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Jaki
25-04-03, 22:29
Gli antichi pub inglesi rischiano di scomparire, vittime anch'essi della globalizzazione. Un sito lancia l'iniziativa: adottate un ubriacone a distanza, salverete il suo pub.


Sarà capitato a tutti: andare in vacanza da qualche parte e, dopo una giornata passata tra visite ai musei, escursioni, pic‑nic e chilometri macinati in auto, moto o bicicletta, ritrovarsi a sera nel baretto del paesino scelto per passare la notte. Qui, seduti a un tavolino a rinfrancarsi davanti a un boccalone di birra ghiacciata, essere avvicinati da uno degli avventori; un uomo i cui occhi, pur non avendo mai visto altro che le strade, le case e i volti di quello sperduto paesello, sembrano nascondere tutta la saggezza del mondo. E ritrovarsi così ben presto immersi, grazie alle parole sue e degli altri paesani, in un microcosmo di aneddoti e motteggi con la consapevolezza di essere in pace ed equilibrio con l'intero creato. Miracoli dell'alcoolismo.

Ma smaltiti i fumi degli abbondanti beveraggi, a ben pochi sarà capitato di riflettere, il giorno seguente, circa la sorte degli uomini ai quali si era giurata eterna amicizia la sera prima e dei quali poche ore più tardi si fatica a ricordare il nome. Ben pochi avranno pensato che l'estate passerà, i forestieri torneranno nelle loro comode case con idromassaggio e TV color 32 pollici, riaccenderanno i cellulari, si immergeranno nuovamente nel traffico per guadagnare i rispettivi uffici, mentre gli uomini del baretto resteranno lì, al bancone, davanti alle loro birre, a riscaldare la solitudine dell'inverno con gli stessi scherzi, le stesse partite a carte di sempre, aspettando per un intero anno la prossima estate.

Secondo gli esperti, i pittoreschi bar tipici dei paesini di tutto il mondo, stanno chiudendo alla preoccupante velocità di sei alla settimana. Colpa, pare, dello spopolamento delle campagne e delle grandi catene, che ormai controllano la maggior parte dei locali delle grandi città. Morale della favola, i vecchietti abituati a trascorrere le giornate scandendo il tempo a forza di chiacchiere e cicchetti, sono costretti a tornarsene a casa, davanti alla TV, con la moglie che li obbliga a non mettere i piedi sul tavolino e a non bestemmiare.

La riscossa, per tutti loro, parte dal Gloucestershire, una regione situata nel sudovest dell'Inghilterra. Qui vive Jon Ellard, un appassionato dei pub tradizionali che ha creato il sito Pubs2000.com. Da un po' di tempo, ha notato Jon, gli zoo in difficoltà hanno preso l'abitudine, per tirare avanti, di mettere in adozione a distanza gli animali. "Perché", si è detto Jon, "i pub non fanno lo stesso?". Sul suo sito, allora, ha dato il via all'iniziativa "Adotta un ubriacone": da ieri, con la modesta spesa di 20 sterline l'anno (circa 29 euro), chiunque nel mondo può adottare a distanza un habitué di qualche pub tradizionale del Gloucestershire, garantendo l'esistenza sua e del locale che preferisce.

Con quelle 20 sterline, Jon promette di fare un sacco di cose: innanzitutto offrirà agli adottati un paio di bicchieri, che non fanno mai male. Poi si occuperà dei locandieri: «I soldi dei donatori», garantisce, «andranno alla "Society of Licensed Victuallers"». La SLV è una sorta di associazione di mutuo soccorso che si prende cura di tutti gli indigenti dell'industria dell'alcool, siano essi giovani o vecchi. Con i penny rimanenti, Jon coprirà le spese per la gestione e lo sviluppo del sito.

Ma ce n'è anche per i benefattori ognuno dei quali, proprio come nei programmi per le adozioni a distanza nel Terzo Mondo, riceverà un certificato e una foto autografata del bevitore prescelto; una newsletter periodica li terrà aggiornati sulle vicende della locanda, la quale non mancherà di inviare loro un sottobicchiere dedicato. «Magari», auspica l'Ente del Turismo del Glouchestershire, «i donatori un giorno vorranno venire ad incontrare di persona i paesani che hanno adottato». Sarà ben contento il signor Arthur Ayres, 90 anni e un'inestinguibile passione per la Arkells 3B; il signor Ayres frequenta il Tavern Inn di Kemble Cirencester da 52 anni (sul suo tavolo c'è una targa di metallo col suo nome) e non vede l'ora di raccontare a qualcuno di quella volta che un signorotto locale lo nominò guardacaccia per evitare che lui andasse a cacciare di frodo sul suo terreno.

Se volete essere della partita, non avete che l'imbarazzo della scelta; chissà, magari adotterete Pete Rafferty, che promette di ringraziarvi levandosi il cappello (onore che normalmente concede solo alle belle signore). Oppure Richard Sadler, 59 anni di cui 50 passati al Plough Inn di Cheltenham. Se invece volete puntare su un cavallo più giovane, quello che fa per voi è senz'altro Colin Byrne: dopo aver servito per 2 anni presso il Tall Ship di Gloucester, 8 anni fa ha capito che il suo posto era dall'altra parte del bancone; da allora potete trovarlo lì, tutti i giorni, nello stesso posto.