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Visualizza Versione Completa : Il cadavere di YHWH non toglie il disturbo...



Mjollnir
13-05-03, 16:21
.. o gli Europei si scoprono necrofili ?

Cari amici
in questi giorni riflettevo su un aspetto del panorama spirituale che le nostre società ci presentano al giorno d’oggi; precisamente, il fatto che non pochi si richiamano ancora – sebbene in modo del tutto superficiale e meccanico – ai valori, alle idee, alle figure della ex religione dominante in Europa. Se già pochi credono nell’esistenza di Dio (del quale magari hanno un concetto fai-da-te), ancora meno credono nel Dio cristiano (o, per meglio dire, biblico) e nel corpus teologico e dottrinale delle varie chiese.

Tuttavia dobbiamo ammettere che la nostra epoca si caratterizza solo come post-cristiana, senza aver del tutto tagliato il cordone ombelicale con questa esperienza morente; come una figlia illegittima, che ripudia le sue origini, ma nondimeno ne è segnata e pervasa nel più profondo del suo essere. Parallelamente si assiste, con l’esplosione di una miriade di gruppi e movimenti dalle ispirazioni più variegate (e spesso dubbie), ad una ricerca caotica e selvaggia di spiritualità, segno che comunque il declino del cristianesimo lascia insoddisfatta la più elevata istanza dell’essere umano, ossia la realizzazione spirituale e l’integrazione con il Sacro.
Ma in onestà bisogna ammettere anche che non si vede all’orizzonte un mutamento di prospettiva tale da far pensare ad una rinascita (in forme nuove ma dal valore permanente) della religiosità autoctona del Vecchio Continente; anzi, alcuni preferiscono rivolgersi a dottrine e tradizioni esotiche, le quali – benché in alcuni casi antiche e rispettabili – ben poco hanno a che fare con la nostra storia e cultura. Altri ancora se ne fabbricano di nuove a proprio piacimento nei modi più disinvolti, con risultati a volte comici, a volte deprimenti o inquietanti.

Queste considerazioni mi inducono a credere che il ritorno dell’Europa a sé stessa, al suo mito fondatore, alla sua radice metafisica, non sarà possibile in modo graduale e “pacifico”, indolore. Non ci sarà un nuovo inizio, una nuova nascita, se prima tutte le potenzialità, le eventualità, le eredità e le strutture spirituali del mondo precedente non saranno esaurite, compiute e rimosse. E che cosa potrebbe portare, concretamente, a questo punto zero ? Al momento non riesco a pensare ad altro che ad un evento di segno negativo, di proporzioni e profondità epocali; in una parola, catastrofico.

Ma al di là delle modalità di questa cesura, che potrebbe anche non verificarsi in questo senso, noi che ci definiamo pagani o neo-pagani, non possiamo non interrogarci sul nostro ruolo ed azione nel presente: gruppi, associazioni, correnti, scuole di pensiero, studi ecc… che finalità dovrebbero proporsi in un momento in cui, come detto, l’Occidente generato dal messaggio biblico non ne vuole sapere di occidere del tutto ed una nuova aurora non è ancora sorta ?
A mio parere, duplice è il nostro dovere:
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testimonianza di fedeltà interiore a ciò che fu, e strenua tensione nel chiarificarne il senso profondo;
promessa di rinascita, anticipazione di ciò che potrebbe essere, attraverso l’azione e la pratica.
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Mi piacerebbe conoscere le vostre considerazioni e, ancor di più, il vostro stato d’animo, rapportato ad una quotidianità che non riconosciamo e non ci riconosce quasi per nulla.

Ciao :)

runen
14-05-03, 16:40
Anche in questo campo l'orientamento è quello di vivere come il fante sull'Oder.

