yurj
16-03-03, 15:24
Rugby, senza rimedio il flop romano, Sei Nazioni verso il trasferimento
Umberto Piccinini
In lizza il Veneto e, almeno per il 2004, Genova, che ha tutti i numeri e ha già dato ottime prove
Il Sei Nazioni a Padova, in ogni caso in Veneto, per le prossime edizioni?
Lo ha richiesto con un'interrogazione al governo il diessino Piero Ruzzante, capofila di un drappello trasversale di parlamentari veneti, che candida la città patavina e la Regione veneta quale domicilio per l'importante kermesse rugbistica a partire dal 2004. Un trasferimento della sede italiana del Sei Nazioni di rugby è ormai un fatto doveroso dopo tre edizioni di manifesto flop capitolino. Le desolanti, silenti performance "domestiche" del torneo impongono a rivedere l'impianto generale, partendo dal riconsiderare i luoghi in cui giocare gli impegni casalinghi. Il prossimo match romano contro la Francia, domenica 23 marzo, sembra sia l'ultima spiaggia per l'attuale Comitato organizzatore. Giancarlo Dondi, presidente della Federazione italiana rugby, anche dopo l'ultimo incontro degli Azzurri a Twickenham, davanti a 75mila spettatori, ha ribadito categoricamente il concetto: «O contro i francesi riempiamo il Flaminio o saremo costretti a vedere di spostare il Sei Nazioni da Roma».
Una commissione non facile visto che dei tre turni casalinghi, Galles, Irlanda e appunto Francia, i due più ghiotti sono "partiti" giacché delle tifoserie la meno "turistica" è proprio la transalpina e i precedenti incontri non hanno portato i supporter, sia stranieri, sia locali, che ci si aspettava. Quindi gli obbiettivi oggi sono molteplici: "rivitalizzare" le presenze di pubblico nostrano allo stadio, lavorare con tutti i più moderni strumenti del marketing e pubblicitari, dare al Torneo una cadenza che sia pari al suo blasone, che l'incastoni fra gli appuntamenti classici del nostro sport, abbandonando di conseguenza una gestione quasi "familiare", molto vicina all'obsoleto "per sentito dire", della manifestazione. Potrebbe, in questo senso, aiutare la tradizione, intesa in modo ampio, della palla ovale in "terra veneta" alla quale s'ispirano l'esponente Ds ed i suoi compagni di cordata.
Tutto quadra, unico dubbio se sia effettivamente opportuno traslocare in Veneto dal 2004, o invece magari cedere il passo a Genova, e attendere il 2005. Proviamo, sinteticamente, a spiegare il perché. Genova, nel 2004, condividerà il ruolo di Capitale europea della cultura con la città francese di Lille, nomina arrivata dagli Stati membri dell'Unione europea. Per quell'anno si terranno, nella Città della Lanterna, numerose iniziative culturali che si potrebbe pensare di integrare con una manifestazione sportiva prettamente europea ma di rilievo mondiale qual è il Sei Nazioni. Nel 2004 l'Italia ospiterà due incontri contro Inghilterra e Scozia. Genova, nella zona che va da Varalle a Rapallo, ha una capacità di ricezione turistica di circa 45mila posti letto, quindi capace di coprire ampiamente qualsiasi "invasione" sia inglese, sia scozzese. Genova, con lo stadio Ferrarsi, ha indubbiamente il più bell'anfiteatro per il rugby che esiste in Italia. Genova, ha dimostrato con i fatti (All Blacks, Springbok, Australia) di masticare strategie organizzative con un'equipe di coordinamento, come dire, extralusso. E per ultimo, ma non per importanza, Genova vanta quasi un diritto di "prelazione" pur verbale.
Ben venga insomma il Sei Nazioni in Veneto, in particolare Padova, dal 2005. Però (sì, c'è un però) a scatola chiusa abbiamo già comprato e ne paghiamo le conseguenze. Si ultimi e migliori strutturalmente (compresa l'accessibilità per automuniti e no) lo Stadio Euganeo, se questa sarà la sede. Nei dodici mesi precedenti, nel 2004, la città formi il suo Comitato e, quale test nel test, organizzi un test-match autunnale di grande rilievo. Genova ha già dato ed è stata promossa a pieni voti.
