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Davide (POL)
03-07-03, 16:43
In Inghilterra, la camera dei Comuni mette al bando la caccia alla volpe, dopo cinque ore di acceso dibattito. Un vero colpo per il labour party di Blair che non aveva mantenuto le promesse elettorali e anche per tutti gli aristocratici del regno. Gli allevatori di cani scendono in piazza a manifestare. Il verdetto potrebbe essere ribaltato dal voto della camera dei Lords
ORSOLA CASAGRANDE

LONDRA
Il verdetto non poteva essere più chiaro: 362 deputati hanno votato a favore della messa al bando della caccia alla volpe con i cani, mentre 154 hanno votato contro. E si tratta di un bando tout-court, non della mediazione cercata dal governo. Il ministro agli affari rurali Alun Michael ha infatti deciso, dopo un appassionato dibattito alla camera dei Comuni, di ritirare la sua proposta che prevedeva regole più rigide per chi aveva ottenuto la licenza di cacciare con i cani. Dal 2005 dunque le volpi del regno potranno starsene tranquille. Sempre che la camera dei Lords non decida di dichiarare guerra a quella dei Comuni cercando di ribaltare la decisione presa lunedì sera. Era dai dibattiti sulla guerra in Iraq che in parlamento non si vedeva una discussione così accesa: cinque ore di vera passione. La caccia alla volpe con i cani del resto è sempre stato uno degli argomenti dolenti per il new labour di Tony Blair che, con una buona dose di sfacciataggine, aveva promesso nel suo primo manifesto elettorale (quello con cui ha stravinto le elezioni del 1997) che se fosse andato al governo avrebbe bandito la caccia alla volpe con i cani. Una pratica che gli animalisti definiscono barbara. Non certo lo sport nobile (nel senso di praticato dall'aristocrazia) decantato da molti Lords. E invece Blair, una volta al governo, è riuscito a far passare di tutto in parlamento, comprese tre guerre, arenandosi sempre sulla caccia alla volpe. Ci sono state manifestazioni di protesta (contro il bando) organizzate da nobilastri e da tutti quelli che vivono intorno ad eventi del genere. E sono state affollatissime, quasi quanto quelle contro la guerra in Iraq. Hanno marciato su Westminster gli allevatori dei cani da caccia, ma anche quelli di cavalli e villaggi interi che vivono soprattutto del turismo attratto dalle manifestazioni legate alle battute di caccia.
A dimostrazione del fatto che la questione, nonostante il voto di lunedì, è tutt'altro che risolta, il portavoce del primo ministro si è rifiutato di confermare se Tony Blair sosterrà una legge che renda totalmente illegale la caccia, preferendo sottolineare come il governo abbia sempre cercato un compromesso. Ma soprattutto il portavoce di Blair si è rifiutato di dire se il premier farà ricorso al Parliament Act per imporre il bando anche alla camera dei Lords. Perché se non lo farà, difficilmente la legge verrà approvata dai nobili che compongono il secondo ramo del parlamento britannico. E che già stanno affilando le armi per cercare di impedire quello che ritengono un vero e proprio oltraggio, alle loro tradizioni e, per estensione, all'intera storia «made in England».
La caccia alla volpe con i cani ha almeno trecento anni. Nell'Inghilterra normanna si cacciavano i cervi ma a farlo erano solo la famiglia reale e i loro aristocratici ospiti. Il privilegio di cacciare nelle foreste reali venne gradualmente concesso anche ai proprietari terrieri. Fu sotto King Charles (1660) che cominciarono ad essere addestrati i cani per la caccia alla volpe. Che è continuata, modificandosi ma non troppo, fino alle manifestazioni odierne.
Tra i più accesi sostenitori della caccia ci sono, e non a caso, gli allevatori di cani che già annunciano il disastro in caso di bando e giurano che dovranno essere abbattuti migliaia di cani. La Countryside Alliance (l'associazione degli agricoltori e allevatori) si è da sempre dichiarata a favore della caccia sostenendo che si tratta di un importante strumento di controllo (e abbattimento) di un animale (la volpe) che gli allevatori considerano una disgrazia per i loro animali e le loro fattorie. Migliaia di posti di lavoro, dicono quelli della Countryside Alliance, sono a rischio: perché oltre agli allevatori di cani, attorno alla caccia alla volpe ruotano tutta una serie di altri mestieri. Chi comprerà più le particolari divise indossate dai cacciatori per quell'evento speciale? Per non parlare dei fucili. Ci sono poi le tenute di caccia gestite da famiglie e aperte a cacciatori esterni. Dei veri e propri club dove i cacciatori pagano per il cavallo, i cani, e tutto il necessario per la battuta di caccia.