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Visualizza Versione Completa : Personaggi: Alessandro Pavolini



VELENO
25-02-03, 23:46
ALESSANDRO PAVOLINI

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Alessandro Pavolini nasce a Firenze il 27 settembre 1903 da una famiglia borghese della città.
La sua attività politica inizia ben presto nelle tormentate giornate di lotta che vedono opposti i comunisti, i socialisti e gli anarchici ai fascisti, è il 1921, l’Italia è sull’orlo della guerra civile, e il giovane Pavolini ha scelto il movimento politico che lo porterà ad essere uno degli uomini più importanti di quello che diverrà il Regime Fascista prima e la Repubblica Sociale dopo.
Nel 1929 si sposa con Teresa Tanzi, a 26 anni è il giovane e interessante gerarca che dà la scalata al potere fascista, non ama il denaro, non tollera i compromessi, è ambizioso, colto, onestissimo e attivissimo.
La Federazione dei Fasci di Combattimento di Firenze, con Pavolini Federale, conoscerà il massimo impulso politico della sua storia: dà infatti il via alla costruzione dell’autostrada Firenze-Mare, alla Stazione di Santa Maria Novella e organizza i Littoriali della Cultura, manifestazione destinata a crescere a livello nazionale nelle attività dei Gruppi Universitari Fascisti.
Nell’intensa attività culturale fonda il giornale “Il Bargello”, un foglio di punta, polemico e acceso, con un aria di fronda che circola nelle sue pagine e una “terza pagina” aperta alla collaborazione degli intellettuali fiorentini di maggior prestigio, sia fascisti che no.
La partecipazione, nel 1935, alla campagna d’Africa come corrispondente di guerra della squadriglia “Disperata” di Galeazzo Ciano, e la conseguente amicizia che nasce fra i due gerarchi, servirà ad introdurre Pavolini nel mondo poltico romano e a fargli fare il salto di qualità che lo porterà nel giro di pochi anni al Ministero della Cultura Popolare.
Nella gestione del Ministero ereditato da Alfieri, Pavolini è molto abile, ne rafforza il potere politico, è accettato e stimato dalla maggioranza degli intellettuali che lo considera uno di loro e dà il via a nuovi e ambiziosi progetti per la vita culturale del Paese.
Negli anni 1937-1940 rivestirà altre cariche politiche e altri incarichi in seno al Partito e alle organizzazioni dipendenti, dando sempre prova di senso organizzativo, intelligenza e onestà.
Con la guerra e il precipitare degli eventi anche la figura politica di Pavolini pare tramontare, il 6 febbraio 1943, nel rimpasto del Governo voluto da Mussolini, la sua carica di Ministro della Cultura Popolare viene affidata a Gaetano Polverelli.
Il 25 luglio vede Pavolini direttore del “Messaggero” di Roma, nel caos generale e nel clima di vendette nei confronti dei gerarchi del passato Regime, sotto falso nome di Conte Pini, ripara in Germania il 28 luglio.
Il 15 settembre 1943 Mussolini lo nomina Segretario del Partito Fascista Repubblicano e, dalla Germania, inizierà a creare l’ossatura politica della Repubblica Sociale Italiana.
Il 17 settembre è Roma, da Palazzo Littorio trasferisce la sede del Partito a Maderno, sul Lago di Garda; il 14 Novembre a Castelvecchio di Verona, presiede il Congresso del Partito Fascista Repubblicano.
Nella metà del 1944 nascono le Brigate Nere, Pavolini ne è il comandante generale e l’organizzatore.
Il 16 dicembre è a Milano con Mussolini, 50 mila persone acclamano il Duce nell’ultimo, sincero e commovente tributo d’affetto, in questa giornata lo troveremo sempre di fianco al Capo, nella trionfale giornata milanese.
Il 1944 Pavolini lo trascorre ispezionando continuamente i comandi delle Brigate Nere, correndo sulla sua automobile scoperta e con la sua scorta personale di città in città e di regione in regione, cercando di tenere alto il morale delle truppe.
Gli attentati dei ribelli si susseguono sempre più frequentemente, i militari della Repubblica Sociale vengono spesso assassinati mentre rincasano soli o sono in locali pubblici; la situazione di controllo dell'ordine pubblico e di contrasto ai ribelli per le Brigate Nere è sempre più difficile.
Nel clima sempre più disperato e con il peggiorare della situazione militare, propone a Mussolini l’ultimo ridotto, quello della Valtellina, dove le forze fasciste si sarebbero dovute concentrare e far quadrato attorno al Duce resistendo fino alla fine. Nella primavera del 1945 è a Sondrio, a Tirano e a Chiesa di Valmalenco per cercare di organizzare la resistenza, l’ultima disperata resistenza che non ci sarà.
Il 26 aprile lascia Milano a bordo dell’autoblinda della Brigata Nera di Lucca per raggiungere la colonna di Mussolini che dal giorno precedente si trovava a Como; a Musso si incontrano le colonne dei gerarchi che hanno lasciato Milano e le città vicine cercando di prosegure per Dongo e di raggiungere il Duce, ma nel centro dell’abitato, formazioni di ribelli bloccano la colonna; l’autoblinda di Pavolini, che trasporta anche Barracu e il prefetto Porta cerca di invertire la marcia, cercando di scampare alla trappola, fatta segno di numerosi colpi, si ferma.
Pavolini esce, armi in pugno,gli sparano, ferito si butta nel lago dove resiste fino a sera, col mitra in mano, nascosto dietro a uno scoglio quando viene scoperto da una barca di ribelli.
Percosso selvaggiamente viene condotto in municipio e il giorno dopo, senza processo, viene fucilato con gli altri gerarchi sul lungolago.
Cade gridando “Viva l’Italia” .
Il suo corpo, martoriato, verrà esposto a Piazzale Loreto a Milano, in quella che resterà la più vergognosa azione della nostra storia.



