli desti, per le grazie che riservasti ai suoi devoti, fa’ che esso sia anche per me fonte di grazia e di felicità. Ave Maria.
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41547354_1872652812771119_6656318123244781568_n.jp g?_nc_cat=0&oh=0072e75ca57fa7797575e88f109a8fa9&oe=5C1A26E6


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41547354_1872652812771119_6656318123244781568_n.jp g?_nc_cat=0&oh=0072e75ca57fa7797575e88f109a8fa9&oe=5C1A26E6


«"La festa di oggi fu estesa alla Chiesa Universale dal beato Innocenzo XI, in ricordo e ringraziamento della vittoria del 1683 a Vienna contro gli invasori Turchi. Fu proprio Papa Innocenzo XI l'artefice della vittoria: col suo paziente e decisivo lavoro diplomatico, anche attraverso la figura di padre Marco d'Aviano, spronò i principi cattolici - accecati dai nazionalismi dell'epoca - a formare una coalizione di stati capaci di sventare il pericolo musulmano.
Il Papa sognava addirittura di riconquistare Costantinopoli, attraverso un'ardita alleanza tra europei e persiani che mai si realizzò (anche a causa del Regno di Francia).
Innocenzo XI fu beatificato da Papa Pio XII nel 1956.
Questa festa appartiene quindi unicamente al Cattolicesimo romano (il Papa, padre d'Aviano, i principi e gli eserciti degli stati cattolici...), non al laicismo massonico (magari in salsa anti-musulmana) che nel 1789 scatenò la guerra contro la Cristianità e che oggi sostiene lo stato israeliano, che si basa sulla negazione della divinità di Gesù Cristo e che ha quasi cancellato la presenza cristiana in Terra Santa."
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41512508_1872796082756792_4862548989397958656_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e10009938f42b49dbd9bc049a50d837d&oe=5C32F298


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41512508_1872796082756792_4862548989397958656_n.jp g?_nc_cat=0&oh=e10009938f42b49dbd9bc049a50d837d&oe=5C32F298







Tradidi quod et accepi (http://tradidiaccepi.blogspot.com/)
http://tradidiaccepi.blogspot.com/


https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41575472_1531597126941604_6551693845195653120_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2ce092a7d0749fb437f53189d29d4ca1&oe=5C2E6D92


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41575472_1531597126941604_6551693845195653120_n.jp g?_nc_cat=0&oh=2ce092a7d0749fb437f53189d29d4ca1&oe=5C2E6D92


“IL SANTISSIMO NOME DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria (http://www.unavoce-ve.it/pg-12set.htm)
Come qualche giorno dopo Natale si celebra il Santo Nome di Nostro Signore Gesù Cristo, così dopo la festa della Natività di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima, si glorifica il suo Santo Nome. Otto giorni dopo la nascita della Vergine, come era uso presso i Giudei, i suoi Genitori, ispirati da Dio, dicono san Gerolamo e sant'Antonino, la chiamarono Maria. Per ciò, durante l'Ottava della Natività, la liturgia ha una festa che ci fa onorare questo Santo nome. Tale festa fu concessa per la prima volta alla Diocesi di Cuenca (Spagna) nel 1513 da Papa Giulio II. Poi fu concessa a Milano e a Napoli. Finalmente fu estesa a tutta la Chiesa Latina dal beato Innocenzo XI, fissandola dapprima alla Domenica successiva alla Natività di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima - trasferita poi alla data odierna da San Pio X nella sua Riforma del Breviario -, “ob insignem victoriam sub ejusdem Vírginis Maríæ præsidio de immaníssimo Turcárum tyranno, cervicibus pópuli christiáni insultante, Viennæ in Austria partam” (Breviario Romano): in ringraziamento cioè della Vittoria di Vienna che la Lega Santa, radunata dal Sommo Pontefice e capitanata da Jan Sobieski, re di Polonia, ottenne, il 12 settembre 1683, contro i Turchi, che assediavano Vienna e minacciavano l'Occidente.
«Il nome della Vergine, dice il Vangelo, era Maria». «Il nome di Maria è paragonato all'olio [cfr. Cant. I, 3], perché, dopo il nome di Gesù, sopra tutti gli altri nomi, rinvigorisce i deboli, intenerisce gli induriti, guarisce i malati, dà luce ai ciechi, dona forza a chi ha perso ogni vigore, lo unge per nuovi combattimenti, spezza la schiavitù del demonio e, come l'olio sorpassa ogni liquore, sorpassa ogni nome" (Riccardo di san Lorenzo, De Laudibus B. M. V., l. II, c. 2). I Padri e i Dottori nei loro studi si sono esercitati nell'interpretare il Nome benedetto della Madre di Dio: quasi settanta i significati proposti. «Il nome Maria in ebraico significa Signora» come ben dice san Pier Crisologo. Questo nome ben si conviene alla Vergine Santissima in quanto che, come Madre di Nostro Signore Gesù Cristo, partecipa in qualche modo della signoria di Gesù su tutto il mondo. Pronunziare il suo nome, è affermare la sua grande potenza. Inoltre, sant'Alberto Magno scelse quattro significati di tal nome - “illuminatrice, stella del mare, mare amaro, signora o padrona" (In Lucam, I, 27) - che indicano la alta dignità della Vergine come Colei che ci porta Cristo e che a lui ci conduce, come Corredentrice e come Regina universale.
Offriamo il Santo Sacrificio a Dio per onorare il Santissimo Nome di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima e ottenere, mediante la sua preghiera, di sperimentare sempre e in ogni luogo la sua protezione (Postcommunio).
In questa festa, chi confessato e comunicato assiste alla Messa solenne, per concessione del beato Innocenzo XI il 17 luglio 1672, confermata da Pio IX il 3 giugno 1856 acquista Indulgenza Plenaria applicabile ai Defunti. Quest'ultimo poi ha dichiarato che coll'acquisto di tale Indulgenza, basta anche la Messa Parrocchiale o Conventuale, celebrata da un prete solo, come avviene in campagna, o fra le Comunità Religiose.
* Sermone di san Bernardo Abate.
Omelia 2 su Missus, verso la fine.
«E la Vergine, dice, si chiamava Maria» (Luc. 1,27). Parliamo un po' anche di questo nome, che s'interpreta stella del mare, e che conviene perfettamente alla Vergine Madre. Ella infatti è paragonata giustissimamente a un astro, perché come l'astro emette il suo raggio senza alcuna sua alterazione, così la Vergine ha dato alla luce un Figlio senza pregiudizio della sua verginità. E come il raggio non diminuisce per nulla lo splendore dell'astro, così il Figlio della Vergine non toglie niente all'integrità di lei. Essa è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, il cui raggio illumina il mondo intero, il cui splendore e rifulge nei cieli, e penetra negli abissi; riluce ancora per tutta la terra, e, scaldando più le anime che i corpi, fa crescere la virtù e consuma i vizi. Essa è, dico, quella bella e magnifica stella necessariamente posta al disopra di questo mare profondo e vasto, brillante pe' suoi meriti, luminosa pe' suoi esempi.
O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti piuttosto sballottare tra procelle e tempeste, che camminare sulla terra, non torcere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dai flutti. Se insorgono i venti delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni, riguarda la stella, invoca Maria. Se sei agitato dalle onde della superbia, dell'ambizione, della maldicenza, della gelosia, riguarda la stella, invoca Maria. Se la collera o l'avarizia o le seduzioni della carne agitano la fragile navicella dell'anima, guarda a Maria. Se turbato per l'enormità dei delitti, confuso per la laidezza della coscienza, atterrito per la severità del giudizio, ti senti trascinare nella voragine della tristezza, nell'abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria. Non si parta dalla tua bocca, non si parta dal tuo cuore; e, per ottenere l'appoggio delle sue preghiere, non perdere mai di vista gli esempi della sua vita. Seguendo lei, non devii; pregandola, non disperi; pensando a lei, non erri; s'ella ti sostiene, non caschi; s'ella ti protegge, non hai a temere; s'ella ti accompagna, non t'affatichi; s'ella ti è propizia, giungerai al termine, e così sperimenterai in te stesso quanto giustamente fu detto: «E la Vergine si chiamava Maria».
Questo venerabile nome, già onorato da molto tempo in certe parti dell'orbe cristiano, con culto speciale, dopo l'insigne vittoria riportata a Vienna in Austria col soccorso della medesima Vergine Maria sul crudelissimo sultano dei Turchi, che minacciava di soggiogare i popoli cristiani, Papa Innocenzo XI ordinò, che, a perenne memoria di tanto beneficio, si celebrasse ogni anno nella Chiesa universale.
SANTA MESSA
** Omelia di san Pier Crisologo.
Sermone 142 sull'Annunciazione.
Avete udito oggi, fratelli carissimi, un Angelo trattare con una donna della riabilitazione dell'uomo. Avete udito trattarsi di ricondurre l'uomo alla vita per il medesimo cammino, che l'aveva condotto alla morte. E un Angelo tratta con Maria della salvezza, perché un altro angelo aveva trattato con Eva della sua rovina. Avete udito questo Angelo rivelare il mezzo ineffabile di costruire col fango della nostra carne un tempio alla divina maestà. Avete udito come un mistero incomprensibile ponga Dio sulla terra e l'uomo nei cieli. Avete udito come la fragile natura del nostro corpo è fortificata dall'esortazione d'un Angelo a portare tutta la gloria della Divinità.
Infine, affinché in Maria la terra friabile del nostro corpo non si sprofondasse sotto il peso enorme del celeste edificio, e affinché nella Vergine questo virgulto delicato, che doveva portare il frutto di tutto il genere umano, non si rompesse, l'Angelo a togliere ogni timore, prese subito a dire: «Non temere, Maria» (Luc. 1,30). Prima d'enunziare il motivo della sua missione, egli fa intendere alla Vergine con questo nome qual è la sua dignità: infatti, il nome Ebraico, Maria, in Latino significa Sovrana. L'Angelo dunque la chiama Sovrana, perché, destinata ormai a Madre del Dominatore, smetta il timore proprio della servitù, colui che spunterà da lei avendole ottenuto colla propria autorità, ch'ella nascesse e fosse chiamata Sovrana. «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia» (Luc. 1,30). È vero: chi ha trovato grazia non sa temere: E tu hai trovato grazia.
È beata, ché sola fra tutti meritò di udire: «Hai trovato grazia». Quanta? Quanta aveva detto prima: piena. E veramente piena, essendosi la grazia riversata a flutti abbondanti su questa creatura, così che l'aveva penetrata e riempita: «Perché hai trovato grazia presso Dio» (Ibi). Nel dir ciò, l'Angelo stesso è stupito che, o solo una donna, o tutti gli uomini abbiano meritato la vita per una donna; l'Angelo è sbigottito al vedere scendere nell'angusto seno d'una vergine tutto Dio, che l'universo intero non può contenere. Quindi è che l'Angelo indugia, quindi è che chiama la Vergine con ciò ch'esprime il suo merito, la saluta menzionando la grazia, e a lei che ascolta svela a poco a poco il suo messaggio, senza dubbio affin di farne risaltare il significato, e a poco a poco finisce di calmare la sua lunga trepidazione.”
https://sardiniatridentina.blogspot.com/2017/09/santissimo-nome-di-maria.html?m=1
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41700965_1531230173644966_4332843564611403776_n.jp g?_nc_cat=0&oh=8ea1a242de63dd56fd97518625b8fccb&oe=5C27E03C


