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fede2377
11-04-03, 17:38
Il cucciolo di delfino, ricoverato venerdì presso l'Acquario di Genova dopo essere stato soccorso, malato, nel porto di Santa Margherita, non ce l'ha fatta ed è morto nella notte. Gli accertamenti sulle cause del decesso verranno compiuti dal professore Massimo Castagnaro e dal professor Bruno Cozzi, dell'Università di Padova - Facoltà di Medicina Veterinaria, dove è attiva la banca tessuti per cetacei spiaggiati.
Il cucciolo, un esemplare di Grampus griseus, era entrato nel porto di Santa Margherita Ligure nel primo pomeriggio di venerdì, mentre al largo era stato avvistato il suo probabile branco. Ne era successivamente uscito per poi rientrarvi nel tardo pomeriggio. A quel punto erano chiare le sue non buone condizioni di salute ed erano intervenuti due gommoni, uno della Guardia Costiera e uno degli Ormeggiatori, per spingerlo verso la riva e permetterne il soccorso da parte dello staff dell' Acquario.
Nella struttura marina genovese il giovane animale, che misurava circa cm. 140, era stato sistemato in un apposita vasca-ospedale non visibile al pubblico.
Le condizioni di salute del grampo erano risultate immediatamente critiche, era molto denutrito e presentava diverse ferite sul corpo. Era stato immediatamente reidratato con una somministrazione di fluidi e già durante la notte lo staff dell'Acquario avevano iniziato a nutrirlo con un preparato a base di pesce. L'alimentazione veniva ripetuta ogni tre ore.
Per tutto il fine settimana lo staff della struttura genovese si è impegnato per curare e nutrire il cucciolo. Ma date le scarse conoscenze che si hanno sul primo anno di vita di questa specie è molto difficile qualsiasi intervento su cuccioli e risultano difficilmente efficaci i tentativi di salvare loro la vita. Il grampo, appartenente alla famiglia Delphinidae, vive in acque profonde, tropicali o temperate. E' diffuso in tutto il Mediterraneo, ma è più abbondante nel bacino occidentale.

http://www.espacotalassa.com/photos/species/small/g_griseus_dessin.jpg

fede2377
11-04-03, 17:49
Finito il tempo dei flash e della celebrità, ora Filippo ha bisogno di cure. E’ questo, in sostanza, il senso delle parole di Giovanni Simone che, insieme all’amico sub Lino Sdanga, ha anche creato un comitato per la tutela e la salvaguardia di questo cetaceo, un maschio adulto lungo 3 metri e di 280 kg di peso.
Il delfino Filippo è un esemplare quasi unico nel suo genere e la sua unicità sta nel luogo dove ha scelto di vivere: il porto di Manfredonia.
Vive lì da poco più di 5 anni. Ci arrivò un giorno, forse per caso o forse in cerca di nuovi amici. Da quel giorno Filippo nuota libero in alto mare ma torna ogni giorno nel porto di Manfredonia dove è una presenza fissa ed è amato e rispettato dai cittadini, dai pescatori e dai bambini. Questi ultimi, in particolare, lo adorano tanto da subissare con lettere, poesie e disegni il sito internet a lui dedicato www.ildelfinofilippo.org e ideato da Giovanni Simone.
Il sito ha anche lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui reali problemi di salute del cetaceo perché, secondo Simone, “il delfino è amico dell’uomo ma l’uomo non è amico del delfino”. Filippo, come tutti i cetacei, è molto delicato ed ha bisogno che la sua salute venga continuamente monitorata. “Ciò non è mai avvenuto – sostiene Giovanni Simone – e noi siamo molto preoccupati per la sua salute. In questo ultimo periodo, infatti, abbiamo notato delle ferite ai lati della sua bocca e delle bolle sul dorso. Non sappiamo capire se siano sintomi di un malessere preoccupante o chissà che cosa. Noi non siamo degli esperti e anche i veterinari locali non conoscono a fondo l’anatomia dei delfini”.
Per questo Simone si è rivolto in passato all’associazione Thethis, al Centro Studio Cetacei, al Ministero dell’Ambiente, all’Acquario di Genova. Li ha subissati di lettere, di suppliche, di richieste ma ha sempre ricevuto risposte vaghe, promesse disattese. E intanto il delfino nuota inconsapevolmente felice nel porto e in alto mare ma nessuno si occupa della sua salute.
“Non vogliamo molto – conferma Simone – ma chiediamo un’accurata sorveglianza medico-scientifica da parte di personale specializzato. Basterebbe che qualcuno venisse una volta al mese, magari, per fare un check-up al delfino. Il Comune avrebbe anche garantito un finanziamento per pagare questa assistenza in loco. Gli esperti, inoltre, potrebbero insegnarci delle tecniche di primo soccorso e di medicamento per il delfino. Nessuno di noi, infatti, oggi saprebbe da che parte cominciare se avessimo bisogno, ad esempio, di tirare fuori dall’acqua con un imbracatura Filippo in caso di necessità”.