Orazio Coclite
16-05-03, 19:53
E' sempre molto difficile oggigiorno riuscire ad andare a guardare all'essenza delle cose quando si vive costantemente calati in una realtà fatta di chiasso e di superficialità. Io abito a due passi dal Gianicolo, il fu colle sacro di Giano, e ci passo spesso sia per lavoro che semplicemente per muovermi, ed ogni volta che attraverso quello che rimane dei luoghi sacri ai nostri antenati penso e ripenso al fatto che questa stessa terra che sto calpestando, e che ora è assediata ed oppressa da macchine inquinanti, turisti curiosi e costruzioni di mattoni (quasi tutte proprietà vaticane), era un tempo calcata dalla presenza dei nostri Dei primigenei. E mi guardo intorno cercando di figurarmi come doveva essere nei tempi andati, ma i miei tentativi falliscono ogni volta miseramente. La nostra è veramente la strada più difficile. Pochi e divisi ma consci che la Via scelta è quella giusta, che solo attraverso la riscoperta delle proprie autentiche radici spirituali potrà l'Europa tornare all'antica gloria. Solo tornando ai nostri Dei potremo rivedere le nostre terre ripopolarsi di eroi e di uomini col sangue nelle vene. Ma ripeto, la nostra strada è dura assai e irta di trappole. Per il momento essenziale è essere testimoni e tedofori dell'Antica Religione, questo il nostro autentico dovere nei confronti dell'Europa, delle sue genti e dei suoi Dei.

Mjollnir, quando tu parli di "rivolgersi a dottrine e tradizioni esotiche, le quali – benché in alcuni casi antiche e rispettabili – ben poco hanno a che fare con la nostra storia e cultura",
a cosa ti riferisci esattamente? Perché, ad esempio, per quanto promananti dal medesimo ceppo, io vedo come 'esotiche' anche le istanze delle sparute avanguardie odiniste e asatru che abbiamo in Italia. Tu a cosa ti riferisci esattamente?

Inoltre qualcuno saprebbe spiegarmi una volta per tutte come si può essere italiani, per etnie e cultura, e in conformità alla Tradizione, adottare senza stortura alcuna le forme religiose nordico-scandinave? Passi l'elemento celtico che comunque si diffuse largamente su tutta la penisola, e di cui rimangono testimonianze anche nella religione italico-romana, ma da qui a vedere in Odino-Wotan un Dio dei nostri antenati ce ne passa. Qualcuno che mi spiega?

Vale!

nhmem
16-05-03, 22:23
Originally posted by Orazio Coclite
La nostra è veramente la strada più difficile. Pochi e divisi ma consci che la Via scelta è quella giusta, che solo attraverso la riscoperta delle proprie autentiche radici spirituali potrà l'Europa tornare all'antica gloria. Solo tornando ai nostri Dei potremo rivedere le nostre terre ripopolarsi di eroi e di uomini col sangue nelle vene. Ma ripeto, la nostra strada è dura assai e irta di trappole. Per il momento essenziale è essere testimoni e tedofori dell'Antica Religione, questo il nostro autentico dovere nei confronti dell'Europa, delle sue genti e dei suoi Dei.




Parole sagge Orazio.:)

Mjollnir
16-05-03, 23:17
In Origine Postato da Orazio Coclite
Mjollnir, quando tu parli di "rivolgersi a dottrine e tradizioni esotiche, le quali – benché in alcuni casi antiche e rispettabili – ben poco hanno a che fare con la nostra storia e cultura",
a cosa ti riferisci esattamente? Perché, ad esempio, per quanto promananti dal medesimo ceppo, io vedo come 'esotiche' anche le istanze delle sparute avanguardie odiniste e asatru che abbiamo in Italia. Tu a cosa ti riferisci esattamente?

Inoltre qualcuno saprebbe spiegarmi una volta per tutte come si può essere italiani, per etnie e cultura, e in conformità alla Tradizione, adottare senza stortura alcuna le forme religiose nordico-scandinave? Passi l'elemento celtico che comunque si diffuse largamente su tutta la penisola, e di cui rimangono testimonianze anche nella religione italico-romana, ma da qui a vedere in Odino-Wotan un Dio dei nostri antenati ce ne passa. Qualcuno che mi spiega?
Vale!