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41700965_1531230173644966_4332843564611403776_n.jp g?_nc_cat=0&oh=8ea1a242de63dd56fd97518625b8fccb&oe=5C27E03C


«QUINTO GIORNO INFRA L'OTTAVA DELLA NATIVITÀ DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA. »
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41639106_1531417720292878_7928944064357990400_n.jp g?_nc_cat=0&oh=ffbb5f8969c48f750cdb4d74df24b30e&oe=5C1CDA76


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41639106_1531417720292878_7928944064357990400_n.jp g?_nc_cat=0&oh=ffbb5f8969c48f750cdb4d74df24b30e&oe=5C1CDA76


“SACRO SETTENARIO IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA. (8 - 14 Settembre).
San Paolo della Croce, come di Gesù Crocifisso, così di Maria Addolorata fu devotissimo fin dalla sua prima adolescenza. La continua meditazione dei patimenti di Gesù e dei dolori di Maria, gl'infuse tanto orrore al peccato, che per conto suo conservò la battesimale innocenza per tutto il lungo corso della sua vita; e per combattere il peccato negli altri, si fece zelantissimo apostolo del Crocifisso e dell'Addolorata. Già più che ottantenne costretto a letto dall'età e dall'infermità, quando partivano o ritornavano i suoi figli dalle strepitose missioni di allora, li benediceva con grande effusione, gl'incoraggiava a combattere satana ed il peccato, ed esclamava commosso: Oh se avessi trent'anni di meno! Vorrei uscire in campo aperto a combattere questo mostro esecrando! Ecco l'essenza della devozione all'Addolorata: l'odio al peccato, che le uccise il Figlio (da Meditazioni di un Passionista sui dolori di Maria, Roma, 1938, n.12)”
https://1.bp.blogspot.com/-J_PujShK2Hs/W3VzTiDM8DI/AAAAAAAAB8k/Gf-PZlVhVIU7TcXpklpMyp9PBZFEhEm0ACLcBGAs/s280/15697404_1819513798336453_6387157750129290234_n.jp g

«NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. (5 - 13 Settembre).»
“MESE DI SETTEMBRE: MESE DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40684846_1522801181154532_8824193571591553024_n.jp g?_nc_cat=0&oh=7fbcb6fc7faae2359d54834330b65d9d&oe=5BEDCBEA

“NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA. (3 - 11 Settembre).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40684841_1522750367826280_4469874667988975616_n.jp g?_nc_cat=0&oh=60310dcfd369b1fe774c1139873aa160&oe=5BEE311E

“DELLE VIRTÙ DI MARIA SANTISSIMA di Sant'Alfonso Maria de' Liguori. (Glorie di Maria, n. 584-593).”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/40920990_1522751634492820_5236582298043809792_n.jp g?_nc_cat=0&oh=c63dd577b22e5c5f7eabb316be47fc74&oe=5BEFE4F0






https://www.radiospada.org
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf
«12 SETTEMBRE 2018; il SANTO NOME DI MARIA»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41680166_2297141550315501_7709685069069156352_n.jp g?_nc_cat=0&oh=f8e1a4e914d7971594cc8a31ab0a7e32&oe=5C28A39E


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41680166_2297141550315501_7709685069069156352_n.jp g?_nc_cat=0&oh=f8e1a4e914d7971594cc8a31ab0a7e32&oe=5C28A39E


“L'11-12 Settembre 1683 a Vienna gli Ussari Alati di Giovanni III Sobieski, re di Polonia, salvano l'Europa Cristiana dall'assalto del'Impero Ottomano.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41474480_2295862387110084_183289219710451712_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=bdee478d95feb2d87f3c7cd11917130b&oe=5C21CD1B


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41474480_2295862387110084_183289219710451712_n.jpg ?_nc_cat=0&oh=bdee478d95feb2d87f3c7cd11917130b&oe=5C21CD1B


