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Ulrich Realist
03-03-03, 17:12
Parigi, marzo 03

EVOLUZIONI ITALIANE NELLA U.E.
LETTERA DALLA EUROPA

Da quando é nata la Unione Europea, tante le evoluzioni. Anche in Italia. E tante speranze, anche da noi.

Le evoluzioni in molti paesi della U.E. hanno spesso mirato allo aumento della competitività economica. Esempio: la Francia, all’apertura del mercato europeo, era chiusa, impreparata, arretrata in qualche settore. Ma i Francesi si sono sforzati molto. Con buoni obiettivi, testardagine e impegno, hanno migliorato molto la loro competitività, anche se hanno conservato alcune grosse tare.

In Italia, secondo il nuovo costume che prende putroppo piede, invece di fare sforzi per migliorare, abbiamo evoluto in modo piuttosto negativo. Le nostre evoluzioni più importanti:

- priorità sempre magiore alle vicende private (o di clan):
- interesse e impegno sempre minore per obiettivi a carattere civico e nazionale;
- diminuzione accelerata, nella vita pubblica di molte regioni, delle qualità e valori primarii;
- peggioramento accelerato, nella vita pubblica, della soglia dei comportamenti accettabili;
- arrivo al potere di persone sempre meno qualificate e capaci (sempre più concentrate sulle lotte di potere), talvolta selezionate col peggiore dei criterii: la cooptazione per comparaggio.

Tutto cio’ é successo in maniera accelerata, anche a causa di due attributi specifici degli Italiani: la flessibilità e la tolleranza. Il livello di lotta accesa e frequente che ha assunto la vita pubblica é una dimostrazione che la stessa non é proprio a livello europeo.

In un contesto di degradazione della vita pubblica, l’economia non poteva non risentirne. Se la struttura del Paese si é tarlata, l’economia poggia ormai su basi malsicure. L’opposto della competitività.

Riflettiamo sulla degradazione avvenuta ? Ci rassegnamo, o cambiamo ? E cosa occorrerebbe cambiare ?

Gli Italiani sorpresi dall’échec FIAT, ma anche dalla classifica del World Economic Forum. Il quale, in un anno, ci ha spostati dalla 26/a alla 39/a posizione mondiale. La classifica della competitività ci mette poi penultimi nella U.E. Non fa piacere agli imprenditori, ma purtroppo non meraviglia molti emigrati: dall’Europa si vede da anni l’accelerazione negativa del Paese. Eppure sembrerebbe quasi un’assurdità, se osserviamo che Finlandesi e Tedeschi (in ottima posizione nella classifica del WEF) non hanno la creatività italiana !

Il Paese é molto cambiato negli ultimi lustri. Trent’anni ci si illuse, colla Cassa del Mezzogiorno, di far decollare l’economia del Sud. Non ci si riusci, in quanto non ci si occupo’ della cultura ed dei comportamenti meridionali. Oggi direi che il Sud (ritorno del boomerang) sta tentando di colonizzare il Nord, con maggiore successo (se interessa l’argomento, chiedetemi un mio articolo in merito). La situazione grigia a cui é arrivato oggi il sistema Italia é presentata sommariamente in alcune Lettere dall’Europa in questo Forum “Italia, Bel Paese”.

Il rischio reale é di divenire il fanalino di coda della U.E. Cioé non esser capaci di creare sviluppo. Almenoché non facciamo cio’ che si fa nei Paesi avanzati in presenza di un problema sociale simile a quello dell’Italia grippata: un’analisi seria, fatta da esperti nelle molteplici materie in gioco. Paragoni con l’Europa. Ma se tali paragoni toccano solo i fattori economici, tralasciando in altri termini le efficienze operative e i comportamenti sociali, non credo si farà molta strada. Bisognerebbe andare al di là, accettare di paragonare metodi e comportamenti con l’Europa. E poi ripristinare vecchi livelli di guardia dei comportamenti accettabili, recentemente schizzati in basso (pur se difficile, un’evoluzione positiva é possibile ed é l’unica soluzione efficace per avvicinarsi al resto della U.E.).

Antonio Greco Mansi
(disposto a collaborare per un programma di rinnovamento)
ANGREMA@wanadoo.fr

Dragonball (POL)
03-03-03, 18:13
Originally posted by Antonio Mansi
Oggi direi che il Sud (ritorno del boomerang) sta tentando di colonizzare il Nord, con maggiore successo (se interessa l’argomento, chiedetemi un mio articolo in merito).

Io sarei interessato: se può postare l'articolo...

03-03-03, 22:55
Originally posted by Antonio Mansi
Parigi, marzo 03

EVOLUZIONI ITALIANE NELLA U.E.
LETTERA DALLA EUROPA

Da quando é nata la Unione Europea, tante le evoluzioni. Anche in Italia. E tante speranze, anche da noi.

Le evoluzioni in molti paesi della U.E. hanno spesso mirato allo aumento della competitività economica. Esempio: la Francia, all’apertura del mercato europeo, era chiusa, impreparata, arretrata in qualche settore. Ma i Francesi si sono sforzati molto. Con buoni obiettivi, testardagine e impegno, hanno migliorato molto la loro competitività, anche se hanno conservato alcune grosse tare.