Per la verita`, caro Orazio, in quel contesto pensavo soprattutto al buddismo e all'islam.
C'e` da dire, poi, che per quanto riguarda l'Asatru (preferisco questo termine, piu` completo ed esauriente, rispetto a quello di odinismo) chi vi aderisce non si sente affatto italiano, anzi manifesta un fortissimo sentimento antiromano che, in alcuni casi, non si capisce se causa o conseguenza di contiguita' politica con l'indipendentismo.

Ichthys
19-05-03, 00:24
Abbracciate lo gnosticismo antico.

Mjollnir
19-05-03, 00:29
:p

Otto Rahn
19-05-03, 07:29
W il Catarismo. W Cristo Re!

:D :cool: :D

Otto Rahn
19-05-03, 07:51
No a parte gli slogan e le partigianerie m' interessava riprendere un attimo il discorso e i dubbi sollevati da Orazio.


Inoltre qualcuno saprebbe spiegarmi una volta per tutte come si può essere italiani, per etnie e cultura, e in conformità alla Tradizione, adottare senza stortura alcuna le forme religiose nordico-scandinave? Passi l'elemento celtico che comunque si diffuse largamente su tutta la penisola, e di cui rimangono testimonianze anche nella religione italico-romana, ma da qui a vedere in Odino-Wotan un Dio dei nostri antenati ce ne passa. Qualcuno che mi spiega?


Personalmente sono molto scettico difronte qualsiasi attuale rivivificazione di passate forme religiose.
Lo sono nei confronti delle nostre stesse tradizioni autoctone figuriamoci per quelle esotiche!
Qui in Occidente gli Dei ci hanno abbandonato non c'è niente da fare. Ci hanno abbandonato perchè siamo stati noi ad aver spento nell' interioritò dall' anima quei fuochi che fungevano da canali di comunicazione per il sovramondo.
Ad aver obnubilato la memoria del sangue, ad aver interrotto il rito, ad aver smesso quel bere alla Minne ( come viene sottolineato dal buon Otto Rahn nel suo "La Corte di Lucifero").

Il mondo degli Dei è svanito, che fare dunque?
In ciò io mi affido totalmente nelle forti braccia di Evola quando indica in "Cavalcare la Tigre" l' unica via rimasta da percorrere.
Nel Kali Yuga non si può più ricorrere alle forme religiose tradizionali, forme che non esistono più e che hanno fatto il loro tempo. Si deve operare una sintesi personale, che non è come molti credono un sincretismo superficiale, una spruzzata di New Age. Si deve andare secondo me alle radici del problema. Alle radici del proprio essere. E quindi in una parola, all' esoterismo.
Perchè oggi la componente esteriore, quella essoterica è frantumata e priva di incisività.

Io adoro come molti di voi leggere, e allora ben vengano simpatie e preferenze e approfondimenti:
Tradizione Romana, Celtismo, Asatru, Islam, Buddhismo, Tantrismo, Gnosticismo ecc...ecc...ecc...

ma ricordiamoci sempre che con la dea Kalì non si scherza...
non si può ignorarla.
Chi lo fa è già perduto.

Lupo Mannaro
19-05-03, 10:56
Originally posted by Otto Rahn
No a parte gli slogan e le partigianerie m' interessava riprendere un attimo il discorso e i dubbi sollevati da Orazio.




Personalmente sono molto scettico difronte qualsiasi attuale rivivificazione di passate forme religiose.
Lo sono nei confronti delle nostre stesse tradizioni autoctone figuriamoci per quelle esotiche!
Qui in Occidente gli Dei ci hanno abbandonato non c'è niente da fare. Ci hanno abbandonato perchè siamo stati noi ad aver spento nell' interioritò dall' anima quei fuochi che fungevano da canali di comunicazione per il sovramondo.
Ad aver obnubilato la memoria del sangue, ad aver interrotto il rito, ad aver smesso quel bere alla Minne ( come viene sottolineato dal buon Otto Rahn nel suo "La Corte di Lucifero").