“Il 12 settembre 1866 moriva a Cagliari l'Arcivescovo Emanuele Marongiu Nurra.
Nato a Bessude (Sassari) il 28 marzo 1794, si laureò in teologia e poi in utroque iure all’Università di Sassari. Nel 1817 fu ordinato Sacerdote. Nei primi anni Venti fu bibliotecario dell'Accademia di Superga a Torino per volontà de Re Carlo Felice. In questo periodo fu intimo di san Giuseppe Cafasso. Nel 1825 viene annoverato fra i Canonici del Capitolo Turritano di cui diviene Vicario. Dal 1830 al 1842 fu Vicario generale dell'Arcidiocesi di Sassari. Nel 1842 fu eletto e consacrato Arcivescovo di Cagliari. Nelle lettere pastorali represse con zelo le idee gianseniste, protestanti e liberali che circolavano nel Regno, con pari ardore difese la superiorità del Sacerdozio sul Regno. Criticò aspramente e condannò la cacciata dei Padri Gesuiti e l'esproprio dei loro beni (1848), e l'arbitraria abolizione dei privilegi ecclesiastici (1849-1850). Parimenti comminava ai fautori di tali provvedimenti eversivi la scomunica maggiore e proibiva ai confessori di assolverli, cosa che per esempio capitò a Giovanni Siotto Pintor. Dopo questi atti, il governo di Torino reagì espellendo il Presule dal Regno. L'Arcivescovo Varesini di Sassari già era stato ridotto agli arresti per non aver voluto esser giudicato da un tribunale laico. Visse in esilio dal 1850 al 1866 presso Pio IX che gli offrì il titolo di vicario generale della basilica Vaticana (1851), poi il patriarcato di Costantinopoli (1855), infine l’arcipretura della basilica Liberiana (1865). Tutto egli rifiutò, continuando a considerarsi pastore della sua Diocesi, che governò a mezzo delle lettere pastorali. Durante il periodo romano tradusse, primo in Italia, la "Regula pastoralis" di san Gregorio Magno.”
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41591362_2296639030365753_3877436757603516416_n.pn g?_nc_cat=0&oh=90bffd1548d043b1bd886ecd88b64f20&oe=5C20A9FE


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/41591362_2296639030365753_3877436757603516416_n.pn g?_nc_cat=0&oh=90bffd1548d043b1bd886ecd88b64f20&oe=5C20A9FE





https://www.facebook.com/romancatholicsnonunacum/




"Les Amis du Christ Roi de France"
http://www.a-c-r-f.com/principal.html

https://militesvirginismariae.wordpress.com/

"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/




Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/)
http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/?fref=nf
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum].»
12 septembre : le Saint Nom de Marie :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/12-septembre-le-saint-nom-de-marie)
“12 septembre : le Saint Nom de Marie.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/3626/3500/09_12_saint_nom_de_marie.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/3626/3500/09_12_saint_nom_de_marie.jpg




AVE MARIA!!!
Luca, Sursum Corda - Habemus Ad Dominum!!!

Holuxar
13-09-19, 02:13
12 SETTEMBRE 2019: anniversario della battaglia di Vienna del 12 settembre 1683 (anche quest'anno rendiamo onore al Papa Innocenzo XI, a Padre Marco d'Aviano, al Re Giovanni III Sobieski, al Principe Eugenio di Savoia e a tutti i combattenti per Dio, Uno e Trino, per la Grande Patria dell'Europa cattolica, per la Santa Chiesa e per il Cattolicesimo!); FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI MARIA…



"Il Santo Nome di Maria, 12 settembre"
"Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria"
Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria (http://www.unavoce-ve.it/pg-12set.htm)
http://www.unavoce-ve.it/pg-12set.htm
Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria
«12 SETTEMBRE IL SANTO NOME DI MARIA.»





"SS. Nome di Maria - Sodalitium"
SS. Nome di Maria - Sodalitium (http://www.sodalitium.biz/ss-nome-maria/)
http://www.sodalitium.biz/ss-nome-maria/
«12 settembre, SS. Nome di Maria.
“Festa del santissimo Nome della beata Maria, che il Sommo Pontefice Innocenzo undecimo ordinò che si celebrasse per l’insigne vittoria riportata a Vienna, in Austria, contro i Turchi, col patrocinio della stessa Vergine”.
1. O adorabile Trinità, per l’amore con cui scegliesti ed eternamente Ti compiacesti del Santissimo Nome di Maria, per il potere che gli desti, per le grazie che riservasti ai suoi devoti, fa’ che esso sia anche per me fonte di grazia e di felicità. Ave Maria.
2. O amabile Gesù, per l’amore con cui pronunziasti tante volte il Nome della tua cara Madre e per la consolazione che a Lei procuravi nel chiamarla per nome, raccomanda alle sue speciali cure questo povero tuo e suo servo. Ave Maria.
3. O Angeli Santi, per la gioia che vi procurò la rivelazione dei Nome della vostra Regina, per le lodi con cui lo celebraste, svelatene anche a me tutta la bellezza, la potenza e la dolcezza e fate che io lo invochi in ogni mio bisogno e specialmente in punto di morte. Ave Maria.
4. O cara Sant’Anna, buona mamma della Madre mia, per la gioia da te provata nel pronunciare tante volte con devoto rispetto il Nome della tua piccola Maria o nel parlarne con il tuo buon Gioacchino, fa’ che il dolce nome di Maria sia continuamente anche sulle mie labbra. Ave Maria.
5. E Tu, o dolcissima Maria, per il favore che Dio Ti fece nel donarti Egli stesso il Nome, come a sua diletta Figlia; per l’amore che Tu sempre ad esso mostrasti concedendo grandi grazie ai suoi devoti, concedi anche a me di rispettare, amare ed invocare questo soavissimo Nome. Fa’ che esso sia il mio respiro, il mio riposo, il mio cibo, la mia difesa, il mio rifugio, il mio scudo, il mio canto, la mia musica, la mia preghiera, il mio pianto, il mio tutto, con quello di Gesù, affinché dopo essere stato pace del mio cuore e dolcezza delle mie labbra durante la vita, sia la mia gioia in Cielo. Così sia. Ave Maria.
Benedetto sempre sia, il Santo Nome di Maria.»
http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/nome-maria-249x300.jpg


http://www.sodalitium.biz/wp-content/uploads/nome-maria-249x300.jpg



SANTE MESSE CATTOLICHE IN LATINO CELEBRATE "NON UNA CUM" DAI SACERDOTI DELL' I.M.B.C. ("ISTITUTO MATER BONI CONSILII") E DA DON FLORIANO ABRAHAMOWICZ IN TUTTA ITALIA:


"Sante Messe - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/

"Torino - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/torino/

"Modena - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/modena/

"Rimini - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/rimini/

"Pescara - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/pescara/

"Potenza - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/potenza/

"Roma - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/sante-messe/roma/

"S. Messa in provincia di Verona - Sodalitium"
http://www.sodalitium.biz/s-messa-provincia-verona/

“Sodalitium - IMBC.”
https://www.youtube.com/user/sodalitium

“Omelie dell'I.M.B.C. a Ferrara.”
https://www.facebook.com/OmelieIMBCFerrara/


http://www.oratoriosantambrogiombc.it/
“Oratorio Sant'Ambrogio, Milano - Offertur Oblatio Munda (Malachia 1, 11).”

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/2019/09/08/omelia-della-festa-della-nativita-della-madonna/
«L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 8 settembre 2019, festa della Natività di Maria.
Nella quale si parla della festa della Natività di Maria e si risponde a qualche obiezione sulla posizione dell’Istituto, la Tesi di Cassiciacum come “ma voi giudicate il papa…” – è disponibile per l’ascolto ->»

"L’omelia tenuta da don Ugolino Giugni domenica 1 settembre 2019 – XII domenica dopo la Pentecoste. Nella quale si parla del commento all’epistola e al Vangelo del giorno, la parabola del buon samaritano."


