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Visualizza Versione Completa : Prova: Honda CBR 600 RR



demian
01-07-03, 09:16
da motocorse....

http://www.motocorse.com/testmoto/2003/Honda_cbr600rr_1.jpg

Mamma Honda ha sempre seguito una filosofia commerciale piuttosto singolare, visto che agli innumerevoli successi nelle competizioni di ogni tipo raramente sono seguiti modelli commerciali "estremi" che cercassero di porsi al vertice delle rispettive categorie come prestazioni sportive pure.

La CBR non ha fatto eccezione, ed anche se la (lenta) evoluzione subita nel corso degli anni l'ha portata a diventare un punto di riferimento anche per la guida in pista, è innegabile che l'impostazione generale della 600 di Tokyo abbia sempre cercato un compromesso fra la ricerca esasperata delle prestazioni in circuito e la guida su strada, magari in coppia.

Lungi dall'essere un difetto, questa caratteristica le ha portato un successo di vendite incredibile, e soprattutto mantenuto nel corso degli anni. Ma Honda non poteva trascurare le tendenze di un mercato che negli ultimi anni ha richiesto moto sempre più specialistiche, e con la doppia versione CBR 600F/Sport aveva iniziato a separare la clientela più stradale da quella più pistaiola.

Poi il salto decisivo: un nuovo modello, la CBR 600 RR, che si affianca e non sostituisce la precedente versione F, che rimane in listino. Un modello estremo, che a detta dei tecnici Honda ha potuto utilizzare un bel po' della tecnologia racing derivata dalla RC211V. Una boutade? No. La CBR 600 RR non monta certo componenti presi dalla MotoGP, ma è indubbio che la filosofia generale del progetto, l'equilibrio della ciclistica, la distribuzione dei pesi e molto altro ancora sono stati influenzati pesantemente dal labotratorio viaggiante a due ruote portato in gara da Valentino Rossi.


Com'è fatta

Il primo colpo d'occhio evoca la RC211V utilizzata da Mick Doohan per un giro d'onore a Suzuka durante la Otto Ore. In quell'occasione gli ingegneri giapponesi l'avevano dotata di fari di nuovo tipo, dei piccolissimi occhi che ne avevano ancora più impreziosito l'aspetto. Ed ora eccola qua, a disposizione di (quasi) tutti.

Il doppio faro anteriore di tipo "line beam" colpisce subito l'attenzione, ma l'occhio corre su tutta la moto per soffermarsi sulla pulizia del retrotreno, impreziosito da un mirifico forcellone e reso snello e filante dal posizionamento sotto il codone del singolo silenziatore, che nella vista posteriore appare sormontato da un fanale a led moderno ed accattivante.

Tutto sembra essere stato disegnato in funzione dell'aerodinamica, a partire dalle prese d'aria dell'airbox, progettate per ottenere il massimo rendimento ma contemporaneamente non costituire un "freno" aerodinamico nei cambi di direzione ad alta velocità.

Alla leggerezza visiva di avantreno e retrotreno si contrappone la compattezza della zona centrale, e non è solo un effetto visivo: la CBR 600 RR fa della centralizzazione delle masse il suo punto di forza, così da garantire la massima sensibilità all'avantreno. Tutto fa fulcro sull'inedito propulsore, completamente ridisegnato rispetto a quello della versione "F" e tanto compatto da apparire di cilindrata decisamente inferiore. Il motore è anche elemento stressato della ciclistica, visto che contribuisce alla rigidità del nuovo telaio realizzato in alluminio pressofuso con un nuovo procedimento in grado di ridurne il peso a parità di resistenza.

Alesaggio e corsa sono gli stessi della CBR 600 F. Tutti qui. Il resto è stato riprogettato, ed il risultato è sorprendente: il nuovo propulsore appare come un gioiello di una manifattura svizzera, viste le dimensioni ridottissime e la cura dell'assemblaggio. Lo spostamento dell'alternatore ha consentito di ridurne la larghezza, mentre per renderlo più compatto in senso longitudinale si è spostato l'albero primario del cambio verso l'alto di quasi 5 cm, permettendo così lo spostamento in avanti dell'albero secondario.