Il mondo degli Dei è svanito, che fare dunque?
In ciò io mi affido totalmente nelle forti braccia di Evola quando indica in "Cavalcare la Tigre" l' unica via rimasta da percorrere.
Nel Kali Yuga non si può più ricorrere alle forme religiose tradizionali, forme che non esistono più e che hanno fatto il loro tempo. Si deve operare una sintesi personale, che non è come molti credono un sincretismo superficiale, una spruzzata di New Age. Si deve andare secondo me alle radici del problema. Alle radici del proprio essere. E quindi in una parola, all' esoterismo.
Perchè oggi la componente esteriore, quella essoterica è frantumata e priva di incisività.

Io adoro come molti di voi leggere, e allora ben vengano simpatie e preferenze e approfondimenti:
Tradizione Romana, Celtismo, Asatru, Islam, Buddhismo, Tantrismo, Gnosticismo ecc...ecc...ecc...

ma ricordiamoci sempre che con la dea Kalì non si scherza...
non si può ignorarla.
Chi lo fa è già perduto.

Caro Otto

Mi sembra che la questione da te sollevata - la presunta impossibilità di far rivivere forme spirituali per così dire "morte" - sia sicuramente degna di interesse da parte di tutti noi. Mi sembra qui che il vero fulcro della questione sia come si concepisce il tempo.

Certo non è il tuo caso - lo so bene - ma chi concepisce il tempo come una bestia rabbiosa che cresce e corre impazzita certo condividerà la tua affermazione sull'impossibilità di una restaurazione tradizionale. Ma questa certo non è la nostra concezione del tempo.

La nostra concezione del tempo come ciclico purtroppo ha la tendenza di essere fraintesa in una sorta di storicismo escatologico regressista. Mi sembra che questa rappresenti una decisa deviazione e che qui sia necessario rifarsi a Eliade e ai suoi studi sull'eterno ritorno e la concezione del tempo nelle civiltà cosidette "arcaiche". Il tempo è ciclico in quanto viene continuamente rigenerato e perpetuato nel Rito, che quindi per sua natura non "scade" e diviene a un certo punto "morto". Il Rito, da eseguire in maniera puntuale e puntigliosa, rappresenta un vero e proprio strumento di rinnovamento cosmico. Come possa quindi, sotta questa ottica, un rito "morire" non è un processo che mi è ben chiaro. Nè mi è chiaro il tuo discorso sull'esoterismo senza exoterismo, che a mio parere si riduce in questo modo a un mero gioco intellettuale di sincretismi.

Ricordiamo sempre che come dice Platone anche se si comprendono i motivi della Decadenza l'uomo nobile ha sempre il dovere di opporsi ad essa. Adesso scappo che dovrei stare all'università tra 10 minuti :)

Otto Rahn
20-05-03, 02:18
Originally posted by Lupo Mannaro

"La nostra concezione del tempo come ciclico purtroppo ha la tendenza di essere fraintesa in una sorta di storicismo

escatologico regressista. Mi sembra che questa rappresenti una decisa deviazione e che qui sia necessario rifarsi a Eliade e

ai suoi studi sull'eterno ritorno e la concezione del tempo nelle civiltà cosidette "arcaiche". Il tempo è ciclico in quanto

viene continuamente rigenerato e perpetuato nel Rito, che quindi per sua natura non "scade" e diviene a un certo punto

"morto"."
Il Rito, da eseguire in maniera puntuale e puntigliosa, rappresenta un vero e proprio strumento di rinnovamento cosmico. Come

possa quindi, sotta questa ottica, un rito "morire" non è un processo che mi è ben chiaro. Nè mi è chiaro il tuo discorso

sull'esoterismo senza exoterismo, che a mio parere si riduce in questo modo a un mero gioco intellettuale di sincretismi."


