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S.P.Q.R.
26-06-03, 12:38
Girare in bici per Milano è un po' come

Girare in bici per Milano è un po' come avventurarsi a nuoto tra i canali di Venezia. Tutto si coalizza contro l'uomo che azzarda una tale impresa. Anzitutto gli elementi. L'aria in cui è immerso il povero ciclista urbano non è quella di montagna, e certo ha certo poco da invidiare, in fatto di inquinamento, all'acqua di Porto Marghera.
Che dire poi della terra? Costellata di rotaie del tram, micidiali per chi non le infila ad angolo retto, e di vecchie lastre in porfido, buone forse ai tempi della contestazione come armi contundenti, oggi spuntoni per gomme lisce. Manca il fuoco? Provate a pedalare sotto il solleone, in questi giorni.
E laddove la furia degli elementi non bastasse, a scoraggiare l'amore per la bicicletta arriva la violenza di chi circola a motore, più furente di qualsiasi gondoliere contro chi gli nuotasse a prua. Se non avete mai provato a pedalare un po' per Milano non potete immaginare lo sguardo e l'atteggiamento sprezzante, addirittura cruento, di certi automobilisti, che stringono la bici contro il marciapiede o procedono semplicemente come se il ciclista fosse invisibile. Lo stesso accade quasi sempre per gli scooter, furenti contro chi intralcia i loro zig zag.
Insomma, per dirla in breve, Milano si comporta con i ciclisti come quei mendicanti di cui raccontava Gide, che, aiutati da un anonimo passante, si rivoltavano contro di loro per una beneficenza non richiesta, Traduzione per chi facesse finta di non capire: circolare in bicicletta è il modo in assoluto meno inquinante di attraversare una città, già al collasso per la morsa del traffico e per gli scarichi delle marmitte. Eppure, paradossalmente, non c'è amministrazione comunale che si sia mai occupata di premiare la categoria, moltiplicando per esempio le piste ciclabili, o favorendo norme e regolamenti che favorissero la proliferazione delle due ruote senza motore. Anche ieri pomeriggio, i ciclisti riunitisi davanti a Palazzo Marino per protestare contro la morte di Elena e chiedere sicurezza non sono stati nemmeno ricevuti.
Qualche tempo fa qualcuno, forse trafitto da un raggio di sole di abnorme potenza, ha addirittura proposto di multare le biciclette sui marciapiedi. E solo fino a qualche anno fa chi avesse voluto tenere la bici nel cortile del proprio condominio avrebbe dovuto lottare come un sol uomo contro l'esercito degli altri inquilini, privo di qualunque strumento giuridico. Oggi chiunque può far valere un regolamento comunale che impone ai condomini di permettere il ricovero delle bici nei giardini. Ma è poca cosa. Di bici si muore. E questa rimane una vergogna per una città che vende tanta immagine, ma che continua a dimenticare troppi soggetti deboli.
Enrico Fovanna

Alberich
28-06-03, 12:43
spararsi nelle palle.

L'attuale giunta aveva anche dichiarato, per bocca dell'assessore Goggi, che ritiene le biciclette un mezzo obsoleto. Stupisce l'ott usità di questi nostri amministratori.