Fortunatamente della vicenda ha promesso di interessarsi la dottoressa Claudia Gili, veterinario ed esperto dell’Acquario di Genova, che ha assicurato la disponibilità personale e della struttura ligure affinché si possa assicurare una degna assistenza sanitaria per il delfino Filippo. I termini dell’accordo, per ora soltanto verbale, saranno messi a punto nei prossimi giorni.

6 marzo 2003
www.animalieanimali.it

fede2377
11-04-03, 17:53
da www.animalieanimali.it :

4 aprile 2003 - Siamo felici che per la salute del delfino Filippo ci sia finalmente maggiore attenzione da parte di tutti. Attenzione manifestata anche in questa lettera che ci ha inviato il suo "curatore" Giovanni Simone:
"Oggi per me è stata una giornata stupenda e indimenticabile, perché grazie a voi e a tutti coloro che amano veramente gli animali si è potuto assicurare al delfino Filippo un interessamento concreto da parte di tutte le Istituzioni (Amministrazione Comunale di Manfredonia, Servizio Veterinario ASL FG/2)".
"Dalla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari sono venuti a Manfredonia alcuni esperti di cetacei per incominciare a monitorare lo stato di salute di Filippo: il prof. Dr. Nicola Zizzo, il dr. Antonio De Fazio, il dr. Alessandro Frate, in collaborazione con il dr. Valerio Iarussi, Dirigente del Servizio Veterinario ASL FG/2".
"Il Comandante della Capitaneria di Porto di Manfredonia CF(CP) Giuseppe Meli e il Comandante della Sezione Operativa della Guardia di Finanza Ten. Alessandro Furnò, hanno messo a disposizione le loro imbarcazioni consentendo ai veterinari di effettuare un primo approccio con il delfino Filippo".
"Da un primo esame obiettivo il prof. Nicola Zizzo mi ha detto che Filippo gode di buona salute, ha inoltre eseguito un tampone dallo sfiatatoio per accertare la presenza o meno di agenti batterici".
"Successivamente saranno esaminate attentamente le due formazioni a losanga presenti sul dorso e verranno eseguiti una serie di controlli".
"Per ulteriori sviluppi vi terrò informati".
Cordiali saluti
Giovanni Simone

fede2377
18-04-03, 16:25
http://fede2377.altervista.org/delfini.gif

Shambler
26-04-03, 17:48
perchè non usare affus come sminatore?

fede2377
27-04-03, 11:34
Originally posted by shambler
perchè non usare affus come sminatore?

cos'è affus? :confused:

fede2377
09-05-03, 09:47
Horace Dobbs, sin da bambino si sentiva molto attratto dal mare. Crescendo ha avuto modo di approfondire la sua conoscenza degli animali con i suoi studi di medicina.
È stato uno dei fondatori del gruppo di Ricerca Sottomarina di Oxford.

Ora è uno dei più autorevoli esperti nella conoscenza dei delfini e soprattutto della loro capacità di comunicare con l’uomo.
Si impegna soprattutto per dimostrare che i delfini possono aiutare l’uomo, non solo per la loro bellezza e intelligenza, ma anche fisicamente ed emotivamente. Sembra che, la così detta “voce dei delfini”, derivando da una particolare vibrazione, porti dei benefici al sistema nervoso degli esseri umani.

Dobbs ha scritto numerosi libri e prodotto numerosi documentari sui delfini per la loro difesa e protezione.
Tra questi citiamo Il potere magico di Dilo, una fiaba per grandi e bambini dedicata ad un delfino molto "speciale" che scopre la sua missione di vita attraverso le mille creature del mare.