Che il Rito sia lo strumento che tu ben descrivi caro Lupo ne convengo pienamente. E che esso rappresenti il tramite
attraverso il quale rinnovare e perpetuare il vincolo dell' Uomo all' eternità lo credo fermamente.
Io non metto in dubbio queste cose, dico solo che l' uomo ha smesso di ritualizzare la propria vita.
Ha voltato le spalle alla sua profonda interiorità e quindi agli Dei.
E' spenta la sua adesione al Rito, al sentire le cose in modo "religioso", "simbolico", "unitivo".
Ora dopo generazioni di ateismo più o meno dicharato i nostri geni ne risentono, la nostra conformazione psichica, il nostro
cerebro, i nostri centri sottili...
Ora a mio giudizio, considerando il punto nel quale ci troviamo, a quest' altezza (o abisso) del Kali-Yuga, e sul valore
della dottrina dei cicli cosmici credo che tutti conveniamo, non è a cuor leggero che si puo' parlare di riportare in vita
forme del Rito passate...
E qui parlo di forme, non del Rito stesso.
Dobbiamo creare un Nuovo Tempio e quel Tempio siamo in primo luogo noi stessi.
Non c'è tempo per rinnovare i fasti di grandiosi culti autoctoni o per sognare l' Olimpo e il Walhalla.
Le cose sono troppo vorticose. Io voglio portare il discorso su un piano totalmente personale, interiore, di rigenerazione
alchemica. Vorrei che camerati e non, comunque tutti coloro che cercando di affrontare questa epoca capissero l' urgenza
di identificare le priorità. Perchè sono 2000 anni di deviazione. 2000 anni di duro ferro che rappresentano un durissimo
colpo per l' essere umano e la sua essenza originaria. Hanno spazzato via il mondo pagano, la sua essenza, la sua luminosità
solare. A me va bene parlare di Eternità e di illusione Samsarica ma finchè ci siamo invischiati in mezzo e la nostra coscienza ne è permeata bisogna fare i conti anche con questioni molto dirette e pratiche.

Sicuramente ti ricorderai l' avvincente conferenza di Del Ponte del mese scorso. Bene, l' ho ascoltata molto attentamente e mi sono posto varie domande. Quando Del Ponte a riguardo della Tradizione degli Dei indigeti di Roma parla di un patto che fu rotto e della possibilità costante di rinnovarlo e renderlo nuovamente operante ho storto un po' il naso.
Mi chiedo come sia possibile e in che misura. E soprattutto chi possa oggigiorno possedere l' investitura necessaria e le qualifiche per riallacciarsi alla Corrente di Saturno.

Otto Rahn
20-05-03, 02:37
"Nè mi è chiaro il tuo discorso sull'esoterismo senza exoterismo, che a mio parere si riduce in questo modo a un mero gioco intellettuale di sincretismi."

Mi spiego meglio.
Non credo che attualmente esista, almeno qui da noi in Occidente,
un sistema religioso o un culto ben strutturato che possa garantire agli aderenti e ai devoti un contatto reale con le forze operanti della Tradizione.
Come dire, siamo tagliati fuori.
La maggior parte dei grandi centri "sacri" moderni funge da
Golem delle gerarchie controiniziatiche.
In poche parole sono usurpati e vampirizzati.

Quando rimando direttamente all' esoterismo intendo dire,
partire da se stessi, pietra grezza, e tentare l' ascesi personale.
A qualsiasi livello essa possa giungere. Nel silenzio di se.
Senza più ornamenti o appoggi esterni.
Poi è chiaro che ci saranno espressioni di questo cammino interiore che potranno trovare conferme e sinergie al di fuori.
Capire ad esempio il valore degli equinozi o dei solstizi, mettersi in sintonia maggiormente con la natura, comprendere il significato e l' influenza delle fasi lunari, dei giorni della settimana ecc...ecc...
Ma questo è un lavoro che parte dall' ascoltare se' stessi, senza più mediazioni - nel bene come nel male.