«Omelia del Rev. Don Piero Fraschetti del 01.09.2019, 12° d. Pentecoste
https://www.youtube.com/watch?v=Ri5MzOBNjWw

Omelia del Rev. Don Francesco Ricossa del 25.08.2019, 11° d. Pentecoste
https://www.youtube.com/watch?v=U6oFre7S15Y »

http://www.oratoriosantambrogiombc.it/tag/omelie/




«Don Floriano Abrahamowicz - Domus Marcel Lefebvre.
http://www.domusmarcellefebvre.it/
https://www.youtube.com/user/florianoabrahamowicz
Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=5Z9v7udCG6U
Natività B.V. Maria (XIII domenica d. Pentecoste)- (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=Y93dn88ORpk
XII domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=nIk0skekqQI
XII domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=ewDURGc0UNA
XI domenica d. Pentecoste (Santa Messa)
https://www.youtube.com/watch?v=NNOE3X7h7kc
XI domenica d. Pentecoste (Omelia)
https://www.youtube.com/watch?v=hk75pIqAtog
http://www.domusmarcellefebvre.it/santa-messa-1.php
La Santa Messa tutte le domeniche alle ore 10.30 a Paese, Treviso.».







“12 settembre - SS. Nome di Maria Vergine.”
https://forum.termometropolitico.it/333470-12-settembre-ss-nome-di-maria-vergine.html
https://forum.termometropolitico.it/333470-12-settembre-ss-nome-di-maria-vergine-3.html







Padre Marco d?Aviano e san Pio X - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/padre-marco-daviano-san-pio-x/)
http://www.centrostudifederici.org/padre-marco-daviano-san-pio-x/
«Padre Marco d’Aviano e san Pio X
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
Comunicato n. 62/19 del 12 settembre 2019, SS. Nome di Maria
Padre Marco d’Aviano e san Pio X.
Festeggiamo la vittoria della battaglia di Vienna (12 settembre 1683) parlando di un aspetto poco conosciuto: la profonda devozione che san Pio X aveva per il padre Marco d’Aviano (1631-1699), uno degli artefici della vittoria insieme al beato Innocenzo XI.
Le truppe imperiali e polacche non sconfissero i Turchi per consegnare l’Europa all’attuale sistema massonico e laicista, ma per difendere il regno sociale di Cristo. E’ il programma di san Pio X: “Instaurare omnia in Christo”, senza nessun compromesso con i principi della Rivoluzione. Abbracciare questo ideale è indispensabile per poter festeggiare la vittoria cattolica di Vienna, la vittoria del Papato e della Cristianità contro i Musulmani, in quanto nemici di Cristo e della società cristiana al pari dei Giudei.

San Pio X
Non è il papa di padre Marco (questo è da identificarsi in Innocenzo XI Odescalchi, proclamato beato). È sicuramente però colui che, dal più alto livello, ha dato prova della continuazione e non attenuazione nel tempo della devozione verso il cappuccino. Se ne parla qui perché san Pio X (al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, 1835-1914) è un po’ anche il papa dei vigonovesi: la loro parrocchia, infatti, ebbe l’onore di ospitarlo –cardinale patriarca di Venezia dal 1893 –pochi mesi prima dell’elezione al soglio di Pietro, esattamente il 19-20 aprile 1903, in occasione dell’inaugurazione del nuovo grande organo, come ricorda una lapide marmorea collocata al lato sinistro del presbiterio della chiesa, presto elevata da Pio X al rango di arcipretale (lo dice un’altra lapide, questa volta affissa al lato destro del medesimo spazio sacro). arciprete fu don Matteo Bressan, vigonovese, indimenticato pastore che beneficiò il paese natio –oltre che con i tanti titoli dell’ineccepibile cura spirituale e della carità –con l’erezione (1900) del più elegante e slanciato campanile della zona e, appunto, con la visita del futuro papa che egli desiderò e riuscì a ottenere: evento passato negli annali del paese e insieme del circondario, e che vuole perpetuare un’altra lapide ancora, questa volta posta all’ingresso della canonica nella quale il santo trascorse due notti.
Ma in cosa stanno le benemerenze di san Pio X verso il nostro padre Marco d’Aviano? Anzitutto nell’averne istruito, da patriarca di Venezia, a partire dal 23 luglio 1901, il processo ordinario di beatificazione e canonizzazione. Le venti sessioni di esso in quella sede diocesana si tennero poi dal 20 gennaio 1903 all’8 marzo 1904 ed erano in pieno corso sia al momento della visita a Vigonovo del cardinale Sarto (lasciateci pensare che il futuro santo ne abbia fatto cenno, qui nella terra del candidato agli altari) sia quando, poco più tardi (4 agosto 1903), questi fu fatto papa e le assise vennero sospese, come vogliono i regolamenti canonici nel caso si verifichi il cambio del giudice ordinario del processo, che è il vescovo della diocesi in cui la causa è istruita. Fu un’interruzione di brevissima durata, perché eadem Sanctitas Sua vivae vocis oraculo […], mandavit ut Processus de fama sanctitatis, vitae, virtutibus et miraculis […]inchoatus Sua Ordinaria auctoritate, prosequatur et ad finem perducatur.
Non basta! Concluso il processo di Venezia, fu san Pio X in persona ad autorizzare l’introduzione (presso la competente congregazione, allora detta dei Riti) del processo apostolico per la beatificazione di padre Marco, l’11 dicembre 1912, accogliendo i voti espressi da oltre duecento lettere postulatorie pervenute a lui da vescovi di mezza Europa, dalla Casa imperiale d’Austria, da superiori di famiglie religiose e capitoli di cattedrali: attenzione più efficace alla causa, il nuovo papa non poteva dimostrare. Ne dà simpatica e commovente riprova un biglietto che egli vergò al riguardo, in cui si legge che la causa di padre Marco d’Aviano placet Iosepho, cioè a lui, Giuseppe (Sarto) di battesimo.
Significativo pure quanto testimoniò, al processo di Venezia durante l’ulteriore sua fase degli anni 1919-1921, il cappuccino, concittadino di Marco, padre Valerio d’Aviano, allora di 44 anni: Ho avuto sempre devozione al Servo di Dio. Desidero ardentemente la beatificazione di lui; ne ho parlato anche col Pontefice Pio X di felice memoria [era morto il 20 agosto 1914], il quale mi fece conoscere che avrebbe avuto piacere che il Servo di Dio ricevesse l’onore della beatificazione e che avrebbe desiderato che la fama (sic!)del P. Marco fosse trasportata in Italia. La deposizione fu resa il 10 marzo 1919 e la parola “fama” va riscritta (visto il contesto) in “salma”, che, come si sa, giace a Vienna nella chiesa dei Cappuccini, ma che alcuni hanno sempre auspicato venga traslata in patria. Padre Valerio ci rivela che il papa stesso era di questa opinione: dettaglio non da poco, comprovante la devozione che un santo, oltre che pontefice, nutrì verso padre Marco.
Fu sicuramente a conoscenza di questa speciale affezione del regnante pontefice il canonico Luigi Tinti, del Capitolo Cattedrale Concordiese. La sua biografia Vita del Servo di Dio P. Marco d’Aviano Cappuccino della Provincia Veneta missionario pontificio (1631-1699), edita a Udine nel 1908, volle dedicarla proprio a Sua Santità Pio X.
Marco Cristofori D'Aviano (1631-1699)