(animali.tiscali.it)

http://www.medvet.unipd.it/dottorati/images/delfini.jpg

fede2377
09-05-03, 10:00
Delfini e pescatori, una convivenza difficile. I secondi lamentano infatti pesanti danni che le loro reti subiscono a causa degli attacchi dei primi, mentre gli ambientalisti criticano il gran numero di catture accidentali di delfini, in violazione delle norme europee di salvaguardia. Per favorire una pacifica convivenza, i ricercatori del Gruppo interdisciplinare di oceanografia dell'Istituto di ricerche sulle risorse marine e l'ambiente del CNR a Mazara del Vallo hanno messo a punto un 'pinger'. Si tratta di uno strumento, collegato alle reti, che emette suoni in grado di tenere lontani i delfini. I delfini possiedono un apparato uditivo molto sofisticato che permette loro di 'vedere' attraverso i suoni che ricevono. I ricercatori hanno così concentrato la loro attenzione sulla possibilità di utilizzare un metodo acustico per evitare che i delfini possano avvicinarsi agli attrezzi da pesca.

il prototipo messo a punto e che emetteva due tipi di segnale aveva un'efficacia di sole due settimane. Questo risultato, noto agli etologi, è da attribuire all'assuefazione da parte dei delfini che, essendo animali molto intelligenti, dopo un po' di esperienza non associavano più al suono la presenza dell'orca. Per superare il problema si è pensato di utilizzare non più metodi psicologici che possono essere facilmente elaborabili dagli animali, ma un metodo che potesse interferire con il loro sonar senza creare danni. Nell'ambito di un progetto durato tre anni, è stato quindi creato un 'pinger' (uno strumento da collegare alle reti in grado di emettere segnali acustici) che producesse effetti duraturi nel tenere lontani i delfini. Esperimenti in mare, nella zona davanti a San Vito Lo Capo, durante azioni di pesca, hanno dimostrato l'efficacia dello strumento e dei segnali selezionati per un periodo molto lungo (3 mesi). Durante questo periodo gli animali non hanno mostrato assuefazione e tutte le volte che sono stati utilizzati i prototipi non si sono registrati danni alle reti. Quando invece i pescatori di San Vito Lo Capo (Trapani) hanno usato in maniera parziale gli strumenti (cioè non su tutte le barche da pesca) si è registrato un aumento dei danni sulle reti prive di 'pinger'.


ARTICOLO COMPLETO (http://www.newton.rcs.it/PrimoPiano/News/2003/03_Marzo/10/Delfino.shtml)

NEWTON (marzo 2003)

fede2377
14-05-03, 09:32
Promuovere una pesca al tonno che elimini il rischio di uccidere accidentalmente i delfini. E' questo l'obiettivo degli accordi Aidcp (Agreement on the International Dolphin Conservation Program), presentati oggi a Roma presso la sede del Wwf Italia. Le comuni tecniche di pesca al tonno infatti causano la concomitante cattura anche di altre specie, tra cui squali, tartarughe marine e soprattutto cetacei. Per far fronte a questo problema quindi la Iattc (Inter-American Tropical Tuna Commission) ha formulato questo accordo per la tutela dei delfini. All'Aidcp hanno aderito molti paesi dell'America centrale, gli Stati Uniti e l'Unione Europea, e grazie a esso dal 1986 a oggi la mortalità dei delfini si è ridotta del 98 per cento. Adesso l'obiettivo cruciale, come sottolinea Paolo Guglielmi, Direttore Unità Marina Wwf Programma Mediterraneo, è allargare il mercato al marchio Aidcp. L'Italia e la Spagna infatti sono tra i maggiori importatori di tonno del Pacifico: stringere accordi con l'industria nazionale significherebbe aumentare il numero di paesi disposti ad aderire al Programma, oltre che salvaguardare l'ecosistema marino. Durante l'incontro romano si è inoltre parlato dei requisiti da rispettare e dei nuovi criteri da adottare in termini sia tecnici che normativi per migliorare gli standard di protezione ambientale. Il sistema "Dolphin safe", certificato Aidpc, sarà dunque il frutto di un impegno congiunto da parte di ricercatori, capitani di vascello altamente qualificati, equipaggi preparati all'uso di attrezzature tecniche, insieme a una fitta rete di controlli. (v.n.)

www.galileonet.it