Questo ha anche consentito di allungare il forcellone di 43 mm, spostandone anche il fulcro in avanti a tutto vantaggio della sospensione posteriore e della trazione. La forcella invece è un'unità a steli tradizionali da ben 45 mm, dotata di regolazione del precarico e dell'idraulica.

Nulla di esotico anche nel settore freni, con una coppia di dischi flottanti da 310 mm di diametro all'anteriore abbinata ad un disco da 220 mm di diametro al posteriore.

In sella

I dati tecnici, i discorsi degli ingegneri, i disegni CAD, trovano immediata spiegazione una volta saliti in sella: corta e compatta, la CBR 600 RR dà la netta sensazione di trovarsi con la ruota anteriore in mano. L'avanzamento è sensibile, dovuto anche al cortissimo serbatoio (o meglio, finto serbatoio, visto che quello vero è sotto) che permette di impugnare agevolmente i semimanubri, con il casco quasi sulla piastra anteriore della forcella.

Come al solito, quando si prova una Honda, l'ergonomia dei comandi sembra disegnata su misura per ogni pilota; i semimanubri permettono un'impugnatura naturale e senza forzature, le ginocchia assumono una posizione mai troppo angolata, e le pedane - bellissime - si trovano proprio dove le cercate, così come i comandi al manubrio.

Come va

Una posizione di guida azzeccata predispone subito psicologicamente il pilota in modo positivo. Tutto sembra subito naturale, e fin dai primi giri sembra di aver sempre guidato questa moto. La prima sensazione è di leggerezza e agilità, la moto si lascia condurre agevolmente con una guida morbida e rotonda, ed anche mantenendo il motore nella fase intermedia dell'erogazione, girando lentamente per scaldare le gomme, non dà mai la sensazione di "cadere" all'interno delle curve.

http://www.motocorse.com/testmoto/2003/Honda_cbr600rr_3.jpg
LA CBR 600 RR con il kit HRC


Aumentando l'andatura la moto mette in mostra i suoi pregi, a cominciare dall'assoluta neutralità. Nei curvoni in appoggio la CBR trasmette sensazioni assolutamente tranquillizzanti, dando l'impressione di poter sentire fisicamente ogni minima imperfezione dell'asfalto e soprattutto non risultando mai nervosa di avantreno, neppure con una guida più sporca e grintosa.

Scordatevi le sbacchettate violente, la sensazione di "galleggiare" della ruota anteriore: anche forzando la 600 di Tokyo mantiene una coerenza invidiabile, senza per questo apparire lenta nei cambi di traiettoria o in fase di impostazione della curva; tutt'altro, alla fine delle staccate l'avantreno si fionda in piega e permette di raggiungere immediatamente la corda, ma senza quelle incertezze che possono portare a dover correggere la traiettoria impostata, cosa comunque che è possibile fare senza troppe esitazioni anche intervenendo leggermente sul freno posteriore, che permette "pinzate" delicate senza compromettere l'assetto in piega. In queste condizioni l'unico difetto è un certo ritardo negli apri/chiudi, che risulta però più fastidioso su strada che in circuito.

La frenata è ai massimi livelli della categoria, grazie anche in questo caso ad un assetto sempre controllato che evita scodinzolamenti non voluti o violenti trasferimenti di carico, anche se si nota un certo effetto autoraddrizzante che su certi circuiti potrebbe rivelarsi fastidioso.

Le prestazioni

Centodiciassette cavalli dichiarati a tredicimila giri. Di fatto, l'erogazione di questo propulsore è lineare e costante da poco più di duemila giri, ma è dai 6/7.000 che diventa esaltante. Nonostante i primi rapporti un pelo lunghi anche su strada non si fatica a tenere il motore nella fase ottimale dell'erogazione, mentre in pista si ha modo di godere anche dell'ulteriore incattivimento che arriva intorno ai 10.000 giri di strumento, da dove si arriva in un attimo al limitatore anche con le marce alte inserite.