Preghiera composta del padre Marco d’Aviano e letta il 12 settembre 1683, dopo la celebrazione della S. Messa e prima della battaglia
O grande Dio degli eserciti, guárdaci prostráti qui ai piedi della Tua Maestà, per impetrarTi il perdono delle nostre colpe.
Sappiamo bene di aver meritato che gl’infedeli impugnino le armi per opprimerci, perché le iniquità, che ogni giorno commettiamo contro la Tua bontà, hanno giustamente provocato la Tua ira.
O gran Dio, Ti chiediamo il perdono dall’intimo dei nostri cuori; esecriamo il peccato, perché Tu lo aborrisci; siamo afflitti perché spesso abbiamo eccitato all’ira la Tua somma Bontà.
Per amore di Te stesso, preferiamo mille volte morire piuttosto che commettere la minima azione che Ti dispiaccia.
Soccórrici con la Tua grazia, o Signore, e non permettere che noi Tuoi servi rompiamo il patto che soltanto con Te abbiamo stipulato.
Abbi dunque pietà di noi, abbi pietà della tua Chiesa, per opprimere la quale già si preparano il furore e la forza degl’infedeli.
Sebbene sia per nostra colpa ch’essi hanno invaso queste belle e cristiane regioni, e sebbene tutti questi mali che ci avvengono non siano altro che la conseguenza della nostra malizia, síici tuttavia propizio, o buon Dio, e non disprezzare l’opera delle Tue mani. Ricordati che, per strapparci dalla servitù di Satana, Tu hai donato tutto il Tuo prezioso Sangue.
Permetterai forse ch’esso venga calpestato dai piedi di questi cani?
Permetterai forse che la fede, questa bella perla che cercasti con tanto zelo e che riscattasti con tanto dolore, venga gettata ai piedi di questi porci?
Non dimenticare, o Signore, che, se Tu permetterai che gl’infedeli prevalgano su di noi, essi bestemmieranno il Tuo santo Nome e derideranno la Tua Potenza, ripetendo mille volte: “Dov’è il loro Dio, quel Dio che non ha potuto liberarli dalle nostre mani?”
Non permettere, o Signore, che Ti si rinfacci di aver permesso la furia dei lupi, proprio quando T’invocavamo nella nostra miserevole angoscia.
Vieni a soccorrerci, o gran Dio delle battaglie! Se Tu sei a nostro favore, gli eserciti degl’infedeli non potranno nuocerci.
Disperdi questa gente che ha voluto la guerra! Per quanto ci riguarda, noi non amiamo altro che essere in pace con Te, con noi stessi e col nostro prossimo.
Rafforza con la tua grazia il tuo servo e nostro imperatore Leopoldo; rafforza l’animo del re di Polonia, del duca di Lotaringia, dei duchi di Baviera e di Sassonia, e anche di questo bell’esercito cristiano, che sta per combattere per l’onore del Tuo Nome, per la difesa e la propagazione della Tua santa Fede. Concedi ai príncipi e ai capi dell’esercito la fierezza di Giosué, la mira di Davide, la fortuna di Jefte, la costanza di Joab e la potenza di Salomone, tuoi soldati, affinché essi, incoraggiati dal Tuo favore, rafforzati dal Tuo Spirito e resi invincibili dalla potenza del Tuo braccio, distruggano e annientino i nemici comuni del nome cristiano, manifestando a tutto il mondo che hanno ricevuto da Te quella potenza che un tempo mostrasti in quei grandi condottieri.
Fa’ dunque in modo, o Signore, che tutto cospiri per la Tua gloria e onore, e anche per la salvezza delle anime nostre.
Te lo chiedo, o Signore, in nome dei tuoi soldati.
Considera la loro fede: essi credono in Te, sperano tutto da Te, amano sinceramente Te con tutto il cuore.
Te lo chiedo anche con quella santa benedizione, che io conferirò a loro da parte Tua, sperando, per i meriti del Tuo prezioso Sangue, nel quale ho posto tutta la mia fiducia, che Tu esaudirai la mia preghiera.
Se la mia morte potesse essere utile o salutare, per ottenere il Tuo favore per loro, ebbene Te la offro fin d’ora, o mio Dio, in gradita offerta; se quindi dovrò morire, ne sarò contento.
Libera dunque l’esercito cristiano dai mali che incombono; trattieni il braccio della Tua ira sospeso su di noi, e fa’ capire ai nostri nemici che non c’è altro Dio all’infuori di Te, e che Tu solo hai il potere di concedere o negare la vittoria e il trionfo, quando Ti piace.
Come Mosè, stendo dunque le mie braccia per benedire i tuoi soldati; sostienili e appóggiali con la Tua Potenza, per la rovina dei nemici Tuoi e nostri, e per la gloria del Tuo Nome. Così sia.”

Foto: Joseph von Führich, 1842, Marco d’Aviano celebra la messa prima della battaglia di Vienna nel 1683 (servita da Giovanni III Sobieski), Österreichische Nationalbibliothek di Vienna.»
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/09/markImage.png


http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/09/markImage.png



Vienna, 12 settembre 1683 - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/vienna-12-settembre-1683/)
“Vienna, 12 settembre 1683 - Centro Studi Giuseppe Federici
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza Comunicato n. 66/18 del 12 settembre 2018, SS. Nome di Maria
Vienna, 12 settembre 1683
La battaglia di Vienna, Anno Domini 1683.”
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2018/09/8694013_1.jpg


I Martiri di Castelfidardo - Centro Studi Giuseppe Federici (http://www.centrostudifederici.org/i-martiri-di-castelfidardo/)
«I Martiri di Castelfidardo 12 settembre 2019
Centro studi Giuseppe Federici – Per una nuova insorgenza
I Martiri di Castelfidardo
Il ricordo dei caduti pontifici nella battaglia di Castelfidardo del 18/9/2019.
Prima parte: I Martiri di Castelfidardo / I parte - Centro Studi Giuseppe Federici
Seconda parte: I Martiri di Castelfidardo / II parte - Centro Studi Giuseppe Federici »
http://www.centrostudifederici.org/wp-content/uploads/2019/09/s-l1600.png







https://www.facebook.com/catholictradition2016/
«MARTIROLOGIO ROMANO, 1955. Sancti et Sanctae Dei, orate pro nobis.»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/70514852_2047373938697251_8761001039160672256_n.jp g?_nc_cat=111&_nc_oc=AQkeKIQGa6HRiRMk76iHcI3b5dfG_92r6_yqA3yvt1l Bt7MX5ilYEEFoT8ofB6Ydks8&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=58c5c82181bfb71beb3be8a9df0d8536&oe=5DF9EC24



https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/70514852_2047373938697251_8761001039160672256_n.jp g?_nc_cat=111&_nc_oc=AQkeKIQGa6HRiRMk76iHcI3b5dfG_92r6_yqA3yvt1l Bt7MX5ilYEEFoT8ofB6Ydks8&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=58c5c82181bfb71beb3be8a9df0d8536&oe=5DF9EC24