CARRIERA MILITARE

- Tenente dell'Aereonautica nella Guerra 1935-1936 d'Africa Orientale (1 medaglia d'argento al Valor Militare)
- Capitano dell'Aereonautica , promosso nel 1940




CARRIERA POLITICA

- Iscrizione ai Fasci di Combattimento 1°ottobre 1920;
- Squadrista;
- Marcia su Roma;
- Vice Segretario Fascio di Firenze, 1928-1929;
- Segretario Federale della Federazione dei Fasci di Combattimento di Firenze, dal 10 aprile 1929 al 20 maggio 1934;
- Membro della Direzione Nazionale del PNF, dal 12 dicembre 1932 al 23 dicembre 1933 e dall'8 novembre 1940 al 6
febbraio 1943;
- Membro del Gran Consiglio del Fascismo, dal 31 ottobre 1939 al 6 febbraio 1943;
- Presidente Confederazione Fascista dei Professionisti e degli Artisti, dal 29 ottobre 1934 al 23 novembre 1939;
- Consigliere Nazionale delle Corporazioni;
- Membro della Corporazione della Carta e della Stampa in rappresentanza del PNF, dal 6 febbraio 1943;
- Deputato XXIX Legislatura, 1934-1939;
- Consigliere Nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, 1939-1943;
- Ministro della Cultura Popolare, dal 31 ottobre 1939 al 6 febbraio 1943;
- Presidente della Cassa Nazionale assistiti della Confederazione Fascista Professionisti e Artisti, 1938-1940;
- Fondatore e direttore del giornale "Il Bargello" della Federazone dei Fasci di Firenze;
- Direttore de "Il Messaggero", dal febbraio al luglio 1943;
- Presidente Istituto Nazionale relazioni culturali con l'estero;
- Segretario del Partito Fascista Repubblicano;
- Comandante delle Brigate Nere.

]Axl[
28-02-03, 00:34
Molto belle queste biografie!
Da dove le prendi?

Cmq la cosa che non riesco ad accettare è come a scuola riescano a gettare merda su qualsiasi personaggio storico che non sia legato alla sinistra.
Non chiedo che li ammirino ma almeno il rispetto per chi è morto combattendo fino in fondo per i suoi ideali.

Saluti italiani

VELENO
28-02-03, 00:38
Originally posted by ]Axl[
Molto belle queste biografie!
Da dove le prendi?

Cmq la cosa che non riesco ad accettare è come a scuola riescano a gettare merda su qualsiasi personaggio storico che non sia legato alla sinistra.
Non chiedo che li ammirino ma almeno il rispetto per chi è morto combattendo fino in fondo per i suoi ideali.

Saluti italiani



Questa biografia l'ho trovata qui http://communities.msn.it/brigatenere

]Axl[
28-02-03, 01:35
Grazie!:)