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Ulrich Realist
11-04-03, 16:15
LETTERE DALL’EUROPA PARIGI, marzo 03


PREMESSA. Obiettivi delle Lettere dall’Europa

1. Aiutare i lettori a capire quali sono i motivi originarii per cui l’Italia é l’unico Paese della U.E. (di quella parte della U.E. che é a Nord delle Alpi), ove:

“ la costituzione e le leggi si applicano quando capita
“ i diritti riconosciuti dai sacri testi al cittadino, si applicano in realtà solo se fa comodo
“ nessuna struttura statale (e talvolta quelle private, vedi FIAT) funziona in modo soddisfacente.

2. Per arrivare a spiegare tanto, é necessario capire:

- come si vede l'Italia dall'Europa
- quali sono le cause primarie dei suoi guai (cause sconosciute dagli Italiani, che credono di essere in un Paese normale);
- che chances ci sono per il Paese di riprendersi, anche in termini di competizione economica.

In pratica i due obiettivi suddetti necessitano esaminare il divario enorme (e in progressione) fra l’Italia e l’Europa. E capire quale é stata la degradazione italiana degli ultimi 20/25 anni.

Antonio Greco Mansi
ANGREMA@wanadoo.fr


Lettera N 8
IL SISTEMA ITALIA E L’EUROPA


Gli altri Paesi dell’Unione Europea vanno avanti. Hanno infatti gli strumenti per incrementare il loro sviluppo.

L’Italia arranca sempre di più. Rincorre lo sviluppo, ma non avanza. La confusione italiana sembra aumentare. Quelli che, andati al di là delle Alpi, vivono in un Paese normale pensano che in Italia non ci sono gli strumenti per avvicinarsi all’Europa. Anzi vedono la divaricazione Italia-Europa aumentare.

La qualità di vita italiana non è a livello europeo. Gli Italiani, sorpresi dalle tante differenze rispetto alla U.E., sperano nella loro buona stella. E si lamentano spesso di un sistema che non va . Ma non conoscono le cause delle loro insufficienze e incapacità. Anzi la rassegnazione alle une ed alle altre si è ormai diffusa. Sarebbe ora di chiedersi quali siano le origini del nostro stanco arrancare in Europa.

Il cittadino italiano considera normale, ed accetta, la divaricazione fra i suoi diritti, consegnati dalle leggi, e la loro applicazione pratica. Non sa che nella U.E., almeno a Nord dell’Italia, i diritti consegnati dalle leggi sono in realtà tutti realizzati, con semplicità e senza sorprese. Altrove non ottenere cio’ che spetta è l’eccezione, non la regola. Non ci sono tanti affanni né occorrono padrini per cercare di smuovere le ruote grippate.

Visto dall’estero, il nostro é un Paese che rischia il sottosviluppo. Se vogliamo conoscere le cause delle inefficienze del sistema Italia, la strada maestra è il confronto con il resto della U.E.. Fare i necessari paragoni. Capire i motivi delle differenze.

Le efficienze delle istituzioni (il rapporto cioè fra risultati ottenuti e le risorse spese per ottenerli) sono, in Italia, bassissime. Nel resto della U.E. esse sono quasi sempre ben migliori. Per cominciare a capirne i motivi, iniziamo da una frase di Peyrefitte: “Non c’è soltanto sviluppo e sottosviluppo. Ci sono dei meccanismi mentali, che favoriscono o inibiscono lo sviluppo, inegualmente presenti in ogni società” (da: La société de Confiance).

Ormai i comportamenti italiani di fine secolo sono divenuti enormente diversi da quelli del resto della U.E. Il sistema Italia forma e sceglie le classi dirigenti con metodi e criterii che spesso portano alla selezione dei peggiori. Il resto della U.E., invece, sceglie le classi dirigenti con metodi tali da assicurare la selezione dei migliori.

Nella U.E. l’efficienza, il merito, la responsabilità, la serietà, la correttezza, la coerenza, la precisione, l’organizzazione sono valori diffusi, in pratica sono i pilastri della società civile. In Italia tali valori sono stati prima accantonati da una minoranza, poi confinati ad alcuni casi speciali. Alla fine essi sono dimenticati da molti, troppi. In assenza di detti valori, sono da noi emersi, in pochi lustri: improvvisazione, scorrettezza, irresponsabilità, illegalità, corruzione, omertà e sopraffazione. La conseguenza: la frequente insoddisfazione, talvolta ansia, del cittadino. Sarà per questo che un terzo degli Italiani (statistiche ufficiali) soffre d’insonnia ?
Molti, per uscire dal pantano, si sono cercati un’illusorio rimedio: un referente che smuova le acque stagnanti. Non basta in un Paese anormale, ove spesso c’é lotta di tutti contro tutti.

Il Paese é ormai divenuto un sistema di nicchie cristallizzate, ognuna garantita da un referente. Ormai il più modesto cambiamento nella società richiede l’uso di enormi energie. Nel resto della U.E. non é cosi !

La qualità della vita non migliorerà se ci limitiamo a fare riforme di struttura, di cui parliamo tanto, e non affrontiamo il nodo essenziale. Con i nostri comportamenti, ormai di tipo sudamericano, potremo solo avere una qualità di vita di tipo, appunto, sudamericano. Le differenze fra il sistema sociale italiano e quello brasiliano, venezuelano, peruviano rischiano di assottigliarsi ancor più nei prossimi lustri.

Facciamo gli struzzi, senza analizzare il problema di base, illudendoci colle riforme (che abbiamo difficoltà a concordare) e fidando nella buona stella ? Rischiamo di scivolare ancora più giù ? O cerchiamo le cause della degradazione galoppante ? Per poi adottare le misure che si impongono ?

La scelta dipende da ognuno di noi, specialmente da chi ha potere !


Antonio Greco ANGREMA@wanadoo.fr