“IL SANTISSIMO NOME DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA
Doppio maggiore.
Paramenti bianchi.
Guéranger, L'anno liturgico - Il Santo Nome di Maria
Come qualche giorno dopo Natale si celebra il Santo Nome di Nostro Signore Gesù Cristo, così dopo la festa della Natività di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima, si glorifica il suo Santo Nome. Otto giorni dopo la nascita della Vergine, come era uso presso i Giudei, i suoi Genitori, ispirati da Dio, dicono san Gerolamo e sant'Antonino, la chiamarono Maria. Per ciò, durante l'Ottava della Natività, la liturgia ha una festa che ci fa onorare questo Santo nome. Tale festa fu concessa per la prima volta alla Diocesi di Cuenca (Spagna) nel 1513 da Papa Giulio II. Poi fu concessa a Milano e a Napoli. Finalmente fu estesa a tutta la Chiesa Latina dal beato Innocenzo XI, fissandola dapprima alla Domenica successiva alla Natività di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima - trasferita poi alla data odierna da San Pio X nella sua Riforma del Breviario -, “ob insignem victoriam sub ejusdem Vírginis Maríæ præsidio de immaníssimo Turcárum tyranno, cervicibus pópuli christiáni insultante, Viennæ in Austria partam” (Breviario Romano): in ringraziamento cioè della Vittoria di Vienna che la Lega Santa, radunata dal Sommo Pontefice e capitanata da Jan Sobieski, re di Polonia, ottenne, il 12 settembre 1683, contro i Turchi, che assediavano Vienna e minacciavano l'Occidente.
«Il nome della Vergine, dice il Vangelo, era Maria». «Il nome di Maria è paragonato all'olio [cfr. Cant. I, 3], perché, dopo il nome di Gesù, sopra tutti gli altri nomi, rinvigorisce i deboli, intenerisce gli induriti, guarisce i malati, dà luce ai ciechi, dona forza a chi ha perso ogni vigore, lo unge per nuovi combattimenti, spezza la schiavitù del demonio e, come l'olio sorpassa ogni liquore, sorpassa ogni nome" (Riccardo di san Lorenzo, De Laudibus B. M. V., l. II, c. 2). I Padri e i Dottori nei loro studi si sono esercitati nell'interpretare il Nome benedetto della Madre di Dio: quasi settanta i significati proposti. «Il nome Maria in ebraico significa Signora» come ben dice san Pier Crisologo. Questo nome ben si conviene alla Vergine Santissima in quanto che, come Madre di Nostro Signore Gesù Cristo, partecipa in qualche modo della signoria di Gesù su tutto il mondo. Pronunziare il suo nome, è affermare la sua grande potenza. Inoltre, sant'Alberto Magno scelse quattro significati di tal nome - “illuminatrice, stella del mare, mare amaro, signora o padrona" (In Lucam, I, 27) - che indicano la alta dignità della Vergine come Colei che ci porta Cristo e che a lui ci conduce, come Corredentrice e come Regina universale.
Offriamo il Santo Sacrificio a Dio per onorare il Santissimo Nome di Nostra Signora Beata Vergine Maria Santissima e ottenere, mediante la sua preghiera, di sperimentare sempre e in ogni luogo la sua protezione (Postcommunio).
In questa festa, chi confessato e comunicato assiste alla Messa solenne, per concessione del beato Innocenzo XI il 17 luglio 1672, confermata da Pio IX il 3 giugno 1856 acquista Indulgenza Plenaria applicabile ai Defunti. Quest'ultimo poi ha dichiarato che coll'acquisto di tale Indulgenza, basta anche la Messa Parrocchiale o Conventuale, celebrata da un prete solo, come avviene in campagna, o fra le Comunità Religiose.
* Sermone di san Bernardo Abate.
Omelia 2 su Missus, verso la fine.
«E la Vergine, dice, si chiamava Maria» (Luc. 1,27). Parliamo un po' anche di questo nome, che s'interpreta stella del mare, e che conviene perfettamente alla Vergine Madre. Ella infatti è paragonata giustissimamente a un astro, perché come l'astro emette il suo raggio senza alcuna sua alterazione, così la Vergine ha dato alla luce un Figlio senza pregiudizio della sua verginità. E come il raggio non diminuisce per nulla lo splendore dell'astro, così il Figlio della Vergine non toglie niente all'integrità di lei. Essa è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, il cui raggio illumina il mondo intero, il cui splendore e rifulge nei cieli, e penetra negli abissi; riluce ancora per tutta la terra, e, scaldando più le anime che i corpi, fa crescere la virtù e consuma i vizi. Essa è, dico, quella bella e magnifica stella necessariamente posta al disopra di questo mare profondo e vasto, brillante pe' suoi meriti, luminosa pe' suoi esempi.
O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti piuttosto sballottare tra procelle e tempeste, che camminare sulla terra, non torcere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere sommerso dai flutti. Se insorgono i venti delle tentazioni, se urti negli scogli delle tribolazioni, riguarda la stella, invoca Maria. Se sei agitato dalle onde della superbia, dell'ambizione, della maldicenza, della gelosia, riguarda la stella, invoca Maria. Se la collera o l'avarizia o le seduzioni della carne agitano la fragile navicella dell'anima, guarda a Maria. Se turbato per l'enormità dei delitti, confuso per la laidezza della coscienza, atterrito per la severità del giudizio, ti senti trascinare nella voragine della tristezza, nell'abisso della disperazione, pensa a Maria.
Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria, invoca Maria. Non si parta dalla tua bocca, non si parta dal tuo cuore; e, per ottenere l'appoggio delle sue preghiere, non perdere mai di vista gli esempi della sua vita. Seguendo lei, non devii; pregandola, non disperi; pensando a lei, non erri; s'ella ti sostiene, non caschi; s'ella ti protegge, non hai a temere; s'ella ti accompagna, non t'affatichi; s'ella ti è propizia, giungerai al termine, e così sperimenterai in te stesso quanto giustamente fu detto: «E la Vergine si chiamava Maria».
Questo venerabile nome, già onorato da molto tempo in certe parti dell'orbe cristiano, con culto speciale, dopo l'insigne vittoria riportata a Vienna in Austria col soccorso della medesima Vergine Maria sul crudelissimo sultano dei Turchi, che minacciava di soggiogare i popoli cristiani, Papa Innocenzo XI ordinò, che, a perenne memoria di tanto beneficio, si celebrasse ogni anno nella Chiesa universale.
SANTA MESSA
** Omelia di san Pier Crisologo.
Sermone 142 sull'Annunciazione.
Avete udito oggi, fratelli carissimi, un Angelo trattare con una donna della riabilitazione dell'uomo. Avete udito trattarsi di ricondurre l'uomo alla vita per il medesimo cammino, che l'aveva condotto alla morte. E un Angelo tratta con Maria della salvezza, perché un altro angelo aveva trattato con Eva della sua rovina. Avete udito questo Angelo rivelare il mezzo ineffabile di costruire col fango della nostra carne un tempio alla divina maestà. Avete udito come un mistero incomprensibile ponga Dio sulla terra e l'uomo nei cieli. Avete udito come la fragile natura del nostro corpo è fortificata dall'esortazione d'un Angelo a portare tutta la gloria della Divinità.
Infine, affinché in Maria la terra friabile del nostro corpo non si sprofondasse sotto il peso enorme del celeste edificio, e affinché nella Vergine questo virgulto delicato, che doveva portare il frutto di tutto il genere umano, non si rompesse, l'Angelo a togliere ogni timore, prese subito a dire: «Non temere, Maria» (Luc. 1,30). Prima d'enunziare il motivo della sua missione, egli fa intendere alla Vergine con questo nome qual è la sua dignità: infatti, il nome Ebraico, Maria, in Latino significa Sovrana. L'Angelo dunque la chiama Sovrana, perché, destinata ormai a Madre del Dominatore, smetta il timore proprio della servitù, colui che spunterà da lei avendole ottenuto colla propria autorità, ch'ella nascesse e fosse chiamata Sovrana. «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia» (Luc. 1,30). È vero: chi ha trovato grazia non sa temere: E tu hai trovato grazia.
È beata, ché sola fra tutti meritò di udire: «Hai trovato grazia». Quanta? Quanta aveva detto prima: piena. E veramente piena, essendosi la grazia riversata a flutti abbondanti su questa creatura, così che l'aveva penetrata e riempita: «Perché hai trovato grazia presso Dio» (Ibi). Nel dir ciò, l'Angelo stesso è stupito che, o solo una donna, o tutti gli uomini abbiano meritato la vita per una donna; l'Angelo è sbigottito al vedere scendere nell'angusto seno d'una vergine tutto Dio, che l'universo intero non può contenere. Quindi è che l'Angelo indugia, quindi è che chiama la Vergine con ciò ch'esprime il suo merito, la saluta menzionando la grazia, e a lei che ascolta svela a poco a poco il suo messaggio, senza dubbio affin di farne risaltare il significato, e a poco a poco finisce di calmare la sua lunga trepidazione.”