La regolarità dell'erogazione a volte può far pensare ad una carenza di cavalli, ma è proprio la linearità della curva di coppia che permette di aprire il gas con un attimo di anticipo rispetto ad altre moto, con la sicurezza che l'avantreno della CBR 600 RR non reagirà mai in modo nervoso e che le eventuali perdite di aderenza del retrotreno saranno sempre perfettamente gestibili anche ad inclinazioni elevate.

In conclusione questa Honda si adatta perfettamente ad ongi stile di guida, risultando granitica nell'appoggio a pieghe impossibili per permettere traiettorie rotonde e scorrevoli, così come permette di forzare le staccate arrivando scomposti per poi buttare di forza la moto in piega, senza mai reazioni scomposte e con la sicurezza di una ciclistica in grado di correggere molti errori.

Per i più esigenti, per questa moto è disponibile anche un kit HRC

I pregi:

- stabilità alle massime inclinazioni
- maneggevolezza
- frenata

I difetti:

- leggero effetto autoraddrizzante in frenata
- rapportatura del cambio

La scheda tecnica

Motore: quattro cilindri in linea, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 67x42,5 mm, cilindrata 599 cc, rapporto di compressione 12:1
Distribuzione: bialbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, lubrificazione forzata a carter umido con pompa trocoidale
Alimentazione: iniezione elettronica PGM-DSFI con corpi sfarfallati da 40 mm
Accensione: digitale transistorizzata controllata da computer con CPU a 32 bit
Avviamento: elettrico
Trasmissione: primaria a ingranaggi a denti diritti, frizione multidisco in bagno d’olio con comando meccanico, cambio a 6 marce, finale a catena
Scarico: 4 in 2 in 1
Telaio: doppio trave d’alluminio con reggisella smontabile
Avancorsa: 95 mm
Sospensione anteriore: forcella teleidraulica steli da 45 mm, escursione 120 mm
Sospensione posteriore: Pro Link, ammortizzatore oleopneumatico,escursione ruota 120 mm
Ruota anteriore: da 17", pneumatico radiale 120/65-17
Ruota posteriore: 17", pneumatico radiale 180/55-17
Freno anteriore: a doppio disco flottante da 310 mm, pinze a 4 pistoncini
Freno posteriore: a disco da 220 mm
Interasse: 1390 mm
Lunghezza: 2065 mm
Larghezza: 685 mm
Altezza sella: 820 mm
Peso a secco: 169 kg
Capacità serbatoio: 18 litri compresi 3,5 litri di riserva
Potenza max: 117 CV (86 kw) a 13.000 giri/'
Coppia max: 66 Nm a 11.000 giri/'

XT
01-07-03, 14:07
Bravo! Cosi' mi fai venire voglia di CBR RR :mad: :mad:

:D

Oli
01-07-03, 18:13
L'ha comprata un mese fa un mio amico, da allora nn l'ho + visto, sempre in giro a bordo di essa.

Mah

Nirvana
10-07-03, 22:17
il prezzo, porca miseria il prezzzo!!!!!

Nirvana
10-07-03, 22:18
posta anche la scheda della Hornet, ci sto facendo un pensierino

XT
11-07-03, 09:45
Originally posted by Nirvana
posta anche la scheda della Hornet, ci sto facendo un pensierino

E bbrao !
Ti vuoi fare la hornet?

Molto bella.

La Fazer non ti piace?
Consuma un pelo meno, ha piu' allungo, ciclistica un pelo migliore, il cupolino per poter viaggiare in autostrada tranquillo, l'indicatore di livello del carburante.

XT
11-07-03, 09:46
Originally posted by Oli
L'ha comprata un mese fa un mio amico, da allora nn l'ho + visto, sempre in giro a bordo di essa.

Mah

Strano, vero? :D

Io me la porterei pure al letto.
O quanto meno mi lego un braccialetto di ferro al telaio anche quando dormo.