In Italia, secondo il nuovo costume che prende putroppo piede, invece di fare sforzi per migliorare, abbiamo evoluto in modo piuttosto negativo. Le nostre evoluzioni più importanti:

- priorità sempre magiore alle vicende private (o di clan):
- interesse e impegno sempre minore per obiettivi a carattere civico e nazionale;
- diminuzione accelerata, nella vita pubblica di molte regioni, delle qualità e valori primarii;
- peggioramento accelerato, nella vita pubblica, della soglia dei comportamenti accettabili;
- arrivo al potere di persone sempre meno qualificate e capaci (sempre più concentrate sulle lotte di potere), talvolta selezionate col peggiore dei criterii: la cooptazione per comparaggio.

Tutto cio’ é successo in maniera accelerata, anche a causa di due attributi specifici degli Italiani: la flessibilità e la tolleranza. Il livello di lotta accesa e frequente che ha assunto la vita pubblica é una dimostrazione che la stessa non é proprio a livello europeo.

In un contesto di degradazione della vita pubblica, l’economia non poteva non risentirne. Se la struttura del Paese si é tarlata, l’economia poggia ormai su basi malsicure. L’opposto della competitività.

Riflettiamo sulla degradazione avvenuta ? Ci rassegnamo, o cambiamo ? E cosa occorrerebbe cambiare ?

Gli Italiani sorpresi dall’échec FIAT, ma anche dalla classifica del World Economic Forum. Il quale, in un anno, ci ha spostati dalla 26/a alla 39/a posizione mondiale. La classifica della competitività ci mette poi penultimi nella U.E. Non fa piacere agli imprenditori, ma purtroppo non meraviglia molti emigrati: dall’Europa si vede da anni l’accelerazione negativa del Paese. Eppure sembrerebbe quasi un’assurdità, se osserviamo che Finlandesi e Tedeschi (in ottima posizione nella classifica del WEF) non hanno la creatività italiana !

Il Paese é molto cambiato negli ultimi lustri. Trent’anni ci si illuse, colla Cassa del Mezzogiorno, di far decollare l’economia del Sud. Non ci si riusci, in quanto non ci si occupo’ della cultura ed dei comportamenti meridionali. Oggi direi che il Sud (ritorno del boomerang) sta tentando di colonizzare il Nord, con maggiore successo (se interessa l’argomento, chiedetemi un mio articolo in merito). La situazione grigia a cui é arrivato oggi il sistema Italia é presentata sommariamente in alcune Lettere dall’Europa in questo Forum “Italia, Bel Paese”.

Il rischio reale é di divenire il fanalino di coda della U.E. Cioé non esser capaci di creare sviluppo. Almenoché non facciamo cio’ che si fa nei Paesi avanzati in presenza di un problema sociale simile a quello dell’Italia grippata: un’analisi seria, fatta da esperti nelle molteplici materie in gioco. Paragoni con l’Europa. Ma se tali paragoni toccano solo i fattori economici, tralasciando in altri termini le efficienze operative e i comportamenti sociali, non credo si farà molta strada. Bisognerebbe andare al di là, accettare di paragonare metodi e comportamenti con l’Europa. E poi ripristinare vecchi livelli di guardia dei comportamenti accettabili, recentemente schizzati in basso (pur se difficile, un’evoluzione positiva é possibile ed é l’unica soluzione efficace per avvicinarsi al resto della U.E.).

Antonio Greco Mansi
(disposto a collaborare per un programma di rinnovamento)
ANGREMA@wanadoo.fr
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Egregio Sig. Mansi, non metto in dubbio le sue colte analisi sull'economia Italiana, chiudo un'occhio, anzi, ne chiudo due, sulla sua collocazione dell'Italia ai livelli sudamericani e di paese del terzomondo, ma sinceramente mi viene spontanea una domanda: come il sottoscritto, Lei vive all'estero, Lei si considera Italiano? ha dentro di se un po' di amor Patrio? considera gli stranieri esseri superiori e di conseguenza gli Italiani esseri inferiori? scusi per le domande impertinenti, ma trapela dai suoi messaggi un'avvezzo all'Italianita' che non condivido, nel bene e nel male non si rinnegano mai le propie identita', chi lo fa' non e' una persona onorevole!
Saluti Italiani!

Ulrich Realist
04-03-03, 12:08
Caro Rector,
rispondo alla tua osservazione sull'amor patrio.
Sono rimasto italiano, pur vaccinandomi per qualche ns cattiva abitudine.
Son convinto di quanto segue:
- gli Italiani sono i migliori in Europa per inventare creare, commerciare ;
- la nostra creatività la sfruttiamo male se siamo in Italia, per il ns manco di organizzazione (v. mio contributo Una favola):
- quando lavoriamo all'estero ci riveliamo spesso i migliori, ma c'é qualcuno che ci detta qualche regola e ci dà l'organizzazione.

Avremmo un potenziale competitivo enorme se non avessimo preso l'abitudine (non tutti , ma tanti) di non avere più, regole.

Attendo un tuo mail diretto per avere uno scambio costruttivo, grazie.
Antonio
ANGREMA@wanadoo.fr