«QUINTO GIORNO INFRA L'OTTAVA DELLA NATIVITÀ DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA. »

“SACRO SETTENARIO IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA. (8 - 14 Settembre).
San Paolo della Croce, come di Gesù Crocifisso, così di Maria Addolorata fu devotissimo fin dalla sua prima adolescenza. La continua meditazione dei patimenti di Gesù e dei dolori di Maria, gl'infuse tanto orrore al peccato, che per conto suo conservò la battesimale innocenza per tutto il lungo corso della sua vita; e per combattere il peccato negli altri, si fece zelantissimo apostolo del Crocifisso e dell'Addolorata. Già più che ottantenne costretto a letto dall'età e dall'infermità, quando partivano o ritornavano i suoi figli dalle strepitose missioni di allora, li benediceva con grande effusione, gl'incoraggiava a combattere satana ed il peccato, ed esclamava commosso: Oh se avessi trent'anni di meno! Vorrei uscire in campo aperto a combattere questo mostro esecrando! Ecco l'essenza della devozione all'Addolorata: l'odio al peccato, che le uccise il Figlio (da Meditazioni di un Passionista sui dolori di Maria, Roma, 1938, n.12)”

«NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DELL'ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. (5 - 13 Settembre).»

“MESE DI SETTEMBRE: MESE DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA ADDOLORATA.”

“NOVENA IN PREPARAZIONE DELLA FESTA DEL SANTISSIMO NOME DI NOSTRA SIGNORA BEATA VERGINE MARIA SANTISSIMA. (3 - 11 Settembre).”

“DELLE VIRTÙ DI MARIA SANTISSIMA di Sant'Alfonso Maria de' Liguori. (Glorie di Maria, n. 584-593).”







https://www.sursumcorda.cloud/
https://www.facebook.com/CdpSursumCorda/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/

«Carlo Di Pietro - Sursum Corda
12 settembre, Santissimo Nome di Maria.
“Festa del santissimo Nome della beata Maria, che il Sommo Pontefice Innocenzo undecimo ordinò che si celebrasse per l’insigne vittoria riportata a Vienna, in Austria, contro i Turchi, col patrocinio della stessa Vergine”.
O adorabile Trinità, per l’amore con cui scegliesti ed eternamente Ti compiacesti del Santissimo Nome di Maria, per il potere che gli desti, per le grazie che riservasti ai suoi devoti, fa’ che esso sia anche per me fonte di grazia e di felicità. Ave Maria.
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»

«"La festa di oggi fu estesa alla Chiesa Universale dal beato Innocenzo XI, in ricordo e ringraziamento della vittoria del 1683 a Vienna contro gli invasori Turchi. Fu proprio Papa Innocenzo XI l'artefice della vittoria: col suo paziente e decisivo lavoro diplomatico, anche attraverso la figura di padre Marco d'Aviano, spronò i principi cattolici - accecati dai nazionalismi dell'epoca - a formare una coalizione di stati capaci di sventare il pericolo musulmano.
Il Papa sognava addirittura di riconquistare Costantinopoli, attraverso un'ardita alleanza tra europei e persiani che mai si realizzò (anche a causa del Regno di Francia).
Innocenzo XI fu beatificato da Papa Pio XII nel 1956.
Questa festa appartiene quindi unicamente al Cattolicesimo romano (il Papa, padre d'Aviano, i principi e gli eserciti degli stati cattolici...), non al laicismo massonico (magari in salsa anti-musulmana) che nel 1789 scatenò la guerra contro la Cristianità e che oggi sostiene lo stato israeliano, che si basa sulla negazione della divinità di Gesù Cristo e che ha quasi cancellato la presenza cristiana in Terra Santa."
Dalla bacheca di don Ugo Carandino.»

https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/
https://www.sursumcorda.cloud/sostienici/libri/chi-%C3%A8-maria-catechismo-mariano-detail.html
“Chi è Maria? Catechismo mariano”
https://www.amazon.it/dp/8890074760/
"Titolo: Chi è Maria? Catechismo mariano
Sottotitolo: Piccola Somma mariana di Padre Roschini
Autore: Padre Gabriele Maria Roschini
Curatore: Carlo Di Pietro
Collana: Mariologia
Facciate: 156
Formato: 14,8x21 (A5)
Carta: Avoriata 90 gr
Copertina: Patinata lucida 300 gr
Finitura: Brossura fresata PUR
ISBN: 9788890074769
Contiene anche: Illustrazioni e comodo indice degli articoli
Sommario
• Prefazione 7
• Necessità dello studio di Maria 9
• Fonti 11
• I princìpi della dottrina Mariana 13
• Vantaggi e Divisione 17
• Storia di Maria 19
• Il Dogma mariano 29
• La predestinazione di Maria 31
• Maria nella predizione profetica 35
• La missione di Maria nella sua attuazione 39
• La Madre di Dio 41
• La Mediatrice degli uomini 45
• La Corredentrice del genere umano 47
• La Madre spirituale degli uomini 51
• La Dispensatrice di tutte la grazie 53
• La Regalità di Maria 57
• I privilegi riguardanti l’anima di Maria 61
• Le perfezioni di cui fu ripiena l’anima di Maria 69
• I privilegi riguardanti il corpo di Maria 75
• I privilegi riguardanti sia l’anima che il corpo 77
• Natura del culto Mariano 83
• Legittimità del culto Mariano 87
• Elementi o atti del culto Mariano 89
• Utilità del culto Mariano 93
• Origine e sviluppo del culto Mariano 99
• Pratiche del culto Mariano 103
• Le principali preghiere a Maria Santissima 123
• Indice degli articoli con numero di pagina 135
In sintesi
Alessandro Roschini nacque a Castel Sant’Elia (Viterbo) nell’anno 1900, prese il nome di Gabriele Maria quando, giovanissimo, entrò nell’Ordine dei Servi di Maria. Sacerdote nel 1924, dottore in Filosofia e maestro in sacra Teologia, consacrò l’intera sua vita alla Madonna, che amò con pietà profonda ed onorò con la predicazione, con l’insegnamento ininterrotto nell’arco di oltre mezzo secolo (anche presso le Università Pontificie di Roma Marianum e Lateranum), con fondamentali studi mariologici e con dotte pubblicazioni. Fu Consultore del Sant’Uffizio e Vicario Generale dell’Ordine (O. S. M.). Nel 1939 fondò la rivista Marianum. Morì a Roma il 12 settembre (Festa del Nome di Maria) del 1977. Teologo di fama mondiale, è considerato il mariologo per eccellenza. Il suo Catechismo mariano è composto da 235 articoli, semplici ma eruditi, ed è un’esposizione chiara, ordinata e sintetica di tutto ciò che riguarda la storia, il dogma ed il culto mariano, secondo la forma classica di domande e risposte. Leggiamo nella Prefazione: «La parola Catechismo, in questo caso almeno, non è affatto sinonimo di insegnamento elementare e per bambini. Esso, quindi, può andare anche tra le mani degli adulti, ossia, di tutti coloro che vogliono procurarsi una cultura sinteticamente completa intorno alla Vergine Santa. È perciò una piccola Somma mariana». Il libro «Chi è Maria? Catechismo mariano», per Sursum Corda, è stato curato dal giornalista e saggista lucano Carlo Di Pietro. Sursum Corda non ha scopo di lucro ed usa interamente i propri introiti per le attività associative e per le opere di misericordia spirituale e corporale."
https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg


https://www.sursumcorda.cloud/images/stories/virtuemart/product/virtuemart-catechismo-roschini-fronte.jpg







«SANTORALE ITALIANO SETTEMBRE.»
https://www.agerecontra.it/2017/08/santoriale-di-settembre/
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2017/08/it-sett-image-text.pdf
http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2014/03/ATTO-DI-DOLORE.jpg


http://www.agerecontra.it/wp-content/uploads/2014/03/ATTO-DI-DOLORE.jpg








https://www.beatomarcodaviano.it/wordpress/wp-content/gallery/atto-di-dolore/Anno-Misericordia-2-2.jpg


https://www.beatomarcodaviano.it/wordpress/wp-content/gallery/atto-di-dolore/Anno-Misericordia-2-2.jpg



https://www.beatomarcodaviano.it/wordpress/wp-content/gallery/preghiera-di-intercdessione-1/santino-trilingue-picc.png


https://www.beatomarcodaviano.it/wordpress/wp-content/gallery/preghiera-di-intercdessione-1/santino-trilingue-picc.png





