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Visualizza Versione Completa : Risarcimento per i danni da rumore



Nirvana
08-05-03, 21:47
La sentenza è stata emessa dal giudice di pace ed è destinata a far discutere moltissimo


Dieci milioni per i fastidi delle navi alla banchina Principe Tommaso

Il rumore delle navi può procurare un danno biologico ed esistenziale agli abitanti di lungoporto Gramsci. Lo ha stabilito il giudice di pace che con una sentenza destinata a fare molto discutere e ad avere riflessi importanti, ha condannato l’Autorità portuale al pagamento di dieci milioni di vecchie lire, per risarcire i danni procurati a padre e figlia in una sola estate.
I fatti risalgono all’estate del 2001. La banchina Principe Tommaso, quella proprio sotto i palazzi, da qualche anno non viene usata per l’attracco delle navi durante il periodo invernale, ma quando il traffico portuale cresce, mancando altri spazi, la sua utilizzazione è inevitabile. Verso la fine di giugno di due anni fa, dunque, la presenza delle navi a quella banchina è diventata costante, come l’immaginabile aumento del rumore e dell’inquinamento per gli abitanti del lungoporto che si affacciano proprio sullo scalo.
Infastiditi dal rumore notturno, padre e figlia hanno chiamato i tecnici della Asl per le rilevazioni fonometriche e queste hanno messo in evidenza uno sfondamento dei livelli massimi di decibel stabiliti per legge. Dopo un’intera estate passata con continui risvegli notturni hanno cominciato a lamentare insonnia, stanchezza, irrequietezza ed hanno chiesto il parere di un medico legale che - appunto a causa dei disturbi del sonno - ha dichiarato l’esistenza di un danno esistenziale, di primo livello, quindi il più basso, consistente in un “minore rendimento sociale".
A questo punto - verso la fine di settembre - padre e figlia (abitano al sesto piano) si sono rivolti al giudice di pace chiedendo un rimborso dei danni. Hanno allegato il rapporto dei tecnici della Asl e la perizia del medico legale e di recente è arrivata la sentenza. La tesi dei ricorrenti è stata accolta in pieno e l’Autorità portuale è stata condannata al pagamento di cinque milioni al padre e di un’identica somma alla figlia.
Ma chiaramente la vicenda non è finita qui. L’Authority ha fatto ricorso al Tribunale contro la sentenza del giudice di pace sostenendo l’inesistenza del danno e, in subordine, il coinvolgimento della Capitaneria di porto nel risarcimento del danno. In altre parole, per l’ente di Prato del Turco, non ci sarebbero danni di sorta e se proprio si dovesse pagare, la “spesa" va accollata al cinquanta per cento anche alla Capitaneria. La prima udienza per l’esame del ricorso si svolgerà al palazzo di giustizia il 30 settembre.
La lotta degli abitanti del lungoporto è di vecchia data e dei risultati l’ha già ottenuti, come, per esempio, il non utilizzo della banchina sotto i palazzi nei periodi più tranquilli. Ma, chiaramente, la sentenza del giudice di pace potrebbe rappresentare una svolta.