Lo scarico sotto il fanale e' veramente bellissimo.

Nirvana
17-07-03, 22:14
e intanto un mio amico si e' schiantato con la R1 nuova di una settimana

XT
18-07-03, 10:56
Originally posted by Nirvana
e intanto un mio amico si e' schiantato con la R1 nuova di una settimana

Azzo!

Che si e' fatto?

Beh, l'R1 puo' dare alla testa, ma bisogna vedere se se l'e' cercata oppure e' stata sfiga.
Come al mio amico, cui gli ha tagliato la strada un vecchietto in bici e gli ha fatto grattuggiare moto e spalla.

Nirvana
24-07-03, 21:42
Originally posted by XT
Azzo!

Che si e' fatto?

Beh, l'R1 puo' dare alla testa, ma bisogna vedere se se l'e' cercata oppure e' stata sfiga.
Come al mio amico, cui gli ha tagliato la strada un vecchietto in bici e gli ha fatto grattuggiare moto e spalla.


si e' rotto la clavicola (frattura scomposta) cmq gli ei andata di culo, diciamo che ha sbaliato una curva ed e' andato dritto ha imboccatto una strada sterratta, lamoto ha sculato ha planato sull'erba e se non era per lo zainetto che aveva sulla spalle (e' imasto incastrato sotto ls moto) faceva un volo di una ventina di metri.

demian
03-08-03, 17:39
Originally posted by Nirvana
posta anche la scheda della Hornet, ci sto facendo un pensierino

ancora co sta hornet....

prendi la baby speed o la bandit e zitto....

demian
03-08-03, 17:41
Originally posted by Nirvana
il prezzo, porca miseria il prezzzo!!!!!

€ 10.450

indicativamente dovrebbe essere questo....
o lameno il concessionario a ciu l'ho chiesto questo mi ha fornito....

demian
03-08-03, 17:44
Originally posted by XT
Bravo! Cosi' mi fai venire voglia di CBR RR :mad: :mad:

:D

:p :p :p

Nirvana
04-08-03, 21:25
Originally posted by demian
ancora co sta hornet....

prendi la baby speed o la bandit e zitto....


e posta qualcosa allora no!?

demian
06-08-03, 07:06
Originally posted by Nirvana
e posta qualcosa allora no!?

ok....

demian
06-08-03, 07:14
Beh, devo ammetterlo, il fatto che la motoretta in questione me
l'abbiano consegnata direttamente a casa, unito al fatto che la stessa motina aveva all'attivo ne più ne meno di 70 (settanta!!!!!!) chilometri, mi ha gasato non poco, mi ha fatto sentire un testerone serio e quindi mi ha fatto iniziare questa nuova prova con lo spirito giusto!!!


La prova in questione è stata sicuramente la più completa che abbiamo fatto fino ad ora.

Non solo per il numero totale di chilometri, molti più di milleduecento, ma soprattutto per il tempo che ha avuto ogni singolo tester per sfruttare in tutto e per tutto la naked più venduta degli ultimi anni e per le incredibili variazioni meteo che hanno accompagnato queste due settimane di test.



http://www.topmoto.it/articoli_moto/suzuki/bandit2001/Apic.jpg

Il mio solito culo, lo ammetto: io mi sono beccato il quattro cilindri in linea Suzuki proprio quando splendeva il sole…ahahah che volete, c'est la vie!!!

Nanni in compenso alla fine del suo turno aveva dei bellissimi geloni oramai consolidati sulle nocche!!!

Vabbè, passiamo alle cosine serie…ah no, un ultimo preambolo: come potete ammirare da questa provona ci siamo finalmente dotati di macchinetta digitale. E a Pasi basta sentire la parolina digitale per sbizzarrirsi in animazioni di ogni genere e lunghezza. Ora si che siamo professionali!!!