Senatore
20-05-03, 02:41
Bisogna dire il tema toccato dai due interventi di Otto Rahn e Lupo Mannaro è veramente degno del massimo interesse e induce profonde meditazioni.
Infatti, a prima vista, mi pare che entrambe le impostazioni siano corrette ed è difficile tagliare il nodo gordiano che ci si presenta non appena confrontiamo da un lato la decadenza che la storia comporta e la necessità, dall'altro lato, dell'immutabilità del rito.
In effetti la teoria che Eliade sviluppa nel "mito dell'eterno ritorno", parte dall'idea che sia possibile l'abolizione del tempo, cioè si possa rimuovere il pesante condizionamento che il tempo e il divenire introducono nella vita dell'uomo e della comunità di cui egli fa parte. Tutto sommato Eliade non fornisce una concezione del tempo, ma una concezione di come si possa fare a meno del tempo e della storia, il che è ben diverso; il tempo non ha un andamento ciclico di per sè, ma solo in quanto l'uomo, attraverso un atto volontario, è in grado di rimuovere la privazioni e le corruzioni che derivano dal suo trascorrere, reintegrandosi nella condizione delle origini, nell'illud tempus. Pertanto più che un saggio sul tempo, il "mito dell'eterno ritorno" è un saggio di filosofia della storia, cioè uno studio sul differente atteggiarsi delle mentalità o ideologie umane nei confrnti del divenire storico: nulla è detto sulla vera essenza di questo, a prescindere dalle mentalità volta a volta affermantisi. Da questo punto di vista, che è quello del "dover essere", quale che sia l'epoca in cui si vive, l'obiettivo resta lostesso: restaurare la perfezione delle origine, imitando in certo modo ciò che nella natura suggerisce l'idea della eterna ripetizione, ma anche in un altro senso andando contro alla natura, nella misura in cui essa conosce dei corsi irreversibili.
Per tutte queste ragioni, la lettura del saggio dello storico romeno, mi ha dapprima lasciato interdetto, in quanto non mi riusciva di conciliarlo con la concezione tradizionale dei cicli, e in un secondo momento l'ho rivalutato per il suo valore "normativo".

Al contrario ciò che dice Otto Rahn, e che condivido, si pone più sul piano dell' "essere", che sul piano normativo e riprende le antiche dottrine sapienziali, per cui il ciclo di un mondo non può che conoscere una lunga fase regressiva fino al raddrizzamento finale. Se posso azzardare una interpretazione credo che Otto non si riferisse all'esoterismo nel senso "tecnico" della parola, quanto all'idea che l'età ultima pone sfide estreme e pericolose, che solo si possono superare identificandosi in ciò che si ha di più "piccolo", di più interiore. Esoterico nel senso di nascosto e sottratto alla grande frana che presumibilmente toglierà dimezzo tutte le credenze essoteriche; nascosto in quanto veramente inviolabile e indistrttibile.
Saluti a entrambi e anche agli altri forumisti.

Senatore
20-05-03, 02:53
Originally posted by Otto Rahn
Mi spiego meglio.
Non credo che attualmente esista, almeno qui da noi in Occidente,
un sistema religioso o un culto ben strutturato che possa garantire agli aderenti e ai devoti un contatto reale con le forze operanti della Tradizione.
Come dire, siamo tagliati fuori.
La maggior parte dei grandi centri "sacri" moderni funge da
Golem delle gerarchie controiniziatiche.
In poche parole sono usurpati e vampirizzati.

Quando rimando direttamente all' esoterismo intendo dire,
partire da se stessi, pietra grezza, e tentare l' ascesi personale.
A qualsiasi livello essa possa giungere. Nel silenzio di se.
Senza più ornamenti o appoggi esterni.
Poi è chiaro che ci saranno espressioni di questo cammino interiore che potranno trovare conferme e sinergie al di fuori.
Capire ad esempio il valore degli equinozi o dei solstizi, mettersi in sintonia maggiormente con la natura, comprendere il significato e l' influenza delle fasi lunari, dei giorni della settimana ecc...ecc...
Ma questo è un lavoro che parte dall' ascoltare se' stessi, senza più mediazioni - nel bene come nel male.