Giuliana Vittoria Fantuz - Venanzio Renier, Marco D'Aviano e Innocenzo XI. Custodi dell'Europa cristiana, Libreria Editrice Vaticana 2012.
https://img.ibs.it/images/9788820988623_0_0_561_75.jpg


https://img.ibs.it/images/9788820988623_0_0_561_75.jpg



Marcello Bellina, Padre Marco d'Aviano. Il beato che salvò l'Europa, Edizioni Segno 2018.
https://img.ibs.it/images/9788893182812_0_0_561_75.jpg


https://img.ibs.it/images/9788893182812_0_0_561_75.jpg







https://www.radiospada.org
http://www.edizioniradiospada.com/
https://www.facebook.com/radiospadasocial/?fref=nf

«12 SETTEMBRE 2019: il SANTO NOME DI MARIA»
https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/69841349_2900541369975513_6933774088603172864_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_oc=AQkJsKbnL6vo3LxOzkLmt9QBeH9pnknIyHPwa77eO0s oX6jgPkln8DDcYtVEyCyFmR4&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=1fb67f0d9d7c77015006bdcc4246a67a&oe=5E115D2D


https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/69841349_2900541369975513_6933774088603172864_n.jp g?_nc_cat=105&_nc_oc=AQkJsKbnL6vo3LxOzkLmt9QBeH9pnknIyHPwa77eO0s oX6jgPkln8DDcYtVEyCyFmR4&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=1fb67f0d9d7c77015006bdcc4246a67a&oe=5E115D2D



“L'11-12 Settembre 1683 a Vienna gli Ussari Alati di Giovanni III Sobieski, re di Polonia, salvano l'Europa Cristiana dall'assalto del'Impero Ottomano.”


“Il 12 settembre 1866 moriva a Cagliari l'Arcivescovo Emanuele Marongiu Nurra.
Nato a Bessude (Sassari) il 28 marzo 1794, si laureò in teologia e poi in utroque iure all’Università di Sassari. Nel 1817 fu ordinato Sacerdote. Nei primi anni Venti fu bibliotecario dell'Accademia di Superga a Torino per volontà de Re Carlo Felice. In questo periodo fu intimo di san Giuseppe Cafasso. Nel 1825 viene annoverato fra i Canonici del Capitolo Turritano di cui diviene Vicario. Dal 1830 al 1842 fu Vicario generale dell'Arcidiocesi di Sassari. Nel 1842 fu eletto e consacrato Arcivescovo di Cagliari. Nelle lettere pastorali represse con zelo le idee gianseniste, protestanti e liberali che circolavano nel Regno, con pari ardore difese la superiorità del Sacerdozio sul Regno. Criticò aspramente e condannò la cacciata dei Padri Gesuiti e l'esproprio dei loro beni (1848), e l'arbitraria abolizione dei privilegi ecclesiastici (1849-1850). Parimenti comminava ai fautori di tali provvedimenti eversivi la scomunica maggiore e proibiva ai confessori di assolverli, cosa che per esempio capitò a Giovanni Siotto Pintor. Dopo questi atti, il governo di Torino reagì espellendo il Presule dal Regno. L'Arcivescovo Varesini di Sassari già era stato ridotto agli arresti per non aver voluto esser giudicato da un tribunale laico. Visse in esilio dal 1850 al 1866 presso Pio IX che gli offrì il titolo di vicario generale della basilica Vaticana (1851), poi il patriarcato di Costantinopoli (1855), infine l’arcipretura della basilica Liberiana (1865). Tutto egli rifiutò, continuando a considerarsi pastore della sua Diocesi, che governò a mezzo delle lettere pastorali. Durante il periodo romano tradusse, primo in Italia, la "Regula pastoralis" di san Gregorio Magno.”


"[DIFUNDE TU FE CATOLICA] EL DULCE NOMBRE DE MARÍA, salvación de todos los que la invocan."
https://www.radiospada.org/2019/09/difunde-tu-fe-catolica-el-dulce-nombre-de-maria-salvacion-de-todos-los-que-la-invocan/
https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/09/NOMBREDEMARIA.jpg?w=600&ssl=1
https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/09/1-CORAZONMARIA.jpg?w=236&ssl=1



https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/09/NOMBREDEMARIA.jpg?w=600&ssl=1


https://i1.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2019/09/1-CORAZONMARIA.jpg?w=236&ssl=1







www.agerecontra.it | Sito del Circolo Cattolico "Christus Rex"
http://www.agerecontra.it/

"Centro Studi Giuseppe Federici - sito ufficiale"
http://www.centrostudifederici.org/

"sito dedicato alla crisi dottrinale nella Chiesa cattolica"
http://www.crisinellachiesa.it/

"Sito ufficiale del Centro Culturale San Giorgio"
http://www.centrosangiorgio.com/


C.M.R.I. - "Congregatio Mariae Reginae Immacolata" ("Congregation of Mary Immaculate Queen" "Congregazione di Maria Regina Immacolata"):
http://www.cmri.org/ital-index.html





https://www.truerestoration.org/


https://novusordowatch.org/
“Recognize-and-OBEY is the Traditional Catholic Teaching August 29, 2019.”



": Quidlibet : ? A Traditionalist Miscellany — By the Rev. Anthony Cekada"
http://www.fathercekada.com/

"Home | Traditional Latin Mass Resources"
http://www.traditionalmass.org/

http://www.traditionalcatholicpriest.com/





"Como ovejas sin Pastor"
http://sicutoves.blogspot.com/


https://moimunanblog.com/
https://moimunanblog.files.wordpress.com/2018/09/cropped-img_0955.jpg



https://moimunanblog.files.wordpress.com/2018/09/cropped-img_0955.jpg




“Pro Fide Catholica | Le site de Laurent Glauzy”
https://profidecatholica.com/


https://johanlivernette.wordpress.com/


https://lacontrerevolution.wordpress.com/


https://sedevacantisme.wordpress.com/


"Sede Vacante -"
http://www.catholique-sedevacantiste.fr/


http://wordpress.catholicapedia.net/




http://liguesaintamedee.ch/
https://www.facebook.com/SaintAmedee/
«Intransigeants sur la doctrine ; charitables dans l'évangélisation [Non Una Cum]. Pas de "motu proprio" chez nous : nous célebrons la Sainte Messe selon le missel de Saint Pie V.»
“Mieux vaut une petite œuvre dans la Vérité, qu’une grande dans l’erreur.”

12 septembre : le Saint Nom de Marie :: Ligue Saint Amédée (http://liguesaintamedee.ch/saint-du-jour/12-septembre-le-saint-nom-de-marie)
“12 septembre : le Saint Nom de Marie.”
http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/3626/3500/09_12_saint_nom_de_marie.jpg


http://liguesaintamedee.ch/application/files/2015/3626/3500/09_12_saint_nom_de_marie.jpg





AVE MARIA!!!
SUB CHRISTI REGIS VEXILLIS MILITARE GLORIAMUR +
Ad majorem Dei gloriam - Per la maggior gloria di Dio!!! A.M.D.G.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio et nunc et semper et in saecula saeculorum. Amen.
«O Santissima Trinità, vi adoro! Mio Dio, mio Dio, Vi amo nel Santissimo Sacramento!»
CHRISTUS VINCIT, CHRISTUS REGNAT, CHRISTUS IMPERAT!!!
Luca, SURSUM CORDA – HABEMUS AD DOMINUM!!!