Ma veniamo alla GSF600…l'abbiamo presa nuda per due ragioni principali: la prima è che se uno si vuol comprare una nuda, se la compra COMPLETAMENTE nuda, perché un nuda rivestita non ha un granchè senso…

La seconda ragione è che, nonostante il radicale miglioramento estetico il cupolino della versione S, come d'altronde quelli di tutte le nude rivestite, non ci convince appieno e quindi abbiamo preferito tenerci la Prima, la Vera, l'Unica GSF 600.

Il colore non l'abbiamo scelto ma alla fine sarebbe andata bene anche lilla. Comunque il blu a me personalmente è piaciuto molto, sicuramente più del blu Hornet.
Esteticamente la Suzuki ha fatto un bel lavoro per rinnovare senza stravolgere questo vero e proprio best seller. L'unico appunto, visto che anche le fiancatine cromate mi sono alla fine piaciute di brutto, lo riservo al gruppo ottico posteriore, troppo incasinato e importante dove invece serviva qualcosa che snellisse il codone presidenziale. In più a me ricorda tanto il faro posteriore di qualche modello Kawasaki…
Qualcuno, leggi la mia ragazza, ha pure detto che, davanti, il gigantesco bicorno cromato che rappresenta il gruppo tachimetro-contagiri, faceva un po' ridere per dimensioni e proporzioni. Io forse non ho tutta l'attenzione ed il gusto per il bello di una donna, forse guardo maggiormente altre cose, resta il fatto che me lo metterei sul comodino…

Una volta in sella ci si accorge subito che la filosofia che sta dietro a questa moto non è assolutamente né quella della brucia semafori, né quella del mezzo per la piega selvaggia. Si è seduti comodi, schiena dritta dritta, braccia distese vero il manubrio bello alticcio, pedane forse fin troppo avanzate ma comunque posizionate molto bene in altezza.
Il passeggero, sempre a detta della Terry, non gode invece dello stesso trattamento. Infatti, ed abbastanza incredibilmente per una moto di tal genere, la posizione non è ben studiata, obbligando il compagno di gita a quocersi istantaneamente il tacco della scarpa destra sul silenziotore e costringendolo su una porzione di sella che verso il fondo si rialza sensibilmente spingendo troppo verso il pilota. In più nella guida un pochino spinta, dove più che con le braccia ci si regge con la forza delle gambe, risulta scomoda la conformazione marcatamente panciuta del codone, che va ad infastidire i polpacci dell'aiuto-pilota nelle staccate più allegre.


http://www.topmoto.it/articoli_moto/suzuki/bandit2001/Bpic.jpg

SU STRADA

Giri la chiave e subito impazzisci: contagiri e tachimetro ti salutano facendosi in coppia tutta la scala dei rispettivi strumenti e tornando poi malandrini in posizione di riposo. Troppi negroni ieri sera, penso subito, quindi ripeto l'operazione: ci ho messo mezz'ora per staccarmi dall'ipnotico giochino e far partire il mezzo!!!
Acceso, il frontemarcia raffedato aria-olio ha il tipico, rassicurante rumore pacato ma incazzoso allo stesso tempo dei quattro cilindri di media cilindrata. Anche il suono è conosciuto, riprendendo agli alti regimi la tipica voce acuta dei migliori scarichi Suzuki.
Non è sicuramente un mezzo con cui staccare il tempo a Monza, questo lo capisci subito, ma subito capisci anche che se ti salta l'appuntamento che hai tra mezz'ora puoi benissimo andare a farti 500 Km in pieno godimento. Certo, la protezine è quella che è, ma come dice il Signor Sabbatini (chi è??), non puoi comprarti una nuda e poi lamentarti del vento in faccia…
I freni sono proporzionati alle prestazioni per cui è pensato il mezzo e solo testando a fondo tutta la Suzuki si desidera più mordente e modulabilità.