Schmitt si definiva l'Epimeteo cristino, ma questa definizione si attaglia anche a me dal momento che mentre scrivevo la mia risposta Ortto ne ha scritte ben due bruciandomi sul...tempo, e rendendo superate le mie considerazioni già nel momento in cui le postavo. Me ne farò una ragione.:-0003r

Otto Rahn
20-05-03, 15:29
Originally posted by Senatore
Schmitt si definiva l'Epimeteo cristino, ma questa definizione si attaglia anche a me dal momento che mentre scrivevo la mia risposta Ortto ne ha scritte ben due bruciandomi sul...tempo, e rendendo superate le mie considerazioni già nel momento in cui le postavo. Me ne farò una ragione.:-0003r

Caro Senatore non credo proprio con gli ultimi interventi di aver reso superate le tue considerazioni anzi, sono una integrazione importante alla nostra discussione.
:)

teodoro
10-01-07, 18:19
D'altra parte gli Dei non possono essere una "invenzione" degli uomini.

E neppure il loro culto può essere pianificato a tavolino.

Pragmaticamente mi sono fatto una idea: ognuno lavori su sè stesso, con disciplina ferrea e seguendo le indicazioni della scienza dello spirito.
Saranno gli Dei a manifestarsi.

pfjodor
10-01-07, 22:52
Gli Dei si sono manifestati mio caro Teodoro, si sono manifestati eccome, ma (come giustamente dice Epicuro), nella loro beatitudine e incorrutibilità eterna.

YHWH ha invece avuto pure il coraggio (o l'incoscienza), di incarnarsi, pensa te.


Shalom optime

Iunthanaka
12-01-07, 23:32
YHWH ha invece avuto pure il coraggio (o l'incoscienza), di incarnarsi, pensa te.


Shalom optime

Più che coraggio, oserei dire cattivo gusto...

ulfenor
12-01-07, 23:40
Invece da casa mia ha tolto il disturbo il crocefisso....necrofilia no grazie:-0#09o

per quanto riguarda cio che ha detto pfjodor non e mancanza di rispetto ma e proprio gusto dell'orrido

pfjodor
13-01-07, 10:11
Più che coraggio, oserei dire cattivo gusto...
ma PERCHE???
cattivo gusto??

gusto dell'orrido??

e non mi accusate più di essere io il provocatore.

ma come GUSTO dell ORRIDO.

ad ogni modo, evviva la LIBERTA' per culti e professioni religiose diverse tra loro.
Magari imparassimo a rispettarci per davvero, magari.

sideros
13-01-07, 22:00
L'intrusione è un po' azzardata ma il tema mi ha preso. La mente è corsa a una intervista a Ermst Junger, che mi è rimasta dentro(sto rileggndo le scogliere di marmo ) le risposte di Junger sono rivolte ai tempi moderni, il Vecchio combattente sottolinea che in questo mondo attuale sono inutili gli eroi(lui lo afferma che si è sempre buttato nelle situazioni più pericolose,vero eroe pluridecorato, ), è la tecnica che decide le sorti della guerra, l'eroe è destinato a perire. Gia nella prima guerra mondiale l'eroe diventava una figura inutile.
Questa è una mia riflessione -L'islam anche se mosso da fede dichiaratamente anti-pagana ripropone un certo tipo di eroismo(forse perchè i mussulmani operano ancora un rito collettivo, convinti e all'unisuono, a differenza dell'Ocidente alla deriva..) l'ultimo atto che può volitivamente decidere un uomo per contrastare il nemico. Non so cosa dire, ma come diceva Pound è la tecnica che decide e soggioga gli uomini, ma credo ci sia un seppur piccolo spazio per la volonta individuale che può incidere sulle sorti del collettivo. Sempre meno liberi diventeremo delle fotocopie, si forse è il segno dell'ultima quarta età, la peggiore , la più instable e imprevedibile, ma dobbiamo preparare il ritorno.