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S.P.Q.R.
21-05-03, 15:01
Il sindaco appoggia la richiesta di centrodestra e Margherita

«Milano vieterà il concerto di Manson»
«Musica satanica e incitamento alla violenza». Domani il voto in consiglio comunale. Monza ha già bloccato la rockstar
Il sondaggio

Condividete la scelta dei sindaci di Milano e Monza di vietare il concerto di Marylin Manson?





Anche Milano dice «no» a Marilyn Manson. Dopo il rifiuto di Monza dove il caso è stato sollevato persino dal pulpito di un parroco, la musica satanica della rockstar in testa alla hit parade italiana fa sobbalzare il Consiglio comunale del capoluogo lombardo e il concerto diventa un caso politico. Due consiglieri di Forza Italia hanno presentato ieri sera una mozione per chiedere che il Comune «non dia il permesso allo svolgimento del concerto» in programma il 7 e l’8 giugno al Mazda Palace di Milano. Del resto, fanno notare gli esponenti del centrodestra nel documento, qui la politica non c’entra: perché ha già negato l’autorizzazione la giunta di Monza, che è di centrosinistra.

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Una reazione che il cantante americano aveva previsto. E forse anche cercava: pubblicità gratis. «In Europa - aveva detto in aprile in un’intervista al Corriere della Sera - c’è sicuramente un rapporto più tranquillo tra me, il pubblico e le istituzioni di quanto non sia in America. Ma in Italia è diverso: perché la vostra cultura religiosa è particolare e innesca una serie di reazioni che non hanno paragoni altrove. Bene, vuol dire che c’è bisogno di me anche qui».
E così è stato. Il concerto era in programma nello stadio di Monza. Ma prima un parroco, con un appello lanciato alla messa domenicale, e poi il Comune hanno cacciato Manson. Allora Andrea Pieroni, l’organizzatore, ha chiesto ospitalità a Milano. Dove il concerto è già stato fissato per il 7 giugno al Mazda Palace. Pieroni si è arrabbiato molto con il Comune di Monza e la sua giunta di centrosinistra: «Una giunta fatta di fantocci nelle mani dell’opposizione, censori degni del Ventennio - ha detto l’organizzatore sabato scorso -. Così traslochiamo a Milano, dove c’è sì una giunta di centrodestra. Ma anche di un’altra mentalità».


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Andrea Pieroni proprio non se l’aspettava. E il «no» è arrivato anche da Milano. Il testo della mozione, che andrà ai voti nell’Aula di Palazzo Marino durante la seduta di domani, ha già raccolto le firme di quasi tutto il gruppo di Forza Italia, di An, della Lega, della Margherita e di un consigliere diessino. A sostegno della mozione si è espresso anche il sindaco, mentre il vicesindaco Riccardo De Corato e l’assessore ai Grandi eventi, Giovanni Bozzetti, annunciano di aver incaricato l’avvocatura e la segreteria generale di cercare tra le pieghe della convenzione per la concessione d’uso sottoscritta tra il Comune, proprietario del Mazda Palace, e la società Divier Togni 2, un grimaldello per poter vietare l’esibizione.
In realtà, su come fare per negare la sede alla rockstar i consiglieri sembrano avere le idee chiare. Stefano Carugo e Carlo Masseroli, gli ispiratori della mozione, di area ciellina, sventolano l’articolo 3 della convenzione per l’utilizzo del Mazda Palace, dove si legge che le manifestazioni svolte devono «essere sempre accessibili anche a un pubblico minorenne». «Non è certo il caso dei concerti di questo signore - scandiscono gli esponenti di Forza Italia - che è noto al pubblico per le sue dichiarate ispirazioni sataniche e per l’incitamento alla violenza».
Svetta sulla mozione anche la firma di Alberto Mattioli, capogruppo della Margherita. «Lo trovo moralmente repellente - dice -. Credo che un’istituzione si debba sempre porre la domanda se il messaggio è educativo». Dello stesso parere è l’assessore ai Grandi eventi, Giovanni Bozzetti. «L’ho già detto e lo ripeto: mai in spazi pubblici e in piazze cittadine - aggiunge - perché il messaggio di Manson è diseducativo».
Frena la crociata solo il capogruppo dei Ds, Emanuele Fiano. «Temo tutte le situazioni in cui si censura l’espressione artistica. Personalmente, non resisterei dieci secondi al concerto e non vorrei che ci andassero i miei figli, ma non credo che il Consiglio comunale sia un comitato di censura». Un caso politico, insomma. All’italiana. Come prevedeva Marilyn Manson, che non poteva sperare di meglio per pubblicizzare il suo ultimo album.


di Rossella Verga