La sella è molto morbida, ma mai troppo. Per una guida che esuli dall'andatura da crociera ci si deve impegnare un po' perché solo sopra gli 8.00 giri si trova il vero pepe.
Sotto questa soglia la moto viaggia in surplace che è un piacere, col motore che ronza quatto quatto e pronto a farsi sentire ad ogni giro della manopola del gas.
Le sospensioni sono tarate sul morbido, come da filosofia generale, e copiano bene le asperità del terreno. Di contro, ovviamente, non impressionano per rigore una volta che si decide di fare i buffoni.
La capacità di carico è esaltata dalla presenza di validi appigli sotto il codone ai quali attaccare elastici, spago o corda da terremotato.
La moto, pur non essendo come detto una corsaiola, risulta molto maneggevole e abbastanza rapida nei cambi di direzione, esprimendosi con piacere nei tratti misti di montagna.
Sul veloce si paga invece la cedevolezza delle già citate sospensioni, quindi i curvoni affrontati a manetta sono spesso e volentieri accompagnati da qualche ondeggiamento, ma mai tale da inficiare la sicurezza.

In definitiva una gran moto, sincera e concreta che fa della versatilità e della robustezza le sue doti migliori. Una moto che definirei intelligente se il termine non fosse stato accostato in passato a moto incredibilmente deludenti.
Questa nuova Bandita deludente non lo è affatto e anzi rimane validissima per chi non vive solo di sparate in solitaria ma cerca una due ruote valida sempre e valida ovunque. Tranne la pista, ci mancherebbe altro…


Dati tecnici SUZUKI GSF 600 BANDIT



Tempi motore: 4 N. cilindri: 4
Cilindrata: 600 Potenza a 10500 giri
Giri 14500 Potenza kW 57
Coppia a 9500 giri Coppia Nm 54
Alimentazione Carburatori N. marce 6
Velocità km/h N.R. Peso Kg 204
Freni 2 disc - disc Altezza da terra 130 mm
Interasse mm 1440 Capacità serbatoio 20 Litri



www.topmoto.it

demian
06-08-03, 07:16
Il nome è tutto un programma, Bandit!
Chissà che bestia di moto…
Invece no, abbiamo davanti a noi un mezzo veramente equilibrato, arrivato alla sua seconda versione, che non eccelle in una materia in particolare, ma che si destreggia molto bene su qualsiasi tipo di strada.

La prima cosa che si nota è l'estetica, ampiamente rinnovata rispetto alla precedente versione, resa molto aggressiva dal bel gruppo ottico, con un cupolino protettivo ed il nuovo codino dalle forme filanti che ben si abbina al design del gruppo sella - serbatoio.Osservando la vista laterale, si notano le dimensioni "importanti", ma non incombenti, della Bandit.

Il telaio (un doppia culla in tubi d'acciaio) è stato profondamente modificato rispetto al precedente, come lo sono anche le quote ciclistiche. Le finiture sono molto curate, anche tenendo conto del prezzo (7500 Euro), come buono è l' assemblaggio.

Nulla da eccepire sulla strumentazione, che si sposa bene esteticamente con il resto della moto, oltre ad essere molto completa visto che comprende oltre ai classici tachimetro - contagiri, anche due contachilometri parziali, orologio e l'utilissimo indicatore livello carburante.
Discrete le dimensioni del vano sottosella. Pratici i ganci per la rete elastica fissati al codino, che sembrano anche particolarmente robusti.

Altro protagonista a livello estetico è il motore, un classico quattro cilindri con raffreddamento misto aria-olio, alimentato da una batteria di carburatori Keihin da 32, che con la sua ricca alettatura per il raffreddamento ci porta indietro nel tempo.
Da sottolineare l'assenza di cavi, cavetti e connettori a vista in tutti i reparti della Bandit, bravi.

Adesso basta…saliamo in sella!
La prima impressione è quella di avere tutto sotto controllo e che la posizione di guida sia adatta oltre che per andare in ufficio, anche per affrontare lunghi trasferimenti autostradali e non.
Infatti il cupolino, che dà l'idea di essere protettivo e la sella comoda sia per il guidatore che per la (mi raccomando "la" e non "il") passeggera , fanno sognare tragitti piu' lunghi e piacevoli di quello (quasi sempre palloso) casa - ufficio.
Una volta in movimento, si scopre una moto facile ed intuitiva, e le sospensioni che in un primo tempo sembravano flaccide (classica la prova di affondamento a moto ferma, manco fossimo dei tecnici) assorbono bene le asperità (maledetto pavé) senza dare la sensazione di galleggiare, ed anche quando si viene assaliti dalla scimmia per la velocità, la Bandit non si tira indietro, anche se preferisce una guida piu' fluida che non di "cattiveria".