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Sarebbe un'ottima idea, visto che il Veneto ha una grande tradizione nel Rugby ( e pubblico ;) )
Umberto Piccinini
In lizza il Veneto e, almeno per il 2004, Genova, che ha tutti i numeri e ha già dato ottime prove
Il Sei Nazioni a Padova, in ogni caso in Veneto, per le prossime edizioni?
Lo ha richiesto con un'interrogazione al governo il diessino Piero Ruzzante, capofila di un drappello trasversale di parlamentari veneti, che candida la città patavina e la Regione veneta quale domicilio per l'importante kermesse rugbistica a partire dal 2004. Un trasferimento della sede italiana del Sei Nazioni di rugby è ormai un fatto doveroso dopo tre edizioni di manifesto flop capitolino. Le desolanti, silenti performance "domestiche" del torneo impongono a rivedere l'impianto generale, partendo dal riconsiderare i luoghi in cui giocare gli impegni casalinghi. Il prossimo match romano contro la Francia, domenica 23 marzo, sembra sia l'ultima spiaggia per l'attuale Comitato organizzatore. Giancarlo Dondi, presidente della Federazione italiana rugby, anche dopo l'ultimo incontro degli Azzurri a Twickenham, davanti a 75mila spettatori, ha ribadito categoricamente il concetto: «O contro i francesi riempiamo il Flaminio o saremo costretti a vedere di spostare il Sei Nazioni da Roma».
Una commissione non facile visto che dei tre turni casalinghi, Galles, Irlanda e appunto Francia, i due più ghiotti sono "partiti" giacché delle tifoserie la meno "turistica" è proprio la transalpina e i precedenti incontri non hanno portato i supporter, sia stranieri, sia locali, che ci si aspettava. Quindi gli obbiettivi oggi sono molteplici: "rivitalizzare" le presenze di pubblico nostrano allo stadio, lavorare con tutti i più moderni strumenti del marketing e pubblicitari, dare al Torneo una cadenza che sia pari al suo blasone, che l'incastoni fra gli appuntamenti classici del nostro sport, abbandonando di conseguenza una gestione quasi "familiare", molto vicina all'obsoleto "per sentito dire", della manifestazione. Potrebbe, in questo senso, aiutare la tradizione, intesa in modo ampio, della palla ovale in "terra veneta" alla quale s'ispirano l'esponente Ds ed i suoi compagni di cordata.
Tutto quadra, unico dubbio se sia effettivamente opportuno traslocare in Veneto dal 2004, o invece magari cedere il passo a Genova, e attendere il 2005. Proviamo, sinteticamente, a spiegare il perché. Genova, nel 2004, condividerà il ruolo di Capitale europea della cultura con la città francese di Lille, nomina arrivata dagli Stati membri dell'Unione europea. Per quell'anno si terranno, nella Città della Lanterna, numerose iniziative culturali che si potrebbe pensare di integrare con una manifestazione sportiva prettamente europea ma di rilievo mondiale qual è il Sei Nazioni. Nel 2004 l'Italia ospiterà due incontri contro Inghilterra e Scozia. Genova, nella zona che va da Varalle a Rapallo, ha una capacità di ricezione turistica di circa 45mila posti letto, quindi capace di coprire ampiamente qualsiasi "invasione" sia inglese, sia scozzese. Genova, con lo stadio Ferrarsi, ha indubbiamente il più bell'anfiteatro per il rugby che esiste in Italia. Genova, ha dimostrato con i fatti (All Blacks, Springbok, Australia) di masticare strategie organizzative con un'equipe di coordinamento, come dire, extralusso. E per ultimo, ma non per importanza, Genova vanta quasi un diritto di "prelazione" pur verbale.
Ben venga insomma il Sei Nazioni in Veneto, in particolare Padova, dal 2005. Però (sì, c'è un però) a scatola chiusa abbiamo già comprato e ne paghiamo le conseguenze. Si ultimi e migliori strutturalmente (compresa l'accessibilità per automuniti e no) lo Stadio Euganeo, se questa sarà la sede. Nei dodici mesi precedenti, nel 2004, la città formi il suo Comitato e, quale test nel test, organizzi un test-match autunnale di grande rilievo. Genova ha già dato ed è stata promossa a pieni voti.
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Sarebbe un'ottima idea, visto che il Veneto ha una grande tradizione nel Rugby ( e pubblico ;) )