Affrontando dei tratti di strada medio - veloci, si scopre che la Bandit è molto stabile e che le sue reazioni sono alla portata di tutti. Anche il reparto freni preferisce la guida turistica piuttosto che quella adrenalinica visto che soprattutto nella guida in coppia, con il doppio disco anteriore spesso si deve chiamare in causa il posteriore.

A velocità autostradali si scopre che le promesse del cupolino diventano certezze. Infatti la protezione dall'aria è più che sufficiente per tenere medie elevate (meglio comunque abbassare il busto per essere più protetti dal flusso dell'aria fino a 160 Km/h, oltre diventa comunque faticoso), che grazie anche ai consumi ridotti vuol dire percorrenze elevate. Infatti se non vi sentite il Valentino della situazione potete percorrere anche venti chilometri con un litro senza particolari problemi.

Il motore vi aiuterà in questo, visto che predilige i regimi medi, essendo un po' vuoto ai bassi e troppo ruvido agli alti dove poi vengono fuori anche delle fastidiose vibrazioni (adesso capisco perché le pedane sono montate su supporti elastici!).

Nel complesso il voto che diamo alla GSF 600 Bandit S e piu' che buono, visto il rapporto qualità prezzo e l'estrema adattabilità ai vari tipi di utilizzo.
Insomma una moto che strizza un occhio all'estetica e due alla praticità e alla facilità di guida…


http://www.moto.it/provemoto/426/02-p.jpg

www.moto.it

demian
06-08-03, 07:18
Moto: SUZUKI
Modello: GSF 600 Bandit S (00 - 03)
Prezzo del nuovo: Euro 7.301
Prezzi chiavi in mano, comprensivo di immatricolazione.
Prodotta dal 2000 al 2003
Tempi: 4
Cilindri: 4
Cilindrata: 599
Cavalli: 77 a giri: 10550
KGM: 5,5 a giri: 9300
Marce: 6
Freni: 2D-D
Misura Cerchi (ant./post. in pollici): 17-17
Velocità (km/h): 208
Accelerazione 0-400m (sec.): 12,3
Peso: 202
Lunghezza: 2060
Larghezza: 770
Altezza: 800
Capacità serbatoio: 19


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demian
06-08-03, 07:18
http://www.moto.it/imagesmoto/SUZUKI/426.jpg

demian
06-08-03, 07:27
Si chiama Baby Speed (ma solo in Italia, all'estero è la Speed Four), ha quasi 89 CV alla ruota, supera i 220 kmh e, prezzo a parte un po' alto, rappresenta l'antagonista diretta della Honda Hornet 600.

Il primo a pensarci è stato il solito Carlo Talamo: che fare con tutte quelle TT600 invendute? Semplice, via la carena, un bel doppio faro in stile Speed Triple e il gioco è fatto. I 50 esemplari allestiti hanno avuto successo, così la casa madre ha pensato bene di industrializzarla. Le somiglianze con la famosa sorella maggiore a tre cilindri finiscono però a questi pochi particolari.
La Baby Speed monta un 4 cilindri in linea da 599 cc, ereditato dalla carenata TT600. Di quest'ultima mantiene serbatoio e codone che non aiutano a slanciare la linea, comunque piacevole. La derivazione diretta da una sportiva stradale apporta però benefici tangibili nella dotazione ciclistica: il telaio è un doppio trave in alluminio, quindi rigido e leggero (12,6 kg), i freni sono
di ottimo livello (doppio disco da 310 mm con pinze a 4 pistoncini e disco singolo posteriore da 220 mm) così come le sospensioni (forcella tradizionale da 43 mm e monoammortizzatore completamente regolabile) che danno il giusto sostegno e feeling nelle situazioni più disparate.
Le quota ciclistiche non lasciano dubbi su quale sia il terreno di caccia ideale di questa media naked. Interasse di 1.395 mm,
avancorsa di 89,1 mm ed inclinazione del cannotto di sterzo di 24,6°: sono valori che prediligono maneggevolezza ed agilità. La potenza max dichiarata è di 98 CV, 8 in meno rispetto alla TT600 ma ne ha guadagnato l'erogazione, ora più favorevole ai regimi medio-bassi, grazie anche ad alberi a camme, pistoni e camicie ridisegnati.

Nella guida, le modifiche apportate al motore sono particolarmente apprezzabili nell'apri-chiudi tipico dei percorsi tormentati, dove l'unità a 4 cilindri ha guadagnato in fluidità d'erogazione; ora è davvero corposo fin dai bassi regimi (si può riprendere senza sussulti da meno 2.000 giri in sesta) e la curva di coppia è molto ampia. Intorno ai 5.000-6.000 giri c'è "birra" sufficiente per andare a spasso dimenticandosi del cambio (preciso ma non velocissimo) e nella guida sportiva si può contare su un allungo notevole. Sommario





La posizione di guida è caratterizzata dai semimanubri (ma sarà disponibile a breve la versione con manubrio alto) che tuttavia non obbligano ad una postura troppo caricata sui polsi, grazie alla posizione ottimale delle pedane. La sella è sufficientemente comoda e la moderata altezza da terra (810 mm) permette anche alle ragazze di trovare un saldo appoggio a terra. Togliendo il guscio coprisella posteriore (fornito di serie) si può ospitare il passeggero che troverà una sistemazione dignitosa seppur da sportiva stradale. La Baby Speed non è leggerissima (194 kg sulla nostra bilancia) ma, superato l'imbarazzo dei primi metri per via dei semimanubri, sembra molto più leggera ed il feeling arriva dopo pochi minuti alla guida.
Ottimo il comportamento in curva: l'inserimento è immediato, l'appoggio è sicuro ed il comportamento in percorrenza è neutro, senza sovrasterzo né sottosterzo, apprezzabile anche nei rapidi cambi di direzione dove i movimenti riescono fluidi e naturali, merito anche delle ottime coperture di primo equipaggiamento, le Bridgestone Battlax BT 010-020.
Alle alte velocità perde solo un po' di impronta a terra che tuttavia non inficia la precisione di guida.
Ottimo il comportamento delle sospensioni: in pista danno il giusto sostegno e su strada, grazie alla notevole scorrevolezza, assorbono bene anche i fondi più irregolari. Il mono posteriore è solo leggermente più secco nella risposta agli avallamenti più marcati. L'impianto frenante, come su tutte le Triumph sportive, è davvero al top: con le classiche "due dita" si ottengono decelerazioni notevoli e non c'è traccia di fading nemmeno nell'uso esasperato.
L'unico appunto riguarda il pedale del freno posteriore, troppo alto. La frizione sopporta anche gli strapazzi ma non è molto progressiva nell'innesto.
Concludiamo con un commento sul prezzo: 8.950 euro sono tanti se confrontati con l'esborso necessario alle pari cilindrata Hornet (7.512 euro), Fazer (7.050 euro) e Bandit (7.060 euro), rispetto alle quali però la baby Speed vanta una ciclistica migliore, un motore di ultima generazione e l'alimentazione ad iniezione elettronica.

http://motori.tiscali.it/motospecs/img400/2113_0.jpg


IDENTIKIT
Cilindrata: 599 cc
Potenza massima: 88,90 CV* (65,36 kW*)
Accelerazione 0-400 m: 12,209 sec*
Velocità massima: 221,7 km/h*
Peso a vuoto: 194,2 kg*
Prezzo chiavi in mano: 8.950 euro

*Dati rilevati strumentalmente

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